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RASSEGNA STAMPA 10/2021

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Academic year: 2022

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RASSEGNA STAMPA 10/2021

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Neue Zürcher Zeitung 8021 Zürich 044/ 258 11 11 https://www.nzz.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Tages- und Wochenpresse Auflage: 91'624

Erscheinungsweise: 6x wöchentlich Themen-Nr.: 999.022

Auftrag: 1035546 Seite: 24

Fläche: 27'073 mm²

Referenz: 80084128 Ausschnitt Seite: 1/1

Finma lehnt Bewilligungsantrag von Bitcoin Suisse ab

Der Bitcoin-Pionier

darf keine Bank werden

Werner GrundlehnenSind die Warnlampen bei der Eidgenössischen Finanzmarktaufsicht wegen des atemberaubenden Wachstumstempos der vergan- genen Woche angegangen? Am Mittwoch teilte die Finma mit, dass sie das Gesuch für eine Bankbewil- ligung von Bitcoin Suisse momentan als nicht ge- nehmigungsfähig einstufe. Unter anderem macht die Behörde «Hinweise auf Mängel im Geldwäsche- rei-Abwehrdispositiv aus». Der Zuger Krypto-Bro- ker räumt ein, dass er in den vergangenen Wochen an die Kapazitätsgrenze gestossen sei und das Ab- wehrdispositiv geprüft werden müsse.

Der Anstieg der Kryptowährungen wie Bitcoin und Co. - die bekannteste digitale Währung über- schritt vor wenigen Tagen für kurze Zeit die Marke von 60 000 $ - heizte das Investoreninteresse wei- ter an. Gemäss dem Geschäftsführer von Bitcoin Suisse war das Volumen der Neukundenanfragen in den vergangenen zwei Monaten höher als der Kun- denbestand vor Jahresfrist. Die Finma-Absage an den Krypto-Broker kann auch als Warnung an die Marktteilnehmer verstanden werden. Die Finma

glaubt festgestellt zu haben, dass viele Investoren Bitcoin Suisse als voll regulierten Dienstleister be- trachten würden, und betont, dass dem nicht so sei.

Im Sommer 2019 erhielten die Startup-Unterneh- men Seba Bank und Sygnum als erste - und bisher einzige - eine «Krypto-Banklizenz».

Die vorläufige Verweigerung der Banklizenz hat für die Finma aber vielleicht auch nichterwünschte Folgen. Die 2013 gegründete Bitcoin Suisse hat sich beim Handel und bei der Verwahrung von Krypto- währungen einen guten Ruf erarbeitet. Der Broker dürfte den eingeschlagenen Erfolgsweg fortsetzen und kann dabei im Gegensatz zu den Instituten mit Banklizenz bereits auf eine breite Kundenbasis bauen. Das könnte im Markt zu der Überzeugung führen, dass in diesem jungen Marktsegment eine Schweizer Banklizenz kein «Must» ist. Notwendig könnte eine solche in Zukunft für den Handel mit Security-Token, mit tokenisierten Wertschriften, werden. Bitcoin Suisse befindet sich jedoch bereits in Gesprächen mit der liechtensteinischen Banken- aufsicht für eine Lizenz.

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IL CAFFÈ 14 marzo 2021

3

“Roboanti annunci ma ogni progetto va troppo a rilento”

V

orrei una Lugano che non pensa troppo in grande e questo per evi- tare delusioni, per evita- re ogni volta di rimane- re con un pugno di mosche”. Mi- chele Unternährer, presidente di Gastro Lugano (la federazione degli esercenti), riassume così un concet- to condiviso da molti nella capitale, il “motore” economico e finanziario del cantone che viaggia verso le elezioni dando di se stessa un’im- magine... rovesciata.“Il nuovo polo sportivo e degli eventi a Cornaredo sta spaccando troppo la politica, co- sì non va”, dice Federico Haas, al- bergatore e socio di HotellerieSuis- se. “Tutte queste discussioni stanno nascendo perché siamo a un mese dal voto. Ognuno dice la sua e la verità probabilmente sta nel mez- zo”, sostiene Mario Tamborini, se- gretario dell’Associazione Via Nas- sa. Di sicuro, l’economia cittadina davanti a quanto sta accadendo è spiazzata. Oltre che preoccupata.

Perché quella che è (o era) la loco- motiva del Ticino sembra inceppa- ta. Progetta, studia ma procede a rilento. Stenta. “La città è bloccata, non è più progettuale - afferma Franco Citterio, direttore dell’Asso- ciazione bancaria ticinese (Abt) -, è davvero una situazione incompren- sibile. Alla concretezza si è preferi- to aggiungere solo tanta carne al fuoco e il risultato... è un ingolfa- mento”.

Le idee non mancano, Secondo Citte- rio sono forse anche troppe.

Mentre quel che c’è non avanza. Come il rilancio dell’aeroporto di Agno bloc- cato da tre ri- corsi. O come il nuovo “Polo

sportivo e degli eventi” a Cornare- do, contro cui c’è l’opposizione dell’ex presidente del Plr svizzero, Fulvio Pelli, il sì risicato del partito liberale cittadino e il (molto) proba- bile lancio di un referendum da parte dell’Mps. Mentre il polo turi- stico congressuale del Campo Mar- zio “è in ritardo o è stato accanto- nato. Non si si capisce bene”, so- stiene Haas, che come albergatore ha interesse al rilancio del turismo in città. “Serve una visione chiara.

