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Mensile Materie Prime

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Academic year: 2022

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I prezzi del presente documento sono aggiornati al 23.09.2014 (salvo diversa indicazione).

Per la certificazione degli analisti e per importanti comunicazioni si rimanda all’Avvertenza Generale.

Commodity deboli, pesano una crescita asfittica e bassa domanda

Energia: Outlook Neutrale da Moderatamente Positivo. Le parole del Segretario dell’OPEC hanno stimolato le quotazioni del petrolio impedendogli ribassi ulteriori, ma lo scenario sull’Energia resta volatile, a causa delle tensioni geopolitiche in atto. Nonostante l’OPEC rassicuri circa l’impatto del conflitto nel Nord dell’Iraq e sull’offerta proveniente dagli impianti del Sud del Paese, la decisione di annunciare un possibile taglio della produzione, prima della riunione di novembre a Vienna, dà la misura delle preoccupazioni del cartello circa il ribasso dei prezzi e l’asfittica domanda di greggio. Rispetto agli ultimi due mesi, la sensazione è che le turbolenze geopolitiche in atto (dalla tregua a Gaza, al pericoloso triangolo Occidente-Russia-Ucraina, fino all’intervento contro l’ISIS) non abbiano generato alcun pericolo di shock energetico per l’economia mondiale. Vedremo se la stagionalità invernale, ormai alle porte, potrà in qualche modo spingere al rialzo le quotazioni dei derivati finanziari di petrolio e gas naturale. Con questo scenario di bassa tensione, l’Outlook passa a Neutrale da Moderatamente Positivo nel breve.

Metalli Preziosi: l’Outlook cambia in Moderatamente Negativo da Neutrale nel breve e nel medio-lungo termine. Lo scenario di fondo sui Preziosi si aggrava, proprio per la mancanza di reazione, convinta, di oro e argento alle tensioni geopolitiche. Il totale disinteresse degli investitori per l’asset rifugio per eccellenza (l’oro) e per il metallo a lui più correlato (l’argento) ci costringe a un cambio in Negativo dell’Outlook (da Neutrale). Non è da escludere un’ulteriore debolezza di oro e argento dopo il consolidamento dell’ultima settimana, sui bombardamenti alleati all’ISIS, proprio per le blande reazioni dei Preziosi anche ad eventi così dirompenti. Di contro, confermiamo la tenuta di platino e palladio, maggiormente correlati al ciclo industriale.

Metalli Industriali: Outlook Neutrale nel breve ma con rischi verso il basso. I metalli industriali hanno reagito negativamente alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei, che ha rimarcato come la crescita economica in Cina stia subendo decise pressioni al ribasso. Inoltre, ha escluso che importanti cambiamenti di politica economica saranno implementati in risposta a singoli indicatori economici. Questi commenti stanno deprimendo le aspettative per l’avvio di nuovi programmi di stimolo, favorendo il consolidamento al ribasso dell’intero comparto. In questa ottica, il nostro Outlook passa a Neutrale da Moderatamente Positivo con forti rischi per un ulteriore deterioramento.

Prodotti Agricoli: Outlook Neutrale da Moderatamente Positivo. Il comparto si presenta in forte sofferenza dopo la divulgazione del WASDE Report di settembre, che sostanzialmente conferma raccolti abbondanti e altrettante stime eccedenti sulle scorte, accelerando il ribasso in atto dai massimi 2014 e segnando i nuovi minimi a 4 anni. Sulle possibilità di un recupero dei prezzi, a breve periodo, domina un generalizzato scetticismo. Se da una parte è realistico pensare che il protrarsi delle attuali basse quotazioni possa trasformarsi, a più lungo termine, in una conseguente contrazione della produzione, dall’altra appare più logico fotografare lo stato del mercato e su di esso ragionare a breve termine. In questo scenario di forte pessimismo mutiamo in Neutrale il nostro Outlook vista la fortissima accelerazione del ribasso.

26 settembre 2014

Nota mensile

Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

Ricerca per investitori privati e PMI

Mario Romani Analista Finanziario

Performance degli indici commodity Andamento dei principali indici commodity Valore Var. % Var. % Var. %

23.09.14 01.01.14 2 anni 5 anni

GSCI 4.500,5 -6,8 -9,9 12,7

GSCI Energia 1.041,9 -7,5 -3,0 16,6 GSCI Met. Preziosi 1.525,5 0,1 -33,9 16,7 GSCI Met.Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5 GSCI Prod. Agricoli 497,3 -18,0 -39,1 -8,5 Fonte: elaborazioni Intesa Sanpaolo su dati Thomson Reuters–

Datastream, Bloomberg e previsioni di consenso al 23.09.2014

Nota: media mobile a 30 giorni, serie storiche dei principali indici dei prezzi delle materie prime; 01.01.2008 = 100. Fonte:

Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Outlook Settoriale*

Sett. Lug .

WTI = +

Brent = +

Gas Naturale = =

Gasolio = =

Oro - =

Argento - =

Rame = =

Alluminio + +

Zinco = =

Nickel + +

Mais = +

Frumento = +

Soia - +

Cotone = +

Nota: (*) nel breve termine; +: Positivo o Mod. Positivo; -: Negativo; =: Neutrale.

Fonte: Thomson Reuters-Datastream

Performance commodity

(%) 2014 2013

WTI -7,0 7,2

Brent -12,6 -0,3

Gas Naturale -9,8 26,2

Gasolio -14,1 1,9

Oro 1,4 -28,1

Argento -8,6 -35,7

Rame -8,7 -7,2

Alluminio 9,2 -13,2

Zinco 9,4 0,2

Nickel 23,2 -18,5

Mais -22,9 -39,6

Frumento -21,4 -22,2

Soia -28,7 -7,5

Cacao 21,7 21,2

Zucchero -13,8 12,6

Caffè 63,4 -23,0

Cotone -25,6 12,6

Fonte: Bloomberg; Thomson Reuters- Datastream. Dati al 23.09.2014

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 2

Crescita e tensioni geopolitiche influenzano le commodity.

Confermiamo uno scenario di debolezza sulle risorse di base;

gli indicatori del ciclo economico appaiono ancora neutrali, viste soprattutto le divergenze di crescita fra gli USA e il resto del mondo industrializzato. Negli Stati Uniti la ripresa dell’attività manifatturiera e di alcune aree dell’edilizia residenziale suggerisce che la prima economia mondiale è meglio posizionata rispetto ad altre aree per uscire dalla crisi, come ad esempio l’Eurozona, che registra un 2° trimestre in stagnazione e in cui le economie principali sono andate peggio di quelle periferiche. Se i dati deludenti sulla crescita dell’Eurozona e l’escalation della crisi fra Russia e Ucraina innervosiscono i mercati e deprimono i derivati finanziari sulle commodity, la debolezza congiunturale spinge la BCE all’implementazione di ulteriori misure di stimolo monetario per ridare fiato alla ripresa, con possibili benefici per la domanda di materie prime. La posizione di maggiore peso resta quella della Cina; il suo apporto pro-ciclico dovrebbe concretizzarsi verso fine anno contribuendo al ritorno a una robusta crescita globale, che tutti gli operatori sulle risorse di base auspicano. Il sovrappeso sul comparto Energia si regge su prospettive più favorevoli per il petrolio nel quadro di persistenti rischi geopolitici, in considerazione dei prezzi delle commodity, attualmente al livello più basso dalla primavera del 2013. L’Energia da inizio anno registra un pessimo -7,5%; il risultato si confronta col GSCI generale, che scende anch’esso da inizio 2014 del 6,8%.

OPEC: taglio in vista per la produzione di petrolio, preoccupa il calo dei prezzi. Il segretario generale dell’OPEC, Abdallah El Badri, ha annunciato che la produzione di petrolio verrà tagliata a 29,5 milioni di barili al giorno dal 2015, 500.000 barili in meno rispetto al livello massimo fissato nel dicembre del 2008 di 30 milioni di barili. L’annuncio ha sorpreso gli operatori, in quanto è arrivato con oltre due mesi di anticipo rispetto alla riunione del cartello, prevista a Vienna il prossimo 27 di novembre.

