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1921
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COSTIT·UZIONI
�ella Pia �olietà �i t f ranrnuo �averio
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PER LE
MISSIONI ESTERE
PARMA
ISTITUTO MISSIONI-ESTERE 1921
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In omnibus Ck,·istus!
Ai carissitni Missionarii e Fratelli Coa
diutori presenti e futuri della Pia Società di S. Francesco Saverio per le Missioni Estere.
La Suprema Autorità della Chiesa, come ben vi è noto, ha approvato dafinitivamente le Co
stituzioni della Pia nostra Società, in data del 6 Gennaio u. s., ed io ora ve le trasmetto no
vellamente ristampate con quelle lievi modifi
cazionr che vi furono introdotte dalle Sacre Congregazioni Romane. E mentre v' invito ad esultare ed a ringraziare il Signore per questo fatto ohe è per nQi argomento non dubbio della santità ed opportunità. della Istituzione, alla quale abbiamo dato il nome, richiamo la attenzione vostra sopra l'impegno grave e S!)
lenne che noi 'veniamo ora a contrarre. per esso innanzi a Dio ed alla sua Chiesa. Noi dobbiamo rilevarne tutta l'importanza., epperciò sforzarci di attuare le finalità. sublimi ohe si propone di raggiungere l'Istituto nostro, lavorando con sempre crescente ardore alla. dilatazione del Vangelo nelle terre infedeli, po_rtando cosl il povero nostro contributo all'avveramento del vaticinio di Cristo, auspicante la formazione di
Il
una. sola. fa.miglia. cristiana., che abbracci l'u
miwità.. Ognuno di noi sia. quindi intimamente persuaso che· la. vocazione, a.Ila._ qua.le sia.mo sta.ti chiama.ti, non potrebbe essere più nobile e grande, come quella. che ci avvicina a. Cristo
�utore e consumatore della. nostra._ Fede ed agli • Apostoli, che, a.bba.ndona.ta. ogni cosa., si diedero intieramente senza. alcuna. riserva. a.Ila. se411ela.
di lui, e che noi dobbiamo considera.re come i nostri migliori ma.estri. ·11 Signore non poteva essere più buono con noi!
La. vita. apostolica. infatti, congiunta. alla. · professione dei voti religiosi, costituisce per se quanto di più perfetto, secondo il Vangelo, si possa. concepire. Per la. professione dei voti religiosi noi veniamo a. morire a tutto ciò che
•è terrestre-per vivere una. vi.ta. nascosta. in Dio con Gesù Cristò, avverandosi quello che scri
·veva. l'Apostolo Paolo ai primitivi fedeli: M01·
·tui estis et vita vestra abscondita est cum <Jhristo in Deo. I voti religiosi sono y!ncoli santi che vieppiù ci stringono a.I divin servizio; sono una.
·tota.le emancipazione da.I Demonio, da.I mondo
·e q_a.lla. carne; sono una. continua. a.spirazione a. cose sempre migliori; sono come una specie di martirio, a. cui, se manca. l'intensità dello
·spasimo, supplisce I� contin.uità di �-utta la vita..
Per questo essi accrescono il merito delle azioni nostre, essendo dottrina. comune ai Padri della.
Cl1iesa che q�a.nto si fa. co_n vot�, è-doppiamente
•
Ili
merit9.riQ a.g�i occhi del Signore. Ohi compie un'opera. senza. voto, osserva. geni11,lmente S. An
selmo, può pe.ra.gona.rsi a. .colui che offre il frutto di una. pianta., mentre c�i opera. con voto, offre assieme al frutto, la. pianta. stessa.. E l'An
gelico Dottore scrive che la. professione dei voti religiosi �quìva.le in certo qua.I m�do a.d un secondo Battesimo, per�hè inizìo di una. · nuova. vita..
. Ma. a.ppun�o _p_eroh� la. vita. apostolica., con
giunta. alla. vita. religiosa. è sotto ogni a.s_petto eccellente, il Ma.ligno0 nulla. la.scia. d'intentato per a.llonts.na.rne coloro che l'hanno a.bbraoeia.ta., o la. vogliono. abbraccia.re. Turba. la. mea'te con dubbii, il cuore .con ansie, la. fantasia. con f;a.lse apprensioni, la volo.ntà con scoraggia.menti, esagerando le diCficoltà di un ta.l genere di :vita., ohe cerca. di _mo�tra.rè impossibile_. E bene spesso riesce nell'intento.
