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ELENA MODENA, L'altrOrfeo. Considerazioni analitiche sulla vocalità, Roma, Aracne, 2009

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Academic year: 2021

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(1)Musica Docta. Rivista digitale di Pedagogia e Didattica della musica, pp. 85-86. ELENA MODENA, L’altrOrfeo. Considerazioni analitiche sulla vocalità, Roma, Aracne, 2009, 192 pp. Il volume consiste in un’indagine sulla vocalità ispirata al «metodo funzionale della voce» di Gisela Rohmert (*1932), didatta e fondatrice del Lichtenberger Institut für angewandte Stimmphysiologie (già Lichtenberger Institut für Gesang), sorto nei pressi di Darmstadt nel 1982. Da quell’esperienza – un metodo di pedagogia della voce fondato sullo studio della fisiologia vocale e del «fatto vocale» in quanto evento acustico e stimolo percettivo – Elena Modena ha derivato e illustra in questo libro una sua proposta di «analisi funzionale» della vocalità, storicamente considerata e rivolta, insieme, all’àmbito dell’emissione e a quello dell’ascolto. L’Introduzione anticipa sinteticamente alcuni temi portanti della proposta e del volume: la specificità dell’emissione vocale quale sintesi complessa di esecutore-cantante e strumento-voce; la qualità di fenomeno collettivo dell’evento musicale; il rapporto tra analisi musicale del fenomeno vocale e processo d’ascolto; la relazione psicofisica che intercorre tra il suono vocale e il corpo. Di seguito, il primo capitolo (che ha anch’esso carattere introduttivo) avvicina il lettore all’«analisi funzionale del fatto vocale», illustrando per un verso i fondamenti storici e scientifici di questa indagine, per altro verso gli addentellati con il magistero di Gisela Rohmert. Chiarita preliminarmente l’accezione di vocalità accolta nel testo e la conseguente necessità di considerare il suono vocale nella sua dimensione anche storica (differenziata per periodi), il capitolo introduce il lettore a una serie di considerazioni preliminari che investono, nell’ordine, il rapporto tra comportamento neurofisiologico ed emissione vocale, i quattro parametri costitutivi della prospettiva ‘funzionale’, la corporeità dello strumento-voce, il rapporto tra voce e orecchio. In quest’ultimo caso il punto di riferimento privilegiato, che ricorre più volte nel seguito della trattazione, è la ricerca di Alfred Tomatis, considerata anche nella sua dimensione terapeutica (teoria della «ricarica corticale»). Segue e completa questa parte teorica e più specificamente scientifica una prima apertura sulla storia della vocalità, intesa per ora come mito (preistoria). Il secondo capitolo (“L’ipotesi Orfeo”) è infatti dedicato per intero alla figura del «primordiale cantore-strumentista» – tradizionalmente collocato alle radici della storia della musica nelle pubblicazioni di uso didattico conservatoriale – in quanto contrapposta a quella delle Sirene dell’episodio omerico. L’uno e le altre vengono assoggettati in questo studio a una disamina ‘funzionale’, centrata sul corpo-voce delle due entità mitiche. Con il terzo capitolo (“L’ars cantus”) si entra nella dimensione propriamente storica dell’indagine, che segue ora il filo di una storia della voce in quanto modulata in un dato stile. Si tratta in questo caso di un repertorio gregoriano seguito nelle tracce di vissuto musicale riscontrabili nella trattatistica medievale (da Agostino a Severino Boezio, da Isidoro di Siviglia a Guido. http://musicadocta.cib.unibo.it ISSN 2039-9715 © 2012 CIB - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna.

(2) 86. Adriana Guarnieri. d’Arezzo): il suono di una voce cantante incarnata da una schola e calata in un rito da intendersi entrambi quali componenti indispensabili. Mentre il quarto capitolo è intitolato alle prospettive didattiche nella tradizione del belcanto. La ricerca punta qui a ricostruire lo stile esecutivo e le modalità di ascolto in epoca barocca; soprattutto attraverso una rilettura ‘funzionale’ delle Opinioni de’ cantori antichi e moderni di Pier Francesco Tosi (1723) che da un lato ne individua le implicazioni psicofisiologiche, dall’altro sottolinea la centralità delle capacità di “ascolto” (in senso lato) del docente, largamente intese. Chiude il volume un capitolo su Wozzeck, condotto direttamente, ora, sulla scorta della partitura: appaiono in primo piano le infinite modalità tecniche e indicazioni stilistiche d’autore attraverso le quali l’opera mette in scena un’emissione vocale altamente differenziata, che trascorre dalla cantilena all’urlo. Poiché accoglie modalità sia liriche sia antiliriche (tra cui il riso, la tosse, il fischio) senza alcuna preclusione, la partitura mette inoltre in luce una gestualità conseguente: non ultimo pregio di un’opera che si presta egregiamente a una lettura ‘funzionale’. Per i temi segnalati e per il loro sostrato teorico, scientifico e storico, il libro può costituire un valido sussidio didattico allo svolgimento di insegnamenti aperti all’evoluzione degli stili vocali: corsi di Storia della musica (in modo particolare per il capitolo II) e di Storia dell’opera (in modo particolare per i capitoli IV e V). D’altra parte, poiché l’interesse precipuo della proposta ruota attorno al fenomeno vocale, considerato anche nelle sue implicazioni psicoacustiche e neurologiche, questo volume può trovare un’utilizzazione didattica anche in corsi di Storia della vocalità, eventualmente per singole lezioni di pedagogia della voce o per esercitazioni centrate sulla fisiologia dell’emissione vocale e sulla psicoacustica; come anche in laboratori di didattica del canto e di canto corale. ADRIANA GUARNIERI Venezia. Musica Docta, II, 2012 ISSN 2039-9715.

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