L’annuncio di El Badri esprime la preoccupazione dei produttori di petrolio per la bassa domanda di questi ultimi mesi. L’attuale massimo di 30 milioni di barili al giorno era stato fissato alla fine del 2008, quando lo scoppio della crisi finanziaria aveva fatto crollare il prezzo del greggio da 140 a 40 dollari al barile. Tale tetto, entrato in vigore dal dicembre 2011, risulta essere più basso di 2,2 milioni di barili al giorno rispetto alla produzione massima precedentemente fissata. È l’effetto di una crescita diversificata e asfittica in Europa e minore delle attese in Cina, mentre gli USA sono sempre più autonomi da un punto di vista energetico, potendo attingere allo shale gas. E nonostante El Badri abbia cercato di rassicurare, sostenendo che le fluttuazioni delle quotazioni sono una caratteristica del mercato petrolifero, lasciando intravedere una risalita per la fine dell’anno, resta un certo disagio tra i membri dell’OPEC a causa della mossa autonoma dell’Arabia Saudita, che ha tagliato la sua produzione di 400 mila barili, senza particolari reazioni sul prezzo del petrolio.

Sale al massimo la tensione in Iraq: l’Occidente bombarda l’ISIS. Il livello di tensione militare nel cosiddetto “Califfato”,

quell’area compresa fra Iraq, Iran e Siria con propaggini che lambiscono anche il sud della Turchia, è salito moltissimo a seguito dell’inizio dei bombardamenti della coalizione di trenta paesi occidentali intenzionata a piegare l’ISIS. All’inizio della vicenda, l’ISIS era armato e aiutato da molti paesi occidentali, dalla Turchia e dai paesi del Golfo, nell’intento di distruggere il regime in Siria. Alla luce dei fatti, appare evidente che l’Occidente non potrà sconfiggere l’ISIS senza aiutare di fatto quello stesso regime siriano che voleva abbattere. I pozzi petroliferi sotto il controllo dell’organizzazione terroristica, secondo uno studio dell’Iraq Energy Institute, sono in Siria e in Iraq del Nord, la parte meno ricca di petrolio dell’area. Con 30.000 barili di petrolio al giorno in Iraq e 50.000 in Siria, venduti sotto costo a 40 dollari al barile, l’ISIS incassa 1,2 milioni di dollari al giorno dal petrolio iracheno “del nord” e 2 milioni dai pozzi siriani. E’ evidente che in questo quadro o l’azione militare si rivolge a prosciugare le riserve di denaro dei terroristi, ovvero bombardando le aree dei giacimenti prima elencate (azione che si è concretizzata nelle ultime ore in Siria soprattutto), oppure pensare di piegare l’ISIS in breve tempo appare difficile. Il quadro poi appare ancora più complesso, vista la ferma volontà degli Alleati, in primis gli Stati Uniti del presidente Obama, di non schierare alcuna truppa di terra sullo scacchiere mediorientale, per motivi politici ma anche economici, vista la crisi in atto.

Outlook Neutrale da Moderatamente Positivo. Le parole del segretario dell’OPEC hanno stimolato le quotazioni del petrolio impedendogli ribassi ulteriori, ma lo scenario sull’Energia resta volatile, a causa delle tensioni geopolitiche in atto. Nonostante l’OPEC rassicuri circa l’impatto del conflitto nel Nord dell’Iraq, e sull’offerta proveniente dagli impianti del Sud del Paese, la decisione di annunciare un possibile taglio della produzione, prima della riunione di novembre a Vienna, dà la misura delle preoccupazioni del cartello circa il ribasso dei prezzi e l’asfittica domanda di greggio. Rispetto agli ultimi due mesi, la sensazione è che le turbolenze geopolitiche in atto (dalla tregua a Gaza, al pericoloso triangolo Occidente-Russia- Ucraina, fino all’intervento in Iraq contro l’ISIS) non abbiano generato alcun pericolo di shock energetico per l’economia mondiale, fragile nel suo insieme ma per nulla bisognosa di alti livelli di produzione petrolifera. Vedremo se la stagionalità invernale, ormai alle porte, potrà in qualche modo spingere al rialzo le quotazioni dei derivati finanziari di petrolio e gas naturale. Con questo scenario di assoluta bassa tensione, l’Outlook passa a Neutrale da Moderatamente Positivo nel breve ma solo sulla base delle tensioni geopolitiche descritte, non in grado di stimolare i prezzi, e sulle stime fiacche sulla domanda di petrolio.

Energia: nonostante la minaccia dell’ISIS le tensioni non impattano sui prezzi

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 3

GSCI Energia vs. GSCI (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI 4.500,5 -6,8 -9,9 12,7

GSCI Energia 1.041,9 -7,5 -3,0 16,6

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI Energia vs. WTI, Brent e Gas Naturale (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di medio termine

23.09.14 3M (%) 6M (%) 12M (%) YTD (%) GSCI Energia 1.041,9 -13,7 -8,4 -7,1 -7,5

WTI ($) 91,6 -13,6 -8,1 -11,2 -7,0

Gas Naturale ($) 3,8 -15,9 -10,8 9,3 -9,8

Gasolio ($) 811,5 -13,3 -9,4 -10,4 -14,1

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Previsioni di prezzo per i singoli componenti dell’Energia Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

WTI ($) 91,6 98,5 100,0 97,0 100,2 98,9

Brent ($ cent.) 96,9 107,0 106,0 104,4 107,9 105,0

Gas Nat. ($) 3,8 4,5 4,5 4,3 4,5 4,5

Fonte: consenso Bloomberg

Petrolio: Brent e WTI depressi dall’offerta

WTI e Brent poco influenzati dalle turbolenze geopolitiche. Se fino all’estate a spingere i prezzi del petrolio sono state le

tensioni geopolitiche, la sensazione attuale è che fra gli investitori le tensioni in atto abbiano poco impatto nello spingere il prezzo del petrolio al rialzo, a causa della bassa domanda e dell’abbondante offerta. Dopo la performance del 2013 del WTI (7,2%) e del Brent (-0,3%), il 2014 registra rispettivamente -7,0% e -12,6%, col comparto dell’Energia che registra, di conseguenza, -7,5%.

WTI: scorte DoE

Nota: dati a cura dell’EIA (Energy Information Administration) del Department of Energy (DoE) statunitense. Fonte: Bloomberg

OPEC: domanda di petrolio in crescita ma restano i timori.

Secondo il report mensile dell’OPEC (Monthly Oil Market Report di settembre), la domanda di petrolio crescerà quest'anno di 1,05 milioni di barili al giorno a 91,2 milioni di barili al giorno. La precedente stima segnalava una crescita di 1,10 milioni di barili al giorno. Anche le previsioni per il 2015 sono state ridotte, da 1,21 milioni a 1,19 milioni di barili al giorno. Nel report mensile l'OPEC stima una richiesta significativamente minore del greggio prodotto dai suoi membri per via della crescente produzione nordamericana. Le previsioni sulla domanda di petrolio sono state tagliate sia per il 2014 che per il 2015 di 160.000 barili al giorno, rispettivamente a 29,45 e a 29,20 milioni di barili al giorno.

Questo indica che la produzione dell'OPEC potrebbe contrarsi il prossimo anno ai minimi della crisi globale del 2009.

