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CAI Airuno CAI Airuno

Airuno Airuno

Martedì 7 giugno 2005 Martedì 7 giugno 2005

Stefano Covino

CAI Monza, s.sezione di Bellusco

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Meteorologia

Ovvero...

pioverà o non pioverà?

(3)

Le previsioni del tempo

• Molta ironia... indubbiamente!

• Sono però ormai una costante della nostra quotidianità.

• Si parla del tempo dovunque, giornali, TV, siti internet...

• Con gli amici, in famiglia, al CAI...

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Le previsioni

• Senza pensare di poter diventare degli esperti meterologici, è possibile tuttavia formulare delle previsioni personali.

– Hanno valore locale e solamente per poche ore, 12-24.

• Se si hanno a disposizione strumenti tanto meglio, ma l’osservazione e

l’esperienza sono il requisito più

importante.

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Gli strumenti per osservare il tempo

• Ce ne sarebbero tantissimi...

– Termometri – Igrometri – Anenometri – Barometri – Ecc.

• Per la pratica escursionistica è proprio il barometro lo strumento più utile,

– anche perchè ogni barometro è anche un altimetro!

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Barometri ed Altimetri

• Sono, in sostanza, lo stesso strumento!

• In effetti, all’aumentare della quota si ha, secondo una relazione ben precisa, una

diminuzione della pressione.

• Nota la pressione, quindi, si può determinare la quota, e viceversa!

• Esiste, infatti, un modello di atmosfera di

riferimento, detto atmosfera standard, che

lega fra di loro la pressione, la temperatura e

la quota.

(7)

Pressione e quota

• La pressione si misura con varie unità:

– la più nota al grande pubblico è il mbar (millibar);

– negli strumenti moderni trovere anche l’hPa (ettopascal).

• La pressione atmosferica al livello del mare è 1013 mbar o hPa

• Diminuisce di circa 11 hPa ogni 100m fino a

2000m, poi di circa 9 fino a 4000m, e quindi di circa 7 fino a 6000m.

Se al livello del mare abbiamo 1013 hPa, a 2000m ne abbiamo circa 800 e a 4000 circa 600.

Tuttavia l’umidità, la temperatura, il tempo possono modificare questa

relazione.

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Come si usa il barometro?

• Prima di tutto deve essere calibrato.

– il barometro viene calibrato in “fabbrica”, o comunque da persone esperte!

– L’altimetro si calibra facilmente facendo coincidere la quota segnata con quella del posto in cui ci si trova, presa per esempio da una cartina escursionistica.

A questo punto siamo in grado di operare; manca solo un altro

ingrediente: l’osservazione!

(9)

Dividiamo, per comodità, le condizioni meteo in quattro gruppi generali:

•Tempo stabile bello

•Variabile tendente al peggioramento

•Brutto tempo

•Variabile tendente al miglioramento

Cerchiamo di capire come

identificare i vari regimi.

(10)

Tempo stabile bello

Osservazione strumentale

Alta pressione.

Temperatura bassa durante l’inverno.

Osservazione del cielo Colore azzurro o grigio chiaro all’alba. Presenza di nebbie o lievi foschie in pianura.

Osservazione delle nubi Esili e trasparenti in

dissolvimento nelle ore

serali.

(11)

Variabile tendente al peggioramento

Osservazione strumentale

Diminuzione della pressione e umidità in aumento.

Temperatura in diminuzione d’estate ed in aumento

d’inverno.

Osservazione del cielo

In montagna azzurro

tendente al celeste-bianco.

In pianura bianco. Presenza di aloni attorno al sole o alla luna.

Osservazione delle nubi

Nubi alte provenienti da SE, S, SW. Al tramonto visibili molte nubi all’orizzonte.

(12)

Brutto tempo

Osservazione strumentale

Pressione bassa. Umidità o comunque in aumento.

Temperature in calo d’estate e in aumento in inverno.

Osservazione del cielo

Il cielo, se visibile, è di colore azzurro chiaro o rosso al sorgere del sole. Al tramonto in genere è dietro una cortina di nubi.

Osservazione delle nubi

Le nuvole non si dissolvono nelle ore serali ma tendono a coprire uniformemente il cielo.

(13)

Variabile tendente al miglioramento

Osservazione strumentale

In inverno la temperatura diminuisce e aumenta

d’estate.

Osservazione del cielo

Al mattino cielo coperto

con alba grigia. Al tramonto nubi in dissolvimento con prevalenza di sereno.

Osservazione delle nubi

Orizzonte scoperto,

rottura dell’uniformità con squarci di azzurro intenso.

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Perchè tutto questo?

• Il motore di tutto è l’energia solare che scalda diverse zone dell’atmosfera.

– L’aria calda pesa meno, è meno densa, e tende a salire; quella fredda, più densa, a scendere.

• Questi movimenti su scala planetaria formano la circolazione atmosferica.

• Il fenomeno è in effetti etremamente complesso.

