Automazione
CIM: Computer
Integrated
Manufacturing
Tipi di produzione manifatturiera
Linee di produzione a trasferimento di prodotto (transfer lines)
q
insieme di macchine/stazioni connesse in linea da un sistema di trasporto che realizzano rigidamente una sequenza prefissata di lavorazioni
q
progettate per un solo prodotto (o famiglie piccole di prodotti molto simili)
q
flusso continuo di singoli pezzi, senza necessità di avere lotti
q
linee sincrone (i pezzi avanzano alla stessa velocità) o asincrone, con buffer tra stazioni in cui i pezzi attendono la prossima lavorazione
q
dimensionamento e bilanciamento di linea: compromesso tra aumento
di produttività e riduzione di costi a parità di tempo totale di lavorazione
Tipi di produzione manifatturiera
Linee di produzione a trasferimento di prodotto (transfer lines)
q
vantaggi
! è un layout orientato (= dedicato in modo specifico) al singolo prodotto
! produzione di massa ed elevato livello di saturazione delle macchine
! minori materie prime in lavorazione (basso “work in progress/process” WIP)
! trasporto e gestione molto semplici (non occorre mettere in sequenza simultaneamente differenti prodotti)
! necessità di poca manodopera e di spazi relativamente ridotti
! minima variabilità del prodotto finito e controllo di qualità più efficiente
! tempi rapidi di avvio
q
svantaggi
! flessibilità molto bassa o del tutto assente
! rischio di rapida obsolescenza dovuta all’introduzione di nuovi prodotti
! alta vulnerabilità ai guasti: un malfunzionamento di una singola macchina blocca l’intero sistema in un tempo molto breve
Dimensionamento di una linea di trasferta
q
maggiore è il numero di stazioni utilizzate, minore sarà il carico medio delle stazioni e maggiore il costo unitario del singolo pezzo prodotto
q
minore è il numero di stazioni utilizzate, maggiore sarà il carico medio delle stazioni e maggiore il costo del rischio di effettuare lavorazioni incomplete
! a causa della elevata saturazione nell’impiego dei macchinari della stazione
q
a parità di tempo di lavorazione, l’allocazione delle lavorazioni alle stazioni (e quindi il loro carico) e il numero di esse dipende dalle due curve di costo
q
nella forma di una ottimizzazione discreta (a numeri interi), il problema del dimensionamento della linea (e quello del bilanciamento delle stazioni) ha una complessità (~ tempo per ricavare una soluzione esatta) di tipo
costo del rischio di incompleti
carico stazione
€ / pezzo costo incrementale della stazione
Dimensionamento di una linea di trasferta
q
una linea di trasferta è costituita da N stazioni in sequenza
q
ogni stazione ha un carico di lavoro C (tempo necessario alla stazione per svolgere le lavorazioni ad essa assegnate su una unità di prodotto)
q
la stazione con il carico massimo definisce il tasso di produzione della linea
! se il carico max è CM = 10 min/pezzo ⇒ il tasso di produzione è TP = 1/CM = 6 pezzi/ora
q
specificato il prodotto richiesto nel periodo, si ha il carico massimo teorico
! 7200 pz/mese ⇒ 30 gg/mese, 24 ore/gg ⇒ TP = 10 pezzi/ora ⇒ CMT = 6 min/pezzo
q
le lavorazioni L da effettuare hanno ciascuna un tempo T
i(i =1, ..., |L|) necessario, con relazioni di causalità tra loro espresse da un grafo di precedenze G(L, A) con archi orientati A
q
dimensionamento della linea: trovare un’assegnazione ammissibile delle lavorazioni alle N stazioni tale che
!
soddisfi la specifica di produzione: carico C
j≤ CMT, ∀j=1, ..., N
!
soddisfi i vincoli di precedenza delle lavorazioni dati dal grafo G(L,A)
!
