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IL MARTIRIO DI TITUS ZEMANNELLE CARCERI DELLA CECOSLOVACCHIA COMUNISTA STUDI

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(1)

IL MARTIRIO DI TITUS ZEMAN

NELLE CARCERI DELLA CECOSLOVACCHIA COMUNISTA

F r a n tiš k a Č e c h o v á *

Sigle

A FSP = A rchivio delle Forze di Sicurezza (Praga)

A G C L = A rchivio del Corpo della G uardia C arceraria e G iudiziaria del­

la re p u b b lic a Slovacca (Leopoldov), fondo F a s c i c o li p e r s o n a li d e i d e te n u ti, Titus Zem an, Fascicolo personale num ero 64/14 A IM N = A rchivio d ell’Istituto m em o ria n a z io n a le (B ratislava) A IM N -SN B = A IM N , fondo A m m i n is tr a z io n e R e g io n a le d e l C o r p o d e lla S i­

c u r e z z a N a z io n a le d i B r a tis la v a

A IM N -M IB = A IM N , fondo A m m i n is tr a z io n e R e g i o n a le d e l M in is te r o d e g li I n te r n i d i B r a tis la v a

A IM N -M IŽ = A IM N , fondo A m m i n is tr a z io n e R e g i o n a le d e l M in is te r o d e g li I n te r n i d i Ž ilin a

A IM N -SSB = A IM N , fondo M in is te r o d e lla S ic u r e z z a S ta ta l e d i B r a tis la v a A IM N -G FB = A IM N , fondo 11a B r ig a ta d e lla G u a r d ia d i F r o n tie r a d i B r a ti­

s la v a

A SC = A rchivio Salesiano C entrale (ro m a )

A SD B = A rchivio d ell’Ispettoria Slovacca dei Salesiani di don Bosco (Bratislava)

ATRB = A rchivio del Tribunale re g io n a le (Bratislava)

A N S -M I = A rchivio N azionale Slovacco (B ratislava), M inistero degli In­

terni

A SL -M I = A rchivio Statale (L evoča), M inistero degli Interni della r e ­ pubblica Slovacca

* Docente emerita dell’Università Statale Santi Cirillo e Metodio di Trnava.

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234 Františka Cechová

Il sacerdote salesiano Titus Z em an (4 gennaio 1915 - 8 gennaio 19 69)1, considerato m artire p er la salvezza delle vocazioni2, viene presentato quale fi­

gura di rilevanza storica da vari studiosi slovacchi e cechi3 ed è ricordato nelle m onografie di v á c la v v a šk o 4, storico della ch iesa . Il procedim ento giudiziario e il processo, ai quali fu sottoposto, sono descritti dettagliatam ente da Juraj K ováč5. Lo studio più am pio su di lui è stato pubblicato da Františka č e c h o v á 6.

1 Nato a vajnory da Ján e Agneša Grebečiová, primo di dieci figli, maturò la sua vocazio­

ne fin da ragazzo, grazie alle cure del parroco Michal Buzalka, poi vescovo. Questi ricorderà il suo “buon chierichetto di vajnory” nell’ultima lettera dal carcere poco prima della morte (alla ni­

pote Anica, 19 sett. 1961, in Róbert Letz, Vhodine veľkej skúšky Listy biskupa Michala Buzalku.

Trnava, Spolok svätého Vojtecha 2007, p. 250). La decisione di farsi salesiano fu confermata do­

po una prodigiosa guarigione da grave malattia, mentre il ragazzo si trovava nell’istituto Salesiano di Šaštín (cf Michal Titus Radošinský, Don Titus " Vatikánsky špión?”. Prešov, Vydavateľstvo Michala Vaška 2005, p. 15). Fonte importante per la conoscenza del ruolo svolto da Titus Zeman sono le memorie di Ernest Macák, che dopo il ritorno dall’esilio fu ispettore dei salesiani in Slo­

vacchia (1993-1999): Ernest Macák, Bože, oplatilo sa mi žiť. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2009, 261 p.; Id., Diagnóza. Bláznom pre Krista. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2009, 311 p.; Id., Dva roky v katakombách. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2000, 300 p.;

Id., Prenasledovaní pre Krista. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2008, 141 p.; Id., Utečen­

ci pre Krista. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2006, 321 p.; Id., Zápisky spoza mreží. Bra­

tislava, Vydavateľstvo Don Bosco 1999, 224 p. L’ultimo libro è stato pubblicato in diverse edi­

zioni ed è tradotto in spagnolo e in inglese (A. Ochotnik (pseud. Ernest Macák), Journal from an Internment Camp. Torino, Nové vydavateľstvo 1979, 202 p.). importante per la conoscenza del destino dei preti torturati è il libro di Viliam Mitošinka, direttore dell’Ufficio Diocesano di Tr­

nava, arrestato, torturato e giudicato nello stesso processo con Titus Zeman (Viliam Mitošinka, Pamäti kňaza 1948-1966. Bratislava, Vydavateľstvo Lúč 1992, 294 p.).

2 Michal Titus Radošinský, Titus Zeman SDB, mučeník na záchranu duchovných povolaní.

Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2007, 37 p. La traduzione italiana fu pubblicata nel 2010 con l’introduzione del postulatore generale Don Luigi Cameroni (Titus Zeman SDB. Martire per la salvezza delle vocazioni. Bratislava, Vydavateľstvo Don Bosco 2010, 45 p.).

3 Milan Stanislav Ďurica, Titus Zeman SDB, in Július Pašteka (ed.), Lexikón katolíckych kňazských osobností Slovenska. Bratislava, Vydavateľstvo Lúč 2000, pp. 1526-1527; Róbert Letz, Prenasledovanie kresťanov na Slovensku, in František Mikloško - Gabriela Smolíkova - Peter Smolík (et al.), Zločiny komunizmu na Slovensku I. 1948-1989. Prešov, Vydavateľstvo Mi­

chala Vaška 2001, pp. 67-337; Anna Magdolenova, Súdne procesy so slovenskými saleziánmi v roku 1952, in “Kultúra” 4 (2001) 4; Veronika Lagova (et al.), Smrť za mrežami. Vydavateľst­

vo Prešov, Michala Vaška 2006, pp. 235-262; Ján M. Dubovský, AlfonzPaulen (1913/1934). Hr­

dina lásky k blížnemu, mučeník pre Krista. Šenkvice 2002, 101 p.; Ľubomír M orbacher- Teo­

dor Pekarovič, Ilegálne úteky z Československa v rokoch 1948-1989, in František Mikloško - Gabriela Smolíkova - Peter Smolík (et al.), Zločiny komunizmu na Slovensku 1948-1989. Prešov, Vydavateľstvo Michala Vaška 2001, p. 486.

4 Václav Vaško, Dúm na skále 2. Církev bojující. Kostelní Vydrí, Karmelitánské naklada- telství 2004, p. 167; Id., Dúm na skále 3. Církev véznéná. Kostelní Vydrí, Karmelitánské nakla- datelství 2008, p. 262.

5 Juraj Kováč, Procesy so slovenskými saleziánmi v 50. rokoch, in “Pamäť národa” 8 (2012) 33-58.

6 Františka Čechova, Utrpenie saleziána Titusa Zemana. Obete komunistického represív­

neho aparátu v 50. rokoch 20. Storočia, in 'Nové historické rozhľady - New Historical Per- spectives” 1 (2011) 47-77.

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U n contributo recente sulla fam a di santità e su ll’eroism o delle sue v irtù è of­

ferto dallo storico salesiano Zlatko K ubanovič7.

Il presente studio si concentrerà sulla rico stru zion e d e ll’attività, delle m otivazioni e del dram m atico destino di questo eroico sacerdote salesiano, in base alla letteratura disponibile, alle fonti archivistiche e ai dati raccolti col m etodo della storia orale. N o n si è conservato alcun docum ento personale o diario, anche se egli trascorse gli ultim i anni col fratello Štefan. È presum ibile che questi abbia distrutto ogni traccia nel fondato tim ore di perquisizioni do­

m iciliari, anche se esiste un interessante archivio fotografico fam igliare di proprietà di M ichal Titus R adošinský. L a legislazione del tem po proibiva ri­

gorosam ente ad ogni ex-prigioniero di parlare delle sofferenze subite durante la carcerazione. Titus Zem an, inoltre, era di carattere riservato, um ile e preferì offrire al Signore in silenzio le sue sofferenze. D i lui ci sono rim asti pochi m anoscritti. D i particolare valore sono le lettere scritte da L inz al collega e am ico M ichal L ošonský-Ž eliar8, ora depositate presso l ’A rchivio N azionale in u n fondo dedicato.

