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TRE CANZONI SUL BENACO MALE ATTRIBUITE A JACOPO BONFADIO RIVENDICATE A... Girolamo Verità, Giacomo. Bonfadio, Giovanni Labus. W ilghizod By Google

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TRE CANZONI SUL BENACO MALE ATTRIBUITE A JACOPO BONFADIO

RIVENDICATE A...

Girolamo

Verità,

Giacomo Bonfadio, Giovanni Labus

W

ilghizod ByGoogle

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NUOVASERIEDIANEDDOTI N.I

PlllllllI illusili

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Edizioni; di soli CENTO CRcmplnri.

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TRE CANZONI

SUL BENACO

MALE ATTRIBUITE A

JACOPO BONFADIO

rivendicati;

A GIROLAMO VERITÀ

VERONESE ED UNAL1HA INEDITA DEE MEDESIMO

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AL NOBILISSIMO SIGNORE ANTONIOMambrsbFUMANELLI

V

limi avete chiesto alcunfioreletterarioda innestare perVoiallanuzialeghirlanda,dichevoleteornatoil NipoteVostrocarissimo,MarcheseGiovannino,chesifa Sposo allaNobil DonzellaContessaRosida -Persico:al qualeVostrogentilepensiero corrispondobenlieto,sapendo Voiquanto caraeanticaaniìci:i<imi.lai/hiad ambeduele Famiglie,ecarnevivissimasentalagiojapercosìbene auspicataNozze.

Ora dacchéilvezzo( nonsapreicome stimmatizzarlo) dellepoetiche Raccolteper Nozzeècessatoabuona ventura inItalia,eintrodottoviilmigliorcostumedimetterein lucedooequalcheineditoletterarioostoricodocumento, dovaalcunaorìifmnlaMonografìa,qualchecosainfineche tornia maggioraaliii.tù,vu/ìju r elitur in:alcun verostorico, vuoiper illustrarelavita eleopere diuomini preclarissìmi, vuoiper qualchebuonoammonimento religioso o morale; ù pensatocompiacer Vi conuna opcricciuola, chemi promette accoglienza cortesedaVoi,dagli Sposi,dal pubblico.

Leggendouna bella opera del mio carissimo Amico che fu V Ah. Giuseppe Brunati, che parla degli Uomini Illustri dellaRivieradiSalo (Mi/ano 1837 inB.°)vitrovaiac.46

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annotato,comeilCav.(iiovanniLubusuveascrìttauna DissiTtiLziun.-,-incuidimostravaletreCanzonisulBenaco, stampatelaprima voltadall'Ab. Ant.Sambuca fralePoesie del dottoesventuratoJacopoBonfadio,ealuiattribuite, non esser sue,sìveramentedel nostroVeroneseGirolamo Verità.CelebrePoeta del SecoloXPIerailVerità,(nato circail1467,mortonel1552,)dicuipochissimeSìmesi conoscono alle stampe, tantoperò avuto in pregiodall'Ariosto, dalTrissino:edelqualeparlano con assai lodeilMaffei, ilTiraboschi,ilMorelli,ecc.

Misursetostonell'animoben caldoildesiderio di leggere questa inedita,epur solo così accennata Dissertazione del Cav. Labus.Or nelle miecorse,cheper dolorosa necessitàmi convenne fareaBrescia, fuiancheinciòcompensatodi ritrovarlapresso queirillustreAteneo,ediaverne copia.

Piacquemiforte,aladò al pubblico: sembrandomicosì ravvivatalafama di questo valentissimo nostrol cuisirecanoqui tanto belle notineisteriche, modo che gli venga restituitoilsuo in faccia al mondo.Non èeoli.Amico mio,oggiilmondatuttorimescolato(e fu sempre) da quisttoni, da lotte?..!.. Ognuno pensa rivendicare

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larobasua,giàstimandolasua;ondeifóriaffollaliila Giurisperiti,leferrovie percorseda Diplomatici,lecittài campi assiepati da cannonieda bajonelle. 1 vivi non ànuo posamai: tenzonano sempre fra loro! ...Quanto nonèbolloil casomìo,dipoterconlafolaragioni;senzaromor di foro, ofuria sanguinali' nta di(innati,pacatamente rivendicareil suoa chidormeilsonno dellatomba?

La verità viene poi sempre a galla.—Sempre?...mi ckìedete,panni, con visoepigliodi oppositore.

Sì,Amico mio,sempre a suo tempo viene,everrà:almeno consentitemela questa volta inonore del nostroGirolamo Verità,eperdo- natemiloscherzo, forse non troppodibuongusto,mache può passare in una Lettera.

EccoVi,gentilissimoMarchese mio, soddisfatto nel Vostro desiderio.AllaDisscrtiviionc,checontieneunaCanzono Inedita del nostro Poeta, fo precederele tre,chiamate Sorelle, oggirivendicategliinpubblico.Cosipossaioesserebene avventurato di ricuperareiditeCodici delVarila,eh'erano un dì aVerona(nisoancorbeneove sieno di presente )

chetantesuePoesieconservanotuttaviaignote,de'quali parlailCav.Labvs:sarebberonuovegemme per quella

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PatriaRaccolta,cuiposidabuontempostudioedamore grandissimo.

