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Martedì 4 febbraio: Ritiro Spirituale del Clero

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Academic year: 2022

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Martedì 4 febbraio: Ritiro Spirituale del Clero

Rev. di Sacerdoti, Religiosi, Diaconi LORO SEDI Carissimi,

sono a ricordarvi che martedì 4 febbraio, con inizio alle ore 9.30, presso il Seminario Diocesano di Sora, S.E.Mons.

Giovanni D’Ercole continuerà a guidare la nostra riflessione alla luce delle linee di spiritualità di Papa Francesco.

I nostri ritiri spirituali costituiscono sempre il “momento favorevole” per la condivisione fraterna della Parola, della preghiera, della riconciliazione sacramentale.

Ricordo ancora che è bene non disertare l’agape fraterna.

Vi saluto con tanta cordialità.

Sora, 29 gennaio 2014 Mons. Antonio Lecce Vicario Generale

È Domenica: Presentazione del Signore

«ANCHE A TE UNA SPADA TRAFIGGERÀ L’ANIMA».

Simeone aveva salutato Gesù Bambino come la luce del mondo.

Nel ricordo di questa parola, si benedicono le candele come

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richiamo per passare all’impegno di recare ai fratelli e sorelle la luce, che è Cristo. Con la riforma del Calendario liturgico (1969), la festa del 2 febbraio ha ripreso la denominazione di Presentazione del Signore. La prima lettura annuncia l’entrata messianica del Signore nel suo tempio per purificare il popolo dalle sue infedeltà e offrire un’oblazione a Dio gradita. La seconda lettura presenta Gesù che, resosi in tutto simile ai fratelli, è il Sacerdote Sommo che inaugura il nuovo culto della nuova alleanza. Al centro del Vangelo si contempla il bambino Gesù che, mentre purifica il popolo grazie alla sua offerta, associa la Madre alla sua missione. Festa del Signore, ma anche «memoria congiunta del Figlio e della Madre» (Marialis cultus, 7) per l’oracolo che Simeone rivolge alla Vergine: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima». Il progetto della salvezza, che si scontrerà con l’ostilità, colpirà anzitutto il Figlio e, per lo strettissimo rapporto, anche la Madre. Nel presentare «la vittima santa, a Dio gradita» (san Bernardo), fin d’ora la Madre si unisce al Figlio in un’unica offerta. Starà poi presso la Croce per immolare «la vittima da lei generata» (MC 20).

SIAMO CUSTODI DELLA VITA

Oggi si celebra la Giornata per la vita. Vivo è chi legge queste righe, vivo è chi le ascolta da chi gli fa il dono sereno della propria voce amica. Lieta o complicata, deludente o straordinaria, abbiamo tutti a cuore la nostra vita. Quanto abbiamo bisogno dell’amore, del rispetto e della stima di qualcuno per affrontare le nostre giornate! Così, nello stesso tempo, noi stessi possiamo essere custodi delle vite che troviamo accanto: dei nostri cari innanzitutto. Ed anche di chi è ancora più fragile di noi, come i piccoli fin dal loro concepimento, gli anziani, gli ammalati e chiunque viva la situazione in cui, per diversi motivi, non riesce o non può ad affrontare la vita. Non ci può rendere felici una cultura che nega il fatto di aver bisogno gli uni degli altri per vivere.

Siamo umili creature e non dominatori su questa terra.

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M.Z.

Ufficio Scuola: foglio di lavoro

Il nostro Vescovo, mons, Gerardo Antonazzo, alla metà di settembre, in occasione della ripresa delle attività educative scolastiche, ha inviato ai componenti le Comunità educanti delle scuole ed agli studenti e loro genitori un messaggio augurale che sviluppava questa frase di Papa Francesco. “Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa:

la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo, e questa è l’unica strada per la pace e la convivenza costruttiva” (Papa Francesco).

Nel suo messaggio il Vescovo augurava a tutte le Istituzioni scolastiche di essere riconosciute come “officine” dove si attualizzano laboratori di pace e di sane relazioni che mettono al centro di tutto il valore irrepetibile della persona e il suo sviluppo integrale ed armonico.

Questo tema è stato ripreso e approfondito, alla fine del novembre scorso, nell’annuale incontro culturale tra mons.

Vescovo e i Signori Dirigenti e Direttori amministrativi delle scuole.

Nel dialogo che si è sviluppato sono state evidenziate anche le tante fragilità, e soprattutto, quelle educative e relazionali, del nostro territorio,

Di fronte alle tante e diffuse fragilità, soprattutto

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educative, del nostro territorio, è apparso quanto mai opportuno, da parte di alcuni, fare appello al Vescovo stesso perché direttamente o indirettamente si facesse carico di organizzare un “laboratorio” che iniziasse a promuovere relazioni costruttive tra le istituzioni interessate, -per proprio specifico statuto, e senza invasione di campo-, alla promozione civile, culturale, politica, economica delle persone, delle famiglie, della comunità.

Poiché queste fragilità, alla fine, hanno nella realtà-scuola il loro punto di mag-giore incontro, scontro, e possibilità di invertire la rotta iniziando a dare vita a quelli che il Vescovo ha chiamati sogni

Mons. Vescovo ha raccolto questo invito, -che viene anche dalla Presidenza della Conferenza dei Vescovi italiani che invita a sensibilizzare la comunità ecclesiale intorno ai problemi della scuola– ed ha incaricato il nostro Ufficio Scuola perché si attivi per organizzare un primo incontro coinvolgendo il più possibile le realtà che hanno riferimento al mondo della scuola, che ha come compito primario quello di educare e formare le donne e gli uomini del futuro, immediato e remoto.

Ed ecco la nostra proposta intorno alla quale speriamo di raccogliere tante sensibilità, ed anche suggerimenti e qualche impegno fattivo, ciascuno nel suo specifico.

