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Capitolo 1 - La storia di Borgo Panigale

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Capitolo 1 - La storia di Borgo Panigale

1.1 • Dagli insediamenti preistorici all’epoca romana

La zona del quartiere Borgo Panigale ha attirato più volte l’attenzione degli archeologi che, nel corso di diversi scavi e rinvenimenti avvenuti soprattutto a partire dalla metà del XIX secolo, hanno potuto dimostrare l’esistenza di insediamenti abituali fin dalla più remota antichità. Lo scavo più importante da questo punto di vista è senz’altro quello eseguito nel 1983 all’interno della cava di argilla della ditta Alfredo Tugnoli – Industria Laterizi S.p.A. situata nella zona settentrionale del quartiere, tra via dei Due Portoni, via della Salute e via Sant’Agnese1.

I reperti litici rinvenuti in quell’occasione, a una profondità di oltre 5 metri rispetto al piano di campagna, sono riconducibili alle industrie

1 Borgo Panigale: da villaggio mesolitico a quartiere cittadino, a cura di

Manuela Iodice, Borgo Panigale, CRABP, 1990

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della fase antica del Mesolitico, quindi in un’epoca compresa tra il 6.500 e il 5.800 a.C. Gli accertamenti condotti dalla Soprintendenza Archeologica per l’Emilia e la Romagna hanno individuato anche i resti di una struttura interrata di forma irregolare, interpretata come il piano di appoggio di un focolare, mentre i molto ciottoli sparsi sulla superficie erano probabilmente pertinenti a strutture insediative di natura non precisabile.

Un certo interesse per il progettista solleva l’analisi del terreno che è stato possibile condurre in occasione degli scavi e che ha evidenziato le seguenti unità stratigrafiche, dalla base:

- ghiaie della conoide del Reno;

- depositi di piana alluvionale, in cui si riconoscono almeno quattro cicli sovrapposti di deposito prevalentemente sabbioso o limo-sabbioso, in uno dei quali è contenuto il sito mesolitico rinvenuto;

- depositi prossimali di piana fluviale, che differisce dai precedenti strati per essere costituito da un solo ciclo di deposito con alla base sabbia sormontata da limi e argille, verosimilmente derivanti dai depositi di canale o di argine naturale di un vicino alveo estinto.

Da queste osservazioni è possibile ipotizzare che il sito mesolitico si è formato in un tratto di piana vicino a un corso d’acqua, sottoposto a frequenti esondazioni. Esistono tracce di ripetute frequentazioni dell’area verosimilmente avvenute nell’arco di pochi decenni, prima che una ennesima esondazione seppellisse le tracce del sito stesso.

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La presenza di un corso d’acqua, per la precisione il fiume Reno che lo attraversa, caratterizza l’area in cui sorgerà Borgo Panigale anche nell’epoca romana, ma a partire dal secondo secolo avanti Cristo si aggiunge un secondo elemento che manterrà il suo ruolo di riferimento imprescindibile fino ai nostri giorni, la via Emilia. Il tracciato, previsto dall’imperatore Marco Emilio Lepido per congiungere Piacenza con Rimini, venne realizzato intorno al 189-187 a.C., quindi praticamente in contemporanea con la fondazione di Bononia avvenuta nel 189 a.C.2

2 Storia dell’Emilia Romagna, I, Bologna, 1975

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Questa fondamentale via di comunicazione, il cui tracciato si inserisce sul centro urbano di Bononia con un leggero cambiamento di direzione ma mantenendo la direttrice del decumanus maximus3, determinerà

profondamente il disegno del territorio urbano e suburbano, consentendo di suddividerlo in aree: la porzione meridionale del territorio, più vicina alle colline, aveva – e conserva ancora oggi – una vocazione residenziale, mentre le zone a est e a ovest di Bononia, situate quindi lungo la via Emilia, erano caratterizzate dalla compresenza di insediamenti abitativi e produttivi. La vocazione “industriale” di questo territorio ha evidentemente radici molto antiche, certamente agevolata dal fatto di essere punto di incontro dei traffici che si svolgevano tra gli insediamenti gravitanti lungo il Reno e la principale via di comunicazione della pianura padana, che attraversava il fiume proprio qui come