IEA: si contrae la domanda di petrolio. L’International Energy Agency (IEA), che rappresenta gli interessi dei paesi industrializzati, attraverso l’Oil Market Report di settembre, ha rivisto al ribasso le stime per la domanda mondiale di petrolio nel 2014 e nel 2015 a seguito della contrazione dei consumi rispetto alle stime del 2° trimestre e della previsione di un Outlook più debole di quanto giudicato in precedenza per Europa e Cina. Il consumo mondiale dovrebbe aumentare di 0,9 milioni di barili al giorno (Mb/g) nel 2014 e di 1,2 Mb/g nel 2015, che equivarrebbero a un consumo medio di 93,8 Mb/g nel 2015. I produttori non-OPEC amplierebbero la loro offerta di 1,6 Mb/g nel 2014 e di 1,3 Mb/g nel 2015 raggiungendo una media di 57,6 Mb/g nel 2015. Nel 4° trimestre del 2014, la domanda di petrolio OPEC dovrebbe aumentare a 30,6 Mb/g in media (o 0,3 Mb/g più di quanto estratto il mese scorso), ma in contrazione nel 2015 attorno a una media di 29,6 Mb/g a causa della forte offerta non-OPEC. In luglio, le riserve dei paesi OCSE sono aumentate di 15,5 Mb a 2,67

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 4

miliardi di barili, contraendo il deficit rispetto alla media stagionale a cinque anni.

EIA: rivede le stime del prezzo del WTI nel 4° trimestre 2014.

Nello Short-Term Energy Outlook mensile, l’EIA ha rivisto la stima del prezzo medio del petrolio WTI a 92,0 dollari al barile nel 4° trimestre 2014 e a 94,7 dollari nel 2015. Il Brent potrebbe scambiare intorno ai 103 dollari sia nel 2014 che nel 2015, rispettivamente 5 dollari e 2 dollari di riduzione della stima rispetto al precedente. Di conseguenza, lo spread atteso, Brent-WTI, dovrebbe assestarsi in media attorno agli 8-10 dollari nel 2014 e nel 2015. Il consumo mondiale di petrolio è previsto in crescita a 91,5 milioni di barili al giorno (Mb/g) nel 2014 e a 92,9 Mb/g nel 2015, dai precedenti 90,5 Mb/g di media consumati lo scorso anno. L’offerta non-OPEC è stimata in crescita a 55,9 Mb/g nel 2014 e a 57,2 Mb/g nel 2015, da 54,1 Mb/g estratti in media nel 2013.

EIA: calano le scorte di petrolio. L'EIA (Energy Information Administration), divisione del Dipartimento dell'Energia americano, segnala che le scorte di petrolio nella settimana al 19 settembre sono risultate in calo di 4,3 milioni di barili (consenso +470.000) a 358 milioni di barili al giorno.

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. (%) Var. (%) 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Energia 1.041,9 -7,5 -3,0 16,6

WTI ($) 91,6 -7,0 -0,4 39,0

Brent ($) 96,9 -12,6 -11,8 49,4

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI Energia vs. WTI & Brent (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

WTI & Brent: $/Barile (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%)

GSCI Energia 1.041,9 0,2 -0,9 -2,3 -3,8

WTI ($) 91,6 0,0 -0,9 -3,5 -2,2

Brent ($) 96,9 -0,1 -1,6 -2,2 -5,3

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Outlook di breve Neutrale da Moderatamente Positivo. Settore petrolifero che dovrebbe mantenersi ancora relativamente in equilibrio nel 2014, anche se di base i fondamentali appaiono deteriorarsi. L’Outlook passa a Neutrale da Moderatamente Positivo di brevissimo, nonostante le tensioni geopolitiche in atto, che non riescono però a supportare le quotazioni ma, anzi, inducono a pensare che la bassa domanda e l’abbondante offerta abbiano il sopravvento nell’influenzare i prezzi. Nel medio-lungo periodo, sempre in un quadro di output abbondante, si riconferma quindi il nostro Outlook Neutrale, a cui si sommano attese di possibili rialzi della domanda. Alla luce di questo scenario ribadiamo i nostri intervalli di stima su WTI e Brent: 90-100 dollari al barile per il primo e 95-110 dollari al barile per il secondo, entro la metà del 2015. La stima di consenso sul Brent nel 4° trimestre 2014 è pari a 107 dollari al barile, il WTI dovrebbe attestarsi a 98,5 dollari. La stima per l’intero 2014 vede il Brent a 107,9 dollari e il WTI a 100,2. Le stime per il 2015 vedono un WTI a 98,9 dollari al barile e il Brent a 105.

Previsioni di prezzo per WTI e Brent

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

WTI ($) 91,6 98,5 100,0 97,0 100,2 98,9

Brent ($) 96,9 107,0 106,0 104,4 107,9 105,0 Fonte: consenso Bloomberg

Gas naturale: probabili tensioni con l’inverno

La crisi ucraina non incide, attese per l’inverno. Le tensioni in Ucraina non hanno sostenuto i prezzi del metano confermando il ribasso delle quotazioni che ha caratterizzato tutta l’estate, complice anche la mancata domanda di metano per la produzione di energia elettrica, visti i mancati picchi di consumo per il condizionamento degli ambienti. Le attese si spostano ora sulla stagione invernale e sulla domanda per

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 5

riscaldamento. Scende pertanto la performance 2014 del metano a -9,8%, col GSCI Energia che scende anch’esso ma meno del gas naturale: -7,5% da inizio anno.

GSCI Energia vs. Gas Naturale (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. (%) Var. (%) 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Energia 1.041,9 -7,5 -3,0 16,6

Gas naturale ($) 3,8 -9,8 34,5 -3,5

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Gas naturale: $/Mln BTU (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Quadro di breve sul gas: passano estate e Ucraina senza incidere. L’estate fresca su Europa e Stati Uniti ha pesato sul prezzo del gas naturale, che è sceso pesantemente sfondando la soglia dei 4 dollari, ignorando le tensioni in Ucraina ed eventuali riflessi sul trasporto della materia prima dalla Russia verso l’Europa. Le temperature estive non particolarmente calde, inferiori alla media stagionale, hanno ridotto la richiesta di elettricità per il condizionamento degli ambienti. Le preoccupazioni si spostano pertanto sulla stagione invernale;

alcuni Paesi dell’Est Europa infatti hanno già iniziato a stoccare materiale in vista dell’inverno, prevedendo qualche blocco nel passaggio del gas russo dal suolo ucraino. I dati diffusi dalla Energy Information Administration (EIA) mostrano una variazione positiva delle scorte di gas naturale superiore alle

attese degli analisti, la scorsa settimana, con un dato finale di 97 miliardi di metri cubi contro gli attesi 94. La variazione porta le scorte a 2.988 miliardi di metri cubi, valore che si colloca al di sotto della media quinquennale.

Quadro di medio-lungo: il ruolo dello shale gas. Le riserve tradizionali di gas sono omogeneamente distribuite nel mondo rispetto al petrolio, anche se la concentrazione in pochi Paesi rimane alta, nell’ordine dell’80% in sole 10 nazioni (ammonta all’86% la concentrazione per il petrolio). Al contrario, appaiono incredibili le stime sullo shale gas del Dipartimento per l’Energia statunitense (EIA) relative alla Cina, che rischia di diventare di gran lunga il monopolista di questa materia prima.

In caso di conferma di queste stime, le riserve totali di gas nel mondo sarebbero 60 volte superiori alle aspettative e residenti in nazioni storicamente povere di questa risorsa. Gli storici esportatori potrebbero trovarsi così a competere con concorrenti nuovi e inattesi: il sud-est asiatico potrebbe avere tanto gas quanto la Russia, e le riserve del Nord America sarebbero prossime a quelle di tutto il Medio Oriente. E’ chiaro che questo scenario futuro di abbondante offerta in arrivo dal franking del gas dalle rocce (frantumazione ed estrazione del metano), pone una forte ipoteca su un futuro di prezzi bassi e ampia disponibilità.

Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%)

GSCI Energia 1.041,9 0,2 -0,9 -2,3 -3,8

Gas naturale ($) 3,8 -0,9 -0,5 -4,5 -0,6

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Outlook Neutrale nel breve e nel medio-lungo periodo.