1) I protagonisti: si intendono anzitutto i rappresentanti delle istituzioni: scuola e formazione – delle istituzioni comunali (Assessori P.I) –istituzioni del volontariato organizzato (cultura, sport, servizio alla persona, solidarietà, tempo libero)– movimenti politici –organi preposti alla sicurezza dei cittadini istituzioni sanitarie–

organizzazioni sociali.

2) Finalità: trovarsi insieme, senza inventare una nuova struttura, ma in spirito di servizio, per scoprire modalità di

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condivisione, di analisi ed obiettivi da raggiungere.

3) E Perché … per riappropriarci, in stile di sinergia e sussidiarietà, dei valori di riferimento per bene vivere, del dialogo educativo, della convivenza rispettosa, del valore della giustizia, della pace; per superare lo spirito di contrapposizione, e puntare anzitutto ad un contesto che favorisca una scuola di qualità, di vera convivenza e laboratorio di pace; luogo dove si apprendere anche a valorizzare le diversità politco-sociale-religiose

Ora procederemo per avere un primo contatto con buona parte delle realtà qui indicate e poi fisseremo un luogo e la data per il primo incontro

Intanto chiunque avrà in mano questo foglio di lavoro riceva i più cordiali saluti da parte di Mons. Vescovo, i miei e di alcuni collaboratori con i quali ci siamo già confrontati per rendere possibile questa iniziativa

don Mario Zeverini direttore

Scheda fog. i lav. del 29-01-14

Febbraio 2014: Agenda del Vescovo

1 S

10,30 UDIENZE

15.00 SORA-Porta Coeli: Incontro Genitori e Ragazzi della Catechesi

17.00 CARNELLO: S. Messa – Assemblea parrocchiale

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2 Dom

10,00 PONTECORVO – S. Messa Santuario Madonna delle Grazie e Visita anziani della Casa di Riposo

17.00 PONTECORVO-Suore Sacro Cuore: Celebrazione della Giornata della Vita e Giornata della Vita consacrata

3 L

10,00 UDIENZE

15,30 SORA – Curia Vescovile: Consiglio diocesano AA.EE.

17.30 AQUINO: S. Messa – Assemblea pastorale parrocchiale 4 M

10,00 SORA- Seminario: Ritiro del Clero 7 V

09.30 SORA-Cento pastorale s. Luca: Consiglio Episcopale

10.15 Continua Consiglio Episcopale e Uffici pastorali diocesani

17.00 SORA-Cattedrale: S. Messa – Assemblea pastorale parrocchiale

8 S

10,30 UDIENZE

17.00 CASTROCIELO: S. Messa e Assemblea pastorale parrochiale – Inaug. Mostra

9 Dom

10.00 Preghiera di apertura Assemblea diocesana Azione Cattolica

11.00 CASTELLIRI: S. Messa

17.00 SORA-Istituto Teologico: Commisione diocesana missionaria

10 L

10,00 UDIENZE

18.30 PONTECORVO-Parr. S. Nicola: Convegno sulla Venerabile Suor Teresina Zonfrilli

11 M

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10,00 BROCCOSTELLA – Formazione preti giovani

18.00 SORA-s. Restituta: Celebrazione s. Messa per la Giornata del malato

12 Me

10.00 ROMA-Vicariato: Commissione Regionale Ecumenismo

17.30 ALVITO: S. Messa – Assemblea pastorale parrocchiale (Comunità parrocchiali di Alvito, Castello e S. Onofrio)

13 G

10,00 UDIENZE 15 S

10,00 UDIENZE 16 D

09.00 ISOLA DEL LIRI: Ritiro Religiose

16.00 SORA- Seminario: Scuola di preghiera adolescenti 17 L

10,00 UDIENZE 19 Me

10,30 CASALATTICO – S.Messa festa S. Barbato 20 G

10,00 UDIENZE 21 V

21.00 Scuola di preghiera dei giovani (Sora e Castrocielo) 22 S

10.30 UDIENZE 23 D

11,00 ESPERIA – Parr. S. Maria Magg. 50° sacerdozio P. Bruno Palazzo

17.00 PONTECORVO-Concattedrale: S. Messa (S. Bernardino) 24 L

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10,00 Plenaria Vescovi Seminario di Anagni 27 G

10,00 UDIENZE

18.00 SORA-Passionisti: S. Messa per la festa di s. Gabriele dell’Addolorata

28 V

09.30 SORA-Seminario: RITIRO DEL CLERO

18.00 ARPINO-s. Michele: Incontro Operatori pastorali per la Quaresima

COMPEANNI

2: Don Luciano Fusco

5: don Antonio Di Lorenzo 10: don Giovanni De Ciantis 15: don Claudio Rigatti 16: Mons. Ruggero Martini 28: don Aurelio Ricci ANNIVERSARIO ORDINAZIONE

22: P. Bruno Palazzo

Venerdì 14 febbraio: Festa di San Valentino con papa Francesco

Venerdì 14 Febbraio, è la festa di San Valentino. Per celebrare questa giornata nella gioia della condivisione, alle ore 11 nell’Aula Paolo VI in Vaticano, papa Francesco

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incontrerà le coppie di fidanzati. Anche la nostra diocesi parteciperà: l’Ufficio Famiglia diocesano guidato da don Emanuele Secondi, si sta infatti organizzando per prendere parte all’incontro e invita a partecipare tutti coloro che vogliono rendere così più solenne la loro futura promessa davanti al Papa. Per informazioni e prenotazioni i responsabili degli itinerari di preparazione al matrimonio possono contattare il sig. Ulderico al numero 403372153, entro mercoledì prossimo, 28 gennaio.

Programmazione unitaria delle proposte pastorali per il tempo liturgico della Quaresima-Pasqua

Al Vicario Generale Ai Vicari episcopali zonali Ai Direttori Uffici pastorali diocesani In previsione di una programmazione unitaria delle proposte pastorali che ogni singolo ufficio diocesano intende predisporre per il tempo liturgico della Quaresima-Pasqua, invito ad un incontro di coordinamento i Direttori degli Uffici pastorali diocesani, insieme con i Vicari episcopali zonali. Per “Uffici pastorali” si intende: Ufficio Liturgico, Ufficio Caritas, Ufficio evangelizzazione e catechesi, Ufficio pastorale giovanile, Ufficio pastorale familiare, Pastorale Vocazionale.

