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PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) DEL CONSIGLIO REGIONALE ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA LIGURIA (AGGIORNAMENTO ANNI )

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Allegato alla deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria del ………. n. ………...

CONSIGLIO REGIONALE

ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA LIGURIA

PIANO TRIENNALE

DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (P.T.P.C.) DEL CONSIGLIO REGIONALE

ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLA LIGURIA

(AGGIORNAMENTO ANNI 2020-2022)

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INDICE

Premesse ... 3 

Analisi del contesto ... 7 

Contesto esterno ... 7 

Contesto interno... 14 

Analisi del contesto esterno e interno (SWOT Analysis) ... 21 

Aree di rischio prioritarie in base all’analisi del contesto... 22 

PARTE I: Piano triennale di prevenzione della corruzione... 23 

SEZIONE I: Procedure per l’adozione del Piano di prevenzione della corruzione, obiettivi, tempistica, risorse, soggetti e misure... 23 

1. Procedure di adozione del P.T.P.C., obiettivi, tempistica e risorse... 23 

2. Soggetti coinvolti nella strategia di prevenzione: compiti e responsabilità ... 25 

SEZIONE II: Misure generali per la prevenzione della corruzione... 31 

3. Trasparenza... 31 

4. Codice di comportamento... 32 

5. Tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito (Whistleblowing) ... 33 

6. Rotazione del personale ... 34 

7. Misure per le nomine di competenza del Consiglio regionale ... 35 

8. Monitoraggio del rispetto dei termini procedimentali ... 37 

9. Monitoraggio dei rapporti tra amministrazione e soggetti beneficiari ... 37 

10. Svolgimento di incarichi e attività istituzionali ed extraistituzionali ... 38 

11. Inconferibilità di incarichi dirigenziali e incompatibilità per particolari incarichi dirigenziali ... 38 

12. Misure sul conflitto di interesse... 39 

13. Attività successive alla cessazione del rapporto di lavoro (Pantouflage - revolving doors) ... 40 

14. Formazione di commissioni di gara e di concorso; assegnazione di personale agli uffici; conferimento di incarichi in caso di condanna per delitti contro la pubblica amministrazione ... 41 

15. Ricorso all’arbitrato ... 42 

16. Comunicazioni e obblighi informativi ... 42 

17. Formazione. Procedure per gli interventi di formazione dei dipendenti che operano in settori particolarmente esposti alla corruzione ... 49 

18. Patti di integrità... 52 

19. Coordinamento con il Piano delle attività dell’Assemblea (Performance) ... 52 

20. Rapporti con la società civile... 53 

SEZIONE III: Ulteriori misure di prevenzione... 55 

21. Misure di informatizzazione ... 55 

22. Tracciabilità dei flussi finanziari ... 55 

23. Elenco dei Fornitori ... 56 

24. Comunicazione interna ... 56 

25. Misure specifiche per la prevenzione del rischio e altre misure (meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni). ... 56 

SEZIONE IV: Gestione del rischio ... 58 

26. Processo di gestione del rischio e metodologia per la valutazione del rischio... 58 

27. Individuazione delle aree a rischio di corruzione. ... 60 

SEZIONE V: Controllo e Monitoraggio... 69 

28. Forme di controllo ... 69 

29. Controllo a campione sull’attuazione delle misure del Piano ... 69 

30. Controlli sulle dichiarazioni sostitutive ... 70 

31. Verifica e monitoraggio dell’attuazione del Piano... 70 

32. Relazione ... 71 

PARTE II: Programma triennale per la trasparenza e l’integrità... 73 

SEZIONE TRASPARENZA ... 73 

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Premesse

Con l’approvazione della legge 6 novembre 2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione) è stato introdotto nel nostro ordinamento un sistema organico di prevenzione della corruzione, al fine di dare attuazione, tra l’altro, alla legge 3 agosto 2009, n. 116, con la quale è stata ratificata la Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale dell’ONU il 31 ottobre 2003, che prevede che ciascuno Stato elabori e applichi politiche di prevenzione della corruzione efficaci e coordinate.

Tra gli strumenti introdotti dalla legge 190/2012 vi sono il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e, per ciascuna amministrazione, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC). Quest’ultimo, previsto dall’articolo 1, commi 5 e 8, della legge 190/2012, unitamente al Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità (PTTI), che costituisce una sezione del PTPC, e al Piano della Performance rappresenta uno strumento a presidio della legalità e del buon andamento dell’azione amministrativa.

Il decreto legislativo 14 marzo 2013, n.33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni) e successive modificazioni, ribadisce che la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni; l’articolo 1, comma 2, evidenzia che la trasparenza è finalizzata alla realizzazione di una amministrazione aperta e al servizio del cittadino.

Il decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97 (Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), ha tra l’altro introdotto il nuovo istituto dell’accesso civico generalizzato agli atti e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, è intervenuto, con abrogazioni o integrazioni, su diversi obblighi di trasparenza e ha introdotto nuove sanzioni pecuniarie attribuendo all’ANAC la competenza all’irrogazione delle stesse.

L’articolo 43 del decreto legislativo 33 del 2013 dispone che “all'interno di ogni amministrazione il Responsabile per la prevenzione della corruzione svolge, di norma, le funzioni di Responsabile per la trasparenza”. A questo proposito, già in occasione dell’aggiornamento al PTPC 2017-2019, per ragioni organizzative che sono ivi meglio precisate, si è ritenuto opportuno confermare gli incarichi di Responsabile della prevenzione della corruzione e di Responsabile della Trasparenza come attribuiti con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale n. 65 del 2013.

Le disposizioni di prevenzione della corruzione, previste ai commi da 1 a 57 dell’articolo 1 della legge 190/2012, ivi compresa anche l’adozione del PTPC, sono applicate in tutte le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e dunque anche nelle Regioni, con riferimento alle quali i successivi commi 60 e 61 dell’articolo 1 della stessa legge stabiliscono che modalità attuative e termini per l’applicazione siano definiti attraverso intese in sede di Conferenza unificata, con

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indicazione dei relativi termini di attuazione. L’Intesa è stata sancita in data 24 luglio 2013, prevedendo, tra l’altro:

 l’adozione del Piano triennale di prevenzione della corruzione entro il 31 gennaio 2014, la sua contestuale pubblicazione sul sito istituzionale;

 l’adozione di norme regolamentari relative all’individuazione degli incarichi vietati ai dipendenti pubblici entro 90 giorni dalla conclusione dei lavori del Tavolo tecnico presso il Dipartimento Funzione Pubblica o comunque entro 180 giorni dal 24 luglio 2013, data di adozione dell’Intesa sopra indicata;

 l’adozione del codice di comportamento dei dipendenti, come innovato con d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62;

 azioni attuative delle disposizioni dei decreti legislativi previsti dalla legge 190 medesima.

I principali obiettivi del PTPC sono:

 ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione

 aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione

 creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

Questi obiettivi sono perseguiti attraverso una serie di misure di prevenzione a livello nazionale, nonché attraverso una strategia di prevenzione a livello decentrato.

In sostanza, il PTPC risponde alle seguenti esigenze:

 individuare le attività a più elevato rischio di corruzione, anche ulteriori rispetto a quelle indicate nel Piano nazionale anticorruzione, nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, e le relative misure di contrasto;

 individuare, per tali attività, misure di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonee a prevenire il rischio di corruzione; in particolare sono indicate le misure previste obbligatoriamente dalla legge n. 190/2012, dalle altre prescrizioni di legge e dal PNA, ed eventuali ulteriori misure facoltative;

 stabilire obblighi di informazione nei confronti del responsabile chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del Piano;

 definire modalità per monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti amministrativi;

 definire modalità per monitorare i rapporti tra l'Amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i dipendenti dell'Amministrazione.

Tra le attività a più elevato rischio di corruzione, la legge 190/2012, il Piano nazionale anticorruzione e i successivi aggiornamenti individuano:

 autorizzazioni;

 contratti pubblici;

 concessione ed erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati;

 concorsi e prove selettive per l’assunzione di personale e progressioni;

 gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio;

 controlli, verifiche, ispezioni e sanzioni;

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La legge 190/2012 stabilisce che il Piano sia predisposto da un Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC) nominato dall’organo di indirizzo dell’amministrazione (nel caso del Consiglio regionale ligure, l’Ufficio di Presidenza), di norma, tra i dirigenti di ruolo in servizio. Il Piano è quindi approvato dall’organo di indirizzo stesso. Il Piano trova applicazione nei confronti delle strutture amministrative del Consiglio e non riguarda l’attività politica.