Ma nessuno in Municipio campa di turismo - avverte -, tutti si sciac- quano la bocca, ma non vedo inizia- tive, opere, progetti per cercare davvero di colmare il ridimensiona- mento del settore finanziario con il ANDREA BERTAGNI

in campagna elettorale”.

I litigi interessano Haas. “La po- litica è poco recettiva, bisogna in- vece che Lugano punti con decisio- ne sull’immagine turistica. Le idee non mancano: dalla pedonalizzazio- ne del lungolago a pianificazioni che tengano conto e valorizzino di più il settore alberghiero. Invece non ci siamo. La mentalità del tici- nese è ancora di insofferenza verso l’industria delle vacanze, quasi fos- se un settore di disturbo. Avanti di questo passo e ci vorranno anni pri- ma di un vero cambio di mentali- tà”.

Poi, si continua a litigare. “Or- mai è diventato uno scontro conti- nuo - è il pensiero di Paolo Poretti,

imprenditore ed ex presidente di commercianti di Lugano -, soprat- tutto, è chiaro, in campagna eletto- rale gli animi si accendono. Però davvero la litigiosità è diventata quasi normale nella vita politica, non soltanto a Lugano. E questa li- tigiosità non aiuta certo a risolvere i problemi e a trovare delle soluzio- ni di compromesso”. Una Lugano

“ingolfata”, insomma, non fa bene a nessuno. Soprattutto agli opera- tori economici. “Se i progetti an- dassero in porto ne guadagnereb- bero tutti - continua Poretti - . Prendiamo ad esempio il polo con- gressuale al Campo Marzio. È stato accantonato? Bisognerebbe chie- derlo al Municipio. È un progetto

importante che a cascata giovereb- be anche ai commercianti, porte- rebbe un indotto non indifferente”.

Velocità al posto di animosità e scontri. È quello che spera anche Raoul Fontana, industriale di Luga- no. “Siamo ancora la locomotiva del cantone, ma certi discorsi a livello politico... rendono insicura la popo- lazione - spiega -, bisogna invece andare avanti spediti nei progetti e portarli a termine il più in fretta possibile. Per esempio il polo spor- tivo di Cornaredo. Porterà ad una riqualifica importante del quartiere e favorirà anche uno sviluppo eco- nomico di rilievo. Porterà alla crea- zione di ristoranti e alberghi senza compromettere il centro cittadino.

E senza contare che l’immagine di Lugano diventerà più attrattiva e moderna”. Chi fa impresa, insom- ma, non ha dubbi: basta polemiche.

“Stiamo aspettando da 20 anni il nuovo quartiere di Cornaredo. Ci vorrebbe qualcuno che dicesse ‘si fa. Punto e basta’. Come del resto succede a Dubai che, anche se è un Paese molto diverso dal nostro, è parecchio più veloce quando si trat- ta di realizzare progetti e opere im- portanti capaci di dare lustro alla città”. A Lugano invece, “che resta il fulcro dell’attività bancaria ticine- se - riprende Franco Citterio - negli ultimi 10 anni c’è stata solo una grande foga nel comunicare un pro- getto dopo l’altro. Per la nostra

‘piazza’ è importante che l’autorità pubblica sia efficiente e abbia i

mezzi per ge- stire la città senza disde- gnare gli inve- stimenti”. Una città-faro, in- somma. Per tutto il canto- ne. “Capace di creare nuovi posti di lavoro e nello stesso tempo non ri- piegata troppo su se stessa. Se penso ad esempio all’amministrazione ordinaria mi sento di dire che non c’è stata sem- pre la dovuta attenzione, soprattut- to nei confronti dei quartieri che sono stati aggregati”. Ma il rincre- scimento è anche tra gli impresari edili. “In questo periodo i cantieri bisognerebbe accelerarli invece di frenarli - dice Nicola Bagnovini, di- rettore della Società impresari co- struttori (Ssic Ticino) -, ogni volta c’è sempre qualcuno che si mette di traverso. Anche perché con il no- stro sistema democratico chiunque può opporsi e i progetti slittano così di anni”. Rovesciando la progettua- lità di Lugano in un nulla di fatto

abertagni@caffe.ch turismo”. Insomma, “non se ne ar-

riva a una”, sostiene Unternährer, che ha un bar in centro. “Prendia- mo il polo sportivo: siamo fermi e si rischia di dover aspettare anni.

Inoltre, l’idea di spostare gli uffici dell’amministrazione a Cornaredo rischia di svuotare il centro. Così facendo la situazione non migliore- rà, anzi”. Secondo Unternährer ser- ve più vivacità. “Vorrei - dice - più velocità e meno chiacchiere”.