1. La ricerca documentaria

L a ricerca docum entaria neg li archivi del periodo com unista necessita di u n approccio adatto al vaglio critico delle fonti ufficiali. N onostante il ten ­ tativo di distruggere ogni prova di azioni violente e im m orali, alla caduta del regim e si è potuto costituire a B ratislava u n A rchivio d ell’istituto M em oria N a ­ zionale con m ateriali provenienti della cancelleria del M inistero degli Interni com unista. A nche a Praga è stato fondato l ’A rchivio delle Forze di Sicurezza.

Presso l ’A rchivio d ell’istituto M em oria N azionale di B ratislava è conservata la m aggior parte dei docum enti prodotti nel corso d ell’interrogatorio di Titus Zem an, che si ricollegano a docum entazione depositata presso l ’A rchivio del­

le Forze di Sicurezza di Praga. L a C ecoslovacchia nel 1993 è stata divisa in due stati, tuttavia gli archivi slovacchi e cechi hanno creato buone condizioni di lavoro p er gli studiosi.

L’intera indagine su Titus Z em an fu gestita d a ll’onnipotente Sicurezza di Stato (ŠtB), sezione segreta della polizia com unista. L a ŠtB decideva quali docum enti conservare e quali distruggere. A lla fine degli anni ‘60, quando il

7 Zlatko Kubanovič, Pochopil saleziánsku askézu v poslušnosti, in “Don Bosco dnes” 43 (2012) 26-27. ^

8 Michal Želiar, Každý svojoupošiel stranou. Trnava, Mesto Trnava 2003, p. 20.

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236 Františka Cechová

regim e fu sul punto di collassare, m a anche nel periodo im m ediatam ente suc­

cessivo al crollo del com unism o in C ecoslovacchia (1989), i m em bri della ŠtB si sono preoccupati di distruggere m olta docum entazione com prom ettente sul­

la loro attività. Pertanto è diffìcile trovare fonti scritte relative alla vita di Titus e al suo controllo da parte della polizia segreta negli anni 1964-1969. U na si­

tuazione sim ile si è verificata anche p er gli archivi ecclesiastici (in particolare l ’A rchivio d e ll’A rchidiocesi di Trnava), controllati dai cosiddetti “ segretari della C hiesa”, che sorvegliavano l ’attività dei vescovi. P er questi m otivi risul­

ta arduo trovare negli archivi prove dirette delle sofferenze subite da Titus Z e­

m an durante il com unism o. C iononostante i m etodi di critica storica e u n ’ana­

lisi più approfondita delle fonti prim arie di diversa origine, ci perm ettono di realizzare una ricostruzione piuttosto dettagliata dei fatti.

P er la ricerca relativ a agli anni 1952-1964 è fondam etale il fascicolo p e rso n a le di T itus Z em a n co n se rv ato p re sso l ’A rc h iv io del C orpo della G u ardia C arceraria e G iud iziaria d ella re p u b b lic a S lovacca a Leopoldov.

L’abbiam o confrontato con i fascicoli della P rocura di Stato, del Tribunale dello Stato e del C om itato re g io n a le N azionale conservati n e ll’A rchivio Sta­

tale del M inistero degli Interni di B ratislava. A ltri docum enti li abbiam o rin ­ tracciati presso l ’A rchivio Statale del M inistero degli Interni della re p u b b lic a Slovacca a Levoča, presso l ’A rchivio N azionale Slovacco del M inistero degli Interni di B ratislava, presso l ’A rchivio del Tribunale re g io n a le di B ratislava e presso l ’A rchivio delle Forze di Sicurezza di Praga.

A ltra docum entazione è con servata n e ll’A rch iv io d e ll’Isp etto ria sale­

siana slovacca, che è in fase di riordino; di conseguenza, p e r ora, le grandi linee della storia della C ongregazione nel periodo del totalitarism o com unista sono tratte dal breve studio del salesiano František K ubík sulla base di m e­

m orie edite e inedite9.

9 Ferdinand Kubík, Pôsobenie saleziánov na Slovensku počas totality, in Pavol M ačala - Pavel Marek - Jiíí Hanuš (ed.), Církve 19. a 20. století ve slovenské a české historiografii.

Brno, Centrum pro výzkum demokracie a kultury 2010, pp. 601-612. I salesiani si stabilirono per la prima volta in Slovacchia a Šaštín, il 24 ottobre 1924. Pur essendo tra le congregazioni religiose di maggior successo in Slovacchia, essi non hanno ancora elaborato una loro storia dettagliata. Il professor Milan Ďurica, salesiano, che ha concentrato la sua attenzione soprat­

tutto sulla storia politica della nazione e sulla tutela della memoria del presidente Tiso, con po­

sizioni divergenti da quelle degli istituti storici ufficiali, ha scritto una breve storia della So­

cietà Salesiana in Slovacchia (Milan Stanislav Ďurica, Dielo sv. Jána Bosca po d Tatrami.

K 80. výročiu príchodu saleziánov na Slovensko. Bratislava, Vydavateľstvo Lúč 2004, 32 p.).

La storia dell’opera di Šaštín è stata compilata da Ernest Macák utilizzando materiali dell’i­

spettore don Andrej Dermek (Ernest Macák, Naša Sedembolestná Matka. Bratislava, Vydava­

teľstvo Don Bosco 2004, p. 203).

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2. Il periodo storico

L’arco di vita di Titus Z em an copre gli anni p iù travagliati del X X seco­

lo, durante i quali in Slovacchia si verificarono cinque radicali cam biam enti politici. N acque durante la prim a guerra m ondiale, il 4 gennaio 1915, quando la Slovacchia era parte d ell’im pero A ustro-U ngarico10. N el 1918 la m onarchia cessò di esistere e gli slovacchi con i cechi crearono uno stato dem ocratico co­

m une. A d o lf H itler sfruttò le differenze tra i cechi secolarizzati e gli slovacchi di orientam ento religioso b en definito. N el m arzo del 1939 occupò P raga e unì il territorio della B oem ia al suo im pero. D urante l ’occupazione il regim e ted e­

sco trattò m olto crudelm ente i cechi, m entre perm ise agli slovacchi di creare uno stato nazionale legato alla G erm ania dal cosiddetto “Patto di protezione” . il presidente, il sacerdote cattolico J o z e f Tiso, divenne ostaggio di H itler11.

D opo la sconfitta della G erm ania nel 1945, la C ecoslovacchia fu restaurata com e stato unitario, m a venne a trovarsi sotto l ’influsso e il com pleto control­

lo di I o sif V issarionovič Stalin.

Tra 1945 e 1948 in C ecoslovacchia si lottò p er la dem ocrazia. N el feb­

braio 1948 i com unisti, guidati da G ottw ald, presero il potere. Ebbero così inizio quarant’anni di dittatura totalitaria com unista. N egli anni C inquanta il regim e fu incredibilm ente crudele. il Vaticano venne considerato il più grande nem ico, prin cip alm e n t e p e r l ’influsso e la p o po larità del Santo P adre sulla S lovacchia cattolica. F u in quel tem po che Titus Z em an cadde n elle m an i della ŠtB, un dipartim ento della polizia segreta direttam ente controllato e g e­

stito da M osca. Solo nel gennaio 1968 il regim e totalitario in C ecoslovacchia subì la p rim a forte scossa. Le rifo rm e del co m u n ista slov acco A lex a n d er D ubček avevano alim entato la speranza in un cam biam ento positivo. M a, il 21 agosto, la C ecoslovacchia fu invasa dalle truppe del Patto di Varsavia. D on Titus Zem an era m orto da poco tem po, l ’8 gennaio. N e ll’epoca dura della dit­

tatura com unista non aveva e s ita to a sacrificare la propria vita p e r salvare le vo cazio ni sacerdotali. Il regim e com unista crollò nel 1989 e nel 1993 slo­

vacchi e cechi decisero di dividersi in due stati indipendenti.

Poco dopo la nascita di Titus, B ratislava, con la quale Vajnory era confi-

10 Emilia Hrabovec, Der Heilige Stuhl und die Slowakei 1918-1922 im Kontext interna- zionaler Beziehungen. Frankfurt am Main, Peter Lang 2002, 424 p.

11 Cf Milan S. Ďurica, Jo zef Tiso 1887-1947, Životopisný profil. Bratislava, Vydavateľst­

vo Lúč 2006, 592 p.; Milan Stanislav Ďurica, Dr. Joseph Tiso and the Jewish Problem in Slo­

vakia. Padova, Stamperia dell’Università, 1964, 22 p.; Milan S. Ďurica, Die slowakische Poli­

tik 1938-1939 im Lichte der Statlehrer Tisos. Bonn, Emil Semmel 1967, 49 p.