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L’incontro è fissato per VENERDÌ 07 FEBBRAIO 2014, PRESSO IL CENTRO PASTORALE S. LUCA, con le seguenti modalità:

– ore 09.30: incontro del Vescovo con il Vicario generale e i Vicari episcopali zonali

– ore 10.15: incontro del Vescovo con tutti i Vicari e i Direttori degli Uffici pastorali diocesani.

Ogni direttore d’ufficio presenterà le proprie proposte per la diocesi, da realizzare nel tempo liturgico della Quaresima- Pasqua. Sarà anche questo un segno concreto della comunione in cui crescere, per meglio testimoniare il servizio d’amore per la nostra Chiesa particolare.

Vi ringrazio molto cordialmente, e vi benedico di cuore.

Sora, 28 gennaio 2014

Memoria di s. Tommaso d’Aquino

+ GERARDO ANTONAZZO Vescovo

La festa dell’ACR ad Aquino:

“la pace soffia forte!”

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Incontro del Vescovo con gli animatori della liturgia, della musica e del canto.

DIOCESI DI SORA-AQUINO-PONTECORVO UFFICIO LITURGICO

Agli animatori della liturgia, della musica e del canto, ed ai referenti delle scholae cantorum Carissimi,

tutti coloro che nelle nostre comunità preparano e mettono in atto una celebrazione, sono invitati a partecipare ad un momento di riflessione e di confronto, insieme con il nostro Vescovo, per individuare alcuni orientamenti, perché al di là delle buone intenzioni, l’animazione, la musica e il canto, diventino sempre meglio parte integrante e necessaria di ogni celebrazione.

Con tale incontro ci si propone di favorire, incrementare, una celebrazione preparata e cantata, preparata e cantata bene, con il giusto apporto di tutta l’assemblea.

Nell’attendervi fiduciosi, vi comunichiamo i luoghi e l’orario dei giorni, ringraziandovi di cuore per tutto quello che già fate con dedizione e generosità per le nostre celebrazioni.

Don Alfredo Di Stefano Direttore

P.S.

ZONA PASTORALE DI SORA-VAL COMINO-VALLE ROVETO-VALLE DEL LIRI:

MERCOLEDI 29 GENNAIO, ORE 1830, BROCCOSTELLA

ZONA PASTORALE DI AQUINO-PONTECORVO: VENERDI 31 GENNAIO, ORE 18.30, CASTROCIELO (Sala oratorio presso Madonna di Loreto)

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Il Miele della solidarietà:

la 61ma Giornata per i malati di lebbra

La lebbra è una malattia infettiva e cronica, causata da un batterio che colpisce la pelle e i nervi periferici in vari modi e gradi. Un tempo considerata incurabile e maledizione di Dio, in era moderna si è rivelata molto meno temibile e meglio fronteggiabile di quanto ritenuto in passato. Purtroppo, però, essa è ancora presente in alcune zone del Mondo, soprattutto in Asia, America Latina ed Africa. Anche in Italia sono stati presenti, fino ad un recente passato, alcuni focolai endemici:

attualmente, per fortuna, la maggior parte dei casi curati in Italia è però esclusivamente di importazione da Paesi meno fortunati. In data odierna si celebra la 61ma ricorrenza della Giornata istituita per promuovere i diritti dei malati di lebbra: ogni anno i volontari AIFO (Associazione Italiana amici di Raoul Follereau) organizzano in tale giornata la distribuzione del Miele della Solidarietà, allestendo banchetti in centinaia di piazze italiane e coinvolgendo associazioni, istituzioni, cittadini. Anche nella nostra Diocesi, quest’anno, gliamici del miele scendono in campo per dare voce a tale manifestazione: anche in vari luoghi del nostro territorio, come in tutto il Paese, si distribuiranno sacchetti equo–solidali provenienti dall’India con caramelle e vasetti di miele, in aggiunta alcuni gadget prodotti da una cooperativa sociale – Campi d’Arte, della provincia di Bologna – la cui sede è stata recentemente distrutta dal terremoto.

Tutto ciò che sarà conseguito servirà alla raccolta di fondi a sostegno di progetti sociosanitari AIFO per la cura dei malati di lebbra. All’evento, che come ogni anno sarà sostenuto dalla

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Caritas diocesana di Sora Aquino Pontecorvo, parteciperanno, tra i tanti, i diversi gruppi di volontariato, le parrocchie e le associazioni. Il tema di quest’anno prende spunto da una citazione della stesso Follereau: «Perché il malato di lebbra cessi di essere lebbroso, bisogna guarire quelli che stanno bene, dalla paura e dall’indifferenza».

“CAMMINIAMO INSIEME” (numero

“15″ del 26 gennaio 2014)

“CAMMINIAMO INSIEME”, numero “15” del 26 Gennaio 2014, settimanale web della Diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, Supplemento al bollettino diocesano. Per scaricare la rivista…

[icon name=”icon-book” size=”2x” color=”#333333″

align=”left”] Camminiamo Insieme 15[/icon]

Omelia per la celebrazione ecumenica (Gaeta, 21 gennaio 2014): “Cristo non può essere diviso”

L’ascolto condiviso della Parola del Signore celebra la nostra fede in Lui, il Vivente, il Signore della nostra storia, “il

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capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti”(Col 1,18) .

Carissimi, è motivo di sincera gioia e di profonda gratitudine al Signore, sempre imprevedibile nella sua inafferrabile creatività, celebrare insieme la preghiera dei figli di Dio e dei discepoli di Gesù Cristo. Il mio invito è pressante:

lasciamoci sorprendere dal soffio dello Spirito, lasciamoci guidare dai desideri di Dio, prevalga la forza del suo Amore sui nostri umani sentimenti, affetti e sospetti; la sua Parola pieghi le nostre rigidità e sciolga le sterili resistenze alla sua volontà.