minimizzi il numero N di stazioni
Esempio di dimensionamento
q
una nuova linea per l’assemblaggio di computer richiede 14 lavorazioni, con tempi e grafo G(L,A) così specificati:
lavorazione A B C D E F G H I J K L M N
tempo Ti
(sec) 55 30 50 42 20 25 45 60 36 42 30 40 36 40
lavorazioni
precedenti - A A A - - A E
F
B C
D G H H H J J I K
L M specifica di produzione:
300 computer / 7h
A
B
C
D E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
sec/
pezzo
𝐶𝑀𝑇 = '((
)・'*((
+, = 84
tempo totale lavorazioni
𝑇-. = ∑01,,2 𝑇0 = 551 sec lower bound # macchine
345 88,
Esempio di dimensionamento
q
euristica RPWT (Ranked Positional Weight Technique)
1. insieme 𝑆𝑖 delle lavorazioni successive alla lavorazione 𝑖-esima, per 𝑖 = 1, … , 𝐿
2. peso posizionale della lavorazione 𝑖-esima 𝑃𝑊0 = 𝑇0 + ∑C∈EF 𝑇C
lavorazione A B C D E F G H I J K L M N
tempo 55 30 50 42 20 25 45 60 36 42 30 40 36 40
𝑆𝑖 G ... NB C D I ... NH I ... NG H I ... NH I ... N N L M N N N N -
𝑃𝑊𝑖 (sec) 506 314 334 326 349 354 329 284 76 158 70 80 76 40
A
B C D E
F
G
H
I J K
L M
N
Esempio di dimensionamento
q
euristica RPWT (Ranked Positional Weight Technique)
3. ordinare per peso posizionale decrescente le lavorazioni
4. fino a esaurimento di tutte le lavorazioni, assegnare la lavorazione con il più alto peso posizionale alla prima stazione ammissibile (ancora capiente rispetto a CMT = 84 sec per pezzo), altrimenti aggiungere una nuova stazione
lavorazione A F E C G D B H J L I M K N
tempo 55 25 20 50 45 42 30 60 42 40 36 36 30 40
PWi 506 354 349 334 329 326 314 284 158 80 76 76 70 40
stazione 1 1 2 2 3 4 4 5 6 6 7 7 8 8
A
B C D E
F
G
H
I J K
L M
N
A E G D H
J I K
F
C B L
M N
4 14 39 12 24 2 12 14 84
sbilanciamento medio = 111/8 = 13.875 sec (16,5%)
Evoluzione temporale
lavorazione A F E C G D B H J L I M K N
tempo 55 25 20 50 45 42 30 60 42 40 36 36 30 40
PWi 506 354 349 334 329 326 314 284 158 80 76 76 70 40
stazione 1 1 2 2 3 4 4 5 6 6 7 7 8 8
tempi 55 25 20 50 45 42 30 60 42 40 36 36 30 40 tempi distanza da
lavorazioni morti CMT = 84
macchina
1 A F .. .. .. .. .. .. .. .. 80 A = 55 F = 25 2 4
2 E C .. .. .. .. .. .. 70 a regime con E = 20 C =50 12 14
3 G .. .. .. .. ecc .. .. .. .. 45 avanzamento G = 45 - 37 39
4 D B .. .. .. ecc .. .. .. 72 sincrono D = 42 B = 30 10 12
5 H .. .. .. .. .. .. 60 della linea H = 60 - 22 24
6 J L .. .. .. .. 82 di trasferta J = 42 L = 40 0 2
7 I M .. .. 72 ogni 82 sec I = 36 M = 36 10 12
8 K N 70 K = 30 N = 40 12 14
tempo totale tempo totale
lavorazioni lavorazioni
(effettivo sul primo pezzo) (a regime)
551
tempi lavorazioni sulle macchine
82 sec/pezzo
8 x 82 = 656 ripete A, F su nuovi pezzi
ripete E, C su nuovi pezzi
all’inizio le 𝑁 = 8 macchine sono caricate una dopo l’altra dal primo pezzo del lotto…
a regime le macchine lavorano su
8 pezzi successivi del lotto… (con tempi Ipotesi di lavoro: linea di trasferta sincrona (senza buffer intermedi)
Tipi di produzione manifatturiera
Linee multiple di trasferta
q
gestiscono in parallelo più prodotti, uno per linea
q
possono eventualmente condividere alcune stazioni, richiedendo la gestione e il coordinamento dei flussi
L1 L2 L3 L4 L5 V C
L6 L7 L8 L9
materie prime
prodotti finiti prodotto
a
prodotto b
Tipi di produzione manifatturiera
Produzione per flussi (flow shop)
q
le stazioni/macchine sono disposte in linea (o con semplici tavole rotanti)
q
n diversi prodotti, ma (nello schema base) tutti i prodotti seguono la stessa sequenza di m lavorazioni su m macchine
q
ogni macchina esegue una singola lavorazione su prodotti diversi, in modo ripetitivo ed esclusivo (tempo dato per ogni coppia lavorazione/prodotto)
q
problemi di sequenziamento sulle risorse (flow shop scheduling)
Flow shop scheduling
q
flow shop scheduling
! si vuole sequenziare la lavorazione di
n
prodotti (job) sum
macchine in modo da minimizzare il tempo totale di completamento (makespan)T
max! caso di
m = 2
macchine: soluzione con la regola di Johnson che schedula i job sulla macchina 1 (la sequenza sarà poi la stessa anche sulla macchina 2)!
t
i1> 0
et
i2> 0
sono i tempi di lavoro (noti) del jobi
sulle macchine1
e2
! in una soluzione ottima, il job
i
precede il jobj
semin(t
i1,t
j2) < min(t
j1,t
i2)
! passo 1: formare il set1 con tutti i jobs che hanno
t
i1< t
i2! passo 2: formare il set2 con tutti i jobs che hanno
t
i1> t
i2(jobs con
t
i1=
t i2 possono essere messi ovunque)! passo 3: sequenziare i job sulla prima macchina secondo la regola i) i job nel set1 sono eseguiti per primi e in ordine crescente di
t
i1 (SPT) ii) seguono quindi i job nel in ordine decrescente di (LPT)Esempio di flow shop scheduling
! mai attese su macchina
1
; l’algoritmo minimizza il tempo di attesa sulla macchina2
! la versione originale di Johnson (1954) era espressa in un modo equivalente:
i) scegliere il job i nella lista che ha il minimo tempo tij tra tutti i tempi delle coppie job/macchina ii) se questo job i ha ti1 < ti2 metterlo per primo, altrimenti metterlo per ultimo
iii) scartare il job i così assegnato e ripetere i passi i)-ii) fino allo svuotamento della lista
! l’algoritmo si generalizza al caso
m = 3,
sotto una tra le seguenti due ipotesi) ≤ min ) ≤ min
Job A B C D E Ttot
ti1 5 3 8 10 7 = 33
ti2 2 6 4 7 12 = 31
!
