UNIVERSITA’ – SSN
“SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA
Nuove prospettive per un curricolo formativo integrato
Fiugi 5-6/8/9 giugno 2009
Danilo Massai
Umanesimo della Conoscenza
Rete multialfabeta
Identità / culture Mappatura
Conoscenza
simbolico
Contestuale Esplicita Personale / Implicita
Buone Pratiche
Competenze
professionista
Organizzazioni che riducono le dimensioni e assottigliano le strutture e, al tempo stesso, ampliano sfera di azione e complessità operativa
Ruoli che devono rispondere ad aspettative crescenti di prestazione
Costante pressione valutativa e minaccia permanente di vaglio per interventi di esubero
Ruoli esecutivi con accresciuta responsabilità e senza corrispondente autonomia decisionale
Reti organizzative dai confini sempre più incerti e variabili
Interazioni di ruolo plurime con reti più estese di soggetti che, di volta in volta, si pongono come clienti/fornitori interni/esterni
Operatività crescente dei gruppi di lavoro, con conseguente
L’ORGANIZZAZIONE CONTEMPORANEA…
L’ORGANIZZAZIONE CONTEMPORANEA…
LA FORMAZIONE PERMETTE DI INTERPRETARE IL MONDO
Le discipline sono dei modi di pensare, messi a punto dai loro cultori , che consentono a chi le
pratica di conferire al mondo un senso particolare e in larga misura non intuitivo.
Una volta acquisite e interiorizzate, le discipline diventano i modi con cui gli esperti
costruiscono i fenomeni del loro
mondo o gli schemi interpretativi di tale costruzione.
Howard Gardner, Sapere per comprendere, 1999
MA L’INFORMAZIONE VA
RIGENERATA IN COMUNICAZIONE
La profonda trasformazione in corso richiede che l’individuo sia in grado di assimilare i valori dell’attività di ricerca:
osservazione sistematica, curiosità e creatività intellettuale, sperimentazione pratica
d’invenzione, cultura della cooperazione
.La cultura scientifica svolge un ruolo preciso nei confronti degli «educatori selvaggi» che sono i grandi media e che saranno, tra breve, le grandi reti informatiche.
Essa permette, invece, il discernimento, sviluppa il senso critico dell’individuo, anche contro il pensiero dominante, e può proteggere l’individuo contro la manipolazione,
permettendogli di decodificare l’informazione che gli perviene.
“ “ Clinico” Clinico”
L’etimo primario di “clinico” è riferito alla radice greca “klino” (…).
Il rimando di significato generale è collegabile a una realtà situazionale, sia transitiva che intransitiva, concernente tutto ciò che è “relativo a chi giace a letto” (Devoto, 1968; Cortellazzo e Zolli, 1979 e 1988).
Tale significato si rinforza con il riferimento susseguente alle voci latine clino, acclinis e adclivus, anch’esse ascrivibili alla realtà esperienziale del
“giacere a letto”.
Questo indica e configura il rimando di significato tradizionalmente
accettato della parola “clinico”. Dietro, vi è l’idea della sofferenza connessa con il protrarsi nel tempo del giacere a letto, in un atteggiamento di attesa passiva e impotente di un aiuto esterno. (…)
Un’esplorazione dei campi semantici possibili del termine clinico consente tuttavia di andare oltre questa base tradizionale del senso e del significato più comuni acquisiti. (…)
… … E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE
“ “ Clinico” Clinico”
Pur all’interno di tale molteplicità e ambiguità, ci pare che emergano alcuni motivi per noi di grande rilevanza:
accanto al significato tradizionale del “giacere a letto”, che indica una condizione attribuibile a un soggetto potenzialmente isolato, emerge un secondo significato nel quale compare l’azione dell’ “inclinarsi” e del “piegarsi” di un secondo soggetto che stabilisce una relazione dinamica e attiva nei confronti del soggetto giacente, chiamato e aiutato a ri-trovare la propria autonoma dignità. Come Pintor (1991), avvertiamo anche noi che “non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”;
inoltre, questa nuova, più ricca, condizione attiva e relazionale, si colora di partecipazione, di fatica, di emozione e di un desiderio di ristoro, di un
“appoggiarsi agli scudi” per riprendere controllo sia emotivo che mentale della situazione e del compito, verso i quali il secondo soggetto ha
un’indubbia maggior responsabilità.
