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Documento Unico di Programmazione 2019-2021 2019-2021

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2019-2021

CONTROLLO DI GESTIONE COMUNE DI TREVIGLIO

Documento Unico di Programmazione 2019-2021

Principio contabile applicato alla programmazione Allegato 4/1 al D.Lgs. 118/2011

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Indice

INTRODUZIONE ... 3

SEZIONE STRATEGICA... 3

Premessa ... 3

1 QUADRO DELLE CONDIZIONI ESTERNE ... 4

1.1 Situazione finanziaria ed economica dell’Ente alla luce dello scenario economico generale ... 4

1.2 Situazione socio-economica del territorio: valutazione corrente e prospettica... 8

1.2.1 Popolazione ... 8

1.2.2 Contesto socio - economico ...12

2 QUADRO DELLE CONDIZIONI INTERNE DELL’ENTE ...15

2.1 Organizzazione e gestione dei Servizi pubblici locali ...15

2.2 La gestione delle risorse correnti ...17

2.2.1 Le entrate correnti ...17

2.2.1.1 I tributi ...17

2.2.1.2 Le entrate extra-tributarie ...20

2.2.2 Spesa corrente ...20

2.3 La gestione delle risorse in conto capitale ...21

2.3.1 Le entrate straordinarie ...21

2.3.1.1 Le entrate per accensioni di prestiti (indebitamento) ...21

2.3.2 Le spese di parte straordinaria...23

2.3.1.1 Gli investimenti ...23

2.3.1.2 Nuovi Investimenti ...23

2.3.1.3 Altri interventi di parte straordinaria ...24

2.4 Linee strategiche sul patrimonio...25

2.5 Struttura organizzativa dell’Ente ...26

2.5.1 Organizzazione ...27

2.5.2 Risorse umane disponibili...27

2.6 Enti strumentali e società controllate e partecipate ...29

2.6.1 Situazione economico finanziaria ...30

2.6.2 Procedure di controllo...31

2.6.3 Obiettivi strategici società controllate ...31

2.6.4 Programmazione consolidata Gruppo Amministrazione Pubblica ...32

2.7 Pareggio di bilancio e coerenza - compatibilità del bilancio con i vincoli di finanza pubblica...33

3 OBIETTIVI STRATEGICI PER MISSIONE ...34

Gli indirizzi strategici del mandato dell’ente ...34

Missione 1 – Servizi istituzionali, generali e di gestione ...35

Missione 3 – Ordine pubblico e sicurezza ...35

Missione 4 – Istruzione e diritto allo studio ...36

Missione 5 – Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali...36

Missione 6 – Politiche giovanili, sport e tempo libero ...37

Missione 7 – Turismo...37

Missione 8 – Assetto del territorio ed edilizia abitativa ...38

Missione 9 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente ...38

Missione 10 – Trasporti e diritto alla mobilità ...39

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Missione 11 – Soccorso Civile ...40

Missione 12 – Diritti sociali, politiche sociali e famiglia ...40

Missione 14 – Sviluppo economico e competitività...41

Missione 15 – Politiche per il lavoro e la formazione professionale ...42

Missione 16 – Agricoltura, politiche agroalimentari e pesca...42

4 STRUMENTI DI RENDICONTAZIONE ...43

SEZIONE OPERATIVA ...44

5 PARTE PRIMA ...44

5.1 Programmi, obiettivi operativi e risorse finanziarie, umane e strumentali ...44

5.2 Programmazione atti e attività ...63

5.3 Piano degli indicatori ...63

6 PARTE SECONDA ...64

6.1 Programmazione del fabbisogno di personale ...64

6.2 Programma triennale delle opere pubbliche ed elenco annuale ...66

6.3 Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari ...69

6.4 Programma triennale di razionalizzazione ...78

6.5 Programma degli acquisti...83

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INTRODUZIONE

A seguito del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi”, i documenti di programmazione dell’Ente locale devono essere redatti in coerenza con il Principio contabile applicato concernente la programmazione di bilancio (Allegato n. 12 al DPCM 28/12/2011 relativo alle Modalità di sperimentazione).

Il documento di programmazione dell’Ente Locale che costituisce presupposto di tutti gli altri è il Documento Unico di Programmazione (DUP) che sostituisce la precedente Relazione Previsionale e Programmatica di cui art. 170 del T.U. n.

267 del 2000. Il D.U.P. è lo strumento che permette l’attività di guida strategica ed operativa degli enti locali e consente di fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le discontinuità ambientali e organizzative.

Il D.U.P è articolato in due sezioni: la sezione strategica (SeS) e la sezione operativa (SeO).

La SeS sviluppa e concretizza le linee programmatiche di mandato e individua gli indirizzi strategici dell’ente in coerenza con la programmazione regionale e i relativi ambiti nazionali e comunitari.

Sono quindi definiti, per missione, gli obiettivi strategici da perseguire al termine di un processo conoscitivo di analisi strategica relativo alle condizioni esterne e interne all’Ente.

La SeO costituisce lo strumento a supporto del processo di previsione definito sulla base degli indirizzi generali e degli obiettivi strategici fissati nella SeS. Contiene la programmazione operativa dell’Ente con un arco temporale corrispondente a quello del Bilancio di Previsione ed è strutturata in due parti in cui vengono descritti gli obiettivi operativi discendenti da quelli strategici e le risorse destinate alla loro realizzazione, nonché la programmazione in materia di personale, opere pubbliche e alienazioni.

Entro il 31 luglio di ogni anno, il Comune deve presentare il Documento Unico di Programmazione per il triennio successivo che andrà poi approvato dal Consiglio Comunale entro il 30 novembre dello stesso anno.

Questo documento presenta la sintesi degli indirizzi strategici e operativi per il triennio 2018-2020.

SEZIONE STRATEGICA Premessa

Il Documento unico di Programmazione proposto al Consiglio Comunale unitamente al bilancio dell'esercizio 2018/2020, come previsto dall'art. 170 del D.lgs. 267/00, è stato reso rispondente alle linee programmatiche di mandato approvate dal Consiglio Comunale con deliberazione n. 34/2016.

Il quadro strategico di riferimento all’interno del quale si inserisce l’azione di governo della nostra amministrazione

L'attività di programmazione e dunque quella amministrativa deve essere necessariamente svolta prendendo in considerazione:

• lo scenario nazionale ed internazionale per i riflessi che esso ha, in particolare dapprima con il Documento di Economia e Finanza (DEF) e poi con la legge di Stabilità sul comparto degli enti locali e quindi anche sul nostro Ente. Nello specifico si farà riferimento ai dati contenuti nella nota di aggiornamento DEF 2017;

• lo scenario regionale al fine di analizzare i riflessi della programmazione regionale sul nostro Ente;

• lo scenario locale, inteso come analisi del contesto socio-economico e di quello finanziario dell’Ente, in cui si inserisce la nostra azione.

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1 QUADRO DELLE CONDIZIONI ESTERNE

1.1 Situazione finanziaria ed economica dell’Ente alla luce dello scenario economico generale

Il contesto nazionale (fonte DEF 2018 – Governo)

La ripresa dell’economia italiana ha guadagnato vigore nel 2017 ed è continuata nel primo trimestre di quest’anno.

