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Sistema Economico Islamico Lezione 12

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Col nome di Dio Clemente e Misericordioso Terzo quadrimestre – Anno accademico 2018-2019

Sistema Economico Islamico – Lezione 12

L’economica islamica e i cicli economici, la teoria e le strategie di sviluppo e prosperità

I cicli economici

Uno degli obiettivi della macroeconomia consiste nello studiare i problemi ad essa relativi come l'inflazione, la disoccupazione e la recessione, e in particolare i problemi associati al ciclo economico, che sono definiti dai movimenti di ribasso e rialzo del PIL, ciò succede quando il PIL non ha un tasso di crescita stabile, ma sperimenta fluttuazioni.

I macroeconomisti hanno proposto diverse soluzioni al problema dei cicli economici, ma senza tanto successo. Oggigiorno anche le principali economie capitalistiche soffrono di cicli economici.

Cercheremo ora di capire se un sistema economico islamico soffre di un problema simile e se in tal caso ha la capacità di risolverlo.

Il ciclo economico è la fluttuazione dell'attività economica che un'economia subisce nel tempo. Un ciclo economico è sostanzialmente definito in termini di periodi di espansione o recessione: un periodo di espansione del PIL è seguito da un momento di crisi e recessione. Secondo alcune formulazioni, in un ciclo economico si distinguono quattro fasi: espansione (aumento della produzione e dei prezzi, bassi tassi di interesse), crisi (crollo delle borse e molteplici fallimenti delle imprese), recessione (calo dei prezzi e della produzione, alti tassi di interesse) e ripresa (le borse recuperano a causa della caduta dei prezzi e dei redditi). Durante le fasi di espansione, l'economia cresce, come evidenziato dall'aumento degli indicatori quali l'occupazione e il tasso di crescita.

Durante le recessioni, l'economia si contrae, come indicato dalla diminuzione dell'occupazione e del tasso di crescita.

Molti sistemi economici capitalistici sperimentano due periodi di espansione e declino. A volte l'economia è in piena espansione con un alto tasso di crescita e talvolta è in calo con un basso tasso di crescita. La crisi finanziaria del 2008 costituisce un tipico esempio di ciclo economico del mondo contemporaneo, trattavasi di un problema di mutui subprime: dopo una massiccia deregolamentazione nel settore finanziario, le banche concessero facilmente prestiti ad alto rischio finanziario ai propri clienti per l'acquisto di case, senza preoccuparsi dei rischi di insolvenza. Quando

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arrivò il momento di rimborsare i prestiti, i debitori non furono in grado di estinguerli. Durante questa crisi, alcune grandi società andarono in bancarotta. Il governo degli Stati Uniti dovette intervenire per salvare le grandi banche e le compagnie importanti.

Anche altre forme di crisi economica sono avvenute negli ultimi decenni, per esempio negli anni '90 abbiamo avuto la bolla delle dot-com dovuta al miglioramento della tecnologia. Ma anche prima di allora vi sono state altre crisi, tra cui la crisi più devastante delle economie capitalistiche: la Grande Depressione degli anni '30.

L’economia islamica e il ciclo economico

L'economia islamica ha un piano particolare per risolvere il problema del ciclo economico, si tratta del modello islamico di finanza e sistema bancario, chiamato il modello di condivisione dei profitti e delle perdite (profit and loss sharing, PLS). Il modello PLS ha lo scopo di mitigare i cicli economici eliminando il divario tra i settori finanziari e quelli reali dell'economia. Esso è basato sugli insegnamenti islamici come il divieto dell’usura e del gioco d'azzardo, da un lato, e la raccomandazione dei contratti di partenariato, dall'altro. Quando il sistema finanziario funziona sulla base del modello PLS, il settore finanziario si adegua alle fluttuazioni del settore reale e quindi l'economia reale funziona senza intoppi e recupera dalla recessione.

La condivisione di profitti e perdite è un sistema di contrattazione del sistema finanziario islamico.

In questo sistema, il proprietario del capitale e gli investitori condividono i profitti e le perdite degli investimenti.