TrovereteillibranocheVipresentosegnatoconla

scrittaNuova SeriodiAneddotiW.I.Avendoinpronto

perlastampa dh-ersipezziIctìerarjestorici,che possedo nellamiaRaccolta,ostannonellaCapitolarBiblioteca, ocoltoilpernierò,eseguitoV esempiodatocinelpassato SecolodalnostrobravoCanonicoGian Giacopo Marchese Dionìsi:elidaràvolentieriinaltrelieteoccasioni,o simiglinoti allaVostra.

Unevviva agli Sposida parte mio,iquotisiavranno perVoiV onore di iniziarelaSerio,chevorrà essere spero feconda;emiViraccomando.Addio

diVerona ai 11Stttmbrtit\186S.

0.B.CARLO 6IVLIAR1 Canonico ( Jfftfiofeario.

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TRE

CANZONI

SUL BEN ACO

DI

GIROLAMO

VERITÀ

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CANZONE

I.

Soaviapricicolli, Fioritepiagge amene, ombrosevalli, Ched'ogni intorno coronateimolli Campicorrenti,eiliquidicristalli Di quel chiaro Bcnaco, Che aolfraciascun laco Col fremito, ecoli'oude almars'agguaglia, Sicnledolcicontrade Vostre difesea sì crude! battaglia Delainfeliceannosa nostra etade.

Chè, se col tempo avranno Mai fineitantialtruiferitormenti, Lode e grazie immortai vi rendermi no Lealtronde spinte, e qui raccolte genti:

Equasi inogni loco Convostroohor non poco Hcateransegni de' lor scorsi aftanni, Ondene sia memoria Adaltri,che vetraridopomili'anni:

Evoin'avrete eternonome, c gloria.

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Tosto clicfielitranquille Letante furibonde e reetempeste, Parmi veder vostre costella, eville Insacrigiuochi, e inusitatefeste, Ooii millealtridiporti De'ben grati conforti, Etant'altresuperbepompeornate, Cheogni più bel paese Solevichiameràliete,e beate, Ohifostealbergo altrui tanto cortese.

Quanti novi edifici Talchi,torri,palazzi,logge, e tempi Assurgeranno, e quanti chiariuffici, Di vostre opre leggiadre eterni esempi;

Tal che per questi monti Vostri beirivi,e fonti Andranpiù alteri in vistaa grandi onori, Evederassi in breve Esaitato levar1'onde maggiori Coluiche tuttiingremboliriceve.

Mamentre a quellieffetti Più lieta sortefiadal eie! parata, Clic faccia pochi,escarsiinciòmiei detti;

Per non mostrarmi sconoscente c ingrata lo,povra e picciol parte

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-i-13

Deleturbe invoisparte, Mai non Barò d' andar segnando sazia Inognitronco, eramo Mio nome,iduri casi,evostra grazia, Finchégiungan que' giorni a voi eh'iobramo.

Piùcheall'usatoinfretta liivolga,prego,glianniilcielfugace;

Acciò che' prestomeni Questo vero presagio, e vostra pace;

Poi siensecolieternietempi ameni.

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CANZONE

II.

Ombrosa,chiusa valle, Grato loco re posto, Etumia gtwln, iiscosto, obliquo calle, Cheper secreto e fosco Orror diaacrobosco Miscorgid'un bel fonte aledolciacque, Cheper vermiglie e gioite Piagge scorrendogititantomi piacque;

Ogni qualvoltaclicpiangendoi'voglio Slogar1'acerbomio grave cordoglio, Fuggendoogni altra slrada, Per voi torno alla fidaalma contrada.

Chebena'mieilamenti Risponde, e co' tormenti miei n:accordìi, Nè mecoè,comealtrilachiamai),Sorda.

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16ti-

tillivicon strana voci;

Gridandoafflittocfioco Dal lagrimarnon poco chemi cuoce, Rimembroda' primi anni Finoraiduri affanni, E1'empia ne' mici danni ria fortuna Affamata, e feroce, Edopoilpasto più cruda e digiuna, Uhetèrmosogno pose de' suoistrali Mio core,e,pernon dar negli aspri mali Troppo intervallo e spazio, Nantiilfind'un comincia V altro strazio; Talchò ognispeme manca, Salvo eh'uu diha stanca, e di strai vota, 0piùnon abbia inmedove percota.

Poiconmaggior sospiri, Securche alcunnon senta, Ondedipoimi penta,imiei martiri.

Gliempiti de' miei sdegni, CheFalma eilpettohan pregni, Per la lingua, e pergliocchisgombro e spingo:

Edasprialtridesiri Scopro, che altrove celo, e dirgli infingo:

Ma, poi ch'altro pensicr quindimitolle, Quasi sfocato poggio un' nitro colle, Ondelargopaese DÌlitnpid'acquemisifapalese;

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-4-Xt

Ealbel locodivino Reverentem' inchino, e noti già muto, Macon queste umil voci indiilsaluto.

SalveBenaco ameno, Ch'isole,sirti,e scogli Nel tuo belgremboaccogli e chiudi inseno:

Tufracotantimonti Per millerivi,efonti, Uom'altridice,epiù credo,tibagni;

Tuconun bel sereno, Se placido talor sena' onde stagni, Pianacampagnadicristalliagguagli;

Tu, se spinto da venti, in alto sagli, Ocorrucciatoondeggi, Confremitomuggendoilmarpareggi;

Tuconlecolterive Dilauri,mirti,ulived'ogn' intorno Seipiù eh'ogni altro loco e ricco e adorno.