• Ma. noi memo�i dell'ammonimento dello Spi
rito Santo di prepara.rei a.l111. tentazione, a.llorchè ci apprestiamo a.I divin servizio, non dobbiamo per questo da.rei per vinti.
Nel momento dello scoufnrto ricorria.mo a. Dio colla. preghiera., rinnoviamo i nostri propositi e raddoppiamo la. fedeltà �el �ompimento 4ei nostri doveri, richiama.udo alla nostra. mente le parole dell'Apostolo, le quali dovrebbero allon
tana.re da, noi ogni incertezza.: « Ognuno resU i!I quella vocazione, in cui fu chiamato» (1 Cor.
VIJ-21).
IV
· E se noi resteremo fedeli ali' Istituto al quale abbiamo dato il nome, ne osserveremo le Costi
tuzioni e lavoreremo in esso agli ordini di chi ci è superiore, potremo star sicuri di accumu
lare molti meriti, salvare molte anime e con
seguire il premio riservato a chi avrà posto mano ali' aratro senza volgersi indietro: il centuplo che •Oi:isto ha promesso in particolare a' suoi· Apostoli.
Coloro invece che adescati dalla suggestione del Maligno che loro insinuasse di poter far meglio altrove, usciranno dalla nostra Società, non si troveranno per questo più contenti al punto della morte; per non 'dire degli amari t;li11ioganni che avranno dovuto pr,:1vare nel oorsò
· della vita loro, non potendo Dio )argheggiare delle sue ·grazie con quelli che gli mancano di fedeltà, abbandonando ano stato più perfetto;
al quale erano stati chiamati.
Ci sia dunque sempre più cara la professione dei nostri voti, che ci rende somiglianti al pro
totipo divino dei predestinati.
Amiamo la povertà, che è la prima rinuncia che Cristo esige da coloro che vogliono essere perfetti e si propongono èli seguil'lo da vioino.
Egli vuol regnare. da solo sui loro cuori, ep_
peroiò esige da essi il distacco affettivo ed ef
fettivo da tutte le cose della terra. Per questo andava spesso ripetendo: << Ohi non rinuncia a tutto ciò che possiede, non può essere mio di-
V
scepolo » ed ai suoi Apostoli inculcava che non
0 sedessero più d'una veste, che non tenessero p s
denaro nelle loro tasche e non s1 preoccupas- sero del necessario per campare la vita, impe
rocchè niente sarebbe mancato a chi tutto aveva abbandonato per seguirlo ..
T l ·a di noi: « avendo gli alimenti e di ches. si . . . d"
coprirci, dirò coli' Apostolo, contentiamoci • questo ». (Tim. Vl-8):
Tutto quello che s. questo sovrabbondasse, sarebbe contrario allo spirito della povert� 8:
vangelica, della quale dovremmo andar het�
per amore di Cristo, ·anche quando di . �at.t_o �1 dovesse costare pene, disagi ed um1haz1onJ:
Una povertà opulenta, a cui nulla mancasse dei comodi della vita, non potrebbe certamente pia.cere s.l Signore e n!)n sarebbe la . p?vertàesercitata. da.gli Apostoli e dagli uomm1 Apo- stolici.
Ognuno di noi quindi, sia in Missione che · nelle Case dell'Istituto, ili accontenti per sè del
necessario al vitto ed s.l vestito che gli verrà somministrato e nulla esiga in più e nulla pos
segga in proprio. È questa la povertà. della quale abbiamo fatta volontaria pr?fès�ione; I�
povertà. che ci renderà veramente hber1 da ogm attacco alla terra e sicuri di conseguire'il Regno de' cjell promesso di preferenza ai poveri ·di spirito.
E benchè le nostre Costituzioni, in base ai
Vl
. sacri canoni, permettano il possesso in radice e l'uso dei diritti civili in fatto di proprietà
Ò , '
nessuno per potrà amminfstrare da se, uè di- sporre delle cose proprie, se non col consenso dei Superiori. Pratica diversa costituirebbe un pericolo J?er chi di fatto si è spogliato di tutto.
