A cura di: Renato Tomasella
“INCLUSIONE E ASSISTENZA SCOLASTICA DEGLI ALUNNI CON DISABILITA`”
A
Il significato di INCLUSIONEIncontro 1
I DISTURBI prevalenti (Legge 104/92)
B
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONE
C
Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA' (ADHD) e modalità di intervento
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«E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese».
secondo comma art. 3
A Il significato di INCLUSIONE
Costituzione della Repubblica Italiana (1 gennaio 1948)
«L’essere inclusi è un modo di vivere
insieme, basato sulla convinzione che ogni individuo ha valore e appartiene alla
comunità.»
Marisa Pavone – docente di Pedagogia Speciale
"Inclusione non significa accaparramento assimilatorio, né chiusura contro il diverso. Inclusione dell'altro significa piuttosto che i confini della comunità sono aperti a tutti:
anche, e soprattutto, a coloro che sono reciprocamente estranei o che estranei vogliono rimanere.»
Jurgen Habermas – Filosofo e sociologo
A Il significato di INCLUSIONE
A Il significato di INCLUSIONE
INCLUSIONE
INSERIMENTO
INTEGRAZIONEInclusione
è ciò che avviene quando
«ognuno sente di essere apprezzato e che la sua partecipazione è gradita».
La nozione di inclusione afferma l’importanza del coinvolgimento di tutti gli alunni nella realizzazione di una scuola realmente accogliente,
anche mediante la trasformazione del curriculum e delle strategie organizzative delle scuole,
che devono diventare sensibili all’intera gradazione delle diversità presenti fra gli alunni.
(F. Dovigo, 2007)
A Il significato di INCLUSIONE
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi.
In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.
L’obiettivo è quello di valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente.
A
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012
Il significato di INCLUSIONE
Inserimento «Puoi stare qui con noi!»
Integrazione «Vieni che provo a renderti più normale possibile!»
Inclusione «Mi vai bene così come sei!»
A Il significato di INCLUSIONE
Esempi narrativi
«Il portatore d’acqua»
«Un numero importante»
A Il significato di INCLUSIONE
L’ordine con cui sarebbe opportuno procedere per realizzare una scuola realmente inclusiva prevede le seguenti fasi:
1. si realizza un intervento didattico qualitativamente diverso.
per portare l’alunno a superare i propri limiti, scoprire e applicare le proprie intelligenze ed effettivamente ad imparare;
[se non si ottengono i risultati voluti]
2.si fornisce a chi ne ha bisogno qualcosa in più (strumenti
compensativi).
Mirano a ridurre gli effetti negativi del disturbo per raggiungere prestazioni funzionalmente adeguate[se non si ottengono i risultati voluti]
3.si consente che vengano svolte delle prestazioni in meno (misure dispensative).
Hanno lo scopo di evitare che il disturbo possa comportare un generale insuccesso scolastico con ricadute personali e sociali anche gravi.
1
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Tratto da: D. Janes e S. Cramerotti (A cura di), Alunni con BES, Ed. Erickson, 2103,
A Il significato di INCLUSIONE
Tra i giovani sta crescendo la generazione formata da giovani che non lavorano e non studiano e non sono nemmeno impegnati in attività di formazione ed apprendistato.
Secondo l’Istat sono oltre 2 milioni e 200 mila: il 22% dei giovani fra i 15 e i 19 anni.
Sono la “generazione sospesa”, dal “futuro interrotto” perché non è in grado di individuarlo e
tanto meno di progettarlo.
A Il significato di INCLUSIONE
Alunni con Verbale di Accertamento (Legge 104/92)
Valori percentuali
B
I DISTURBI prevalenti (Legge 104/92)Parte 1
Funzionamento
Parte 2
Fattori Contestuali ICF
MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE
C
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONEFunzionamento
Routine quotidiane Mobilità
Cura della persona Comunicazione
Apprendimento e applicazione delle conoscenze
Interazioni e relazioni interpersonali
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La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONEFattori ambientali
Prodotti e tecnologie
Ambiente naturale e cambiamenti ambientali effettuati dall’uomo Relazioni e sostegno sociale Servizi, sistemi e politiche
Atteggiamenti
C
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONE 3L’inclusione si realizza attraverso un’interazione positiva tra:
Docenti/Collaboratori Genitori
Organizzazione Servizi
L’integrazione/inclusione scolastica è, dunque, un valore fondativo, un assunto culturale che richiede una vigorosa leadership gestionale e relazionale da parte del Dirigente Scolastico, figura-chiave per la costruzione di tale sistema.