… … E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE
UNA DEFINIZIONE
• specializzazióne: specializzazióne
s. f., lo specializzare, lo specializzarsi; quella particolare
preparazione e competenza in un ramo di scienza o attività, che è frutto di studi approfonditi e di assidua pratica in esso
• avanzàto: avanzàto p. p. di avanzare
agg. che sta avanti: sentinella avanzata, negli avamposti;
terzino avanzato, la cui azione di gioco non è limitata
solamente nell'area di difesa, ma si svolge anche in attacco
est.: idee avanzate, arditamente nuove; stagione, età avanzata, inoltrata.
LA FORMAZIONE: UNA STRATEGIA OLOGRAMMATICA
STATUTO DISCIPLINARE
ANALISI DELLE PRATICHE
Produzione di esperienza PROGETTUALITÀ
CONSAPEVOLEZZA DEONTOLOGICA
SOCIALE
CAMBIAMENTI DI PROSPETTIVA NELLA FORMAZIONE
Il punto centrale sta nel chiedersi se il soggetto che apprende si rende conto di trovarsi in una situazione di conflitto cognitivo;
se usa consapevolmente o inconsapevolmente determinate strategie cognitive per superare questo conflitto;
se le utilizza in modo efficace oppure no;
se le usa soltanto come scoperta di nuove conoscenze
o
anche come mezzo di autoregolazione dei suoi processi di esperienza e di relazione, e come questi ultimi retroagiscono sulla
costruzione del sé e sullo sviluppo dei suoi
talenti.
CAMBIAMENTI DI PROSPETTIVA NELLA FORMAZIONE
Un secondo punto di attenzione sta nel chiedersi come avviene che i singoli
studenti “facciano sistema” delle diverse componenti di vita e di
personalità che vengono messe in
gioco dall’interazione apprendimento
/ insegnamento , senza con ciò limitare
l’istruzione ad una asfittica dominanza
cognitiva del gesto?
Qual è il
modello per mettere in pratica
questa visione?
Il modello di
trasformazione della
pratica professionale
saperi procedurali
saperi dichiarativi sistemi di
padronanza sistemi di padronanza
DALL’ANALISI DELLE COMPETENZE ALLA PERSONALIZZAZIONE
DELL’APPRENDIMENTO
Piramide dell'Alberti: il vertice della piramide è l'occhio
che guarda la superficie di un quadrato.
Un’ipotesi di interpretazione qualitativa del curricolo verticale
Competenza =
Capacità di affrontare i problemi attraverso abilità cognitive e sociali
Competenze Dichiarative (conoscenze acquisite, da usare)
Competenze Procedurali (abilità di acquisire nuove conoscenze)
Immagini Mentali
(orientamento che guidano l’acquisizione e l’uso di conoscenze, abilità, competenze)
Qualità (grado di
organizzazione interna)
Organizzazione e connessione interna (dare significato, ristrutturare, integrare precedenti conoscenze)
Ripetizione e Controllo (padroneggiare con sicurezza abilità, ma controllarne l’esecuzione:
es. la lettura)
Sicurezza di sé e "voglia di imparare"
(importante delle
esperienze positive e di una valutazione non classificatoria)
Verticalità (continuità, discontinuità, dinamismo)
Dalla riflessione
sull’esperienza ai settori disciplinari
(consolidamento e articolazione dei saperi, con approfondimenti diversi)
Dall’uso specifico all’uso generale
(scoprire regole con cui inventare nuove regole)
Dall’uso generale alla contestualizzazione del valore d’uso
(verso una progressiva specializzazione delle scelte)
Flessibilità (Trasversalità)