La preghiera penitenziale di questa sera denuncia le nostre laceranti divisioni, che Dio non può approvare; e non può accettare i compromessi di una Chiesa, il suo Corpo, rassegnata ad annunciare la Parola nel contro-segno della frantumazione e della disgregazione. Tutto questo per noi è motivo non solo di rammarico, ma anche di una revisione di vita, capace di farci crescere in un impegno più concreto per la nostra conversione all’unità, e per il bene inestimabile della comunione.

La preghiera che oggi condividiamo nella fraterna celebrazione della Parola vuole porre un segno visibile del desiderio che anima le nostre Chiese, cioè l’unità dei credenti in Gesù Cristo.

Non vi siano divisioni tra voi

Grazie all’annuncio del Vangelo, fatto da Paolo agli inizi degli anni cinquanta d.C., a Corinto è nata l’ekklēsía di Dio.

La chiesa sorta per iniziativa di Dio, che convoca i credenti mediante l’annuncio del Vangelo, si radica e vive in un luogo preciso: è “la chiesa locale”.

L’apostolo Paolo rende grazie a Dio, che per la sua iniziativa gratuita e generosa ha arricchito i cristiani di Corinto di ogni dono spirituale: ”Non vi manca nessuno dei doni di Dio mentre aspettate il ritorno di Gesù Cristo, nostro Signore.

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Egli vi manterrà saldi fino alla fine”. Pertanto, l’esistenza cristiana si svolge tra la chiamata iniziale di Dio, avvenuta mediante il Vangelo e arricchita dei suoi doni spirituali, e l’incontro finale, in cui si compie il suo disegno salvifico.

Paolo rassicura i fedeli sul loro futuro. Dio, che li ha chiamati a far parte della sua ekklēsía, porterà a compimento la sua iniziativa, perché fin d’ora essi sono in comunione con il Figlio suo. Dio infatti, al quale Paolo rivolge la sua preghiera di ringraziamento, è pistós, cioè è “fedele”.

Ma la «chiesa di Dio che si trova in Corinto», è minacciata dalla tendenza alle contrapposizioni dei vari gruppi. Paolo affronta la questione dell’unità dei cristiani di Corinto, che formano la chiesa di Dio e sono in comunione con il Figlio suo Gesù Cristo. Nella chiesa di Corinto alcuni cristiani si contrappongono agli altri, appellandosi ai vari predicatori itineranti.

Questi gruppi contrapposti si creano anche per il fatto che i cristiani si riuniscono nelle case di qualche “fratello”

benestante, simpatizzante per l’uno o per l’altro predicatore.

L’apostolo, che si trova a Efeso, è stato informato di questa situazione dai familiari di Cloe, una cristiana conosciuta a Corinto.

Paolo esorta i fedeli di Corinto all’unità nel loro modo di sentire e di parlare: “Fratelli, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che viviate d’accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni”.

Egli prende lo spunto dal fatto che i diversi gruppi a Corinto s ’ i d e n t i f i c a n o m e d i a n t e g l i s l o g a n , c h e i n d i c a n o l’appartenenza all’uno o all’altro personaggio: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». L’ultima espressione potrebbe essere un’aggiunta di Paolo, che in tal modo mette in risalto l’assurdità della

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posizione dei Corinzi.

Essi vorrebbero definire la propria identità grazie al rapporto con un personaggio importante. Allora la relazione vitale con Cristo, che sta alla base dell’unità di tutti i credenti, viene spezzata. A questo punto Cristo è ridotto a un capo-fondatore accanto agli altri.

Paolo porta allo scoperto la radice profonda della crisi che minaccia l’unità ecclesiale dei Corinzi. La contrapposizione tra i diversi gruppi, in nome di uno o dell’altro personaggio, deriva dal bisogno di autoaffermarsi e dalla ricerca del prestigio. I cristiani di Corinto sono tentati di riprodurre quello che capita nelle varie scuole filosofiche e associazioni religiose, dove si fa riferimento a un caposcuola o capocorrente. In tale contesto l’esperienza cristiana è ridotta a una “conoscenza”, dove quello che conta è l’abilità a ragionare e a discutere su Dio.

In realtà tutti i cristiani, mediante il battesimo, sono inseriti in Gesù Cristo per formare un solo corpo. Paolo invita a non far ricorso alla sapienza umana né agli artifici della retorica, e di costruire la comunità di Corinto con la fede nella stoltezza del Vangelo, che annuncia Gesù Cristo morto in croce: “Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunziare la salvezza. E questo io faccio senza parole sapienti, per non rendere inutile la morte di Cristo in croce”.

Per risolvere, pertanto, questa crisi di unità e coesione ecclesiale, Paolo ripropone il nucleo dell’annuncio cristiano:

Gesù Cristo è morto in croce, è risorto per la potenza di Dio.

Secondo l’apostolo, questo annuncio è il fondamento su cui costruire l’unità della Chiesa.

La tunica indivisa

Gesù stesso ha pregato intensamente per l’unità dei suoi discepoli: “Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che

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mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi” (Gv 17, 11).

Questo vivo e struggente desiderio del Signore è ripresentato dai vangeli anche attraverso il riferimento ad un elemento simbolico di straodinaria bellezza e dall’ impatto spirituale provocatorio. Si tratta della tunica di Gesù, tirata a sorte dai soldati sul Calvario.

Come il quarto Evangelista, anche i Sinottici ricordano che i soldati si divisero le vesti di Gesù, ma solo Giovanni distingue fra le vesti che furono spartite e la tunica che invece fu tirata a sorte, attribuendo grande importanza al particolare.

