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- Questa macchina rappresenta un primo prototipo da testare per controllare la fattibilità pratica del principio di funzionamento.

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Academic year: 2021

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(1)

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- Le considerazioni precedenti hanno prodotto un disegno costruttivo del prototipo presentato nell’allegato 1.

- Questa macchina rappresenta un primo prototipo da testare per controllare la fattibilità pratica del principio di funzionamento.

- Esistono tuttavia problematiche ancora aperte.

- Queste sono:

• Il comportamento del basamento se in futuro sarà movimentato con carrello elevatore.

• Il dispositivo per la stesura, visto nel paragrafo 4.1.3.1, richiede delle tolleranze di lavorazione molto precise.

• Il comportamento del tessuto durante l’avvolgimento.

Le soluzioni proposte sono descritte ed analizzate mediante disegni schematici che richiederanno ulteriori approfondimenti una volta adottate.

 9HULILFKHGHOEDVDPHQWRGHOGLVSRVLWLYRSHUOD

PRYLPHQWD]LRQHWUDPLWHFDUUHOORHOHYDWRUH

Generalmente i pallet dove sono caricate le pelli sono soggetti a spostamenti all’interno della conceria 1 , ad esempio trattando la fase di carico/scarico dalla macchina verniciatrice, tutte le volte che è terminato un ciclo di verniciatura e conclusa la fase di carico del pallet, questo dovrebbe essere riportato alla zona di carico della macchina in modo da scaricare le pelli che devono essere verniciate per più di una volta consecutivatemente 2 .

La verifica del basamento del dispositivo per la movimentazione tramite carrello elevatore nasce dalla necessità futura di dover movimentare il dispositivo all’interno delle concerie e quindi sottoporre il basamento, durante il trasporto a degli sforzi molto elevati.

1 Paragrafo sulla movimentazione in gruppi affrontato nel capitolo 3.

2 Il numero di cili di verniciatura al quale viene sottoposto un lotto di pelli dipende dal tipo di rifinitura che vuole

ottenere il commerciante.

(2)

Durante la scelta della piattaforma elettroidraulica, che si occupa della movimentazione verticale della pila, è stata fatta la richiesta di modificarne il basamento, in modo che facesse anche da basamento al telaio del prototipo (paragrafo 4.2). Inoltre il dispositivo è dotato di piedini ( ILJXUD

), ma ciò non vieta che il basamento sia ancorato direttamente alla pavimentazione della cella, che sarà fissa durante il primo periodo di sperimentazione, come generalmente consigliano le ditte produttrici di queste piattaforme.

Le forze a cui è sottoposto il basamento del dispositivo sono rappresentati in ILJXUD

 6FHOWDGHOFDUUHOORHOHYDWRUH

In conformità a quanto espone la legge 626/94 titolo V sulla movimentazione manuale del carico la scelta del carrello elevatore è necessaria, questo perché la catasta di pelli, che vengono movimentate all’ interno della conceria durante il processo di lavorazione, montata sul dispositivo, insieme a questo, supera abbondantemente il carico che può essere movimentato a mano (fino a 300N), su rotelle (3000N) e con transpallet (6000N); inoltre la scelta del carrello elevatore serve a valutare quali dovrebbero essere i punti di presa del dispositivo durante il suo trasporto e l’ eventuale irrigidimento del basamento per impedire che si inarchi sotto la azione del suo peso durante il trasporto.

Considerando la ILJXUD, ad alcuni fornitori di carrelli è stato inviato il seguente disegno, dove A rappresenta l’ ingombro del sistema di stesura, mentre B rappresenta l’ ingombro della parte inferiore del dispositivo d’ impilamento:

1950mm

2700mm 2350mm

400mm

500mm A

B



 

)LJXUD6FKHPDWL]]D]LRQHGHLFDULFKLGDVROOHYDUHFRQXQFDUUHOORHOHYDWRUH

(3)

Si possono schematizzare due situazioni di carico:

1) A = 670N mentre B = 13830N 2) A = 1590N mentre B = 7830N

Quindi la portata che deve avere il carrello elevatore dovrà essere di circa 14500N.