Secondo le prime stime Istat, l’anno passato si è chiuso con una crescita del PIL dell’1,5 per cento in termini reali, in accelerazione rispetto agli incrementi di circa l’uno per cento dei due anni precedenti. L’occupazione è aumentata dell’1,1 per cento e le ore lavorate sono salite dell’1,0 per cento, il che sottende un aumento della produttività del lavoro. Il rafforzamento della ripresa è stato principalmente dovuto ad una dinamica più sostenuta degli investimenti e delle esportazioni, mentre i consumi delle famiglie si sono mantenuti sul sentiero di crescita moderata degli anni precedenti.

Nel 2017, sebbene la penetrazione delle importazioni sia lievemente aumentata, il saldo della bilancia commerciale con l’estero è rimasto fortemente positivo e il surplus di partite correnti della bilancia dei pagamenti è salito al 2,8 per cento del PIL, dal 2,6 per cento del 2016.

Anche la finanza pubblica ha mostrato una tendenza positiva, giacché l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche è sceso al 2,3 per cento del PIL, dal 2,5 per cento del 2016, e all’1,9 per cento escludendo gli interventi straordinari per il risanamento del sistema bancario. Il rapporto fra stock di debito e PIL nel 2017 è diminuito al 131,8 per cento, dal 132,0 per cento del 2016.

Al netto dei suddetti interventi straordinari, sarebbe sceso più marcatamente, al 130,8 per cento. Sebbene la fiducia delle imprese manifatturiere abbia registrato una flessione nel corso del primo trimestre, le prospettive economiche e di finanza pubblica per l’anno in corso e per i prossimi tre anni rimangono positive. Per quanto riguarda il triennio 2018-2020, il quadro macro tendenziale (a legislazione vigente) qui presentato è molto simile al programmatico della Nota di Aggiornamento del DEF (NADEF) pubblicata a settembre dell’anno scorso.

L’andamento del PIL nel 2017 è infatti risultato in linea con la proiezione formulata nella NADEF e gli impatti sull’economia della Legge di Bilancio 2018 approvata dal Parlamento sono molto simili a quelli ipotizzati in settembre.

La previsione di crescita del PIL reale nel 2018 è confermata all’1,5. Un quadro internazionale più favorevole e un livello dei rendimenti (correnti e attesi) sui titoli di Stato lievemente inferiore in confronto a quanto ipotizzato nella NADEF compensano un tasso di cambio dell’euro e prezzi del petrolio più elevati.

La crescita del PIL reale nel 2019 viene invece leggermente ridotta dall’1,5 all’1,4 per cento, mentre quella per il 2020 rimane invariata all’1,3 per cento. Sebbene l’effetto congiunto delle variabili esogene utilizzate per la previsione della crescita del PIL nel 2019-2020 sia più favorevole rispetto a settembre, si è ritenuto opportuno introdurre una maggiore cautela alla luce dei rischi geopolitici di medio termine che si sono più chiaramente evidenziati negli ultimi mesi.

II tasso di crescita del PIL reale nel 2021 è cifrato all’1,2 per cento. Questa previsione tiene conto del fatto che i principali previsori internazionali scontano una decelerazione della crescita del commercio mondiale su un orizzonte a tre-quattro anni. Quando ci si spinge su un orizzonte più lungo, è inoltre prassi consolidata quella di far convergere la previsione del PIL verso il tasso di crescita del prodotto potenziale.

Per quanto riguarda il PIL nominale, la crescita accelererebbe dal 2,1 per cento registrato nel 2017 al 2,9 per cento nel 2018 e al 3,2 per cento nel 2019, per poi rallentare lievemente al 3,1 nel 2020 e al 2,7 nel 2021, valori comunque più elevati di quelli registrati in anni recenti.

La lettura della previsione tendenziale deve tenere conto del fatto che la legislazione vigente, come modificata dalla Legge di Bilancio 2018 e dal decreto legge fiscale di accompagnamento, prevede un marcato miglioramento del saldo di bilancio, sia in termini nominali, sia strutturali, ovvero correggendo il saldo nominale per i fattori ciclici e le misure una tantum e temporanee. In aggiunta a misure di contrasto all’evasione fiscale e di contenimento della spesa pubblica, secondo la legislazione vigente tale miglioramento è assicurato da un aumento delle aliquote IVA a gennaio 2019 e a gennaio 2020, quest’ultimo accompagnato da un rialzo delle accise sui carburanti.

Secondo stime ottenute con il modello econometrico del Tesoro (ITEM), l’aumento delle imposte indirette provocherebbe una minore crescita del PIL in termini reali e un rialzo dell’inflazione - sia in termini di deflatore del PIL, sia di prezzi al consumo – rispetto ad uno scenario di invarianza della politica di bilancio. Questi impatti sarebbero concentrati negli anni 2019-2020 e, in minor misura, nel 2021.

Laddove gli aumenti delle imposte indirette previsti per i prossimi anni fossero sostituiti da misure alternative di finanza pubblica a parità di indebitamento netto, l’andamento previsto del PIL reale potrebbe marginalmente differire da quello dello scenario tendenziale qui presentato, in funzione di una diversa composizione della manovra di finanza pubblica. Per quanto riguarda l’inflazione prevista, le stime della traslazione degli aumenti delle imposte indirette sui prezzi al consumo e sul deflatore del PIL hanno un notevole margine di incertezza, ma è plausibile ipotizzare che il deflatore del PIL crescerebbe di meno se gli aumenti delle imposte indirette fossero sostituiti da misure alternative di riduzione del deficit. L’impatto complessivo sul PIL nominale non è quantificabile senza previa definizione delle misure alternative ai rialzi dell’IVA. Tuttavia, non si può escludere che negli anni 2019-2020 la crescita del PIL nominale risulterebbe lievemente inferiore a quella dello scenario tendenziale.

Venendo alla previsione tendenziale di finanza pubblica, il Governo conferma la stima di indebitamento netto della PA per il 2018 dell’1,6 per cento del PIL. Al netto di arrotondamenti, il surplus primario salirebbe all’1,9 per cento del PIL,

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dall’1,5 per cento del 2017 (1,9 per cento escludendo gli interventi straordinari sulle banche). L’indebitamento netto a legislazione vigente scenderebbe quindi allo 0,8 per cento del PIL nel 2019 e a zero nel 2020, trasformandosi quindi in un surplus dello 0,2 per cento del PIL nel 2021. Il saldo primario migliorerebbe al 2,7 per cento nel 2019, 3,4 nel 2020 e 3,7 nel 2021. I pagamenti per interessi scenderebbero a poco più del 3,5 per cento del PIL nel 2018 (dal 3,8 per cento del 2017) e rimarrebbero nell’intorno di quel livello fino al 2021, nonostante il rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato scontato dal mercato per i prossimi anni.

Per quanto riguarda i saldi di finanza pubblica corretti per il ciclo e le misure una tantum e temporanee, che sono oggetto di monitoraggio da parte della Commissione Europa secondo il Patto di Stabilità e Crescita (PSC), la stima del saldo strutturale nel 2017 è pari al -1,1 per cento del PIL, in peggioramento di 0,2 punti percentuali rispetto al 2016.