Prosegue il rallentamento dei prezzi, che hanno molto frenato nell’ultimo mese, per nulla influenzati dall’inasprirsi dello scontro diplomatico fra Occidente, Russia e Ucraina, né tanto meno per l’escalation del conflitto in Iraq. Le tensioni in atto avrebbero dovuto produrre ben altro impatto sui prezzi. Solo l’arrivo della stagione invernale potrebbe infatti far registrare forti movimenti sulle quotazioni del gas. Alla luce del quadro descritto, confermiamo in Neutrale il nostro Outlook nel breve termine. Su un orizzonte più lungo, restiamo dell’idea che la rivoluzione dello shale finirà per avere un impatto sui prezzi del metano, al pari di quello sul comparto petrolifero, rendendo Neutrale anche l’Outlook di lungo periodo. Il consenso di mercato migliora sul gas naturale: le previsioni per il 4°

trimestre 2014 indicano 4,5 dollari, il medesimo livello previsto per l’intero 2014. Sul 2015, la stima a 4,5 dollari è di nuovo confermata.

Previsioni di prezzo per il Gas Naturale

Valore 3° trim. 4° trim. 1° trim. Anno Anno 23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Gas Naturale ($) 3,8 4,5 4,5 4,3 4,5 4,5

Fonte: consenso Bloomberg

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 6

Dopo il lungo ribasso estivo, consolidano sopra 1.500. L’indice sui Preziosi è sceso ininterrottamente per tutta l’estate senza farsi rallentare dalle tensioni geopolitiche che si sono succedute senza soluzione di continuità. Solo nelle ultime sedute il comparto sembra aver trovato un minimo di forza per fermarsi poco sopra la soglia di 1.500, non bissando i minimi del dicembre 2013, proprio in area 1.510. L’oro, il bene rifugio per eccellenza e l’argento, visti i bassissimi livelli raggiunti, paiono beneficiare di un minimo di ricoperture da parte degli investitori, proprio per la velocità e la straordinarietà del ribasso estivo. Nel 2014 i Preziosi registrano una performance al limite: +0,1% solo grazie all’apporto di palladio e platino. Il risultato si confronta col GSCI generale che scende da inizio 2014 a 6,8%.

Il quadro sui Preziosi. Siamo in una fase che appare molto complicata per i metalli preziosi, che stanno accusando la conclusione del tapering della Fed e le aspettative di rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti a partire dalla prima parte del 2015. A questi, poi, si somma anche il super-dollaro, visto che il biglietto verde e i metalli preziosi da sempre esprimono una storica correlazione inversa. I Preziosi hanno beneficiato, nell’ultima settimana, solo marginalmente delle tensioni generate dall’attacco degli Alleati (Stati Uniti e Regno Unito ma anche molte nazioni arabe) all’ISIS nel “Califfato”, l’area indefinita a cavallo fra Siria, Iraq fino a lambire Iran e Turchia.

Oro e argento infatti, in costante discesa, non sono sembrati in grado di reagire nemmeno quando le tensioni geopolitiche in Ucraina e in Iraq hanno raggiunto vertici altissimi. Questo dimostra che attualmente l’oro e l’argento hanno perso lo status di bene rifugio, che da sempre li aveva contraddistinto nelle fasi di maggiore turbolenze sia economico-finanziarie che geopolitiche. Il palladio resta il metallo più acquistato, complici le speculazioni per un possibile shock sull'offerta a causa della crisi in Ucraina. La Russia è il principale produttore di palladio al mondo. Gli operatori scommettono su una possibile riduzione dell’offerta, a causa delle tensioni con l’Occidente. La performance da inizio anno è pari circa al 13,6%, riuscendo a sfondare quota 900 dollari l’oncia lo scorso 18 agosto. Il palladio è molto utilizzato nel settore auto, dove viene impiegato per la realizzazione di marmitte catalitiche. I prezzi appaiono però molto gonfiati dalla speculazione e dal fattore geopolitico; non a caso lo spread con il platino si è ampliato fino a raggiungere valori che appaiono decisamente troppo elevati. Il platino sta per raggiungere 1.350 dollari l’oncia (solo due mesi fa i prezzi erano abbondantemente oltre i 1.500 dollari) frenando la discesa originata a fine giugno, dai massimi del 2014 in area 1.520 dollari.

Cina: al via lo Shanghai Gold Exchange. La Cina ha lanciato la prima borsa riservata allo scambio di oro, lo Shanghai Gold Exchange, aperta a investitori internazionali e con tre nuovi contratti in valuta Yuan. Sulla scia della decisione cinese almeno altre due piattaforme dovrebbero aprire entro fine anno anche a Singapore e Hong Kong. La nascita di questi

mercati deriva dal fatto che l’Asia è la prima regione al mondo in termini di consumo di oro e per questa ragione intende slegarsi dalle piazze storiche di Londra e New York aumentando il proprio potere contrattuale nel fixing dei prezzi.

Attualmente, la Cina consuma circa un terzo dell’offerta mondiale di oro, mentre nel 2013 ha registrato una produzione domestica di circa 400 tonnellate con importazioni per la prima volta sopra il livello di 1.000 tonnellate.

L’Outlook cambia in Moderatamente Negativo da Neutrale nel breve e nel medio-lungo termine. Lo scenario di fondo sui Preziosi si aggrava, proprio per la mancanza di reazione, convinta, di oro ed argento alle tensioni geopolitiche. Il totale disinteresse degli investitori per l’asset rifugio per eccellenza (l’oro) e per il metallo a lui più correlato (l’argento) ci costringe ad un cambio, in Negativo, dell’Outlook (da Neutrale). Il rialzo di giugno/luglio, dettato da un blando incremento dell’avversione al rischio sui mercati, che ha spinto gli operatori a collocarsi su asset difensivi, è risultato largamente insufficiente a sancire un’inversione di tendenza sui Preziosi.

Non è da escludere una ulteriore debolezza di oro e argento dopo il consolidamento dell’ultima settimana, in seguito ai bombardamenti alleati all’ISIS, proprio per le apatiche reazioni dei Preziosi anche ad eventi così dirompenti. Di contro, confermiamo la tenuta di platino e palladio, maggiormente correlati al ciclo industriale, in una fase in cui però la ripresa dell’economia globale è auspicata ma niente affatto certa.

GSCI Metalli Preziosi vs. GSCI (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI 4.500,5 -6,8 -9,9 12,7

GSCI Preziosi 1.525,5 0,1 -33,9 16,7

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Metalli Preziosi: dopo la discesa estiva registrano un minimo consolidamento

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 7

GSCI Preziosi vs. Oro e Argento (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di medio termine

23.09.14 3M (%) 6M (%) 12M (%) YTD (%)

GSCI Preziosi 1.525,5 -8,7 -7,5 -8,8 0,1

Oro ($) 1.221,4 -7,4 -6,8 -7,1 1,4

Argento ($) 17,8 -15,4 -11,3 -17,4 -8,6

Platino ($) 1.330,9 -9,5 -6,9 -6,1 -3,1

Palladio ($) 815,7 -1,8 2,8 13,4 13,6

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Previsioni di prezzo per i singoli componenti dei Preziosi Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno 23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015 Oro ($) 1.221,4 1.260,0 1.237,5 1.230,0 1.283,0 1.250,0

Argento ($) 17,8 20,4 20,3 20,0 20,0 20,0

Platino ($) 1.330,9 1.505,0 1.540,0 1.560,0 1.470,0 1.580,0 Palladio ($) 815,7 850,0 877,5 865,0 823,5 853,0 Fonte: consenso Bloomberg

Oro: resiste sopra area 1.200 dollari

Oro insensibile alle tensioni geopolitiche. Alla luce degli eventi in essere possiamo supporre un raggiungimento dell’area di supporto, nonché soglia psicologica di 1.200 dollari l’oncia, o addirittura un nuovo test dei minimi dello scorso anno posto a 1.180 dollari l’oncia. L’attuale debolezza dell’oro dipende anche dalle scarse richieste dai grandi consumatori asiatici, ovvero Cina e India. Inoltre, le banche centrali dei paesi emergenti hanno ridotto sensibilmente gli acquisti. L’oro sale da inizio anno dell’1,4% dopo il pessimo risultato del 2013 (-28,1%). Anche il comparto registra un 2014 a 0,1% dopo il -29,8% con cui aveva chiuso il 2013.