n = 5, set1 =
{B, E},set2 =
{A, C, D}! sequenza S* = {B→E→D→C→A}
! makespan
T
max = 35! Tidle,1 = 0 (sempre!), Tidle,2 = 4
diagrammi di Gantt per le due macchine
B
M1 E D C A
0 3 10 20 28 33
B
9
E
22
M2
3
0 10
D C A
33 35 29
la sequenza ottima qui è unica (non ci sono “ties”)
Esempio con 𝒎 = 𝟑 macchine
Esame dell’11 febbraio 2019
soddisfa alla condizione sufficiente per applicare
Esempio con 𝒎 = 𝟑 macchine
minimo makespan
Tipi di produzione manifatturiera
Produzione per reparti (job shop)
q
ogni pezzo (o insieme di pezzi = lotto) richiede l’esecuzione di una serie di operazioni da un gruppo di centri di lavoro (macchine, stazioni, gruppi di operatori) in una sequenza prefissata (ciclo tecnologico)
q
la varietà dei cicli è tale che conviene aggregare i macchinari in reparti omogenei per tipo di lavorazione (tornitura, fresatura, collaudo...)
q
il pezzo (o lotto) si sposta da reparto a reparto tramite un sistema di trasporto o su pallet seguendo un percorso prefissato (routing)
Reparto 1 Reparto 2 Reparto 3
Reparto 4 Reparto 5 Reparto 6
Lavoro in
Tipi di produzione manifatturiera
Produzione per reparti (job shop)
q
diverse categorie di prodotti
q
i prodotti seguono sequenze diverse di lavorazione
q
le operazioni non sono ripetitive
q
maggiori materie prime in lavorazione (WIP) rispetto al caso del flow shop
q
problemi di sequenziamento sulle singole risorse
q
flussi produttivi molto intrecciati
q
alta flessibilità
q
limiti alle prestazioni
! elevati tempi di attraversamento
! scarsa saturazione delle risorse
! qualità non necessariamente omogenea
Tipi di produzione manifatturiera
Produzione per celle (cell production)
q
quando è possibile individuare famiglie di prodotti con cicli di lavorazione sufficientemente omogenei, conviene riunire gruppi di macchine (di
natura diversa) adibite alle lavorazioni richieste da una intera famiglia
q
flussi produttivi meno intrecciati
q
trasporto e gestione più semplici, ma minore flessibilità
q
celle indipendenti per aspetti di pianificazione, controllo e amministrazione
Produzione in reparti o per celle
job shop/reparti di produzione
celle di produzione
L1 L2
L3 L4
V
C
F1 F2
materie F3
prime prodotti
finiti a
c
b a
b c
A B C
D
L1 F1
L3 F2
V
C
L2 F3
L4
materie prime
prodotti finiti a
c b
a b
c
A
B
C
T
R
d d
e e
= flussi di pezzi, lotti, o famiglie di pezzi
= reparto/
stazioni di lavoro omogenee
= cella (gruppo di macchine
= magazzini
= lavorazioni/
operazioni macchina
Cella o isola robotizzata
Tipi di produzione manifatturiera
Flexible Manufacturing/Assembly Systems (FMS/FAS)
q
sistemi dotati di flessibilità riguardo alle diverse sequenza delle lavorazioni e/o all’assegnamento di operazioni alle risorse
q
non molto diversi dalle celle, con prestazioni migliori grazie a un sistema di trasporto automatico e un calcolatore che controlla il processo produttivo
! diversi prodotti
! lavorazioni eseguite su più di una risorsa/macchina
! problemi di assegnazione di operazioni alle risorse (sizing e routing dei flussi)
! problemi di sequenziamento locale dell’impiego delle risorse
! grande flessibilità e alto grado di automazione
Classificazione dei processi produttivi
1 100 10,000 1,000,000 piccola
media
grande
quantità di prodotto annua varietà di prodotto
esiste una correlazione inversa tra entità della produzione e sua varietà!
Automazione del sistema di produzione
Automazione rigida: la sequenza delle operazioni di produzione è fissa
q
il processo di produzione è realizzato mediante una sequenza di operazioni elementari relativamente semplici
q
destinata a grandi produzioni con varietà di prodotto molto bassa Automazione programmabile: è possibile cambiare la sequenza di operazioni in modo da cambiare la configurazione finale del prodotto
q
si trova in industrie con entità di produzione medio-bassa caratterizzate da produzione a lotti
q
tra un lotto e l’altro è necessario attendere la riconfigurazione dell’impianto di produzione
Automazione flessibile: estensione dell’automazione programmabile in cui è possibile diversificare la produzione senza avere tempi morti di
conversione dell’impianto
q
possibile se le varietà di prodotto finale sono abbastanza simili
q
i macchinari sono caratterizzati da un’alta configurabilità e flessibilità di
impiego (FMS e FAS)
Automazione del sistema di produzione
1 100 10,000 1,000,000 piccola
media
grande
quantità di prodotto annua varietà di prodotto
automazione programmabile
automazione flessibile
automazione rigida produzione
manuale
CNC job shop
(reparti)
FMS, FAS FMC
linee di trasferta flow shop
Sistema di supporto alla produzione
Il sistema di supporto alla produzione è I’insieme di attività di gestione delle informazioni legate alla produzione
processo produttivo materie
prime
prodotto scarti energiamacchine
utensili
operatore sistema di supporto
impianto di produzione
Sistema di supporto alla produzione
Il sistema di supporto alla produzione è I’insieme di attività di gestione delle informazioni legate alla produzione
q
business: sono le principali attività di contatto con il cliente, punto di partenza e di arrivo del processo; includono gestione ordini,
marketing, vendita, bilancio, budget, ...
