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:,i.-i;s;,:;,,,;,,,v,,,mi-Digitized by the Internet Archive
in
2011 with funding from
Research Library, The Getty Research Institute
http://www.archive.org/details/sullaimprovisacaOOvala
SULLA IMPROVISA CADUTA
DI UN ARCO
NEL PALCO SCENICO
DEL
TEATRO VALLE DI ROMA
Odi
profanum
viilgus^ et arceo Favete linguis.
(horat.
Od. I. ni.)X3X
L' ARCHITETTO
GIUSEPPE VALADIER
AGLI AMATORI DEL VERO,
I
Gindiz) delVolgo sono sempre immaturi
ed assurdi«orche
fondati sulle apparenze 5 Semuore
i^n"fermo
fu ,1I
edico che l'uccise: se si perdeuna
L.te , fu il DifensorerhP
Trascurò di parlare e di scriverecome
esigeva il suoMi-
visterò Se cacle
una
Fabrica , f^ colpa dell'Architetto.E mentre
si giudicacon
tantafranchezza
sopra cosenon
co-nosciute
mentre
tuttipretendono
di esser Medie. , Difenso-H A
chitetti;ninno
cerca di risapere le cause per lequah Ii'ptdna
la Lite,morì
l'Infermo, rovinò lEdihc.o:E
sic"al
n'"; il Professore , e l'Artista senzamdagare
se le re- cole dell' Artesomministravano alcun
rimedio, e se lamor-
fé la perdita, la rovina , potessero ragionevolmente preve- ders o essere nei limiti della
umana
prtidenza impediteA
ciò sì aggiunge la maligni!
à
, vizioordmario
dei ciurmatori volgari! per cui (come
scrisseuno
Storico ) maliziosamen-iein daino
evergogna
di alcuni si accresce ilmale
, si di-
%inuisc7 alene, S
Simale
piuttosto che al bene si volgono''
"fo '^t^
volgo profano ,ma
a Vai , estimatoriinc^enui delle
umane
cose , diriggo creste brevi osservazipnu La^ticoltà di giudicare esclusivamente risiede presso 1 Sapien-ti
E
Voi che sapienti siete, e che , dispreszando le fallaci ap^mrenze,
ricercateedamatela
verità, ascoltarcte, lo spero,dì
buona
voglia la verace Istoria del Fatti , chehan
precedu-to la improvfsa rovina del solidissimoArco inalzato
nel!
ea- t?o Valle , sulla quale i Maldicenti , egU
Ozius. s, trastulla-rono
tlnoraimpunemente con
tante inedie , econ
tante pa-iole ,
che
il loquace Fabio di Orazio (b) s'unnojarebbe nelriferirle.
_
(a) A-aiorAslo
Cromaziano
della MalignilaIslorica Di^c, l.Fiutare, de Herodoti Malignilate
^um.
2, 3. 4.^b)
Loauacem
Vdassare
valentFabium.
( Lib. I. Sat. I. )
)(
iX
Era giunto alla sua decrepitezza il
TEATRO VALLE
,•che rubricato eli
Legnami
, giusta ilcostume
antico ,formò
pei lungo
tempo
la delizia dei colli Abitanti diRoma. Quin-
di il
Governo mi
ordinò di esporre in disegno lemie
Idee sulla riedibcazione di esso da farsi,non
coi fragiliLegni,
m.i col cementi , in
un modo che
fossedegno
della CittàRe-
gina. Ubbidii: enon
solo il disegno fu presentato ,ma ben
anche mi modello
in rilievo , che riscosse il generalecom-
patimento. iVIi fa impossibile di
uniformarmi
allamia
vo-lontà , e al desiderio di tutti. Avrei voluto cambiare la po- sizione del Teatro , o per lo
meno
ampliarlo ,valendomi
del Locale dell' annesso Palazzo di proprietà della Nobilissima Fa- miglia Capranica:ma
conosceva i sentimenti del Sig.Mar-
chese
Padrone
, e di coloro cuisono
affidati gì' interessi di lui ,sommamente
vogliosi diminorare
perquanto
fosse pos-sibile il dispendio , e di riunire il risparmio alla perfezione dell'Opera.