Molti esegeti vedono nella tunica indivisa un simbolo di quell’unità della Chiesa che è il frutto della Croce; in realtà, nel vocabolario giovanneo il termine divisione (schisma) sottintende la divisione del popolo eletto nei confronti di Gesù, ed è quindi naturale che Giovanni collochi sotto la Croce un gesto che simboleggi il compimento della riunificazione dei figli di Dio dispersi, già profetizzata dal sommo sacerdote Caifa (Gv 11,51: “…essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi”). La tunica diventa così il simbolo del

“grande raduno” che nasce dalla Croce e attorno alla Croce dove Gesù è il re universale, il punto di unità e di attrazione dell’intera umanità.

L’Evangelista Giovanni sviluppa tuttavia questo avvenimento con una certa solennità. E’ il solo a richiamare l’attenzione alla tunica che «era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo» (19, 23). I soldati che, secondo l’uso romano, si dividono come un bottino le povere cose del crocifisso, non vogliono strappare la tunica. La tirano a sorte e in tal modo essa rimane intera. I Padri della Chiesa vedono in questo passo l’unità della Chiesa; essa è fondata come unica e indivisa comunità dall’amore di Cristo. L’amore

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del Crocifisso ricongiunge ciò che è diviso. La Chiesa è una nei molti.

Benedetto XVI, nel Messaggio al vescovo di Treviri, Germania, per l’apertura del pellegrinaggio alla “sacra tunica” (13 aprile 2012) affermava, tra l’altro, che la Chiesa, “come comunità unica e indivisa è opera di Dio, non il prodotto degli uomini e delle loro capacità. La tunica giovannea vuole essere un ammonimento alla Chiesa perché rimanga fedele alle sue origini, si renda consapevole che la sua unità, il suo consenso, la sua efficacia, la sua testimonianza possono essere, in fondo, creati solo dall’alto, possono essere donati solo da Dio”.

Dobbiamo però considerare in quali fragili vasi (cfr Cor 4,7) portiamo il tesoro che il Signore ci ha affidato, e come, a causa del nostro egoismo, delle nostre debolezze ed errori, viene ferita l’integrità del Corpo di Cristo. E’ necessaria una costante disposizione alla conversione e all’umiltà per essere discepoli del Signore con amore e con verità.

L’unità prevale sul conflitto

Papa Francesco, nell’Esortazione “Evangelii gaudium” indica quattro principi che rimandano alle tensioni proprie di ogni realtà sociale. Uno di questi, lo ritengo valido anche per la realtà ecclesiale e alla sua tensione ecumenica. Esso recita così: “L’unità prevale sul conflitto” (nn. 226-230).

Scrive Papa Francesco:

“Di fronte al conflitto, alcuni semplicemente lo guardano e vanno avanti come se nulla fosse…Altri entrano nel conflitto in modo tale che ne rimangono prigionieri…Vi è però un terzo m o d o , i l p i ù a d e g u a t o , d i p o r s i d i f r o n t e a l conflitto…trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo… In questo modo, si rende possibile sviluppare una comunione nelle differenze, che può essere favorita solo da quelle nobili persone che hanno il coraggio di andare oltre la superficie conflittuale e considerano gli altri nella loro dignità più profonda”.

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Questo principio possiamo osservarlo anche come metodo, cioè strada maestra, del dialogo tra le comunità cristiane.

Preghiamo perché il cammino ecumenico, fondato sulla comune fede nel Signore Gesù, sciolga ogni conflitto grazie all’audacia dell’ascolto fraterno, della feconda umiltà, del sincero pentimento che apra al perdono di Dio e al reciproco perdono dei fratelli e delle sorelle di ogni confessione cristiana.

Lo Spirito di Dio sostenga la fatica ininterrotta del dialogo, per giungere alla visibile unità quale segno straordinario di speranza per la salvezza del mondo. Amen.

+ Gerardo Antonazzo

AGENDA SETTIMANALE DEL VESCOVO: 26 gennaio – 02 febbraio 2014

26 D

09.00 SORA-Centro pastorale s. Luca: S. Messa assemblea dell’Unitalsi

11,00 AQUINO – Concattedrale: S. Messa per la Festa della Pace A.C.I

16.00 CIVITELLA ROVETO: Convegno “Giornata della Memoria”

27 L

10,00 UDIENZE

17.00 SORA-Chiesa di S. Giuliano: S. Messa per la festa di s.

Giuliano 28 M

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17.30 BALSORANO- S. Messa – Assemblea parrocchiale 29 M

16.00 SORA-Parr. S. Giuseppe artigiano: Incontro operatori Pastorali

18.30 BROCCOSTELLA-Oratorio: Incontro diocesano operatori liturgici (Zona Nord)

30 G

10,00 UDIENZE

17.30 ROCCASECCA-Parr. S. Margherita: S. Messa – Assemblea parr.

31 V

18,30 CASTROCIELO-Oratorio: Incontro diocesano operatori liturgici (Zona Sud)

01 S

17.00 CARNELLO: S. Messa – Assemblea parrocchiale 2 D

10.00 PONTECORVO-Sant. Madonna delle Grazie: S. Messa

17.00 PONTECORVO-Suore Sacro Cuore: Celebrazione della Giornata della Vita e della Vita

Una Chiesa che prega per e con i giovani

«Insegnaci a pregare». Questa esortazione ha dato inizio e ha concluso lo scorso venerdì 17 gennaio il primo appuntamento della scuola di preghiera per i giovani. La stessa esortazione con cui i discepoli si sono rivolti a Gesù chiedendogli di insegnare loro il modo più giusto per rivolgere a Dio la loro

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preghiera, come ha ricordato il vescovo Gerardo Antonazzo che ha rivolto il suo saluto ai giovani, con il suo grazie per la numerosa partecipazione. La chiesa di Santo Spirito,diventata luogo di appuntamento per gli eventi di pastorale giovanile, gremita di giovani, singoli, in gruppo, alcuni accompagnati dai loro sacerdoti, che in maniera così esplosiva hanno accolto il caloroso invito del vescovo, dei parroci, dei responsabili di zona, a vivere questa esperienza così profonda di vicinanza a Dio. E forte era il silenzio, scandito solo dal canto e dalla preghiera davanti a Gesù Eucarestia, che ha stupito chi non si era accorto di quante giovani vite affollavano non solo i banchi, ma anche lo spazio disponibile in piedi nella pur capiente chiesa, provenienti da Sora e da tanti centri della zona nord della diocesi, ossia Valle Comino, Valle Roveto e Valle del Liri.