Come si può notare dalla ILJXUD il baricentro della struttura non si trova al centro, ma spostato verso il lato del parallelepipedo A, per questo motivo è stato richiesto che l’ inforcamento del dispositivo avvenisse dal lato di 2700mm, in modo da evitare che il baricentro rimanga fuori dallo spazio delimitato dalle forche, questa richiesta trova

giustificazione nel fatto che il dispositivo di stesura durante il suo funzionamento ruota e trasla.

Traslando da un estremo ad un altro e non sapendo quante pelli devono essere caricate ad ogni ciclo, non si sa da quale parte si troverà il dispositivo di stesura (volume A) alla fine del ciclo di carico/scarico pelli. Inoltre le forche devono avere una lunghezza di almeno 2/3 del lato di 2350mm ( ILJXUD).

2700mm

2350mm

2000mm

970mm

140mm

)LJXUD9LVWDLQIHULRUHGHOODSUHVDGHOGLVSRVLWLYR

Come risposta alle richieste, è stato consigliato l’ utilizzo di un carrello elevatore (dai costruttori della ditta STILL)con le seguenti caratteristiche ( ILJXUD):

- Portata= 1450Kg.

- Baricentro del dispositivo alla distanza c= 1200mm - Inforcamento dal lato 2700mm

- Sezione delle forche 140x50mm (lunghezza fino a 2200mm) - Apertura delle forche 970 ( ILJXUD)

- Altezza sollevamento forche 3340mm

Basamento del dispositivo

Forche del

carrello

elevatore

(4)

- Il decentramento rispetto all’ asse mediano longitudinale del baricentro del dispositivo, deve essere contenuto entro +/- 100mm per ragioni di portata strutturale del castello 3 di sollevamento 4 .



)LJXUD'LDJUDPPDGLFDULFRGHOFDUUHOORHOHYDWRUHFRQVLGHUDWRSHUHIIHWWXDUHOHYHULILFKH

VXOEDVDPHQWR

 9HULILFKH GHO EDVDPHQWR GHO GLVSRVLWLYR SHU LO VXR VROOHYDPHQWR

WUDPLWHLOFDUUHOORHOHYDWRUH

È stata realizzata una verifica a resistenza ed una di rigidezza del basamento del dispositivo, lo stesso basamento mostrato nella ILJXUD , tramite una simulazione effettuata con Ansys, quando tutto il dispositivo viene sollevato con le forche del carrello elevatore. I risultati di queste verifiche sono illustrati nelle seguenti figure:

3 Si intende per castello il volume rappresentato nel diagramma della figura 5.1.

(5)

)LJXUD6FKHPDWL]]D]LRQHGHLYLQFROLHGHLFDULFKL

)LJXUD$QGDPHQWRGHOODIUHFFLDGLGHIRUPD]LRQH8]GHOEDVDPHQWRTXDQGRqVROOHYDWR

WUDPLWHFDUUHOORHOHYDWRUH8]



PP

2700mm

970mm

=

=

(6)

)LJXUD7HQVLRQHHTXLYDOHQWH 9RQ0LVHV GHOEDVDPHQWRTXDQGRqVROOHYDWRWUDPLWHFDUUHOOR

HOHYDWRUH7H



0SD

Il dispositivo d’ impilamento sarà soggetto alla freccia ottenuta con le simulazioni, paria a 8,47mm nella direzione z, solo per brevi periodi, un tale valore potrebbe non danneggiare il funzionamento del dispositivo. Comunque, si potrebbe pensare di irrigidire il basamento, anche perché se le forche del carrello elevatore hanno una lunghezza minore di 2000mm, essendo questo il valore minimo indispensabile per poter avere i vincoli rappresentati nella ILJXUD, le forche troveranno solo quattro punti d’ appoggio e il dispositivo non verrà sollevato oppure si ribalterebbe su se stesso, come è stato spiegato in precedenza il baricentro del dispositivo dovrà trovarsi ad un distanza c=1200mm ( ILJXUD) e nel volume delimitato dalle forche.

Una volta che il carrello elevatore, che solleva il dispositivo, si trova vicino alla stazione dove questo dovrà essere rilasciato, il guidatore dovrà trovare in tale stazione dei riferimenti per poter cominciare la manovra di discesa delle forche in modo da lasciare il dispositivo in una posizione nota, conosciuta dal robot, che, mediante l’ opportuna programmazione, utilizza end-effector (il gripper a depressione), per andare a prelevare o rilasciare la pelle.

