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“SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA UNIVERSITA’ – SSN

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(1)

UNIVERSITA’ – SSN

“SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA

Nuove prospettive per un curricolo formativo integrato

Fiugi 5-6/8/9 giugno 2009

Danilo Massai

(2)

Umanesimo della Conoscenza

Rete multialfabeta

Identità / culture Mappatura

Conoscenza

simbolico

Contestuale Esplicita Personale / Implicita

Buone Pratiche

Competenze

professionista

(3)

 Organizzazioni che riducono le dimensioni e assottigliano le strutture e, al tempo stesso, ampliano sfera di azione e complessità operativa

 Ruoli che devono rispondere ad aspettative crescenti di prestazione

 Costante pressione valutativa e minaccia permanente di vaglio per interventi di esubero

Ruoli esecutivi con accresciuta responsabilità e senza corrispondente autonomia decisionale

 Reti organizzative dai confini sempre più incerti e variabili

 Interazioni di ruolo plurime con reti più estese di soggetti che, di volta in volta, si pongono come clienti/fornitori interni/esterni

 Operatività crescente dei gruppi di lavoro, con conseguente

L’ORGANIZZAZIONE CONTEMPORANEA…

L’ORGANIZZAZIONE CONTEMPORANEA…

(4)

LA FORMAZIONE PERMETTE DI INTERPRETARE IL MONDO

Le discipline sono dei modi di pensare, messi a punto dai loro cultori , che consentono a chi le

pratica di conferire al mondo un senso particolare e in larga misura non intuitivo.

Una volta acquisite e interiorizzate, le discipline diventano i modi con cui gli esperti

costruiscono i fenomeni del loro

mondo o gli schemi interpretativi di tale costruzione.

Howard Gardner, Sapere per comprendere, 1999

(5)

MA L’INFORMAZIONE VA

RIGENERATA IN COMUNICAZIONE

La profonda trasformazione in corso richiede che l’individuo sia in grado di assimilare i valori dell’attività di ricerca:

osservazione sistematica, curiosità e creatività intellettuale, sperimentazione pratica

d’invenzione, cultura della cooperazione

.

La cultura scientifica svolge un ruolo preciso nei confronti degli «educatori selvaggi» che sono i grandi media e che saranno, tra breve, le grandi reti informatiche.

Essa permette, invece, il discernimento, sviluppa il senso critico dell’individuo, anche contro il pensiero dominante, e può proteggere l’individuo contro la manipolazione,

permettendogli di decodificare l’informazione che gli perviene.

(6)

Clinico” Clinico”

L’etimo primario di “clinico” è riferito alla radice greca “klino” (…).

Il rimando di significato generale è collegabile a una realtà situazionale, sia transitiva che intransitiva, concernente tutto ciò che è “relativo a chi giace a letto” (Devoto, 1968; Cortellazzo e Zolli, 1979 e 1988).

Tale significato si rinforza con il riferimento susseguente alle voci latine clino, acclinis e adclivus, anch’esse ascrivibili alla realtà esperienziale del

“giacere a letto”.

Questo indica e configura il rimando di significato tradizionalmente

accettato della parola “clinico”. Dietro, vi è l’idea della sofferenza connessa con il protrarsi nel tempo del giacere a letto, in un atteggiamento di attesa passiva e impotente di un aiuto esterno. (…)

Un’esplorazione dei campi semantici possibili del termine clinico consente tuttavia di andare oltre questa base tradizionale del senso e del significato più comuni acquisiti. (…)

E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE

(7)

Clinico” Clinico”

Pur all’interno di tale molteplicità e ambiguità, ci pare che emergano alcuni motivi per noi di grande rilevanza:

accanto al significato tradizionale del “giacere a letto”, che indica una condizione attribuibile a un soggetto potenzialmente isolato, emerge un secondo significato nel quale compare l’azione dell’ “inclinarsi” e del “piegarsi” di un secondo soggetto che stabilisce una relazione dinamica e attiva nei confronti del soggetto giacente, chiamato e aiutato a ri-trovare la propria autonoma dignità. Come Pintor (1991), avvertiamo anche noi che “non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi”;

inoltre, questa nuova, più ricca, condizione attiva e relazionale, si colora di partecipazione, di fatica, di emozione e di un desiderio di ristoro, di un

“appoggiarsi agli scudi” per riprendere controllo sia emotivo che mentale della situazione e del compito, verso i quali il secondo soggetto ha

un’indubbia maggior responsabilità.

