Prof. Francesco Ragusa
Università degli Studi di Milano
Anno Accademico 2020/2021
Elettromagnetismo
Energia elettrostatica
Corrente elettrica e equazione di continuità - Legge di Ohm Modello della conduzione elettrica
Lezione n. 18 – 3.12.2020
Energia elettrostatica
• Riprendiamo il problema del condensatore con dielettrico fra le armature (vedi diapositiva )
• Ricordiamo che a parità di differenza di
potenziale V il campo elettrico è sempre E = V/s
• Inoltre la carica nella regione delle armature è Q0 che è la somma algebrica
• Della carica Q sulle armature (Q = κ Q0)
• Della carica di polarizzazione Qpol = −(κ − 1)Q0
• Q0 è la carica necessaria per avere una ddp V in assenza di dielettrico
• L'energia del condensatore è
• Rispetto al caso senza dielettrico l'energia è cresciuta
• La capacità è cresciuta di un fattore κ
• D'altro canto abbiamo visto che l'energia può essere espressa come energia del campo elettrico
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Energia elettrostatica
†• La soluzione della contraddizione sta nel fatto che le due energie rappresentano cose differenti
• L'energia del campo elettrico rappresenta l'energia immagazzinata in un sistema di cariche (vedi )
• L'energia necessaria per "costruire" la disposizione delle cariche (sia libere che di polarizzazione)
• L'energia del condensatore rappresenta invece il lavoro che è stato fatto
• Per caricare i condensatore con una carica Q
• Per polarizzare il dielettrico e fare in modo che fornisca una carica Qpol
• Per polarizzare il dielettrico è necessario fare un lavoro
• Il lavoro necessario per deformare gli atomi o le molecole
• Il lavoro necessario per allineare i dipoli (più complicato – termodinamica)
• Troviamo adesso un sistema per esprimere la seconda energia con una formula analoga a quella dell'energia del campo elettrico
• †Per ulteriori approfondimenti vedi: Das B., Ghosh A., Gupta-Bhaya P. - Electrostatic energy of a system of charges and dielectrics - Am.J.Phys. 63, p. 452 (1995)
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Energia elettrostatica
• Definiamo esattamente cosa vogliamo fare
• Consideriamo lo stato finale che vogliamo ottenere
• Un sistema di cariche libere descritto da una densità di carica ρf
• Un dielettrico (lineare) polarizzato
• Il sistema ( ρf + dielettrico) genera un potenziale φ(r)
• Per costruire questo sistema
• Iniziamo da un sistema scarico: ρf = 0
• Trasportiamo una carica dρf infinitesima dall'infinito nel nostro sistema
• Disponiamo la carica dρf in modo che in ogni parte del sistema la densità di carica sia una frazione α di quella finale
• Per un dato valore di α la densità di carica libera è una frazione di quella finale
• Dato che il dielettrico è lineare
• Anche il potenziale elettrico φk(r) = αφ(r) sarà una frazione di quello finale
• Anche le cariche di polarizzazione saranno una frazione α di quelle finali
Energia elettrostatica
• Si può dimostrare che il lavoro dW fatto per trasportare la carica dρf è
• Sottolineiamo che il potenziale φα(r) è generato anche dal dielettrico
• Il lavoro dW è diverso da quello che si avrebbe senza il dielettrico
• Il dielettrico è lineare e pertanto il lavoro dW indicato contiene anche il lavoro necessario per polarizzare il dielettrico
• Elaborando
• Sottolineiamo ancora una volta la differenza con la trattazione della diapositiva
• In quel caso nella formula era presente TUTTA la carica ρ (sia libera che di polarizzazione)
• L'energia trovata era quella del sistema di cariche ρf + ρpol e non includeva il lavoro fatto per polarizzare il materiale
• Nel caso del condensatore con dielettrico è l'energia dei due strati di carica ± [κσ0 − (κ − 1)σ0] = ± σ0
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Energia elettrostatica
• Elaboriamo adesso la formula trovata per metterla in funzione del campo elettrico E e dello spostamento elettrico D
• Ricordiamo innanzitutto la legge di Gauss per il campo D
• Introduciamo nell'integrale
• Ricordiamo che
• Otteniamo
• Il primo integrale
• Pertanto