Il ruolo e i poteri del RPC, definiti dalla legge 190/2012, sono stati ampliati dal d.lgs.

97/2016, modificativo della legge stessa.

Peraltro, come chiarito da ultimo nella delibera ANAC n. 840 del 2 ottobre 2018, i poteri del RPC attengono la vigilanza e il controllo sull’attuazione del sistema di prevenzione messo in atto dal Piano e la verifica della tenuta complessiva dello stesso; il RPC segnala eventuali disfunzioni all’organo di indirizzo, all’OIV, all’ANAC e, nei casi più gravi, all’ufficio disciplinare.

In ragione dell’autonomia riconosciuta al Consiglio regionale dallo Statuto e dalla legge regionale 25/2006, sono stati nominati due Responsabili della prevenzione della corruzione, rispettivamente dalla Giunta e dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale

Il presente Piano, pertanto, si riferisce alla sola attività del Consiglio regionale Assemblea Legislativa.

Il primo Piano del Consiglio regionale ligure è stato adottato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 18 del 2014, per gli anni 2013-2016, cui hanno fatto seguito i seguenti aggiornamenti:

- anni 2015-2017, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 27 del 2015;

- anni 2016-2018, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 23 del 2016;

- anni 2017-2019, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 33 del 2017;

- anni 2018-2020, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 20 del 2018;

- anni 2019-2021, approvato con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 21 del 2019.

Per i primi trienni, il Programma triennale per la trasparenza e l’integrità e suoi aggiornamenti annuali sono stati approvati contemporaneamente al PTPC, ma con atto separato; a decorrere dal PTPC 2017-2019, il Programma triennale per la trasparenza è stato ricompreso nel PTPC medesimo, quale sua sezione, come disposto dal d.lgs.

33/2013 modificato dal d.lgs. 97/2016.

Tutti i Piani sono pubblicati nel sito istituzionale alla pagina “Amministrazione Trasparente- altri contenuti”.

In occasione di ciascun aggiornamento si è provveduto ad integrare i contenuti del Piano cercando di rendere la strategia di prevenzione della corruzione sempre più efficace in relazione al contesto organizzativo dell’Assemblea legislativa regionale, tenendo conto delle indicazioni fornite dal PNA. Gli aggiornamenti al PTPC approvati negli anni dimostrano una continua progressione nel tentativo di affinare gli strumenti di prevenzione.

Il percorso è ancora in itinere, anche tenuto conto della necessità di acquisire specifiche conoscenze sulle tecniche di analisi, valutazione e gestione del rischio.

In questo contesto, nell’ambito della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, è stato costituito nel 2019 un gruppo di lavoro tecnico per la definizione di una mappatura completa dei processi dei Consigli regionali e l’individuazione di una metodologia di valutazione del rischio adeguata alla realtà delle assemblee legislative. Il lavoro di approfondimento che ne è scaturito è stato trasmesso anche all’ANAC (v. a questo proposito § 26.4).

La mappatura allegata al presente Piano, secondo quanto disposto dall’Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 2 del febbraio 2016, contiene i processi e i procedimenti

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delle strutture del Consiglio, come rilevati da ciascun dirigente e aggiornati di anno in anno.

Nel triennio 2020-2022, in attuazione degli obiettivi strategici definiti con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 177 del 10 dicembre 2019, ai fini dell’aggiornamento della mappatura dei processi, ciascun dirigente avrà l’obiettivo di effettuare una rilevazione completa dei processi di competenza, di valutare il rischio di ciascun processo e di evidenziare, all’interno di ognuno, le singole fasi di cui è composto.

Gli obiettivi strategici prevedono inoltre di migliorare il livello qualitativo degli interventi formativi da programmare e attuare nel triennio 2020-2022 attraverso l’implementazione di percorsi formativi sempre più orientati all’esame dei casi concreti, specialmente con riferimento a situazioni che si inseriscono nel contesto dell’Assemblea Legislativa.

Nell'aggiornare il Piano si è anche tenuto conto dell’Aggiornamento al PNA approvato dall’ANAC con deliberazione n. 1064 del 13 novembre 2019 e della deliberazione della medesima Autorità n. 840/2018 in tema di funzioni e responsabilità del RPCT.

Al § 3 sulla trasparenza sono stati inseriti i riferimenti all’articolo 1, comma 15, 16, 26, 27, 28, 29, 30, 32 e 34, del d.lgs. n. 33/2013, ponendo tuttavia l’accento sulla necessità di tutelare i dati personali nel rispetto del Regolamento UE 2016/679 in vigore negli stati membri dal 25 maggio 2018.

Infine, si sottolinea, quale elemento di novità che caratterizza l’anno 2020, il cambio di legislatura, in relazione al quale dovrà essere prestata particolare attenzione ai processi connessi al rinnovo degli organi elettivi regionali.

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Analisi del contesto Contesto esterno

La definizione del contesto avviene per fasi di approfondimento graduale, in relazione all’esperienza maturata sul processo di valutazione del rischio e compatibilmente con le risorse professionali disponibili. Tale analisi è infatti importante al fine di individuare gli elementi esterni che possono incidere sul rischio di corruzione.

Nel presente paragrafo sono prese in considerazione, e negli anni andranno sempre più accuratamente analizzate, le caratteristiche ambientali, le dinamiche sociali, economiche, culturali nonché le relazioni con soggetti esterni e le possibili influenze che questi possono esercitare nei confronti delle strutture consiliari.

La Liguria ha una limitata estensione territoriale pari a una superficie di 5.416 chilometri quadrati e una morfologia complessa stretta tra monti e mare in paesaggi di poetica bellezza, fitta di itinerari che, intrecciandosi tra la costa e l’interno, valorizzano la funzione essenziale del più grande sistema portuale del Mediterraneo, “porta” dell’Europa sul mondo… come recita la premessa allo Statuto della Regione Liguria e ha una densità della popolazione al di sopra del livello nazionale con circa 290 abitanti per chilometro quadrati).

La Città metropolitana di Genova, che sostituito la ex provincia di Genova è quella più estesa (34% del territorio regionale).

Elementi sul contesto economico ligure sono desumibili dal Documento di Economia e Finanza Regionale, approvato, su proposta della Giunta regionale, con deliberazione del Consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria 31 luglio 2019, n. 21 (Documento di Economia e Finanza 2020-2022), cui ha fatto seguito la Nota di Aggiornamento al Documento di economia e finanza regionale. Tale documento rappresenta il quadro di riferimento per la definizione dei programmi da realizzare e contiene le linee programmatiche pluriennali dell’azione di governo regionale necessarie per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo della Regione.

Il Defr descrive gli scenari economico-finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio regionale, tenendo conto degli obiettivi di finanza pubblica definiti dalla normativa statale, ed espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi, della programmazione unitaria regionale, esplicitandone gli strumenti attuativi per il periodo di riferimento.

Di seguito alcuni dati di sintesi tratti dal DEFR e dalla nota di aggiornamento.

SCENARIO LIGURE

Lo scenario di previsione formulato per la Liguria disegna nel 2020 una crescita del PIL regionale pari allo 0,2%. Anche la crescita dei consumi accompagna la ripresa con una variazione positiva media dello 0,5%.

Sul fronte del lavoro, per i prossimi anni è previsto un incremento del tasso di occupazione.

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In particolare i dati emersi dalle indagini Excelsior – Unioncamere evidenziano, da parte delle imprese, una propensione alla crescita occupazionale attraverso la ricerca di figure professionali che, nel corso degli anni, tende sempre più a privilegiare competenza, esperienza nei vari settori e disponibilità. Già nel corso del trimestre settembre-novembre 2019 si prevedono, in Liguria, 26.250 assunzioni, pari a circa il 2,2% del totale nazionale.