Getta acqua sul fuoco Tambori- ni. “Noi con il Comune collaboria- mo bene da anni. Tanto che a breve - anticipa - è prevista la posa di un arredo verde lungo via Nassa. Tutte le discussioni sui grandi progetti non ci toccano. Sono comprensibili LE OPINIONI

Sotto da sinistra:

Franco Citterio, direttore Abt, 59 anni; Michele Unternährer, presidente di Gastro Lugano, 52 anni; Federico Haas, albergatore e socio di HotellerieSuisse, 58 anni; Mario Tamborini, segretario associazione Via Nassa, 76 anni;

Paolo Poretti, ex presidente dei commercianti di Lugano, 60 anni;

Raoul Fontana, industriale e titolare Fontana Print, 60 anni;

Nicola Bagnovini, direttore impresari costruttori, 52 anni

Lugano a rovescio

Dall’esercente all’industriale. Chi fa impresa sostiene le grandi opere Ma chiede che vengano realizzati senza discussioni e ritardi

segue alle pagine 4, 5, 6 e 7

Il mondo economico cittadino “striglia” la politica

“Saremo ancora la locomotiva cantonale, a patto di…”

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Neue Zürcher Zeitung 8021 Zürich 044/ 258 11 11 https://www.nzz.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Tages- und Wochenpresse Auflage: 91'624

Erscheinungsweise: 6x wöchentlich Themen-Nr.: 999.022

Auftrag: 1035546 Seite: 23

Fläche: 69'362 mm²

Referenz: 80108582 Ausschnitt Seite: 1/2

Die Finma erwartet mehr von den Banken

Die Notla llpläne der systemrelevanten Banken in der Schweiz müssen laut der Finanzmarktaufsicht weiter verbessert werden

HANSUELI SCHOCHLI

Es gab ein Leben vor Corona. Schon

damals kannte man Krisen. Drama-

tisch war die Finanzkrise ab 2008. Viele Staaten retteten grosse Banken. In der Schweiz hatten Bund und Nationalbank 2008 total etwa 50 Mrd. Fr. aufgewor- fen, um die UBS zu retten. Das volks- wirtschaftliche Risiko eines Untergangs der UBS galt als so gross, dass sich der Staat zum Eingreifen gezwungen sah.

So wie in der jetzigen Krise mussten die Bürger damals neue Wörter lernen.

Eines dieser Wörter hiess «Systemrele- vanz». Drohen beim Untergang eines Instituts inakzeptable Schäden für Wirt- schaft und Gesellschaft, gilt dieses als

«systemrelevant». Die systemrelevanten Funktionen des Akteurs «dürfen» somit nicht untergehen. Potenziell Betroffene und ihre Gläubiger konnten unter Um- ständen spekulieren, dass der Staat im Notfall Geld einschiesst.

Die Richtung stimmt

Die Politik reagierte auf die Finanzkrise in der Schweiz und weltweit mit mehr Regulierung für die grossen Banken.

Im Zentrum standen zwei Stossrich- tungen: Die betroffenen Institute brau- chen dickere Polster für eine nächste Krise (Eigenkapital und Liquidität), und sie brauchen einen Plan, der zeigt, wie man die systemrelevanten Teile auch im Schlimmstfall weiterführen könnte.

Die Vorgaben für dickere Polster sind in der Schweiz grossenteils beschlossen und umgesetzt. Zum Teil laufen aller- dings noch Übergangsfristen, und bei den Liquiditätsanforderungen dürfte nochmals eine Verschärfung aufs Tapet kommen. Bei den Notfallplänen gibt es ebenfalls erhebliche Fortschritte, doch das Ziel ist noch nicht erreicht: Das war am Freitag das Verdikt der Finanzmarkt- aufsicht (Finma) zu den fünf systemrele- vanten Banken in der Schweiz. Als sys- temrelevant gelten UBS, Credit Suisse, Postfinance, Zürcher Kantonalbank und die Raiffeisen-Gruppe. Zu den system-

relevanten Teilen zählen vor allem Zah- lungsverkehr, inländische Kundenein- lagen, das inländische Firmenkreditge- schäft und das Hypothekengeschäft.

Die Schweizer Notfallpläne von UBS und Credit Suisse hatte die Finma schon vor Jahresfrist als «umsetzbar» bezeich- net. Dieses Verdikt hat die Behörde nun bekräftigt. Das heisst, dass die Pläne den rechtlichen Vorgaben entsprechen. Der Begriff «umsetzbar» klingt allerdings nicht enthusiastisch und signalisiert da- mit auch, dass es keine Garantie bezüg- lich des Funktionierens im Ernstfall gibt.

Die Wahrscheinlichkeit einer neuen Staatsrettung ä la UBS in einer künfti- gen Krise ist allerdings deutlich gesun- ken. Dafür sorgen zum einen die dicke- ren Kapitalpolster. Zum anderen wären dank organisatorischen Anpassungen die systemrelevanten Teile der Gross- banken heute leichter aus dem Rest des Konzerns herauszulösen.

Doch laut Finma ist bei den Gross- banken noch nicht alles im grünen Be- reich. So muss die UBS gegenseitige Eventualverpflichtungen zwischen der

UBS Schweiz AG und der Gesamt-

gruppe weiter abbauen. Die Bank hatte schon früher erklärt, dass dieser Posten bis Ende 2021 abgebaut sei.

Für beide Grossbanken sind neben Notfallplänen für das Schweizer Ge- schäft auch Sterbeszenarien für den glo- balen Gesamtkonzern gefordert. Diese globalen Notfallpläne macht die Finma, in Absprache mit Partnerbehörden im Ausland. Die Finma ortet wesentliche Fortschritte, aber die Vorbereitungs- arbeiten der Banken und der Behörden seien noch nicht abgeschlossen.