– Tantissimi fattori possono avere importanza:

l’orografia, laghi e fiumi, attività umane, ecc.

(15)

Cicloni ed anticicloni

• Alle nostre latitudini le zone anticicloniche sono caratterizzate da alta pressione, quelle

cicloniche da bassa.

– L’aria tende quindi a muoversi verso le zone

cicloniche dove tende a salire, si raffredda, e si ha condensazione: si formano le nubi!

• Le masse d’aria più importanti per noi sono

l’anticiclone delle Azzorre e l’area ciclonica

dell’Islanda.

(16)

• Quando la pressione aumenta il

tempo migliora, quando diminuisce tende a peggiorare.

• Se però abbiamo un altimetro si ha che:

– se la quota aumenta la pressione

diminuisce, se la quota diminuisce la pressione aumenta.

Pressione, meteo ed altimetri

(17)

Vediamo altre osservazioni...

• Come abbiamo visto con un’osservazione attenta è possibile legare la dinamica

atmosferica generale con il tempo locale della nostra zona.

• Anche altri fattori possono essere utili:

– la direzione ed intensità dei venti e

– le variazioni di visibilità.

(18)

Il vento

• Studiando le dinamiche della circolazione atmosferica, e l’esperienza osservativa, si sono codificate delle

regole pratiche per il versante S delle Alpi:

– NO, N, NE: secco, soleggiato, limpido, vento freddo in montagna e nelle vallate;

– E: secco, foschia;

– SE, S, SO: nuvoloso o molto nuvoloso, precipitazioni foschia;

– O: per lo più secco, soprattutto a quote

basse, generalmente soleggiato con poche

nuvole.

(19)

La visibilità

• Le variazioni di visibilità possono annunciare modifiche del meteo:

– l’aumento della visibilità senza vento è legata di solito a bel tempo stabile:

– una diminuzione al contrario spesso anticipa un peggioramento; d’Estate può anche essere un segnale di temporale imminente.

– la foschia nel fondovalle invece indica bel tempo, così come nebbia od il suo dissolvimento ad orari inusuali in pianura porta cattivo tempo.

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I fronti atmosferici

• Un fronte atmosferico essenzialmente è la zona di interazione fra due masse d’aria:

– una calda che tende a salire ed una fredda più vicina al suolo;

• Se è l’aria fredda a muoversi si parla di fronte

freddo, altrimenti si ha un fronte caldo.

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Le perturbazioni

• Le perturbazioni sono legate ai fronti.

• Le fenomenologie sono, a dir poco, complesse. Per esempio:

• All’arrivo del fronte caldo si ha che dapprima si vedono apparire in cielo i primi cirri; quindi si hanno nubi

stratiformi ed infine i nembostrati. É ora che si hanno le prime, deboli, pioggie.

• Quindi arriva il fronte freddo, caratterizzato da nubi pesanti e che può portare a precipitazioni pesanti.

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Riconosciamo qualche tipo di nube:

• Ci sono 4 grandi termini descrittivi per le nubi:

– CIRRO o nuvole alte – ALTO o nuvole medie

– CUMULUS o nuvole bianche e gonfie

– STRATUS o nuvole stratiformi

(23)

Nuvole alte (5-13 km)

Cirri. Queste nuvole sembrano piume bianche e delicate.

Generalmente sono bianche e a forma di ciuffi.

Cirrocumuli. Queste nuvole sono strati bianchi e sottili con una struttura che dà loro l'aspetto di pezzi di cotone o increspature senza ombre.

Contengono goccioline d'acqua molto fredde.

Cirrostrati. Queste nuvole sono degli strati sottili, trasparenti e biancastri formati da

cristalli di ghiaccio. Possono coprire totalmente o parzialmente il cielo e possono anche creare una specie di alone intorno al sole.

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Nuvole medie (2-7 km)

Altocumuli. Queste nuvole sembrano onde del mare con colori e ombre bianchi e grigie. Contengono soprattutto goccioline d'acqua o cristalli di ghiaccio.

Altostrati. Queste nuvole formano un velo bluastro o grigiastro che copre il cielo parzialmente o totalmente.

La luce del sole può essere vista attraverso queste nuvole ma non c'è un effetto di alone.

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Nuvole basse (< 3 km)

Stratocumuli. Queste nuvole sono grigie o di colore

biancastro. La base di queste nuvole tende ad essere più tondeggiante che liscia. Possono essere formate da vecchi strati di nuvole o da cumuli che si sono estesi. La loro cima tende anche ad essere piatta.

Strati. Queste nuvole sono grigie e stanno molto vicine alla superficie della terra. Di solito sembrano uno strato di

lamiera ma qualche volta si trovano in chiazze. Raramente producono precipitazioni.

Cumuli. Queste nuvole hanno una base piatta e densa, e una cima che ha la forma di una montagnola e che assomiglia ad un grande cavolfiore. Dove il sole colpisce queste nuvole esse sono bianche e brillanti. La base tende ad essere di colore più scuro.

Generalmente non producono precipitazioni.