Per campi che si annullano velocemente all'infinito
Energia elettrostatica
• La formula che abbiamo ricavato vale per dielettrici lineari
• Per un dielettrico lineare si ha D = εE = κ ε0 E
• W0 è il lavoro fatto in assenza di dielettrico
• Pensiamo all'esempio iniziale del condensatore con dielettrico
• Riepilogando
• Rappresenta l'energia associata ad un campo elettrico E generato da un sistema di cariche ρ = ρf + ρpol
• Non include il lavoro che è stato fatto per polarizzare il dielettrico
• Per includere anche il lavoro che è stato necessario per polarizzare il dielettrico si calcola
• Include l'energia del campo elettrico E generato da ρ = ρf + ρpol
• Include il lavoro fatto per polarizzare il dielettrico
Corrente elettrica
• Cominciamo a studiare situazioni in cui le cariche sono in movimento
• Per il momento ci limiteremo a movimenti "relativamente lenti"
• Velocità piccole rispetto alla velocità della luce
• Prima di iniziare a formulare le differenze nelle forze fra le cariche
introduciamo una serie di nuovi concetti necessari per descrivere le cariche in movimento
• Un moto ordinato di portatori di carica costituisce una corrente elettrica
• L'espressione "portatori di carica" è da intendere in un senso molto generale
• Possono essere elettroni o ioni
• Può essere materia "carica", ad esempio goccioline d'acqua nell'atmosfera
• In un filo di materiale conduttore la corrente elettrica è definita come la quantità di carica che attraversa la sezione del filo nell'unità di tempo
• La corrente ha un segno: positiva se le cariche positive seguono la freccia
• Supponendo che in un tempo Δt la carica ΔQ nel cilindretto blu attraversi la sezione del filo S (gialla)
• Nel Sistema Internazionale l'unità di misura della corrente è l'Ampere (A)
Correnti elettrica
• È importante il flusso netto di carica
• Definiamo il senso positivo della corrente
• La carica rossa (positiva) contribuisce con segno +
• La carica blu (negativa) contribuisce con segno +
• Analogamente un atomo o molecola neutri non
contribuiscono alla corrente nonostante trasportino carica
• La carica rossa (positiva) contribuisce con segno +
• La carica blu (negativa) contribuisce con segno −
• La corrente non deve necessariamente essere definita all'interno di un filo conduttore
• Per una definizione più generale occorre la densità di corrente
• Abbiamo già utilizzato questo concetto discutendo il flusso (diapositiva )
• Avevamo discusso il flusso di materia (fluido)
• Avevamo definito il vettore densità di corrente J = ρ v
• Avevamo visto che la quantità di materia che attraversa un superficie S nell'unità di tempo era data da
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Densità di corrente
• Consideriamo una situazione in cui le cariche siano tutte dello stesso segno, uguali e che si muovono tutte con la stessa velocità u
• La densità delle cariche è n (numero per unità di volume)
• La corrente elettrica è definita come la quantità di carica che attraversa la superficie S nella unità di tempo
• La carica che attraversa la superficie è quella contenuta nel prisma obliquo definito dalla
superficie S e dal lato di lunghezza u Δt
• Il volume del prisma è
• Possiamo riscriverlo utilizzando i vettori velocità e normale alla superficie
• Abbiamo pertanto
Densità di corrente
• Naturalmente la situazione in cui tutte le velocità sono uguali è un caso molto particolare (e non realistico)
• Nel caso generale avremo
• n1 particelle con velocità u1 che contribuiscono
• nk particelle con velocità uk che contribuiscono
• La corrente totale è la somma delle correnti
• Definiamo il vettore densità di corrente
• Le sue dimensioni sono: [ J ] = Q L−2 T−1 (C m−2 s−1)
• Utilizzando il vettore J la corrente è
• Specializziamo J al caso in cui i portatori di carica siano elettroni: qk = −e
Densità di corrente
• Definiamo infine
• La densità totale di elettroni, indipendente dalla velocità
• La velocità media degli elettroni
• Otteniamo la seguente espressione per la densità di corrente
• Notiamo che −ene rappresentata la densità di carica ρe degli elettroni