Secondo le stime presentate, il lieve peggioramento del saldo strutturale non costituirebbe una deviazione significativa ai fini del braccio preventivo del PSC.

In chiave prospettica, il saldo strutturale tendenziale migliorerebbe di 0,1 punti di PIL nel 2018, di 0,6 punti nel 2019 e di 0,5 punti nel 2020, rimanendo quindi invariato nel 2021. In termini di livelli, il saldo strutturale sarebbe pari a +0,1 per cento del PIL nel 2020 e nel 2021, soddisfacendo pertanto l’Obiettivo di Medio Termine del pareggio di bilancio strutturale.

Il miglioramento del saldo strutturale nel 2018 è inferiore a quanto previsto nella NADEF (0,3 punti di PIL). La differenza è spiegata dal minor deficit strutturale registrato nel 2017 (1,1 per cento anziché 1,3 per cento del PIL), a parità di deficit strutturale atteso nel 2018 (1,0 per cento del PIL).

Va notato che tutti i dati testé menzionati si basano sulle stime di prodotto potenziale e output gap del Governo. La Commissione Europea pubblicherà le proprie stime aggiornate all’inizio di maggio nello Spring Forecast e da esse dipenderà la valutazione del rispetto del braccio preventivo del PSC da parte dell’Italia. Il Comitato di Politica Economica dell’Unione Europea ha recentemente approvato alcuni miglioramenti della procedura di stima del prodotto potenziale proposte dal MEF con riferimento al caso italiano. Ne potrebbe derivare una revisione al rialzo della stima di crescita potenziale da parte della Commissione Europea e livelli di output gap meno penalizzanti per l’Italia. Tuttavia, in chiave prospettica (ovvero dal 2018 in avanti), la valutazione di eventuali deviazioni significative dei saldi strutturali di bilancio dell’Italia da parte della Commissione dipenderà anche dalle stime aggiornate di crescita del PIL e del saldo nominale di bilancio, che potrebbero differire lievemente da quelle del Governo.

Per quanto attiene al debito pubblico, il nuovo quadro tendenziale pone il rapporto debito/PIL a fine 2018 al 130,8 per cento, in discesa dal 131,8 del 2017. Grazie in particolare ai maggiori surplus primari e ad una crescita più sostenuta del PIL nominale, il rapporto debito/PIL calerebbe poi più rapidamente nei prossimi tre anni, fino a raggiungere il 122,0 per cento nel 2021.

Infine, con riferimento alla regola del debito espressa in chiave prospettica (forward looking), le stime indicano che il rapporto debito/PIL previsto approssimerebbe il livello di riferimento (benchmark) in misura crescente nel 2020 e 2021. La regola del debito non sarebbe dunque strettamente soddisfatta in chiave prospettica nello scenario a legislazione vigente né nel 2018, né nel 2019, ma la differenza per il secondo anno sarebbe di soli 0,8 punti di PIL.

Diversi fattori rilevanti, primo fra tutti la compliance con il PSC, rappresentano elementi positivi ai fini della valutazione del rispetto della regola del debito ai sensi dell’Articolo 126 del TFUE.

Il contesto regionale (Fonte DEFR 2017 – Aggiornamento PRS 2018-2020 Regione Lombardia)

Il PIL della Lombardia ha continuato a crescere ad un ritmo più alto della media italiana ed ha trainato la crescita dell’area Nord Ovest. Nel 2016 è stato stimato uno sviluppo del PIL dell’1,1% (+0,2 p.p. rispetto alla media italiana) a cui seguirà, nel biennio 2017-2018 un ulteriore incremento rispettivamente del 1,4% e dell’1,3%.34 Per quanto riguarda l’avvio del 2017, le indagini congiunturali di Unioncamere mostrano un primo trimestre positivo sia per l’industria (+4% di crescita tendenziale e +1,7% di crescita congiunturale) che per l’artigianato (+2,9% di crescita tendenziale e +0,8% di crescita congiunturale).

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(Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, luglio 2017)

Il dato del secondo trimestre 2017 risulta leggermente ridimensionato rispetto al primo. Nell’industria si registra, infatti, una decelerazione tendenziale della crescita della produzione industriale (+2,5%), e una sostanziale stazionarietà congiunturale (-0,1%). Anche per le aziende artigiane si registra una decelerazione tendenziale (+2,0%) associato ad un incremento congiunturale minimo (+0,2%). Le previsioni per il 2019-2020 annunciano un rallentamento (+1,1% e +1,3% rispettivamente), in linea con la dinamica nazionale. Contribuisce a sostenere l’economia lombarda nel 2017 la performance dell’export. Le esportazioni lombarde, nel 2016, sono cresciute dell’1,7%. Nel 2017 le esportazioni di beni verso l’esterno dovrebbero aumentare del 2,7%: tuttavia un leggero rallentamento della crescita è previsto per il biennio seguente, anche se in rialzo rispetto agli scenari di aprile. Per il 2017 si prevede, inoltre, una decelerazione delle importazioni (+1,9%) rispetto al 2016 (le previsioni di crescita circa le importazioni sono state riviste fortemente al ribasso) che faranno registrare tassi di crescita sostenuti nei prossimi anni superiori al 5%. Le principali componenti della domanda interna continueranno a crescere pur subendo un rallentamento. La crescita dei consumi si manterrà di poco superiore all’1% (dall’1,5% del 2016 all’1,2% del 2017 e allo 0,9% del biennio 2018-19) nonostante il deciso recupero del reddito disponibile che proseguirà nel 2017 (+1,6%).

Una maggiore dinamicità si prospetta per gli investimenti. Con riferimento agli investimenti, nel 2016 continua l’accelerazione del 2015 (+3,3%), beneficiando in particolare delle migliori condizioni del mercato del credito che renderà le imprese più propense ad avviare progetti di investimento, ma anche dell’effetto positivo sui costi delle materie prime e del basso prezzo del petrolio. A partire dal 2017 la dinamica degli investimenti presenterà una decisa decelerazione (+2,4% nel 2017, +2,3% nel 2018 e +2,2 del 2019). Sul fronte occupazionale si registra, nel I trimestre 2017, un’ulteriore crescita dell’occupazione, che raggiunge il suo valore massimo dal 2000, stabilizzandosi al di sopra dei livelli pre-crisi (+3,9 rispetto al 2008): secondo i dati della rilevazione ISTAT sulle Forze di Lavoro, il dato tendenziale mostra circa 11mila occupati in più rispetto al primo trimestre 2016 (+2,6%) e supera i 4,4 milioni. Anche il tasso di occupazione è cresciuto rispetto al precrisi, raggiungendo il 67,5%, il massimo livello degli ultimi 20 anni (con un aumento di 2,3 p.p. rispetto al primo trimestre 2016). L’occupazione si conferma in crescita per entrambe le componenti di genere a livello: la crescita dell’occupazione femminile, che più aveva tenuto durante la crisi e conferma il suo trend positivo (+2,3% con 43mila occupate in più), anche se in misura meno marcata rispetto agli uomini (+2,3% con 68mila occupati). I tassi di occupazione maschile e femminile raggiungono nel primo trimestre 2017, rispettivamente, il 72,2% (+1,9 p.p. rispetto al I trimestre 2016) e il 59,7% (+1,5 p.p.). Infine, Come negli ultimi trimestri del 2016, anche nel I trimestre 2017, la crescita dell’occupazione è stata determinata per la maggior parte dal lavoro dipendente. Il tasso di disoccupazione dovrebbe continuare a ridursi passando dal 7,4% nel 2016 al 4,9%

nel 2020.