I contratti PLS svolgono un’azione di contrasto ai cicli economici. Quando l'economia è in piena espansione, le due parti di un contratto di partnership traggono vantaggio dai guadagni del loro investimento comune. Al contrario, quando l'economia è in recessione, le due parti del contratto di partnership producono meno profitti. Questo perché il profitto è diviso tra loro in base ai rapporti prestabiliti: l'investitore non deve pagare un importo fisso di profitto ai depositanti e non va in bancarotta. Di conseguenza, poiché in un sistema PLS il risultato degli investimenti è suddiviso in rapporto al funzionamento dell'economia reale, esso agisce contro i cicli economici, ciò avviene perché aiuta il sistema economico ad adattarsi alle fluttuazioni dell'economia reale.

In un sistema finanziario basato sugli interessi, gli investitori devono rimborsare i prestiti con l'intero ammontare di interessi indipendentemente da ciò che accade nell'economia reale. Se l'economia va in recessione, gli investitori devono rimborsare il prestito con un alto tasso di interesse determinato nel momento di espansione. Di conseguenza, potrebbero andare in bancarotta.

In un sistema PLS invece il proprietario del capitale monetario si assume la responsabilità di quanto accade nel mondo reale. Se ci fosse un alto profitto nell'economia, anche il proprietario del capitale guadagnerebbe di più e viceversa. Significa che l'investitore paga meno al proprietario del capitale quando l'economia è in recessione e di più quando l'economia è in piena espansione. Di conseguenza, il sistema finanziario PLS non esercita una pressione intollerabile sugli imprenditori e sui produttori.

Invece, richiede loro di condividere i profitti con i proprietari del capitale in base a ciò che accade nell'economia reale.

Il sistema economico con un sottosistema finanziario PLS sarà così auto-regolante: il settore finanziario si adeguerà ai cambiamenti nel settore economico reale. Quando l'economia reale è in piena espansione, il settore finanziario richiede un profitto elevato da pagare ai proprietari del capitale monetario. Quando il settore reale soffre di recessione, il sistema finanziario richiede un basso profitto

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Un sistema PLS flessibile aiuta il sistema economico reale a riprendersi dalla recessione: quando l'economia è in recessione, i produttori pagano meno al proprietario del capitale monetario, di conseguenza, possono tollerare la pressione di un calo della redditività dei progetti economici nel settore economico reale e in tale situazione devono pagare meno al capitale, come fattore importante di produzione, quindi un sistema finanziario PLS contrasta i cicli economici.

Sebbene un modello PLS sia teoricamente superiore a un sistema finanziario a tasso fisso, non è stato messo completamente in pratica in molti paesi islamici. In molte banche islamiche, i contratti PLS non sono così comuni, al contrario, si basano su un sistema finanziario a tasso di profitto quasi stabile.

Alcune banche islamiche pagano un tasso di rendimento quasi fisso sui depositi di investimento, richiedono inoltre un tasso di profitto quasi fisso dagli investitori. In un sistema del genere, quando l'economia oscilla, il sistema finanziario non è in grado di adattarsi ai cambiamenti nell'economia reale. Invece, il sistema finanziario mitiga i problemi dell'economia reale facendo pressione sugli investitori, di conseguenza, alcune società del settore reale vanno in bancarotta perché non possono rimborsare le agevolazioni con i tassi fissi di profitto. La situazione allora peggiorerà. Per poter trarre vantaggio da un sistema finanziario flessibile PLS, dobbiamo prendere in considerazione i suoi problemi pratici e pensare a una soluzione a tali problemi.

La teoria dello sviluppo e della prosperità

Nell'economia convenzionale, lo sviluppo è una questione importante. Gli economisti dello sviluppo discutono su come i paesi possono svilupparsi e prosperare per migliorare il benessere delle persone.

Quando pensiamo alla teoria dello sviluppo da una prospettiva islamica, dobbiamo affrontare almeno tre interrogativi - definizione, cause e strategie di sviluppo - in un’ottica islamica.

Nell'economia dello sviluppo, gli economisti usano due concetti diversi: crescita economica e sviluppo economico. La crescita economica è un concetto più ristretto rispetto allo sviluppo economico e si riferisce a un aumento del livello reale di produzione nazionale di un paese, che può essere misurato da un aumento del PIL del paese. Lo sviluppo economico è invece un indice più qualitativo che mostra un aumento nel tenore di vita, la libertà dall'oppressione, nonché una scelta più ampia.