• Utilizzando ρe
• Avevamo già incontrato una formula simile quando abbiamo definito la
Densità di corrente
• Quando parliamo di conduttori o di sistemi macroscopici allora anche le
grandezze che abbiamo definito e utilizzato vanno intese in senso macroscopico
• Sono delle medie su volumi dv infinitesimi su scala macroscopica
• Volumi grandi su scala microscopica
• In questo caso interpretiamo la formula
• ne è la densità media degli elettroni nel volume dv
• è la velocità media degli elettroni nel volume dv
• Sia la velocità media che la densità media possono essere funzione della posizione e del tempo
• In questo caso anche J è una funzione della posizione e del tempo J(r,t)
• La corrente attraverso una superficie arbitraria (eventualmente ideale, all'interno di un conduttore) è data da (attenzione ai segni)
• Se J non dipende dal tempo si parla di correnti stazionarie (steady)
• Le cariche si muovono ma le proprietà del flusso non variano nel tempo
Conservazione della carica
• Supponiamo adesso di avere una superficie chiusa S che delimita un volume V
• In una regione in cui è presente una densità di corrente J
• Calcoliamo il flusso di J
• L'integrale rappresenta la quantità di carica che fluisce nell'unità di tempo attraverso la superficie
• Se dQ/dt ≠ 0 significa che la carica si accumula o fuoriesce dal volume attraversando la superficie
• In una situazione stazionaria la derivata è nulla
• Dal teorema della divergenza, facendo tendere a zero il volume chiuso da S La normale è verso l'esterno
è positiva se la carica all'interno di S aumenta
Conservazione della carica
• Consideriamo adesso un caso non necessariamente stazionario
• Dentro il volume V delimitato da S ci sarà una densità di carica ρ(r,t)
• La carica all'interno sarà data dall'integrale di volume
• Nel caso non stazionario QV(t) può variare nel tempo
• Inoltre
• Per finire abbiamo visto che
• Da cui discende l'importantissima equazione di continuità
• Abbiamo espresso la legge sia in forma differenziale che integrale
• È una legge di conservazione locale
Conduzione elettrica
• Fino ad ora abbiamo considerato un dato di fatto il movimento dei portatori di carica
• In realtà è necessaria una forza perché si muovano
• Ad esempio la forza di gravità o gradienti di pressione nell'atmosfera fanno muovere gocce d'acqua cariche
• Un altro esempio piò essere la cinghia del generatore Van de Graaff
• Le studieremo in seguito: forze elettromotrici
• Per il momento consideriamo la forza più ovvia per
mettere in moto cariche elettriche: un campo elettrico
• Sottolineiamo che si tratta ancora di campi elettrostatici e quindi di campi conservativi
• In presenza di un campo elettrico E
• Le cariche positive si muovono nella direzione del campo
• Le cariche negative si muovono nella direzione opposta
• La densità di corrente dipende dal campo elettrico
• Per un gran numero di sostanze la relazione fra J ed E è molto semplice
Conduzione elettrica
• Pertanto se consideriamo un filo conduttore
• All'interno del conduttore è presente un campo elettrico che mette in moto le cariche
• A questo punto occorre porsi una domanda
• Come mai c'è un campo elettrico all'interno del conduttore
• La risposta risiede nel fatto che la condizione non è statica
• In particolare deve esistere un meccanismo che agli estremi del filo …
• Rimuove la carica che arriva per effetto della conduzione
• Fornisce nuova carica per alimentare la conduzione
• Ancora una volta, una forza elettromotrice di natura non elettrostatica
• In caso contrario si arriverebbe ad una condizione di accumulo di carica agli estremi
• Positiva in alto, negativa in basso
• Apparirebbe un campo elettrico che si opporrebbe al movimento fino ad arrestarlo
• Si giungerebbe ad un equilibrio con campo elettrico nullo
• Stazionario non significa statico
• Tuttavia il campo elettrico che stiamo considerando è elettrostatico
Legge di Ohm
• Le dimensioni della conduttività sono [ σ ] = Q2 M−1 L−3 T (C Kg−1 m−3 s)
• Una unità che si adopera di solito è (ohm-m)−1