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(Fonte: Prometeia, Scenari per le economie locali, luglio 2017)

La produzione industriale lombarda, mantiene un tasso tendenziale di crescita nel II trimestre del 2017 (+2,5%), anche se in rallentamento rispetto al I trimestre (+4,0%), mostrando una variazione congiunturale rispetto al trimestre precedente negativa (-0,1%). La crescita si accompagna ad una dinamica positiva sia del fatturato (+4,5%

tendenziale e +0,5% congiunturale) che degli ordini interni ed esteri, anche se più contenuta rispetto al primo trimestre 2017. 45 Più contenuta la crescita della produzione dell’artigianato (+2,0% tendenziale e +0,2%

congiunturale). In base ai dati del II trimestre 2017, le aspettative degli imprenditori per la domanda estera e interna mostrano variazioni negative, dovute sia all’aumento dei pessimisti che alla diminuzione degli ottimisti. Per quanto riguarda invece le aspettative riguardanti la produzione sono positive, mentre quelle relative all’occupazione sono leggermente in flessione.

Le linee strategiche regionali sono ricavate dai seguenti documenti :

Il Programma Regionale di Sviluppo della X Legislatura delibera del Consiglio regionale X/78 Deliberazione Consiglio regionale 24 novembre 2015 - n. X/897

Risoluzione concernente il documento di economia e finanza regionale 2015.2 Delibera Giunta regionale 30 ottobre 2015 - n. X/4239

Documento di economia e finanza regionale 2015, comprensivo di nota di aggiornamento: proposta da inviare al consiglio regionale

Delibera Giunta regionale 17 dicembre 2015 - n. X/4575

Rettifica del documento di economia e finanza regionale 2015 ex d.g.r.4239/2015

DGR n. 5932 del 5 dicembre 2016 “Rettifica al documento di aggiornamento annuale del piano territoriale regionale (PTR) 2016”

DGR 7279 del 30/10/2017 “Documento di Economia e Finanza Regionale 2017 e relativa nota di aggiornamento”

Linee strategiche regionali

Le politiche per l’impresa, con la promozione delle start-up di giovani imprenditori, il sostegno all’innovazione non solo tecnologica, la creazione di nuove forme di agevolazione del credito, l’internazionalizzazione, il sostegno alla ricerca;

un mercato del lavoro più aperto ed inclusivo, rimuovendo gli ostacoli che separano la formazione dal lavoro e che impediscono un ingresso adeguato dei giovani e delle donne, oltre che sostenendo e promuovendo la riqualificazione dei lavoratori e il reinserimento lavorativo;

un nuovo welfare lombardo che significa:

- evoluzione del sistema sociosanitario per rispondere alle nuove sfide e individuare nuove modalità di soddisfacimento dei bisogni sociali emergenti, in attuazione della LR 23/15;

- reddito di autonomia per una risposta integrata alle persone e famiglie a rischio di povertà con interventi di sostegno al reddito per i figli, la casa, l’accrescimento dell’occupabilità, la disabilità e non autosufficienza e accesso equo per il diritto alla salute anche in riferimento al reddito;

una Pubblica Amministrazione più efficiente e meno costosa, che completi la rivoluzione digitale, e renda servizi più trasparenti, rapidi ed efficaci ai cittadini e alle imprese;

una scuola e un’università che valorizzino il merito per una sempre maggiore garanzia di libertà di scelta e di autonomia degli istituti;

la valorizzazione del ruolo del volontariato e del non profit;

la tutela del territorio e dell’ambiente, a partire dall’attenzione alla qualità delle aree urbane, dal buon uso e il non consumo di suolo, dal riuso e recupero delle aree dismesse, dalla bonifica dei siti inquinati, dalla tutela del paesaggio, fino alla sicurezza idrogeologica, alla qualità delle acque e dell’aria; politiche per la Montagna, quale risorsa strategica per l’intera Regione Lombardia;

la valorizzazione del patrimonio culturale materiale ed immateriale per garantirne l’accessibilità, la fruibilità e la promozione attraverso l’Abbonamento Musei Lombardia Milano, progetti integrati di messa in rete di istituti e luoghi della cultura, iniziative di promozione dei siti UNESCO, nuovi allestimenti, realizzazione di percorsi turistico culturali ed eventi in grado di intercettare nuovi flussi di visitatori;

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l’edilizia residenziale pubblica e lo sviluppo urbano sostenibile, con la riforma del sistema di edilizia residenziale pubblica e una nuova programmazione di settore, l’attuazione di programmi di intervento che integrino politiche di inclusione sociale e abitare sociale, lo sviluppo dell’offerta in risposta alle esigenze abitative temporanee di particolari tipologie di cittadini e lavoratori;

il sostegno all’attrattività del territorio e delle sue componenti economiche, sia dal punto di vista dell’attrazione degli investimenti che da quello della valorizzazione delle risorse e della vocazione turistica, nonché del sistema della ricettività della Lombardia anche attraverso azioni volte al consolidamento del posizionamento turistico del territorio lombardo e dei flussi turistici nella fase post Expo;

il commercio, con il consolidamento del modello distributivo lombardo;

la moda e il design come quali settori d’eccellenza del Made in Lombardy per il rilancio dell’economia lombarda e dell’occupazione in termini di indotto trasversale;

lo sviluppo del settore agricolo e del sistema agroalimentare, anche attraverso il presidio dei negoziati della nuova PAC;

la tutela delle produzioni delle nostre imprese, in particolare nel contrasto alla contraffazione alimentare, Italian Sounding e Look Alike;

le infrastrutture per favorire sempre più la competitività e la mobilità nella Regione;

lo sport, anche come strumento di educazione e formazione, di tutela della salute, di trasferimento valoriale;

l’ordine pubblico e la sicurezza, anche attraverso la promozione del coordinamento sovraregionale.

Il Comune di Treviglio: il contesto locale

Il Comune di Treviglio è situato nella pianura meridionale bergamasca, fra i fiumi Adda e Serio ed i relativi parchi fluviali, e si estende per 32 Km2 e ha un’altitudine di 125 metri s.l.m. È collegato al capoluogo regionale dalla linea ferroviaria Milano - Venezia e dalla strada statale n. 11 ed a quello provinciale dalla linea ferroviaria e dalla strada statale n. 42. Da luglio 2014 Treviglio è divenuto inoltre

importante snodo sulla direttrice Brescia-Bergamo- Milano.

La popolazione è concentrata nel nucleo urbano di Treviglio e nelle frazioni di Geromina e Castel Cerreto, Battaglie e Pezzoli. Treviglio, che è il secondo comune per popolazione nella bergamasca, ha una densità di popolazione per chilometro quadrato pari a 944 (popolazione 1/1/17 fonte ISTAT).