ZKB ist noch nicht bereit

Hausaufgaben gibt es auch für die drei inlandorientierten Grossinstitute. Deren Notfallpläne sind noch nicht reif für das Finma-Plazet «umsetzbar». Die Raiff- eisen-Gruppe dürfte insgesamt zwar genügend Kapital haben, aber sie hat

laut Finma noch nicht genug Mittel für die nötige Kapitalaufstockung in einem Sterbeszenario reserviert. Die Gruppe weise jedoch einen plausiblen Plan zur Deckung dieser Lücke auf. Ein poten- zielles Problem bei Raiffeisen ist die besondere Genossenschaftsform mit über 200 eigenständigen Raiffeisenban- ken. Im Krisenfall kann aber die Finma die Raiffeisenbanken zu einer einzigen Gesellschaft zusammenführen, was die Sanierung erleichtern würde.

Bei der

Zürcher Kantonalbank

(ZKB) gilt in Sachen Kapital Ähnliches wie bei Raiffeisen: Insgesamt dürfte zwar genügend Kapital vorhanden sein, doch gemäss Finma sind für ein Kri- senszenario zusätzliche Mittel zu reser- vieren - wobei die Bank einen plausi- blen Plan zur zeitnahen Schliessung der Lücke habe. Die ZKB geniesst Staats- garantie. Der Zürcher Kantonsrat hatte vergangenen November für den Kri- senfall den Rahmen für das Dotations- kapital erhöht. Den Rest der Lücke will die Bank durch Umklassierung von be- stehendem Eigenkapital und eine Spe- zialanleihe schliessen.

Die Postfinance-Lücke

Ein Sonderfall ist auch die Postfinance.

Sie gehört via Post noch zu 100% dem Bund, doch der Bundesrat will sie priva- tisieren. Der Postfinance fehlt es an Ka- pital. Sie konnte bisher laut Finma nicht plausibel darlegen, wie sie die erfor- derlichen Eigenmittel innert nützlicher Frist beschaffen kann. Gemessen an der derzeitigen Grösse der Bilanzsumme könnte die Lücke um die 3 Mrd. Fr. be- tragen. Die Postfinance hat allerdings angekündigt, dass sie die Bilanzsumme ohne Änderung des Gesetzesrahmens um etwa 15 Mrd. Fr. reduzieren würde;

dies entspräche rund einem Achtel.

Trotzdem würde die Postfinance noch zusätzliche Eigenmittel brauchen.

Der Bundesrat will einspringen. Laut seinem Beschluss vom Januar soll der Bund für maximal zehn Jahre zusichern,

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Datum: 20.03.2021

Neue Zürcher Zeitung 8021 Zürich 044/ 258 11 11 https://www.nzz.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Tages- und Wochenpresse Auflage: 91'624

Erscheinungsweise: 6x wöchentlich Themen-Nr.: 999.022

Auftrag: 1035546 Seite: 23

Fläche: 69'362 mm²

Referenz: 80108582

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Ausschnitt Seite: 2/2

dass er im Fall einer Postfinance-Pleite die verbleibende Eigenmittellücke de- cken würde. Doch die dazu nötige Ge- setzesänderung ist vom Parlament noch nicht beschlossen.

Dieses Element

dürfte politisch weniger umstritten sein

als die Vorschläge zum Zugang für die Postfinance zum Kreditgeschäft und zur Privatisierung. Mit einer Privatisierung würde sich auch bei den Grundlagen des Notfallplans einiges ändern.

Falls Banken in Schieflage geraten, müssen sie systemrelevante Dienste aufrechterhalten können. ENNIO LEANZA /KEYSTON

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Finanz und Wirtschaft 8021 Zürich 044/ 248 58 00 https://www.fuw.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Publikumszeitschriften Auflage: 21'399

Erscheinungsweise: 2x wöchentlich Themen-Nr.: 999.079

Auftrag: 1075167 Seite: 18

Fläche: 73'546 mm²

Referenz: 80072745 Ausschnitt Seite: 1/2

Investoren misstrauen den Tech- Titeln

Als Risiko Nummer eins sehen die Fondsmanager erstmals seit über einem Jahr nicht mehr das Coronavirus, sondern ein Überschiessen der Inflation.

ALEXANDER TRENTIN

Fondsmanager sind ein deutliches Übergewicht in zyklischen Anlage- klassen eingegangen - das zeigt die monatliche Umfrage unter professionel- len Anlegern von Bank of America (BofA).

Im Vergleich zum historischen Mittel er- halten etwa Rohstoffe gemäss Z-Score - einem Mass, das die Abweichung ins Ver- hältnis zu den Schwankungen setzt - das grösste Übergewicht (vgl. Grafik 2). Die Rohstoffallokation ist nun auf einem All- zeithoch: Im Saldo sagt eine Mehrheit von 28 Prozentpunkten (Pp) der Befragten, dass sie Rohstoffe übergewichtet haben.

Anleger befürchten ein Hochschiessen der Inflation und der Anleihenrenditen (vgl. Kasten). Dementsprechend positio- nieren sie sich. Industrie-, Bank- und Roh- warenaktien - ebenso wie die Aktien- märkte insgesamt - sind in den Portfolios

deutlich übergewichtet.

Dagegen werden defensive Werte wie Immobilien, Basiskonsum und Versorger gemieden. Und auch das Übergewicht in Tech-Aktien ist dramatisch abgebaut wor- den. Der Anteil der Befragten, die Tech übergewichten, ist mit einem Saldo von 8 Pp so niedrig wie seit Januar 2009 nicht mehr. Bald könnte erstmals seit Novem- ber 2008 die Mehrheit der Befragten die-

sen Wachstumssektor untergewichten.