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238 Františka Cechová

nante, divenne capitale della S lovacchia12. D urante i suoi studi presso le case salesian e di Š aštín, H ro n sk ý B eň ad ik , p o i n el G in n asio di K lá što r po d Znievom e nel Liceo di Fryšták, com e pure durante gli anni del tirocinio p ra­

tico a M oravská O strava, Titus Z em an fu sostenuto econom icam ente e m oral­

m ente da tutto il paese nativo. E ra figlio di una fam iglia num erosa povera m a onorata. Q uando i salesiani lo m andarono a studiare in Italia, fu aiutato da fa­

coltosi benefattori di Stupava13. N e ll’anno accadem ico 1937-1938 frequentò i corsi della Pontificia U niversità G regoriana di R o m a14, poi fu inviato al P on­

tificio A teneo Salesiano di Torino, dove venne ordinato sacerdote il 23 giugno 1940 dal cardinale M aurilio F ossati15.

A lla solenne celebrazione della prim a m essa nel paese natio di Vajnory, dom enica 4 agosto 194016, era p resen te anche il v esco vo M ich al B uzalka, che con gioia ricevette la benedizione del suo ex parrocchiano e chierichetto.

D opo l ’ordinazione Titus s ’iscrisse alla F acoltà di Scienze N aturali d ell’U ni­

versità di B ratislava. N el rinnovato G innasio Vescovile di Trnava, dove stu­

diavano i giovani salesiani, c ’era bisogno di professori. Titus si m ise al lavoro;

m entre frequentava l ’u n iv ersità insegnò con successo scienze n atu rali (dal 1942), in particolare la chim ica. in quel tem po la Slovacchia era separata dal­

la B oem ia occupata dai tedeschi. il 26 ottobre 1939 era stato eletto presidente dal Parlam ento Slovacco un sacerdote cattolico, il dr. Jo z e f T iso17.

12 Schematismus Venerabilis Cleri Archidioecesis Strigonensis 1917. Pozsonyszolos, Di- strictus Szentgyorgy, p. 173. Nel 1917, a Vajnory c’erano 1.960 cattolici e 8 calvinisti; altre con­

fessioni non sono state registrate.

13 Jozef Kotris, O bratovi Titusovi rozprávajú jeho sestry, in “Don Bosco dnes” 43 (2012) 29.

14 Archivio Pontificia Universitas Gregoriana (Roma), fondo Zeman Tito 1937- 1938.

15 Entra nel Collegio Salesiano di Šaštín, il 1° settembre 1927; inizia il noviziato a Svätý Benedik il 18 luglio 1931; fa la vestizione chiericale a Svätý Benedik per mano di don Walland;

emette i primi voti a Svätý Benedik il 6 agosto 1932; emette i secondi voti triennali a Svätý Be­

nedik il 31 luglio1935; fa la professione perpetua a Roma (Sacro Cuore) il 7 marzo 1938; riceve la tonsura a Roma il 2 aprile 1938 (vescovo ordinante mons. Pavetto), l’ostiariato e il lettorato a Chieri l’8 gennaio 1939 (vescovo ordinante card. Fossati), l’accolitato a Chieri il 1° luglio 1939 (card. Fossati), l’esorcistato a Chieri il 1° settembre 1939 (card. Fossati), il suddiaconato a Tori- no-Crocetta il 9 giugno 1940 (vescovo ordinante mons. Giuseppe Perachon), il diaconato nel duomo di Torino il 16 giugno 1940 (vescovo ordinante card. Fossati) e il presbiterato nella basi­

lica di Maria Ausiliatrice di Torino il 23 giugno 1940 (card. Fossati) (cf Archivio Salesiano Cen­

trale - Roma, fondo Titus Zeman, per gli Atti 1612).

16 Archivio dell’Amministrazione del Comune del Distretto di Bratislava-Vajnory (Brati­

slava), Libro commemorativo del comune di Vajnory 1933-1948, pp. 90-93.

17 Cf Milan Stanislav Ďurica, La Slovachia. Un breve profilo storico-culturale. Udine, isti­

tuto per l’Enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia 1994, 114 p.; Emilia Hrabovec, Die Slowakei, der Heilige Stuhl und die Grossmächte 1939 - 1945, in Maria Wakounig - Wolfgang M ueller - Michael Portmann (ed.), Nation, Nationnalitäten und Nationalismus im ostlichen Europa.

Munster, LiT Verlag 2010, pp. 358-362.

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In S lavacchia, paese cattolico , le co nd izion i di lavo ro p e r i salesiani erano relativam ente buone. Vennero creati nuovi istituti salesiani. F u istituito u n ispettorato indipendente e u n istituto teologico a Svätý K ríž nad Hronom . D opo la sconfitta della G erm ania, n e ll’aprile 1945, fu ricostituita la C ecoslo­

vacchia. il p residente Jo z e f Tiso, considerato collabo razion ista dei nazisti, cadde nelle m ani degli am ericani che lo con segn aro no allo stato ce co slo ­ vacco. Venne condannato a m orte dal tribunale p er crim ini nazisti e fu giusti­

ziato il 18 aprile 194718. L a C hiesa slovacca si t r o v ò in u n a situazione m olto critica.

Il ginnasio salesiano di T rnava venne statalizzato. Titus Z em an, a ll’i­

nizio del 1946, entrò in conflitto con il nuovo direttore e fu licenziato, perché aveva rim esso nelle classi i crocifissi che quello aveva fatto r im u o v e re 19.

D opo la presa del potere da parte dei com unisti, la situazione si fece p e r lui più critica. L’ispettore don Jo z e f B okor lo inviò presso la parrocchia di Šenk- vice. A causa d ell’influsso esercitato sui giovani, i salesiani erano costante­

m en te seg u iti e v essati. D a u n m o m en to a ll’altro si asp e tta v a u n attacco contro gli ordini religiosi e i superiori si preparavano a tem pi duri.

N ella notte dal 13 al 14 aprile 1950 le forze d ell’ordine e la “m ilizia p o ­ polare” fecero irruzione negli istituti religiosi m aschili in tutto lo stato. i sale­

siani vennero trasferiti nei cam pi di raccolta p e r religiosi20. il gesuita vescovo della C hiesa clandestina, l ’attuale cardinale Ján C hryzostom K orec, h a defi­

nito quella com e la “notte dei barbari” . La soppressione degli ordini religiosi coinvolse in totale 14.424 religiosi e suore21. insiem e a m olti altri consacrati, quasi tu tti i salesiani furono in tern ati n el cam po di Podolínec. L’ispettore Jo z e f Bokor, separato dai suoi, venne relegato nel cam po di concentram ento p er superiori costituito n ella città ceca di Želiv. M ilan Stanislav Ď urica af­

ferm a che a ll’inizio del 1950 l ’ispettoria salesiana slovacca contava 14 case e 288 m em bri (84 sacerdoti, 40 chierici studenti, 86 chierici tirocinanti, 53 coa­

diutori e 25 novizi)22. il num ero dei giovani salesiani rispetto ai sacerdoti era

18 Milan Stanislav Ďurica, La Slovachia e le sue relazioni politiche con la Germania 1938­

1945. Padova, Marsilio 1964, 274 p.

19 ASDB, fondo Cronaca del Ginnasio Vescovile di Trnava, II parte, dal primo settembre 1944 al 13 agosto 1947, pp. 587-598.

20 Cf Ján Chryzostom Korec, Die Nacht der Barbaren. Bratislava, Vydavateľstvo Lúč 1992, 444 p.; Ján Milan Dubovský, Akcia kláštory. Komunistický režim na Slovensku v boji pro­

ti mužským reholiam v rokoch 1949-1952. Martin, Vydavateľstvo Matice slovenskej 1998, 293 p.

Molte altre pubblicazioni di storici slovacchi e cechi si occupano di quest’evento.

21 Marie Bulínová - Milena Janišová - Karel Kaplan (et al.), Církevní komise ÚV KSČ 1949-1950, Edice dokumentu. Brno, Doplnek 1994, p. 334.

22 Milan Stanislav Ďurica, Bokor Jozef SDB, in J. Pašteka (ed.), Lexikón..., p. 126.

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m olto più consistente: bisognava salvare la loro vocazione. La situazione era com plicata, perché l ’ispettore no n poteva com unicare con i confratelli. A quel tem po Titus Zem an, in qualità di cappellano, si trovava presso la parrocchia di Šenkvice con l ’am m inistratore parrocchiale A lfonz Paulen, sacerdote co­

raggioso, am m iratore di don Bosco.