Se tante tue castcllc Conlorben posteville Sempre sien più tranquille, ornate e belle; Nèmai tempi,infelici, Nèguerre empie, onemici Ardiscaliporvimano, ofarlornqja; Magliabitantiinelle

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18 Securiabbondilid'ogni pace in giqjn: Noi che spinti da morte andinmdimorte Fuggendoicolpi,incosidura sorte, LasciatiÌcarinidi, Siam giunti appresso de' tuoi dolcilìdi;

Serbaci salvi e queti Perfineh'ileielacquetisua tempesta, Etorniognunoalsuoalbergo in festa.

Di uvee ciò udito, e confermar là segno-, Chealzatainchina1'onda In guisa che risponda, onde speranza Nenasce, cmeuvo'lietooltra1'usanza.

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CANZONE

III.

Dipasso in passo,òVun in nitro colle Mi sospinge mi pensier, che appenailpiede S'accorge della via gravosaed erta.

Giunto ralor suTn rima, chesiestolle Assai più sucheglialtri,ondesivede Dì liquidi distaicampagnaaperta, Coronata e conserta Di lauri intorno, e verdeggiantiulivi-, Loco certo da tar serene, e prive Pi lor nebbied'affanni,umanementi:

Quivim' affido, epifiche aperto miro Ilbelpaese,ecui più gl'avi accenti Del core alcielsospiro:

Quivisongliocchi;ilagrimar più intenti.

0 meinfelice!equestailolccvista, t'h'ognun può rallegrar,mesolnattristii.

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Or che tornandoa noi1"eterna luce Perilviaggio,che distingueglianni Delamadred'amori1albergo irraggia, Fiorettie foglie inogniramoadduce, Ede le brine ricompensaidanni Conmille vagheerbette inogni piaggia;

Eogni uccellili par eh' aggia Illungo suo tacerdelvernoa sdegno;

Equal nefiicelato in fronde segno, Equalsvernandoalbelserensu1'ali:

Ead or, ador,ogni natia ferczza Quasi obliando,ipiù crudi animali Connon so qual dolcezza Novad'amor, van giunti in pace eguali, Ediolanguisco:oh!aorteestrema el'osca, Lastagion eh'altriaddolcia,solmeattosca.

Ecos'iavviena chi è per molto spazio Nudritosempred'angosciosa noja, Ogni lieto soggiornoilfapiùmesto;

Ch' un' almaafflitta,avezza a lungo strazio, Pur eh' abbi ascliifoogui piacer o gioja, Equel eh' altrui piùaggrada,ha più molesto.

Ahi lasso!edonde è questo Ch' io sianatod'affanniesempio espresso, Cheancornou vissi un giorno, e più di mille Voltesonmortoalgiorno:oferdestino!

Comelesortitue fermiesigilleV

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Dov'altrihan1'oreau Altrinonbau sol una 0vermentravagliata,

uttetranquille, mchelieta.

Ese talor,mi volgo in ver la parte U' siede quella sconsolatamadre, Ch'ioabbandonai lassandoilcaro nido, Dal più profondo petto allorsiparte, Rimembrandolecoseorrendeed adre, Unalveemente e lagrimoso grido, Oli'iomi conforto, e fido Ohel'alma stanca seco allor sen vada:

Masilaspeme del morir m' aggrada Chenasce un' allegrezza,che ristora Sì1'

afflittavirtU,eh' ineè ritiene Per forza'1spirto,e uscir noi lassa fora.

Chi'1crederla ? epur viene Letizia della doglia,chem' accora, Ond'ionon miior'; cosa non mai aeDtita, Cliespeme di morir tenghialtriinvita.

Così afiermatoame medesmotorno, Edodoun che ragiona dentro, e dice: Com'a te stessoseinemico a torto, Chepensi tufinirnautiiltuogiorno;

Nonsaieh'aduomdiduolmorirnonlice ?

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Nonpiùlanguire,oniaiprendicontòrto;

Che'lciclointempo corto Ogni stato mortai cangia, c nuova.

Quinci un' altro risponde:Ateche giova L'età,quantunqueilrestonon rmvordeV Chi non sa che seifiordiprimavera, Elefronde di estate un' arbor perde, Invano attende, e ftpora L'autunnoilfrutto,o farsialverno verde.

Cosi chigioventùspende in tormento Mal aspetta in vecchiezza esser contento.

Cauzon,s"alcunvedrai de'miei consorti l'erquestimonti del Ilenaco erranti, Digli clicper cangiar stagione, o loco Nonhan cessato inmelagrime e pianti: Eche giovato ha poco Schifar dimorte, acerbo,ifurortanti;

Chechisquadre di sdegni in cors'accampi», Se se stesso non fugge, indarno acampa.

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DELLA VITA E DEGLI SCRITTI DI

GIROLAMO VERITÀ

VERONESE

•CHIAItlSSUOPOETA E FILOSOFO DEL SECOLO XVI,

D1SSERTAZI0VE

[GIOVANNI LABUS

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Siicredulofinoa'dinostri,clicletreCanzonisopri»

ilIlcnaco,chiamateletreBurelle,estampato nelle Opero di.IacopoHonfnilìo,sicnolavorouYIHonfadiumudi-simo.