E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE E L’APPROCCIO CLINICO ALLA FORMAZIONE

(8)

UNA DEFINIZIONE

• specializzazióne: specializzazióne

s. f., lo specializzare, lo specializzarsi; quella particolare

preparazione e competenza in un ramo di scienza o attività, che è frutto di studi approfonditi e di assidua pratica in esso

• avanzàto: avanzàto p. p. di avanzare

agg. che sta avanti: sentinella avanzata, negli avamposti;

terzino avanzato, la cui azione di gioco non è limitata

solamente nell'area di difesa, ma si svolge anche in attacco

est.: idee avanzate, arditamente nuove; stagione, età avanzata, inoltrata.

(9)

LA FORMAZIONE: UNA STRATEGIA OLOGRAMMATICA

STATUTO DISCIPLINARE

ANALISI DELLE PRATICHE

Produzione di esperienza PROGETTUALITÀ

CONSAPEVOLEZZA DEONTOLOGICA

SOCIALE

(10)

CAMBIAMENTI DI PROSPETTIVA NELLA FORMAZIONE

Il punto centrale sta nel chiedersi se il soggetto che apprende si rende conto di trovarsi in una situazione di conflitto cognitivo;

se usa consapevolmente o inconsapevolmente determinate strategie cognitive per superare questo conflitto;

se le utilizza in modo efficace oppure no;

se le usa soltanto come scoperta di nuove conoscenze

o

anche come mezzo di autoregolazione dei suoi processi di esperienza e di relazione, e come questi ultimi retroagiscono sulla

costruzione del sé e sullo sviluppo dei suoi

talenti.

(11)

CAMBIAMENTI DI PROSPETTIVA NELLA FORMAZIONE

Un secondo punto di attenzione sta nel chiedersi come avviene che i singoli

studenti “facciano sistema” delle diverse componenti di vita e di

personalità che vengono messe in

gioco dall’interazione apprendimento

/ insegnamento , senza con ciò limitare

l’istruzione ad una asfittica dominanza

cognitiva del gesto?

(12)

Qual è il

modello per mettere in pratica

questa visione?

Il modello di

trasformazione della

pratica professionale

(13)

saperi procedurali

saperi dichiarativi sistemi di

padronanza sistemi di padronanza

DALL’ANALISI DELLE COMPETENZE ALLA PERSONALIZZAZIONE

DELL’APPRENDIMENTO

(14)

Piramide dell'Alberti: il vertice della piramide è l'occhio

che guarda la superficie di un quadrato.

(15)
(16)

Un’ipotesi di interpretazione qualitativa del curricolo verticale

Competenza =

Capacità di affrontare i problemi attraverso abilità cognitive e sociali

Competenze Dichiarative (conoscenze acquisite, da usare)

Competenze Procedurali (abilità di acquisire nuove conoscenze)

Immagini Mentali

(orientamento che guidano l’acquisizione e l’uso di conoscenze, abilità, competenze)

Qualità (grado di

organizzazione interna)

Organizzazione e connessione interna (dare significato, ristrutturare, integrare precedenti conoscenze)

Ripetizione e Controllo (padroneggiare con sicurezza abilità, ma controllarne l’esecuzione:

es. la lettura)

Sicurezza di sé e "voglia di imparare"

(importante delle

esperienze positive e di una valutazione non classificatoria)

Verticalità (continuità, discontinuità, dinamismo)

Dalla riflessione

sull’esperienza ai settori disciplinari

(consolidamento e articolazione dei saperi, con approfondimenti diversi)

Dall’uso specifico all’uso generale

(scoprire regole con cui inventare nuove regole)

Dall’uso generale alla contestualizzazione del valore d’uso

(verso una progressiva specializzazione delle scelte)

Flessibilità (Trasversalità)