Fu duopo adunque
servirsi in parte deimuri
del- lo stesso Palazzo , senza però distaccare dalmedesimo
la luio-va
Fabrica , che potea d'altronde isolarsi , e per talmodo
acquistare maggiori
commodi
, emaggiore
dignità . Si pelea per esempio tormareun
portico per discendere al coperto daiCocchi,
e rimontarvicon
sicurezza: Si poteano costruire del- le Sale di trattenimento, imitando ilcostume
delle altreMe-
tropoli :
Ma
ilPALAZZO
chenon dovea
distruggersi , e l'amo- re del risparmio,mi
costrinsero a limitarmi nell'angustia delP antico Perimetro.Presentai
due
progetti: l'uno concernente 1'Opera
Archi-tettonica , l'altro sulla
economia
del lavoro , e sulla spesa cal-colata per approssimazione . Il
Governo
li sanzionò , decre- tando che ilnuovo
Teatro si cditìcassea norma
dei miei di- segni , e Modelli , ed a spese della Famiglia Capranica. Piac-que
al Sig.Marchese
e il progetto e l'Ordine Superiore:Or-
dinò al celeberrimo Sig. GiuseppeCamporesi
Architetto del- la Casa di vegliare := alla esattezza , sollecitudine , e solidità , die richiede quest''Opera =
e di porsimeco
d'accordo perchèi miei Disegni e Modelli fossero
immancabilmente
esegui-ti (a). S' intraprese il lavoro , e s' intraprese in vin
tempo
ia(a)
Ecco
il gentile biglietto scritto in quella occasione dair ottimo Sig.Marchese
„ Signor Valadier Stimatissimo
,,
Mi
sono prevalso,dopo che
lasciai l'opera del Signor,, Ulisse Pentini che
mi
assisteva in quidità di Architetto , di)( 5
X
•cwl si rendea difficile di iillimarlo pel prossimo Carnevaìc
,
epoca stabilita dalle pubìiche Aulorilà, ed
ern
Linciata neiMa-
nitesli e nelle Gazzette per l'apertura del
nuovo
Teatro.Que-
sta tardanza produsse in seguito la necessità di
un
precipi- toso alfrettamenlo , e cagionò quel dispendio che dagli Agenti oculalissimi del Sig.Marchese
si voleva evitare, allorché sitrattava di stabilire la
forma
dell'Fdifizio .Ma
di ciònon
do-veva
io interessarmi .La
sodalità, la prontezzagl'adempimen-
to degli Ordini del
Governo incombeva
per volere del SignorMarchese
al suo Architettoche non
lasciò d'incaricarsenecon
un impegno veramente giande,
e straordinario. Ilmio
do- vere eia ìinihaio ai Disegni: per l'esecuzione dei quali iacea di mestieri porsi d'accordo coi subalterni Artisti,sommi-
nistrando ai
medesimi
i particolarimodini
desunti dal gene- raleModello
.Ecco
ilperchè
visitai sovente il Teatromen-
tre si costruiva
; perchè niun' ajuto
mancasse
agli Operaj , on- de il lavoro fosse eguale almio
Piano dalGoverno
approva- to , ed accettissimo al Sig. Marchese.Questa sola riflessione di fallo sarebbe sufficiente a far tacere i Maledici sul conto
mio
:Poiché
la rovinanon
po-trà
giammai
dimostrarsi originata dal vizio de'miei disegni.Mi
piace però di provarvi , o SaggiAmatori
delVero
,che
eli
niuno
tu colpa quella improvisa caduta .Vedrete qui uni-te quattro Tavole: nella
prima
delle quali è dimostralo in Pianta l'antico stato del Teatro ; nella seconda è dimostrato quello del Teatronuovo: La
terza presenta la Sezione delmedesimo
:La
quartauna
Idea del Prospetto ,Quanto
ali*Uditorio, lù esso iutieramente costruito dai foiidamenii : Tutte
„
quella del Sig. GiuseppeGamporesi
Architetto nelle cir-,, costanze di riattamenti alli
miei
Fabricati , ed altro ;non
„ credo perciò conveniente nella
nuova
riedificazione del„
Teatro Valleche
lo tolga dimezzo
,onde mi
prestiuna
„
assistenza per ilmio
particolare interesse , tanto piùche
„
personalmentenon
posso prestarmici . L'ho
perciò inca-„ ricato di porsi seco lei di concerto perchè il tutto sia ese-
,, guito
con
quella esattezza, sollecitudine e solidità che ri--„
chiede quest'Opera: In tal guisanon
reco alcun torto alla„
di leiPersona
, di cuiho
tutta quella stima che ragiona-„ volmente
merita,non
facciouno
sfregio al Sig.Gampores.