LAVORO

I dati sulle forze di lavoro in Liguria hanno registrato un incremento di 10.251 individui, passando da 666.110 unità del 2017 alle 676.361 del 2018. La variazione percentuale positiva dell’1,54% risulta più alta sia rispetto al Nord Ovest (0,19%) sia rispetto alla media nazionale (0,16%). I dati riferiti al I e II trimestre 2019 non rivelano significative variazioni.

Il numero di occupati è cresciuto nel 2018 di 6.330 unità rispetto all’anno precedente.

Crescita lieve che si conferma anche nel II trim. 2019 (+0,21%). L’incremento del numero di occupati ha riguardato prevalentemente la componente femminile (+5.431 unità).

L’incremento dell’occupazione per settore occupazionale nel II trimestre 2019 si è riscontrato nel manifatturiero che aumenta di circa mille unità (+1,2%). Sale inoltre di 5 mila unità l’occupazione nel terziario per effetto di un incremento di 6 mila unità nel comparto commercio, alberghi e ristoranti (+4,3%), e il settore agricoltura che è passata da 8 mila occupati del II trimestre 2018 ai 13 mila registrati nel II trimestre 2019 (+62,5%).

Il tasso di occupazione (15-64 anni) nel 2018 pari al 63,0% (+0,6 rispetto all’anno precedente), ha registrato nel II trimestre del 2019 un’ulteriore crescita attestandosi al 63,3%. Particolarmente positivo è il tasso di occupazione femminile che è passato dal 54,3 del 2017 al 55,4% nel 2018 e nel II trimestre dell’anno in corso ha registrato un ulteriore incremento attestandosi al 56,4%.

Nel II trimestre 2019 (ultimo dato Istat disponibile) si registra un variazione tendenziale negativa relativamente al numero di disoccupati: scendono dalle 70 mila unità del II trimestre del 2018 alle 63 mila del II trimestre 2019 (-10%). Il tasso di disoccupazione ligure passa dal 10,3% del II trimestre 2018 al 9,3% del II trimestre 2019.

Cala nel 2018 il numero di inattivi ossia delle persone che non fanno parte delle forze di lavoro ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione che passano da 290.857 nel 2017 a 279.917 nel 2018, decrescita che si incrementa nel II trimestre del 2019 (279.376).

I dati Unioncamere e INPS relativamente alle sedi di imprese attive e numero di addetti nel I trimestre 2019 evidenziano un positivo aumento del numero di addetti, rispetto al I°

trimestre del 2018, pari a 3.653 unità. Il settore che vede il maggior aumento nel numero di addetti è quello relativo ai servizi di alloggio e ristorazione (1.481 nuovi addetti) seguito dai servizi quali fornitura di acqua, reti fognarie e altre attività di gestione (1.091 nuovi addetti).

Secondo i risultati derivanti dal monitoraggio dei fabbisogni occupazionali delle imprese, forniti dal Sistema Informativo Excelsior realizzato da Unioncamere in accordo con ANPAL, per il periodo settembre-novembre 2019 in Liguria sono previste 26.250 assunzioni.

Il settore dei servizi assorbirà il 79% delle entrate previste: in particolare si prevedono 4.600 nuove entrate nei servizi alle persone, 4.340 nel commercio, 4.240 nei servizi turistici di alloggio e ristorazione, 2.570 nei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio e 2.440 nei servizi operativi di supporto alle imprese.

Relativamente alla classe dimensionale delle imprese, il 54,2% delle entrate previste nel

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I titoli più richiesti ed in linea con la media nazionale sono il Diploma (34%) e qualifica professionale (26%).

Rispetto alla tipologia contrattuale proposta, sale dal 25 al 33% del trimestre precedente, la quota di entrate stabili ossia con contratto a tempo indeterminato.

In Italia nel 2018 sono state complessivamente autorizzate 217.711.091 ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG) generando una flessione rispetto al dato rilevato l’anno precedente pari al -37,6%. In Liguria la CIG rispecchia l’andamento nazionale ma la contrazione delle ore complessivamente autorizzate è percentualmente più elevata (- 41,8% rispetto al 2017).

IMPRESE

Secondo i dati Movimprese gestiti da Infocamere, le imprese registrate in Liguria nel II trimestre dell’anno in corso sono 162.917; rispetto allo stesso periodo del 2018 si rileva un tenue aumento dello 0,2%. Sale lievemente il numero delle imprese attive nel II trimestre 2019 (136.404) che risultano così distribuite nelle quattro province liguri: il 51,8% nella provincia di Genova, il 19,2% nella provincia di Savona, il 16,2% nella provincia di Imperia ed il restante 12,8% nella provincia della Spezia.

Si conferma la prevalenza del settore commercio (27,1%), cui fanno seguito gli altri servizi (24.2%), le costruzioni (19,6%) ed il turismo (10,7%).

Secondo le attività Ateco 2007 prevalgono le imprese del settore “Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli” con 36.870 imprese attive, segue il settore “Costruzioni” con 26.555 imprese e il settore “Attività dei servizi di alloggio e ristorazione” con 14.737 imprese.

Secondo la natura giuridica le imprese attive in Liguria nel II trimestre 2019 sono in prevalenza individuali (61,5%), seguono le Società di persone (19,2%) e a seguire le Società di capitali (17,2%).

I tassi di crescita registrano segni positivi sia nelle Società di Capitali, sia per le Imprese individuali rispettivamente (+ 0,87%) e (+0,08%). In lieve flessione il tasso di crescita registrato nelle Società di Persone (-0,15 %).

Si chiudono positivamente anche nel II trimestre del 2019 i saldi registrati per le imprese giovanili, femminili e straniere.

Le imprese giovanili ammontano a 699 unità e le cessazioni a 277 unità con un saldo pari a +422 imprese. Rispetto allo stesso periodo del 2018 sono aumentate le aperture (+2,3%). Commercio, costruzioni e turismo rappresentano la principale scelta per i giovani imprenditori: tutti e tre i settori risultano avere un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni e insieme rappresentano quasi il 60% del totale delle imprese “under 35”.

Per le imprese femminili il saldo tra le imprese allo stesso periodo del 2018 è positivo ed è pari a +167 unità. L’imprenditoria femminile si concentra principalmente nelle attività commerciali (il 30% del totale), seguita dai servizi di alloggio e ristorazione e dalle altre attività di servizi (in crescita rispettivamente dello 0,8% e del 2,1%).

Le imprese straniere registrano un trend in crescita rispetto al 2018 determinato da un consolidamento delle iscrizioni (+223) con una variazione positiva pari al 21,9%. Il settore prevalente scelto dagli stranieri per avviare un’attività è quello delle costruzioni (+1,9 per cento rispetto al 2018) che rappresenta quasi il 40% del totale delle imprese straniere,

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seguono il commercio (+1,9 per cento) e le attività di alloggio e ristorazione (+9,1 per cento). La nazionalità più frequente nelle imprese giovanili è quella albanese (14,6%).

Nel panorama nazionale la Liguria resta salda in seconda posizione per tasso di imprenditorialità straniera, conseguendo quasi mezzo punto percentuale (da 12,8% a 13,2%, 3,2 punti percentuali oltre la media italiana).

Anche il tasso di imprenditorialità femminile risulta superiore di 0,2 punti percentuali al valore medio italiano.

IL SISTEMA DELLA PORTUALITA’ LIGURE ED IL PORTO DI GENOVA

Il sistema portuale del Mar Ligure dà vita al maggior sistema portuale italiano per movimentazioni di merci e passeggeri, diversificazione produttiva e valore economico e con il più alto numero di porti commerciali.

Con d.lgs. 169/2016 si è passati da tre Autorità Portuali a due: l’Autorità portuale di Genova - Savona/Vado e l’Autorità portuale di La Spezia/Carrara.

La Liguria è la Regione in cui l’Economia del Mare risulta più sviluppata; essa incide per il 9,2% sul totale dell’economia rispetto al dato nazionale che si attesta al 3,2%). I settori rilevanti sono la cantieristica, la logistica la formazione, la ricerca e l’innovazione. La Liguria movimenta il 51,9% TEU sul totale nazionale, oltre ad avere un notevole traffico di croceristi.

Il porto di Genova, in particolare rappresenta il secondo porto per crociere in Italia (dopo Civitavecchia) e quarto nel Mediterraneo; movimenta circa 70 milioni di tonnellate di merci e oltre 4,2 milioni di passeggeri.