GSCI Preziosi vs. Oro (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI Preziosi vs. Oro e posizioni speculative (da gennaio 2009)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Preziosi 1.525,5 0,1 -33,9 16,7

Oro ($) 1.221,4 1,4 -30,8 22,4

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Oro: $/oncia (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 8

Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%)

GSCI Preziosi 1.525,5 0,3 0,3 -1,6 -5,0

Oro ($) 1.221,4 0,3 0,4 -1,3 -4,5

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Il quadro sull’oro. Il prezzo dell’oro è sceso ai minimi degli ultimi nove mesi la scorsa ottava, complice il rafforzamento del dollaro, ai massimi da quattro anni contro il paniere delle principali valute. Molte le ragioni di questo crollo, ma la principale è da ricercarsi nell’atteggiamento della Federal Reserve. Nell’ultima riunione, la presidente Yellen, ha ribadito che i tassi di interesse rimarranno vicini allo zero per un periodo considerevole seppur comunicando di prevedere anche una risalita più rapida delle attese, quando sarà necessario. Questo quadro espresso dalla Fed ha immediatamente spinto al rialzo il dollaro, rendendo l’oro meno attraente per gli investitori (ogni oncia di oro è espressa in valuta USA). Dal lato geopolitico poi, in Medio Oriente, le negoziazioni dell’oro sono letteralmente esplose dall’inizio dell’anno, nonostante la volatilità dei prezzi. La regione del Golfo Persico è così diventata uno dei mercati chiave per le transazioni auree. La sua caratteristica di bene rifugio, in un contesto di crisi geopolitiche allargate a tutto il mondo (Iraq, Gaza, Ucraina) pare però sempre meno vincolante. Poiché le tensioni geopolitiche si sono attenuate, grazie alla recente tregua tra Russia e Ucraina, da un lato, e tra Israele e Hamas, dall’altro (resta solo il fronte ISIS), l’attenzione al momento è focalizzata sulla sempre maggiore forza del dollaro. Dal lato dei fondamentali, la crisi della domanda di oro è da attribuire essenzialmente a due paesi, Cina e India, i primi due consumatori di oro al mondo. Insieme, i due paesi asiatici rappresentano il 56% dell'intero mercato mondiale.

Outlook Negativo nel breve e Neutrale nel medio-lungo termine. Nei primi sei mesi dell’anno, seppur con una certa volatilità, le quotazioni dell’oro hanno continuato a salire, l’oro era l’asset che garantiva le prestazioni migliori almeno fino alla fine di giugno, col rientro in area 1.700 dollari. Le tensioni geopolitiche e il clima più disteso in Ucraina non hanno contribuito a fortificare questo trend ma anzi, hanno quasi distolto l’attenzione degli investitori, dirottandoli sul dollaro come asset rifugio. Al tempo stesso, la Fed indica che i tassi di interesse cresceranno entro la fine del 2015; una prospettiva che la Fed subordina alla tenuta della congiuntura economica.

Ma è questa congiuntura che non sembra ancora davvero solida al punto che se le prospettive cambiassero e la Fed posticipasse un rialzo dei tassi, l’oro potrebbe tornare a recuperare ribadendo che difficilmente si potrà scendere sotto quota 1.000 dollari l’oncia, nel medio termine. Gli investitori probabilmente torneranno a comprare oro nel 2015, sia per tutelarsi contro l’inflazione che per cautelarsi da un possibile rallentamento economico. Il nostro Outlook di breve resta pertanto improntato al Negativo, anche se restiamo pronti a rivederlo al rialzo qualora il rimbalzo fisiologico si facesse più concreto. Nel medio-lungo la nostra posizione resta Neutrale.

Le previsioni per il 4° trimestre 2014 indicano l’oro a 1.260,

poco sopra i livelli attuali. La stima per il 2014 è 1.283 dollari mentre risulta in ribasso quella del 2015 a 1.250 dollari l’oncia.

Previsioni di prezzo per l’Oro

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Oro ($) 1.221,4 1.260,0 1.237,5 1.230,0 1.283,0 1.250,0 Fonte: consenso Bloomberg

Argento: crollo verticale sotto 18 dollari

Prosegue il ribasso fin sotto 18 dollari. Dopo diversi mesi di congestione ed incertezza, l’argento ha iniziato dalla metà di luglio un movimento lineare al ribasso. Dopo aver testato la zona 21,50 dollari, il prezzo è sceso all’area di supporto 19/18,50. Anche questo livello, dopo una leggera accumulazione, è stato rotto facendo precipitare la quotazione sui minimi degli ultimi 4 anni a 17,40. Il dato da inizio anno è negativo a -8,6%, il rischio è la ripetizione dell’incredibile performance negativa dell’intero 2013 (-35,7%). Il comparto registra un 2014 a +0,1%, cercando di resistere in territorio positivo dopo il -29,8% con cui aveva chiuso il 2013.

GSCI Preziosi vs. Argento (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Preziosi 1.525,5 0,1 -33,9 16,7

Argento ($) 17,8 -8,6 -47,8 9,3

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 9

Argento: $/oncia (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di breve termine

23.07.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%)

GSCI Preziosi 1.525,5 0,3 0,3 -1,6 -5,0

Argento ($) 17,8 -0,1 -1,1 -5,4 -8,5

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Il quadro sull’argento. Nonostante l’impiego delle forze armate statunitensi in Iraq contro l’ISIS e le tensioni tra Occidente e Russia in merito alla situazione in Ucraina, l’argento non beneficia di nessuna tensione rialzista ed anzi accentua il suo crollo fin sotto i 18 dollari. La tendenza è innegabilmente ribassista, il prezzo dell'argento ha toccato il livello più basso da oltre 14 mesi a questa parte. La debolezza dell'argento è collegata ai dati peggiori delle previsioni provenienti dalla Cina, che hanno allarmato gli investitori su un possibile rallentamento della seconda più grande economia del mondo.

L'argento ne ha risentito, con gli operatori che lo hanno pesantemente venduto, anche a causa delle sue prerogative di metallo industriale e non solo raro. Questa discesa appare comunque in linea col resto del comparto dei Preziosi, che ha registrato forti perdite nell'ultimo periodo, soprattutto a seguito di un rafforzamento del dollaro USA e indebolimento del petrolio (due beni rifugio sostituti di oro e argento). Ad aggravare il forte storno delle quotazioni anche il superamento da parte del dollar index della forte area di resistenza a 84, sulla scia di un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed che spinge la valuta statunitense concentrando le attenzioni degli operatori sulle commodity, rese più costose sui mercati internazionali.

Rapporto Oro su Argento (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Outlook Negativo da Neutrale nel breve periodo e nel medio- lungo. Mutiamo il nostro Outlook in Negativo, da Neutrale, nel breve termine, a causa della rottura di area 18 dollari. Nel medio-lungo termine, benché Neutrali, rimaniamo in attesa di segnali più concreti di un cambio di tendenza dal lato dei fondamentali dove grava infatti un costante surplus di offerta che amplia le scorte. Lo scenario di dollaro forte, domanda debole e tensioni geopolitiche ininfluenti (nessuna corsa ai beni rifugio) completano un quadro di debolezza strutturale per l’argento. Le previsioni per il 4° trimestre 2014 indicano l’argento a 20,4 dollari l’oncia, in rialzo dai livelli attuali. La stima per il 2014 è meno ottimista e indica 20 dollari l’oncia, prezzo comunque superiore alle quotazioni del momento.