3 D. Scagliarini Corlaita, Il territorio e le città in epoca romana, in Storia

dell’Emilia Romagna, I, Bologna, 1975

Fig. 3 – Il tracciato della via Emilia, il percorso del Reno e dei torrenti Samoggia e Idice che delimitano l’Ager

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dimostrano i resti di un ponte romano ricostruito da Augusto nel 2 a. C., secondo quanto si legge dall’iscrizione su uno dei miliari pervenutoci. Il ponte era situato a circa 100 metri a valle rispetto all’attuale Pontelungo il quale, peraltro, ne ha sostituito uno medievale. Da notare come in prossimità del ponte romano, probabilmente impiegati come materiale di costruzione di un muro di protezione, sono stati rinvenuti moltissimi e importanti elementi sepolcrali come lapidi funerarie, blocchi architettonici decorati e altri semplicemente squadrati4. Il rinvenimento

conferma che la via Emilia era fittamente costeggiata da monumenti funerari.

Vale la pena spendere poche parole sull’organizzazione del territorio in epoca romana, che storicamente si dimostra capace di influenzare lo sviluppo di intere aree anche nelle epoche successive grazie al ricorso alla razionalizzazione geometrica della centuriazione. Borgo Panigale sorge su un’area che in epoca romana era ancora prevalentemente territorio agricolo, quindi caratterizzato, come di norma nella centuriazione, da un ager – nel nostro caso l’ager bononiensis delimitato a ovest dal torrente Samoggia e a est dall’Idice – suddiviso in quattro parti dal decumanus maximus in direzione est-ovest, che nel caso dell’area di Borgo Panigale corrisponde alla via Emilia, e dal cardo

maximus in direzione nord sud. Alcuni archeologi individuano il percorso

del cardo in un tracciato diverso da quello accettato tradizionalmente e

4 Nel Lapidario del Museo civico di Bologna sono custoditi i materiali rinvenuti

prima del 1924; gli altri rinvenimenti sono custoditi dalla Soprintendenza archeologica dell’Emilia Romagna.

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che incrocerebbe il decumano presso piazza Maggiore; il vero cardo sarebbe più spostato a ovest e coincide parzialmente, nei pressi di Castelmaggiore, con il moderno canale Navile5.

Quando i Romani, vinti i Galli Boi, fondano la nuova colonia latina di

Bononia, la rendono municipium dividendo la civitas, cioè la parte

densamente abitata, dal pagus, il territorio circostante a sua volta circondato da villaggi (vici). I terreni vennero assegnati dai generali romani ai loro ex legionari che poterono contare così su appezzamenti ordinati e ben irrigati, a volte anche troppo a causa delle frequenti esondazioni. Il vico Panicalis, così detto dal cereale panico che costituì uno degli alimenti principali della popolazione proletaria locale fino ad epoche relativamente recenti, situato presso il ponte sul fiume Reno, parteciperà a tutte le attività e gli avvenimenti che caratterizzano la storia della via Emilia. A questo proposito occorre ricordare, visto che la struttura di Teatri di Vita sorge proprio nel “Parco del Triumvirato”, che secondo alcuni storici è in quest’area che si trovava l’isola del Reno, poi detta del Triumvirato, dove si incontrarono nel 42 a.C. Ottaviano, Marc’Antonio e Lepido per spartirsi le province romane.

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1.2 • Dal Medioevo all’Unità d’Italia

La zona di Borgo Panigale non fu certo risparmiata dai flussi di invasioni barbariche che caratterizzarono il periodo compreso tra la crisi dell’Impero Romano intorno al III secolo dopo Cristo e la nascita dei Comuni. Le continue scorribande degli invasori provocarono un progressivo abbandono delle campagne, oltre alla distruzione di tutte le opere di bonifica realizzate negli anni precedenti. La zona di Borgo Panigale, così come l’intera pianura padana, venne così in larga parte riconquistata dall’acqua che ebbe il predominio sulla terra6.

