1
Università degli Studi di Camerino
Corso di Laurea in Fisica – Indirizzo Tecnologie per l’Innovazione 1° parziale di Calcolo
11 dicembre 2007
SOLUZIONE
1) La funzione ( ) ( )
3
1 2 1 1
3
1 1
x x , x
f x
x x
+ < − >
=
− ≤ ≤
è definita e continua in tutti i punti di R diversi
da ±1. Per x = –1 si ha: f −( )1 = −1, ma
( ) ( ) ( )
1 1
1 1
2 1
3 3
x x
lim f x lim x f
− −
→− →−
= + = ≠ − ,
quindi la funzione non è continua.
Per x = 1 si ha: f ( )1 =1 e
( ) ( ) ( )
1 1
1 2 1 1
3
x x
lim f x lim x f
+ −
→− →−
= + = = ,
quindi la funzione è continua.
Per la derivabilità si osservi innanzi tutto che, per x = –1, essendo la funzione non continua, non sarà derivabile.
Calcolando la derivata si ha che la funzione non è derivabile neanche in x =
0, si ha infatti: ( )
3 2
1 1 1
3
1 1 1 0
3
x , x f ' x
x , x x
< − >
=
− ≤ ≤ ≠
e quindi si annulla il denominatore della
frazione. Resta da vedere la derivabilità in x = 1. Calcoliamo ( )
1 x
lim f ' x
→−
e ( )
1 x
lim f ' x
→+
, si ha:
3 2 1
1 1
3 3
x
lim
− x
→
= e
1
1 1
3 3
x
lim+
→
= . Essendo quindi questi limiti uguali, la funzione è derivabile.
Concludendo: la funzione, definita in R, è continua in R – {–1} e derivabile in R – {–1,0}
2) A) 3 2 2( ) ( ) ( )
1 1 1
1 1 1
1
1 1
x x x
x x x x
x x x
lim lim lim
x x
→ → →
− − − −
− − +
= =
− −
( 2 1)
1 x x
−
− =0
B) 2 2
0 0 0
2 2 2
3 5
3 5
x x x
senx x senx x cos x
senx x cos x x x
lim lim lim
tgx x tgx x
x
→ → →
+ +
+ = =
− −
cos x x 3 2
tgx 5x x −
x
2 1 1
3
= + =
3) La funzione f x( )=(2x2− −x 1)ex−1 è definita per ogni x∈R. Non è né pari né dispari. È positiva per x < –½ e x > 1, negativa per –½ < x < 1, f(x) = 0 per x = –½ e x = 1. Si ha
(2 2 1) x 1 0
xlim x x e −
→−∞
− − = , quindi y = 0 (l’asse x) è un asintoto orizzontale per x → –∞, e
2
(2 2 1) x 1
xlim x x e −
→+∞
− − = +∞. Essendo inoltre (2 2 1) 1 1 1
2 1
x
x
x x
x x e
lim lim x e
x x
−
−
→+∞ →+∞
− −
= − − = +∞
la funzione non ha né asintoti orizzontali né asintoti obliqui per x → +∞.
La derivata prima della funzione è
( ) (2 2 3 2) x 1
f ' x = x + x− e − che risulta positiva per x < –2 o x > ½, negativa per ½ <
x < –2. f’(x) = 0 per x = –2 e x = ½ . Pertanto la funzione è crescente per x < –2 e x > ½, decrescente per ½ < x < –2, in x = –2 c’è un massimo e in x = ½ c’è un minimo.
1
f 2 e
= −
e f (−2)=9e−3.
Calcoliamo la derivata seconda:
( ) (2 2 7 1) x 1
f " x = x + x+ e − che risulta positiva per 7 41
x − −4
< e 7 41
x − +4
> ,
negativa per 7 41 7 41
4 x 4
− − − +
< < e f’’(x) = 0 per 7 41
x − −4
= e 7 41
x − +4
= . Pertanto la funzione ha la concavità rivolta verso l’alto per per 7 41
x − −4
< e 7 41
x − +4
> , verso il basso per 7 41 7 41
4 x 4
− − − +
< < e in
7 41
x − −4
= e 7 41
x − +4
= ci sono due punti di flesso.
4) Si consideri lo sviluppo ( )
2 3
1 2! 3! !
n x
n
x x x
e x ... R x
= + + + + + n + , il resto sia nella forma di Lagrange ( )
( )
( )
( )
1
1
1 !
n
n n
f c
R x x
n
+
= +
+ . Si ha: ( )
( )
( )
( ) ( )
1
0 1 0 1 1
1 !
n
n n
f c
R , ,
n
+
= +
+ con 0 < c < 0,1. Essendo
( )n ( ) x
f x =e per ogni n, si ha che f( )n ( )c =ec <3. Deve quindi essere
( )
( 3 ) ( ) 1 5
0 1 0 1 10
1 !
n
Rn , ,
n
+ −
< <
+ ovvero ( )
5 1
3 1
1 !10n 10 n
− + <
+ da cui segue:
(n+1 ! 10) n+1> ⋅3 105che è soddisfatta per n ≥ 4. Si ha quindi il risultato voluto prendendo il polinomio di Taylor di grado 4.
2 3 4
0 1 0 1 0 1 0 1
1 0 1
2! 3! 4!
, , , ,
e = + , + + + = 1,10517.
5) A)
2
1 1 1
1
x n nx +∞
−
= +
∑ è una serie armonica generalizzata e converge se 12 1 1 x x
− >
+ . Segue 1− −x x2−1
2 0
1
x >
+ ,
2
2 0
1 x x
x + <
+ ovvero x+x2<0. Da ciò si ottiene che la serie converge per
3
1 x 0
− < < e diverge per x < –1 o x > 0. Per x = –1 la serie si riduce a
1
1
n +∞
=
∑ , quindi diverge; per x = 0 la serie si riduce a
1
1
n n
+∞
=
∑ (la serie armonica) che diverge. In conclusione la serie converge per 1− <x<0, diverge altrimenti.
B) Utilizzando il criterio della radice si ha che la serie converge se:
2 1
n n
n
lim n nx
→+∞
=
+ 2 2
1 1
1
n
lim n
nx x
→+∞
= <
+ da cui segue che deve essere x >2 1, ovvero x < –1 o x > 1. La serie diverge se 1− <x<1. Per x = ±1 la serie si riduce a
1 1
n
n
n n
+∞
=
+
∑ ; si dimostra
facilmente che non converge perché il termine generale non tende a zero, infatti
1 1 1
1 1 1 1 1
n n
n n n n
lim n lim lim
n e
n n
→+∞ →+∞ →+∞
= = =
+ + + .