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6. LO SFORZO DI RICERCA 6.1

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Academic year: 2021

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6.

LO SFORZO DI RICERCA

6.1

Lavoro sull’attività di pesca

Nel corso degli otto mesi trascorsi tra i vari porti dell’area di studio, ho intervistato 69 pescatori, per un totale di 62 imbarcazioni coinvolte nella ricerca; per lo più ho intervistato una sola persona per ogni imbarcazione (sui motopescherecci da circuizione ci sono fino a 15 marinai), sia per riuscire ad avere almeno un dato per ogni peschereccio (fare l’intervista richiede del tempo, e quando le imbarcazioni rientrano tutte nel volgere di un ora, dilungarsi con una significa perdere i dati dell’altra), sia perché non capivano l’utilità di ripetere in più persone la stessa cosa e si limitavano a dire “le mie risposte sono uguali alle sue”. Le interviste fatte sono così suddivise:

• a Piombino: 5 operatori della piccola pesca e 6 della pesca a strascico;

• a Castiglione della Pescaia: 8 operatori della piccola pesca e 14 della pesca a strascico; • a Portoferraio: 11 operatori della pesca a circuizione con la lampara;

• a Porto Azzurro: 3 operatori della piccola pesca e 2 della circuizione con la lampara; • a Marina di Campo: 13 operatori della piccola pesca;

• a Marciana Marina: 5 operatori della piccola pesca e 2 della circuizione con la lampara.

La durata media di un’intervista è di circa 5 minuti, per un totale di 345 minuti (5 ore e 45 minuti) trascorsi parlando con i pescatori. Spesso però i tempi sono più lunghi, soprattutto per le interviste agli operatori della piccola pesca, perché hanno più tempo libero a terra e oltre a rispondere alle domande, spesso raccontano anche le loro esperienze personali e fanno confronti con il passato. A queste ore vanno aggiunte quelle trascorse con loro le volte successive, poiché ogni porto è stato visitato più di una volta.

La disponibilità a rispondere è stata del 100%. Inizialmente erano perplessi e alcuni piuttosto diffidenti, ma alla fine nessuno si è rifiutato di rispondere alle mie domande.

Alla seconda fase del progetto però, la compilazione di schede di avvistamento, non tutti hanno accettato di partecipare. Così delle 62 imbarcazioni contattate, 45 avevano a bordo una delle schede, ma poi solo 16 imbarcazioni (il 35,5%) le hanno restituite compilate almeno una volta. Infatti, dopo il primo incontro, ho cercato di tornare a intervalli di un mese per ritirare la scheda e consegnarne una nuova.

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Il grado di collaborazione è stato molto diverso per le tre tipologie di pesca toscane:

• la collaborazione della piccola pesca è stata praticamente nulla, delle 32 imbarcazioni coinvolte, 19 hanno accettato di compilare la scheda, ma poi solo 2 l’hanno compilata almeno una volta. Il numero di uscite in mare era però davvero basso: 13 uscite in 3 mesi. Questi dati non sono quindi stati utilizzati;

• anche la collaborazione della lampara è stata scarsa: delle 10 imbarcazioni che stazionano nei porti dell’Elba, solo una ha collaborato con noi per circa tre mesi, grazie all’impegno di uno dei marinai. I dati sono di certo scarsi, ma sono stati comunque utilizzati;

• la collaborazione maggiore è venuta dalla pesca a strascico, probabilmente anche perché è quella che si sente meno “minacciata” dalla presenza dei delfini: sono gli unici infatti a non denunciare perdite di pescato e denaro. Delle 19 imbarcazioni di questo tipo, 13 hanno compilato almeno una scheda, ma i più hanno collaborato per un periodo di almeno tre mesi. In totale ho dati di 8 mesi di uscite in mare, raccolti in 30 schede.

Non sempre le schede sono state compilate in tutte le parti: spesso la quantità e la tipologia di pescato non erano indicate, quindi il numero di dati sul pescato è inferiore a quelli per il calcolo della frequenza degli avvistamenti. A questo va aggiunto che, alcune imbarcazioni, si limitavano a registrare le uscite in cui venivano avvistati dei delfini, così al momento dell’elaborazione dei dati sono state “aggiunte” le uscite senza avvistamenti. Nel fare questo mi sono basata sulle informazioni raccolte (e.g. le imbarcazioni di Castiglione non lavorano il sabato, mentre quelle di Piombino si) e sui dati degli altri pescherecci (e.g. se nessuna delle imbarcazioni è uscita quel giorno, probabilmente il tempo non lo consentiva e non è uscita nemmeno la barca che sto analizzando). Solo un pescatore ha compilato le schede ogni volta che il peschereccio è uscito, indicando sempre il peso per ognuna delle specie pescate.