Un periodo di relativa prosperità si avrà durante l’età di Teodorico (493-526) seguito però dai disastri della guerra gotica (535-553) e dai continui attacchi dei Longobardi che si impadronirono di Bologna nel 7277. Con la

sconfitta definitiva dei Longobardi compiuta da Carlo Magno nel 774 e la riconsegna della città di Bologna allo Stato della Chiesa, comincia un’epoca di relativa pace e indipendenza. Il territorio di Borgo Panigale viene progressivamente ribonificato, soprattutto grazie al lavoro delle abbazie (la più importante di Borgo Panigale fu quella di Medola), e può avviarsi verso la configurazione attuale: le fonti nominano un fundo

Panicale trans Reno nell’884 mentre Borgo Panigale è nominato per la

prima volta nel 11178, quindi all’incirca negli stessi anni in cui nasce il

6 Vito Fumagalli, Colonizzazione e bonifica nell’Emilia durante il Medioevo, in I

settant’anni del Consorzio della Bonifica Renana, Sala Bolognese, Forni, 1980

7 Thomas Mai, Bologna Storia – Dall’età del Bronzo fino all’annessione allo

Stato della Chiesa, http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1570.htm, ultimo accesso novembre 2010

8 Gaetano Giordani, Memorie storico-artistiche della Parrocchia di Santa Maria

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Comune di Bologna. Nel 1223 il Comune di Bologna trasforma il contado in quartieri cittadini: in questa occasione il Burgus Panigalis viene aggregato ai quartieri di Porta Nuova e di Porta Stiera. Nel 1249 Borgo Panigale contava 218 famiglie salite a 316 nel 1257, anno in cui venne avviata la costruzione del nuovo ponte sul fiume Reno. Per il nuovo progetto si pensò a un’opera “a mattoni cotti e senza risparmio di spesa” la cui gestione fu affidata ad appositi magistrati9. Ai due capi del ponte

si istituirono gli ospizi di Santa Maria della Viola e di Santa Maria del Ponte, ciascuno con rispettiva chiesa. È innegabile l’importanza di questa opera, collegamento con il contado indispensabile per garantire i rifornimenti alla città e baluardo per respingere le invasioni dei nemici. E in effetti in quegli anni le guerre fecero subire più devastazioni di quante ne provocarono negli anni precedenti le inondazioni al territorio di Borgo Panigale, che spesso ospitò il quartier generale degli invasori (di Matteo II Visconti nel 1335, del conte Lando nel 1357, di Bernabò Visconti nel 1360 e 1361, ecc.).

A rendere più vulnerabile il territorio furono i disboscamenti messi in atto dai ricchi proprietari cittadini, spesso gli stessi conduttori del Comune, che già alla fine del XII secolo cominciarono a investire i guadagni del commercio in terre sottoposte a sfruttamento intenso con colture di grano e alberi da frutta fuori dalla città. Dal 1500 la zona iniziò ad accogliere diverse lussuose residenze dei nobili cittadini, non

Bologna, Bologna, 1853

9 Manuela Iodice, Bibliografia ed indicazioni per una storia di Borgo Panigale, in

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più costretti a vivere in città dagli Statuti Comunali, anche se quelle tuttora presenti a Borgo Panigale, tra cui Villa Ranuzzi e Villa Pallavicini, risalgono al XVII secolo. È questo il periodo in cui viene definitivamente sistemato l’assetto idrogeologico della zona che la rese particolarmente salubre, tanto che durante la peste del 1630 la mortalità a Borgo Panigale fu decisamente inferiore al resto della popolazione. Del 1632 è il “primo stato delle anime” di Borgo Panigale, il documento con cui i parroci erano tenuti da una disposizione del Concilio di Trento a registrare gli avvenimenti religiosi e sociali delle comunità loro affidate: secondo questa fonte, nel 1630-31 Borgo Panigale aveva una popolazione di 1.484 anime, quasi interamente composta da coloni; sono registrati due fabbri, un falegname e due osti, uno dei quali è il padrone dell’osteria della Scala, situata in una località, detta appunto La Scala, che costituisce il punto più avanzato verso il fiume Reno e dove sorgerà la sede del Comune in età moderna. Del 1639 invece è la costruzione della chiesa di Santa Maria Assunta, mentre tra il XVI e il XVIII secolo l’attuale quartiere di Borgo Panigale risulta essere suddiviso in quattro comunità: Borgo Panigale, Medola, Rigosa e Spirito Santo10.