Il concetto di crescita è stato criticato dagli economisti sulla base del fatto che non esprime il miglioramento di tutti gli aspetti della società, hanno così introdotto la nozione di sviluppo come alternativa al concetto di crescita. Lo sviluppo come fenomeno qualitativo mostra il miglioramento di tutti gli aspetti della società: economici, sociali, culturali e politici. Il metodo più accurato per misurare lo sviluppo è l'Indice di sviluppo umano (HDI Human Development Index), che è una statistica composita dell'aspettativa di vita, dell'istruzione e degli indicatori di reddito pro capite.

Da un punto di vista filosofico, il concetto di sviluppo economico è troppo ristretto, nel senso che esprime solo espansioni materiali e miglioramenti della società o ciò che potremmo chiamare benessere economico. Il termine non può esprimere ciò che potremmo chiamare sviluppo spirituale, che è legato agli aspetti non materiali, anche se alcuni economisti hanno prestato attenzione al fatto che i fattori spirituali e morali contribuiscono allo sviluppo, non considerano tuttavia la moralità un valore intrinseco bensì strumentale.

Basandoci sulla visione islamica del mondo, possiamo introdurre un concetto alternativo di sviluppo che comprenda elementi di progresso sia materiali che non materiali, utilizzeremo a tal fine il termine

“prosperità”, invece di sviluppo, per rappresentare sia il progresso materiale che spirituale della

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società. In questo modo, esprimiamo una visione diversa sull'obiettivo finale della civiltà umana: far sì che le persone sviluppino tutte le loro potenzialità materiali e spirituali per prosperare.

Prosperità differisce da sviluppo non solo nel significato, ma anche negli indicatori con cui valutiamo il progresso delle società. Il grado di prosperità è valutato da indicatori sia economici che non economici. Da un punto di vista economico, una società fiorente ha un alto tasso di crescita fondato su un'equa distribuzione della ricchezza tra i membri della società. Un alto tasso di crescita è considerato positivo quando anche altri aspetti della società vengono migliorati. Indicatori sociali come la sostenibilità della famiglia, l'adesione alle norme giurisprudenziali islamiche e la promozione di codici etici di condotta sono tra gli indicatori sociali di una società prospera. Di conseguenza, gli indicatori della prosperità misurano sia gli aspetti materiali che quelli spirituali del progresso relativo alle società umane.

Inoltre, l'Islam sostiene che la prosperità economica si verifica quando i frutti del progresso economico sono equamente distribuiti tra tutte le persone del mondo. Istituzioni islamiche come la zakah e la finanza senza interessi sono state progettate per assicurare sia la crescita che l’equità nella società.

Fattori di sviluppo

Nelle teorie convenzionali dello sviluppo, fattori come l'accumulo di capitale, specializzazione, divisione del lavoro e innovazione sono considerati fattori che promuovono la crescita e lo sviluppo.

Gli economisti classici sottolineano principalmente l'idea di specializzazione, divisione del lavoro e liberalizzazione dell'economia, essi sostengono che un libero commercio nazionale e internazionale contribuisce allo sviluppo. Anche se le teorie contemporanee dello sviluppo hanno considerato un ruolo per i fattori morali in termini di capitale sociale e umano, la maggior parte delle teorie sullo sviluppo si concentra sulle cause materiali dello sviluppo.

L'Islam ha una visione particolare sulle cause della prosperità, prendendo in considerazione sia i fattori materiali che spirituali. In molti versetti del Corano, viene spiegato come la disobbedienza alle norme divine costituisce la causa principale del declino di alcune grandi civiltà, in altri versetti, si cita invece l’oppressione.

Il Corano presta più attenzione ai fattori spirituali che materiali, da un lato, afferma che il duro lavoro può rendere prospera una nazione, tuttavia dichiara anche: “Se gli abitanti di queste città avessero creduto e avessero avuto timor di Dio, avremmo diffuso su di loro le benedizioni dal cielo e dalla terra. Invece tacciarono di menzogna e li colpimmo per ciò che avevano fatto” (7:96).