NÌ:ii!i«i-inun!penn,e;noi dira,d.ippoicl.i''accennalein un codice del Gagliardi, notateinunaltrodellìonfadini, e registrateinun terzo piùantico dui Tornaceli!,ilvalen- tissimoab.Sambucaleritrovòl).Maebesiaquestounso- lenne inganno,mi e agevole dimostrare, avvegnaché ninno diqueglianonimi codici afferma esserne autoreilBonfadio, uè quiviegliparladisi,116dicoboclicallaauavita siriferiscano,nitampoco fa rimembranza della perdila da luifattadelCardinal diBari,nè del fortunato soggiorno eh'egligodetteinRoma, ni delle disgraziaevicendea cui soggiacque di poi, cose tutte dal lodato Sambuca conmag- giore fidanza,chebuonacritica,con ghi otturateNonÈme- stieridimolto senno a conoscere doverne essere autore un poeto ricoveratosiconvarjconfortiinun'amena collina pressoilBenaco, in tempitorbidi,eper aspre guerre cala- mitosi;ildicui caro nido, ossialasua stanza, erainuna citilivicina,dove avea abbandonata la sconsolata sua madre, adovebramava di ritornaretostoche fossero tranquillatete reeefuribondetempeste,ebe quel suo albergo afjligevano.

Ciòchenon può convenire per niun modo con quantoin- tornoalBonfadioilMazzuclielliraccontaci;s\perclifcnon fuguerrani in VeronanfeinBrescia,allorchéilBonfadio era attoa scrivereletreCanzoni,siperche,natoinGasano,

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nonsipoteadirt

avereabbandonalaInmadre, quivialuisivicina.Che se leCanzonisìgiudicaronoun capod'operasiaperlaper- fezioneeregolatezza deldiscono,siaperlaforzaenovità dellesentenze,siaper espressionedell' affetto edelcostume, o sia finalmenteperlanobiltà delle figure,per la evidenza edolcezza dellostile,eperlafacilitàesceltezzadellerime*), chiÈvago della storia poetica avrà caro saperne consicu- rezza1'autore;ilqualeavendoioscoperto essereilpoeta e filosofoGirolamo VeeitA, ho divisatodionoratameloresti- tuirgliele, chi!non mi pan;niiliiamr.linri1'ini'elìcc,maim- perterritoprincipi;duilatiiiistlilii|iudlf.età,chegli siag- giungano,quasi cornacchiad'Esopo,nuove penne o nuovi pregi rapitiadaltrui.Narreròinparitempolepochema

gliere,le mipei

opervenga eon ilumidelsecolodie

Nacque Girolamo VeritàdiMichele intorno1'anno 1467 inVerona, inuna cosa situata nella contradadiFalsorgo, eliooggidìchiamasilaColomba*).La sua patrizia famiglia era sinoa quei tempi assai celebre, siccome culladivalcu- Ér.l.li',°„i 6ìall'It.li.c.11.patria.D»Gi.oom'° vi- ritimilita™» =ou molto grido, V ano .otto1.uu»gn.di Francesco Gonzaga,l'altrosotto quellediFrancesco Maria dellaRovereDucadiUrbino.AntonioVoritìi,proavodi Girolamo, avea sostenuto conplausodiversoouoratissime ajiiljnscin-iu;e.Michelesuopadregeneralmente lodavasinel maneggio delle public!.ccose,eraspeccliioaisapienti,o vivo esempioaiproprjconcittadiniC).Manuovagloriale accrebbe Girolamo,ilquale,formatol'egregioanimosui domesticiesempli,cosìdibuon' ora,eeontalfervoreatteso

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-*27-#-

agliHtudj,chedagiovinettodìèvarisaggidisingolare capacita 1:edidiociott'anni uditoun approvato maestro, che dettavagì'insegnamentidell'Arte notarile nella sagre- stiadelCollegiodiquo'uotaj,fuammessoinquello, aqua- lificatoNotajodiCronaca Maggiore,eGiudiceordinario delComune8).

Non voglio tacere cheilprivilegioImperialo,per ciò concedutogliil17dicembre 1487,mifaconoscerenon aver- glisiaccordato colgradoanche la libera pratica, trovandola circoscrittacitilitermino duorumannorum ad exercendum officiitmnotarj,etquod non posiliconjicereinstrumenta infra annum,itisifueritrogatilecum notorio experto Ma questo termine,anzichéscemargli riputazione, glie1'accresco moltissimo,essendoilpiùbreveche dalle disciplinediquel Collegiositroviconcedutonigiovani di migliori speranze, enegliesercizjscolasticipiù valorosi.Etaledifattierail nostroGirolamo,ilquale,oltre all'arte notarile,itoeramolto innanzi nella scienza legale"),aveavisitatiirecesaidella sublimefilosofia"),conoscevaledottrineastronomiche dilettavasidelleistorie 13),e fattopossessodicosiausterefa- coltàsieracondotto negli ameni campi delleumane e dello sacrelettere,ohe per tuttalasua vita furonoaluiin so- vrana delizia").