Amiamo inoltre e coltiviamo con ogni cura.
quella virtù che ci rende s,imili a.gli Angeli _oggetto delle divine compiacenze e degni dei
· rispetto e dell'ammirazione anche' deg11i uom·
h Jn�
c e non possono a meno di non sentirne il faspino .. Guai a noi se non sapremo custodire questa gemma preziosa e ne faremo misera.udo getto. Con es�a. verremmo a perdere ogni grazia a.I c_ospetlo d1 Dio e degli Angeli, ogni slancio pel bene, ogni amore per la virtù e la santifl-
· ca.zi.one nostra poti·ebbe dirsi ruinatà.
Perchè questo non avvenga ma.i, non :dirne _ tichia.mo un solo istante che quanto è prezi n
t t . ti b" oso
·ques o esoro mes ma ile, altrettanto è fra -1,
·1 h 1 t· 1 gi 8
1 vaso c e o con iene, epperciò premuniam di tutte le cautele indispensabili per conserv oc�
. . t d" arei
puri ID ques a carne I p.eccato sempre rib II
11 . ·t . e e
a o spiri o, ID questo mondo corrotto 8
tt E ·t· 1, • cor-
ru ore. VI 1a.mo oz10, le occasioni pericoJ
I f . 1 • . ,. II ose,
a ag11g 11�r1t .. co e per�one di diverso sesso e comprimiamo le afl'ezlon) sensibili e le ami
cizie particolari sempre pericolose. Teniamo· a.
freno i sensi, specialment.e gli occhi, siamo temperanti nel mangia.re e nel bere e, non con-
V.q' tenti di questo, su l'insegnamento di Cristo e l'esempio dei Santi, eseroitiam.ooi ueÌla morti
fioazione cristiana, castigando, affliggendo ben anohe questQ nostro corpo per ridurlo a servitù.
E tenia.mo sempre presente che l'umiltà; è la custode migliore della castità. e ohe in nessun caso, più che in questo, vengono a proposito le parole dell'Ecclesiastico: « (Jh,i dispressa le pwcole · cose, a poco a poco an4rà in ruina » (Ecci. XCX-1). Ma sopra.tutto abbia.mo ricorso alla preghiera., specialmente nel momento della tentazione, perchè_ senza uno speciale,-aiuto di Dio, che egli sempre concede a ohi glialo chiede,.
non potremo conservarci puri, come ebbe a confessa.re anche il più so.piante dei mortali, costretl o dall'esperienza.
·se -l'eserci�io dl quasi.a virtù ci costerà lotte, queste sa.ranno corppensa.te· ad usura dalla pace e da.I gaudio del cuore, dalÌe illustrazioni che il Signore manderà alla nostra mente e da • quella copia di grazie celesti che ma.i non mancano alle anime pure, le -cui. imprese sono sempre benedette dal �ielo.
Ci sia poi caro in particolar modo ils sa.crìllzio della volontà che noi facciamo a Dio a mezzo del voto dell'obbedienza.. A lui torna più ac
cetta l'obbedieuza delle vittime, perchè a. mezzo dell'obbedienza a lui faccia.mo saoriflzio del più gran dono che nell'ordine na.turnle egli ci al,bia elargito: la libertà.
Vlll
Nella vera obbedienza, sorive il massimo Dottor della Ohiesa, stà il oompfesso di tutte le
virtù. E Sart Bonaventura non esita asserire
ohe tutta la perfezioue religiosa consiste nella soppressione della propria voiontà, vale a dire nella pratica dell'obbédienza:
'Dopo d'aver fatto voto a Dio di questa virtù, dobbiamo dunque considerarci come strumenti in mano dei nostri superiori per procurare la
· �vina gloria e la salvezza dei fratel_li. Dobbiamo
eed oocuP,azionqul'Irssere piesoaroi a lavoraretitutl la missio epnamer prestarvi l'oponeeent, a rimaner; ad .andare e niudiffel oamperenti ad ogni ufficie e era noo epresso lin ·quvangstra, cese ta od in eoaslicoo e mde chelo e a
oi venisse assegnato. Disposti egualmente a compiere sempre le oose agevoli come le ar- . due, qnelle che cl vanno a genio, come quelle
che ci ripugnano. Se non ci è vietato di
• Suppdall'eòssseporrgni ed· eervazioribboe ree sommodionni, allocupazieonza, nn ritessamentoerchè oonni, o�n esssi re se i tratti di assumerà imlee e ose.I Supplichi pci foservaziesserieoro crò quando-ilre le nooni mommeriteessstrei
voli d'essere prese io considerazione. E nessuno 1 pretenda esenzioni e privilegi per servigi pre stati e per mansioni occ!lpate nella Congrega
zione. Siffatte eccezioni torn�no sempre di p_re
gindizio gravissimo alla disciplina regolare.