3. I viaggi di Zeman a Torino

M assim a autorità tra i salesiani l ’avevano i superiori che erano stati n o ­ m inati da don B okor com e suoi vicari. Si trattava di don František Valábek e don V iliam Vagač. V alábek era internato nel cam po di Podolínec, insiem e al gruppo m aggiore dei salesiani. Viliam Vagač stava a B ratislava in qualità di direttore spirituale delle suore della C arità della Santa C roce (SC SC ), che la ­ voravano presso l ’O spedale statale, nel quale era curato anche u n prete sale­

siano, don Štefan Sandtner, am ico e collaboratore di Titus Zem an. Il paese di Šenkvice dove operava don Titus si trovava presso B ratislava, quindi n on era d ifficile p e r lui en tra re in co n tatto co n do n V iliam V agač. A n ch e Š tefan S andtner faceva da collegam ento tra di loro. Il collegam ento con Podolínec e don V alábek fu garantito da don E rnest M acák che p e r due volte riuscì a fu g­

gire da quel cam po e nel 1968 em igrerà a ll’estero dove p ub blich erà i suoi prim i libri sui destini dei salesiani slovacchi23. E rnest M acák era il nipote di don A nton M acák che faceva parte del gruppo dei superiori salesiani. A nche suo fratello Ľ udovít M acák era salesiano. D urante gli interrogatori dei diret­

tori salesiani, gli investigatori riuscirono a capire che don Vagač aveva as­

sunto la direzione della Società Salesiana in Slovacchia, a nom e d ell’ispettore Bokor, in occasione di una riunione tenuta a B ratislava (in via M iletičova) nel m aggio 194924. In qu ell’occasione alm eno in parte erano state divise le ri­

sorse finanziarie d ell’ispettoria tra alcuni m em bri responsabili della Società Salesiana, p e r evitare la confisca dei beni, alla quale di fatto saran n o sotto­

posti tutti gli ordini religiosi.

E rnest M acák, con il tacito consenso dei superiori e con l ’aiuto di una guida esperta, Jo z e f M acek, com inciò a organizzare la fuga dei chierici verso O ccidente. Si doveva passare attraverso Z áhorie e guadare il fium e M orava.

G iunti in A ustria poi era necessario oltrepassare la zona di occupazione sovie­

23 A. Ochotnik (pseud. Ernest Macák), Journal from an Internment Camp. Toronto, Nové vydavateľstvo 1979, 202 p.

24 AIMN-MIŽ, Jozef_Bokor e compagni, fascicolo d’indagine V-1356, Verbale della depo­

sizione del condannato Viliama Vagač, 31 gennaio 1956, Žilina, p. 56.

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tic a 25. J o z e f M acek p ro v e n iv a da B o rsk ý Svätý M ikuláš. N e l dopoguerra, attraverso il breve tratto di M orava che segnava il confine tra Slovacchia e A ustria, passarono clandestinam ente m iglia di fuggiaschi. Così con il nuovo codice penale del 1950, vennero inasprite le pene contro coloro che tentavano di attraversare illegalm ente la frontiera26.

I com unisti in breve tem po requisirono tutte le opere salesiane. L’Istituto di M ichalovce n ella Slovacchia orientale venne chiuso il 16 m aggio 1949.

Il direttore, don Štefan Fábera, dichiarato fuori legge, fu costretto a fuggire in A ustria con l ’aiuto di E rnest M acák e Jo z e f M acek27. D on František Reves, espulso dalla stessa opera, fu inviato p arro co n ella p arro cch ia di B rodské presso il confine. Q uesti salesiani che non erano stati internati a Podolínec diedero un contributo determ inante p er la salvaguardia delle vocazioni sacer­

dotali organizzando la loro fuga: Š tefan F abera accoglieva i rifu g iati nella casa salesiana di Linz; František Reves dalla parrocchia di B rodské in Záhorie assicurava la connessione tra A ustria e Slovacchia. D i questo passaggio di sa­

lesiani verso O ccidente era a conoscenza anche il parroco di B orský Svätý M ikuláš, m ons. A ugustín K arm aš e l ’am ico vescovo m ons. A m bróz Lazík.

D ue strade vennero seguite per salvaguardare la vocazione dei giovani sa­

lesiani. Innanzitutto la cura della loro crescita spirituale e la preparazione di or­

dinazioni sacerdotali clandestine, azioni possibili anche nei luoghi di concen­

tram ento. I giovani salesiani erano costretti a lavorare nei cam pi giovanili e prestare servizio m ilitare com e politicam ente inaffidabili. Lo Stato aveva isti­

tuito dei battaglioni tecnici ausiliari (PTP), nei quali gli individui politicam ente inaffidabili prestavano “servizio m ilitare” per tre anni sotto form a di lavori for­

zati com binati con addestram ento m ilitare28. Questi soldati non avevano armi m a picconi e badili e indossavano vecchie uniform i tedesche. A nche se si trat­

tava di u n servizio faticoso, durante quel periodo m olti chierici ebbero la possi­

bilità di studiare e sostenere esam i in segreto presso i sacerdoti più anziani. Era una m odalità tipica da Chiesa nelle catacom be e si attuava in varie form e29.

II secondo m odo p e r salvaguardare le vocazioni fu quello delle fughe il­

legali verso O ccidente, dove i chierici avrebbero potuto com pletare la loro

25 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 51.

26 Ľubomír Morbacher - Teodor Pekarovič, Ilegálne úteky z Československa v rokoch 1948-1989, in František Mikloško - Gabriela SmolÍková - Peter Smolík (et al.), Zločiny komu­

nizmu na Slovensku 1948-1989. Prešov, Vydavateľstvo Michala Vaška 2001, pp. 473-538.

27 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 9.

28 Bernardín ŠipkovskÝ, Zo spomienok tajne vysvätených kňazov, in Lucia BačÍková, Poď a nasleduj ma! Prešov. Prešov, Vydavateľstvo Michala Vaška 2005, p. 49.

29 E. Macák, Dva roky v katakombách..., p. 300.

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242 Františka Čechová

fo rm a zio n e ec clesiastica. A P o d o lín e c i g io v a n i salesian i v e stiv a n o abiti civili. N o n era loro perm esso di proseguire gli studi, nem m eno le scuole se­

co n d arie. D i c o n se g u e n z a m o lti ce rca ro n o m o d i a lte rn a tiv i p e r o tten ere qualche form a di istruzione e prepararsi ad accedere alle professioni secolari.

D on E rnest M acák aveva una buona panoram ica della dislocazione di questi giovani e si prendeva cura della loro crescita spirituale. F u lui a contattare don Titus Z em an che operava nella parrocchia di Šenkvice p er organizzare l ’espatrio di coloro che d ecid evano di an dare a ll’estero p e r term in are gli studi30. D on František V alábek e don V iliam Vagač avevano dato il perm esso di attingere ai fondi econom ici della Società Salesiana p er queste attività31.

L’organizzazione delle fughe era im pegnativa. Si dovevano pagare le guide che facevano u n lavoro rischioso32. Inizialm ente il rischio no n fu alto, così negli anni 1948-1950 riuscirono a passare il confine cecoslovacco 23.354 profughi. “Le pattuglie erano inviate ad intervalli regolari alle ore 4, alle 6, alle 13, alle 18 e alle 20. Seguivano percorsi fissi e avevano gli stessi punti di contatto”33. L a situazione peggiorò nel 1951. Sul confine tra l ’E st e l ’o v e s t fu stesa gradualm ente la “cortina di ferro”, u n im perm eabile confine di filo spi­

nato, che dal 1953 venne elettrificato.

N ella notte dal 31 agosto 1950, il prim o di settem bre, Titus attraversò la frontiera sul fium e M orava con i prim i sei chierici. G razie al suo coraggio potè studiare in Italia u n biblista, don Jo z e f H eriban, che dapprim a lavorerà com e insegnante e m issionario in G iappone e più tardi sarà professore n e ll’U ­ niversità P ontificia Salesiana di R om a, pubblicando un certo num ero di lavori scientifici di fam a m ondiale. U n secondo, don R u d o lf B latnický, sarà profes­

sore di Escatologia a ll’U niversità P ontificia Salesiana, parteciperà alla p ub ­ blicazione del m essale slovacco e insiem e ad altri salesiani fonderà l ’Istituto Slovacco Santi Cirillo e M etodio di R om a. N el prim o gruppo c ’era anche don Stanislav K m otorka, poi professore presso il C onservatorio Luigi C herubini di Firenze, com positore, direttore di coro e d ’orchestra e collaboratore nella parrocchia salesiana della città. C on loro c ’erano i salesiani M edard Štepa- novský e Ján M artinec34.

30 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 84.

31 Peter Sandtner, František Valábek, in Rudolf Dobiáš (ed.), Triedni nepriatelia III.

Prešov, Vydavateľstvo Michala Vaška, 2010, pp. 153-159; E. Macák, Utečenci pre Krista..., p.

90.

32 Alfonz Šilhár, Hodina temnosti. Trnava, Spolok svätého Vojtecha 1999, p. 102.

33 Ľubomír Morbacher, 11. bratislavská brigáda Pohraničnej stráže a výnimočná "osob­

nosť” jej prvého veliteľa Floriána Čambála (1948-1962), in Sborník Archivu bezpečnostních složek 9 (2009) 95-111.