Il sistema di manipolazione delle pelli, formato dal robot e dal dispositivo per l’ impilamento delle pelli, trovandosi in una posizione nota permette una programmazione più semplice.

=

(7)

Per realizzare il riferimento di cui ha bisogno il dispositivo, durante il suo posizionamento, è stato pensato di dotare il basamento di un sistema composto da un cono ed una spina che troveranno alloggio in ognuna della stazioni di lavoro dove il dispositivo sarà rilasciato.

3URJHWWRGHOFRQRGLULIHULPHQWR

Per la progettazione del cono, si pone il problema della massa sollecitata a muoversi, dall’ azione del proprio peso, su un piano inclinato e frenata solo dalla forza d’ attrito statico; il cono è rappresentato dalla massa Q (vedi ILJXUD ) mentre la superficie sulla quale scorre è rappresentato dal piano inclinato. Una tale schematizzazione serve a calcolare l’ angolo minimo che deve avere il piano inclinato affinché massa possa vincere la forza d’ attrito statico.

y

x

 



)LJXUD0DVVDVROOHFLWDWDDPXRYHUVLYHUVRLOEDVVRVXXQSLDQRLQFOLQDWR

Il dispositivo per l’ impilamento delle pelli ha un peso di circa 145000N, ipotizzando che tale carico sia distribuito su 2 angoli del pallet, la forza peso 4, che si deve considerare per calcolare l’ angolo  è pari a 145000/2 ( 4=72500N). Affinché la massa si possa muovere la forza d’ attrito statico ( 3), pari a I

5, deve essere minore della forza motrice 3



.

Supponendo di dover fare il cono, sia il maschio che la femmina, in acciaio, e che esso lavori in un ambiente asciutto, si può considerare un coefficiente d’ attrito pari a I

= 0,8; si ottengono i seguenti risultati:

5.1) 3 = I

* 5 = I

* 4* cos( )

5.2 3



= 4 * sen( ) > 3 = I

* 4* cos( ) 5.3) Tan  !I



5.4)  = 38,7°

Dalle equazioni precedenti si osserva che l’ angolo d’ inclinazione del cono dipende dal coefficiente d’ attrito scelto. Per dimensionare il cono basta che l’ angolo sia maggiore dell’ angolo trovato; un angolo maggiore di serve a compensare un l’ errore durante il posizionamento

4 = Forza peso.

3 = Forza d’ attrito.

5= Forza di reazione al

piano inclinato.

(8)

( ILJXUD), un angolo troppo grande comporta però un aumento delle pressioni di contatto. Per tale ragione è stato scelto un angolo di 45° ( ILJXUD).

)LJXUD'LPHQVLRQDPHQWRGHOFRQR

Il cono e la spina potrebbero andare ad occupare il posto di due dei piedi del basamento ( ILJXUD

).

)LJXUD9LVWDGDOEDVVRGHOGLVSRVLWLYRGLLPSLODPHQWR

A = 180mm

% 60mm.

Basamento del dispositivo.

Pavimento

Cono

Spina

(9)

 3URSRVWDGLQXRYLVLVWHPLSHUODPRYLPHQWD]LRQHGHOWHVVXWR

Il rotismo trattato nel capitolo 4 (paragrafo 4.1.3),sistema per ottenere il movimento di rotazione direttamente da quello di traslazione, è un sistema che richiede delle tolleranze di lavorazione molto precise, inoltre nel corso della sua progettazione sono state adottate soluzioni costruttive, per ottenere allineamenti ed orientamenti degli assi degli alberi e delle ruote dentate ( ILJXUD

), che richiedono tempi di lavorazione e montaggio più grandi. Per questo motivo si propongono delle due soluzioni basate sullo stesso principio di funzionamento del rotismo, in pratica prendere il moto di rotazione direttamente dal moto di traslazione.

Il principio di funzionamento ( ILJXUD), per evitare che il rullo trascinatore inverta il moto di rotazione ad ogni fine corsa, è realizzato con due cremagliere e una ruota dentata a denti diritti.