• Come nel caso della densità di polarizzazione la relazione fra J e E può essere più complicata
• Può essere non lineare: la conduttività può dipendere dal campo σ(E)
• Il mezzo può essere non isotropo
• Considereremo solo mezzi lineari e isotropi per i quali vale
• La legge enunciata prende il nome di legge di Ohm
• I materiali per i quali vale (lineari, isotropi) sono detti "ohmici"
• Nelle applicazione tecnologiche non risulta comodo utilizzare la densità di corrente e il campo elettrico
• Si preferisce utilizzare correnti e differenze di potenziale (tensioni)
• Ad esempio nei circuiti elettronici
Legge di Ohm
• Per passare alla corrente e alla tensione occorre calcolare
• L'integrale di J su una superficie
• L'integrale di E lungo una linea
• Consideriamo ad esempio un conduttore
• La differenza di potenziale fra i suoi estremi
• La corrente che fluisce nel conduttore
• Si definisce la resistenza del conduttore
• Si usa spesso la resistività
• La resistività si misura in ohm-m
• La resistenza in ohm (Ω)
Legge di Ohm
• Nel ricavare le formule della pagina precedente si sono fatte alcune assunzioni
• La densità di corrente J è uniforme sulla sezione S del conduttore
• Se J variasse sulla sezione (es. J1 e J2) il campo elettrico sarebbe differente lungo le due linee e non potremmo definire un'unica differenza di potenziale
• Analogamente abbiamo supposto che J fosse uniforme lungo la lunghezza del conduttore
• In realtà si potrebbero avere condizioni come quelle indicate nelle figure
• La formula per la resistenza dipende da questi dettagli
• Funziona se questi dettagli sono trascurabili
• Nel caso generale utilizzare J = σE e integrare
• Infine vale la pena sottolineare che ipotizziamo anche che esista una netta separazione fra il mezzo conduttore e l'ambiente circostante
• Significa che possiamo applicare le considerazioni fatte anche a conduttori (resistenze) di forme
Legge di Ohm
• Abbiamo sempre supposto che σ sia costante e che il mezzo fosse omogeneo, caratterizzato da un'unica conduttività
• In una condizione di stazionarietà questo implica che non ci sono densità di carica nel materiale
• Infatti, in condizioni stazionarie
• Dato che J = σE
• Viceversa se σ variasse si potrebbero avere densità di carica
• Ad esempio consideriamo due conduttori di conduttività diversa σ1 > σ2
• NB: in queste slides σ è la conduttività
• In condizioni stazionarie J deve essere lo stesso in entrambi i mezzi
• In caso contrario ci sarebbe accumulo di carica sull'interfaccia
• Significa che i campi elettrici E1 e E2 sono diversi: E1 < E2
• Il campo ha una discontinuità sull'interfaccia
• Sull'interfaccia ci deve essere una densità di carica
Velocità di deriva
• Nella diapositiva abbiamo definito la densità di corrente come
• La velocità è definita come il valor medio delle velocità degli elettroni
• Non abbiamo discusso le caratteristiche di questa velocità
• Stimiamo il valore della velocità di deriva con un esempio
• Un filo di rame lungo 1 Km è collegato ad un generatore di tensione di 6 V
• Calcolare la velocità di deriva in queste condizioni
• Quanto tempo impiega un elettrone per percorrere tutto il filo?
• Dati: ρ = 1.7 × 10−8 Ω−m ne = 8.0×1028 m−3 e = 1.6×10−19 C
• Determiniamo J
• Utilizzando la definizione di J determiniamo
• Introduciamo i valori numerici 359624
Velocità di deriva
• Rendiamoci conto di cosa vuol dire questo ordine di grandezza
• Per percorre il filo lungo 1 Km occorre un tempo
• La termodinamica ci dice che gli atomi e le molecole della materia a temperatura T non sono fermi
• Hanno un moto caotico
• Ad esempio in un gas o nel caso degli elettroni in un conduttore
• Il moto è caratterizzato da un'energia cinetica media dell'ordine di kBT
• kB = 1.38×10−23 JK−1 costante di Boltzman
• T temperatura assoluta in gradi Kelvin
• 300 K la temperatura ambiente
• Le velocità delle molecole corrispondenti a questa energia sono dell'ordine di 105 m/s
• Vediamo pertanto che la velocità di deriva è molto più piccola della velocità istantanea degli elettroni
Un po' più di un anno !!