Transfer, applicazione e generalizzazione
(per svincolarsi dal
contesto delle esercitazioni
Uso di regole in contesti diversi: imparare ad inventare
(per evitare il mentalismo
Rigenerare , simulare, produrre, produrre (per costruire le condizioni per continuare ad apprendere)
Gli obiettivi della riforma [Decreto Linee Guida]
Correggere le tendenze negative
Vi sono obiettivi specifici da conseguire da parte degli atenei, sulla base dei quali verrà condotto uno specifico monitoraggio:
a)una riduzione complessiva dell’offerta di corsi di studio, particolarmente se non sostenuta da una adeguata domanda studentesca, per assicurare il contributo di un numero maggiore di docenti, un più solido impianto, una migliore qualità dell’offerta formativa e una effettiva stabilità nel tempo dei percorsi;
b) una maggiore articolazione in curricula dei percorsi formativi, in particolare di secondo livello, utile a garantire che l’offerta formativa rimanga ampia e variata e che l’accesso ad un medesimo corso di laurea magistrale risulti possibile a laureati provenienti da più corsi di laurea, anche afferenti a classi diverse, con effetti positivi anche quanto a valorizzazione dell’interdisciplinarità;
c) una effettiva e realistica definizione degli obiettivi formativi di ciascun corso di studio, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti concordati in sede
d) la collaborazione con il mondo del lavoro e delle professioni nella progettazione dei percorsi formativi e, se necessario o opportuno, nella messa in opera di parti del percorso medesimo.
e) una chiara e coerente configurazione degli indirizzi generali dei progetti formativi riguardo alla loro collocazione al primo o al secondo livello, in modo da evitare la ripetizione delle medesime attività formative.
f) una equilibrata distribuzione degli impegni didattici dei docenti in funzione di un’offerta formativa proporzionata agli organici effettivamente a disposizione, con un pieno utilizzo del tempo-docenza previsto per i docenti dalla normativa vigente, in modo da garantire la copertura degli insegnamenti nei corsi di studio con docenti di ruolo preferibilmente in una misura superiore ai livelli minimi stabiliti, anche come qualificazione della formazione;
g) l’introduzione di forme organizzative della didattica più compatte.
h) il riconoscimento delle conoscenze, delle competenze e abilità professionali o di esperienze di formazione pregressa solo in termini rigorosamente individuali e attraverso puntuali procedure di accertamento e certificazione, entro i limiti fissati;
i) il raccordo con i percorsi formativi della scuola secondaria nell’ambito degli obiettivi indicati dalla legge n. 1/07 e dei relativi decreti di applicazione;
l) la sperimentazione di metodi didattici più avanzati e più interattivi; tra le azioni da incentivare, va prevista la diffusione di corsi di studio e singoli insegnamenti in lingua straniera, in particolare in inglese.
Gli obiettivi della riforma [Decreto Linee Guida]
L’ASSE FORMATIVO
DEL CURRICOLO INTEGRATO
• L’ipotesi curricolare degli elementi costitutivi
muove dunque dalla dimensione cognitiva per
interpellare gli aspetti affettivi e motivazionali, in un percorso di reciproca relazione.