Venti dollari è anche la stima per l’intero 2015.

Previsioni di prezzo per l’Argento

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Argento ($) 17,8 20,4 20,3 20,0 20,0 20,0

Fonte: consenso Bloomberg

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 10

Storno delle quotazioni: pesano tensioni geopolitiche e domanda asfittica. Il ribasso del comparto poggia su due fattori ormai sempre più strutturali. Da un lato il superamento degli effetti delle tensioni geopolitiche. Il fatto che un blocco delle esportazioni dei metalli da Ucraina (rame e nickel nello specifico) e Russia (sanzioni economiche) possa tenere alta la tensione sul comparto è ampiamente superato. Il mercato pare aver ampiamente metabolizzato gli scossoni generati da questa situazione senza che ci siano particolari reazioni sui prezzi dei metalli. Dall’altro il rallentamento della domanda in Cina a causa del mancato varo di ulteriori piani di stimolo per le infrastrutture e il consolidamento interno della produzione e della lavorazione dei metalli, senza esternalizzare alcuna tensione sul mercato globale, completano il quadro. L’insieme di questi fattori giustifica la frenata dei Metalli Industriali, che, dopo aver chiuso il 2012 a -7,9% e terminato il 2013 a -12,9%, da inizio 2014 segnano -1%. Il risultato si confronta col GSCI generale che scende da inizio 2014 del 6,8%.

Cina: quadro economico contrastato. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) in Cina è salito del 2% ad agosto rispetto allo stesso mese dello scorso anno ed è aumentato dello 0,2% a livello mensile. Lo ha reso noto l'Ufficio di statistica del Paese.

A luglio l'indice dei prezzi al consumo era salito dello 0,1%

mese su mese e del 2,3% anno su anno. Nel 2° trimestre l'economia cinese è cresciuta a un ritmo appena superiore alle attese grazie all'effetto delle misure di stimolo, PIL a 7,5% a/a da 7,4% del trimestre precedente, mentre le attese erano per una lettura invariata, trimestralmente PIL a +2,0% t/t dall'1,5% t/t precedente e contro attese all'1,8%. La produzione industriale è cresciuta in Cina ad agosto del 6,9%.

Si è trattato della più bassa crescita da dicembre 2008. Gli economisti avevano previsto una crescita dell'8,8%. La produzione industriale cinese era cresciuta a luglio del 9% e a giugno del 9,2%. Le vendite al dettaglio sono cresciute ad agosto dell'11,9% contro il +12,2% nel mese precedente. Gli esperti avevano previsto una crescita del 12,1%. Gli investimenti in capitale fisso nelle aree urbane, un indicatore dell'attività nel settore delle costruzioni, sono aumentati nel periodo gennaio-agosto del 16,5%. Gli economisti avevano previsto un aumento del 16,9%. La manifattura torna a rallentare, l’indice PMI manifatturiero di agosto, ufficiale, è risultato in calo a 51,1 punti, contro i 51,7 di luglio (il massimo da 27 mesi). Si tratta del valore più basso dell’ultimo trimestre, nonché della prima contrazione dopo sette mesi. Intanto la stima preliminare (a cura della banca d’affari HSBC) del PMI Manifatturiero di settembre si porta a 50,5 punti dai 50,2 del mese precedente (consenso in calo a quota 50). Nonostante il segnale di crescita, il sotto-indice relativo all'occupazione scende ai minimi da 5 anni e mezzo, confermando comunque un quadro debole. Infine, il China Real Estate Index System (CREIS) ha comunicato che i prezzi delle case sono calati in Cina ad agosto dello 0,6%. Si è trattato del quarto calo

mensile consecutivo. Su base annua i prezzi delle case sono aumentati in Cina ad agosto del 3,15%. Si è trattato del più basso aumento dal febbraio del 2013 in un quadro di assenza di incentivi immobiliari da parte del Governo cinese. Le difficoltà del mercato residenziale coinvolgono il settore delle Costruzioni, che assorbe molta dell’offerta di Metalli Industriali.

Cina: dalla Banca centrale 81 miliardi di dollari di liquidità. La Banca centrale cinese è pronta a misure di stimolo pari a 500 miliardi di yuan (circa 81 miliardi di dollari), dirette al sistema bancario per rafforzare la crescita economica e centrare l’obiettivo del 7,5% nel 2014. Destinatarie dell'iniezione di liquidità saranno le banche: Icbc, Bank of China, China Construction Bank, Agricultural Bank of China e Bank of Communications, che dovrebbero ricevere 100 miliardi di yuan ciascuna nel giro di tre mesi.

Outlook Neutrale nel breve ma con rischi verso il basso. I metalli industriali hanno reagito negativamente alle dichiarazioni rilasciate dal Ministro delle Finanze cinese Lou Jiwei, che ha rimarcato come la crescita economica in Cina stia subendo decise pressioni al ribasso. Inoltre, ha escluso che importanti cambiamenti di politica economica saranno implementati in risposta a singoli indicatori economici. Questi commenti stanno deprimendo le aspettative per l’avvio di nuovi programmi di stimolo, favorendo il consolidamento al ribasso dell’intero comparto. In questa ottica, il nostro Outlook passa a Neutrale da Moderatamente Positivo con forti rischi per un ulteriore deterioramento. Gli operatori che erano apparsi rassicurati dai dati provenienti dalla Cina iniziano ad essere meno certi che anche a fronte di dati positivi, come il PMI HSBC degli ultimi giorni, il quadro cinese possa riservare sorprese così positive da spingere i Metalli.

GSCI Industriali vs. GSCI (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Metalli Industriali: deciso storno in settembre ma lontano dai minimi 2014

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 11

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI 4.500,5 -6,8 -9,9 12,7

GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI Industriali vs. Rame, Alluminio, Zinco, Nickel (da 01.01 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di medio termine

23.09.14 3M (%) 6M (%) 12M (%) YTD (%) GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 6,8 0,9 -1,0

Rame ($) 6.720,0 -2,4 3,8 -6,0 -8,7

Alluminio ($) 1.966,0 3,7 13,6 9,5 9,2

Zinco ($) 2.246,8 3,7 16,2 22,3 9,4

Nickel ($) 17.125,0 -5,5 6,3 24,5 23,2

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Previsioni di prezzo per i singoli componenti degli Industriali Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno 23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015 Rame ($) 6.720,0 6.888,5 6.875,0 7.000,0 6.906,0 6.950,0 Alluminio ($) 1.966,0 1.930,0 1.970,0 2.000,0 1.869,0 2.000,0 Zinco ($) 2.246,8 2.285,0 2.274,0 2.375,0 2.165,5 2.350,0 Nickel ($) 17.125,0 18.957,0 20.696,5 20.772,0 17.738,5 21.219,0 Fonte: consenso Bloomberg

Rame: consolida al ribasso, sotto area 7.000

Settembre sancisce la rottura ribassista di 7.000 dollari. La pubblicazione dei dati sulla produzione industriale e sui consumi interni in Cina, che hanno messo in evidenza un più marcato rallentamento nella crescita del Paese, ha favorito il ribasso del rame e la rottura di area 7.000 dollari. L’inasprirsi dei rapporti fra Occidente, Russia e Ucraina coi relativi timori circa la circolazione dei metalli fra quelle aree è completamente metabolizzato dal mercato e non crea alcuna tensione rialzista. Il 2013 si era chiuso col rame a -7,2%; da inizio anno non si cambia registro col ribasso che raggiunge -8,7%. I Metalli Industriali hanno terminato il 2013 a -12,9% e registrano, da inizio anno, una performance negativa del -1%.