La ruota dentata sarà montata sullo stesso asse di rotazione del rullo trascinatore, in modo che ad ogni giro della ruota dentata equivale ad un giro del rullo trascinatore. Le caratteristiche, delle cremagliere e della ruota dentata utilizzata, sono le seguenti:

5XRWDGHQWDWDDGHQWLGLULWWL

Modulo, m = 2,5mm;

Numero di denti, z = 54;

Diametro primitivo Dp = 135mm;

Diametro esterno, De = 140mm.

&UHPDJOLHUH

Modulo m = 2,5;

Sezione 25x25mm 2 .

 ƒ3URSRVWD

La sequenza nella ILJXUD  mostra come la ruota dentata non inverta il senso di rotazione

durante l’ inversione del moto di traslazione; avendo il rullo trascinatore lo stesso senso di

rotazione, si verifica quanto esposto nel capitolo 3 (paragrafo 3.5.2.3).

(10)

)LJXUD3ULQFLSLRGLIXQ]LRQDPHQWRGHOVLVWHPDFRSSLDGLFUHPDJOLHUHUXRWDGHQWDWDSHU

RWWHQHUHLOVHQVRGLURWD]LRQHGHOUXOORWUDVFLQDWRUHFRVWDQWH

(11)

Il moto di traslazione per l’ azionamento del cambio è dato alle cremagliere montate su un unico supporto tramite due cilindri pneumatici montati su guide prismatiche per far si che il supporto si muova verticalmente ( ILJXUDe ).

)LJXUD6LVWHPDGLD]LRQDPHQWRYHUWLFDOHGHOVXSSRUWRFKHPRQWDOHFUHPDJOLHUH









)LJXUD$]LRQDPHQWLGHLFLOLQGULDGRJQLILQHFRUVD

1) Cilindri pneumatici per l’ azionamento del cambio.

2

1

L’ asse della ruota dentata è lo stesso del rullo

trascinatore.

La corsa che deve compiere i cilindri è pari a 10mm.

2) Guide lineari sulla quale scorre una rotella montata sul supporto delle cremagliere.

Supporto per le cremagliere

Ruota dentata

cremagliere

(12)

Ad ogni fine corsa i cilindri pneumatici, montati su una unità guida per evitare che la rotazione dello stelo venga trasmessa al supporto delle cremagliere, compiono una corsa pari a 10mm per realizzare il cambio che fa ingranare la ruota dentata da una cremagliera all’ altra. Il movimento di traslazione del supporto per le cremagliere è aiutato da guide lineari montate solidalmente al telaio del dispositivo, per fare in modo che le cremagliere si mantengano perfettamente allineate al moto di traslazione della ruota dentata.

Poiché la lunghezza del supporto per le cremagliere deve essere maggiore della corsa di

traslazione del dispositivo di stesura (L= 2,2m, vedi ILJXUD), un sistema così fatto potrebbe

perdere con il tempo l’ allineamento delle cremagliere a causa dell’ inarcamento della struttura

stessa per l’ azione del proprio peso, potrebbe essere necessari una verifica di rigidezza.

(13)

 ƒ3URSRVWD

In questa proposta si utilizzano ancora una ruota dentata e due cremagliere. Rispetto alla proposta precedente la ruota dentata viene fatta ingranare su una cremagliera o sull’ altra mediante due pinze, poste a fine corsa, ed azionate mediante cilindri pneumatici ( ILJXUHH

)

)LJXUD6LVWHPDGLD]LRQDPHQWRDVVLDOHGHOODUXRWDGHQWDWD

)LJXUD$]LRQDPHQWRGHOODUXRWDGHQWDWD

1) Supporto per le cremagliere

2) Cilindri pneumatici per l’ azionamento del cambio.

3) Pinza per lo spostamento della ruota dentata.

2

2 3

La corsa che deve compiere il cilindro è pari a 25mm.

Lasse della ruota dentata è lo stesso del rullo trascinatore.