Imperocchédiquestosuocaldissimoaffettoversole buonolettere,osegnatamente versolapoesia,fanno a noi sicurezzaloapplaudito sueopere.PerchesebbeneGiulio Verità suo nipoteaffermicheintantoGirolamosìapplico al poetare, inquanto ohe dall'Ozio degli studj difilosojiae diastronomiaglifu talor conceduto151,non rimano che non siabbiadiluìuncompiutoCanzoniereditrecento sedici Madrigali,quarantaCanzoni,quaranta Sonetti,equattro frottole.ILqualeavendoiolettoerilettopiùvolto,mif>

paruto condottooltrela grazia,lapurità,eladelicatezza tutta propriadiquel secolo fortunato,conun andamentodipresso chetuttiicomponimentisinobile e pellegrino, consigen- tiliesceltipensieri,conespressionisidolciarmoniose a

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leggiadre,clicpar capiscanoinseraccoltelevirtù sparse innitri poeti,benchédirnon saprebbe»! a qualesiaccostino ilipreferenza.Talvoltamieparutaimitata ladelicatezia diFrancesco Petrarca,talaltra1'acumed'AngelodiCo- stanzo,talaltrailvigoredelCasa.Ricercatonepor altro ilfondo1'ho trovatonon ricopiare, ne troppo da vicino imi- tare,nessun maestro,magrandeggiarediuna maniera sua propria:talchidirpotrebbesiavere in certa guisa innestato sultronco dellealtruibellezzeleproprie,eunfruttopro- dotto,ilquale se alla cortecciapetrarchescarasscmbra,il saporn'èdiverso,niperciòèmen soavel'impasto,uè meno gradevoleall' intellettoedall'animo.Forsediffetta un poconell'invenzione,poetando perlopiùinquo'con- cetti,che qualche famigliare occasioue, o universale soggetto glisuggeriva.Tuttavianonpuòdirsinéservile,ni igno- bile.Poiché secelebralasuadonna"I,sepiagnelesue domestichetribolazioni171,sasirammaricadellolitigiose avarie dei suoistessicongiunti,pertre lustricontìnuisusci- tateglicontro18),

così ingentiliscecollaregolaritàdeldise- gno,ecollavaghezzadelcoloritoilcomponimento, che diletta,eaffattonuovo rassembra. Oltredicirénonmanca dispessodisollevarsi,etentarnuovisentieri.Avvegnaché secelebra in vita oinmorteMatteo Giberti,dicuilasom- maperìzia nelmaneggiodegliaffaridistatofaccan più bella lapietàeladottrina,satoccarecon maestosamagni- ficenzadiun vescovosivenerandoleammirabili qualità,0).

Se parla delLippomano, allude con garbo alle miserie dei tempii);seeantadiMatteoBembo«),diDelfino DelfiniMI, diLuca Eonfiglio w\edialtriteli,o magistrati, od amici 0congiunti,recainminiatura eleganteleloronon volgari virtù;sefinalmenteall'Italiasivolge,con lampi e tuoni 1suoicarmiavrebberodovutoscuoterladalfermosuo sonno, se agliuominifossedato cosidivedere e sopportare Ìloromali,chedivincerlicdisgombrarli Insomma chicerca nella poesialemetafisichesottigliezze,elepom- pose vnnitù del nostro secoloincontentabile,torcapure da

DiaitizodbiCut)

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luilosgunrdo,uhcnonIniiliellesoddisfarlo.Einon ha lisci,non orpello;mapudiche metafore, allegorie trasparenti, similitudiniben adattate, c contrappostitrattidulianatura dellotose: inuna parola egliÈtutto sobrieti,proporzione, obuon guato.

Laonde nonemeravigliachegliscrittoripiùcelebri abbianofattadiluicosìfrequenteedonoratamenzione.

Come per figura Lodovico Ariosto nel Furioso*5),ove dice

DueJeronimi veggo,Cunoèquello di Veritale,ef altroecc.

tilTrinino**), Tu conlapennalieti,chetulleestiitse Le glorie altrui,ecc.

iiell'esposizione delqualconcettoDionigi Atauagi,questi èGirolamoVeritàgentiluomoVeronese, dinobileesublime ingegno,enellapoesiaToscanaevago,edola e leggiadro^1), quindi egregieilCrescimbo ni2S1,eassaicolte eleggiadreil Tiraboscbi etuttepiene di vìvaciidee,dielevatipen- sieri, epulite diitilelemolte sueRime1"eruditissimo ab. Mo- relligiudicò*>).Anche Adriano Valerinilochiamò poeta sublime30),eMaurizioMoro,ne'Pomposi fregi diVerona, forsealludendo a unpoema da Girolamoscrittointornoal' 1'astronomìa,rammentailBurana,ilBoldieri,ilBagolino, ilVerità,chetonno ertocamminoasX Girolamo Corteelio perlacognizionedellelettere,eperi'ornamento della poesia fu chiaro nei tempisuoi,edamatoetenuto nella ben dovutagli consideraziones3).PerfinoaldalPozzosommae celevatissima lodediluipiii-uinli, tih.nCf.ni[omino/•np'.hla Montano,etleronimo Fracastorio familiarissimus futi**),e nelmezzo trailFracastoroedilFumanoloha collocato con plauso1'Alberti^):anzi essendosivoluta nobilitare nel secolosestodecimolafacciatadelpalazzoMurariverso

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30~t-

1'Adige, e fregiarenongìfidifrascheodicalce,madi bollepittureabuon fresco, cd'immagini glorioso alla pa- tria,a cantoall'effigiediGirolamo Fracastoro quellasiè postadiGirolamo Verità80).