Il territorio è attraversato da una fitta rete di rogge e canali derivanti dal fiume Brembo ed è caratterizzato da ambiti a più densa connotazione rurale e da ambiti a maggior connotazione insediativa.

Treviglio costituisce polo di attrazione per i comuni limitrofi per quanto riguarda in particolare i servizi

sociosanitari (ospita infatti l’ospedale, il distretto socio-sanitario, una residenza sanitaria per anziani), per l’istruzione superiore (ospita una decina di istituti scolastici superiori), per le attrezzature per lo spettacolo e la cultura (teatro e cinema multisala) e per i servizi di trasporto pubblico su ferro. Per quanto riguarda la destinazione d’uso del territorio, Treviglio conferma la sua vocazione prevalentemente agricola.

1.2 Situazione socio-economica del territorio: valutazione corrente e prospettica 1.2.1 Popolazione

La popolazione residente, al 31 dicembre 2017, nel Comune di Treviglio è composta da 30.033 cittadini, di cui 48,8%

maschi e 51,2% femmine. La distribuzione tra maschi e femmine è sostanzialmente stabile dal 2002.

La prima tabella illustra l’andamento demografico della popolazione residente nel comune di Treviglio dal 2001 al 2017.

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La tabella in basso riporta il dettaglio della variazione della popolazione residente al 31 dicembre di ogni anno.

Vengono riportate ulteriori due righe con i dati rilevati il giorno dell'ultimo censimento della popolazione e quelli registrati in anagrafe il giorno precedente.

Anno Data rilevamento

Popolazione residente

Variazione assoluta

Variazione percentuale

Numero Famiglie

Media componenti per famiglia

2001 31 dicembre 25.771 - - - -

2002 31 dicembre 26.233 +462 +1,79% - -

2003 31 dicembre 26.773 +540 +2,06% 11.465 2,31 2004 31 dicembre 27.162 +389 +1,45% 11.411 2,36

2005 31 dicembre 27.450 +288 +1,06% 11.607 2,34

2006 31 dicembre 27.756 +306 +1,11% 11.863 2,32

2007 31 dicembre 28.019 +263 +0,95% 12.088 2,30

2008 31 dicembre 28.430 +411 +1,47% 12.290 2,29

2009 31 dicembre 28.769 +339 +1,19% 12.422 2,30 2010 31 dicembre 29.034 +265 +0,92% 12.586 2,29

2011 (¹) 8 ottobre 29.249 +215 +0,74% 12.718 2,28

2011 (²) 9 ottobre 28.410 -839 -2,87% - -

2011 (³) 31 dicembre 28.496 -538 -1,85% 12.748 2,22

2012 31 dicembre 28.765 +269 +0,94% 12.815 2,23

2013 31 dicembre 29.129 +364 +1,27% 12.715 2,28 2014 31 dicembre 29.494 +365 +1,25% 13.202 2,22

2015 31 dicembre 29.706 +212 +0,72% 13.323 2,22

2016 31 dicembre 29.743 +37 +0,12% 13.394 2,21

2017 31 dicembre 30.033 +290 +0,98% 13.460 2.23 (¹) popolazione anagrafica al 8 ottobre 2011, giorno prima del censimento 2011.

(²) popolazione censita il 9 ottobre 2011, data di riferimento del censimento 2011.

(³) la variazione assoluta e percentuale si riferiscono al confronto con i dati del 31 dicembre 2010.

La popolazione residente a Treviglio al Censimento 2011, rilevata il giorno 9 ottobre 2011, è risultata composta da 28.410 individui, mentre alle Anagrafi comunali ne risultavano registrati 29.249. Si è, dunque, verificata una differenza negativa fra popolazione censita e popolazione anagrafica pari a 839 unità (-2,87%).

Per eliminare la discontinuità che si è venuta a creare fra la serie storica della popolazione del decennio intercensuario 2001-2011 con i dati registrati in Anagrafe negli anni successivi, si ricorre ad operazioni di ricostruzione intercensuaria della popolazione.

(11)

Variazione percentuale della popolazione

Le variazioni annuali della popolazione di Treviglio espresse in percentuale a confronto con le variazioni della popolazione della provincia di Bergamo e della regione Lombardia (dato disponibile al 31/12/2016).

Flusso migratorio della popolazione

Il grafico in basso visualizza il numero dei trasferimenti di residenza da e verso il comune di Treviglio negli ultimi anni.

I trasferimenti di residenza sono riportati come iscritti e cancellati dall'Anagrafe del comune.

Fra gli iscritti, sono evidenziati con colore diverso i trasferimenti di residenza da altri comuni, quelli dall'estero e quelli dovuti per altri motivi (ad esempio per rettifiche amministrative) (dato disponibile al 31/12/2016).

Movimento naturale della popolazione

Il movimento naturale di una popolazione in un anno è determinato dalla differenza fra le nascite ed i decessi ed è detto anche saldo naturale. Le due linee del grafico in basso riportano l'andamento delle nascite e dei decessi negli ultimi anni. L'andamento del saldo naturale è visualizzato dall'area compresa fra le due linee (dato disponibile al 31/12/2016).

I due indicatori collegati a questo tipo di andamento sono i seguenti:

Indice di natalità - Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti.

Il Comune di Treviglio è passato da 9,8 del 2002 a 10,0 del 2016 (8,5 nella bergamasca - 7,8 a livello nazionale).

Indice di mortalità - Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti.

Il Comune di Treviglio è passato da 9,5 del 2002 a 9,7 del 2016 (8,7 nella bergamasca - 10,1 a livello nazionale).

Il grafico in basso, detto Piramide delle Età, rappresenta la distribuzione della popolazione residente a Treviglio per età, sesso e stato civile al 1° gennaio 2017 (destra) e, per raffronto, l’anno 2002 (sinistra).

(12)

Questo l’andamento per età:

L’età media è passata da 42,6 a 44,2 (43,1 nella bergamasca, 44,4 a livello nazionale).

La distribuzione della popolazione di Treviglio per classi di età da 0 a 18 anni al 1° gennaio 2017 è rappresentato dal grafico seguente che riporta la potenziale utenza per l'anno scolastico 2016/2017 le scuole di Treviglio, evidenziando con colori diversi i differenti cicli scolastici (asilo nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di I e II grado).

Per quanto riguarda lo stato civile l’andamento è stato il seguente:

in % rispetto alla popolazione

Celibi/nubili Coniugati Vedovi/e Divorziati

Anno 2002 40,11% 51,03% 8,82% 0,04%

Anno 2017 (1° gen.) 43,05% 46,84% 7,34% 2,94%

Il grafico seguente illustra l’andamento della popolazione straniera residente a Treviglio sino al 1° gennaio 2017. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.

(13)

Gli stranieri residenti a Treviglio al 1° gennaio 2017 sono 3.856 e rappresentano il 12,96% della popolazione residente.

La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dall'Albania con il 19,1% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dall'Egitto (17,8%) e dal Marocco (14,0%).

Il territorio della provincia di Bergamo ospita, complessivamente, una popolazione straniera pari a 121.252 unità; nel Comune di Treviglio risiede quindi il 3% della popolazione straniera residente nella bergamasca.