Transfer, applicazione e generalizzazione

(per svincolarsi dal

contesto delle esercitazioni

Uso di regole in contesti diversi: imparare ad inventare

(per evitare il mentalismo

Rigenerare , simulare, produrre, produrre (per costruire le condizioni per continuare ad apprendere)

(17)

Gli obiettivi della riforma [Decreto Linee Guida]

Correggere le tendenze negative

Vi sono obiettivi specifici da conseguire da parte degli atenei, sulla base dei quali verrà condotto uno specifico monitoraggio:

a)una riduzione complessiva dell’offerta di corsi di studio, particolarmente se non sostenuta da una adeguata domanda studentesca, per assicurare il contributo di un numero maggiore di docenti, un più solido impianto, una migliore qualità dell’offerta formativa e una effettiva stabilità nel tempo dei percorsi;

b) una maggiore articolazione in curricula dei percorsi formativi, in particolare di secondo livello, utile a garantire che l’offerta formativa rimanga ampia e variata e che l’accesso ad un medesimo corso di laurea magistrale risulti possibile a laureati provenienti da più corsi di laurea, anche afferenti a classi diverse, con effetti positivi anche quanto a valorizzazione dell’interdisciplinarità;

c) una effettiva e realistica definizione degli obiettivi formativi di ciascun corso di studio, anche attraverso l’utilizzo degli strumenti concordati in sede

(18)

d) la collaborazione con il mondo del lavoro e delle professioni nella progettazione dei percorsi formativi e, se necessario o opportuno, nella messa in opera di parti del percorso medesimo.

e) una chiara e coerente configurazione degli indirizzi generali dei progetti formativi riguardo alla loro collocazione al primo o al secondo livello, in modo da evitare la ripetizione delle medesime attività formative.

f) una equilibrata distribuzione degli impegni didattici dei docenti in funzione di un’offerta formativa proporzionata agli organici effettivamente a disposizione, con un pieno utilizzo del tempo-docenza previsto per i docenti dalla normativa vigente, in modo da garantire la copertura degli insegnamenti nei corsi di studio con docenti di ruolo preferibilmente in una misura superiore ai livelli minimi stabiliti, anche come qualificazione della formazione;

g) l’introduzione di forme organizzative della didattica più compatte.

h) il riconoscimento delle conoscenze, delle competenze e abilità professionali o di esperienze di formazione pregressa solo in termini rigorosamente individuali e attraverso puntuali procedure di accertamento e certificazione, entro i limiti fissati;

i) il raccordo con i percorsi formativi della scuola secondaria nell’ambito degli obiettivi indicati dalla legge n. 1/07 e dei relativi decreti di applicazione;

l) la sperimentazione di metodi didattici più avanzati e più interattivi; tra le azioni da incentivare, va prevista la diffusione di corsi di studio e singoli insegnamenti in lingua straniera, in particolare in inglese.

Gli obiettivi della riforma [Decreto Linee Guida]

(19)

L’ASSE FORMATIVO

DEL CURRICOLO INTEGRATO

• L’ipotesi curricolare degli elementi costitutivi

muove dunque dalla dimensione cognitiva per

interpellare gli aspetti affettivi e motivazionali, in un percorso di reciproca relazione.

• Uno studente è "competente" quando diventa gradualmente consapevole della propria

risorsa apprendimento (metacognizione)

• cioè quando si manifesta la voglia e la capacità

di apprezzare il valore d’uso delle conoscenze e

delle esperienze (sensmaking)

(20)

IL VALORE FORMATIVO DEI SAPERI

i contenuti essenziali

ovvero

le conoscenze irrinunciabili;

i mediatori culturali

ovvero

i linguaggi;

la logica ermeneutica

ovvero

il punto di vista interpretativo;

i congegni investigativi

ovvero

le metodologie della ricerca;

i nuclei fondanti

ovvero

le strutture metacognitive;

i nessi trasversali

ovvero

la vocazione alla contaminazione cognitiva;

i dispositivi generativi

ovvero

i meccanismi atti a produrre nuove conoscenze;

i potenziali creativi e trasgressivi (

ovvero

le innovazioni e le rotture epistemologiche);

i paradigmi di senso e di significato (

ovvero

le "bussole" di direzione esistenziale

(21)