HatrnleRime di un poetasicelebre,duo codici delle qualicheioposseggo,sono1'unodolscstodecimo,1'altro del secolodcciniosc Minio,trovoappuntolotreCanzoni dalle qualipresilemosse, eelleinostriscrittoriattribuisconoa Jacopo Bonfadio.Le qualiclicnon siano altrimentidilui, mapartoverodiGirolamo Verità non possiamo dubitare, poiché oltreilrecareameudueicodicil'applaudito suo nome, fuilsecondod' osaianchetrattodall'originaleda CassandraSagramoso figliuoladilui,cscrittoamano di Giulio Verità suo nipote:ci!)che raccontalostessoGiulio inuna lettera cheviha premessoailettori.Sicchémi stu- pisco assaissimocheilGagliardi,edilSambuca,iquali moltobene sapeano essere ogni poetailpittordelsuose- colo,non quivi abbiano vedutoalludersi,anzichéalCardi- naldiBari,oallecosedilioma,allepivievidentemente espressesciaguredellavicinaVerona;essendoessoCan- zoniuno sfogodeltravagliatopoeta,che impaurito dai ru- moridiguerra nel 1509, cereidisottracene,ricoverandosia Cavalione, piccola terra pressoilBcnaco3!].Ognuno sa che dopo lafierabattagliaA'Agnadollo,innondaronsiletorre do'Veneziani daglieserciti diLodovico duodecimo, e che dato inPeschierailbrutto eturchesco spettacoloditagliarne a pezzilaguarnigione, ediappiccarea'merliAndreaRiva, quiviprovveditoreVenetocolfigliuolo, lecittfitutteoltreil Minciosìritrovaronoingrande pericolo33].Veronanon vollericeverepresidioVeneto,omolti nobiliperpaurasì allontanavano dallacittà 39],traqualichecifosseilnostro GirolamolotreCanzoni suddetto apertamente dimostrano.Nè ilBonfadiopoteva scriverle allorainet ildisolinove anni, nhtresolesonolecomposte sutalsoggetto,sommi Astran- doneicodici un'altra,laquale perosseroinedita,eper- chèpuò servire a confronto, giova qui riportare*>).

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(36)

Nel dolce-tempoile'piùlietigiorni Solcaenmpagneemonti irmi cercando, Or rime e versi,">vfiorcogliendo e fronde;

OveHOn, lasso!,imici carisoggiorni?

Benvo per monti ancor:mavado errando, Kpi;nigoleperdute eregioconde, Edovunque mi ossido Innalzoun fero grido, Tal che ogni vallea'mieidolorrisponde:

Poinon sapendod'onde Misero trovi alcunchemi conforti, Par eh' un desio mifJorti

Ariposarmi per1'anticausanza In lochi ascosti, e solitaria stanza.

Sorgeun bel colle sopra ogni altroameno Tra l'Alpi e'1bel llenaco,eun dolce piano, Dafartranquilliipiù turbati spirti;

lenivièilcieltantolimpido c sereno Cheneve o ghiaccio vis'attendeinvano;

Quivi frondosilauri,olivi e mirti Copronosiogni piaggia, Chequandoilsoleirraggia Lefredde spalle al bel fauciulTrojano, Sprezzando irato Giano, V'appar lieta e gioconda primavera:

Questo mattina e sera Vagheggiasi'1granlume innanti, e a tergo, Ohe tiennomedalcapo del suo albergo.

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-*.32

Iticosiaprica e dilettevol parte Giunsi fuggendo1'aspro erietempeste Del secolo,dove essere mi pento*, L'iradelcielo,eilgran furor di Marte, L'una nonmenclic1'altramortai peste, Chepur nelrimembrar tremo e pavento.

Oh!s'iopotessiobblìo Al scoreo dolor mio Trovar, e dellecostìaltremoleste, Forse potevan queste Ore passarmentravagliateun poco, Mercè del dolce loco:

Maognor mi cuoce, e nonsipartemai L' iufelicememoria de' miei guai.

(.Hicslur.iì;iniigj>'e sì,cheognor presente Mtfaparer ciascun passato affanno, Eognipiaga del cor vecchia rinnova.

Questos\attrista1'occupata mente Cbespeme, o pcnBierlietialeinon vanno Nèmai ristoro alcunmesta ritrova:

Epar eh'ogni diletto Gli siaJiojiio dispetto.

Ahimè!ledogliomie qual fine avranno?

Se cosisempre andranno, Checedendo la sorte infesta e ria Sorga in la fantasia Questasìacerba de' miei duolmemoria, Di che fortuna se ne vanta e gloria.

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Oinfeliceanimai natoa'tormenti, Nonera assaisfogar tuttiisuoisdegni Sopra teilCielcon tantestelleavverse, Senza arruolar qual fura in rabbiaidenti Gl'inganniinte,ilfuror,l'arme e gl'ingegni, Per trovar mille a morte vìe diverse?