• Uno studente è "competente" quando diventa gradualmente consapevole della propria
risorsa apprendimento (metacognizione)
• cioè quando si manifesta la voglia e la capacità
di apprezzare il valore d’uso delle conoscenze e
delle esperienze (sensmaking)
IL VALORE FORMATIVO DEI SAPERI
• i contenuti essenziali
ovvero
le conoscenze irrinunciabili;• i mediatori culturali
ovvero
i linguaggi;• la logica ermeneutica
ovvero
il punto di vista interpretativo;• i congegni investigativi
ovvero
le metodologie della ricerca;• i nuclei fondanti
ovvero
le strutture metacognitive;• i nessi trasversali
ovvero
la vocazione alla contaminazione cognitiva;• i dispositivi generativi
ovvero
i meccanismi atti a produrre nuove conoscenze;• i potenziali creativi e trasgressivi (
ovvero
le innovazioni e le rotture epistemologiche);• i paradigmi di senso e di significato (
ovvero
le "bussole" di direzione esistenzialeCURRICOLO PER OBIETTIVI
VANTAGGI:
• NORMATIVO
• FACILMENTE
GOVERNABILE DAL CENTRO
• CONTROLLABILE
SVANTAGGI:
• FORMALISMO SOMMATORIO
• DIRETTIVITA’
• SOTTOVALUTAZIONE STILI DI
APPRENDIMENTO
• INAPPLICABILE PER APPRENDIMENTI
COMPLESI
• RIGIDITA’
CURRICOLO PER MAPPE CONCETTUALI
VANTAGGI:
• RIORDINO CONCETTUALE DELLE DISCIPLINE
• IDENTIFICAZIONE
CONOSCENZE PREGRESSE
• UNITA’ DIDATTICHE PONDERATE
• FACILITA’ VERIFICHE
CORRISPONDENZA UD E APPRENDIMENTI
• VALUTAZIONE DI PROCESSO
SVANTAGGI:
• FUNZIONA SOLO DOVE E’
POSSIBILE TUTTO PIANIFICARE
• IMPOSSIBILE
DIMENSIONARE UUDD SU CONOSCENZE PREGRESSE
• PROGRESSO LENTO
• CONFONDIBILE CON IL CURRICOLO PER
CONTENUTI
CURRICOLO PER CONTENUTI
VANTAGGI:
• CONTENUTI = OBIETTIVI
• FONDAMENTALITA’
• INTERAZIONE DOCENTE- STUDENTI-MATERIALI DI STUDIO
SVANTAGGI:
• ASTRATTEZZA
• DIFFICOLTA’ ESTREMA IN ACCERTAMENTO RISULTATI FORMATIVI
• RUOLO PREPONDERANTE GIOCATO
DALL’INSEGNANTE DI QUALITA’
• INAFFIDABILITA’ RISULTATO COMPLESSIVO DEL CORSO
CURRICOLO PER SFONDI INTEGRATORI
VANTAGGI:
• ACCURATA ANALISI
SITUAZIONE DI INGRESSO
• PONDERAZIONE OBIETTIVI FORMATIVI GRUPPO IN FORMAZIONE
• PROGRAMMI A RETE E FLESSIBILI
• NON UD MA NUCLEI DI PROGETTO
• ATTENZIONE CONTESTO ISTITUZIONALE E
CONFERIMENTO DI SENSO
SVANTAGGI:
• FUNZIONA SOLO CON PICCOLI GRUPPI
• FUNZIONA SOLO IN
CONTESTI ISTITUZIONALI SEMPLICI
• ORGANIZZAZIONE RIGIDA DEL GRUPPO CLASSE
• SCELTA E CURA DI
MATERIALI SOLO SCRITTI
CURRICOLO PER SITUAZIONI
VANTAGGI:
• NON LISTE DI OBIETTIVI COMPORTAMENTALI
• RUOLO CENTRALE DELL’OSSERVAZIONE
• ELEVATA POSSIBILITA’
RISOLUTIVA
• INTERAZIONE
SOCIOCOGNITIVA
• NO CONSEGNE RIGIDE
• ACCETTAZIONE ERRORI E CAMBIAMENTO
SVANTAGGI:
• INAPPLICABILE IN
CONTESTI ISTITUZIONALI
• FUNZIONA SOLO CON PROFESSIONISTI MOLTO QUALIFICATI
• NON PUO’ RISPETTARE TEMPI DEFINITI
• NECESSITA DI MANUALI FORTEMENTE
STRUTTURATI
curricolo integrato apprendimento
apprendimento
insegnamento conoscenze
Teorie Teorie
dell’apprendimento
dell’apprendimento Scienza/e
personalizzazione studente
Mediazione,
Comunicazione, Metodi
Modelli culturali
cognitivismo, Vigotskji,...