Cumuli-Nembi. Queste sono nuvole molto larghe, pesanti e dense. Hanno generalmente una superficie piatta e scura con cime molto alte e larghe come la forma di una massiccia montagna o di un incudine. Queste nuvole sono

Nembostrati. Questo è uno strato di nuvole molto scuro e grigio, che oscura la luce del sole. E' compatto ed ha una continua caduta di precipitazioni.

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In breve...

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E per aiutare a ricordarsele...

• Le NUBI ALTE sono contraddistinte con nomi che portano il PREFISSO  cirro

– Se la nube è individuale si tratta di un semplice cirro

– Se la nube è costituita da un ammasso ( in latino "cumulus" ) di cirri è un cirrocumulo

– Se la nube forma un vero e proprio strato si tratta di un cirrostrato 

• Le NUBI MEDIE hanno nomi preceduti dal PREFISSO  alto ( quindi il prefisso "alto" non indica le nubi alte )

– Se la nube è individuale è una nube bassa a sviluppo verticale (cumulo, cumulonembo)

– Se la nube è costituita da un ammasso di singoli cumuli è allora un altocumulo

– Se la nube forma un vero strato si parla di altostrato Un nembostrato è un altostrato che produce pioggia.  

• Le NUBI BASSE non richiedono PREFISSO

– La nube individuale si chiama cumulo

Il cumulonembo è un tipo particolare di cumulo a grande sviluppo verticale (temporalesca)

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E quindi?

• NUBI CHE NON GENERANO MAI PIOGGIA

– cumuli di piccole dimensioni

• NUBI CHE NON GENERANO MA POSSONO PREANNUNCIARE PIOGGIA

– Cirri, cirrocumuli, cirrostrati

• NUBI CHE RARAMENTE GENERANO PIOGGIA

– stratocumuli (precipitazioni debolissime), altocumuli, altostrati semitrasparenti

• NUBI CHE SPESSO GENERANO PIOGGIA

– cumuli congesti (rovesci), strati (pioggerella, pioviggine), altostrati opachi (pioggia continua e persistente)

• NUBI CHE SICURAMENTE GENERANO PIOGGIA

– nembostrati (pioggia minuta e fitta), cumulonembi (temporali)

• EVOLUZIONI A RISCHIO DI PIOGGIA

– Le nubi si ingrossano fino a ricongiungersi, mantenendo contorni definiti.

Viceversa nubi che hanno un aspetto tenue, sottile e hanno contorni sfilacciati non producono pioggia.

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Le precipitazioni

• Le nubi si formano per condensazione e si dissolvono per evaporazione.

– La condensazione si ha quando l’aria sale a causa del riscaldamento locale, l’orografia o di

movimenti ciclonici e, quindi, tende a raffreddarsi.

– Può anche essere causata dal contatto con superfici fredde.

– In ogni caso, con la formazione delle nubi, in seguito a processi fisici complessi, si formano cristalli di ghiaccio che accrescono...

Quando i cristalli sono diventati troppo

pesanti si ha la precipitazione: pioggia,

neve, grandine, ecc.

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Non ci sono più le mezze stagioni!

• É vero, il tempo cambia:

– Circa 1,5° gradi in più nell’ultimo secolo.

• É colpa dell’uomo?

– “Solo” dell’uomo è improbabile. Il numero di fattori in gioco, e la loro complessità, è

enorme.

• É plausibile pensare a ciclicità naturali su cui si innestano i risultati della

rivoluzione industriale.

Non dobbiamo dimenticare che la stabilità assoluta delle condizioni

ambientali è probabilmente un’illusione...

15-20000 anni fa’ dove siamo ora c’erano

i ghiacciai, ed il limite delle nevi perenni

era a meno di 1500m!

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I fulmini

• A dire il vero si tratta di un pericolo alquanto sopravvalutato... le statistiche parlano chiaro, una persona ogni 15 milioni!

• Tuttavia il pericolo esiste, in particolare in montagna o sulle barche a vela.

• Bisogna saper riconoscere le nubi

temporalesche e mettere in pratica i comportamenti corretti:

– allontanarsi da oggetti di metallo, creste, alberi isolati, ecc.

Vediamo alcune nubi temporalesche:

(33)

Il soffio del vento

• Oltre al raffreddamento il vento

esercita un’azione meccanica (spinge...) particolarmente sensibile in alta quota.

• Si definisce vento:

– moderato, da 18 a 36 km/h;

– forte, da 36 a 60 km/h;

– molto forte, da 60 a 90 km/h;

– tempestoso, oltre i 90 km/h.

Inoltre il vento rimuove lo strato d’aria attorno a noi aumentando

l’efficienza dello scambio termico:

Ci si raffredda molto più in fretta!

T reale

°C

V vento (km/h)

4 -1 -7 -12 -18

24 -5 -13 -21 -28 -35

32 -7 -16 -23 -31 -39

40 -9 -17 -26 -34 -42

48 -11 -19 -28 -36 -45

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