GSCI Industriali vs. Rame (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5

Rame ($) 6.720,0 -8,7 -17,9 12,8

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Rame: $/ton (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%) GSCI Industriali 1.353,0 -0,1 -1,4 -2,8 -5,6

Rame ($) 6.720,0 0,0 -1,7 -3,5 -5,0

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Caratteristiche della domanda e dell’offerta. Il prezzo del rame è in fase di consolidamento al di sotto dei 7.000 dollari per tonnellata. Il precedente rialzo era stato dettato dagli acquisti cinesi e dalle ricoperture di chi si era esposto troppo al ribasso nei mesi scorsi. In settembre viene meno pertanto il sostegno al precedente trend, lasciando ampio spazio ai ribassisti, spinti a liquidare le posizioni dall’incertezza sulla crescita cinese, unita alle difficoltà di tutto l’Occidente. Il mercato del rame in Cina ha registrato importazioni per 360.000 tonnellate di rottame di rame in luglio (+2,9 % a/a e +38,5 % m/m), mentre da gennaio a luglio le entrate sono state di 2,12 milioni di tonnellate (-12,2% annuo). Le importazioni di prodotto

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 12

lavorato, a luglio, sono state pari a 244.000 tonnellate (- 16,07% annuo), mentre l’intero ammontare gennaio-luglio è di circa 2,125 milioni (+27,92% annuo). Questo quadro di continua riduzione delle importazioni può essere imputato allo scandalo del porto di Qingdao (lotti di rame utilizzati più volte come garanzia per ottenere finanziamenti) e alla conseguente riduzione della domanda di rame per attività finanziarie.

Outlook ancora Neutrale nel breve e nel medio-lungo. Riteniamo coerente una conferma dell’Outlook Neutrale nel breve. Il rallentamento dell’economia cinese si evince da un set di dati macroeconomici non più univocamente positivi. Questo ha frenato la domanda di rame, anche se l’ultimissimo dato in termini di PMI pareggia il pessimo dato sulla dinamica dei prezzi delle case, settore ad alto assorbimento di Metalli Industriali, consentendo al rame di consolidare in area 6.800 dollari.

Segnaliamo come le previsioni di consenso siano più ottimiste sul 4° trimestre 2014, indicando 6.888 dollari dall’area di 6.720 in cui il rame scambia ora. Le stime per l’intero 2014 sono a 6.906 dollari, quelle sul 2015 a 6.950 dollari.

Previsioni di prezzo per il Rame

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Rame ($) 6.720,0 6.888,5 6.875,0 7.000,0 6.906,0 6.950,0 Fonte: consenso Bloomberg

Alluminio: in rapida discesa verso 1.950

Il calo della tensione in Ucraina spinge sotto quota 2.000 dollari. L’inasprirsi dei rapporti fra Occidente e Russia a fronte però di inferiori tensioni in Ucraina ha totalmente estinto le spinte rialziste sull’alluminio favorendo un rapido declino sotto i 2.000 dollari. Nonostante il ritracciamento, l’alluminio sale del +9,2% da inizio anno rispetto a un 2013 chiuso a -13,2%. I Metalli Industriali hanno terminato il 2013 a -12,9% e registrano, da inizio anno, una performance leggermente negativa: -1,0%.

GSCI Industriali vs. Alluminio (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5

Alluminio ($) 1.966,0 9,2 -5,5 6,9

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Alluminio: $/ton (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%) GSCI Industriali 1.353,0 -0,1 -1,4 -2,8 -5,6

Alluminio ($) 1.966,0 -0,5 -0,5 -3,0 -4,7

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Caratteristiche della domanda e dell’offerta. In base alle stime preliminari di HSBC l'indice PMI Manifatturiero per la Cina è a sorpresa salito a settembre. La notizia ha ridotto i timori del mercato relativi allo stato di salute della seconda economia mondiale, migliorando le attese anche sul comparto dell’alluminio. Non a caso in Giappone, dove il 97% delle lattine per bevande viene raccolto per essere riciclato, si è registrata dal 2008 un'impennata dei prezzi dei rottami di alluminio. Questo rincaro è probabilmente dovuto all'aumento delle vendite di auto in Cina e all'incremento della domanda negli USA. I dati raccolti da Bloomberg hanno rivelato un incremento del 24% del tasso di riferimento relativo ai rottami, che raggiunge così 181,1 Yen ($1,73) al Kg.

Outlook Moderatamente Positivo nel breve, resta cauto nel medio-lungo termine. Migliora il quadro sull’alluminio, nonostante il settore resti schiacciato da un deciso surplus di offerta che pare non erodersi (gli stop alla produzione resi necessari sia in Cina che in Occidente non paiono efficaci). Le quotazioni del metallo hanno subìto le tensioni ucraine e accelerato oltre quota 2.000, ma appena tali tensioni sono venute meno i prezzi sono velocemente rientrati a ridosso di 1.950. Il nostro Outlook di breve resta quindi Moderatamente Positivo, sulla scia di un possibile fisiologico rimbalzo delle quotazioni specie se i segnali di ripresa arrivati dalla Cina dovessero continuare, scenario che in questo momento non appare il più probabile. Le previsioni di consenso indicano per il 4° trimestre del 2014 quota 1.930, in linea coi valori attuali. Le stime per l’intero 2014 si attestano in area 1.869, mentre quelle per il 2015 indicano il livello di 2.000 dollari.

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 13

Previsioni di prezzo per l’Alluminio

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno 23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015 Alluminio ($) 1.966,0 1.930,0 1.970,0 2.000,0 1.869,0 2.000,0 Fonte: consenso Bloomberg

Zinco: il doppio massimo favorisce la discesa

I due falliti test in area 2.400 (agosto/settembre) favoriscono il ritracciamento. Lo zinco soffre dello squilibrio dei fondamentali di domanda/offerta, a causa delle grandi riserve di magazzino accumulate negli ultimi anni. I due test rialzisti falliti a ridosso di 2.400 hanno poi dato origine al ritracciamento in corso in area 2.250. Il metallo registra un +9,4% da inizio anno contro un 2013 chiuso a +0,2%. I Metalli Industriali hanno terminato il 2013 a -12,9% e registrano, da inizio anno, una performance negativa del -1%.

GSCI Industriali vs. Zinco (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5

Zinco ($) 2.246,8 9,4 8,4 22,3

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Zinco: $/ton (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di breve termine

23.09.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%) GSCI Industriali 1.353,0 -0,1 -1,4 -2,8 -5,6

Zinco ($) 2.246,8 0,8 -0,8 -1,1 -4,3

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Caratteristiche della domanda e dell’offerta. In controtendenza rispetto al comparto il prezzo di questo metallo potrebbe continuare a salire, poiché l’offerta non riuscirà a soddisfare pienamente le richieste. Grazie agli impieghi nell’industria dell’auto, delle infrastrutture, delle costruzioni e degli elettrodomestici, i consumi globali sono stimati in aumento del 5% nel 2014, contro il +4% nel 2013.

Outlook Neutrale nel breve e nel medio-lungo periodo. Ancora una volta il sentiment sulla Cina sarà il fattore determinante per lo zinco. Un suo ritorno al centro del mercato favorirà il rialzo del metallo dopo le spinte geopolitiche degli ultimi due mesi. Nel breve le attese sono di una pausa nella dinamica del prezzo dello zinco, con la conferma di un Outlook Neutrale.

Un Outlook di medio-lungo periodo un po’ più positivo può essere giustificato perché, da un lato, la nuova capacità estrattiva prevista nei prossimi anni è limitata e, dall’altro lato, lo zinco è uno dei metalli che dovrebbe beneficiare dei maggiori consumi nei Paesi emergenti, quadro che non appare ancora confermato dalle stime di medio-lungo. Le previsioni di consenso per il 4° trimestre del 2014 indicano 2.285 dollari, in linea coi valori attuali. Le stime per l’intero 2014 si attestano in area 2.165, sul 2015 si registra 2.350.