Avesse pur uno tenuto, anche per lungo tempo,
I
IX la suprema direzione della pia no!!tra Società, con plauso e vantaggio di tutti, egli dovrebbe
egualmente ripetere con verità le parole del Vangelo: servi i,mtiles s-u11n1s e considerarsi, dopo tutto, come l 'ultimo de' suoi confratelli e . tenuto all'ossen•anza regolare.
Coloro poi ohe sono oostituitl in autorità nella Congregazione reprimeranno energio�ent� o gni prurito insano di i:iCorma, ohe s1 mamfe�
stasse ed ogni te enza alle "Mo!ssure . e� al partiti peste funesta delle comumtà 1·ehg1ose� talune' delle quali ebbero per questo a sfasoiars1 ed a perire. '
. rir Avendo ogni oasa dell'Istituto ed ogni is- . · · ' i med1·a.to a questo s1one un proprio Superiore m ,
ognuno obbedisoa., riguardando nou tanto all_a
·1,· d. . sa è r1- persona quantvestita. E n' essuno br1g I po all' autori a 1 oui es · h. er o ett n ere quello che desidera· nessuno assilli il Superi.ore: per . ' . li · · oh1este. indurlo ad a.ooondisoendere a e proprie ri Chi così -operasse non ademp1rebbe la v�lontà di Dio ma ·1a pr' opria e non p· otrebb1· · t" ohe poi pr�-e il sumere di ottenere le grazie e I( 1 O.l\l 1 Signore suole concedere. a o<;>loro, ohe . oe�cano uòioa.meute il suo bene,Plaoito ed a lui s1 a.b
'ba.ndonano oou filiale oonfidenza..
Dallo spirito di obbedienza. in fine dipender�
la vita, la forza, la pr�sperità del n�stro lstt
tuto ohe dovrà forma.re un eseroito ordinato � , compatto, militante agli ordini ·del VJcario di
X
Cristo, pel qua!e nutrirà sempre venerazione
profonda. ,ed atta.oca.mento incoucusso. Anche
a.i Pastori della Cldesa, successori degli Apo
stoli, professerà in ·ogni incontro devozione
• sincera. Quando s' indebolisse questo spirito, ben presto l'Istituto si avv,ierebbe a.Ila deca denza ed allo sfaoelo.
E qui non posso a meno di riportare un bra.nò di una sapiente esortazione che Sa.nt'Al
fonso de' Llguori rivolge a. suoi Religiosi defla Oongregazione del Santissimo Redentore:
<< Sappiate, egli scriveva, che a me non dà ra.m
ma\-ìco il sentire che alcuno de' miei fr�telli è
stato chiamato da Dio all'altra vita; lo sento percbè sono di oa.roe, del restò mi oonsolo che sia. mQrto nella. Congregazione, dove morendo,
tengo per certo che sia sa.Ivo. Neppure mi af
fligge che alouno pe' suol d.i(ettl, si parta· dalla Congregazione, aòzi mi oonsola ch'ella si sia liberata da. una pecora infetta, che può infettare
ancora gli altri. �eppure mi affliggono le per
secuzioni; anzi queste mi danno animo, perchè quando noi ci portiamo bene, son certo che Dio non- ci abbandona. Quello ohe mi spa;enta è quando sento esservi .alcun difettoso, che poco obbedisce e J>oco fa conto delle regole ». Ecco quanto preocoupava il Santo Dottore, ed io pure condivido con lui tale !repidl;Lzione, perchè quando si avverasse anche tra i nostri il deplo
rato inconveniente, io scorgerei in questo fatto 1
XI I primi sintomi di una dissoluzione pi� o meno lontana dell'umile nostra Congregaz10ne.