Nell’epoca successiva l’occupazione di questo territorio assumerà la configurazione mantenuta fino all’inizio dell’era contemporanea, con zone densamente popolate lungo la via Emilia e rari insediamenti agricoli

10 Sito del quartiere Borgo Panigale, sezione presentazione e storia - cenni

storici - dall’età moderna al XX secolo.

http://www.iperbole.bologna.it/quartiereborgopanigale/presentazione/moder na.php ultimo accesso novembre 2010

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e qualche villa nelle aree rurali circostanti. Il 20 aprile 1810 viene istituito il Comune di Borgo Panigale, con 2.845 abitanti, che cinque anni più tardi, con la restaurazione del governo Pontificio, diventerà di nuovo appodiato, ossia una comunità con amministrazione separata e Sindaco proprio ma dipendente dal comune maggiore di Bologna. Nel 1832 Borgo Panigale sarà nuovamente promosso Comune, con 4.014 abitanti.

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Arriviamo quindi all’Unità di Italia nel 1861, con Borgo Panigale ancora Comune a sé con un territorio di quasi 25 chilometri quadrati e una popolazione di 4.260 abitanti.

1.3 • L’era industriale: la ferrovia

Nel 1864 viene aperta all’esercizio nella sua interezza la linea ferroviaria Porrettana o dell’Italia Centrale, che unisce Bologna a Pistoia, primo collegamento su rotaie che tagliando l’Appennino era in grado di collegare l’Italia del nord con quella centro-meridionale. Il tracciato della linea ferroviaria prevede che essa, partendo dalla stazione centrale di Bologna, subito dopo il bivio che la separa dalla linea per Milano

2.845 4.014 4.260 5.373 11.477 15.276 23.262 28.260 25.750 24.110 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 30.000 nᄀ abitanti 1810 1832 1861 1901 1936 1951 1961 1981 1991 2001 anni

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(aperta già nel 1859 senza influenzare grandemente la viabilità nel territorio di Borgo Panigale), passi per il luogo in cui nel 1860-61 venne costruita la “stazione della Scala” poi detta di Borgo Panigale. La sua posizione la rese un punto nevralgico per lo spostamento delle merci e dei passeggeri da e per la Toscana e tutta l’Italia centro-meridionale e contribuì sensibilmente allo sviluppo dell’insediamento residenziale di Borgo Panigale che, a cavallo tra i due secoli, conobbe la realizzazione della maggior parte degli edifici del Pontelungo e della Scala. Il momento di massima importanza lo scalo lo conosce tuttavia durante la Grande Guerra (1915-1918) sotto la spinta della grande richiesta di uomini e mezzi da inviare al fronte e che nella maggior parte dei casi provenivano dalle regioni meridionali. Da febbraio a maggio 1915, questa linea ferroviaria, a binario unico e con trazione a vapore, operò con una media di 70 treni al giorno trasportando gran parte dei 680.000 uomini e 6.000 animali inviati in zona di guerra11.

Finita la guerra, il trasporto si sviluppa soprattutto su gomma e la stazione comincia un inesorabile declino: nel 1921 viene costruito il cavalcavia della via Emilia che taglia la stazione dal resto dell’abitato mentre nel 1934 la inaugurazione della linea transappenninica

11 Giancarlo Bondi, Borgo Panigale e la sua stazione ferroviaria. Un progetto

inedito del comando tedesco durante l’ultima guerra, in Borgo Panigale nella storia: studi e testimonianze, Bologna, 1987

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direttissima condanna la Porrettana al declassamento a linea secondaria, non più frequentata da lussuosi treni internazionali. Il ruolo dello scalo ferroviario è relegato al solo smistamento delle merci, anche grazie alla creazione avvenuta nel periodo fascista con la linea per Milano. Un collegamento che avrà vita breve, visto che nei bombardamenti del 1944 verrà in gran parte distrutto e non sarà ripristinato nemmeno in occasione della ricostruzione postbellica né in periodi successivi, nonostante i ripetuti proclami in tal senso.

Oggi, però, la stazione di Borgo Panigale è indicata nella categoria

Silver12 nella classificazione di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) cioè tra gli

“impianti medio-piccoli con una frequentazione media per servizi metropolitani-regionali e di lunga percorrenza inferiore a quella delle GOLD13” costituisce un nodo importante della Servizio Ferroviario

12 Tutte le stazioni in: Emilia-Romagna, http://www.rfi.it/cms/v/index.jsp? vgnextoid=7f656e243880b110VgnVCM1000003f16f90aRCRD, ultimo accesso novembre 2010

13 La classificazione delle stazioni ferroviarie,

http://www.rfi.it/cms/v/index.jsp?