Linee guida per l’integrazione - 2009
C
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONEOrganizzazione scolastica
Spazi e architettura
Sensibilizzazione Alleanze extrascolastiche
Formazione e aggiornamento
Didattica comune
Documentazion
eAusili e tecnologia
Didattica individuale
Interventi sanitari e terapeutici
CLASSE COMUNITA’
“l’Index per l’inclusione”
Linee guida per l’integrazione - 2009
C
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONEAumentare la fiducia in se stessi
Avere la possibilità di RIUSCIRE
C
La LOGICA DELL’INTERVENTO per l’INCLUSIONED
Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoADHD sta per Disturbo di Deficit d’attenzione e/o iperattività e si configura come uno dei disturbi con una maggiore diffusione negli ultimi anni.
Rilevarne la presenza è di estrema rilevanza per l’individuo in quanto tale disturbo si protrae fino all’età adulta e compromette significativamente le aree di vita più importanti. In questi soggetti spesso di verificano fenomeni di abbandono scolastico; le relazioni sociali non sono adeguate e le prestazioni scolastiche sono compromesse.
Bisogna comprendere che il bambino/ragazzo non è volontariamente
“disattento” o “agitato”, ma non ha capacità di autoregolazione per cui non riesce a gestire i propri comportamenti e le emozioni, è opportuno non colpevolizzarlo e cercare di attrarre la sua attenzione con metodologie adatte.
Frequentemente gli adulti che non conoscono fino in fondo la fenomenologia sintomatologica del disturbo e vivono talune manifestazioni come un attacco alla loro persona e alla loro autorità.
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoEsempi di situazioni che potrebbero verificarsi a scuola con un bambino con ADHD:
– Tendenza a dimenticare i materiali di lavoro;
– Comportamenti da “buffone della classe”;
– Tendenza a dimenticare di fare i compiti assegnati;
– Richiede continui richiami per svolgere anche attività semplici;
– Spesso “spara” le risposte a caso;
– Infrange le regole dei giochi e della vita di comunità (anche in modo pericoloso);
– Non è in grado di spiegare come ha svolto un’attività e se ha trovato difficoltà;
– Spesso il suo banco è un caos di oggetti non inerenti all’attività che sta svolgendo;
– Non riesce a pensare a soluzioni alternative alla propria nella soluzione dei problemi;
– Ha difficoltà nel ricordare nessi causa-effetto;
– Procede per prove ed errori.
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoPunizioni e rimproveri (da soli e molto frequenti) non sono deterrenti e non hanno alcun tipo di effetto.
Ciò accade perché, come abbiamo detto precedentemente, il bambino non attua queste condotte volontariamente, ma esse sono frutto di una
disfunzione regolativa. Dunque come affrontare questa situazione?
Dunque come affrontare questa situazione?
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoDopo queste doverose precisazioni ecco alcuni utili suggerimenti per la didattica con bambini con ADHD:
Strategie per il mantenimento dell’attenzione
•Assicurarsi che non ci siano fonti di rumore che possano distrarre il bambino/ragazzo;
•Dare consegne brevi e di facile comprensione;
•Cambiare spesso il tono della voce;
•Utilizzare immagini, storie e video durante la spiegazione;
•Evitare i rimproveri e/o i richiami generici, prediligere modalità alternative per generare curiosità nei bambini e dunque attrarne l’attenzione;
•Utilizzare esempi pratici dell’attività che si andrà a svolgere;
•Fare ripetere le consegne per assicurarsi la corretta comprensione del compito;
•Usare il contatto oculare durante le spiegazioni;
•Strutturare le lezioni/interventi/relazioni prestando attenzione alla comunicazione, ai tempi e agli strumenti;
•Programmare lezioni/interventi/relazioni in modo tale da non richiedere lo stesso livello d’attenzione per tutto il tempo.
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoDopo queste doverose precisazioni ecco alcuni utili suggerimenti per la didattica con bambini con ADHD:
Strategie per gestire l’iperattività:
•Evitare lavori ripetitivi e particolarmente lunghi, anche se semplici;
•Concordare preventivamente con il bambino/ragazzo le fasi del lavoro che si andranno a svolgere (compreso il controllo finale);
•Assicurarsi che il bambino/ragazzo abbia compreso con chiarezza cosa deve fare;
•Dare delle piccole ricompense che permettano lo sfogo fisico dell’energia (ad esempio: se ricontrolli quello che hai scritto puoi andare a prendere una merendina al distributore);
•Dargli modo di uscire dalla classe in modo strutturato così da evitare
“evasioni” (ad esempio: tu sei l’addetto alle fotocopie, quando serviranno andrai a farle tu);
•Evitare di spiegare le consegne degli esercizi tutte insieme;
•Creare delle routines di classe/scuola.
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoAl bambino/ragazzo con ADHD deve essere spiegato con sufficiente chiarezza quello che può fare e quello che invece non è permesso. Le regole devono essere semplici, capibili ed in numero esiguo.
È necessario che esse siano continuamente ripetute, in modo che possano divenire bagaglio interiore del ragazzo.
Inoltre, egli deve sapere a che cosa va incontro nel momento in cui trasgredisce qualcuno dei precetti concordati.