Indicatori demografici

Si riportano alcuni indicatori demografici:

Indice di vecchiaia

Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Il Comune di Treviglio è passato da 153,7 dell’anno 2002 a 154,4 al 1° gennaio 2017 (cioè 154 anziani ogni 100 giovani fino a 14 anni).

Indice di dipendenza strutturale

Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni). Il Comune di Treviglio è passato da 47,4 dell’anno 2002 a 57,9 al 1° gennaio 2017 (cioè 57,9 cittadini a carico, ogni 100 che lavorano).

Indice di ricambio della popolazione attiva

Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100. Il Comune di Treviglio è passato da 146,4 dell’anno 2002 a 129,6 al 1° gennaio 2017 (cioè la popolazione lavorativa è molto anziana).

Carico di figli per donna feconda

È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni).

Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici. Il Comune di Treviglio è passato da 19,1 dell’anno 2002 a 22,1 al 1° gennaio 2017.

1.2.2 Contesto socio - economico Le imprese sul territorio

La presenza di imprese attive sul territorio trevigliese è contraddistinta, nell’ultimo quinquennio, dai seguenti settori di attività:

(14)

N. % N. % N. % N. % N. %

Agricoltura, caccia e silvicoltura 148 5,47% 143 5,28% 143 5,28% 141 5,19% 136 5,01%

Estrazione di minerali 1 0,04% 1 0,04% 1 0,04% 1 0,04% 1 0,04%

Attività manifatturiere 333 12,30% 330 12,18% 327 12,08% 335 12,32% 333 12,26%

Produzione e distribuzione energia elettrica, gas, acqua 8 0,30% 7 0,26% 7 0,26% 7 0,26% 7 0,26%

Costruzioni 468 17,28% 477 17,61% 464 17,14% 458 16,84% 458 16,86%

Commercio ingrosso e dettaglio - Beni personali e per la casa 609 22,49% 622 22,96% 630 23,27% 623 22,91% 626 23,04%

Trasporti, magazzinaggio e comunicazione 116 4,28% 114 4,21% 112 4,14% 112 4,12% 110 4,05%

Alberghi e ristoranti 188 6,94% 195 7,20% 194 7,17% 201 7,39% 190 6,99%

Servizi di informazione comunicazione 80 2,95% 81 2,99% 79 2,92% 83 3,05% 82 3,02%

Intermediazione monetaria e finanziaria 86 3,18% 85 3,14% 87 3,21% 80 2,94% 85 3,13%

Attività immobiliari 220 8,12% 225 8,31% 222 8,20% 219 8,05% 217 7,99%

Attività professionali, schientifiche e tecniche 127 4,69% 123 4,54% 120 4,43% 119 4,38% 123 4,53%

Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 114 4,21% 102 3,77% 113 4,17% 124 4,56% 125 4,60%

Istruzione 17 0,63% 17 0,63% 17 0,63% 18 0,66% 16 0,59%

Sanità e altri servizi sociali 27 1,00% 31 1,14% 31 1,15% 31 1,14% 36 1,32%

Attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 35 1,29% 32 1,18% 31 1,15% 33 1,21% 34 1,25%

Altri servizi pubblici, sociali e personali 131 4,84% 122 4,50% 127 4,69% 130 4,78% 135 4,97%

Imprese non classificate 0 0,00% 2 0,07% 2 0,07% 4 0,15% 3 0,11%

Totale 2708 100,00% 2709 100,00% 2707 100,00% 2719 100,00% 2717 100,00%

IMPRESE ATTIVE SUL TERRITORIO SUDDIVISE PER 2017 SETTORE DI ATTIVITÀ

2013 2014 2015 2016

Negli ultimi dieci anni il numero complessivo di imprese attive sul territorio è incrementato del 14%, con il seguente andamento:

I settori prevalenti di attività sono il commercio, l’edilizia, le attività manifatturiere e quelle immobiliari che, da sole, rappresentano il 60% delle attività. I settori con segno negativo in termini di crescita rispetto al 2009 sono l’edilizia e l’agricoltura che, insieme, contavano 637 unità, ridotte a 594 nel 2017.

Andamento finanziario

L’andamento finanziario del Comune è rappresentato dalla tabella seguente che riporta i principali indicatori di monitoraggio dei risultati a rendiconto di gestione anno 2017.

Piano degli indicatori di bilancio Indicatori sintetici

Rendiconto esercizio 2017

TIPOLOGIA INDICATORE VALORE INDICATORE

(percentuale) 1 Rigidità strutturale di bilancio

1.1 Incidenza spese rigide (ripiano disavanzo, personale e debito) su entrate correnti 40,87

2 Entrate correnti

2.1 Incidenza degli accertamenti di parte corrente sulle previsioni iniziali di parte corrente 98,03 2.2 Incidenza degli accertamenti di parte corrente sulle previsioni definitive di parte corrente 97,81

(15)

2.3 Incidenza degli accertamenti delle entrate proprie sulle previsioni iniziali di parte corrente 87,55 2.4 Incidenza degli accertamenti delle entrate proprie sulle previsioni definitive di parte corrente 87,35 2.5 Incidenza degli incassi correnti sulle previsioni iniziali di parte corrente 87,60 2.6 Incidenza degli incassi correnti sulle previsioni definitive di parte corrente 83,72 2.7 Incidenza degli incassi delle entrate proprie sulle previsioni iniziali di parte corrente 76,21 2.8 Incidenza degli incassi delle entrate proprie sulle previsioni definitive di parte corrente 72,84

3 Anticipazioni dell'Istituto tesoriere

3.1 Utilizzo medio Anticipazioni di tesoreria 0,97

3.2 Anticipazioni chiuse solo contabilmente 0,00

4 Spese di personale

4.1 Incidenza della spesa di personale sulla spesa corrente 32,02

4.2 Incidenza del salario accessorio ed incentivante rispetto al totale della spesa di personale

18,01 4.3 Incidenza spesa personale flessibile rispetto al totale della spesa di personale

Indica come gli enti soddisfano le proprie esigenze di risorse umane, mixando le varie alternative contrattuali più rigide (personale dipendente) o meno rigide (forme di lavoro flessibile)

4,53 4.4 Spesa di personale procapite

(Indicatore di equilibrio dimensionale in valore assoluto) 228,66

5 Esternalizzazione dei servizi

5.1 Indicatore di esternalizzazione dei servizi 30,66

6 Interessi passivi

6.1 Incidenza degli interessi passivi sulle entrate correnti 5,81

6.2 Incidenza degli interessi passivi sulle anticipazioni sul totale della spesa per interessi passivi 0,02 6.3 Incidenza interessi di mora sul totale della spesa per interessi passivi 0,01

7 Investimenti

7.1 Incidenza investimenti sul totale della spesa corrente e in conto capitale 20,33

7.2 Investimenti diretti procapite (in valore assoluto) 186,59

7.3 Contributi agli investimenti procapite (in valore assoluto) 5,91

7.4 Investimenti complessivi procapite (in valore assoluto) 192,50

7.5 Quota investimenti complessivi finanziati dal risparmio corrente 0,00 7.6 Quota investimenti complessivi finanziati dal saldo positivo delle partite finanziarie 0,00