Le fermate del Sistema Ferroviario Metropolitano

Fermata Linea interferita

Funo Bologna-Venezia

Zanardi Bologna-Venezia

Casteldebole Bologna-Pistoia

Borgo Panigale Bologna-Pistoia

Bargellino Bologna-Verona

Borgo Panigale Scalo (ex Aeroporto) Bologna-Milano Bologna-Verona

Anzola Bologna-Milano

Prati di Caprara Bologna-Milano Bologna-Pistoia Bologna-Verona S. Vitale Bologna-Firenze Bologna-Rimini

San Lazzaro Bologna-Rimini

Ozzano Bologna-Rimini

Mazzini Bologna-Firenze

Rastignano Bologna-Firenze

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Metropolitano, progetto di punta per la riorganizzazione della mobilità del territorio bolognese. Tale Servizio si basa sulle otto linee ferroviarie che convergono nella stazione di Bologna Centrale e sulle quali potranno viaggiare, – oltre ai treni nazionali e regionali – anche treni di interesse metropolitano. In questo modo il Servizio Ferroviario Metropolitano vuole costituirsi come importante mezzo di trasporto pubblico, in particolare per i pendolari che si muovono all’interno del Comune di Bologna e fra la città e la provincia. Secondo il progetto di RFI, saranno realizzate 14 nuove fermate di cui 10 in ambito urbano. Il Servizio, con le frequenze più intense, si estenderà con un raggio di circa 25 km a partire dalla Stazione Centrale, percorribili in circa 30 minuti; oltre tale distanza il Servizio sarà organizzato con cadenza oraria.

1.4 •La Ducati e gli altri insediamenti industriali

La vocazione industriale della zona di Borgo Panigale è già stata evidenziata in epoca molto antica; i primi insediamenti produttivi veri e propri sorgono sin dall’inizio della rivoluzione industriale, tanto che già a fine Ottocento un trattato di geografia definisce Borgo Panigale una “grossa e industriosa frazione, che può considerarsi come un sobborgo di Bologna14”. Nel secolo XIX sorgono laboratori di lavorazione della carne

vgnextoid=65208c3e13e0a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD, ultimo accesso novembre 2010

14 La Patria. Geografia dell’Italia. Provincia di Bologna, per Gustavo Chiesi,

Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1900, p. 203. Si noti come fino al 1937 Borgo Panigale costituisca formalmente un comune a sé, con amministrazione autonoma da quella di Bologna.

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suina, una fabbrica di acido solforico e concimi chimici e due fornaci. Nei primi anni del Novecento, nascono il circolo socialista, le leghe dei lavoratori e le cooperative; una di queste, nata ad hoc, nel 1909 avvia una fornace di laterizi, mentre un po’ più avanti negli anni si assiste all’insediamento della distilleria Fabbri che avrà qui i propri stabilimenti dal 1914 agli anni 60 e ancora oggi ha sede il quartier generale dell'azienda (il noto vasetto simbolo della marca è ancora visibile, alto oltre due metri, lungo la via Emilia). Nelle vicinanze del Pontelungo all'inizio del XX secolo, venne costruito un edificio di «elegante architettura industriale» che per oltre trenta anni ha ospitato una fabbrica di birra, motivo per cui questa zona è nota ancora oggi come “Birra Bologna”15.

Ma l’anno storico per l’industria della zona è il 1936, quando la Ducati decide di trasferire qui i propri stabilimenti, ubicati nel centro di Bologna e divenuti ormai insufficienti. All’epoca la Ducati conta 1.100 dipendenti, in maggioranza donne16, che nel 1939 diventeranno già 2.300

a causa dell’enorme espansione della produzione dovuta alla richiesta di materiale bellico. La fabbrica rischia lo smantellamento negli ultimi mesi di guerra, quando nel 1944 gli operai fermano l’opera distruttiva dei nazisti che avevano di fatto preso possesso degli impianti complice l’atteggiamento di sottomissione supina dei proprietari. Grazie agli sforzi

15 Sito del quartiere Borgo Panigale, sez. presentazione– dal 1950 ad oggi. http://www.iperbole.bologna.it/quartiereborgopanigale/presentazione/insedia menti.php ultimo accesso novembre 2010

16 Luigi Arbizzani, voce Ducati, Officina in Enciclopedia dell’Antifascismo e

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degli operai, anche se lo stabilimento non fu risparmiato dai bombardamenti che in quello stesso anno lo danneggiarono pesantemente, saranno decisivi per la sua ripresa immediatamente dopo la fine del conflitto: furono loro, infatti, a nascondere alcuni dei macchinari che furono rimessi immediatamente all’opera appena giunta la pace.