Ruota dentata Profilo scanalato

Cremagliere

(14)

Nel sistema di cambio mostrato nelle ILJXUHH ad ogni fine corsa è montato un cilindro pneumatico che monta sullo stelo una pinza e che segna il fine corsa della ruota dentata e la fa spostare da una cremagliera all’ altra, ottenendo così il principio di funzionamento mostrato nella ILJXUD. L’ albero che alloggia la ruota dentata ha alla sua estremità un profilo scanalato e la ruota dentata è libera di spostarsi assialmente sull’ albero. Per evitare che durante lo scorrimento della ruota dentata sulla cremagliera, questa fuoriesca dalla traiettoria, è stato ricavato un

“canale” con delle lamiere sottili fissate ai bordi dei denti della cremagliera, delimitandone la larghezza, in modo che ad ogni fine corsa la ruota dentata trovi un imbocco e durante la traslazione del sistema di stesura questa non sia soggetta a muoversi assialmente sul profilo scanalato.

Un tale sistema d’ ancoraggio per le cremagliere non presenta nessun problema ad essere vincolato al telaio del dispositivo e richiede un movimento meno complesso rispetto al precedente. Inoltre, essendo fisso il supporto per le cremagliere, garantire che la ruota dentata ingrani sempre sulla cremagliera di turno è meno complicato.

 6ROX]LRQLGHLSUREOHPLGXUDQWHLOULDYYROJLPHQWRGHOWHVVXWR

Il tessuto utilizzato dal dispositivo dovrà essere avvolto e svolto tutte le volte che questo si trovi in una fase di scarico oppure di carico delle pelli. Quando il rotolo di tessuto è nuovo, quindi un tubo cilindrico, il problema di svolgere il tessuto sopra la pelle, appena depositata, in maniera uniforme e in modo di formare le “serpentina” non sussiste. Non si sa, pero, cosa potrebbe succedere quando il rotolo viene nuovamente formato, quindi, quando si recupera il tessuto. In questo paragrafo si faranno delle ipotesi e si cercheranno delle soluzioni da proporre durante la sperimentazione del dispositivo.

Durante la fase di sperimentazione del sistema è importante osservare il comportamento del tessuto, che verrà utilizzato, durante la formazione del rotolo, di forma cilindrica come quelli mostrati nelle figure di questa tesi, tutte le volte che verrà avvolto. Un comportamento del genere non è facilmente prevedibile.

Osservando i macchinari esistenti in commercio che si occupano di avvolgere carta e tessuto per

formare i rotoli come quelli che siamo abituati a vedere (rotoli casa, carta igienica, i rotoli di

tessuto in merceria, ecc.) oppure rotoli di dimensioni più grandi destinati sia ad altre industrie

(15)

come tessile e cartiere, è stato notato che generalmente questo tipo di macchinari monta un sistema di cilindri a monte del rotolo, che si vuole realizzare, e che ha come funzione quella di eliminare le pieghe che si possono formare e che possono andare a finire nel rotolo dando a questo una forma ovale (figura D), inoltre per evitare che durante la rotazione il tessuto che si sta avvolgendo si sposti assialmente ( ILJXUDE) queste macchine dotano al rotolo che si sta formando di un movimento di traslazione alternato. La ILJXUD  mostra una di queste macchine in commercio.

)LJXUDSUREOHPLFKHVLSRVVRQRDYHUHGXUDQWHODIRUPD]LRQHGHOURWROR



Lunghezza del rotolo deformato assialmente.



L

b- deformazione assiale del rotolo.

a- Deformazione radiale del rotolo.

Sezione ideale

Lunghezza ideale

(16)



 )LJXUD0DFFKLQDDUURWRODWULFHFRPPHUFLDOH

Il movimento di traslazione assiale alternato lo hanno macchine che trattano tessuti di una grammatura molto bassa (12÷14 g/m 2 ), il tessuto utilizzato dal dispositivo (TNT protecta) ha una densità, di 100g/m 2 , considerata troppo elevata per adottare una tale movimentazione durante la formazione del rotolo.

Il sistema di cilindri a monte del rotolo generalmente è composto da tre cilindri, quello principale si trova al centro del sistema e viene chiamato cilindro allargatore.

 &HQQRVXLFLOLQGULDOODUJDWRUL>@

Il cilindro allargatore o estensore consente di eliminare pieghe o grinze ed è costituito da un albero curvilineo sul quale sono assemblati dei rulli metallici o in materiale plastico montati su cuscinetti a sfera, questi possono essere:

• a curvatura fissa;

• a curvatura variabile; consigliati quando le condizioni di lavoro non sono costanti.