„ che mi ha
altre volte assistito, e tranquilizzo lamia
Personal,, Colgo tal circostanza per rassegnarmi colla
maggior
„
stimaSuo Devino Obhmo
Servii.firmato
=
Jì. Gapranica.*ó
)(6)(
le regole della Statica e della
Meccanica furono
scrupolosa-menta
osservate. ÌNè i detrattori potranno accusare questo la-voro
dipoca
solidità :SOLIDISSIMO
essendosi riconosciuto dall'intieroCorpo Accademico
espressamente incaricato dalGoverno
di riferire , se l'opera incominciata potesse ullimarai peltempo
stabilito , e reputarsi abbastanza sicura per conte- nere la moltitudine . Questa partepuò
dirsi ultimata,non
restando
che
alcune avvertenze e dettagli diniun
riguardo.E
sebbene i maligni , e gli oziosivadano ovunque mendican- do
e affastellando censure ,pur
tuttavolta i loro clamori in giuriosi agli Artisti , ed all' Arte sarannosempre
consideraticome
i latrati deiCani
allaLuna.
La
parte del Palco Scenico è tutta nel vecchio Fabrica-to .
La bocca
d'Opera èun Arco
di mattoni a tutto sesto, co-me
vedesi nella Tav. III. ,che
dà soccorso all'Arco scemo
formante
il contorno diBocca
d'Opera. Questi Archi furo-no
costruiti nelmuro
di prospetto del Palazzo ,muro
gros- so palmi sei , dimodiocre
materiale ,ma
ripresodove
il bi-sot^no lo esiggeva, e
che doveva
ancora riprendersi nella par- te inferioredopo
la demolizione della Volta della Cantina,
giacché il Palco Scenico
non
era ancora stabilito.Per ingrandir questo Palco ,
come
vedesi nella Tav. II.e Tav. III. , si fece
un Arco
a tutto sesto nel granmuro
gros-so
palmi
sette emezzo
, di ottimocemento
, e di fortissima costruzione Lett. E. Tav. III. cheformava un
Lato del gran- de Stallone , econ
questofurono
riuniti lidue
ambienti A. B.Tav. II. , distruggendo li
due
Voltoni A. B.Tav.
III., e fa-cendo
le altre Volte C. D.Tav.
III. per sostegno e sicurez- za delPiano
superiore,ma
di sola grossezza diun palmo
emezzo
in luogo di quelle che cuoprivano lidue
ambienti A. B., chcjOltre essere grossepalmi
tre , erano rintiancate in piano,come
alla Lett.T^
Intanto
che
si costruiv^aPArco
E., si riconobbe ilmu-
ro
che
era delPavimento
delPrimo
Piano Lett. F. Tav. III.ripieno di passi, porte, e
comraodi
ricavati nella grossezzadi detto
muro
, che in partefurono
riempiti ed in parte por-tati via dal
vano
ed apertura dell'Arco, il quale fuben
pian- tato sul solido , e con tutta l'accuratezza:E
neltempo che
gli Operai costruivano le
due Vohe
C. D. , sidemoli una Loggia
copertache
oltrepassava il tetto del Palazzo per cir- ca venticinque palmi,come
vedesi alla Lett.G. Tav. III.,e posavasuUi
due muri
H. LTav.I. e II. altro ditestai ed altro divisorio che era sulVoltone nella Lett. L. Tav. I. , e cosìtraversava inAL con
altri
due
tramezzi inN.
Tav. I. Questi tramezzi che dal pri-mo
Piano passavano al secondo, furono tolti , e cosìvenne
)(7)(
scemato
ulteriormente il peso ulli tremuri
H. I. 0.Ta-
vola II.
Allorché si
conobbe
che l'Arco dìBocca
d' Opera , leVolte , e l'Arco Lelt. E. erano in stato d'assodamento , si apri-
rono
li sordini , e si fecero i tagli perpendicolari sotto leim-
poste degl'Archi chefermavano
li piedritti di essi , quali ta- glinon
solo ,ma
quellicontemporanei
delle imposte, e rin- tianchi delle dette Volte C. D. fecero conoscere la qualità deimuri,
deiCementi,
e della loro forza, rinvenuti cosi soli- di , e dibuona
materia ,che
tranquillissimi rimasero per più diun mese
,mentre
siandavano demolendo
le Volte delle Cantine Lett. 0. Tav. III. per dar luogo ai Carretti delle quinte , emanovre
del sotto palco .In questi tagli apparve soltanto nell'angolo Lett. P.