Anleihen hoch unbeliebt

Noch stärker werden Anleihen und Cash von den professionellen Anlegern gemie-

den. Gegenüber Februar hat sich der

durchschnittliche Cash-Anteil

in den

Portfolios zwar erstmals seit Juli 2020 leicht erhöht, mit 4% liegt er aber immer noch sehr tief. Das Übergewicht von Ak- tien zu Anleihen ist nun fast so ausgeprägt

wie im Januar 2011, als die bisher höchste Präferenz für Aktien gemessen worden ist.

Massstab ist dabei die Differenz der An- teile der Befragten.

Die Angst vor höheren Zinsen sieht man auch beim stark gestiegenen Ver- trauen der Fondsmanager in günstige Va- lue-Aktien. Eine Rekordmehrheit der Be- fragten glaubt, dass Value- die teuren Growth-Titel bei der künftigen Perfor- mance schlagen werden. Vor elf Monaten sah die Allokation der professionellen An- leger noch ganz anders aus. Damals hielt man in den Portfolios viel Cash und de- fensive Titel wie Gesundheit, Basiskon- sum und Versorger. Zwar sind Energie- werte jetzt immer noch nicht übergewich- tet, aber die rekordmässige Untergewich- tung vom April 2020 ist nun fast vollstän-

dig abgebaut.

Auch wenn die Investitionen in Tech- nologieaktien erst jetzt abgebaut werden - schon seit längerem stehen diese Titel ge- mäss Umfrage im Verdacht, «Overcrow- ded» und damit zu beliebt bei den Anle- gern zu sein. Gut ein Drittel hält Tech im- mer noch für eine überlaufene Position (vgl. Grafik 3). Auf Platz zwei folgt Bitcoin, und auf Platz drei stehen nachhaltige An- lageprodukte, die unter dem Label ESG angeboten werden. Neu in der Liste fin- den sich zyklische Aktien, die immerhin von über 5% der Befragten schon als über- mässig populär eingeschätzt werden.

Mehrheit erwartet Boom

Dabei sind sich die Befragten einig wie noch nie, dass die globale Wirtschaft in den nächsten zwölf Monaten boomen wird: Eine Mehrheit von 91 Pp ist für das Wachstum optimistisch (vgl. Grafik 4).

Rund 63% der Befragten glauben gar, dass

das globale Wachstum «viel stärker» sein wird. Dieses Wirtschaftswachstum wird

aber von Inflation begleitet werden -

beide werden gemäss den Umfrageteil- nehmern über dem Trend liegen (vgl. Gra- fik 5). Solch ein Szenario hatte in der Zeit- reihe von BofA erst zwei Mal eine Mehr- heit gefunden: im März 2011 und im De- zember 2016. Sonst nahmen die Optimis- ten immer ein ideales «Goldilock-Szena- rio» mit höherem Wachstum und niedri- ger Inflation als wahrscheinlicher an.

Erstmalig seit Ausbruch der Corona- pandemie glaubt die Mehrheit der profes- sionellen Anleger, dass die Wachstumser- holung steil verläuft. Statt dieser V-förmi- gen Erholung hatte zuvor ein weniger gu- ter Wirtschaftsverlauf die Mehrheit der Befragten hinter sich - sie erwarteten eine Stagnationsphase (U-Form) oder einen neuerlichen Rückschlag (W-Form).

Mit mehr Wirtschaftswachstum sollten die Unternehmensgewinne steigen. Auch hier zeigt sich ein Konsens der Fondsma- nager, den die BofA-Analysten bisher noch nie beobachtet haben. Im Saldo er- wartet eine Mehrheit von 89 Pp, dass sich die Gewinne der Unternehmen in den nächsten zwölf Monaten verbessern wer- den (vgl. Grafik 6). Bisherige Höhepunkte im Dezember 2009 und im Februar 2002 werden damit überschritten.

Von den Unternehmensführern erwar- tet nun die Mehrheit der Investoren, dass sie das Geld für Anlageinvestitionen ver- wenden, um einen möglichst grossen Vor- teil aus dem erwarteten Wachstumsschub zu ziehen. Mit 53% ist der Anteil der Inves- titionsbefürworter so hoch wie seit Januar 2017 nicht mehr. Zuvor hatten es die Be- fragten wegen der Unsicherheit um die Coronapandemie bevorzugt, den Gewinn zum Schuldenabbau einzusetzen.