7.7 Quota investimenti complessivi finanziati da debito 49,06

8 Analisi dei residui

8.1 Incidenza nuovi residui passivi di parte corrente su stock residui passivi correnti 86,89 8.2 Incidenza nuovi residui passivi in c/capitale su stock residui passivi in conto capitale al 31 dicembre 81,60 8.3 Incidenza nuovi residui passivi per incremento attività finanziarie su stock residui passivi per

incremento attività finanziarie al 31 dicembre 0,00

8.4 Incidenza nuovi residui attivi di parte corrente su stock residui attivi di parte corrente 50,76 8.5 Incidenza nuovi residui attivi in c/capitale su stock residui attivi in c/capitale 73,22 8.6 Incidenza nuovi residui attivi per riduzione di attività finanziarie su stock residui attivi per riduzione di

attività finanziarie 98,43

9 Smaltimento debiti non finanziari

9.1 Smaltimento debiti commerciali nati nell'esercizio 71,85

9.2 Smaltimento debiti commerciali nati negli esercizi precedenti 81,25

9.3 Smaltimento debiti verso altre amministrazioni pubbliche nati nell'esercizio 53,02 9.4 Smaltimento debiti verso altre amministrazioni pubbliche nati negli esercizi precedenti 87,15 9.5 Indicatore annuale di tempestività dei pagamenti(di cui al Comma 1, dell’articolo 9, DPCM del 22

settembre 2014) 11,00

10 Debiti finanziari

(16)

10.1 Incidenza estinzioni anticipate debiti finanziari 0,00

10.2 Incidenza estinzioni ordinarie debiti finanziari 5,89

10.3 Sostenibilità debiti finanziari 14,07

10.4 Indebitamento procapite (in valore assoluto) 1288,02

11 Composizione dell'avanzo di amministrazione (4)

11.1 Incidenza quota libera di parte corrente nell'avanzo NC

11.2 Incidenza quota libera in c/capitale nell'avanzo NC

11.3 Incidenza quota accantonata nell'avanzo NC

11.4 Incidenza quota vincolata nell'avanzo NC

12 Disavanzo di amministrazione

12.1 Quota disavanzo ripianato nell'esercizio 5,21

12.2 Incremento del disavanzo rispetto all'esercizio precedente 0,00

12.3 Sostenibilità patrimoniale del disavanzo 0,65

12.4 Sostenibilità disavanzo effettivamente a carico dell'esercizio 0,16

13 Debiti fuori bilancio

13.1 Debiti riconosciuti e finanziati 0,00

13.2 Debiti in corso di riconoscimento 0,00

13.3 Debiti riconosciuti e in corso di finanziamento 0,00

14 Fondo pluriennale vincolato

14.1 Utilizzo del FPV 98,84

15 Partite di giro e conto terzi

15.1 Incidenza partite di giro e conto terzi in entrata 14,48

15.2 Incidenza partite di giro e conto terzi in uscita 16,51

2 QUADRO DELLE CONDIZIONI INTERNE DELL’ENTE 2.1 Organizzazione e gestione dei Servizi pubblici locali

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 210 dell’8 settembre 2016, il decreto legislativo n. 175/2016 recante

“Testo Unico in materia di società partecipate dalla pubblica amministrazione”. Alle novità introdotte dal provvedimento è essenziale segnalare, in primis, le più significative per i Comuni:

− partecipazioni delle PP.AA. limitate alle società di capitali, anche consortili;

− espressa previsione ed elenco delle attività perseguibili attraverso le società;

nuove norme sulla governance delle società e limite ai compensi degli amministratori;

− estensione della disciplina di crisi aziendale alle società a partecipazione pubblica;

− specifiche procedure per costituzione, mantenimento ed alienazione delle partecipazioni in società;

− esclusione parziale delle società quotate, come definite nel testo, dall’applicazione del decreto;

− obbligo di dismissione per le società che non soddisfano specifici requisiti;

− gestione transitoria del personale delle partecipate;

− a decorrere dal 2018, entro il 31 dicembre di ogni anno, adozione di piani di razionalizzazione per liquidazione, alienazioni e dismissioni di società, con trasmissione del medesimo atto alla Corte dei Conti ed alla struttura di controllo;

Il Comune di Treviglio ha assunto in data 26/09/2017 la deliberazione di Consiglio Comunale per la “Revisione straordinaria delle partecipazioni possedute dall'ente locale ex art. 24, d.lgs. 19 agosto 2016 n. 175, come modificato dal decreto legislativo 16 giugno 2017, n. 100 – ricognizione partecipazioni possedute”, il cui esito riassuntivo è il seguente:

(17)

Progressivo Denominazione società

Tipo di

partecipazione Attività svolta % Quota di

partecipazione Motivazioni della scelta

A B C D E F

Dir_1 COGEIDE S.p.A. Diretta

realizzazione e la gestione di servizi pubblici locali che si avvalgono della distribuzione territoriale "a rete", quali il ciclo idrico, la distribuzione del metano, il cablaggio informatico del territorio, la distribuzione elettrica

18,26

E' una società che agisce ai sensi dell'art. 4 comma 2 lettera a) del D.legs 175/2016 e che quale gestione

“salvaguardata” dall’art. 172 del D.Lgs.

n. 152/2006 può continuare a gestire il servizio idrico

Dir_2 S.A.B.B. S.p.A. Diretta

Esercizio di servizi pubblici nell'ambito dell'igiene ambientale e urbana;

progettazione, realizzazione e gestione strutture e impianti pubblici o di pubblica utilità; difesa e tutela ambientale;

recupero ambienti degradati; reti e servizi telematici e informatici; impianti per produzione e distribuzione energia elettrica; organizzazione e gestione di servizi pubblici; trasporto di cose

14,89

La società SABB s.p.a. detiene partecipazioni pari al 41,81% della società G.Eco s.r.l. alla quale, a seguito della cosiddetta gara a doppio oggetto, che riguarda cioè sia la qualità di socio che la gestione del servizio, è stata affidata la gestione del servizio di raccolta trasporto e smaltimento rifiuti sul territorio comunale.

Il comune di Treviglio con decreto dirigenziale del 20/03/2017 ha approvato il progetto di bonifica presentato in data 10/11/2015 per conto di TEAMspa per la bonifica dell'ex cava Vailata ubicata in via palazzo/via fissi a Treviglio

Per questa ragione si ritiene di non intraprendere al momento iniziative per modificare la situazione inerente la quota di partecipazione alla società

Dir_3 Anita S.r.l. Diretta

La società agisce quale strumento organizzativo proprio degli Enti locali soci, direttamente o tramite società dagli stessi controllate, per l'esercizio delle attività di natura finanziaria, finalizzate

all'assunzione e gestione di partecipazioni, anche di minoranza, in società od enti, costituiti e costituendi, pure di natura consortile, che abbiano ad oggetto l'erogazione di servizi pubblici locali o servizi di interesse economico generale, ovvero la gestione e/o la proprietà di reti, impianti ed altre dotazioni patrimoniali, destinate alla produzione di servizi pubblici locali nell'ambito di competenza degli Enti locali soci.

15,25

Con deliberazione del C.C. nr. 16 del 25/02/2014 esecutiva, sono state conferite ad Anita srl le reti e gli impianti, di proprietà del Comune di Treviglio , per la gestione del servizio gas metano nel territorio comunale.