Ta-
Tola II.,una muratura
diuna Canna
diCammino, che me-
tà
andò
via coli' apertura della luce , emetà
restò in detto angolo, la qualenon
essendo esattamente connessa colmas-
so della
Canna
, dimostravauno
stacco superficiale , loche non
dava luogo averuna
indagine.E
sebbene il prelodato Sig.Camporesi
, cui l' interesse del Proprietario era affidato,
usando molta
circospezione , ordinasseuna
ferratura ; taleprevidenza fu poi reputata inutile da tutti gli Artisti ,
non che
dallo stesso Sig.Marchese Padrone. Le
quali cose evi-dentemente
dimostrano che quelmuro dovea
giudicarsi dellamaggior
robustezza,come
in fatti lo era , eben
siconobbe
in tutta la sua estenzione nel fare il detto faglio ,Relativamente al calcolo delle forze necessarie a soste- nere ,
abbiamo
nelle Regole teoriche e prattiche insegnate dal P.DORAN,
e dai Sig.BLONDEL, DECHARLLES, DE LA
RUE, MASIed
altri, cheipie dritti di un'Arco
abbiano la lun-ghezza
diuna
quarta parte della sualuce.Dunque avendo
l'Arco cui si trattapalmi
quarantaquattro di luce , undici palmi dì di spalla bastavano a sostenere .Nel
caso nostro v'eranopalmi
ventidue, epalmi
undici emezzo
di grossezza delmuro
di telaro Lett. Q.che
in tutto sonopalmi
trentatre emezzo
.E' vero che in tutta questa estenzione vi era il
vano
della Scaletta aChiocciola Lett.R.Tav.I. e II. ,ma
di piccolo diametro, eche
per la suaforma
, e costruzione de'gradinipuò
consi- derarsi quasicome un muro
pieno.E
sevogliamo
valutar sola la distanza della spalla dal suo vivo alla tangente della rotondità di delta Scaletta , pure vi sono dieciottopalmi
dilunghezza, e
palmi
sette emezzo
di grossezza, che sono su- perficiali palmi cento trentacinque , base e piantato diun
Pi-lone atto a sostenere
almen
tre volte il carico che portava , tanto più che essendosi tolta laLoggia
coperta , li tramezzi^
)( 8 )(
•le "Stanze superiori , ed i Solari ,
come
si é detto di sopra ,il peso stesso fu in gran parte climinailo.
Con
tali esattissime proposisioni fu delineato , e costrnito•il grande
Arcone,
né poteasinemmen
da lungisospettareche un
lavoro cotanto solido fra
poco tempo
perdesse improvi^a- niente la vita.Erano
scorsi quattromesi
circadopo
la di lui costruzionequando
fu disarmato. Si aprirono allora i sordi- ni , si fecero i tagli , si allegeri il peso delle Volte che s;ra-vitavano su i
Mnii
, eche
furono rintlancate in plano ; co- sicché il peso rimasto era quattro volteminore
del peso an-tico. Niente
adunque
desideravasi per la eternità del lavoro di ciòche
insegnano le Teorie dell'Arte, e le regole inalterabili tratte dalla esperienza di tutte le cose Maestra. L'egregio Si-gnor Marchese,
gli Agenti suoi diligentissimi ,• l'esimio Archi- tetto destinato a vegliare alla solidità , ed alla esaltezza dell'ope- ra, erano sodisfalli e tranquilli: tutti finalmenteencomiava- HO
la grandezza, é la magniticenza dell'Arco,che sembrava
ergere la sua testa orgogliosa per lottarecon
le ingiurie deltempo
, e vivere sino allaconsumazione
dei Secoli.Nel
giorno iS. dello scorsoNovembre niun movimen-
to
abbenchè
leggero , erasi manifestato. Gli Artisti travaglia-vano
sullenuove
Volteonde
coprirle in quel lato, in cui ri-manevano ancora
scoperte.Ed
il SignorGamporesi
che assi-duamente
vegliava all'interesse del SignorMarchese
, era per- suaso a tal segno della sicurezza di quei lavori,che
nel gior-no medesimo
sioccupò unitamente
agli altri di stabilire ilmodo
di affidare allenuove
Volte , ed agli Archi i Ponti reali , egli altricommodi
per le operazioni da farsi nel Palco.Ma
nel giorno seguente sicambiò improvisamente
la scena. Alle ore dieci di Francia delinattino essendomi portato al Teatrocon grande
sorpresami
avviddi,che nelmezzo
dell'Arco Lett.E.Tar.
III. appariva
una
lesione alquanto risentita , ed all'altezza delle imposte delle Volte demolite nel pie dritto sotto il dettoArco
dalLato
destro diBocca
d'Opera apparivano lesioni perpendico-lari serpeggianti , le stabiliture staccate ed in parte cadute ,
dando
in quelpunto
chiaro segnoche
nella midolla di quel- la Spalla esistevaun
difetto , ovano
latente impossibile a co- noscersi senza distruggere l'intieromuro.