Nonostante un primo trimestre decisamente negativo per quanto riguarda i traffici containerizzati nel porto di Genova, nel secondo trimestre del 2019 è stato registrato un trend positivo crescente, a dir poco esponenziale: a luglio 2019 sono stati sfiorati i 250.000 TEUs, volume mensile più alto di sempre. I terminal genovesi di Sampierdarena e di Prà hanno, pertanto, fatto registrare il record positivo nel traffico containerizzato, totalizzando 249.892 TEUs (+7% rispetto allo stesso mese del 2018), con performance particolarmente elevate da parte del terminal PSA Genova Prà (oltre 150.000 TEUs pari a +10,1%) e del Genoa Port Terminal del Gruppo Spinelli (circa 44.000 TEU pari a +26,6%). Il risultato di luglio consolida la tendenza positiva registrata nel secondo trimestre del 2019 e consente al porto di recuperare il rallentamento della prima parte dell'anno, dovuto principalmente agli esiti del crollo del Ponte Morandi.

In prospettiva, mantenendo il trend attuale, il porto di Genova può traguardare, per fine anno 2019, un incremento di circa il 4%, proiettando il consuntivo oltre i 2.700.000 TEUs (dati AdSP).

POPOLAZIONE

La popolazione ligure al 1° gennaio 2019 risulta di 1.550.640 abitanti, di cui 714.760 maschi e 808.880 femmine.

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residente è straniera e proviene prevalentemente da Albania (15,3%), Romania (14,6%), Equador (12,9%), Marocco (9,8%).

Il tasso di natalità è inferiore rispetto al dato nazionale ed è in diminuzione costante dal 2008; diversamente è in crescita il tasso di mortalità.

Le famiglie composte da una sola persona nel 2018 in Liguria raggiungono quota 40,9%, rispetto al dato nazionale del 33%.

La popolazione ligure risulta sbilanciata verso la componente anziana. Il 28,4% ha 65 anni o più, a fronte del dato nazionale del 22,6%.

SERVIZI SOCIO-SANITARI

Nei presidi socio-assistenziali e socio-sanitari sono assistite 382.634 persone: il 75,2% ha almeno 65 anni, oltre il 19,3% ha un’età compresa tra i 18 ed i 64 anni, poco più del 5,5%

è giovane con meno di 18 anni.

Gli indicatori legati all’invecchiamento della popolazione, l’indice di vecchiaia, l’età media e l’indice di dipendenza strutturali restituiscono dati superiori a quelli nazionali ed in peggioramento.

Così, l’età media regionale è pari a 48,8 anni nel 2018 a fronte del dato nazionale pari a 45,2.

ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

Nel 2018 si è registrato rispetto all’anno precedente un aumento di liguri in possesso del diploma (0.86%) e in possesso di laurea e titoli post laurea (12,4%). La popolazione dai 15 anni è articolata per titoli di studio come segue: 31,30% in possesso di diploma di scuola media e maturità; 14,33% solo con licenza elementare o con nessun titolo; 16,31%

laureati; 6,22% con diploma di qualifica professionale.

Il tasso di abbandono scolastico nel 2018 risulta pari al 12,8% in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto all’anno precedente, avvicinandosi al target europeo della Strategia europea 2020 atteso al 10%.

La Regione offre l’Università, l’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), Istituti tecnici superiori (ITS), nonché la laurea in “Economia e magenta marittimo e portuale” e il Master in “Assicurazioni marittime e dei trasporti”.

CULTURA

Il dati del DFER mostrano un aumento di visitatori nelle strutture culturali dello Stato insistenti sul territorio ligure.

TERRITORIO E AMBIENTE

Quanto al territorio e all’ambiente, la Liguria, per la sua particolare conformazione oroidrografica, a causa anche dei processi di urbanizzazione e dei fenomeni piovosi

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intensi sempre più frequenti, è fragile; la superficie soggetta a pericolo di inondazioni ammonta a circa il 3% del territorio regionale. I Comuni hanno bacini idrografici piccoli, che però possono andare in crisi repentinamente in caso di piogge localizzate e intense. Negli ultimi anni si sono susseguite alluvioni nel 2010, 2011, 2013 e 2014 ed è emersa la necessità di opere pubbliche e interventi radicali per la salvaguardia dal dissesto idrogeologico.

INFRASTRUTTURE

L’orografia complessa, con un territorio stradale fruibile ridotto e per lo più concentrato nella fascia costiera, fa sì che il sistema trasportistico e infrastrutturale rivesta un ruolo strategico per la mobilità dei cittadini e lo sviluppo del territorio.

Il 14 agosto 2018 si è verificato il crollo di due piloni e di circa 200 metri del viadotto Morandi, situato nel comune di Genova, che ha causato 43 vittime e ha coinvolto 30 autoveicoli e 3 mezzi pesanti di trasporto. In corso di evento sono state complessivamente prestate cure sanitarie a 150 persone. Sono state interessate la linea ferroviaria Genova- Ovada Acqui e la viabilità comunale di collegamento con la Val Polcevera. Il cedimento del viadotto ha diviso in due la città di Genova e la Liguria. L’evento, come ovvio, ha comportato gravi danni all’economia della città, della Regione e della nazione stessa. Nel 2019 un’altra tratta autostradale è stata gravemente danneggiata a seguito del crollo di un viadotto a causa di un evento franoso, che ha temporaneamente interrotto il collegamento dell’importante via comunicazione tra Savona e Torino.

SPESA PUBBLICA

Sotto il profilo della spesa pubblica, dal 2010 ad oggi vi sono stati a livello statale tagli e misure di contenimento e di razionalizzazione, che hanno avuto significativi effetti anche sulla Regione e isul Consiglio regionale, che ha progressivamente ridotto o azzerato la spesa per acquisti di beni e servizi, per consulenze, studi e collaborazioni, per rappresentanza, pubbliche relazioni convegni, autovetture di servizio. Con la legge di bilancio dello Stato 2019 e, in particolare con quella 2020, sono state previste importanti novità sul fronte delle spese e dell’assunzione di personale da parte delle regioni.

SICUREZZA PUBBLICA

Dalla Relazione semestrale della DIA al Parlamento (II semestre 2018) emerge che la proiezione della criminalità sul territorio ligure è rivolta non solo al traffico di stupefacenti, anche attraverso gli importanti scali marittimi di Genova, Savona e La Spezia, ma è indirizzata anche verso l’infiltrazione in ambiti politico-amministrativi e dell’imprenditoria.

La Regione Liguria è intervenuta sui temi della prevenzione del crimine organizzato e della legalità, approvando la legge regionale 5 marzo 2012, n. 7 (Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità) che prevede, tra gli altri interventi, iniziative finalizzate alla promozione e all’educazione alla legalità; in base a tale legge sono inoltre stati istituiti la Stazione Unica Appaltante (articolo 2), centrale di committenza che deve garantire il monitoraggio di tutte le gare d'appalto per l'acquisizione di beni e servizi da parte della Regione, degli enti locali e delle società a partecipazione regionale con lo scopo di ottimizzare i costi, i servizi e prevenire e contrastare infiltrazioni malavitose, e il Tavolo della Legalità (articolo 15).

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minoranza), un rappresentante dell’Università di Genova, dell’Anci, della direzione regionale scolastica, delle Camere di Commercio, dei sindacati, delle associazioni datoriali, dell’Abi e da varie realtà del mondo dell’associazionismo regionale.

Dal decimo Rapporto sulla Sicurezza Urbana e la Criminalità in Liguria, presentato il 29 marzo 2018 nella Sala della Trasparenza in occasione della riunione del Tavolo regionale della Legalità, con la partecipazione di rappresentanti delle parti sociali, del mondo dell’imprenditoria, dell’Ufficio scolastico, del Terzo Settore e di tutti i soggetti che possono dare segnali importanti sotto il profilo della fermezza e dell’educazione nella lotta alla criminalità e al degrado urbano, è emerso che in Liguria, in controtendenza rispetto agli anni passati, vi è stata una diminuzione complessiva dei reati a fronte però di un aumento della percezione di insicurezza da parte dei cittadini. Ad eccezione della Spezia, si registra un calo dei reati in tutte le province, soprattutto in relazione ai reati contro il patrimonio, come i furti in abitazione (-25%) che destano il maggior allarme sociale, gli scippi e i borseggi. Il Rapporto comprende l’audizione tenuta presso la Commissione parlamentare antimafia da parte del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti circa la situazione in Liguria, dove si assiste alla recrudescenza di fenomeni legati alla criminalità organizzata di stampo mafioso con possibili rischi di infiltrazioni nel tessuto economico e nelle amministrazioni.