Perchè questo mai s'abbia. ad avverare, pro
curiamo sempre di vivere quella vita di ·cede, che deve essere la vita del giusto, in genere, e tanto pià del Sacerdote e dell'Apostolo,. la quale ci porti a cercare e volere il beneplao1to d .. na. tal di Dio e non il nostro. E vivremo I u
F d gola indecli- viba se prenderemo la e e a. re
nabile della nostra condotta per· guisa ohe_ in- formi i pensieri le intenzioni, i sentimenti, le
' • d" nesta
Parole e le opere nostre. Vivremo J q t emo Cristo vita se in tutte le oontfngenze err
inna11zi agli ooohi della. nostra mente, _ed egli ci a.ocompagnerà. ovunque, nella pregh1�ri_i-, ; ;l l'altare a.Ilo studio, nelle opere moltepho:. el minist:ro apostolico, nei oontatti freque; : ::.
. o ·uel momento dello sconforto, e pross1m ,
� . t tt da lui pren•
1 ore e · d'ella. tentazione. Ed ID u 0 d che le nostre daremo ispirazione per mo
? .
della• • • 0 la. ma.01festaz1one
azioni ester1or1 s1au . . · •ta. in- vita interiore di Cristo in n1>1. Qu�sta
:oli del
t· a di fede oi premunirà contro I pen
•� . tero stesso moltiplicherà le µostre ener
m_in•�
d 1- nostri :.ieriti, purifl.oherà sempre più
g1e e à • · e con
le nostre inbenzionl e ci procurar g101e 1 . • iueff<>bill che ci renderanno soave ·1 J
SO B,ZIOnl .,. -
eso dell'apostolato.
P D bbi1t.mo po i erò alimenta.rt tt qu Ile di contin1:10 qu�e pratichesta vita S'opranua.tura.le. con u e e
:XII
di retà che le ·n· . ost C t·t · . re os i uz1001 prescrivono e c e le diverse circostanze del
tranno sug . . momento po- . g?�rc,. Non lasciamo mai la medi- t�sita al SS. Szione quot1d1ana, lacrame t 1 C a lettura spirituale l• • a vi-
• 0 0, a onfessione possibil- mente settimanale, la recita del Santo R .
l' osar,o
Eesa�e
. gen��ale e particolare di coscienza gli setc1z1l Spmtuali ogni anno ed Il t·iti· '
·1 d , 1·0 meo-
si e, o almeno l'apparecchio alla bu
E G • esu Sacramentato, pel quale slamo opa morte.
d t· d o t _e . apostoli, sia sempre il centro dei nsacer-os ri pensieri e del nostri affetti. È presso il San�to Tabernacolo che noi dobbiamo ogu·1 gl 1 t emprare le nostre forze per sempre orno ri-
fatiche. �uove
E dopo questo, alimentiamo in noi una te
nera devozione alla Vergine Immacolata re�in delle Missioni, al suo castissimo Sposo'
s.
Giu�6eppe, patrono della Chiesa universale Santi Apostoli ed all'inclito nostro Prote:t a S. Francesco Saverio.' ore !
Non deve su�cedere che, mentre ci occu . . · . p1amo della santdlcaz,one ,degli altri, avessimo poi a
trascurare la nostra, ikche avverrebbe cer at·
mente quando non alimentassimo ogni ·
·1 t . . giorno
I n?s ro
_ spmto con questi mezzi potenti di s�ntlflcazid o. ne. Raffredarsi nelle pratiche di . tà pie , e per ere 11 gusto delle cose celesti ogui· 1 1 • , ena pe bene ed ogm forza di resistenza oontro 1 tentazioni, è una cosa stessa, come l'esperienz: • I
xrn ne i_nsegna. << Amo Gesù Cristo, dioeva il Li
guori surdcordato, ed ardo perciò dal desiderio di dargli delle anime; prima la mia, e pot un numero incalcolabile di altre ►►• Ecco la regola da seguire.