q
progettazione: attività volte alla progettazione del prodotto sulla base delle esigenze del cliente (o del mercato)
q
planning: sulla base delle funzioni di business e di progettazione, viene pianificata la produzione; si determinano le sequenze di
lavorazione, le politiche di stoccaggio e di rifornimento
q
controllo: sono le attività di gestione e supervisione del processo di
produzione; includono il controllo dei flussi produttivi e la verifica
della qualità di processi e prodotti
Sistema di supporto alla produzione
E’ schematizzabile come un anello di attività che circondano le attività vere e proprie di produzione, gestendo il flusso delle informazioni
impianto di produzione attività di progettazione
attività di planning
attività di controllo attività di business
materie prime
prodotto finale clienti/fornitori
Automazione delle attività di supporto
supporto alle attività di business
q
Enterprise Resource Planning (ERP): un insieme di applicazioni informatiche volte all’automazione di attività di amministrazione, logistica, gestione della produzione, risorse umane, ...
! contabilità, controllo di gestione, gestione del personale
! gestione degli acquisti, dei magazzini
! gestione della produzione, dei progetti
! gestione delle vendite, della distribuzione
! gestione della manutenzione impianti
" WebSphere (IBM), Microsoft con Project Green (Microsoft), Oracle con Project Fusion (Oracle), SAP NetWeaver
q
Decision Support System (DSS): sistema software che rende
disponibili una serie di funzionalità di supporto (analisi di “big data”, modelli di valutazione) per migliorare il processo decisionale
Business Intelligence, Sistemi Esperti, modelli di supporto decisionale
AI e Automazione di attività di supporto
Automazione delle attività di supporto
supporto alle attività di progettazione
q
Computer Aided Design (CAD): insieme di software tools che assistono i progettisti nelle attività di progettazione
q
Computer Aided Engineering (CAE): software tools per la verifica delle funzionalità del progetto
!
AutoCAD, SolidEdge, VariCAD Pro/Engineering
video video
Automazione delle attività di supporto
supporto alle attività di planning e controllo
q
Computer Aided Manufacturing (CAM): software che permette di automatizzare le prove di fattibilità del processo di produzione e di organizzare la produzione stessa (spesso integrato nel CAD)
q
dal modello CAD si ottiene il programma macchina CNC
! caricamento di un modello CAD
! impostazione del sistema di coordinate usato dalla macchina utensile
! impostazione dei parametri di lavorazione
! generazione delle istruzioni per la macchina utensile, salvate in un file
! invio dei dati al controllo numerico della macchina
q
Computer Aided Process Planning (CAPP): software che
permette di automatizzare/ottimizzare il planning della produzione
video
Computer Integrated Manufacturing
Computer Integrated Manufacturing (CIM): un modello teorico di sistema di produzione che prevede l’integrazione dei processi produttivi con i sistemi di automazione e con i sistemi informativi gestionali
q
un’unica infrastruttura informatica integra l’automazione dei processi produttivi con quella delle attività di supporto
sistema di supporto
impianto di produzione
infrastruttura informatica
Computer Integrated Manufacturing
Nei moderni sistemi automatizzati, l’integrazione informatica della automazione dell’impianto di produzione e delle attività di supporto permettono di acquisire un vantaggio competitivo
DSS/ERP clienti/fornitori
CAD/CAE CAM/CAPP
Flexible Manufacturing System
automazione delle attività di business
automazione delle attività di progettazione
automazione delle attività di planning e controllo
automazione del- l’impianto di produzione
programma macchina
Computer Integrated Manufacturing
DSS/ERP clienti/fornitori
CAD/CAE CAM/CAPP
sistema di controllo
program part
azioni
processo produttivo informazioni
materie prime
prodotto finale operatori
energia
Computer Integrated Manufacturing
Vantaggi del CIM
q
miglioramento della qualità di produzione
q
riduzione di tempi e costi
q
aumento della flessibilità della produzione
q
diminuzione degli scarti
q
fondamentale per conformarsi a leggi e regolamenti su
sicurezza del processo produttivo, qualità del prodotto
finale e riduzione dell’impatto energetico e ambientale
Modello CIM
Il modello CIM è fortemente gerarchico
q
attività di supporto a livello superiore rispetto a quelle di produzione
q
gerarchia all’interno delle attività di supporto
!
l’attività di business influenza la progettazione e il planning della produzione
q
gerarchia anche all’interno delle attività di produzione
!
una particolare lavorazione meccanica influenza i movimenti delle singole parti della macchina utensile
q
l’automazione di un passo produttivo (ad es. la rotazione di un
mandrino) è a un livello inferiore rispetto all’automazione di
tutta la macchina (sequenze di azioni) ; questa a sua volta è a
azienda
stabilimento cella
macchina campo
Modello CIM
Il modello CIM è piramidale
q
suddiviso in cinque livelli
q
in ciascun livello l’automazione coinvolge funzioni di
! acquisizione, manipolazione, trasferimento di informazioni
! elaborazione di strategie
! attuazione delle strategie elaborate comandi
Modello CIM
Il modello CIM ha una architettura modulare
q
comunicazione sia orizzontale, sia verticale
q
...anche se quella verticale è da preferire!