La superficie esterna che viene a contatto con il materiale in lavorazione risulta libero di ruotare rispetto alla albero che rimane fisso e solidale con il basamento della macchina sul quale il cilindro allargatore è installato.

Il sistema Rullo trascinatore-Rotolo è dotato di un movimento di traslazione assiale alternato.

Sistema di cilindri a monte del Rotolo.

Rotolo

(17)

3ULQFLSLRGLIXQ]LRQDPHQWR

Durante la rotazione del cilindro allargatore, la sua superficie è soggetta a compressione nella zona concava e a trazione nella zona convessa ( ILJXUHH). Supponendo una perfetta aderenza fra il materiale in lavorazione e la superficie del cilindro, queste azioni vengono trasmesse al materiale.

A secondo dell’ orientamento che si da al cilindro, si può ottenere l’ effetto allargante concentrato al centro (orientamento 1, ILJXUD) oppure ai margini del materiale (orinetamento 2, ILJXUD

).

)LJXUD (IIHWWRDOODUJDQWHDOFHQWURGHOPDWHULDOH



)LJXUD (IIHWWRDOODUJDQWHDLPDUJLQLGHOPDWHULDOH .



'LVSRVL]LRQLSHULOPRQWDJJLR

Il montaggio del sistema deve essere tale che l’ asse del cilindro sia perpendicolare alla direzione del movimento del materiale in lavorazione ( ILJXUD), questo per poter avere l’ uscita del materiale in modo uniforme.

Orientamento del lato convesso verso l’alto

Orientamento del

lato convesso

verso il basso

(18)

)LJXUD8VFLWDGHOWHVVXWRLQODYRUD]LRQH



In precedenza è stato detto che il sistema è composto generalmente da tre cilindri, quello principale è il cilindro allargatore che si trova nella posizione centrale, mentre gli altri due sono dei cilindri che contribuiscono a fare in modo che il materiale in lavorazione entri in contatto con la superficie del cilindro allargatore di certo angolo, chiamato angolo di contatto ( ILJXUD).

Per ottenere un buon allargamento, è necessario prendere in considerazione la distanza alla quale si monteranno i due cilindri, prima e dopo del cilindro allargatore ( ILJXUD), in pratica da queste distanze dipende il percorso che deve fare il materiale per farlo arrivare al rotolo senza pieghe.

)LJXUD'LVWDQ]DWUDLFLOLQGULFKHFRPSRQJRQRLOVLVWHPDG¶DOODUJDWXUD



Per la distanza 5 A, il valore ottimo è in genere compreso fra 4 e 8 volte il diametro del cilindro allargatore, mentre la distanza B non deve superare 2 o 3 volte il diametro del cilindro

allargatore.

Il modo in cui il cilindro allargatore viene messo a contatto con il tessuto dipende dagli angoli rappresentati nella ILJXUD; questi angoli saranno regolati in fase di montaggio e devono essere:

5 I valori esposti, da considerare durante il dimensionamento ed il montaggio del sistema d’ allargatura, sono stati Direzione di

uscita del tessuto

(19)

• L’ angolo d’ entrata (E) deve essere uguali all’ angolo d’ uscita (U);

• L’ angolo di contatto è generalmente compreso tra 15° - 30°, secondo il materiale trattato.

)LJXUD$QJROLFKHLOWHVVXWRGHYHDYHUHTXDQGRYLHQHDFRQWDWWRFRQLOFLOLQGURDOODUJDWRUH

Un altro parametro da considerare in questi cilindri per ottenere un maggiore oppure minor effetto allargante è la freccia (curvatura) del cilindro, minore sarà tale valore e minore sarà anche l’ effetto allargante (e viceversa).

La ILJXUD mostra le condizioni appena esposte per il dimensionamento ed il montaggio del sistema d’ allargatura del tessuto:

Angolo di contatto

Angolo d’entrata Angolo d’uscita

(20)

)LJXUD&RQGL]LRQLSHULOGLPHQVLRQDPHQWRHPRQWDJJLR



 6ROX]LRQLFRQO¶XWLOL]]RGHLFLOLQGULDOODUJDWRUL

Si ricorda al lettore che i problemi fino ad ora affrontati sono stati ipotizzati per tener conto dell’ imprevedibilità del fenomeno, per questa ragione le soluzioni proposte si devono poter mettere in atto, una alla volta, durante il periodo di sperimentazione del dispositivo; queste hanno l’ obiettivo di poter verificare durante il recupero del tessuto, nella fase di scarico del dispositivo, che il rotolo che si formerà non abbia anomalie nella forma in modo da poter garantire, durante la fase di carico delle pelli, una buona stesura del tessuto.

