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! La scarsa familiarità dell'autore

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Academic year: 2021

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Hysttix, (ns.) 4(2) (1992): 75 (1W3)

RECENSIONE

ANGELO TARTABINI: Il Mondo delle Scimmie. Ecologia ed Etoiogia dei Primati Viventi. Franco Muzzio Editore, Padova, 1992, 228 pp. Lit. 28.ooO.

Nell'ultimo ventenni0 si sono moltiplicate le ricerche sul campo riguardanti i primati sub umani, non piu considerati come modelli per lo siudio dell'evoluione umana, ma come soggetti di per sé meritevoli di studio, oltrcché come insostituibili elementi per la comprensione deli'ecologia delle biocenosi tropicali. Inoltre, il precario stato di conservazione di molti primati forestali è stato di ulteriore impulso per awiare ricerche su specie praticamente sconosciute.

Questo sviluppo delia ricerca primatologica rendeva non più prorogabile la comparsa di una moderna opera di introduzione a questo importante ordine di mammiferi in lingua Italiana.

Tale lacuna avrebbe dovuto essere colmata da un volume di Angelo Tartabini, docente di psicologia all'Università di Calabria, pubblicato per iniziativa di Franco Muzzio Editore, casa editrice particolarmente attiva nel settore naturalistico in Italia. Purtroppo, l'autore sembra non possedere quelle capacità di corppilazione e di sintesi e quelle conoscenze generali indispensabili per la trattazione di argomenti compiessi quali l'ecologia e I'etologia dei primati. Inoltre egli si addentra in questioni nomenclatoriaii e tassonomiche a nostro awiso del tutto fuori luogo per un volume con questo titolo e senza risolverle correttamente.

Nel primo capitolo "Che cosa sono i primati", il concetto di specie viene presentato in maniera del tutto inattendibile. La classificazione adottata nel testo è quella classica di Napier Sr Napier (1967, A handbook of living primates), cosicché la checklist delle specie di primati viventi è di ben poca utilitk'non tiene m t o infatti delle più recenti revisioni sistematiche e soprattutto non vi figurano tutte le specie descritte neli'ultimo quarto di secolo !

La scarsa familiarità dell'autore con la sistematica zoologica 2 confermata quando, discutendo dello status tassonomico del Bonobo Pun puiiiscus e della sua parentela con lo Scimpanzè comune Pun nogio&res afferma "Forse si è giunti ad un felice compromesso perché c'è chi l'ha definito Pun frogioàytes panzscus (Horn 1979-80) accreditanciogli delle caratteristiche intermedie tra l'una e l'altra specie". Un altro neo 2 costituito dalla incluione nei primati deile tupriie. che sono oggi separate in un ordine a sé stante, quello degli Swndentia, in tutte le più recenti monograiie sui mammiferi.

I1 capitolo 3 "Ecologia dei primati" è tutto un susseguirsi di dati, valori percentuali, nomi scienlirici di animali e piante traiti da importanti lavori, ma assemblati spesso sew2 una apparente logica così dal risultare poco utili oltreché non esenti da vistosi errori (per es.: Cacatua in Sudamericci). X pag. 125 ~i Mene offeria, ad esempio, una lista di animali simpatrici con i'Orango in cui non solo il Varano fasciato, Varanus saivator, viene citato come

"serpente" predatore (improbabile!) di piccoli Oranghi, ma dove non si fa alcun cenno alla Tigre. Quest'uitimo predatore, assente nei Borneo ma non a Sumatra, potrebbe essere la causa della diversa organizzazione sociale riscontrabile tra le due sottospecie di Orango (MacKinnon, 1974, Animal Behaviour, 72: 3-74).

Nel paragrafo dedicato alla locomozione colpisce l'assenza del termine brachiazione (locomozione al di sotto dei rami utilizzando esclusivamente le braccia, tipica dei gibboni) sebbene il genere Aeles (Scimmie Ragno) venga citato nel testo come "semibrachiatore". La descrizione dei più importanti biotopi africani, sebbene tratta da Napicr & Napicr (op.cit.), non è esente da errori: la differenza tra la foresta tropicale primaria e quella sccondaria non è chiara; il Celada 77ieropitltecus geiudu, specie endemica dell'altopiano etiopico. viene invece inclusa tra le spccie proprie della steppa subdesertica.

Tutte le varie parti deli'opera sono caratterizzate deila mancanza di omogeneità nella selezione e trattazione dei singoli argomenti. Nel quarto ed ultimo capito1o"E:tologia dei primati", ad esempio, i rapporti madre-tiglio e varie patologie comportamentali vengono trattate estesamente a scapito di una più comprensiva panoramica dei sistemi sociali dei primati.

In conclusione, questo volume non rappresenta né una valida introduzione ail'ordine Primates né tantomeno una chiave di lettura alla comprensione del rapporto esistente tra ambiente ed evoluzione dei sistemi sociali. La causa di fondo di questo fallimento va forse ricercata nell'eccessiva frammentazione e specialinazione della ricerca primatologica che non sempre produce (e richiede) una visione globale e una comprensione della storia naturale di questi animali.

Spartaco Gippoliti

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