azienda
stabilimento cella
macchina
cella
stabilimento
cella cella
campo
macchina macchina macchina macchina macchina macchina macchina
per i livelli di campo e macchina serve hardware di controllo diretto o logico,
Modello CIM: livello di campo
È il livello più basso della gerarchia e comprende i componenti hardware che eseguono le attività di produzione e il loro controllo
q sensori, attuatori, componenti dell’impianto
q segnali ingresso/uscita interfacciati con il livello superiore al processo fisico
q ridotta complessità, anche se cresce la tendenza a dotare sensori ed attuatori di un’intelligenza dedicata al pre-processamento dell’informazione, alla gestione della interfaccia di comunicazione e all’auto-diagnosi dei guasti
q i dispositivi di campo sono raggruppati in semplici sistemi di controllo
! esempio: l’asservimento di posizione del motore di un giunto di un robot
! viene visto dal livello superiore come un attuatore ideale
q hardware di controllo: dedicato, real-time, con sistemi digitali a microprocessore (controllori embedded)
Modello CIM: livello di macchina
Gli elementi del livello di campo vengono raggruppati al livello superiore per formare gruppi di componenti atti a fornire una determinata funzionalità
q ad esempio: una macchina utensile o un robot
q questi componenti sono organizzati in sistemi di controllo
! regolazione di variabili analogiche
! realizzazione sequenziale di operazioni
" esempio: a livello di campo si controllano le posizioni dei singoli giunti; a livello di macchina viene pianificato il movimento del robot nello spazio operativo e la sequenza delle azioni che deve effettuare
q il controllo a livello di macchina viene visto come un attuatore ideale dal livello superiore, che lo utilizza per il coordinamento tra le macchine
q hardware di controllo: dedicato, real-time, controllori logici programmabili (PLC) e controllori embedded
Modello CIM: livello di cella
Gli elementi del livello di macchina vengono raggruppati al livello superiore per formare celle di produzione
q una cella di produzione è un insieme di macchine interconnesse fisicamente da un sistema locale di trasporto e stoccaggio materiali, controllate in maniera
coordinata in modo da portare a termine un ben definito processo produttivo
q i sistemi di controllo costituenti questo livello regolano e supervisionano il funzionamento coordinato di tutte le macchine facenti parte della cella
q le operazioni svolte a questo livello sono analoghe a quelle del livello di macchina risultando soltanto più complesse
q hardware di controllo: real-time, controllori logici programmabili (PLC)
Modello CIM: livello di stabilimento
Racchiude tutte le celle o le linee produttive facenti parte di un impianto industriale;
riceve le istruzioni dal livello gestionale (planning, gestione degli ordini, ecc.) e le attua sotto forma di piani operativi per la produzione
q il sistema di controllo a questo livello è costituito dal sistema di supervisione,
controllo e acquisizione dati (Supervisory Control And Data Acquisition - SCADA)
q le apparecchiature su cui sono implementate le piattaforme software sono tipicamente workstation con struttura client/server
q da questo livello in su i requisiti di elaborazione real-time sono fortemente ridotti, se non inesistenti
Controllori Logix Terminali di Programmazione
I/O Control
Drive Altri dispositivi
Control Room
HMI
Accesso Remoto
Stabilimento
⇔ Azienda
Sistemi SCADA
q Supervisory Control And Data Acquisition
! interfaccia operatore (HMI)
! gestione allarmi
! gestione ricette
! programmazione lavorazioni
! basi di dati del processo
! controllo statistico di processo
! supporto alla manutenzione
! sistema esperto
! trend e rapporti
Modello CIM: livello di azienda
È ovviamente il livello più alto della gerarchia, dove avvengono i processi gestionali di supporto a tutti i livelli inferiori
q non si parla più di sistema di controllo ma di sistema decisionale
q l'infrastruttura software è implementata su workstation con struttura client/server connesse al mainframe aziendale
q non esistono vincoli di tipo temporale
Gerarchia dei sistemi di controllo
I sistemi di controllo che realizzano l'automazione dei vari livelli costituiscono una struttura gerarchica
q
standard ANSI/ISA-S88.01-1995 per il controllo di processi di produzione manifatturiera a lotti (batch processes)
! ANSI = American National Standards Institute
! ISA = International Society of Automation
q
tre livelli
(dal basso verso l’alto)!
controllo di campo
!
controllo di procedure
!
controllo di coordinamento
Gerarchia dei sistemi di controllo
q modelli per il controllo nello standard ANSI/ISA-S88.01-1995
modello delle attività di controllo
Recipe Management
Production Planning and
Scheduling
Production Information Management
Process Management
SupervisionUnit
Process Control
Personnel and Environment
Protection
outside the scope of this standard
Collect Data Execute
Equipment Phases
Execute Basic Control SupervisionUnit
Production Information Management
Personnel and Environment
Protection Commands and Status Information Commands and
Status Information
Commands and Status Information
Commands and Status Information Commands and
Status Information
Data
Data
Data
Gerarchia dei sistemi di controllo
Standard ANSI/ISA-S88.01-1995
q
controllo di campo: posto al livello di campo, comprende i sistemi di controllo dei singoli componenti di campo
q
agisce esclusivamente su variabili continue
q
implementato su dispositivi dedicati: controllori embedded o schede dedicate (ad esempio, controllo asse di motori elettrici)
!
alta frequenza
!
informazioni semplici
!