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Datum: 17.03.2021

Finanz und Wirtschaft 8021 Zürich 044/ 248 58 00 https://www.fuw.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Publikumszeitschriften Auflage: 21'399

Erscheinungsweise: 2x wöchentlich Themen-Nr.: 999.079

Auftrag: 1075167 Seite: 18

Fläche: 73'546 mm²

Referenz: 80072745

ARGUS DATA INSIGHTS® Schweiz AG | Rüdigerstrasse 15, Postfach, 8027 Zürich T +41 44 388 82 00 | E mail@argusdatainsights.ch | www.argusdatainsights.ch

Ausschnitt Seite: 2/2

Risiken und Chancen eines Aufschwungs

1 Extremrisiken

Anteil Befragte: März 2021 Februar 2021 Unerwartet hohe Inflation

Bond-Schock Covid-19-I mpfung

Aktienblase

Höhere Steuern

Mehr Regulierung

Andere

in % 0 10 15 20 25 30 35 Quelle: Bank of America R3rafik: FuW,

4 Wachstumserwartung

- Stärkere Weltwirtschaft erwartet, Netto-Anteil Befragte in Prozentpunkten

80

2 Positionierung

Allokation im Vergleich zum historischen Mittel (Z-Score) Rohstoffe

Industrietitel Banktitel Aktien

Rohwarentitel Zykl. Konsumtitel Technologietitel Basiskonsumtitel

Versorgertitel Anleihen Cash

-1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 Quelle: Bank of America / Grafik: FuW,

5 Wachstumsszenarien Wachstum und Inflation über Trend Wachstum über Trend, Inflation unter Trend Anteil Befragte n %

3 Zu beliebte Positionen

Anteil Befragte: März 2021 Februar 2021 Tech-Aktien

Bitcoin ESG-Titel Zykliker

Short-Dollar

Schwellenländer Unternehmens- anleihen Andere

in % 0 5 10 15 20 25 30

Quelle: Bank of Grafik: FuW, mg

6 Profiterwartung

Höhere Unternehmensgewinne erwartet, Netto-Anteil Befragte

in Prozentpunkten

80

40

80

1997 2000 2003 2006 2009 2012 2015 2018 2021 Qkelle: Bank America / Grafik FuW,

Gefahren mit Bezug zum Coronavirus ran- gieren nur noch auf Platz drei der Extrem- risiken, vor denen sich die professionellen Investoren fürchten (vgl. Grafik 1). Auf Platz eins der Risikoliste befindet sich nun eine unerwartet hohe Inflation. Danach folgt der schockartige Effekt einer restrikti- veren Geldpolitik auf die Anleihenmärkte, was beim Taper Tantrum im Jahr 2013 zu

08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Ouel e: Bank of America / Grafik: F.W.

hochschnellenden Renditen führte. Auf dem dritten Platz werden unerwartet nega- tive Entwicklungen bezüglich der Covid- 19-Impfungen genannt. Seit April 2020 dominierten Ängste um Covid-19 die Fondsmanager. Zuvor galten die US-Wah- len als der grösste Unsicherheitsfaktor.

Kommt nun der Zinsschock, könnten die Aktienkurse stark leiden. Die Mehrheit der

2000 2003 2006 2009 2012 2015 2018 2021

Quelle: Bank of / Grafik: FuW,

befragten professionellen Anleger sieht bei einer Rendite der zehnjährigen US-Staats- anleihen von 2% eine Schmerzgrenze er- reicht - dann würden die Börsen mehr als 10% korrigieren. Eine grosse Minderheit er- achtet aber Renditen von mehr als 2% als nötig, um die Aktienkurse deutlich unter Druck zu bringen. Momentan notiert die Rendite um 1,6%.

Risiken und Chancen eines Aufschwungs

1 Extremrisiken

Anteil Befragte: März 2021 J Februar 2021 Unerwartet hohe Inflation

Bond-Schock Coyid-19-Impfung

Aktienblase

Höhere Steuern

Mehr Regulierung

Andere

in % 0 5 10 15 20 25 30 35

Quelle: Bank of America / Grafik: FuW,

4 Wachstumserwartung

2 Positionierung 3 Zu beliebte Positionen

Allokation im Vergleich zum historischen Mittel (Z-Score) Rohstoffe

Industrietitel Banktitel Aktien

Rohwarentitel Zykl. Konsumtitel Technologietitel Basiskonsumtitel

Versorgertitel Anleihen Cash

-1,5 -1,0 -0,5 0 0,5 1,0 1,5 2,0 Quelle: Bank of America / Grafik: FuW, cc

5 Wachstumsszenarien Stärkere Weltwirtschaft erwartet, Netto-Anteil Befragte Wachstum und Inflation über Trend in Prozentpunkten

80

40

-40

80

Wachstum über Trend, Inflation unter Trend

Anteil Befragte: März 2021 1 Februar 2021 Tech-Aktien

Bitcoin ESG-Titel Zykliker

Short-Dollar

Schwellenländer Unternehmens- anleihen Andere in % 0

6 Profiterwartung

10 15 20 25 30

Quelle: Bank of America / Grafik: FuW,

Höhere Unternehmensgewinne erwartet, Netto-Anteil Befragte

Anteil Befragte in %

1997 2000 2003 2006 2009 2012 2015 2018 2021 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Quelle: Bank of America / Grafik: FuW, mg Quelle: Bank of America / Grafik: FuW. mc

in Prozentpunkten

80 .