CURRICOLO PER OBIETTIVI

VANTAGGI:

• NORMATIVO

• FACILMENTE

GOVERNABILE DAL CENTRO

• CONTROLLABILE

SVANTAGGI:

• FORMALISMO SOMMATORIO

• DIRETTIVITA’

• SOTTOVALUTAZIONE STILI DI

APPRENDIMENTO

• INAPPLICABILE PER APPRENDIMENTI

COMPLESI

• RIGIDITA’

(22)

CURRICOLO PER MAPPE CONCETTUALI

VANTAGGI:

• RIORDINO CONCETTUALE DELLE DISCIPLINE

• IDENTIFICAZIONE

CONOSCENZE PREGRESSE

• UNITA’ DIDATTICHE PONDERATE

• FACILITA’ VERIFICHE

CORRISPONDENZA UD E APPRENDIMENTI

• VALUTAZIONE DI PROCESSO

SVANTAGGI:

• FUNZIONA SOLO DOVE E’

POSSIBILE TUTTO PIANIFICARE

• IMPOSSIBILE

DIMENSIONARE UUDD SU CONOSCENZE PREGRESSE

• PROGRESSO LENTO

• CONFONDIBILE CON IL CURRICOLO PER

CONTENUTI

(23)

CURRICOLO PER CONTENUTI

VANTAGGI:

• CONTENUTI = OBIETTIVI

• FONDAMENTALITA’

• INTERAZIONE DOCENTE- STUDENTI-MATERIALI DI STUDIO

SVANTAGGI:

• ASTRATTEZZA

• DIFFICOLTA’ ESTREMA IN ACCERTAMENTO RISULTATI FORMATIVI

• RUOLO PREPONDERANTE GIOCATO

DALL’INSEGNANTE DI QUALITA’

• INAFFIDABILITA’ RISULTATO COMPLESSIVO DEL CORSO

(24)

CURRICOLO PER SFONDI INTEGRATORI

VANTAGGI:

• ACCURATA ANALISI

SITUAZIONE DI INGRESSO

• PONDERAZIONE OBIETTIVI FORMATIVI GRUPPO IN FORMAZIONE

• PROGRAMMI A RETE E FLESSIBILI

• NON UD MA NUCLEI DI PROGETTO

• ATTENZIONE CONTESTO ISTITUZIONALE E

CONFERIMENTO DI SENSO

SVANTAGGI:

• FUNZIONA SOLO CON PICCOLI GRUPPI

• FUNZIONA SOLO IN

CONTESTI ISTITUZIONALI SEMPLICI

• ORGANIZZAZIONE RIGIDA DEL GRUPPO CLASSE

• SCELTA E CURA DI

MATERIALI SOLO SCRITTI

(25)

CURRICOLO PER SITUAZIONI

VANTAGGI:

• NON LISTE DI OBIETTIVI COMPORTAMENTALI

• RUOLO CENTRALE DELL’OSSERVAZIONE

• ELEVATA POSSIBILITA’

RISOLUTIVA

• INTERAZIONE

SOCIOCOGNITIVA

• NO CONSEGNE RIGIDE

• ACCETTAZIONE ERRORI E CAMBIAMENTO

SVANTAGGI:

• INAPPLICABILE IN

CONTESTI ISTITUZIONALI

• FUNZIONA SOLO CON PROFESSIONISTI MOLTO QUALIFICATI

• NON PUO’ RISPETTARE TEMPI DEFINITI

• NECESSITA DI MANUALI FORTEMENTE

STRUTTURATI

(26)

curricolo integrato apprendimento

apprendimento

insegnamento conoscenze

Teorie Teorie

dell’apprendimento

dell’apprendimento Scienza/e

personalizzazione studente

Mediazione,

Comunicazione, Metodi

Modelli culturali

cognitivismo, Vigotskji,...