Come tale, l’operatività di detta società risulta strettamente correlata all’attivazione delle gare di ambito della gestione della distribuzione del gas metano.

Dir_4 Ygea S.r.l. Diretta

Dispensazione di farmaci, assistenza alle persone anziane, diversamente abili, all'infanzia e ai soggetti disagiati; gestione dei servizi pubblici nel settore socio- assistenziale, assistenza domiciliare integrata, refezione, trasporto disabili, alunni e persone in difficoltà, strutture residenziali e semiresidenziali

100,00

Il Comune sulla scorta degli strumenti giuridici perfezionati (Statuto, Contratto di Servizio e Carta dei Servizi), ha assunto il ruolo di regolazione e controllo del servizio, con l’obiettivo di

contemperare il dinamismo privato con il perseguimento dell’interesse della collettività e di una funzione sociale delle farmacie comunali. Ygea è poi partner delle iniziative comunali in ambito sanitario rivolte alla popolazione, è il principale veicolo attraverso il quale s’intende proseguire il proficuo rapporto di collaborazione tra farmacie comunali e farmacie private, nella prospettiva di un complessivo miglioramento del servizio farmaceutico a favore dei cittadini, in sintonia con l’evoluzione della società e dei mutevoli bisogni degli utenti

Dir_5 Autostrade

Lombarde S.p.A. Diretta

La società ha per oggetto la promozione, la progettazione, la costruzione e la gestione di autostrade o strade assentite in concessione a norma di legge, nonché di altre infrastrutture di comunicazione, di trasporto e di telecomunicazione

0,0877

L’efficienza complessiva delle infrastrutture influenza sensibilmente la produttività dell’intero sistema economico, le scelte di localizzazione delle imprese sul territorio, la vita dei cittadini.

Nel settore dei trasporti nell’ultimo decennio le Regioni e gli Enti locali hanno ricevuto l’incarico di programmare e gestire alcune infrastrutture (come le strade) e alcuni servizi (come quello ferroviario regionale), in aggiunta ai trasporti pubblici locali, che erano già di responsabilità di Comuni e Province. Si è accresciuto il ruolo dei privati nella progettazione, nel finanziamento, e nella gestione delle opere, ma ciò che si affida all’esterno della PA deve essere indirizzato e controllato dall’azione pubblica.

Per questa ragione si ritiene di confermare la partecipazione nella società che si occupa di infrastrutture di comunicazione, di trasporto e di

(18)

telecomunicazione e che vede tra gli azionisti banche, enti territoriali, camera di commercio, confindustria e società di gestione di 8infrastrutture stradali.

Dir_6 Uniacque S.p.A. Diretta

La Società ha per oggetto la gestione del servizio idrico integrato, formato dall'insieme delle attività di captazione, adduzione, accumulo e distribuzione di acqua ad usi civili ed industriali, di fognatura e di depurazione delle acque reflue

2,51

Uniacque S.p.A. è il soggetto titolare della gestione del servizio idrico integrato per l’intero ambito territoriale ottimale e per l’effetto è destinata a subentrare a Cogeide s.p.a. nella gestione del servizio anche sul territorio comunale a seguito del superamento della fase transitoria (sentenza del Consiglio di Stato n° 5236 /2016 e deliberazione conferenza dei Comuni dell'Ambito 1/2017)

Dir_7

Autostrade Bergamasche S.p.A.

Diretta

Promozione, progettazione, costruzione e gestione dell'Interconnessione autostradale del sistema viabilistico Pedemontano con il raccordo autostradale diretto Brescia - Milano o tratte di esse, prolungamenti o diramazioni

0,055

Tra i progetti di interesse la superstrada Bergamo-Treviglio. Il mantenimento della partecipazione è motivato dalla volontà di supportare i progetti per realizzare infrastrutture a servizio del territorio

Dir_8 Treviglio Futura

S.p.A. Diretta

La società ha per oggetto la progettazione e la realizzazione, in attuazione degli strumenti urbanistici, di interventi di trasformazione urbana nel territorio del Comune di Treviglio e nel territorio degli eventuali altri Comuni soci, per gli ambiti individuati con apposite e distinte deliberazioni dei consigli comunali

100,00

La scelta di operare attraverso una società di trasformazione urbana risponde all’obiettivo di perseguire l’economicità dei processi e delle gestioni, raggruppando funzioni e attività in capo ad un unico soggetto con maggiore flessibilità nello svolgimento delle azioni.

2.2 La gestione delle risorse correnti 2.2.1 Le entrate correnti

2.2.1.1 I tributi

Imposta Municipale Unica (IMU)

Alla luce della vigente normativa l’IMU non si applica all’abitazione principale e alle relative pertinenze, nonché ad altre tipologie di immobili individuate ex Legge e dal Regolamento Comunale. Con la Legge n. 208 del 28/12/2015 (Legge di stabilità 2016) sono stati esentati dal pagamento i terreni agricoli condotti da imprenditori agricoli professionali (IAP) ed è stata introdotta la riduzione della base imponibile del 50% per le abitazioni concesse in comodato d’uso gratuito a parenti in linea retta entro il 1° grado a condizione che l’abitazione venga adibita ad abitazione principale del comodatario e con contratto registrato. Ulteriore condizione posta dalla legge è che il comodante possieda un solo immobile in Italia e che dimori abitualmente nel comune in cui è situato l’immobile concesso in comodato. Se il comodante (proprietario) possiede nel comune la propria abitazione principale non decade dal beneficio. L’IMU si continua ad applicare, invece, alle abitazioni principali e assimilate classificate nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 con l’aliquota agevolata e la detrazione di 200 euro.

Ulteriore agevolazione è stata introdotta per gli immobili locati a canone concordato con riduzione al 75% dell’imposta da versare sulla base dell’aliquota deliberata.

Sono stati esentati dal pagamento dell’imposta (articolo 13, D.L. 201 del 2011, come modificato dal comma 707 della legge di stabilità 2014 integrato e modificato con la legge 208/2015):

• gli immobili appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, adibite ad abitazione principale dei soci;

• gli immobili appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, destinati a studenti universitari soci assegnatari, anche in deroga al requisito della residenza anagrafica;

• gli alloggi sociali, come definiti dal decreto del Ministro delle infrastrutture 22 aprile 2008;

• la casa coniugale assegnata a uno dei due coniugi a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio;

• un unico immobile, posseduto, e non concesso in locazione, dal personale in servizio permanente appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia, al personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, e al personale appartenente alla carriera prefettizia, per il quale non sono richieste le condizioni della dimora abituale e della residenza anagrafica;

• i cosiddetti “beni merce”, ossia i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati (articolo 13, comma 9-bis, D.L. 201 del 2011) e gli immobili destinati alla ricerca scientifica (articolo 7, comma 1, lettera i), D.lgs. n. 504 del 1992);

• dal 2016 i proprietari dei fabbricati produttivi cosiddetti “imbullonati” possono provvedere al riaccatastamento degli stessi escludendo dal valore immobiliare tutti gli impianti fissi al suolo, con ripercussione sulle entrate del comune, parzialmente compensati da un apposito contributo compensativo.

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