Gorsi subito ad ar- vertirne il Signor ]\Iarchese . Si tentò di apprestare a quelmale
tutti i soccorsi dell'Arte : e lusingavasi il SignorGam-
poresi , cui più d'ogn'altro interessava quell' improviso avve-
nimento,
( perchè incaricato espressamente,come dicemmo,
di vegliare alla solidità dei Lavori per l'interesse particolare 4cl Proprietario )
che
accavallando l'imposta ; e puatellandoiX
9 )(la parte debole, e
mancante
di forza, la rovina dell'Arco sarebbesi impedita.Ma
i soccorsi furono inutili , perciocché scorsaappena
la
mezza
notte precipitò intieramente il Pilone , e seco tra- scinò tutto l'Arco , lenuove
Volte , il tetto , e gli ambienti superiori , strappandoLegni
e catene.Rimase
illeso l'Arco diBocca
d'Opera : la Fabrica del Teatronon
fu inalcun
luogo pregiudicata :E
la caduta dell'Arco avrebbe arrecatoun danno
m'eno sensibile alla Famiglia Gapranica ,niuno
al Pub- blico , se gli Agenti e Consultori del SignorMarchese,
in vece di abbandonarsi aduna
incredibile confusione, avesseromeglio
esaminato quale fosse in tale circostanza ilmale mi-
nore ; perchè facilmente potcano convincersiche con
tenue dispendio , econ
lavoro di pochi giorni sarebbesi rialzatoil Pilone caduto , e col
mezzo
diuna
incavallatura tra que-sto ed il Pilone rimasto intatto da
formar Colmarccce
adun
Tetto per coprire l'Arco del Palco Scenico, il Teatro avreb-
be
agito nel prossimo Carnevale ; la Eccellentissima Casanon
avrebbe perduto gli affitti 5 il Pubbliconon
sarebbe stato de- luso nella sua espettativa.Vedete
adunque quanto
erroneo sia stato il volgare giu- dizio !Una mera
eventualità,un
caso fortuito,che mente
umana non
potca prevedere, dovrà attribuirsi a colpa di al-cuno
? Gli Artisti operaronocon
leRegole
inalterabili dell'Arte loro : la qualità dell'antico
muro
fu esaminata : la di lui robustezzanon
facca dubitare diuna
esterna solidità. Esso sostenevaun
pesoQUATTRO VOLTE maggiore
: loha
so- stenuto perqualche
Secolo senza dare alcun indizionem-
men
lievissimo della interna e latente sua debolezza.Per-
loche conveniva esser dotato di profetica scienza,
ovve-
ro èduopo
concludereche
eventuale e fortuita fu la cadu-ta. Potea forse conoscersi quel vizio nascosto per
un
altraeventualità , vale a dire se il
mio
Progetto e Disegnonon
sifosse per volere del Signor
Marchese
, e de Savj suoi , in piccola parte cambiato.Aveva
io stabilitoche
nei laterali spalloni all'Arco dimezzo
vi fosserodue
passi,come sono
segnati nella Tau.
IL
Lett. S. Se questa parte delmio
di-segno si fosse eseguita , il vizio sarebbesi certamente disco- perto.
Ma
questo discuoprimento sarebbe stato opera delpu- ro caso, cerne ilpuro
caso fu la ragione della istantanea caduta,almeno
nei limiti,come
io diceva in principio, dellaumana
prudenza.A
voi pertanto appartiene, imparzialiAmatori
del vero,di far tacere i Follicularj e gli Oziosi.
Non
è questo il pri-mo
fra gliavvenimenti
di tal fatta j enon
gara forse l'ulti-(
io)
mo. La
previdenzaumana
è ristretta ne'suoi confini:; Sar^lecito al
Volgo
elimisurarne
le forze ?JYbrt (fiùvis videt
immodulala Poemafa
Judex,( Horat. 4e Art. Poct.
)
IMPRIMATUR
Si videbitur Rino Patri Magistro^Sacri Palatii Apostolici.
Joseph della Porta Fìcesgerens.
IMPRIMATUR
Fr. Philippus Anfossi Ordinis Prasd. S. P. A. Magister.
lp€mtài^ (/e/t^^ea^^^é?
^^oM^ 7?^S
Jéa^i?amo a/
^f2^.J'alml\^.
S tO itf So
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