Con modifiche all’art. 20 Regolamento Interno del Consiglio regionale Assemblea Legislativa, approvate con deliberazione n. 7 del 21 maggio 2019 è previsto che dalla prossima legislatura sia istituita la Commissione consiliare “VI – Antimafia (Protezione del territorio da infiltrazioni mafiose, Contrasto al radicamento dei fenomeni esistenti, Monitoraggio dell’azione di contrasto)”.

Sotto altro profilo, i dati giudiziari rivelano una fotografia comune a molte regioni italiane dove singoli componenti dei gruppi consiliari nell’VIII e IX legislatura sono stati oggetto di avvio di procedimenti per l’utilizzo di risorse pubbliche destinate al funzionamento dei gruppi e gestite autonomamente dagli stessi. Tali contestazioni riguardano le annualità che vanno dal 2010 al 2012.

Nel 2012 una modifica alla legge regionale 19 dicembre 1990, n. 38 (Testo unico delle norme in materia di funzionamento e di assegnazione di personale ai Gruppi consiliari) ha stabilito che, dal 2013 ciascun Gruppo consiliare approvi un rendiconto di esercizio annuale articolato secondo il modello "A" allegato alla legge, definito sulla base delle linee guida approvate dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e recepite con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Tale rendiconto evidenzia, in apposite voci, le risorse trasferite al Gruppo dal Consiglio regionale, con indicazione del titolo del trasferimento, nonché delle misure adottate per consentire la tracciabilità dei pagamenti effettuati; è, inoltre, allegata la documentazione idonea a rilevare i dati sui pagamenti effettuati. Il Presidente del Consiglio, così come previsto dalla normativa statale, trasmette il rendiconto di ciascun Gruppo alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.

Specificità del contesto esterno rispetto all’attività del Consiglio regionale è costituita dalla molteplicità di interlocutori esterni e soggetti portatori di interesse che interloquiscono a vario titolo o sono destinatari dell’attività consiliare (istituzioni pubbliche, sistema regionale allargato, gruppi organizzati, cittadini e imprese ecc).

Per quel che riguarda le preminenti funzioni del Consiglio, oltre all’attività legislativa, amministrativa, di indirizzo e di controllo, un ruolo di notevole importanza è rivestito dai rapporti che il Consiglio, le Commissioni e gli altri organi consiliari, intrattengono con gli

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organi costituzionali, statali, interregionali, con altre Regioni, con il Consiglio delle Autonomie locali e con i diversi portatori di interessi, singoli o associati (stakeholders), che vengono auditi dalla Conferenza dei Presidenti di Gruppo oppure dalle Commissioni consiliari nella fase istruttoria dell’esame dei provvedimenti legislativi e di programmazione, o in fase di approfondimento di temi che spaziano in tutti gli ambiti della società civile (turismo, lavoro, territorio e ambiente, infrastrutture, sanità e così via).

L’attività svolta dagli uffici è rivolta all’assistenza giuridica e procedimentale agli organi consiliari, ai Consiglieri, ai gruppi, nello svolgimento delle funzioni. Quanto descritto viene svolto nel rispetto delle procedure stabilite dal Regolamento Interno dell’Assemblea legislativa e pertanto non residuano spazi alla discrezionalità amministrativa.

Quanto all’attività amministrativa strumentale al funzionamento dell’Assemblea, questa riguarda la gestione del bilancio consiliare, l’acquisizione di beni, servizi e risorse umane con conseguente gestione di procedure di gara e rapporti con fornitori.

Infine, per gli aspetti relativi al supporto agli organi e organismi di garanzia, rilevano i rapporti con i cittadini e con le altre Amministrazioni locali (ad esempio, in relazione alle richieste al Difensore Civico regionale di tutela non giurisdizionale e di sollecito di adempimenti da parte delle Amministrazioni), nonché i rapporti tra utenti (cittadini e imprese) e gli operatori di comunicazioni, con riferimento alle conciliazioni e alle definizioni di controversie di competenza del Corecom.

Contesto interno

Il Consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria, che rappresenta l’intera comunità regionale, è un organo della Regione eletto ogni cinque anni a suffragio universale e diretto dai cittadini italiani residenti nel territorio regionale. Il Consiglio regionale in carica è stato eletto il 31 maggio 2015 (X legislatura) e pertanto il cambio di legislatura avverrà nel triennio preso in considerazione dal presente Piano.

Secondo quanto disposto dall’articolo 16 dello Statuto, il Consiglio è dotato di autonomia funzionale, organizzativa, gestionale, finanziaria e patrimoniale, amministrativa, negoziale e contrattuale, contabile e di bilancio. Tali aspetti sono disciplinati nel dettaglio dalla legge regionale 17 agosto 2006, n. 25 (Disposizioni sull’autonomia del Consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria), dal Regolamento interno, dal Regolamento di organizzazione e dal Regolamento di contabilità.

Il Consiglio regionale nomina un Presidente e un Ufficio di Presidenza (articolo 122 della Costituzione). Sono inoltre costituiti Gruppi consiliari e Commissioni consiliari permanenti con funzioni referenti nei confronti dell’Assemblea. Il funzionamento degli organi consiliari è disciplinato dallo Statuto (Legge statutaria 3 maggio 2005, n. 1 e successive modifiche) e dal Regolamento Interno con il quale il Consiglio determina autonomamente il proprio funzionamento (Deliberazione del Consiglio regionale 9 giugno 2006, n. 18 e successive modifiche).

L’Assemblea Legislativa è composta, ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto, da non più di trenta Consiglieri regionali oltre al Presidente della Giunta regionale. Essa provvede alla convalida dell’elezione dei singoli Consiglieri regionali, avvalendosi della Giunta delle

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Il Regolamento interno disciplina l’esercizio delle funzioni attribuite all’Assemblea Legislativa e agli altri organi consiliari, la programmazione dei lavori, l’esercizio degli strumenti di controllo e di sindacato ispettivo.

L’Assemblea Legislativa esercita funzioni legislative, ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, nelle materie di propria competenza legislativa concorrente e residuale, e può fare proposte di legge alle Camere nelle materie di competenza esclusiva statale.

Essa inoltre approva piani e programmi regionali aventi valenza generale adottati dalla Giunta regionale; partecipa alla fase ascendente e discendente del processo normativo europeo; procede alle nomine di propria competenza sulla base di criteri predisposti dalla competente Commissione e svolge le altre funzioni previste dall’articolo 16 dello Statuto regionale.

L’esame e l’approvazione da parte del Consiglio dei provvedimenti di competenza, ivi comprese le nomine, avviene secondo le procedure e i termini stabiliti dal Regolamento interno, il cui rispetto costituisce misura di prevenzione.

Va altresì evidenziato che, ancorchè il Consiglio regionale sia dotato di autonomia, ai sensi della legge regionale 25/2006 sopra citata, alcuni servizi comuni sono gestiti, per tutto l’ente, dalla Giunta regionale.

In particolare il Consiglio regionale usufruisce dei servizi interni informatici erogati alla Regione dalla società in house Liguria Digitale S.p.a., avvalendosi a tal fine delle strutture regionali non appartenenti al ruolo autonomo dell’Assemblea legislativa. Le competenti strutture del Consiglio effettuano la programmazione delle necessità e le valutazioni sulla corrispondenza qualitativa e tecnica dei beni e dei servizi resi rispetto a quanto richiesto e programmato, mentre gli atti di spesa sono adottati dalle competenti strutture della Giunta e le somme necessarie alla gestione di detti servizi sono iscritte nel bilancio della Regione e non in quello del Consiglio regionale.