La teoria dello sviluppo di Ibn Khaldun, come osservato nelle lezioni precedenti, è una teoria dei fattori multidimensionale in base alla quale lo sviluppo è una funzione di molti fattori tra cui quelli economici, sociali, politici e culturali. Secondo lui, questi fattori lavorano congiuntamente per migliorare la qualità della vita. Quando uno di questi fattori non funziona correttamente, anche gli altri fattori non riescono a svolgere correttamente la loro funzione. Ibn Khaldun ha definito tale funzione “il meccanismo di innesco”, in altre parole significa che quando manca uno dei fattori che contribuisce allo sviluppo, esso funziona come innesco e danneggia il funzionamento degli altri fattori che contribuiscono allo sviluppo.

Per spiegare il declino della civiltà islamica del XIV secolo, Ibn Khaldun sosteneva che era stata la politica il meccanismo di innesco, essendosi i musulmani allontanati dalla tradizione del Profeta;

questo influenzò anche le altre aree, compreso il settore economico.

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Oggigiorno i paesi musulmani poggiano su strategie di sviluppo adottate da società non musulmane, pertanto alcuni studiosi musulmani sostengono che bisogna sviluppare teorie di sviluppo e prosperità adatte alle società islamiche e fondate sugli insegnamenti islamici. La prosperità è un fenomeno multidimensionale che copre tutte le sfere - economica, sociale, politica e culturale - della vita umana, vedremo ora quali sono le strategie da applicare per raggiungere questa prosperità.

Le strategie di sviluppo e prosperità

Le strategie di prosperità non sono indipendenti dalla nostra concezione dello sviluppo e dai nostri punti di vista sulle sue cause. Avendo introdotto il concetto di prosperità come ciò che riflette gli aspetti materiali e spirituali del progresso, abbiamo bisogno di conoscere i meccanismi che contribuiscono alla formazione di uno sviluppo equilibrato in tutti gli aspetti della società.

La spiegazione delle strategie di prosperità dipende anche dalle nostre opinioni sulle cause dello sviluppo da una prospettiva islamica. Poiché sosteniamo l’influenza dei fattori materiali e spirituali sulla prosperità delle civiltà e dei paesi, dobbiamo offrire strategie che tengano conto di entrambi gli elementi.

Gli economisti hanno introdotto diverse strategie per lo sviluppo, le più importanti sono:

a. Libero scambio: molti economisti classici sostengono che un mercato concorrenziale libero contribuisce allo sviluppo dei paesi attivando la mano invisibile del mercato.

b. Promozione delle esportazioni vs sostituzione delle importazioni: molti economisti classici considerano la promozione dell'esportazione come la migliore strategia per lo sviluppo. Altri economisti invece sostengono l'idea della sostituzione delle importazioni, cioè i paesi devono pianificare nel proprio paese la produzione di beni e servizi altrimenti importati, contemporaneamente devono essere incoraggiati investimenti nelle industrie in modo da sostituire le importazioni e scoraggiarle applicando dei dazi. In questo modo, pian piano le merci importate da altri paesi vengono sostituite dalle merci prodotte nel paese.

c. Industrializzazione vs sviluppo rurale: alcuni economisti sostengono l'efficacia dell'industrializzazione come strategia di sviluppo. Secondo loro, questi sono gli investimenti migliori. Altri economisti invece prestano attenzione alle risorse agricole, soprattutto molti paesi sottosviluppati hanno più possibilità di sviluppo in agricoltura piuttosto che nell'industria.

d. Strategie di sviluppo equilibrate vs strategie di sviluppo non equilibrate: alcuni economisti sostengono che lo sviluppo è accessibile quando realizziamo un investimento equilibrato in tutti i settori economici, compresi l'industria, l'agricoltura e i servizi. Secondo loro, il modello di investimento dovrebbe essere progettato in modo da garantire uno sviluppo equilibrato nei vari settori dell'economia. I sostenitori dello sviluppo non equilibrato invece, considerando che i paesi in via di sviluppo non hanno risorse sufficienti da allocare in tutti i settori economici, propongono allora la concentrazione degli investimenti su determinati settori strategici piuttosto che una distribuzione uniforme degli investimenti tra vari settori.

e. Strutturalismo, dipendenza e modernismo: lo strutturalismo presta attenzione ai problemi strutturali dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, sostenendo che una strategia di libero mercato non è adatta ai paesi non sviluppati. Nella teoria delle dipendenze, si è prestata attenzione al problema dello sfruttamento dei paesi sottosviluppati da parte dei paesi sviluppati. Il modernismo considera anche la modernizzazione o l'occidentalizzazione come una strategia per lo sviluppo.

