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volume 20, numero 3, 2005

Microbiologia Medica 142

CO8.2

DIAGNOSI MOLECOLARE DELLE MENINGO-ENCEFALITI VIRALI: STUDIO RELATIVO A DUE ANNI DI ESPERIENZA PRESSO IL SERVIZIO DI MICROBIOLOGIA, IMMUNOLOGIA E VIROLOGIA DELL’AZIENDA

OSPEDALIERA DI VERONA.

Boaretti M.1, Ligozzi M.1, Scalet G.1

e Fontana R.1,2

Sezione di Microbiologia, Dipartimento di Patologia, Università di Verona1e Servizio di Microbiologia,

Immunologia e Virologia, Azienda Ospedaliera di Verona2

I virus sono gli agenti eziologici più comuni di menin-giti ed encefaliti acute caratterizzate da pleocitosi lin-focitica liquorale. Queste infezioni si manifestano con diversi sintomi, molti dei quali non specifici, e un approccio diagnostico rapido e specifico è necessario per adottare il più precocemente possibile un adeguato trattamento terapeutico.

Scopo del nostro studio è stato quello di analizzare i risultati ottenuti nel nostro laboratorio in due anni di applicazione della polymerase chain reaction (PCR) per la ricerca di genomi virali nel liquor per valutare sia l’efficacia diagnostica di tale metodologia sia la prevalenza dei diversi agenti virali nelle malattie del sistema nervoso centrale nell’area servita dalla nostra struttura assistenziale.

Nel biennio 2003-2004 sono stati inviati al nostro labo-ratorio 253 campioni di liquor prelevati da altrettanti pazienti ricoverati presso l’Ospedale Civile, il Policlinico di Verona e diverse strutture ospedaliere provinciali; la diagnosi presunta era di meningo-ence-falite di natura virale.

Il 54,5% dei campioni proveniva dai reparti dell’area Neurologica, il 15,8% dal reparto di Malattie Infettive, il 10,7% dai reparti di Anestesia e Rianimazione, il 6,4% dai reparti dell’area Pediatrica ed infine il 12,6% da altri reparti.

Nel caso di richiesta generica per agenti neurotropi la ricerca dei genomi virali è stata inizialmente limitata ai virus più frequentemente responsabili di meningo-encefaliti: Herpes Simplex Virus di tipo 1 e 2 (HSV1-2), virus Varicella-zoster (VZV), virus di Epstein-Barr (EBV) ed Enterovirus e successivamente estesa ad altri virus (Citomegalovirus CMV, poliomavirus JC, virus del Morbillo, virus della Parotite e virus della Rosolia) su eventuale richiesta del clinico.

Sono risultati positivi per la presenza di genomi virali 24 campioni (9,5%) e di questi otto erano positivi per EBV (33,3%), cinque per HSV1-2 (20,83%), cinque per Enterovirus (20,83%), cinque per poliomavirus JC (20,83%) e uno per VZV (4%).

Nell’ambito del nostro studio l’efficacia diagnostica è risultata relativamente bassa, essendo stato possibile formulare una diagnosi eziologica solo nel 9,5% dei casi e tale dato risulta in linea con quanto riportato dalla letteratura internazionale.

La prevalenza di positivà per EBV è stata interpretata, in alcuni casi, con cautela in relazione alla capacità di tale virus di determinare infezione latente leucocitaria, mentre i dati relativi alla prevalenza degli altri virus erano in linea con i dati clinici a nostra disposizione e con i dati riportati in letteratura.

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