Per quanto riguarda gli spazi, nel caso in cui siano compresi in un unico edificio di proprietà della Regione, specifici accordi tra le parti definiscono le competenze relative alla realizzazione degli interventi ordinari e straordinari volti al mantenimento dei livelli di prevenzione e protezione della salute e sicurezza dei lavoratori.

Gli uffici della Giunta regionale gestiscono direttamente gli interventi di manutenzione del sistema delle reti telefoniche e dati, o in ogni altro caso di unicità degli impianti o dei sistemi.

I lavori dell’Assemblea Legislativa sono affidati ai sensi del Regolamento interno a Commissioni consiliari permanenti con competenza rispettivamente nelle seguenti materie

“Affari generali, Istituzionali e Bilancio” (I); “Salute e Sicurezza sociale” (II); “Attività produttive, Cultura, Formazione e Lavoro” (III); “Territorio e Ambiente” (IV); “Controlli, Verifica attuazione delle leggi, Pari opportunità” (V).

Con deliberazione n. 7 del 21 maggio 2019 è stato modificato il Regolamento interno istituendo anche la VI Commissione permanente “Antimafia”, con decorrenza dall’undicesima legislatura.

Ai cittadini viene assicurato un ampio accesso all'attività legislativa e amministrativa del Consiglio regionale; tramite la consultazione della banca dati online, essi possono acquisire informazioni sull’iter delle iniziative legislative e delle altre iniziative presentate, nonché sul calendario delle sedute del Consiglio e delle Commissioni; possono consultare sul sito internet i verbali e i resoconti delle sedute del Consiglio, e dal 2017 anche i verbali delle sedute delle Commissioni, una volta approvati, in quanto le sedute di queste ultime non sono pubbliche; possono assistere in diretta streaming alle sedute del Consiglio regionale. Inoltre, in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 190/2012, dal d.lgs. n.

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33/2013 è assicurata la trasparenza di tutta una serie di attività, consentendo ai cittadini un controllo diffuso sulle stesse.

Oltre alle competenze dell’organo assembleare rileva l’attività svolta da ciascun Consigliere, singolarmente, e dai Gruppi consiliari.

Ciascun Consigliere è titolare dell’iniziativa legislativa, potendo presentare proposte di legge e proposte di deliberazione nelle materie di competenza regionale, nonché proposte di legge alle Camere e ha il potere di svolgere attività di sindacato ispettivo di indirizzo nei confronti della Giunta regionale, mediante presentazione di interrogazioni, interpellanze, mozioni, risoluzioni e ordini del giorno. I Consiglieri regionali si costituiscono in Gruppi consiliari, cui vengono assegnate le risorse necessarie per lo svolgimento delle loro funzioni (art. 28 dello Statuto).

Presso l’Assemblea Legislativa hanno inoltre sede alcuni organismi e Autorità previsti dallo Statuto, quali il Consiglio delle Autonomie locali (CAL), organo di consultazione e confronto tra la Regione e gli Enti locali, il Difensore Civico e il Comitato regionale per le Comunicazioni (Co.Re.Com.). Ai sensi dell’articolo 10 della legge regionale n. 9/2007 (Disciplina dell'Ufficio del Garante regionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza), in via transitoria e fino all'effettiva istituzione del Garante, il Difensore civico esercita anche alcune funzioni previste dalla suddetta legge regionale 9/2007, quali: segnalare e raccomandare azioni normative e legislative a favore dei diritti dei minori; monitorare e vigilare sulla tutela dei diritti dei minori e segnalare le violazioni ai competenti Organi sociali e giudiziari.

La legge regionale 29/2018, recante disposizioni collegate alla legge di stabilità 2019, ha inoltre attribuito al Difensore Civico l’ulteriore funzione di Garante per il diritto alla salute di cui alla legge 8 marzo 2017, n. 24 (Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie) al fine di favorire l’accesso alle prestazioni sanitarie e sociosanitarie e l’efficacia nell’erogazione dei servizi.

In attuazione della normativa anticorruzione, la Regione Liguria ha dettato disposizioni di adeguamento al decreto legislativo 39/2013, all’interno del “Collegato alla legge di stabilità regionale 2016”, ed in particolare all’articolo 30 della legge regionale 30 dicembre 2015, n.

29, che dispone riguardo a conferimenti di incarichi in presenza di dichiarazioni attestanti una causa di inconferibilità.

La Regione, inoltre, come già indicato nel contesto esterno, è intervenuta sui temi della prevenzione del crimine organizzato e della legalità, approvando la legge regionale 5 marzo 2012, n. 7 (Iniziative regionali per la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e per la promozione della cultura della legalità).

In ragione della complessità e dell’ampiezza delle funzioni espletate, l’organizzazione dell’Assemblea Legislativa è connotata da una particolare articolazione organizzativa orientata principalmente allo svolgimento delle tipiche funzioni di un’Assemblea legislativa e di quelle amministrative e di gestione ad esse strumentali. Sul modello delle assemblee parlamentari sono quindi previsti uffici direttamente impegnati nella funzione di assistenza e consulenza giuridica e legislativa per l’attività dei Consiglieri regionali, degli organi consiliari e degli altri uffici. Vi sono poi uffici che svolgono funzioni connesse alla gestione amministrativa del Consiglio.

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Generali (cui sono preposti dirigenti generali) che rispondono all’Ufficio di Presidenza, organo di indirizzo del Consiglio regionale, a loro volta articolate in settori, servizi e staff, (cui sono preposti dirigenti) ai quali sono attribuiti i compiti e le funzioni previsti dal Regolamento di organizzazione, emanato con decreto del Presidente del Consiglio n. 4 del 6 luglio 2009 e successive modifiche.

Il rapporto di lavoro del personale è regolato dalle disposizioni interne, approvate con deliberazione U.P. n. 36 del 2015.

Le principali funzioni istituzionali e gli ambiti di attività delle strutture consiliari sono di seguito rappresentate:

Mappatura delle funzioni istituzionali  /Ambiti di attività 

 

Gestione del processo legislativo 

Assistenza per l’applicazione dei Regolamenti e delle procedure  Assistenza agli organi consiliari 

Documentazione, Studi e Legislativo  Prerogative dei Consiglieri e dei Gruppi 

Personale 

Affari generali/Provveditorato  Bilancio, contabilità e patrimonio 

Contenzioso  Gabinetto 

Assistenza a organismi di garanzia 

Nell’ambito dei processi che fanno capo al Consiglio regionale, si evidenziano alcuni processi primari, che connotano l’Assemblea Legislativa e altri processi strumentali al funzionamento della struttura consiliare, come di seguito rappresentati: 

Processi primari

Assistenza giuridica, procedurale e normativa agli organi consiliari, ai Consiglieri e ai Gruppi (Gestione del processo legislativo; Assistenza per l’applicazione dei Regolamenti e delle procedure; assistenza per questioni giuridiche;

pareri; prerogative dei Consiglieri e dei Gruppi) Documentazione, Studi e Legislativo

Status giuridico ed economico dei Consiglieri regionali Attività per favorire la presenza istituzionale dell’Assemblea Legislativa (Gabinetto)

Nomine

Supporto a Organi e Organismi statutari e regionali

Processi strumentali

Acquisizione del personale; gestione giuridica, amministrativa ed economica; formazione del personale Contratti pubblici

Gestione delle entrate, delle spese e del patrimonio Affari legali e contenzioso

Attività generali per il funzionamento del Consiglio regionale (gestione degli spazi; servizi di natura informatica)

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L’assetto organizzativo e la ripartizione delle funzioni dell’apparato amministrativo definiti con deliberazione UP n. 166/2015, sono stati parzialmente revisionati con successive deliberazioni UP, l’ultima delle quali è la n. 48/2017; gli incarichi dirigenziali sono attribuiti fino al 30 novembre 2020.

L’organizzazione dell’Assemblea è rappresentata graficamente nell’organigramma che segue come pubblicato sul sito internet istituzionale:

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Il personale del Consiglio regionale risulta composto da n. 10 dirigenti, n. 25 funzionari di categoria D, n. 42 dipendenti di categoria C, n. 9 dipendenti di categoria B, n. 6 dipendenti di categoria A e n. 1 Contrattista. Di questi n. 1 giornalista e n. 2 dipendenti in aspettativa.