Previsioni di prezzo per lo Zinco

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Zinco ($) 2.246,8 2.285,0 2.274,0 2.375,0 2.165,5 2.350,0 Fonte: consenso Bloomberg

Nickel: test rialzista fallito in area 20.000

Settembre di forte ritracciamento in area 17.000. Il fisiologico storno, che ha portato i prezzi nuovamente in area 17.000 dal mancato test rialzista di area 20.000 dollari, è frutto del rientro delle tensioni in Ucraina. Anche se sul comparto gravano in egual misura i timori di ulteriori sanzioni contro Mosca (che potrebbero spingere il metallo di produzione russa verso gli acquirenti cinesi), il mercato pare aver metabolizzato la questione azzerando qualsiasi stimolo rialzista. La performance 2014 risulta pari a +23,2%, in controtendenza rispetto al -18,5% della chiusura del 2013. I Metalli Industriali hanno terminato il 2013 a -12,9% rispetto al -1% di quest’anno.

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 14

GSCI Industriali vs. Nickel (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di lungo termine

Valore Performance (%) Var. % Var. % 23.09.14 da inizio 2014 2 anni 5 anni

GSCI Industriali 1.353,0 -1,0 -16,0 -4,5

Nickel ($) 17.125,0 23,2 -4,7 0,1

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Nickel: $/ton (da 01.01.2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Performance di breve termine

23.07.14 1G (%) 2G (%) 5G (%) 1M (%) GSCI Industriali 1.353,0 -0,1 -1,4 -2,8 -5,6

Nickel ($) 17.125,0 0,6 -3,7 -5,4 -8,7

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Caratteristiche della domanda e dell’offerta. Dopo un aumento del 7,3% nel 2013 la crescita dei consumi globali di nickel dovrebbe rallentare al 4% (anno su anno) nel 2014. Lo scenario è cambiato drasticamente dopo la decisione dell'Indonesia di bloccare le esportazioni. Un impegno che in futuro potrebbe essere rafforzato, riducendo l'eccesso di offerta globale.

Il nostro Outlook resta Positivo. Ci attendiamo che il consolidamento delle quotazioni in area 17.000 sia solo temporaneo, prima di riprendere gradualmente a salire, dato che i fondamentali restano positivi nel medio periodo. Più nel

breve, invece, un nuovo inasprimento della politica di esportazione del nickel lavorato da parte della Russia potrebbe penalizzare l’Occidente a favore della Cina, con qualche tensione sui prezzi e con relativo rimbalzo delle quotazioni. E’

evidente che, non essendoci grosse differenze negative col precedente scenario, l’Outlook resta Moderatamente Positivo nel breve ma con un occhio di riguardo a possibili shock negativi in arrivo dalla Cina. Nel 4° trimestre del 2014 il prezzo del nickel è stimato a 18.957 dollari, in rialzo dai valori attuali, mentre le stime per l’intero 2014 si attestano in area 17.738 e sul 2015 a 21.219 dollari.

Previsioni di prezzo per il nickel

Valore 4° trim. 1° trim. 2° trim. Anno Anno

23.09.14 2014 2015 2015 2014 2015

Nickel ($) 17.125,0 18.957,0 20.696,5 20.772,0 17.738,5 21.219,0 Fonte: consenso Bloomberg

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Intesa Sanpaolo – Servizio Studi e Ricerche 15

Si accentua il ribasso del 2014. Lo storno dai massimi dell’aprile 2014 assume dimensioni impressionanti;

l’accelerazione al ribasso di settembre porta il comparto sotto 500, ai minimi dal giugno del 2010. Ancora una volta le stime WASDE non particolarmente favorevoli hanno mostrato un rialzo diffuso di tutte le riserve di granaglie, in un quadro fondamentale immutato che vede alti tassi di produzione grazie a un meteo favorevole e a una resa dei terreni molto superiore alle attese. Dai massimi 2014 (area 700), fatti segnare a cavallo fra aprile e maggio, è originato un forte storno aggravatosi mano a mano che le pubblicazioni mensili dei report a cura dell’USDA confermavano il quadro positivo e rivedevano al rialzo produzione e scorte. La performance del 2014 vede gli Agricoli in ribasso del -18%, il risultato si confronta col GSCI generale che scende da inizio anno del -6,8%.

FAO: prezzi mondiali ai minimi da quattro anni. I prezzi mondiali dei generi alimentari, secondo l'Indice FAO (Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite), sono scesi in agosto al livello minimo dal settembre 2010 a causa della contrazione di latte e prodotti caseari. L'Indice FAO, che registra le variazioni mensili di un paniere formato da cereali, semi oleosi, latte e derivati, carne e zucchero, ha registrato una media di 196,6 punti ad agosto, in diminuzione di 7,3 punti (il 3,6%) rispetto al mese di luglio.

Rispetto ad agosto 2013, il calo è di 7,9 punti, pari al 3,9%. La FAO ha rivisto al rialzo le stime di produzione globale di cereali per il 2014 a 2,512 miliardi di tonnellate, 14 milioni di tonnellate in più rispetto alla stima del mese scorso. E' aumentata anche la previsione sulla produzione di farina, a 716,5 milioni di tonnellate rispetto alle 707,2 della precedente.

Le riserve di cereali alla fine della stagione 2015 sono attese a 616 milioni di tonnellate, +12 milioni rispetto alla precedente previsione.

Il virus Ebola “contagia” le soft commodity. Fortissime le reazioni di Cacao, Zucchero e Caffè: i rischi legati al virus Ebola stanno contraendo le esportazioni dall’Africa di queste tre soft commodity generando il forte rialzo dei prezzi in atto. La crescita dei prezzi, in particolare del cacao, evidenzia un timore dal lato della domanda degli importatori, dovuto ai rischi di contagio del virus, pur in un contesto di ampia disponibilità di offerta. A preoccupare gli operatori, al momento, è il rischio di un’estensione dell’epidemia alla Costa d’Avorio, il primo produttore mondiale di cacao. Liberia e Guinea sono i paesi ai confini occidentali della Costa d’Avorio, che insieme al vicino Ghana contribuiscono ad oltre il 50% della produzione mondiale di cacao. Il rischio di diffusione del virus verso l’Africa orientale metterebbe in difficoltà raccolta, controllo e spedizione del prodotto. Il rialzo del cacao forse si rivelerà solo un effetto speculativo di breve durata, ma intanto ha già spinto i prezzi a New York sopra 3.300 dollari e a Londra al record di oltre 2.000 sterline per tonnellata.

Outlook Neutrale da Moderatamente Positivo. Il comparto si presenta in forte sofferenza dopo la divulgazione del WASDE Report di settembre, che sostanzialmente conferma raccolti abbondanti e altrettante stime eccedenti sulle scorte, accelerando il ribasso in atto dai massimi 2014 e segnando i nuovi minimi a 4 anni. Sulle possibilità di un recupero dei prezzi, a breve periodo, domina un generalizzato scetticismo.

Se da una parte è realistico pensare che il protrarsi delle attuali basse quotazioni possa trasformarsi, a più lungo termine, in una conseguente contrazione della produzione, dall’altra il tempo che intercorre tra semina e raccolto rende molto difficile elaborare previsioni fondamentali di così corto respiro;

appare quindi più logico fotografare lo stato del mercato e su di esso ragionare a breve termine. In questo scenario di forte pessimismo mutiamo in Neutrale il nostro Outlook, vista la fortissima accelerazione del ribasso in atto; appare invece ancora logico un Outlook Neutrale nel medio-lungo, viste le continue stime di rialzo della produzione cerealicola e delle conseguenti scorte.

FAO Food Index dal gennaio 2006

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

GSCI Agricoli vs. GSCI (da gennaio 2008)

Fonte: Bloomberg, elaborazioni Intesa Sanpaolo

Prodotti Agricoli: crollo verticale in settembre complici la crisi e il WASDE

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