Noi pure colla carità. verso Dio dobbiamo
alimentare nei nostri cuori la carità per noi e pei fratelli ed innanzi tutto per quelli che for
mano con nòi una stessa famiglia religiosa ed banno comune la vita, gli ideali, le fatiche, i meriti, la direzione, tutto, in attesa di aver comune, in un giorno più o men lontano, anche la gloria celeste. Su questo dovere esenziale non possiamo nutrir dubbii di sorta. « Questo comandamento i} stath dato da Dio, cosi l' Apo stolo pre!liletto, che chi ama Dio, mni anche il propt'io fratello ►►•
Ed io nella mia ·meschinità prego il Signore che quell'unione di menti e di cuori che il Mae
stro divino ha lasciato come estremo ricordo, come eredità. preziosa fl,,' suoi Apostoli ed .a quanti avrebbero creduto in lui, abbia sempre a regnare tra i membri dell'umile nostra Con
gregazione. Ed in particolar modo abbia a re
gnare tra coloro che sono addetti alle case del nostro Istituto e sono chiamati a preparare gli
altri all'apostolato. Siano sempre concordi tra di loro ed ossequenti in tutto senza riserve e sottintesi alle disposizioni della Direzione- Ge
nerale. Ogni dissenso, ogni di.vergenza, ogni
I. \
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XIV
contrasto che si manifestasse tra di essi tornerebbe di grave pregi�dizio a11·a.ll'edifica.ziooe fraterna. 11. pace ed Oh qi<anto buona e .dolce cosa ella è esclama il Salmista., che i {r<itelli siano insie� uniti!
Voglia il Cielo che 'il Sodalizio nostro abbia sempre ad offrire di se questo spetta.colo coo
��•a;te, e •�· ,offrirà, senza d.ubbio, ·se la. carità esù Qr1sto, quale la descrive il sublime Appstolo delle genti, regolerà tutti i rapporti 11oambievoli e formerà di tutti i membri che lo compongono un cuor solo ·ed un 'anima. sola.
di Ognuno dal canto suo intanto sia sollecito conservare gelosamente il vincolo di questa unione sa t .
1• irla. Comp . n a eVJtando quanto potesse iudebo•. d rima m se stesso l'agoismo indivi- _uate, 10 spirito della censura e· della.inormora- z1c.ne la tend li
rlt ' enza a. e contese ed alle ·particola- T
!i
la ma.ola di comparire e di primeggiare.8
t
i'
0 deve essere sacrificato generosa.mente 1 u altare della concordia. fraterna che fa lieta a. oonviveuz · . ' I• t·t s I uzioni. a, consolida e rende prospere leTutto nuest h · f
t lii e carissimi d "d • o o voluto raccoma.udarvr, re.-. - · il li . , ee1 erat1ssiml, nel consegnarvi
. _beo delle nostre Costituzioni pel desiderio
VlVJSSi h '
mo c e sento della vostra santificazione e del l?ene della. Pia nostra Società. E dovendo .r1epilogando jl già ·d.etto, io ��prima un voto; P_ur prendere da voi coinmJato permettete che,
xv il voto che la caratteristica ohe dovrà distin
guere i membri presenti e futuri della pia no
stra. Società. sia. sempre la. risultante di questi coefficienti: .spirito di viva. fede che ci facci&
veder Dio, cercar Dio, amar Dio io tutto, a. .ouendo in noi il desiderio di propaga.re ovunque il suo Regno; spirito di obbedienza pronta, generosa., costante in tutto e ad ogni costo per riporta.re le vittorie da. Dio promesse all'uomo obbedientè; spirito di amore intenso per la. n��
stra. Religiosa. •Famiglia, che dobbiamo consi
derare qual madre e di carità a tutta prova pei membri che la. compongono. E questo voto che voi dovete considerare come il testamento del padre, io lo affido a.I Cuore adorabile di Gesù pregandolo a renderlo efficace Oolla sua grazia.. E se noi tutti coopererem� �al canto nostro alla sua. attuazione, • nel m1glror modo -per noi possibile, benchè operai dell'ultima. or�,·
•porteremo noi pure il modesto nostro . co�tri:
buto a.ll'ediflcazione del mistico corpo �1 Or1sto�
ricevendone la mercede stessa degh opera.i dell'ora prima.
Ed in questo momento, in cui sento tutta la soavità della. carità di Cristo, di gran lun_g�
più forte d'og.ni affetto naturale, e tu�ta �1 s1 affaccia la grandez:,;a della causa che c1 strmge in una sola. famiglia., abbraccio con effusione di cuore come se· fossero qui presenti, quanti hanno- �t� il- D6Dle-al pio-ne&tro Sedalizio e