Le soluzioni proposte sono state discusse nella sede toscana della STOWE (produttori dei cilindri allargatori), ai fini della ricerca i dati ottenuti sono solo di tipo sperimentale e si basano sulla esperienza acquistata dalla azienda nel settore.

Il periodo di sperimentazione del dispositivo potrebbe essere suddiviso in tre fasi, in modo da poter verificare come si comporta in realtà il tessuto (TNT Protecta) scelto. Non è necessario che tutte le fasi siano sperimentate, si dovrà passare alla fase successiva solo se con la presente fase non si ottengono i risultati voluti.

Minore è l’ angolo di contatto

Maggiore è la distanza D=B

Minore è la curvatura del cilindro

Maggiore è l’ angolo di contatto

Minore è la distanza B

Maggiore è la curvatura del cilindro

% %

(21)

3ULPDIDVHGLVSHULPHQWD]LRQH

Date le caratteristiche del tessuto, (capitolo 3): 0,5mm di spessore e 100g/m 2 ; in fase di

riavvolgimento, il meccanismo di movimentazione del rotolo di tessuto preso in considerazione per il dispositivo potrebbe bastare ad evitare che si formino le pieghe durante la formazione del rotolo. È consigliabile sottometterlo ad un periodo di prova senza prendere in considerazione l’ utilizzo di uno di questi cilindri allargatori, se durante questa fase la formazione delle pieghe durante l’ avvolgimento del tessuto si manifesta si passa alla fase successiva.

6HFRQGDIDVHGLVSHULPHQWD]LRQH

In questa seconda fase si può prendere in considerazione il montaggio di un cilindro di acciaio curvato, montato solidalmente al dispositivo di stesura del tessuto su due supporti, che

mantengono il tubo fermo (privo di rotazione), ad una distanza dai 300÷400mm dall’ asse del rullo trascinatore. La parte convessa del tubo dovrà essere sistemata in modo che l’ angolo di contatto non superi i 180°, inoltre tale angolo può essere regolato più volte nel corso della sperimentazione fino a che non si trova quello che elimina un maggior numero di pieghe (oppure tutte le pieghe).

Il cilindro di acciaio curvato ha le seguenti caratteristiche ( ILJXUD): 50mm di raggio e una freccia pari al 10% della lunghezza T del tubo 6 .

)LJXUD'LPHQVLRQDPHQWRGHOWXERGLDFFLDLR

Se una soluzione del genere da dei buoni risultati si potrebbe fermare la fase di verifica, con il vantaggio di avere un minor costo del dispositivo al quale deve essere aggiunto soltanto il costo del tubo e dei suoi supporti.

6 Generalmente la lunghezza del cilindro è quella che i costruttori chiamano “ tavola” , è rappresenta la misura quando il cilindro non è ancora curvato, altrimenti a curvatura avvenuta si chiama “ tavola di lavoro” . La tavola di lavoro si scegli in base al tessuto che si deve lavorare.

Freccia=10%T

A=50mm

(22)

7HU]DIDVHGLVSHULPHQWD]LRQH

Soltanto dopo un giustificato periodo di prova si può prevedere il montaggio di un cilindro allargatore sul dispositivo per l’ impilamento di pelli seguendo le procedure esposte nel paragrafo 5.3.1.

Il cilindro allargatore proposto è mostrato nella ILJXUD, ha un diametro di 85mm e una tavola di lavoro massima di 1600mm.

Il prezzo del sistema d’ allargatura varia dai 700 ai 1000 ¼DVHFRQGDGHLVXSSRUWLXWLOL]]DWLSHU il montaggio, del tipo di rulli scelti per la ricopertura del cilindro e dalla scelta degli altri cilindri che compongono il sistema.

)LJXUD&LOLQGURDOODUJDWRUH6HULH³$6´672:(.

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