Dichiarative, procedurali, immaginative,
formali/tacite
Competenze, padronanze
Insegnanti CdC
Metodo, storia, epistemologia Saperi,
discipline
Piani di studio
MAPPA ATTREZZATA DI CONOSCENZE ED ESPERIENZE
• Definisco e descrivo un profilo formativo nelle sue
componenti (conoscenze,competenze,abilità/prestazioni)
• Incentro, su ciascuna componente, le conoscenze e le esperienze che contribuiscono a formarle.
• Peso i tempi globali necessari
• Seleziono le conoscenze e le esperienze (compiti esperti) necessarie
• Articolo conoscenze ed esperienze nel loro sviluppo tematico e pondero tempi analitici / tempi globali
• Verifico doppioni e ridondanze con altri colleghi
Regolamento Didattico d'Ateneo – Regolamento Studenti
Ordinamento didattico CdS
Decreto ministeriale 509/99 (ora 270/04)
Decreti Ministeriali sulle classi
Guida dello studente di Facoltà Regolamento didattico di Facoltà Regolamento didattico CdS
VINCOL I
-
+
DATI
-
+
GERARCHIA DELLE FONTI
NORMATIVE
PER UN INSEGNAMENTO CHE FORMI TALENTI
• Che l’insegnamento rivendichi fra i suoi compiti primari non più solo la trasmissione ma la
formazione alla selezione e all’uso intelligente dell’informazione.
• La libertà di parola, senza l’intelligenza della parola, è un cembalo vuoto.
• L’intelligenza della parola senza la libertà di
parola, è muta.
POLITICHE GESTIONALI POLITICHE GESTIONALI
Per ruoli Per ruoli
VALORE VALORE DEL RUOLO DEL RUOLO ANALISI
ANALISI DELDEL RUOLO
RUOLO
DimensioniDimensioni
Aree diAree di
responsabilità responsabilità
QuadroQuadro relazionale relazionale
PROFILO PROFILO REQUISITI REQUISITI RICHIESTI RICHIESTI
CompetenzeCompetenze tecniche tecniche
CompetenzeCompetenze organizzative organizzative
INCENTIVIINCENTIVI
Risultati attesiRisultati attesi
ObiettiviObiettivi ComportamentiComportamenti attesi
attesi VALUTAZIONE PRESTAZIONI VALUTAZIONE PRESTAZIONI
SISTEMA PREMIANTE SISTEMA PREMIANTE
PIANIFICAZIONE E PIANIFICAZIONE E SVILUPPO RISORSE SVILUPPO RISORSE
SELEZIONE SELEZIONE
FORMAZIONE FORMAZIONE POTENZIALE POTENZIALE PIANI
PIANI DIDI SVSVILUPPOILUPPO
Sviluppo formativo, professionale e economico
Funzioni/
Funzioni/
Attività Attività Funzioni/
Funzioni/
Attività Attività
Laurea Laurea Laurea Laurea Valutazione
Economica Valutazione
Economica Valutazione Economica Valutazione Economica
ESPERIENZA PROFESSIONALE
ESPERIENZA PROFESSIONALE
CULTURA/FORMAZIONE PROFESSIONALE
CULTURA/FORMAZIONE PROFESSIONALE
UNA PAGINA TUTTA DA SCRIVERE
E lo studio e l’amore insieme irraggino e riscaldino la mia scuola, sul cui fronte sono scritte le parole della modestia e della fratellanza – pléon émisy pantòs – e le facciano meritare il nome che io ambisco per lei quanto null’altro, un nome che è umile come quello che
nelle passate istituzioni scolastiche indicava una classe un po’ più giù della retorica; e altissimo, come quello che abbraccia
paganesimo e cristianesimo, e semiti e giapetici, e antichi e moderni, e il grande avvenire: il nome di Umanità. […]
Io non so di pedagogia. Nessuna cosa so molto, poche so un poco, molte non troppo: la pedagogia punto. O come parlare di
pedagogia se non si fa? No, voglio mostrare che si può insegnare qualche cosa senza avere l’aria d’insegnare; e che questa cosa può essere creduta noiosa e non annoiare.
Giovanni Pascoli, Prolusione, Pisa, 1903