Di seguito vengono rappresentati graficamente i dati relativi al personale:

(dati aggiornati al 31 dicembre 2018)

Qualifica Totale

DIRIGENTE A TEMPO INDETERMINATO 10

POSIZ. ECON. D6 9

POSIZ.ECON. D5 4

POSIZ.ECON. D4 2

POSIZIONE ECONOMICA D3 3

POSIZIONE ECONOMICA D2 6

POSIZIONE ECONOMICA DI ACCESSO D1 1

POSIZIONE ECONOMICA C5 22

POSIZIONE ECONOMICA C4 6

POSIZIONE ECONOMICA C3 1

POSIZIONE ECONOMICA C2 11

POSIZIONE ECONOMICA DI ACCESSO C1 2

POSIZ. ECON. B7 - PROFILO ACCESSO B3 5

POSIZ ECON.B7 –PROFILO ACCESSO B1 1

POSIZ.ECON.B5 PROFILI ACCESSO B1 3

POSIZ.ECON. B4 PROFILI ACCESSO B1 0

POSIZIONE ECONOMICA DI ACCESSO B3 0

POSIZIONE ECONOMICA DI ACCESSO B1 4

POSIZIONE ECONOMICA A5 1

POSIZIONE ECONOMICA A2 1

POSIZIONE ECONOMICA DI ACCESSO A1 0

CONTRATTISTI 1

TOTALE 93

Di seguito vengono rappresentati graficamente i dati relativi al personale in servizio, suddiviso per struttura (dati aggiornati al 31 dicembre 2018):

Struttura Dirigente D C B A Totale

Segretario Generale 1* 0 5** 1 0 7*

Struttura Dirigente D C B A Capo

redattore

Giornalista Totale Gabinetto del

Presidente 1* 2 4 3 0 1 0 11

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Struttura Dirigente D C B A Totale Vice Segreteria

Area Processo normativo

1*** 0 1 0 0 2

Staff

Documentazione e Studi

1 0 0 0 0 1

Servizio Assemblea 1 1 2 0 0 4

Settore Assistenza Istituzionale,

Ricerche e Rapporti con gli Enti Locali

1 2 6 0 0 9

Servizio

Commissioni 1 3 5 0 0 9

Servizio Legislativo 1 1 0 0 0 2

Struttura Dirigente D C B A Totale

Vice Segreteria Area Gestione amministrativa

1* 0 0 0 0 1*

Servizio Bilancio, Trattamenti

economici e Status Consiglieri

1 2 3 0 0 6

Servizio Provveditorato,

Economato e Autorità di Garanzia

1 11 11 7 2 32

Servizio Ragioneria, Gestione del Personale e Valutazione

1 1 5 2 0 9

*N. 1 unità è lo stesso Segretario Generale.

** Unità di personale a disposizione del Segretario Generale è 1; inoltre sono assegnate n. 2 unità di personale in aspettativa senza assegni e il personale delle Segreterie dell’Ufficio di Presidenza.

*** E’ lo stesso Vice Segretario Generale.

Risorse finanziarie assegnate: attualmente non esistono budget assegnati direttamente ai dirigenti; l’articolo 8 bis della legge regionale 25 del 2006 prevede che ogni spesa a carico del bilancio consiliare venga autorizzata con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale. In realtà tale sistema non esclude la responsabilità dei dirigenti sugli atti che a questi competono, ma si ritiene necessario - senza che nulla osti al fatto che ogni delibera venga portata a conoscenza dell’Ufficio di Presidenza – che il Segretario generale provveda a modificare il sistema di approvazione delle delibere in modo da rendere più evidente la distinzione tra responsabilità dell’organo politico e responsabilità dirigenziale. In questo quadro rientra l’opportunità di valutare anche l’assegnazione di un budget a ciascun dirigente, cosa che finora non è stata fatta.

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Analisi del contesto esterno e interno (SWOT Analysis)

Attraverso l’esame del contesto esterno ed interno dell’amministrazione, vengono di seguito rappresentati, utilizzando la cd. analisi SWOT, alcuni punti di forza interni all’organizzazione (Strenghts) che potrebbero agevolare il raggiungimento degli obiettivi, i punti di debolezza (Weakness) che invece potrebbero rappresentare un ostacolo al raggiungimento degli stessi, le opportunità (Opportunities) e le minacce (Threats) che potrebbero verificarsi.

Tale analisi permette di portare alla luce, analizzare e valutare i punti di forza e di debolezza di un’amministrazione al fine di definire al meglio il trattamento del rischio.

CONTESTO INTERNO

Punti di forza

Buon livello di trasparenza, sotto il profilo degli adempimenti del d.lgs.33/2013

Informatizzazione di alcune attività

Forte disponibilità, coesione, flessibilità del personale nel far fronte alle esigenze che insorgono in un contesto di forte carenza di personale

Dirigenti delle strutture individuati quali referenti per la prevenzione della corruzione

Punti di debolezza

Scarsità di risorse umane, strumentali e finanziarie anche a supporto del RPC

Forte squilibrio tra le risorse umane destinate alle funzioni strumentali rispetto a quelle destinate alle funzioni primarie dell’Assemblea, che sono il 30% scarso del totale.

Mancata sistematizzazione dei controlli interni e, in particolare, di un sistema strutturato di controlli preventivi di legittimità.

In generale, scarsa attività formativa per acquisire competenze qualificate;

lentezza nella realizzazione degli interventi formativi

CONTESTO ESTERNO

Opportunità

Collaborazione con altre istituzioni (ad es. gruppi tecnici di lavoro istituiti presso la Conferenza dei Consigli regionali e ANAC)

Minacce

Contesto normativo in continua evoluzione; complessità e molteplicità degli adempimenti

Indebolimento della credibilità dell’Ente

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Aree di rischio prioritarie in base all’analisi del contesto

Secondo quanto emerge dall’analisi del contesto esterno e del contesto interno, si rileva come possano richiedere una maggiore attenzione e quindi una priorità di trattamento, quei processi che si attiveranno a seguito del verificarsi di condizioni di contesto.

Nel 2020 vi saranno, infatti, le elezioni per il rinnovo del Presidente della Giunta e del Consiglio regionale, che determineranno la necessità di porre in essere i diversi connessi adempimenti, tra i quali rilevano: la convalida degli eletti, che presuppone la verifica delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità dei Consiglieri regionali, l’insediamento degli organi dell’Assemblea Legislativa, la costituzione dei gruppi consiliari con conseguente assegnazione di personale, risorse, spazi e strumenti per il loro funzionamento.

Inoltre, sempre nel 2020, al 30 novembre, scadranno gli incarichi della dirigenza generale (Segretario Generale e Vice Segretario Generale) e della dirigenza, con conseguente necessità di nuova attribuzione e possibili riflessi sull’organizzazione delle strutture consiliari.

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PARTE I: Piano triennale di prevenzione della corruzione SEZIONE I: Procedure per l’adozione del Piano di prevenzione della

corruzione, obiettivi, tempistica, risorse, soggetti e misure

1. Procedure di adozione del P.T.P.C., obiettivi, tempistica e risorse

1.1. Il presente Piano triennale della prevenzione della corruzione (di seguito P.T.P.C. o Piano), è adottato ai sensi della legge 190/2012, tenuto conto dell’intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata in data 24 luglio 2013, delle indicazioni del Piano Nazionale Anticorruzione e dei successivi aggiornamenti (Deliberazioni ANAC n. 72/2013, n. 12 del 2015, n. 831/2016, n. 33/2017, n. 1074/2018, n. 1064/2019), nonché della normativa in materia di trasparenza.

1.2. Il Piano contiene la mappatura delle attività e dei processi esposti a rischio di corruzione, secondo le disposizioni della legge 190/2012, con riferimento ai quali effettua l’analisi del rischio di corruzione e la valutazione del livello di rischio per ciascun processo individuato, con indicazione delle misure dirette alla prevenzione dello stesso (Allegato 1).

Il Piano recepisce le misure obbligatorie previste dalla legge, progressivamente implementate negli aggiornamenti annuali, così da sviluppare un sistema graduale di prevenzione, tenuto conto dell’evoluzione normativa e organizzativa. Le misure introdotte dal Piano vanno a coordinarsi con le misure già esistenti presso l’amministrazione consiliare. L’aggiornamento tiene conto degli obiettivi strategici per il contrasto alla corruzione definiti dall’Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 177 del 10 dicembre 2019, secondo quanto disposto dal comma 8 dell’articolo 1 della legge n.190/2012, come modificato dal d.lgs. n. 97/2016.