vincoli real-time
Gerarchia dei sistemi di controllo
Standard ANSI/ISA-S88.01-1995
q
controllo di procedure: si colloca ai livelli di macchina e di cella della piramide CIM
q
riguarda il controllo di gruppi strutturati di componenti di campo
! diretto: si trova soprattutto a livello di macchina e riguarda il controllo di gruppi di variabili continue o funzioni più avanzate (ad esempio: tuning adattativo dei parametri per i sistemi di controllo di base)
! logico: riguarda il coordinamento dei sistemi di campo sulla base della lista di operazioni sequenziali che compongono il programma di lavorazione
! svolge anche funzioni più avanzate quali il monitoraggio delle prestazioni o l’auto-diagnostica e gestione automatica dei malfunzionamenti
! solitamente implementato su schede dedicate o PC industriali e, per quanto riguarda il controllo logico, su controllori programmabili (PLC)
! algoritmi più complessi di quelli del controllo di campo
Gerarchia dei sistemi di controllo
Standard ANSI/ISA-S88.01-1995
q
controllo di coordinamento: si pone a livello di stabilimento nella piramide CIM
q
riguarda principalmente il coordinamento e la gestione delle varie celle di produzione
! manda in esecuzione, dirige o ferma i vari sistemi di controllo di procedure sulla base di algoritmi complessi, in generale più orientati al lungo periodo
! metodologie più vicine alla ricerca operativa, all'intelligenza artificiale o ai sistemi esperti che al controllo automatico in senso stretto
! ad esempio: decidere il volume della produzione formulando un problema di ottimizzazione e risolvendolo in linea mediante opportuni algoritmi
! dati strutturati
! bassa frequenza di intervento
! nessun vincolo temporale (o molto laschi)
se la “produzione” non è guidata da vincoli stringenti di soddisfacimento di richieste in tempo reale provenienti da clienti/mercato
Gerarchia dei sistemi di controllo
Livelli di controllo ANSI/ISA-S88.01-1995 e livelli CIM
Azienda Stabilimento
Cella
Macchina Campo
controllo di coordinamento
controllo di procedure
controllo di campo gestione
Gerarchia dei sistemi di controllo
Livelli di controllo ANSI/ISA-S88.01-1995 e livelli CIM
Azienda Stabilimento
Cella
Macchina Campo
controllo di coordinamento
controllo di procedure
controllo di campo gestione
controllo diretto di variabili controllo logico/sequenziale
controllare la sequenza di operazioni usando informazioni logiche
controllare l’andamento di variabili analogiche usando informazioni digitali
Stati di un processo
q diagramma logico delle transizioni tra stati di un processo nello standard ANSI/ISA-S88.01-1995
Auto-diagnostica
Integrare funzionalità di auto-diagnosi permette una manutenzione “predittiva”
q predire l’occorrenza di un guasto di un sensore, un attuatore, o un componente meccanico soggetto a usura (prima che questo provochi un fermo macchina)
q occorre individuare uno o più parametri/segnali dal dispositivo che vengono
misurati e valutati utilizzando appropriati modelli matematici (anche allo scopo di individuare il tempo residuo prima del guasto)
! individuazione della casistica di guasto
" FMECA = Failure Mode, Effects and Critical Analysis, MTBF = Mean Time Between Failure
! determinazione di una “firma” (signature) del guasto
" vibrazioni misurate con un accelerometro, correnti impresse dagli azionamenti elettrici, pressione dell’olio
nei circuiti oleodinamici
! sviluppo di algoritmi per l’analisi dei segnali
" basati su trasformata di Fourier, wavelets, ...
! metodi per la gestione dell’allarme di guasto
accelerometro
rotture di un cuscinetto a sfere
Auto-diagnostica
Anche per l’autodiagnosi è convienente procedere a livello di macchina o di cella, sfruttando la decomposizione gerarchica e le interazioni funzionali esistenti
Diagnosi di guasti
In un processo di diagnosi di uno o più guasti (’’fault’’ f ) che possono avvenire durante il funzionamento di un sistema dinamico, si formulano diversi problemi
q Rilevamento di un guasto (Fault Detection)
! riconoscere che un malfunzionamento del sistema (controllato) è effettivamente dovuto ad un guasto (o comportamento anomalo) che è presente in qualche
componente fisico o funzionale del sistema
q Isolamento dei guasti (Fault Isolation)
! distinguere quale particolare guasto f sia avvenuto tra quelli di una (grande) classe di possibili guasti considerati, discriminando il guasto da tutti gli altri e anche dagli effetti dovuti a eventuali disturbi che condizionano l’evoluzione del sistema
q Identificazione del guasto (Fault Identification)
! determinare il profilo temporale del guasto f che è stato isolato
q Riconfigurazione a seguito di guasto (Fault Accommodation)
! modificare la legge/lo schema di controllo in modo da compensare (il più possibile) gli effetti dovuti al guasto riconosciuto e isolato (e magari anche identificato)
! può coinvolgere solo modifiche di componenti SW o anche di componenti HW
Soluzione di problemi FDI