34 Cf E. Macák, Utečenci pre Krista..., pp. 86-87.

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Il secondo passaggio fu più num eroso. C ’erano cinque sacerdoti: F ran­

tišek K ubala di V rbové e Cyril M arek di H rnčiarovce che andarono m issio­

nari in lontani paesi; T ibor Strnisko di P ezinok che lavorò tra gli slovacchi in B elgio e in A ustralia; E rnest M acák e Ľ udovít Suchan di Trstín, fuggiti da Po- dolínec (S uchan era nipote del vescovo di Trnava Am bróz L azík e fu m issio­

nario in G iappone); Andrej Šándor, conosciuto con lo pseudonim o di G orazd Zvonický, fu uno dei fondatori d ell’istituto Slovacco dei Santi C irillo e Me- tod io di R o m a35. F acevano p arte di qu esta seco nd a sp edizio ne anche otto chierici: Andrej P aulíny di R ajec e R afael Č erný di Sobotište, che lavorarono a ll’istituto Santi Cirillo e M etodio e ai program m i in lingua slovacca della Radio Vaticana; Jo z e f O chaba di Štefanová che dopo gli studi teologici svol­

gerà il suo m inistero in Francia; C yril B úran di Jablonica che diventò dottore in D iritto C anonico in G erm ania; Ján E iben di B ratislava e Jo z e f H ercog di Šaštín che andarono in m issione; P avol Tuna di Valašská B elá che fu m em bro del C entro C atechistico Salesiano di Torino; Juraj T ôrôk di Ž ilina che diven­

terà produttore di film religiosi negli Stati U niti36. insiem e a questi tredici sa­

lesian i attrav ersò il co n fin e uno stu d en te di teo lo g ia fran cescan o , D an iel Faltín, che più tardi lavorò a R om a com e giudice della Sacra R om ana Rota.

La lontananza d ell’ispettore Jo z e f Bokor, internato a Želiv, creò delle in­

certezze. Titus Z em an decise di accom pagnare i giovani fino a Torino p er in­

contrarsi con il R ettor M aggiore ed assicurarsi se stava agendo correttam ente.

P er evitare l ’incontro con le pattuglie m ilitari degli eserciti di occupazione e con le guardie di frontiera, attraversarono il confine tra A ustria e Italia a piedi valicando le A lpi. Si trattò di una m arcia coraggiosa e im pegnativa, m a ci riu ­ scirono. Quando arrivarono a Valdocco, in cortile si incontrarono con il P re­

fetto generale della C ongregazione, don R enato Ziggiotti. Era presente R u­

d o lf B latnický che ricorda com e don Ziggiotti disse a tutti: “Ecco otto confra­

telli che si sono salvati dal cam po di concentram ento com u nista!” 37. D on Ziggiotti e il R ettor m aggiore don Pietro R icaldone da quel m om ento aiuta­

rono in tutti i m odi i chierici slovacchi e la loro giuda Titus Zem an.

D on F rantišek R eves, co-organizzato re dei p assagg i verso O ccidente, nelle sue m em orie, scritte a Parigi, riporta quanto gli riferì Titus Z em an una volta ritornato in Slovacchia: “Il R ettor m aggiore don R icaldone m i h a invi­

tato ad u n colloquio privato in cui l ’ho inform ato personalm ente del destino dei n o stri giovani, in g ran p arte ancora rin ch iu si n ei cam pi di c o n c en tra­

35 Cf Ibid., pp. 86-100.

36 Cf Ibid., pp. 125-141.

37 Ibid., p. 99.

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244 Františka Čechová

m ento, in carcere e ai lavori forzati. Gli ho detto che m olti studenti di teologia e filosofia erano stati costretti a tornare alle loro fam iglie no n avendo alcuna speranza di continuare gli studi ecclesiastici, p er entrare nel m ondo del lavoro civile [...]. M i ordinò di scrivere una relazione dettagliata nella cronaca della C asa [...]. H a incoraggiato m e e gli altri che m i avrebbero aiutato p er u lte­

riori azioni di salvataggio delle vocazioni, p e r quanto possibile [...]. Infine, m i ha dato la sua benedizione paterna, m i ha abbracciato ed io con le lacrim e agli occhi sono uscito dal suo studio”38.

D o n R icaldone, che era già gravem ente am m alato e m o rirà il 25 n o ­ vem bre d ell’anno successivo, consegnò a Titus una lettera di incoraggiam ento p er i salesiani slovacchi: “ C arissim i figlioli. Siam o sem pre con voi col p en ­ siero, col cuore, con la preghiera. P er voi e p er bene vostro sarem o disposti a qualsiasi sacrificio. Ci consola pensare che, anche nelle ore difficili, vi con­

servate degni figli della n o stra grande fam iglia. R icordate spesso la nostra soavissim a M adre e il nostro grande Padre. N o i vi salutiam o con santo orgo­

glio perché siete la nostra gloria. C oraggio; dopo le nubi viene il sereno; in futuro vedrete trionfi. B enedico tutti di gran cuore: vivo sem pre con voi e per voi. Vostro affezionatissim o P ietro”39.

In Slovacchia non si seppe d ell’incontro di Titus Z em an con don Rical- done e nem m eno della sua lettera di incoraggiam ento. Poiché si ignorava che egli agisse secondo le istruzioni dei superiori di Torino e con loro autorizza­

zione diretta40, alcuni pensarono che fosse spinto dal desiderio di avventura.

M a l ’ispettore dei salesiani sulla sua tom ba, insiem e al com pagno di carcere don A ndrej D erm ek, afferm erà pubblicam ente che a spingerlo “no n fu u n ’av­

ventura, una frivolezza, il desiderio di una forte sensazione. È stato l ’am ore p er le anim e”41.

A Torino Titus Z em an aveva ricevuto dal R ettor M aggiore una reliquia di san G iovanni B osco certificata42. I m em bri del terzo passaggio ricordano di averla baciata prim a d e ll’attraversam ento della frontiera43. A ltri fuggiaschi

38 ASDB, fondo František Reves, Memorie di František Reves: “Eppure non mi hanno cat­

turato o non mi avrete vivo”, manoscritto, pp. 181-182.

39 Zlatko Kubanovič, Pochopil saleziánsku askézu v poslušnosti, in “Don Bosco dnes” 43 (2012) 26-27.

40 AIMN-MIB, Fascicolo d’indagine V-70, Fascicolo personale di Titus Zeman 6424, Ver­

bale della deposizione del condannato Titus Zeman, 13 giugno 1951, p. 13.

41 Cf ASDB, fondo Titus Zeman, Andrej Dermek presso la tomba di Titus Zeman, necro­

logio, p. 4, Vajnory 11 gennaio 1969.

42 ASDB, fondo Titus Zeman, Copia del Certificato di autenticità della reliquia di Don Bo­

sco, “extracxisse ex autenticis locis sacram particulam ex carne Sancti Joanis Bosco”, Roma, 3 marzo 1950.

43 M. T. RadošinskÝ, Don Titus "Vatikánsky špión? ”..., p. 7.

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non la ricordano. La reliquia fu conservata anche se il sigillo si ruppe. È p ro ­ babile che don Titus nel novem bre 1950 sia andato a R om a proprio p er riti­

rare p erso n alm e n te la re liq u ia del santo dalla P ro cu ra salesian a presso la Santa Sede.

M entre Titus era a R om a, accom pagnato da Jo z e f M acek, la polizia au­

striaca arrestò F erdinand Totka, la guida che collaborava con M acek. D opo il loro ritorno a Linz, intorno al 15 novem bre 1950, anche M acek venne arre­

stato. A denunciarli era stato il dr. Sem an, u n im prenditore del paese di don Fabera44, che si era unito al gruppo p er espatriare e li accusava di averlo deru­

bato durante l ’attraversam ento del fium e M orava45. Senza queste guide Titus non avrebbe potuto più svolgere il suo com pito. A ltri chierici attendevano in Slovacchia, m a non si poteva tornare nel paese senza le guide. Titus insiem e a don F ab era cercò di in te rv e n ire p re sso la p o liz ia p e r il rila sc io di J o z e f M acek. Il dr. Sem an ritirò l ’accusa m a la polizia austriaca fu irrem ovibile. Si trovò una soluzione quando F erdinand Totka venne rilasciato, il 10 gennaio 195146, m a n o n era affidabile ed esperto com e M acek. La situazione aveva creato un a certa tensione tra don Tituts e don Fabera. Questi, scrivendo a M i­

chal Lošonský, che con lui si prendeva cura degli em igranti slovacchi in A u ­ stria, espresse alcuni dubbi sul confratello: “ [Titus] fa m olte cose di testa pro ­ pria, forte d ell’autorizzazione dei superiori. M a i superiori n on san n o quello che noi sappiam o e vediam o; se fossero inform ati no n avrebbero concesso un tale perm esso, se m ai l ’hanno concesso”47. D on Fabera si rendeva conto, anche se non volle confessarlo, che includendo tra i fuggiaschi l ’im prenditore Sem an suo conterraneo, aveva danneggiato gli interessi della Società Salesiana e lo stesso don Titus.