“Perché pregare? Come pregare?” Questi interrogativi il vescovo ha rivolto ai giovani introducendo il suo discorso e spiegando quindi la ragione dell’iniziativa della scuola di preghiera. Rendere consapevoli e portare a conoscenza di quali sono le varie forme con cui ogni credente può rivolgersi a Dio, per ringraziare, supplicare, glorificare… per insegnare soprattutto a rendere i giovani capaci di divenire veramente disponibili ad un dialogo interiore nella preghiera. Pregare è amare e sentirsi amati. Dio è amore, e noi suoi figli dobbiamo dimostrare di saper ricambiare con il nostro cuore, con le nostre parole, con tutto il nostro essere questo amore, che lo ha spinto a mandare il suo Figlio per la nostra salvezza, e lasciare che per noi morisse, prendendo su di sé il nostro peccato. Quell’amore di Padre che ha resuscitato Gesù dalla morte, per dimostrare al mondo quanto grande sia questo amore.

Per questo primo appuntamento, l’equipe di pastorale giovanile ha voluto proporre l’adorazione eucaristica accompagnandola alla recita del vespro, componente fondamentale della liturgia delle ore, che consiste nel canto di salmi, cantici e inni, con l’aggiunta di preghiere e letture tratte dalla Sacra Scrittura. Essa, secondo la stessa Chiesa, è partecipazione

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sacramentale alla preghiera personale di Gesù Cristo: egli continua incessantemente a pregare e lodare il Padre nella preghiera della Chiesa. Le preghiere sono previste in diverse ore della giornata, articolata nelle ore canoniche. Le due ore principali sono le Lodi Mattutine, che si celebrano all’inizio della giornata ed appunto i Vespri, che si celebrano alla sera, solitamente all’imbrunire o prima di cena. Comprende anche altre ore minori: l’Ufficio delle Letture, l’Ora media e la Compieta. È articolata in un ciclo di quattro settimane (il Salterio), nel quale si recitano quasi tutti i salmi. Lo schema della Compieta è invece articolato su una sola settimana. I giovani hanno così partecipato a questa preghiera forse per molti poco conosciuta, scandendo i salmi recitati con canti animati da una folta rappresentanza del coro dei giovani. Dopo la reposizione del Santissimo Sacramento, il vescovo ha ripreso la parola per augurare a tutti i presenti di proseguire poi nel silenzio delle proprie stanze la preghiera corale appena celebrata, pregando tutta la notte in questo modo: ripetendo fino ad addormentarsi Signore, insegnaci a pregare, per risvegliarsi così al mattino seguente con ancora queste parole sulle labbra… lasciandosi quindi accompagnare dalla preghiera in tutti i momenti della propria vita. L’invito a tutti è per il prossimo appuntamento, il 21 febbraio sempre a Sora, nella chiesa di S. Spirito.

Carla Cristini

Ai Membri del Consiglio

Pastorale Diocesano

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Carissimi,

dopo un periodo piuttosto lungo di interruzione della collaborazione del Consiglio pastorale diocesano nella vita ecclesiale della nostra Comunità, desidero incontrare tutti per riorganizzare la vitale e dinamica sinergia del Consiglio con la programmazione pastorale della Chiesa diocesana.

Scrive Papa Francesco nell’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium”:

“I laici sono semplicemente l’immensa maggioranza del popolo di Dio. Al loro servizio c’è una minoranza: i ministri ordinati. È cresciuta la coscienza dell’identità e della missione del laico nella Chiesa. Disponiamo di un numeroso laicato, benché non sufficiente, con un radicato senso comunitario e una grande fedeltà all’impegno della carità, della catechesi, della celebrazione della fede. Ma la presa di coscienza di questa responsabilità laicale che nasce dal Battesimo e dalla Confermazione non si manifesta nello stesso modo da tutte le parti. In alcuni casi perché non si sono formati per assumere responsabilità importanti, in altri casi per non aver trovato spazio nelle loro Chiese particolari per poter esprimersi ed agire, a causa di un eccessivo clericalismo che li mantiene al margine delle decisioni” (n.

102).

La corresponsabilità dei laici nella vita ecclesiale è di fondamentale importanza per la crescita organica del Corpo di Cristo e per l’evangelizzazione delle realtà temporali ( p o l i t i c a , s o c i e t à , e c o n o m i a , c u l t u r a , c a t e g o r i e professionali, lavoro…).

Pertanto, con viva cordialità e pressante premura convoco il Consiglio pastorale diocesano per

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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2014, ALLE ORE 18.00 PRESSO IL CENTRO PASTORALE SAN LUCA, IN SORA.

All’ordine del giorno svolgeremo i seguenti impegni:

1. Preghiera iniziale

2. Statuto e Regolamento del Consiglio pastorale 3. Composizione del Consiglio pastorale

4. Composizione del Consiglio di presidenza

5. Progetto pastorale dell’anno: verifica intermedia 6. Progetto pastorale 2014-2015

7. Assemblea eologico-pastorale diocesana: 10-12 marzo 2014 8. Comunicazioni del Presidente

Affido questa ripresa del lavoro del Consiglio alla preghiera e all’impegno di tutti, certo di poter confidare nella responsabilità di ciascuno.

Con sincera e fraterna amicizia.

Sora, 13 gennaio 2014 + Gerardo Antonazzo Vescovo

È Domenica: III Domenica del Tempo Ordinario

Una luce si è levata nella Galilea delle genti

Da sempre il cuore dell’uomo è alla ricerca di Dio. Il suo desiderio è mosso dall’urgenza di trovare difesa contro i nemici e sicurezza nelle avversità della vita.