Nei problemi integrati di rilevamento e isolamento simultaneo dei guasti (FDI)
q si definisce un sistema dinamico ausiliario (generatore di residuo) il cui segnale di uscita dipenderà solo dalla presenza o meno del particolare guasto f da riconoscere e isolare (e non da qualsiasi altro guasto o disturbo agente sul sistema) e converge asintoticamente a zero quando f ≡ 0 (stabilità)
q nel caso di più guasti potenziali, ciascuna componente ri di un vettore r di residui dipenderà da un guasto associato fi e soltanto da questo (tipicamente riproducendo almeno in modo approssimato la sua evoluzione temporale)
q gli schemi FDI proposti in letteratura si distinguono in
! model-based: usano un modello dinamico (privo di guasti e disturbi) per sistema e misure
! signal-based: usano solo i segnali (primari e/o ausiliari) provenienti da misure sul sistema e una loro elaborazione
! ibridi: combinano le due precedenti tecniche (ad esempio, con reti neurali/fuzzy addestrate)
q Controllo tollerante/robusto ai guasti (Fault Tolerant Control)
! passivo: schema di controllo prefissato, intrinsecamente robusto rispetto a incertezze e/o guasti (che abbiano solo effetti moderati/limitati sul sistema)
! attivo: schema di controllo che si riconfigura a seguito di FDI (con prestazioni del sistema
Schema software di un sistema FDI
Un possibile schema consiste in un banco di N+1 osservatori/stimatori simultanei
q 1 per il riconoscimento (detection) della condizione di guasto
q N per l’isolamento (isolation) del particolare guasto (spesso modellato nella sua tipologia)
q tipologia di guasti
! istantaneo (improvviso), incipiente (a lenta apparizione), intermittente, concorrente (con altri guasti)
Comportamento di un sistema FDI
q Ruolo delle soglie (thresholds) nel problema FDI
! dipendono dalle statistiche dei rumori in gioco e da altri aspetti non modellati
! possono essere rese adattative
! compromesso tra introduzione di ritardi (delay rispetto all’istante T0 di insorgenza del guasto) e numero di falsi allarmi
riconoscimento
isolamento del guasto #i
istante di riconoscimento
istante di esclusione
guasto #2 istante di esclusione
guasto #3
soglia costante
soglie adattative
Esempio di generazione di un residuo
q Problema FD scalare su un semplice sistema dinamico lineare
! processo con stato misurabile
! residuo (implementazione come osservatore di un ‘disturbo’ o di un ‘ingresso non noto’)
! dinamica del residuo (solo per analisi)
ossia un filtro del primo ordine con guadagno unitario applicato al segnale di fault 𝑓
̇𝑥 = 𝑎𝑥 + 𝑏𝑢 + 𝑒𝑓
𝑦 = 𝑐𝑥
dove𝑓
è il generico fault𝑟(𝑡) = 𝑘 𝑒
𝑦(𝑡)
𝑐 − ]
(
^
𝑎𝑥 𝜏 + 𝑏𝑢 𝜏 + 𝑒𝑟 𝜏 d𝜏
con𝑘 > 0, 𝑟 0 = 0
̇𝑟 = 𝑘 𝑒
̇𝑦
𝑐 − 𝑎𝑥 + 𝑏𝑢 + 𝑒𝑟 = 𝑘 𝑒
𝑐 𝑎𝑥 + 𝑏𝑢 + 𝑒𝑓
𝑐 − 𝑎𝑥 + 𝑏𝑢 + 𝑒𝑟 = 𝑘 𝑓 − 𝑟
c(d)
e d
=
dfCC=
,,f gh d 𝑟(𝑡) = 𝑓( 1 − 𝑒+C^
nel dominio del tempo, funzione di trasferimento,
Sistema FDI ibrido
q Le caratteristiche di riconoscimento e isolamento dei guasti possono essere migliorate combinando componenti FDI di tipo model-based e signal-based
! il meglio dei due mondi…
applicazione: utilizzato per riconoscere collisioni
Il sistema di comunicazione
Enterprise
Control bus
Fieldbus
Server
Mainframe
Workstation
Notebook
Workstation
PLC
PLC
Drive Controller
Sensor Actuator
REAL TIME
CampoControlloSupervisione dimensione dati frequenza dati determinismo
Ethernet
Architetture hardware per il controllo
I vari livelli del sistema gerarchico distribuito di automazione industriale eseguono differenti compiti di controllo
q
sistemi di controllo sono implementati mediante dispositivi elettronici e/o informatici
q
differenti architetture hardware dipendenti dal livello gerarchico e dalle funzionalità di controllo da svolgere
!
controllori embedded per il controllo di campo
!
controllori con architettura a bus per il controllo di procedure
!
sistemi di controllo su Personal Computer (PC-based control)
q
categorie non necessariamente chiuse
Interazione tra PC e PLC di controllo
OPC (OLE for Process Control)
Sistemi di controllo embedded
I sistemi di controllo embedded contengono al loro interno tutto il necessario per svolgere i compiti di controllo richiesti
q
progettati appositamente per una specifica applicazione
q
piattaforma hardware ad hoc (custom)
q
la progettazione di un sistema di controllo embedded parte dalla conoscenza dei compiti che dovrà svolgere Realizzazione del sistema di controllo tramite
q
singolo chip integrato (microcontrollori)
q
singola scheda
Sistemi di controllo embedded
q
pro
!
combinazione hardware/software specificamente studiata
!
ottimizzazione spaziale e di complessità
!
minori ingombri
!
minori costi
q
contro
!
interfaccia uomo-macchina poco evoluta
!
gestione di un numero limitato di segnali in input/output
!
costi di progettazione (hardware e software) non irrilevanti
!
poca flessibilità: modifiche ai compiti da svolgere possono rendere necessaria la progettazione di un nuovo controllore
q
diffusissimi quando i compiti di controllo sono noti a priori
!