L’elaborazione del Piano e dei suoi aggiornamenti prevede la collaborazione e la condivisione del Segretario Generale, della dirigenza generale e della dirigenza per l’analisi dei processi, la valutazione del rischio, l’individuazione delle misure di prevenzione e l’attuazione del Piano. A tal fine i dirigenti sono individuati quali referenti del Responsabile della prevenzione della corruzione.

E’ inoltre previsto che l’Organismo Indipendente di valutazione (OIV), in relazione ai compiti al medesimo assegnati dall’articolo 1, comma 8-bis, della legge 190/2012 e successive modifiche e integrazioni, formuli eventuali osservazioni sull’adeguatezza del PTPC e delle misure in esso previste alla realtà organizzativa del Consiglio regionale.

Viene infine assicurato il coinvolgimento di tutti gli stakeholders esterni, attraverso la pubblicazione sul sito internet di un avviso per la raccolta di segnalazioni e contributi, secondo quanto previsto al § 20. L’avviso per la presentazione di osservazioni e suggerimenti è stato pubblicato nelle pagine internet di “Amministrazione Trasparente” e sul sito interne alla voce “Avvisi”, dal 21 novembre 2019 fino al 10 gennaio 2020.

1.3. Il Piano è approvato, su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione (RPC o “Responsabile”), dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Assemblea Legislativa della Liguria ed è aggiornato annualmente, entro il 31 gennaio, prendendo a riferimento il triennio successivo a scorrimento, anche tenuto conto dei risultati della verifica della sua attuazione. A decorrere da gennaio 2017, il Piano contiene anche le misure organizzative e l’individuazione dei responsabili dell’attuazione degli obblighi di

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trasparenza di cui al d.lgs. 33/2013, nella Parte II, “Sezione Trasparenza”, curata e predisposta dal Responsabile della trasparenza.

1.4. Al fine dell’attuazione del Piano, è assicurata a cura del Responsabile della prevenzione della corruzione la massima diffusione dello stesso, sia all’esterno che all’interno dell’amministrazione. Il Piano e i suoi aggiornamenti sono pubblicati nel sito web istituzionale, pagina “Amministrazione Trasparente”, e nelle pagine intranet dell’Assemblea e sono portati all’attenzione di tutto il personale anche via e-mail. Spetta al Segretario Generale portare il Piano a conoscenza dei collaboratori che, a qualsiasi titolo, prestano servizio con rapporto contrattuale con l’Assemblea.

1.5. L’attuazione del Piano avviene sulla base degli obiettivi e attraverso le misure, i soggetti, la tempistica e le risorse di seguito evidenziati:

OBIETTIVI

Il Piano si propone di ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione e di creare un contesto sfavorevole alla corruzione.

MISURE

Gli obiettivi sopra indicati si realizzano attraverso le misure descritte nelle Sezioni II, III, V e nella “Sezione trasparenza” del presente Piano e le misure specifiche contenute nell’Allegato 1.

SOGGETTI RESPONSABILI

L’attuazione del Piano richiede il coinvolgimento dell’organo di indirizzo e di tutto il personale del Consiglio regionale Assemblea Legislativa, cui fanno capo specifici compiti e responsabilità, come indicato nei successivi paragrafi.

TEMPISTICA

Le misure previste dalle singole disposizioni del Piano sono attuate nei termini stabiliti dalla legislazione statale vigente, dalle intese in sede di Conferenza unificata, dagli ulteriori termini previsti dal Piano stesso e dall’Allegato 1.

RISORSE

Il Piano è attuato utilizzando in particolare le risorse previste dal bilancio del Consiglio regionale Assemblea Legislativa per l’informatizzazione e per gli interventi formativi obbligatori.

1.6. Ai fini dell’aggiornamento per il triennio 2020-2022 si è provveduto a inviare ai dirigenti la bozza del Piano e della mappatura dei processi per la formulazione delle loro osservazioni e proposte prima dell’approvazione da parte dell’ufficio di Presidenza. Tali bozze sono state altresì inviate al Segretario Generale, che riveste anche le funzioni di Vice Segretario Generale per l’Area Gestione del Processo Amministrativo e all’OIV per il tramite dell’ufficio competente in materia di personale al fine di acquisire osservazioni e suggerimenti. Nel predisporre la bozza di Piano si è tenuto conto delle osservazioni formulate dai dirigenti in occasione del monitoraggio annuale di attuazione del Piano precedente. Con riguardo alla bozza, non sono pervenute osservazioni.

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“Amministrazione Trasparente”, sia mediante apposito focus, per la consultazione pubblica aperta fino al 10 gennaio 2020. Si dà atto che nessuna osservazione è pervenuta.

1.8. Al Piano sono allegati:

- Allegato 1 “Mappatura dei processi a rischio corruzione”;

- Allegato 1bis “Catalogo esemplificativo di rischi potenziali e misure di prevenzione”;

- Allegato 2 “Schema per il monitoraggio sull’attuazione del Piano;

- Allegato 3 “Schema Attività formative”;

- Allegato 4 composto da 4.a “Relazione annuale del Responsabile della prevenzione della corruzione” e 4.b “esiti del monitoraggio sull’attuazione del Piano”;

- Allegato 5 “Relazione annuale del Responsabile per la trasparenza;

-Tabella 1 “Amministrazione Trasparente- elenco degli obblighi di pubblicazione”.

2. Soggetti coinvolti nella strategia di prevenzione: compiti e responsabilità 2.1. Oltre a quanto previsto in ambito nazionale con riferimento ai diversi soggetti istituzionali coinvolti nella strategia di prevenzione e alle rispettive competenze (Autorità nazionale anticorruzione (ANAC), Conferenza unificata, Dipartimento Funzione Pubblica, Responsabile della protezione dei dati che, per la Regione Liguria, è unico e nominato dalla Giunta regionale etc.), di seguito sono indicati i soggetti che, con riferimento all’Assemblea Legislativa, compongono la struttura di riferimento, ossia, secondo la terminologia del risk management (norma tecnica UNI/ISO 31000:2010), l’insieme di coloro che devono fornire le fondamenta e gli strumenti per progettare, attuare, monitorare, riesaminare e migliorare in modo continuo la gestione del rischio. In sostanza, sono i soggetti coinvolti nella predisposizione, approvazione e attuazione del Piano.

2.2 L’Ufficio di Presidenza

L’Ufficio di Presidenza è l’organo di indirizzo al quale compete l’approvazione del PTPC su proposta del RPC. In base all’articolo 1, comma 8, della legge 190/2012, l’Ufficio di Presidenza definisce annualmente gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e di trasparenza, che costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico-gestionale e punto di riferimento per il Responsabile nella predisposizione del Piano e dei suoi aggiornamenti.

Inoltre, l’Ufficio di Presidenza, in base al comma 7 del medesimo articolo, dispone le eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare al RPC funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività.

2.3. Il Segretario Generale e i Vice Segretari Generali

Il Segretario Generale, ai sensi del Regolamento interno di organizzazione, svolge funzioni di coordinamento e supervisione ed è responsabile dell’attuazione integrata e coordinata degli indirizzi emanati dal Presidente e dall’Ufficio di Presidenza, della qualità e della correttezza dell’azione amministrativa, dell’efficienza della gestione e del funzionamento complessivo delle strutture, del coordinamento degli uffici e del loro raccordo con le funzioni del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza.

I Vice Segretari Generali rispondono dell’attuazione degli indirizzi impartiti dall’Ufficio di Presidenza per le materie di competenza della Vice Segreteria assegnata e sono responsabili del funzionamento corretto ed efficiente nonché dello sviluppo qualitativo della stessa.

I dirigenti generali (Segretario e Vice Segretari), ai sensi dell’articolo 16, comma 1 lettere l bis), l ter) e l quater del d.lgs. 165/2001), concorrono, con i dirigenti, alla definizione di misure idonee a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione e a controllarne il rispetto

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