6.2

Lavoro sul monitoraggio in mare

Il monitoraggio, a bordo dell’imbarcazione del Centro Ricerca Cetacei, è stato effettuato nel corso della stagione 2005 - 2006 tramite survey a mare. La giornata è stata arbitrariamente suddivisa in Alba (compresa fra le h. 06.00 e le h. 10.00), Mattina (h. 10.01 e le h. 14.00), Pomeriggio (h. 14.01 e le h. 18.00) e Tramonto (h. 18.01 e le h. 21.00), e le uscite hanno una durata che varia dalle tre alle sei ore. Nella stagione 2005 - 2006 presa in considerazione e durante la quale è stato condotto questo studio, ho trascorso 47 giorni in mare, per un totale di

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9.697 minuti di navigazione (valore medio di 206,32 minuti al giorno) di cui 1.818 minuti di osservazione e fotoidentificazione di cetacei (valore medio degli avvistamenti di 38,7 minuti al giorno).

L’attività si è svolta nelle aree identificate come Punta Ala (PA), Follonica (F) e Elba (E) (vedi appendice 4: Cartina delle aree e subaree).

In tutto il periodo considerato sono stati avvistati 270 individui dei quali: 121 sono stati fotoidentificati e nominati con una lettera, indicativa dell’area del primo avvistamento, e un numero crescente, 34 sono cuccioli e 1 era una Balenottera.

All’interno delle 3 aree sopraccitate, l’attività di monitoraggio si è così svolta:

• nell’area Follonica, ho navigato per 219 minuti durante due uscite, senza mai effettuare avvistamenti;

• nell’area Punta Ala, ho navigato per 3.865 minuti durante 20 uscite, osservando 97 esemplari nel corso di 9 avvistamenti;

• nell’area Elba, ho navigato per 5.065 minuti durante 25 uscite, e osservando 173 esemplari nel corso di 22 avvistamenti.

Il diverso sforzo di ricerca tra le aree, è soprattutto legato alla presenza di porti e alla ridotta possibilità di lunghi tragitti a causa della ridotta velocità da tenere in fase di osservazione. Durante tutto il periodo di monitoraggio è anche stata riempita una tabella in cui sono riportati tutti i dati relativi ai singoli avvistamenti e alle uscite effettuate nel 2005-2006, i dati raccolti sono:

• la data dell’uscita;

• l’area di navigazione e la sua relativa subarea;

• i minuti di uscita e i minuti di osservazione durante un avvistamento; • il numero totale di esemplari e il numero di piccoli presenti nel gruppo;

• la profondità a cui è stato effettuato l’avvistamento e la distanza dalla costa a cui ci si trovava nel momento dell’avvistamento;

• il comportamento, tenuto dagli animali durante l’osservazione: o Attivi: presenza di individui che interagiscono tra di loro;

o Molto Attivi: presenza di individui che interagiscono tra di loro e con l’imbarcazione; o Non Attivi: assenza di interazioni all’interno del gruppo;

• la presenza o assenza di reti nell’area dell’avvistamento; • gli individui presenti nel gruppo già noti e presenti in archivio;

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• gli individui fotoidentificati in occasione di quel particolare avvistamento.

6.3

Gli spiaggiamenti

I dati raccolti dal Centro Ricerca Cetacei riguardano gli spiaggiamenti avvenuti nell’ultimo ventennio lungo le coste italiane, dal 1987 al 2006. Questi dovrebbero risultare abbastanza completi, perché vi sono inserite le informazioni riportate nel Rendiconto annuale pubblicato dal Centro Studi Cetacei, network italiano che raccoglie questo tipo di dati dal 1986, e le schede di spiaggiamento ricevute direttamente dal Centro Ricerca Cetacei da privati e dalle Capitanerie di Porto italiane.

Il totale dei dati raccolti dal 1987 al 2006, riguarda 290 esemplari spiaggiati lungo le coste toscane.

Il numero di esemplari spiaggiati in Toscana per ogni specie nel periodo 1987 - 2006 è riportato nella tabella 1:

specie numero di individui Balaenoptera physalus 11 Balaenoptera acutorostrata 2 Physeter macrocephalus 5 Delphinus delphis 7 Globicephala melas 4 Grampus griseus 11 Stenella coeruleoalba 136 Steno bredanensis 0 Tursiops truncatus 64 Ziphius cavirostris 4 indeterminato 45 Kogia simus 1 totale 290

Tabella 1: spiaggiati in Toscana per specie dal 1987 al 2006; si noti la presenza di un individuo di Kogia simus, una specie che in Mediterraneo è accidentale.