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Si noti che le strategie di sviluppo si basano su diversi punti di vista sulla filosofia dello sviluppo e su diverse interpretazioni delle cause dello sviluppo. Alcune strategie come l'industrializzazione, la promozione delle esportazioni e il modernismo si basano sull'idea che un'economia di libero mercato costituisce la via migliore per lo sviluppo. Le strategie come la sostituzione delle importazioni invece si basano sull'idea che un'economia di libero mercato non è perfetta e soffre di molti tipi di fallimento di mercato, di conseguenza, il governo dovrebbe intervenire nell'economia e gestire i movimenti verso lo sviluppo.

Considerando le norme e gli insegnamenti islamici, comprendiamo che l'Islam facilita la prosperità prestando attenzione agli aspetti culturali e alle strutture statali che possono essere d’appoggio.

L'Islam educa e forma le persone e coltiva in esse la cultura della prosperità.

Essendo uno "stile di vita onnicomprensivo", l'Islam ha stabilito meccanismi pratici per il raggiungimento degli obiettivi di prosperità, compreso un miglioramento equilibrato in tutti gli aspetti della vita umana: culturali, politici, sociali ed economici. Per una distribuzione equa e giusta della ricchezza, l'Islam prescrive misure positive e proibitive. Le misure positive comprendono la zakah, le leggi sulla successione e altri contributi obbligatori e volontari. Le misure proibitive comprendono il divieto di applicare interessi, l’usura, il gioco d'azzardo, nonché metodi immorali, iniqui e illegali per acquisire ricchezza.

Nella visione islamica, la prosperità economica non costituisce l'obiettivo finale e quindi ha un valore strumentale. Di conseguenza, le strategie economiche volte a promuovere la prosperità economica non dovrebbero avere un effetto negativo sugli altri aspetti della prosperità, anzi devono contribuire allo sviluppo spirituale della società.

Politiche economiche volte alla prosperità devono garantire che i tre obiettivi di crescita economica, uguaglianza e sostenibilità siano accessibili contemporaneamente. Di conseguenza, la crescita economica deve essere integrata da una giusta ed equa ripartizione delle risorse economiche e dei risultati tra le persone. Ci dovrebbe essere anche un uso equilibrato delle risorse, in particolare delle risorse naturali.

Proibendo il dispendioso consumo di risorse e beni, l'Islam pianifica sia l'efficienza che l'equità nel processo di prosperità economica. In questo senso, l'Islam riconosce diverse virtù nella produzione, consumo e distribuzione. Come abbiamo notato in precedenza, l'Islam considera il duro lavoro, la moderazione e l'altruismo virtù rilevanti nella produzione, nel consumo e nella distribuzione, rispettivamente. Quindi ci si aspetta che gli individui lavorino sodo e contribuiscano alla crescita dell'economia, pianifichino un consumo moderato e limitato, in modo che possano utilizzare il loro reddito aggiuntivo per la riduzione della povertà attraverso donazioni altruistiche. In questo modello, l'allocazione di risorse scarse ai bisogni è tale che entrambi gli obiettivi di efficienza ed equità sono accessibili.

Per raggiungere gli obiettivi di efficienza, uguaglianza e sostenibilità, l'Islam non si basa solo sul forte intervento dello Stato, attraverso l’applicazione delle norme islamiche, o sulla mano invisibile del mercato, ma prevede anche l'istruzione e la formazione delle persone per autoregolare la produzione, il consumo e la distribuzione in modo che le risorse scarse siano efficacemente, equamente e sostenibilmente dedicate alla soddisfazione di bisogni adeguati.

Domande

1- Spiegate il modello di condivisione dei profitti e delle perdite (PLS).

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2- Qual è la differenza tra sviluppo e prosperità? Qual è la visione islamica riguardo ai fattori che portano alla prosperità?

3- Che cosa s’intende per una strategia multidimensionale di prosperità?

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