Ogni volta che il minore manifesta dei comportamenti positivi, essi devono essere sottolineati e lodati, in maniera che possano diventare elementi per la costruzione dell’autostima.
E’ opportuno che le regole vengano condivise e applicate da tutti gli adulti di riferimento.
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Caratteristiche degli alunni con DISTURBO DELL’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (ADHD) e modalità di interventoSpesso è utile servirsi dei cosiddetti “antistress”: sono oggetti che il bambino/ragazzo può utilizzare per scaricare la tensione.
Essi permettono al minore di canalizzare la sua iperattività, consentendogli di stare seduto più a lungo.
Esempi
Questi elementi possono dei braccialetti da far andare su e giù per il braccio, degli elastici da tendere, un portachiavi con moschettone da far ruotare.
È opportuno far fare al bambino degli esercizi motori, mentre è seduto, che permettono di scaricare la tensione, come il sollevarsi con le mani dalla sedia per un tempo stabilito o premere le mani una contro l’altra per 10 secondi
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
C.C.N.L. Comparto Scuola 2006-2009 del 29/11/2007
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ART.47 - COMPITI DEL PERSONALE ATA
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I compiti del personale A.T.A. sono costituiti:
⚫
a) dalle attività e mansioni espressamente previste dall’area di appartenenza;
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b) da incarichi specifici che, nei limiti delle
disponibilità e nell’ambito dei profili professionali,
comportano l’assunzione di responsabilità
ulteriori, e dallo svolgimento di compiti di
particolare responsabilità, rischio o disagio,
necessari per la realizzazione del piano
dell’offerta formativa.
a) attività e mansioni espressamente previste dall’area di appartenenza (in tabelle allegate al contratto)
Il collaboratore scolastico: “Esegue, nell’ambito di specifiche istruzioni e con responsabilità connessa alla corretta esecuzione del proprio lavoro, attività caratterizzata da procedure ben definite che richiedono preparazione non specialistica.
Attività:
⚫E’ addetto ai servizi generali della scuola con compiti di accoglienza e di
sorveglianza nei confronti degli alunni, nei periodi immediatamente antecedenti e successivi all’orario delle attività didattiche e durante la ricreazione, e del
pubblico;
⚫di pulizia dei locali, degli spazi scolastici e degli arredi;
⚫di vigilanza sugli alunni, compresa l’ordinaria vigilanza e l’assistenza necessaria durante il pasto nelle mense scolastiche, di custodia e sorveglianza generica sui locali scolastici, di collaborazione con i docenti.
⚫Presta ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche, all’interno e nell’uscita da esse, nonché nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale anche con
riferimento alle attività previste dall’art. 47”.
b) Incarichi specifici
Determinano l’assunzione di responsabilità ulteriori, e lo svolgimento di compiti di particolare responsabilità, rischio o disagio, necessari per la realizzazione del piano dell’offerta formativa.
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La relativa attribuzione è effettuata dal dirigente scolastico, secondo le modalità, i criteri e i compensi definiti dalla contrattazione d’istituto nell’ambito del piano delle attività.
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Esse saranno particolarmente finalizzate per l’area A (collaboratore Scolastico) per l’assolvimento dei compiti legati all’assistenza alla persona, all’assistenza agli alunni diversamente abili e al pronto soccorso.
Il collaboratore scolastico su incarico attribuito dal Dirigente scolastico, può
assumere compiti di particolare responsabilità nell’ambito del Piano Triennale
dell’Offerta Formativa (P.T.O.F.). In questo caso il collaboratore scolastico
partecipa al processo di integrazione, interagisce e collabora con il Dirigente
scolastico, gli insegnanti, la famiglia e il personale sanitario per il
raggiungimento degli obiettivi del Piano Educativo Individualizzato (P.E.I.).
Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n.
22786/16 depositata il 30 Maggio 2016
⚫ ha ribadito la condanna penale, del giudice di secondo grado, ad alcune collaboratrici scolastiche , per essersi rifiutate di effettuare un cambio pannolino ad un’alunna disabile;
⚫ le collaboratrici erano state in un primo momento assolte, quindi condannate il 29 ottobre 2014, dalla Corte di appello, in base all’art. 47 del CCNL dove per l’area A è previsto l’assolvimento dei compiti legati all’assistenza alla persona e all’assistenza di base agli alunni diversamente abili.
⚫ La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza, respingendo puntualmente tutti i motivi del ricorso e confermando sia il reato sia il
risarcimento, condannando le ricorrenti finanche al pagamento delle spese processuali. Il reato notificato è quello di “rifiuto d’atti d’ufficio”,
⚫ il risarcimento spetta ai i genitori della bambina disabile in quanto sono riusciti a dimostrare in tutti i gradi di giudizio che le escoriazioni presentate dalla bambina erano dovute alla carente assistenza igienica consistente nel mancato cambio del pannolino.