40

40

80

2000 2003 2006 2009 2012 2015 2018 2021

Quelle: Bank of America / Grafik: FuW, mg

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Corriere del Ticino 6903 Lugano 091/ 960 31 31 https://www.cdt.ch/

Medienart: Print

Medientyp: Tages- und Wochenpresse Auflage: 31'702

Erscheinungsweise: 6x wöchentlich Themen-Nr.: 999.022

Auftrag: 1035546 Seite: 19

Fläche: 15'595 mm²

Referenz: 80061943 Ausschnitt Seite: 1/1

Group LGT: record

di patrimoni gestiti

PIAZZA FINANZIARIA

Nuovo record per LGT Group: biamo ottenuto un buon ri- alla fine di dicembre la banca sultato e abbiamo fatto note- che appartiene alla casa re- voli progressi sul fronte stra-

gnante del Liechtenstein e che tegico»,

afferma

il GEO

è presente anche a Lugano dell'istituto, principe Maxvon amministrava patrimoni per und zu Liechtenstein, che è fi- quasi 241 miliardi di franchi, glio del principe regnante un importo mai raggiunto

Hans Adam II e fratello diAlo

nella storia ormai secolare is von und zu Liechtenstein,

della società. Rispetto a 12 me- che dal 2004 gestisce gli affa- si prima la progressione è sta-

ri governativi correnti. Per

ta del 6%, un dato che riflette l'anno in corso, in cui festeg- fra l'altro gli afflussi netti e la

gerà i 100 anni di esistenza, buona performance degli in-

l'istituto mostra ottimismo: la vestimenti, spiega la dirigen-

società è fiduciosa di poter proseguire sul cammino del-

za.

2020 si è peraltro chiu-

la crescita, nonostante il con-

so con un utile netto di 292 testo generale dominato

milioni di franchi, in flessio- dall'incertezza legata alla pan- ne del 5% per un effetto straor- demia. LGT dà lavoro

a oltre

dinario legato all'acquisizio-

3.800 persone in più di 20 se-

ne completa di LGT Vestra: di in Europa, Asia, America

e senza contare questa posizio- Medio Oriente. Ha avviato le ne si sarebbe assistito a un au- attività (con la ragione socia- mento de114%. «112020 è sta- le di Bank in Liechtenstein, to un anno difficile in cui ab- BiL) nel maggio 1921.

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«Non so cosa sia il Bitcoin Trader e non conosco il Late Night Berlin»

IL CASO / Fabio Regazzi è apparso su una pubblicità online che ne sfrutta illegalmente il nome

deschi». Il politico ticinese - di cui si mostrano due foto, una delle quali davanti alla bandie- ra svizzera mentre para al Con- siglio nazionale - avrebbe in- dividuato un modo per conse-

guire guadagni consistenti e

«diventare milionario in 3-4

mesi». Altre personalità sareb-

bero state ospiti dello show,

tra cui gli zurighesi Marco Ri- ma (attore) e Urs Rohner (ban- chiere e uomo d'affari). La truf- fa alla base della piattaforma

«Bitcoin Trader», che sfrutta la

più nota delle criptovalute, è

quella di attirare online un ele- vato numero di persone con il modesto investimento di «250 dollari» iniziali. Un algoritmo penserebbe poi a far fluttuare i guadagni. Testimonianze di

persone che si sono espresse

del «successo» dell'operazione ne avvalorerebbero la validità.

Ma è una frode.

Andrea Coland rea

Nel promettente quanto vola- tile mondo delle criptovalute può capitare che il messaggio

pubblicitario di un fantasio- so «sistema d'investimento»

che li utilizzerebbe per garan- tire facili guadagni, sfrutti ille- galmente il nome di persona-

lità conosciute e di successo

per attirare clienti in una chia- ra truffa. Vittima ignara di que- sto metodo d'addescamento - pubblicizzato via social media e indirizzato ai potenziali in- vestitori sul web -è stato negli scorsi giorni l'imprenditore ti-

L'imprenditore definisce il testo che lo coinvolge

un fatto grave: valuterà

se adire le vie legali

cinese Fabio Regazzi.

Per cominciare, il banner della non meglio specificata

società «Nemo ap s.com» (che per alcuni giorni è stato visibi- le suTwitter all'indirizzo @ne- moapscom sottoforma di pu- bliredazionale) ha attribuito a Regazzi la presenza in studio

«settimana scorsa» al Late

Night Berlin, una trasmissio- ne tedesca condotta sul cana- le ProSieben da Klaas Heufer- Umlauf (il nome è riportato in modo sbagliato e anche il testo

contiene vari errori e incon-

gruenze). Nello scritto si legge in particolare che «Fabio Re- gazzi ha parlato del suo inve- stimento segreto che ha già re- so molto ricchi centinaia di te-

La reazione

Regazzi non ha esitato a defi- nirlo «un fatto grave che mi ri-

servo di approfondire, senza

escludere di adire le vie lega- li. Anche se sono consapevole

che nell'intreccio di account in rete, soprattutto all'estero,

è difficile risalire ai truffatori, anche perché queste pubblici- tà appaiono e scompaiono ra- pidamente». Il politico sotto- linea altresì che «non è mai sta- to ospite di «nessun program- ma tedesco» e «neppure so co- sa sia il Bitcoin Trader». «Capi- sco poco di bitcoin, non ho mai utilizzato questa applicazione e nemmeno lo farò. E visto che

non ne so nulla, non posso

nemmeno consigliarla a qual- cun altro». In generale, è l'ana- lisi di Regazzi, «diffido di chi promette facili guadagni. È la prima volta che mi è capitato qualcosa di simile e mi distur- ba molto. Come detto, dovrò valutare se far scattare una de-

nuncia a tutela della mia im-

magine: questa pubblicità è

inaccettabile e penalmente ri- levante». Infine, chiosa il no- stro interlocutore, «il fatto che si utilizzino nomi di persona- lità svizzere permette a questi individui di non essere subito smascherati facendo anche le- va su competenze finanziarie di un Paese come la Svizzera che in questo caso rischia pe-

rò di essere presentata come

una nazione dove si fanno af- fari facili e dove tutto è lecito».