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quanto non segnalata, a causa dell’elevato stato di decomposizione della carcassa al momento del ritrovamento, che ha reso impossibile identificare l’individuo o perché la segnalazione arriva da personale non qualificato.

La specie più colpita, come si vede dai valori riportati in tabella, è la Stenella con un totale di 136 esemplari spiaggiati, a seguire troviamo il Tursiope con un totale di 64 esemplari spiaggiati, mentre le altre hanno valori decisamente più bassi. Queste due specie sono le più colpite anche perché sono le più numerose che popolano i nostri mari.

Nel periodo 1987 - 2006 i dati raccolti per ogni anno sono riportati in tabella 2:

anno spiaggiati in Toscana spiaggiati in Italia 1987 9 209 1988 18 229 1989 12 249 1990 18 195 1991 27 550 1992 16 165 1993 19 140 1994 7 123 1995 10 105 1996 14 119 1997 14 144 1998 20 146 1999 16 143 2000 9 151 2001 16 194 2002 12 146 2003 7 102 2004 14 129 2005 21 93 2006 11 15 totale 290 3347

Tabella 2: spiaggiati in Toscana e in Italia per anno dal 1987 al 2006; si noti che il numero di spiaggiamenti in Italia nel 2006 è di soli 15 individui, perché, al momento della stesura, ho solo i dati pervenuti al Centro Ricerca Cetacei.

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In Toscana nel corso di 20 anni si sono spiaggiati 290 esemplari, su un totale di 3.347 spiaggiati in Italia. L’anno con il maggior numero di spiaggiamenti è il 1991, a causa di una epidemia di morbillivirus che ha colpito, in tempi diversi, tutte le popolazioni del Mediterraneo.

La causa di morte spesso però non è nota, soprattutto se il ritrovamento è fatto da personale non qualificato. In generale comunque è difficile da stabilire, per la rapidità con cui questi animali vanno incontro a decomposizione. Per la mia indagine ho distinto 3 cause di morte:

• pesca: comprende tutti gli animali ritrovati (vivi o morti) ancora avvolti in reti o palamiti, con segni di reti, con amputazioni delle pinne, con tagli ventrali o con fori provocati da armi da fuoco, da fiocine o da arpioni;

• altre cause: tutte le altre cause note di decesso, come speronamenti da parte di imbarcazioni, ferite da elica, predazione, malattia e morte per parto;

• ignota: quando la causa di morte non è stata identificata.

In Toscana, le cause di morte sono così suddivise:

causa di morte numero di individui

pesca 37

altre cause 23

ignota 230

Tabella 3: cause di spiaggiamento in Toscana

Per la maggior parte dei cetacei spiaggiati non si conosce quale sia stata la causa di morte, il dato qui riportato indica che sono ben 230 individui (il 79,31%), questo è seguito da 37 esemplari spiaggiati a causa delle reti da pesca e solo 23 per tutte le altre cause note.

In totale le Capitanerie di Porto della regione Toscana contattate e che ci hanno fornito dati sono 13. Di queste 6 si trovano sul continente, ovvero in Toscana , le altre 7 si trovano sulle isole dell’Arcipelago Toscano (5 dell’Isola d’Elba e le altre due una dell’Isola del Giglio e

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l’altra di Capraia Isola). A tutte queste Capitanerie sono state mandate via mail, fax o raccomandata le schede di avvistamento e di spiaggiamento.

In tutto sono giunte al Centro Ricerca Cetacei un totale di 25 schede. Il maggior numero di schede di spiaggiamenti l’ho ricevuto dalla Capitaneria di Porto di Portoferraio che ci ha fornito tutti i dati relativi a spiaggiamenti avvenuti negli anni 2004, 2005 e 2006; seguita dalla capitaneria di Porto di Livorno e da tutte le altre Capitanerie di Porto delle coste italiane che collaborano attivamente nella raccolta dati.

Figura

Tabella 1: spiaggiati in Toscana per specie dal 1987 al 2006; si noti la presenza di un individuo di Kogia simus,  una specie che in Mediterraneo è accidentale
Tabella 2: spiaggiati in Toscana e in Italia per anno dal 1987 al 2006; si noti che il numero di spiaggiamenti in  Italia nel 2006 è di soli 15 individui, perché, al momento della stesura, ho solo i dati pervenuti al Centro Ricerca  Cetacei
Tabella 3: cause di spiaggiamento in Toscana

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