Intanto in Slovacchia altri dieci giovani salesiani erano pronti a fuggire.

I superiori avevano istituito a Torino corsi di teologia in slovacco affidati a don S ilvester Taliga e a don M ilan Ď urica. Titus Zem an prevedeva di chia­

m are da P o d o lín e c anch e u n altro p ro fe sso re di te o lo g ia , il dr. A ndrej D erm ek, con il perm esso del superiore František Valábek, col quale fu con­

cordata la parola d ’ordine se il passaggio avesse avuto successo48. Il sostegno

44 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 141.

45 AIMN-SNB, Titus Zeman e compagni, fascicolo d’indagine V-70, Verbale della deposi­

zione di Ferdinand Totka, 11 maggio 1951, p. 105 e 315.

46 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p 141; AIMN-SNB, Jozef Vicen, Fascicolo d’indagi­

ne V-509, Oggetto: Arresto di Jozef Macek, 15 dicembre 1956.

47 ANS-MI, fondo non sistemato Michal Lošonský-Želiar, Lettera di Štefan Fabera a Mi­

chal Lošonský, 10 dicembre 1950, Linz.

48 Peter Sandtner, František Valábek..., p. 156.

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246 Františka Cechová

dei superiori, il loro aiuto, l ’incoraggiam ento e la reliquia di G iovanni Bosco obbligavano Titus: sentiva che era suo dovere tornare in Slovacchia.

D on Zem an, cercando di ottenere la liberazione della guida Jo ze f M acek, aveva conosciuto il giornalista M ichal Lošonský-Želiar, corrispondente della R adio Vaticana, che lavorava p e r Radio Legione B ianca e p iù tardi divenne re ­ dattore di Radio E uropa Libera. Titus ebbe con lui una corrispondenza am i­

chevole. N ella lettera del 21 gennaio 1951 gli scriveva preoccupato: “G ià tre volte la cosa è stata rinviata. N o n è questo u n segno d all’alto che io m i ferm i?

[...]. [Mi dirai:] E se finissi nelle loro m ani, potresti tu chiedere l ’aiuto di Dio dato che p er tre volte è stato cam biato il piano? N o n ti è bastato il triplice av ­ viso e davvero vuoi fare di te un eroe com e m olti dicono? E no n pensi che Dio ha i suoi piani e non ha bisogno di te p er com pierli, avendo tante persone che m eritano tale grazia?”49. C om unque sapeva di essere atteso in Slovacchia. il suo ritardo stava m ettendo a rischio m olte persone presso le quali da m esi si nascondevano i fuggiaschi già pronti p er il viaggio50.

il 26 gennaio 1951 in una lettera raccontò a ll’am ico M ichal L ošonský una forte esperienza avuta durante la celebrazione della m essa: “C aro amico, m i confido con te, ci sono stati due pensieri forti che m i hanno accom pagnato durante l ’intera m essa e non posso descriverteli” . Si trattava di u n invito a non avere paura, tratto dalla prim a lettera di san G iovanni (1 Gv 3, 16): “E t n o s d e b e m u s p r o f r a t r i b u s a n im a s p o n e r e : ecco il nostro obbligo di essere pronti a sacrificare la vita p er i fratelli, dunque perché avere paura?” . il se­

condo stim olo gli veniva dal Vangelo (M t 10, 28-31): “N o l ite tim e r e ... N o n n e d u o p a s s e r e s a s s e v e n e u n t e t u n u s e x illis n o n c a d e t s u p e r te r r a m s in e P a tr e v e s tr o ? V estri a u te m c a p illi c a p itis o m n e s n u m e r a ti su n t. N o l ite tim e r e : m u ltis p a s s e r ib u s m e lio r e s e s tis vos!!!”51. Titus sottolineò l ’espressione: “N o l ite ti- m e r e!” e aggiunse: “ [devo soddisfare al] com pito affidatom i dai m iei supe­

riori, di cui sono responsabile verso D io e verso i m iei «superiori veri», non quei tali che vorrebbero m ostrarsi superiori e dirigere tutto da un com odo u f­

ficio” . Poi continuava: “Ti assicuro che ho consultato i m iei superiori generali e m i hanno im partito p e r questo anche la loro benedizione, che considero una benedizione dello stesso don B osco” . A ccennò alla lettera in cui scriveva del triplice avviso, cham andola “la lettera precedente alla m ia paura”, e giustificò

49 ANS-MI, fondo non sistemato Michal Lošonský-Želiar, Lettera di Titus Zeman a Michal Lošonský -Želiar, 21 gennaio 1951, Linz.

50 V. Mitošinka, Pamäti kňaza 1948-1966., p. 52.

51 ANS-MI, fondo non sistemato Michal Lošonský-Želiar, Lettera di Titus Zeman a Michal Lošonský -Želiar, 26 gennaio 1951, Linz. Michal Želiar, Každý svojou pošiel stranou, Trnava 2003, p. 20.

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la sua decisione di sacrificarsi a costo della vita: “Passiam o dalla m orte alla vita q u o n ia m d ilig im u s fr a t r e s , perché am iam o i nostri fratelli” . Fu un a scelta drastica in totale affidam ento alle m ani del Signore.

M entre si attendevano le condizioni ottim ali p er passare la M orava, egli si preparò responsabilm ente. L’attesa fu lunga, m entre Jo z e f M acek rim aneva in carcere. Il poeta G orazd Z vonický - Šándor, salesiano che aveva seguito don Titus nel secondo passaggio, scrisse nelle sue m em orie com e l ’ispettore sale­

siano d ell’A ustria, don G iorgio N itsch, accogliesse am ichevolm ente gli am ici di don Z em an52. D on F abera, e don Strečanský, fam oso m usicista, vennero ospitati fraternam ente a Linz, dove poterono assistere i fuggiaschi slovacchi.

Lo storico salesiano, Zlatko K ubanovič, ha ritrovato due lettere del Prefetto generale, don R enato Ziggiotti, prossim o R ettor M aggiore, a ll’ispettore N itsch e al nunzio apostolico di Vienna, scritte il 3 m arzo 1951, con la richiesta di so­

stenere i salesiani Titus Zem an, Štefan Fabera e Jo ze f Strečanský p er “poter aiutare i loro confratelli nella loro dolorosa situazione” . U na settim ana dopo don Titus e F erdinand Totka partirono p e r la Slovacchia53. D alle lettere di don Z iggiotti risulta che Štefan Fabera aveva ricevuto lo stesso m andato da parte dei superiori, m a nelle sue m em orie egli scrisse che avrebbe detto a Titus p ri­

m a della partenza: “N o n andare, n on farlo. Q uando ti arresteranno, peggiorerai la situazione dei salesiani in Slovacchia e anche in Italia”54. È questo il m otivo p er il quale il ritorno di Titus in Slovacchia fu interpretato com e u na decisione arbitraria. M a è diverso il parere dei salesiani che poterono term inare gli studi grazie al sacrificio di Titus. A Torino essi fondarono u n a riv ista, chiam ata V e ľk o n o č n ý p o z d r a v (nel 1953 ebbe com e titolo N e z a b ú d a jm e ! ) , diretta da don Silvester Taliga, che pubblicò l ’ultim a lettera scritta da don Z em an prim a del­

la partenza p e r la Slovacchia, avvenuta il 23 m arzo 1951, venerdì santo: “ Cari am ici e fratelli! Quando voi festeggerete giorni di gioia sapete che io ancora no n potrò farlo. M a parto perché devo farlo. P er questo don B osco m i h a ri­

chiam ato in v i t a . 55. Pregate che m i faccia ancora vivo. Se n on m i sentirete, pregate ancor di più, affinché io riesca a soffrire qualcosa, se questa sarà la v o ­ lontà di Dio. E in questo calvario, in cui voglio sacrificarm i p er l ’espiazione dei m iei peccati, penserò sicuram ente a voi tutti perché perseveriate n ella vo ­ stra vocazione, perché don B osco vi dia l ’abbondanza della sua grazia, perché

52 E. Macák, Utečenci pre K r is ta ., p. 134.

53 Archivio privato di Zlatko Kubanovič (Bratislava).

54 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 143.

55 Durante il secondo passaggio, dopo l’attraversamento del fiume Morava, don Titus ave­

va improvvisamente perso conoscenza, probabilmente a causa di un esaurimento nervoso (ibid., p. 133).

