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La stessa presenza di una scheda di sviluppo (la EZ-KIT Lite) che integra dispositivi non necessari all’applicazione esplica bene questo concetto

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Academic year: 2021

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7. Conclusioni e sviluppi

l lavoro si è concluso con la realizzazione di un prototipo, del quale sono state dimostrate la piena funzionalità e rispondenza ai requisiti posti. Il prototipo però si presenta come un prototipo di dimostrazione tecnologica e di sviluppo, quindi, allo stato attuale, non sarebbe commercializzabile.

I

Questo è dovuto essenzialmente a due motivi: gli ingombri ed i costi, da un lato, e la filosofia usata per l’interfacciamento, dall’altro. Il prototipo, come si è detto, è un dimostratore pensato per un futuro sviluppo;

incorpora quindi tutta una serie di componenti hardware che, in una versione “commerciale” ingegnerizzata sarebbero inutili. La stessa presenza di una scheda di sviluppo (la EZ-KIT Lite) che integra dispositivi non necessari all’applicazione esplica bene questo concetto. Ovviamente la presenza di hardware non necessario influisce negativamente sui costi, facendoli addirittura lievitare; ad esempio il solo DSP ha un costo che (a seconda della versione) si aggira attorno ai 15 €, ed il codec costa 9,50 €, mentre la scheda di sviluppo viene venduta a 480 €. Per poter commercializzare il sistema è dunque necessaria una fase di “engineering and manufacturing development”, in cui si potrebbe pensare non solo ad eliminare le componenti inutili, ma anche a sviluppare più modelli del sistema, per complessità decrescente, in modo da soddisfare diversi targets sul mercato; ad esempio una versione “full”, con funzionalità completa e costo maggiore, destinata alle moto granturismo, ed una versione “light”

con minori capacità ma ad un costo inferiore per i ciclomotori od i maxi

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scooter, cioè mezzi utilizzati per il piccolo cabotaggio che hanno costi complessivi minori e su cui incide maggiormente il costo del sistema.

Dal punto di vista dell’interfacciamento, come si è detto, si è scelto di realizzare un’architettura estremamente aperta: questo però comporta che per integrare il sistema su una moto si debba considerare come interfacciarlo con l’utente, ovvero se sono disponibili risorse “on board”

sulla moto, o se sia necessario progettare un’interfaccia dedicata. In linea di principio sarebbe piuttosto semplice creare una ulteriore piconet (con un altro chipset Bluetooth connesso al DSP) che, tramite un profilo RFCOMM, permetta di realizzare un’interfaccia simile a quella utilizzata per il testing e residente su di un palmare.

Tra gli sviluppi futuri del sistema possiamo pensare poi all’integrazione di un qualche algoritmo di soppressione del rumore: come si è detto, anche se non si è provveduto all'integrazione sul prototipo di questa funzione, si è fatto in modo che fossero disponibili tutte le risorse, sia in termini di hardware che di potenza di calcolo, che potrebbero essere necessarie.

D’altronde esistono in commercio pacchetti software, appositamente sviluppati per l’integrazione in sistemi automotive basati su DSP. Un ragionamento analogo si può fare per gli algoritmi per il riconoscimento e la sintesi di comandi vocali. Da questo punto di vista potrebbe essere interessante effettuare un upgrade della connessione Bluetooth tra il telefono GSM e la centralina, passando dall’utilizzo del profilo headset al profilo handsfree: si otterrebbe in tal modo la capacità, da parte del sistema, di riconoscere ed utilizzare un set piú ampio di comandi AT, riuscendo ad effettuare chiamate senza bisogno di premere tasti sul telefono; al limite sarebbe possibile emulare la tastiera del telefono con l’interfaccia utente, ed il DSP potrebbe occuparsi dell’invio dei comandi al GSM.

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Si aggiunga che resta la possibilitá di utilizzare le nuove releases del protocollo Bluetooth: la miglioria funzionalmente piú significativa è relativa alla migliore qualità dell’audio, intesa sia come maggiore banda di campionamento dei segnali audio analogici che come introduzione di comunicazioni stereo; quest’ultima possibilità d’altra parte non è implementabile a causa delle disposizioni di legge, che impongono l’uso, alla guida di un qualunque tipo di veicolo, di un solo auricolare.

Infine si potrebbe passare ad un altro DSP: la Analog Devices ha annunciato che prossimamente (all’incirca attorno all’Agosto del corrente anno) porrà in vendita un nuovo DSP della serie Blackfin, il BF537. Questo dispositivo, a quanto specificato dai data sheets (preliminary) potrà contare su due UART, controllabili entrambe in DMA, e su un controller CAN. Dal punto di vista di questo progetto l’adozione di questo nuovo DSP rappresenterebbe un notevole passo avanti, per due motivi:

• la seconda UART controllabile tramite DMA aiuterebbe a semplificare il software, non costringendo più all’emulazione della seconda UART con una porta seriale sincrona;

• soprattutto, il bus CAN rappresenta, allo stato attuale, il miglior interfacciamento possibile per il sistema con l’elettronica a bordo di un motoveicolo, essendo il più diffuso e quello più di moda tra i costruttori;

si potrebbe, tramite questo bus, pensare addirittura all’integrazione nel sistema di funzionalità di controllo della moto stessa, come:

o autodiagnostica del veicolo (messaggi vocali di carenza carburante, carenza olio, temperatura motore, ecc.);

o comandi vocali per funzioni secondarie (accensione luci, accensione frecce, attivazione clacson, ecc.).

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Tutto questo, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione di elettronica a bordo di ogni tipo di veicolo, integrazione che si sta diffondendo dai mezzi piú complessi a quelli piú semplici, dall’aereo allo scooter: non si dimentichi che applicazioni come il fly by wire, utilizzato dagli aerei da combattimento di ultima generazione, sta diventando il drive by wire, tecnologia che si affaccia in questo momento al mercato (ovviamente civile) delle auto, in particolare a quello delle berline di lusso

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