Chegiugnea per se stessa Aognun pur troppo impressa Senz'altrisproni,omodocheleinsegni Comein più fretta pregni, Mapermai non posar mentr' ella aggiunge Quand'altrinoncipunge Ciascun nodrisceipiù molesti eferi Nemici suoi nel pettoireipensieri.

Se tudirai,Cannono, Dove, quando, perche,comeseinata, Chid'esserpoco ornata Nontiaccusasse,largamenteiopenso Coluimancar di senso:

EaffermeràIloogni giudicio intero Più ver che nonisver che'1ver siavero.

Questidue ultimi vere!mancano nel più antico mio co- dice,e forsevifurono aggiuntida Giulionelpiù recente.

umile,vìi^'ije[(jrjjKiilro,echeudiidcbluesser gradissimo aluttiquelli,cuipiaceilsemplicecilvero.Senonclie (Vondesia,che tranneunSotiL'ltunellaRaccoltadell'Ata- iingi-ll),treMadrigali nelTempiodiGiovannaA'Aragona

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cuna Canzonenuli'opero del GiberlHS),loaltre sue poesie non fosseroediti;inquelsetolot'eeondi ssiino,vivente1'au- tore,non sapreidire.Forse tra schivodigloria,forseper soverchilimodestia diffidavadise ").Difattiuna sua grave Cannone a Maria 6 pienadiumili,divoti,ereligiosipen- sieri 40),e inun'altraa Dio,scorgendononmoltolontana l'ultima sera deigiornisuoi,simostra deltuttoalienoda ognimondana vanitili. Parla sposso d1un curofratello,dei consiglidelqualefacevagranconto"!,eparecchie cose qua e cola va toccando intornolovanosollecitudini della vita,lemiseriedeitempi,lainfedeltàdegli amici]lainco- stanzadellafortuna,da'travaglidellaqualeafflittolospi- rito,niuiialtromiglior confortosnpen ritrovarediquello di abbandonarsinelvolerediDio").Dì„u delizioso luogo che possedeva inLavagnafapurmenziono piivolto,olo riguardavacome V unico spassa della sua vita Con una dolcezzachesitrasfondeinehi1'ode,graziosamento de- scriveiltorrentellocoliiserpeggiante,c ilchiaro fonteohe lobagnava,notando a piòd'un madrigale, averlo riveduto con giubilo l'ultimodiGiugno del 16475*).Parimenti pa- tetica Èladescrizione chefadelbastonesulqualeappog- giava in decrepitaetàilcadentesuofianco51),e por dir tuttoinbreve,datuttoilCair/.oniereappuro nonmeno va- lente poeta,elleuomo savioedabbene, amico della quieto domesticaedellapubblicaielicitìi.unfilosofo insomma non solo dinomeedìstudio,madifattiM).

Ebbe moglie, e piùfigli,quattrode'qualiche eranoil suo conforto,toltiglifurono auntempo da iniqua morte, pei-cuigiacqueafflittissimoeinconsolabile53).Sonon che ad alleviargli1'ambascia,gliÈrimasalasoprannominata Cassandra, daluiperciùmoltoamata e lodata, efattade- positariado'suoipiùascosipensieri'>').Ad essadìmano in mano andava anche partecipandoleRimer, 5),ond'ellacu- stodefedelediquelle incompiutovolumeletrascrisse.Sic- clitlecopie,che dailetteratisparseIndiversoBiblioteche siconoscono,tutteamio senno(Inquelladerivano,diche

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hoanche potuto farmicapace,colconfrontode'micidue codici,conunaltroohe giaco nella Biblioteca publìcadiBo- logna,procedenteda quelladiS.SaivadoreM),econtre altriconservati nella Libreriadi S.Marco, aleipervenuti da quelle delBallFarsetti,ediApostoloZeno Coli'unione dituttifarsipotrebbe,quandoclicfosse,una compiuta, e forsenon ingrata edizione, delle Itime del Verità.

Sforiquell'egregioscrittorenoli'Aprile,onelMaggio del1552,cometestificaGirolamodallaCorte58),Che fosse autore dimollealtreopere,oltreilquidettotrattatoin versidiastronomia,ciegaranteildalPozzo, ove dico che litlerh.notitantumhgalibus, cerimi philosophieisetpalitio- ribusoperum navavit, perciòquota plurimaingeniisai,et dottrina»monumenta, grecelatineque.etetrusceconscripto, reliquitposteriaammirandaB»ì.Maoggidìnon sappiamo più ove sieno.11sinqui dettopuò bastare per altro a mostrarci non essere del BonfadioletreCanzoni attribuitegli general- mente, oafarciun po' meglioconosceròloqualitàedi meritinon volgari del legittimo loro autore.

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NOTADELL'EDITORE

Allenotizie'luirecale dui dòti issi ino Cav.Latin ni [or un alla vita a agli trillidelnostroGirolamo Vesit», imrliu eoa' in vero ini e dillo aggiugucre.

Diròprima die dit|iiesta/JìWtìhiìiiijcchepubblico,portarono onore- volmente anctici(Wauii'iijridi'illusileALuntuUrea-i a no,porglianni ISIS,eISIS a. e. Hfl.