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La Liturgia di oggi ci riconsegna la gioia e la luce che il credente in Dio è chiamato a vivere attraverso il racconto dell’inizio del ministero pubblico di Gesù in Galilea. La Parola di Dio di questa Domenica richiama coraggiosamente il messaggio della solennità dell’Epifania del Signore, che abbiamo celebrato qualche settimana addietro. L’annuncio che Dio regna nella nostra storia ci libera da servitù, tenebre e esperienze di umiliazione. Gesù viene annunciato a tutti come Luce del mondo. La luce diventa così anche il simbolo della nostra fede e l’invito di Gesù a seguirlo indica a noi la missione di diffonderla. Testimoniarlo con la vita e annunciare il suo Vangelo del Regno di Dio in mezzo a noi è portare la sua luce a tutti. La luce è uno dei bisogni primordiali dell’uomo. Essa non è solo un elemento necessario alla sua vita, ma quasi l’immagine della vita stessa. Questo ha influito profondamente sul linguaggio, per cui vedere la luce, venire alla luce significa nascere; vedere la luce del sole è sinonimo di vivere… Al contrario, quando un uomo muore, si dice che si è spento, che ha chiuso gli occhi alla luce… La Bibbia usa questa parola come simbolo di salvezza. Il Salmo responsoriale pone la luce in stretto rapporto con la salvezza, mostrandone l’equivalenza: «Il Signore è mia luce e mia salvezza». «Dio è luce e in lui non ci sono tenebre» (1 Gv 1,5). Egli «abita una luce inaccessibile» (1 Tm 6,16). In Gesù la luce di Dio viene a risplendere sulla terra: «Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).

«Io come luce sono venuto nel mondo, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre» (Gv 12,46). Strappato alle tenebre del peccato e immerso nella luce di Cristo attraverso il Battesimo, il cristiano deve compiere le opere della luce:

«Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.

Comportatevi perciò come i figli della luce» (Ef 5,8). Il passaggio dalle tenebre alla luce è la conversione, l’ingresso nel regno di Dio (Vangelo).

Sappiamo cosa vuol dire convertirsi e fare penitenza: sta ad indicare un radicale cambiamento della nostra vita, un

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ribaltamento nella scala dei valori che il mondo propone e delle nostre quotidiane preoccupazioni che non sono certamente quelle proposte dal Vangelo nel discorso della montagna. Il regno di Dio è presente o scompare, s’avvicina o s’allontana in rapporto alla nostra volontà di conversione. La conversione, a sua volta, non è mai un’operazione compiuta una volta per tutte, bensì una tensione quotidiana, come la fedeltà non è un dato che si possa acquisire con una promessa, ma una realtà da vivere minuto per minuto.

M.Z.

Sora: Il ricordo del terremoto del 1915

A Sora furono seicento le vittime e numerosi gli edifici, le chiese e le case crollate

Lunedì scorso,99 anni fa, l’anniversario. L’anno prossimo ricorderemo il secolo di quello che fu, qui da noi, un sisma tra i più violenti. Il 13 gennaio 1915 resta una data ben impressa nella memoria storica di Sora, quando dovette conoscere il dramma del terremoto, un evento che segnò per sempre la Marsica, la Valle di Roveto, il Sorano e la Valle di Comino.

Novantanove anni fa, quel 13 gennaio, avrebbe sconvolto la vita di tutto il nostro territorio. Ed il 13 gennaio 2014,lunedì scorso, il vescovo mons. Gerardo Antonazzo ed i sacerdoti della Città e Diocesi hanno pregato per tutte le v i t t i m e , n e l c o r s o d e l l e m e s s e d a l o r o c e l e b r a t e . L’anniversario ci è sembrato l’occasione giusta per riprendere

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le notizie ed i frammenti di cronaca di quei giorni, tratte dal libro: Sora. Itinerari d’arte e di cultura, edito dai fratelli Palombi e curato da Eugenio Maria Beranger, Mauro Ferracuti e Luigi Gulia. Così, a pagina 59 leggiamo: «Alle 7,50 del 13 gennaio 1915 Sora, come buona parte dei comuni della Marsica e della Media Valle del Liri, fu interessata da una fortissima e prolungata scossa sismica che causò oltre seicento morti e la distruzione di più del cinquanta per cento del suo patrimonio edilizio. Furono cancellati per sempre il convento di Santa Chiara, il palazzo detto dei Pezzenti lungo il Liri, l’intricato sistema dei vicoli nelle vicinanze di piazza Orto dei Santi, mentre gravissimi danni subirono la badia di San Domenico, la chiesa di S. Bartolomeo, la Madonna della Stella, S. Francesco e S. Restituta. Rimase anche distrutto l’ospedale pochi anni prima ultimato per interessamento di Vincenzo Simoncelli nell’area dove sarebbe poi sorta la sede della Banca d’Italia in via Napoli. Si salvò il trittico del pittore norvegese Cristiano Mayer Ross, cittadino onorario di Sora, che con altri artisti d’oltralpe amava frequentare la valle irina sulla fine dell’altro secolo:

nel dipinto, una cui copia fotografica a grandezza naturale si conserva nell’atrio dell’ingresso principale dell’attuale ospedale civile di Sora Santissima Trinità, in via Marsicana, sono raffigurati la Madonna col Bambino tra i santi Rocco e Francesco.

Per quel quadro avevano posato lo stesso Vincenzo Simoncelli, S. Rocco, e la sedicenne Giulia, figlia di Vittorio Scialoja, la Madonna, che circa dodici anni più tardi sarebbe divenuta moglie del giurista sorano. Poi la ricostruzione. Ben dieci anni durò il restauro della chiesa di S. Domenico. Anche la cripta contenente le spoglie del Santo fu interessata dai lavori e, sulla fine degli anni Trenta, venne decorata con ornati a motivo vegetale e floreale. La chiesa di S.

Bartolomeo, con la realizzazione del nuovo asse cittadino rettilineo, vide la sua planimetria ridotta longitudinalmente e la facciata arretrata e ricostruita. Anche la chiesa di S.