Dichiarative, procedurali, immaginative,

formali/tacite

Competenze, padronanze

Insegnanti CdC

Metodo, storia, epistemologia Saperi,

discipline

Piani di studio

(27)

MAPPA ATTREZZATA DI CONOSCENZE ED ESPERIENZE

• Definisco e descrivo un profilo formativo nelle sue

componenti (conoscenze,competenze,abilità/prestazioni)

• Incentro, su ciascuna componente, le conoscenze e le esperienze che contribuiscono a formarle.

• Peso i tempi globali necessari

• Seleziono le conoscenze e le esperienze (compiti esperti) necessarie

• Articolo conoscenze ed esperienze nel loro sviluppo tematico e pondero tempi analitici / tempi globali

• Verifico doppioni e ridondanze con altri colleghi

(28)

Regolamento Didattico d'Ateneo – Regolamento Studenti

Ordinamento didattico CdS

Decreto ministeriale 509/99 (ora 270/04)

Decreti Ministeriali sulle classi

Guida dello studente di Facoltà Regolamento didattico di Facoltà Regolamento didattico CdS

VINCOL I

-

+

DATI

-

+

GERARCHIA DELLE FONTI

NORMATIVE

(29)

PER UN INSEGNAMENTO CHE FORMI TALENTI

• Che l’insegnamento rivendichi fra i suoi compiti primari non più solo la trasmissione ma la

formazione alla selezione e all’uso intelligente dell’informazione.

• La libertà di parola, senza l’intelligenza della parola, è un cembalo vuoto.

• L’intelligenza della parola senza la libertà di

parola, è muta.

(30)

POLITICHE GESTIONALI POLITICHE GESTIONALI

 Per ruoli Per ruoli

VALORE VALORE DEL RUOLO DEL RUOLO ANALISI

ANALISI DELDEL RUOLO

RUOLO

DimensioniDimensioni

Aree diAree di

responsabilità responsabilità

QuadroQuadro relazionale relazionale

PROFILO PROFILO REQUISITI REQUISITI RICHIESTI RICHIESTI

CompetenzeCompetenze tecniche tecniche

CompetenzeCompetenze organizzative organizzative

INCENTIVIINCENTIVI

Risultati attesiRisultati attesi

ObiettiviObiettivi ComportamentiComportamenti attesi

attesi VALUTAZIONE PRESTAZIONI VALUTAZIONE PRESTAZIONI

SISTEMA PREMIANTE SISTEMA PREMIANTE

PIANIFICAZIONE E PIANIFICAZIONE E SVILUPPO RISORSE SVILUPPO RISORSE

SELEZIONE SELEZIONE

FORMAZIONE FORMAZIONE POTENZIALE POTENZIALE PIANI

PIANI DIDI SVSVILUPPOILUPPO

(31)

Sviluppo formativo, professionale e economico

Funzioni/

Funzioni/

Attività Attività Funzioni/

Funzioni/

Attività Attività

Laurea Laurea Laurea Laurea Valutazione

Economica Valutazione

Economica Valutazione Economica Valutazione Economica

ESPERIENZA PROFESSIONALE

ESPERIENZA PROFESSIONALE

CULTURA/FORMAZIONE PROFESSIONALE

CULTURA/FORMAZIONE PROFESSIONALE

(32)

UNA PAGINA TUTTA DA SCRIVERE

E lo studio e l’amore insieme irraggino e riscaldino la mia scuola, sul cui fronte sono scritte le parole della modestia e della fratellanza – pléon émisy pantòs – e le facciano meritare il nome che io ambisco per lei quanto null’altro, un nome che è umile come quello che

nelle passate istituzioni scolastiche indicava una classe un po’ più giù della retorica; e altissimo, come quello che abbraccia

paganesimo e cristianesimo, e semiti e giapetici, e antichi e moderni, e il grande avvenire: il nome di Umanità. […]

Io non so di pedagogia. Nessuna cosa so molto, poche so un poco, molte non troppo: la pedagogia punto. O come parlare di

pedagogia se non si fa? No, voglio mostrare che si può insegnare qualche cosa senza avere l’aria d’insegnare; e che questa cosa può essere creduta noiosa e non annoiare.

Giovanni Pascoli, Prolusione, Pisa, 1903

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