La Casa deiVeritànoneranellaContrailailiFalnrgo,carneafferma ilCav.Labusac.SO,11Cancelliere iteli

1

Ardi. Minorile Sig.RomoloCapelli (elioatantasingolareperizianeldeeilerar leanlicliepergamene, accoppia cortesiamolta) rlnvamiosservareunTestoni,delCo.Antonio Verità, con data13Marzo1070AttiVincanoFerro:InsuaCasa dice posta nellaCon- trarlade'Forifluì»,cuirispondengfrilaCo fruii In.Mentre la Contrada ili Fattorgacomprende vailliiiltoih' Ss.Apostoliversoallal'orlaHorsori.

Questo Co.Antonio Verità era liglio di Giulio, scrìuorc delleRimedello Zio, comeaccenna ilLabus a e. 3(1,

Allepubblicazioniimiie.iti'rialLabus (e. 33, c 31),deliboaggiugticrc dui SonettidatifuoridaiSii;,lla-iomereLui^LlluoziperleMozzo Za- nini- Mazza.Verona 1Sii Libanti in 8.

Quanto alla notizia ileiMss.delVerità,diròlaBibliotecaMarciananon siiloti-epossederne,malieoriii.pr:mu(inizimi'limarsi in altro Cod. della llililileiScuiiii.iliPolloni,n.culli.

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3>j

o t

e:

I)Boo&dlo,Opere T. I. pag. 283, tilt, del Pianta, Broscia 1758.

I)Bonfadio, Op. To. I. pag. 184.

^

tinaienon entravanoigiovimidie Illa eli di venti anni.Di poi lonet»Girolamo Vocilacho afFcnnl[i.lj .-inIììiil.;[.ilirollooversorpassatiiBinici LiuLri,0 scrìvendo il Corta, elio mori nel 1552, retrocedendo, si viene n scorger dover osmi miocirci il1MT.

S)APutto,Kl^iaCMr.jijIW»./,-,i.'™i-ieie.Vere-ose1653. pag.133.

7)Quid de li Igitur, jui a puerizia notai, oc prarcipue Etrmcos, (anta dira ttniioqae collidi, ilmaino apndomuei ,i, il nomine el celebritele? Cosi il No- garolapressoilNatici,Ver.Illustr.T. II. p. 403.

R)Ciò apparo dalcitaloprivilegioImperiale,Iratlodaun libroesialcntonel- 1'Archìvio de' Notaj VeronesiinMercato Vecchio, auoslraistaurada un neutro

D)Questa clausola fu estesa anoho ad altricinono suoicompagni, traquali0 ilVeritànominato in turco luogo.

10) Moro,Pomposi Fregi di Verona, pag. 33.

II)Idem.Cronica, quivi annessa,pag.20: ancheildodecoBergano nel suo rjeaacw, e. SG.

12)SttUarumrfeindesurranumeri!pcrieculuiei«e.Nogarola pressoil 13)Landò. Sette libri di Cataloghi a varie cose appartenenti ec. pag,4M.

10)Nella letterapremewaalleRimediGirolamo Verità,MS.presso dinoi.

16)Rime rag. 14, 18. 23, 30, I.B, Bt delmioM8.

1J)Rimopag.3M.

13)Rimopag. 212.

13)Rimepag. €1.

SO)Rimepag. 316.Vodi Apostolo Zeno. Bìb. Itti.

31)Rimepag. 359.Vedi le Lettere de' Principi, I.ib.Ilipag. 33.

22)Rimopa E.31,

23)Rimopag. 169.Vodi le Lettere raccolto dalWanuiio dell' edii.IM3, pag. 163.

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ìli)Binaraceolln dall'AtanogiLib.1.uOpsnlitiTtUilnoToLp,378

3S|Merini, iMleaeTIiVennip.84.

'.-,)Ci'i:iii|:;[A-maIB.Ia:il„ii„rulli™ |,ag.12!.

88) GiuMiiiiau»,Gdc;;.u.ìi!ii,lì::imMr:i.ci ulrri. Slmi.; di.gltu,]il.

Sii)l'imi.Dutlericw.'-'1™™.Vervi.

IH)C.lire il.-l Hi'coji]SVI. iKS:inT,cil»,liGiuli»V.-.i(;'i1>ag .lai.

di)La. i.

42) Pag, IB6.

41)Verur,ao.1733. in 4.a pag.3«.

ti)Mafai, Ver. 1U U«.T.IL rag. 103. Ilimo pag. 382, 383.

18) Bine, pag.«.

IT)Rime, pag, 270, 277™.

vftoa et mr)rj,rt gravitate intigni*,etarte/

Socratica* doctu*. ItantaiiaaiteTaicaoue promet Veri™ntoi™eie.

63)Ria», pag.423 Bl)Rime, pag.[71. ecc.

:«!Uiiuc,pag. *23.

58)Lettere inalila l'uni do!13Himabn1813 delCo.Ali,Rudulfi,l'altia ri,;l5 Gi,,;:,:,1813 d di' Al,.IWtlli, a noi diletto.

67)Lette» indilo doll'Ab.UordHalCav.LuigiLnmbcr.i.

38) Sl»r. diVena».Ub,XX.pag. 588.

03)JuL a Paleo, Elogia CalieriVerna.JaLle

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