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Francesco, caratterizzata dalla elegante bifora in stile gotico, subì danni al tetto e al soffitto completamen-te rifatto poi dai fratelli Biancale. Della chiesa di S.

Restituta si salvò solo lo splendido portale ad archi concentrici, prontamente smontato e ricoverato nel palazzo vescovile. I lavori di ricostruzione iniziarono presto ma, quasi subito, le autorità locali ritennero opportuno creare nel centro della Città una grande piazza rettangolare ove la chiesa occupasse non più il lato nord, bensì quello est.

Completamente distrutta la chiesa di Valfrancesca, cara alla pietà sorana, per la statua della Maònna Ranna, la Madonna Grande, che veniva portata in processione attraverso i campi in caso di prolungata siccità. La Cattedrale, uscita sostanzialmente indenne dalle numerose scosse, fu invece devastata nella notte del 13 gennaio 1916, da un incendio che, ad un anno esatto dal terremoto, distrusse la maggior parte degli arredi sacri, riportando tuttavia alla luce le originarie colonne e gli archi ogivali.

La ricostruzione della Città, grazie anche al piano regolatore urbano, avvenne secondo due direttrici ben precise:all’interno del perimetro murario medioevale le case riedificate si ispirano a modelli neo-gotici. All’esterno si favorisce la fabbricazione lungo la sponda sinistra del Liri e la statale 82, specie nei terreni limitrofi al ponte di Napoli».

San Sebastiano: i

festeggiamenti della Polizia

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Locale di Sora

Si sono svolte lunedì 20 gennaio 2014 le celebrazioni ufficiali per la Festa di San Sebastiano Martire, Patrono della Polizia Locale d’Italia.

Come da tradizione, alle ore 18.00, presso la Chiesa di Santo Spirito, è stata celebrata la Santa Messa, officiata da S.E.

il Vescovo della Diocesi Sora Aquino Pontecorvo Mons. Gerardo Antonazzo. Ha concelebrato Mons. Bruno Antonellis.

Erano presenti il Sindaco di Sora Ernesto Tersigni, per la Polizia Locale il Comandante della Polizia Locale Magg.

Francesco Pellegrini, il Vice Comandante Cap. Rocco Dei Cicchi e gli altri agenti, le forze dell’ordine della città, numerosi rappresentanti dell’Amministrazione Comunale e di altre istituzioni.

San Sebastiano è divenuto patrono della Polizia Locale d’Italia perché nel Breve Pontificio del 3 maggio 1957 Pio XII ha formalmente proclamato il Santo Martire “custode di tutti i preposti all’ordine pubblico che in Italia sono chiamati Vigili Urbani”.

Sora, 21 gennaio 2014 IL SINDACO

Ernesto Tersigni

A cura dell’Addetto stampa Dott.ssa Ilaria Paolisso

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Fotografie dei festeggiamenti della Polizia Locale di Sora – San Sebastiano

Una mostra per Antonietta Vona, figlia spirituale di Padre Pio da Pietrelcina

San Giovanni Rotondo (FG), Castrocielo (FR) e Torino: tocca questi tre luoghi il percorso spirituale terreno di Padre Pio.

Antonietta Vona (Castrocielo 1886 – San Giovanni Rotondo 1949): coinvolge questa persona l’apostolato del santo nativo di Pietrelcina. È suggestivo pensare che una donna nata a Castrocielo abbia conosciuto personalmente il frate cappuccino che ebbe le stigmate e che, addirittura, sia stata una delle sue tre figlie spirituali. Eppure è proprio così. Antonietta Vona, nata nel paese di Castrocielo ha avuto il privilegio di collaborare personalmente con Padre Pio e di corrispondere per via epistolare con lui. La parrocchia ed il paese di Castrocielo la ricordano con una mostra a lei dedicata, curata dalla sig.ra Annamaria Todisco, che ha conosciuto sia Antonietta Vona sia Padre Pio. La mostra, che è stata allestita nei locali dell’ex casa canonica, sarà inaugurata ufficialmente il prossimo 2 febbraio e rimarrà aperta fino al 23 settembre 2014, data del trapasso di Padre Pio.

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Nelle intenzioni della curatrice tale esposizione degli oggetti appartenuti ad Antonietta Vona, ma anche alle atre due figlie spirituali, Maria Basilio, di Torino, e Cleonice Morcaldi, di San Giovanni Rotondo, ha l’intenzione di far ripercorrere, attraverso un itinerario iconografico e fotografico, corredato da opportune didascalie, il cammino di fede che animò tutta la via della castrocielese Antonietta Vona, alla sequela di Padre Pio. Le sale della mostra, sei in tutto, descrivono ogni istante vissuto da questa umile donna, dai momenti che la videro presente a Castrocielo, fino a quelli del suo sereno trapasso, dopo il trasferimento in Puglia. Tra i tanti documenti iconografi e testuali che testimoniano la sua umile e semplice vita, oltre alle lettere che scrisse e ricevette dal frate cappuccino, è esposta anche la richiesta del vescovo della diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, mons. Antonio Iannotta (1900 – 1931), indirizzata al vescovo maestro di camera di Sua Santità Benedetto XV(1914 – 1922), di potere “essere ricevuta da pontefice per baciare lui il piede e poter, eventualmente, assistere alla sua messa”. Oltre a questa testimonianza di umiltà della sig.ra Vona, la mostra offre la possibilità di osservare foto, libri ed altri oggetti espressione di fede che ella possedeva e che testimoniano il suo intenso legame esistenziale e spirituale che l’ha unita e la unirà per sempre a Padre Pio da Pietrelcina (25 maggio 1887 – 23 settembre 1968). La mostra, che ha ricevuto il beneplacito della Parrocchia di Santa Lucia in Castrocielo e dell’Amministrazione comunale dello stesso paese, è aperta tutti i giorni della settimana dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 18.00.

Giovanni Mancini

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