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248 Františka Cechová

sappiate attuare nella nostra opera tutto quello che D io e la C hiesa da voi chie­

deranno. Vostro Titus!”56. A proposito di questa lettera scrive don Taliga nel 1953, sulla rivista N e z a b ú d a jm e ! :M a jo r e m c a r ita te m n e m o h a b e t, u t a n im a m s u a m p o n a t q u is p r o a m ic is s u is [...]. Vi ricordate quanti eravam o allora qui su ll’altro lato e quanti siam o qui oggi?” . Titus aveva accom pagnato a Torino i prim i sedici studenti e nel 1953 i salesiani slovacchi in Italia erano orm ai cin­

quanta. D on Štefan Fabera, dopo il rilascio di Jo z e f M acek dal carcere, conti­

nuerà a lavorare coraggiosam ente fin quando ci furono le condizioni che p er­

m ettevano di fuggire dalla C ecoslovacchia57. Tra gli ultim i espatriò don F ran­

tišek R eves; dopo la sua partenza le fughe furono organizzate d all’instancabi­

le don E rnest M acák58. Così tra il 1949 e il 1989 lasciarono la Slovacchia più di settanta salesiani59.

Il profesor M ilan Ď urica, al quale era stato affidato il com pito d ell’inse­

gnam ento ai salesiani slovacchi a Torino, così ricorda la risoluzione di Titus di tornare in Slovachia: “H a suscitato, non solo in m e m a anche nei superiori, una grande am m irazione p er il coraggio e la generosità con la quale si oppo­

neva al nostro tentativo di persuaderlo a rim anere con noi, e non tornare in Slovacchia p er la seconda volta, perché tutti tem evam o p er lui. M a egli aveva intravisto nei due viaggi riusciti la protezione speciale di Dio. A nche se con­

sapevole del crescente pericolo n o n si è lasciato p ersu adere e ha risposto:

«Q ualcuno si deve sacrificare». D opo p o chi m esi abbiam o saputo che era giunto anche p e r lui il m om ento del sacrificio”60.

Il v e n e rd ì santo, 23 m arzo 1951, T itus Z em a n con F e rd in a n d Totka passò attraversò la M orava in piena. Lo aspettavano preparati dieci giovani salesiani e undici sacerdoti che no n sapevano dove nascondersi. P er loro l ’u ­ nica alternativa alla fuga oltre confine era quella di consegnarsi e farsi arre­

stare. A Innsbruck, don Titus aveva ricevuto da M ichal Lošonský docum enti falsi a nom e di Pavel Plahdaník, insiem e al denaro necessario p er il passaggio di u n sacerdote ceco61, com e si legge nel verbale d ell’interrogatorio di Titus

56 Silvester Taliga, Nezabúdajme. List Titusa Zemana, in Veľkonočný pozdrav 2 (1953) 8.

Veľkonočný pozdrav era la rivista dei salesiani slovacchi che studiavano a Torino, edita sotto la direzione di Don Silvester Taliga.

57 ASDB, fondo František Reves, Memorie di František Reves: “Eppure non mi hanno cat­

turato o non mi avrete vivo”, manoscritto, pp. 470-471.

58 E. Macák, Utečenci pre Krista..., p. 276.

59 Ibid, p. 75.

60 Archivio privato di Michal Titus Radošinský (Bratislava), Lettera di Milan Stanislav Ďurica. Cf Ďurica, Milan, S., 2008. Titus Zeman - lettera di Ďurica [posta elettronica]. Messag­

gio: a Michal Titus Radošinský. 2008-02-05 (citato 2012-12-09). Communicazione personale.

61 AIMN-MIB, Fascicolo d’indagine V-70, Fascicolo personale di Titus Zeman 6424, Ver­

bale della deposizione del condannato Titus Zeman, 13 giugno 1951, p. 11.

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Zem an del 13 giugno 1951. D opo l ’esperienza delle fughe precedenti, Štefan Fabera e František Reves n on inclusero nella spedizione alcun laico, tranne la guida Totka. Gli eventi sono raccontati da František R eves sulla base di n o ­ tizie avute da don Titus. il salesiano e la sua guida furono scoperti nel paese di Závod, presso il contadino che già li aveva trasportati col suo carro le volte precedenti. il presidente e il segretario del partito com unista locale, che torna­

vano da una riunione, videro le luci nel cortile del contadino. il presidente si avvicinò “al carro dove avevam o m esso gli zaini. Gli ho sbarrato la strada e lui m i ha chiesto: «M i m ostri un docum ento!». in quel m om ento era accanto a noi anche Fero Totka. C on la m ano sinistra afferrò il presidente p e r il bavero della giacca m inacciandolo con un coltello sguainato” . A lla violenta reazione di Totka “il segretario, vista la gravità della situazione, corse in strada e iniziò a urlare a squarciagola” . A llora “ fuggim m o di corsa [...] fin quando le gam be ci bastarono, attraverso l ’aia verso il vicino ginepraio” . M a gli zaini con i do­

cum enti e il dizionario slovacco-italiano con la firm a di Titus rim asero nel carro. Titus pensò che la polizia li avrebbe accusati di essere “spie che sta­

vano andando a fare attività sovversiva”62. Sapeva che n on poteva rim anere p iù a lungo in S lovacchia, perch é quei due li avrebbero d en u n ciati63. N el diario della G uardia di F rontiera sono state distrutte tutte le registrazioni del m arzo 1951; così non sappiam o se Titus Z em an e F erdinand Totka siano stati subito identificati e cosa sia successo ai loro zaini64.

František R eves ritiene che il fatto di Z ávod sia stato “un a sem plice sfor­

tuna. N o n fu colpa loro. Fin d all’inizio, quando com inciam m o q u est’azione risch io sa e pericolosa, tem evo che accadesse q ualcosa di sim ile, se no n di peggio. Quando qualcuno di quelli che avevano il coraggio di fuggire oltre confine m i chiedeva se la fuga sarebbe stata sicura al cento p er cento, solita­

m en te risp o n d ev o : C aro am ico, n o i facciam o tu tto ciò è in n o stro potere perché la fuga riesca. Tuttavia, si deve fare i conti con il fatto di u n probabile arresto al confine [...] Sottom ettiti alla volontà di Dio e Lui, se sarà la sua santa volontà, sicuram ente ti aiuterà a raggiungere il m ondo libero!”65.

62ASDB, fondo František Reves, Memorie di František Reves: “Eppure non mi hanno cat­

turato o non mi avrete vivo”, manoscritto, pp. 183-184. M. T. Radošinský, Mučeníkom za zách­

ranu kňazských povolaní, in Stanislav Dzurjanin (ed.), Život za mrežami. Prešov, Vydavateľst­

vo Michala Vaška 2007, pp. 280-282.

63 AIMN-GFB, 2346/17, Comando 1/4 del battaglione, 1951-1955, Diario della Guardia di Frontiera 1951-1952, “Uomini sconosciuti - fuga”, 23 aprile 1951, p. 13.

64 Cf A. Šilhar, Hodina te m n o sti., p. 87.

65ASDB, fondo František Reves, Memorie di František Reves: “Eppure non mi hanno cat­

turato o non mi avrete vivo”, manoscritto, p. 186.

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250 Františka Čechová

Z em an e Totka si separarono fuggendo ognuno in direzione diversa66.

D on Titus, attraverso i Piccoli C arpazi, si recò fino a Pezinok-C ajla dalla si­

gnora A gneša Šilhárová, che già lo aveva nascosto dopo il prim o passaggio e gli aveva curato una ferita alla gam ba67. Suo figlio Štefan e il nipote A lfonz Šilhár avrebbero dovuto andare con lui in Italia68. D urante gli interrogatori, nonostante le crudeli torture, il nostro salesiano n on fece m ai il nom e degli Šilhár. A g li in v e stig a to ri d isse che era stato n e lla p a rro c c h ia di B ro dsk é presso don František R eves e poi si era nascosto n el fienile dei Totka69.

František R eves, aiutata l ’organizzazione del terzo passaggio, scelse tra i candidati più urgenti vari sacerdoti diocesani che n on potevano m uoversi le­

galm ente in Slovacchia perché dichiarati fuori legge, tra i quali A nton Botek, František M inarových, Em il Šafár e V iliam M itošinka70. Il decano di B orský Svätý M ikuláš, m ons. A ugustín K arm aš, li aveva aiutati a nascondersi in vari luoghi a Záhorie, m a era controllato dalla polizia segreta, perciò voleva riso l­

vere la situazione nel più breve tem po possibile e sollecitava la loro partenza im m ediata. N el fascicolo della Sicurezza Statale del m arzo 1950 si legge: “Il decano K arm aš è u n p ersonaggio centrale del decanato di Skalica; sta in ­ viando segrete circolari antistatali [...]; è stato segnalato p er sedizione contro la R epubblica C ecoslovacca, m a p er m ancanza di prove è stato liberato [...].

S arà p ro p o sto p e r il cam po di lav o ro forzato (T N P )71 com e p erso n a sco ­ m oda”72. B orský Svätý M ikuláš, chiam ato Búry, fu u n centro im portante per le fughe in A ustria73. I sacerdoti diocesani, prim a del passaggio attraverso il fium e M orava, si incontrarono da m ons. K arm aš. N o n fu una b uona scelta: il decano e la sua dom estica Em m a o lb ric h o v á verranno arrestati a condannati a 12 anni p e r averli aiutati; la o lb ric h o v á m orirà in prigione. L a distruzione dei docum enti della Sicurezza Statale non ci perm ette di sapere se il luogo della riunione sia stato deciso da František R eves oppure da F erdinand Totka.