Nel 1946 una consultazione sul progetto di autonomia comunale di Borgo Panigale vedrà la popolazione preferire all’unanimità di restare parte del Comune di Bologna, che nel 1960 sarà riorganizzato in 14 quartieri, uno dei quali sarà appunto Borgo Panigale. In questo quartiere la presenza della Ducati fin dalla fine della guerra portò a un ulteriore aumento della popolazione residente, ponendo problemi di edilizia residenziale che saranno in parte affrontati con la realizzazione del villaggio INA-Casa nel 1953-54.

1.5 •Il villaggio INA-Casa

Nel giugno del 1949, l’INA-Casa destinò alla città di Bologna la somma di 300 milioni da adibire alla costruzione di case per lavoratori secondo il Piano-Casa Fanfani approvato dal governo17. L’Ente acquistò un terreno

di 120 mila metri quadri situato a nord della via Emilia, quasi di fronte agli stabilimenti della Ducati. Si tratta di un’area rettangolare, con il

17 Legge n. 43 del 28 febbraio 1949, Provvedimenti per incrementare

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lato minore di circa 170 metri disposto lungo la via Emilia e protendentesi verso la campagna per circa mezzo chilometro. Lo studio urbanistico del villaggio fu disposto dall’INA-Casa in accordo con l’Ufficio tecnico comunale: il progetto prevedeva la realizzazione di circa 35 fabbricati per uso abitativo con 724 appartamenti e circa 3.500 vani, nonché 4 edifici commerciali e ricreativi, il mercato, la chiesa, la scuola, l’asilo e il giardino pubblico. Si trattava quindi di un vero villaggio autosufficiente il cui piano generale fu affidato all’architetto Giuseppe Vaccaro che si attenne a criteri urbanistici all’avanguardia. Vaccaro rinunciò alla griglia ortogonale per dare alle strade interne al villaggio un andamento irregolare che scalzasse il rischio del senso di monotonia e rigidezza. Per lo stesso motivo la progettazione dei singoli edifici fu affidata ad architetti diversi (oltre allo stesso Vaccaro, Guido Cavani, Gianluigi Giordani, Alberto Legnani, Alfredo Leorati, Francesco Santini, Gildo Scagliarini) che si applicarono su diverse tipologie edilizie: edifici “lineari” con non più di 4-5 piani, altri “a torre” più sviluppati in altezza, altri ancora dalla pianta irregolare costituiti da un solo appartamento su due piani circondato da un orto. Molta importanza fu data alla distanza tra gli edifici, in modo da consentire una ampia esposizione al sole anche ai piani più bassi, e alla organizzazione di spazi verdi destinati ai giochi dei bambini.

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A dispetto dell’alto livello funzionale degli edifici abitativi, le strutture comuni e le opere di urbanizzazione furono completate in ritardo, parzialmente e non sempre con qualità: al momento della consegna degli alloggi (furono presentate 1.500 domande da parte di impiegati statali e 3.000 da parte di lavoratori di altre categorie) la condizione delle strade era ancora molto arretrata rispetto alle esigenze degli abitanti, era in funzione solo un mercatino provvisorio e alcuni negozi alimentari sotto il portico, mentre cinema, caserma dei carabinieri e mercato coperto non furono mai costruiti.

Figura

Fig. 1 - Localizzazione della cava con il sito mesolitico
Fig. 2 – Successione stratigrafica della cava dei Due Portoni
Fig. 3 – Il tracciato della via Emilia, il percorso del Reno  e dei torrenti Samoggia e Idice che delimitano l’Ager  Bononiensis
Figura 1: la popolazione di Borgo Panigale negli anni
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