è possibile avviare e condurre la fase di progettazione del
dispositivo in maniera particolarmente efficiente
Sistemi di controllo embedded
In generale, un controllore embedded deve prevedere al suo interno alcuni componenti fondamentali HW/SW
q
hardware
!
unità di elaborazione
" eseguire gli algoritmi di controllo definiti dal progettista e tutti i programmi necessari per la gestione dell’intero sistema (sistema operativo)
!
memoria
" per la memorizzazione di dati e programmi
!
circuiti per input/output
" acquisizione e generazione di segnali analogici e digitali
# campionatori e convertitori (A/D, D/A)
" gestione delle comunicazioni con altri dispositivi dello stesso tipo
Sistemi di controllo embedded
q
software
!
Sistema Operativo (S.O.) progettato ad hoc
" la conoscenza a priori delle funzionalità da svolgere permette la progettazione di S.O. “semplici”
!
orientato all’automazione
!
gestione a basso livello delle risorse e delle comunicazioni
!
vincoli real-time
Sistemi di controllo embedded
Layout generale di un sistema di controllo embedded
Sistemi di controllo embedded: Microcontrollori
I microcontrollori sono nati dalla sempre più avanzata
tecnologia di miniaturizzazione dei componenti elettronici
q
microprocessori con funzioni ausiliarie integrate
!
con sistema di sviluppo per la programmazione (in linguaggio assembler)
q
utilizzati per una grandissima varietà di applicazioni
!
telefoni cellulari
!
elettrodomestici
" lavatrici, forni a microonde, ...
!
apparati informatici, consumer electronics
" lettori DVD, stampanti, ...
!
centraline di controllo per vetture automobilistiche (automotive)
…
Sistemi di controllo embedded: Microcontrollori
q
caratteristiche e impieghi
! applicazioni tipicamente semplici
! ingombri ridotti
! limitato numero di segnali da gestire
! basso consumo
! limitata o assente interfaccia con l’utente
! scarsa integrazione con altri dispositivi dello stesso tipo
! difficile espansione
Sistemi di controllo embedded su singola scheda
q
componenti elettronici standard integrati su stessa scheda
q
elaboratori standard orientati alle applicazioni da eseguire
! processori per il trattamento dei segnali Digital Signal Processor (DSP)
" esecuzione di funzioni su numeri interi o reali
! circuiti integrati riconfigurabili dall’utente per realizzare funzioni logiche
complesse tramite blocchi logici e elementi di memoria (in grande sviluppo) Field Programmable Gate Array (FPGA)
q
capacità di elaborazione più elevata
q
numero di segnali da gestire più elevato
FGPA Xilink Spartan
FPGA Altera con > 20K porte logiche
cella logica elementare in un FPGA:
LUT = Look-Up Table, FA = Full Adder, DFF = D-type Flip-Flop, MUX = Multiplexer
Sistemi di controllo embedded su singola scheda
Sistemi di controllo con architettura a bus
I sistemi di controllo embedded non sono adeguati quando i compiti di controllo sono caratterizzati da
q
complessità notevole
q
elevato numero di segnali di input/output
q
interfacce uomo-macchina più sofisticate
q
interconnessione del sistema di controllo con reti informatiche
In tali casi vengono utilizzati controllori realizzati tramite architettura a bus
q
architettura simile a quella di comuni Personal Computer
Sistemi di controllo con architettura a bus
q
bus: insieme di linee elettriche per la comunicazione tra dispositivi
q
scheda madre caratterizzata da bus di comunicazione a cui si interconnettono differenti moduli/schede
q
mediante la connessione al bus possono essere utilizzati moduli per aumentare in maniera semplice e immediata le funzionalità del
sistema di controllo
Sistemi di controllo con architettura a bus
Il bus garantisce l’interconnessione meccanica ed elettrica tra i vari moduli
q
linee del bus raggruppate secondo la loro funzionalità
!
linee dati
!
linee indirizzi
!
linee di alimentazione
!
linee per la gestione della comunicazione
q
bus standard
!
EISA (versione industriale di ISA)
!
PCI – PCI Express
!
VME
!
PC104 – PC104+ (stack PC)
q
bus custom
Sistemi di controllo con architettura a bus
Modularità dell’architettura a bus
rack e bus modulo
alimentatore
modulo CPU e memorie
digital I/O analog I/O modulo per modulo per
Sistemi di controllo con architettura a bus
q
pro
!
flessibilità di progettazione
!
scelta dei moduli secondo le funzionalità da implementare
q
contro
!
Sistema Operativo più complesso
!
gestione di tutti i moduli interconnessi e delle comunicazioni attraverso il bus
!
vincoli real-time
Controllore di robot industriale
moduli di controllo e di gestione, con
reti/protocolli per scambio dati
(Reis Robotics)
Ethernet (IEEE 802.3) LAN di enorme uso
a grande velocità (>>100Mbs), con tutti i livelli ISO/OSI
ma non deterministico (protocollo non real-time,
se non modificato)
CAN bus =
Controller Area Network;
bus seriale (basato su RS-485) per comunicazione tra
microcontroller e dispositivi;
protocollo di accesso:
Carrier Sense Multiple
Process Fieldbus serie di protocolli per reti industriali che supportano un controllo real-time
distribuito
(standard IEC 61158) VME bus
bus a linee separate per dati e indirizzi (max # con 32 bit);
2 protocolli di accesso:
round robin, a priorità SCADA =
Supervisory Control And Data Acquisition