Applicazione e sperimentazione del Protocollo APCM nella sindrome di Williams
Olivia Bartalucci
1, Maria Gabriella Grassia
2, Letizia Sabbadini
Il presente lavoro è stato realizzato nell’ambito della ricerca finalizzata del Ministero della Salute, promossa dalla Regione autonoma della Sardegna, su un campione di bambini e ragazzi con sindrome di Williams (SW), denominata: Un nuovo modello di assistenza e intervento per pazienti con SW. Tale ricerca è stata condotta in colla- borazione tra l’Associazione Sindrome di Williams, il CNR di Roma (istituto di scien- ze e tecnologie della cognizione), l’ASL 8 di Cagliari e la Fondazione Nous di Cagliari e ha avuto come responsabile scientifico del progetto la dottoressa Letizia Sabbadini.
Partendo da ipotesi, ricavate dalla clinica, che la SW si caratterizzi per specifici deficit prassici, sono stati valutati tramite il Protocollo APCM alcuni aspetti proble- matici dello sviluppo e del comportamento di bambini e ragazzi con SW (10 sogget- ti di età compresa tra i 3 e i 18 anni) che riguardano:
- gli aspetti legati all’ambito percettivo-visuo-spaziale e all’organizzazione del movi- mento e soprattutto alla difficoltà di utilizzazione di schemi motori ai fini adattivi;
- l’instabilità attentiva, e soprattutto il deficit relativo all’attenzione a più canali;
- gli aspetti emotivo-comportamentali, ovvero l’insicurezza, la scarsa autostima oltre al bisogno continuo di mediazione e di supporto da parte dell’adulto.
I suddetti aspetti sono stati analizzati attentamente, in quanto, durante le diverse fa- si dell’apprendimento, in tutti i compiti che sottendono funzioni adattive si metto- no in gioco diversi fattori in cui funzioni processanti (abilità di base), processi di con- trollo (attenzione, strategie di organizzazione) e aspetti emotivi (i vissuti, le tensio- ni, le emozioni), sono strettamente collegati; le correlazioni tra questi tre elementi ri- sultano particolarmente deficitari nella SW.
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