66 AIMN-SNB, Titus Zeman e compagni, fascicolo d’indagine V-70: Verbale della depo­

sizione di Ferdinand Totka, 11 maggio 1951, p. 317.

67 M. T. RadošinskÝ, Don Titus "Vatikánsky špión?”..., p. 47.

68 Peter Sandtner, Pezinskí kňazi. Farári, kapláni, rodáci z Pezinka. Pezinok, Mesto Pezinok 2006, p. 84. M. T. RadošinskÝ,Don Titus "Vatikánsky špión?”..., p. 58.

69 AIMN-MIB, Fascicolo d’indagine V-70: fascicolo personale di Titus Zeman 6424:

Verbale della deposizione del condannato Titus Zeman, 13 giugno 1951, p. 11.

70 V. Mitošinka, Pamäti kňaza 1948-1966., p. 50.

71 TNP - campo di lavori forzati. Era un campo in cui durante il comunismo i cittadini era­

no arrestati e asserviti senza processo in seguito a decisione arbitraria dei funzionari comunisti.

72 AFSP, fondo Z, (Notizie dalla Slovacchia), Registrazione numero 647/118, del 30 mar­

zo 1950.

73 Cf Ján Mikula, Naša vzbura proti totalite, in Eva Fordinálová (ed.), Borský Mikuláš, 1394-1994. Skalica, Záhorské múzeum v Skalici 1994, p. 30.

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R im ane u n m istero anche la partecipazione del cappellano di B orský Svätý M ikuláš, Vojtech Szitáš, che prim a della partenza dei fuggiaschi era stato im ­ provvisam ente trasferito in u n ’altra parrocchia. C osì riuscì a evitare le pesanti accuse di crim ini capitali, che gli furono im putate in seguito alla deposizione estorta e m anipolata di F erdinand Totka74.

Sappiam o che dopo il passaggio di Titus la P olizia di Stato scatenò una serie di arresti sotto il nom e di O p e r a z io n e K a p lá n (C appellano). N o n siamo ancora riusciti a verificare se l ’“O perazione” sia stata così denom inata dal nom e del cappellano Vojtech Szitáš, attraverso il quale gli inquirenti erano venuti a conoscenza d ell’identità della m aggior parte degli arrestati, oppure di Titus Zem an, che era cappellano a Šenkvice. N ella deposizione forzata di F er­

dinand Totka, in realtà si afferm ava che il cappellano Vojtech Szitáš aveva fornito in form azioni spionistiche sulla distribuzion e di aerei e di p attug lie della G uardia di frontiera e della polizia a Záhorie. Il verbale di questo inter­

rogatorio, in base al quale vennero accusate di spionagio e tradim ento decine di persone coinvolte n e l l ’ O p e r a z io n e K a p lá n , fu secretato e no n venne reso disponibile alla Corte di riabilitazione negli anni 1968-197075.

Vojtech Szitáš probabilm ente non sapeva nem m eno che F erdinand Totka sotto pressio n e lo avesse accusato di reati p e r i quali risch iav a la p en a di m orte76. Il cappellano fu arrestato, m a rilasciato dopo sei settim ane p er m an ­ canza di prove.

Q u esta è la ric o stru z io n e dei fatti. L a sera del 7 ap rile 1951 giunse presso la parrocchia di B orský Svätý M ikuláš una guida di ventotto anni, F er­

d in an d T otka, col p ad re A nton. C o n loro era la p arte p iù im p o rtan te del gruppo che doveva effettuare il passaggio. N ella parrocchia aspettavano già cinque sacerdoti. U no di loro era il dr. A ntok B otek, ex redattore del giornale

74 ANS-MI, fondo Procura dello Stato di Bratislava, 2 SPt Ili, 112/1952, Diario procedi­

mento penale: Vojtech Sitáš, Segreto! Relazione del procedimento penale a carico di Vojtech Sitáš, scatola 163, 4 dicembre 1951, Bratislava.

75 AIMN-SNB, Titus Zeman e compagni, fascicolo d’indagine V-70, Verbale della depo­

sizione di Ferdinand Totka, 11maggio 1951, pp. 300-323. L’Amministrazione Centrale del Di­

partimento di Sicurezza di Stato, Sezione della registrazione di gruppo di Praga, il 30 aprile 1968 decise che la parte del fascicolo d’indagine Titus Zeman e compagni (V-70) da pagina 288 a pagina 323, in cui era inclusa la falsa testimonianza di Ferdinad Totka, non fosse messa a disposizione del Tribunale di riabilitazione; così rimase permanentemente segreta. Sull’intesta­

zione delle parti segretate del fascicolo vi erano avvertimenti: “Non dare al tribunale, il fascico­

lo d’indagine V-70, attenzione il materiale può essere preso in prestito solo dalla Sicurezza Sta­

tale!”. La Polizia di stato nascose rigorosamente questi documenti proprio in un periodo di libe­

ralizzazione, pochi mesi prima della morte di don Titus Zeman.

76 Schematismus venerabilis cleri Administrationis apostolicae Tyrnaviensis. Tyrnaviae, Typis SSa 1948, p. 367.

(20)

252 Františka Cechová

cattolico e direttore d ell’U fficio C entrale C attolico della Slovacchia, reduce dalle carceri di Leopoldov, N ováky, Ilava e M očenok, da dove era riuscito a fuggire77. U n altro ecclesiastico, il dr. Štefan K oštiaľ della diocesi di Spiš, era stato espulso dalla sua parrocchia il 17 dicem bre 1950 perché discepolo del vescovo incarcerato Vojtaššák e in contrasto con il vicario generale e il v e­

scovo scom unicato Ondrej Scheffer; m inacciato di arresto aveva deciso di rifu ­ giarsi a B ratislava presso la fam iglia Luptáková, dove da diversi m esi cercava l ’occasione p er varcare il confine78. U n terzo sacerdote, František M inarových, filologo classico, lettore di latino alla Facoltà Teologica d ell’U niversità di B ra­

tislava, era stato arrestato nel gennaio 1950 e p er tutto l ’anno interrogato dalla polizia con m etodi disum ani, poi rilasciato p er la m alferm a salute79. Gli ultim i due sacerdoti, il dr. V iliam M itošinka e il dr. E m il Šafár, erano fuggiti dal cam po di concentram ento p er sacerdoti di N ové Z ám ky e sotto la protezione di V ojtech Szitáš aspettavano l ’arrivo di don Z em an dalla m età del dicem bre 1950. Em il Šafár, notaio del Tribunale Ecclesiastico di N itra e direttore spiri­

tuale del locale Piccolo Sem inario, fino al 10 dicem bre 1950 era stato detenuto a N ové Zámky. V iliam M itošinka, con l ’aiuto del parroco di N ov é Zámky, K arol Lénár, era fuggito a Záhorie, dove il fium e M orava segnava il confine.

in seguito, p e r questo fatto, don L énár venne condannato a 17 anni di car- cere80. M itošinka aveva u na posizione più rilevante rispetto agli altri: era diret­

tore d ell’U fficio diocesano di Trnava, il p iù stretto collaboratore di A m bróz Lazík, vescovo d ell’A m m inistrazione A postolica di Trnava, la principale della Slovacchia.

L a p artecip azio n e di questi em inen ti sacerdo ti al gruppo di Titus era stata anche concordata in anticipo a Torino, com e risulta dalle lettere di don R enato Ziggiotti, che chiedeva a ll’ispettore G eorg N itsch di procurare i p as­

saporti austriaci “p er gli ecclesiastici e religiosi che riusciranno a varcare il confine della C ecoslovacchia, i cui nom i sarebbero stati presentati dal nostro confratello don Z em an”81. in questo gruppo di ecclesiastici protetti da mons.

77 Anton Botek, Svit kríža za mrežami. Z denníka väzneného kňaza. Bratislava, Vydava­

teľstvo Postscriptum 2011, 134 p.

78 AIMN-SSB, Titus Zeman, fascicolo d’indagine V-70, Fascicolo di gruppo dell’indagine di sicurezza statale nei confronti di Titus Zeman e compagni 1757, Verbale dell’udienza princi­

pale, p. 65.

79 Milan Stanislav Ďurica, František Minarových, in J. Pašteka (ed.), L e x ik ó n ., pp. 936­

937.

80 V. Mitošinka, Pamäti kňaza 1948-1966., p. 283.

81 Archivio privato di Zlatko Kubanovič (Bratislava), Lettera di Renato Ziggiotti, Per il Sig.

ispettore D. Giorgio Nitsch, il 2 marzo 1951, Torino e Per il Nunzio Apostolico di Vienna, 2 mar­

zo 1951, Torino.

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