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Lourde ardoise pour huit banques suisses

MATIÈRES PREMIÈRES Huit établissements restent englués dans l'un des plus grands scandales du commerce de matières premières. Credit Suisse et UBS cherchent respectivement à récupérer 91 et 70 millions, la BCV 35 millions et la BCGE 5 millions

Cargaisons fantômes, chargements financés et vendus plusieurs fois: les fraudes pratiquées par le négociant de pétrole GP Global, basé à Dubai, risquent de laisser des pertes considérables pour la place financière suisse. (KAMRAN JEBREILI/AM

SEBASTIEN RUCHE

*@sebruche

L'une des plus grandes affaires de fraude dans le commerce de matières premières continue à inquiéter les banques suisses.

Au premier semestre 2020, GP Global, un important négociant de pétrole basé aux Emirats arabes unis, s'est retrouvé au bord du gouffre, suite à des malversations

officiellement attribuées à des employés indélicats. Le groupe a lancé en juillet dernier une restructuration de sa dette, estimée à 1,2 milliard de dollars, dont plusieurs centaines de millions dus à des banques suisses. Le processus a tourné à la foire d'empoigne autour de la filiale sin- gapourienne ces derniers mois, jusqu'à ce qu'un moratoire obtenu début mars ramène un peu de calme. Enjeux pour les banques suisses concernées: récu-

pérer une partie des 273 millions de dol- lars que la société leur doit encore. Soit pas loin d'une centaine de millions cha- cune pour Credit Suisse et UBS, autour de 35 millions pour la BCV et plus de 5 mil- lions pour la BCGE, selon un document obtenu par Le Temps.

Cargaisons fantômes, chargements financés et vendus plusieurs fois:

les fraudes pratiquées par GP Global risquent de laisser un trou béant pour la place financière suisse. La restructu- ration de sa filiale singapourienne GP APAC, l'une des plus importantes du groupe, a levé le voile sur l'ardoise lais- sée auprès des huit banques suisses qui figurent parmi ses 20 plus grands créan- ciers:273millions de dollars au total.

En tête du classement, Credit Suisse cherche à récupérer 91 millions sur les millions de dollars que la banque avait prêtés à GP APAC. UBS apparaît en deuxième position, avec une créance de 70,4 millions sur 190 millions de finan- cement. On trouve aussi la BCV (35,3 mil- lions sur un total de 70 millions), la Banque de Commerce et de Placements (34,3 mil- lions sur 94), Gazprombank Switzerland (20,3 millions sur 55), CA Indosuez (14,3 mil- lions sur 125), la BCGE (5,7 sur 5o millions) et Arab Bank (1,8 million sur 6o).

Avec ou sans garantie?

Ces chiffres sont issus d'un rapport daté du 8 février 2021 rédigé par le res- ponsable de la restructuration. Ce der- nier n'a pas répondu à nos questions, tout

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Datum: 22.03.2021

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comme les banques. L'exposition de la place financière suisse à la maison mère GP Global est largement supérieure à ces 273 millions, ne serait-ce qu'en ajoutant les quelque 130 millions avancés par BNP Paribas, selon nos informations.

Un mot en particulier attire l'attention dans le document consacré à GP APAC:

«unsecured», «non garanti» en fran- çais. Habituellement, les banques qui financent le commerce de matières pre- mières disposent d'un gage sur les car- gaisons ou sur le produit de leur revente.

Selon nos informations, c'était le cas pour la majorité des financements accor- dés à GP. Alors pourquoi les créanciers sont-ils décrits comme «unsecured» par le restructurateur?

Carence de contrôle

«Il semble que les transactions étaient fictives dès le départ et que les banques

ont financé des cargaisons non exis-

tantes. Donc le gage sur la marchandise et la cession du produit n'ont jamais existé, tout comme l'éventuelle couverture d'une assurance crédit», analyse Patrick Ebe- rhardt, avocat spécialisé dans les matières premières chez Eversheds Sutherland à Genève. Une autre méthode de finance- ment consiste à avancer de l'argent à une société de négoce elle-même, en fonction de ses fonds propres notamment, plutôt que de financer ses cargaisons.

Pour l'ONG Public Eye, l'affaire GP, qui s'est ajoutée aux faillites d'autres tra- ders l'an dernier comme Hin Leong, Zen- Rock ou Phoenix Commodities, montre les carences des vérifications effectuées par les banques qui financent le com- merce de matières premières. Ce dos- sier donne également «un avant-goût de l'effet domino qui pourrait entraîner tout le secteur si un grand négociant venait à tomber», selon l'ONG.

Les banques peuvent effectuer diffé- rents contrôles, précise Michael Lepper, également avocat chez Eversheds Suther- land à Genève, notamment la vérification systématique de la transaction: «L'élé- ment clé est la proximité avec le client;

pour un petit négociant, les banques

suivent les cargaisons et vérifient toutes les étapes, comme le stockage et la qua- lité de l'acheteur final. Mais les grands négociants sont plus réticents à laisser

les banques regarder leur activité en

détail.»

Créancier pirate

GP Global, précédemment dénommée Gulf Petrochem, compte des dizaines de filiales dans diverses activités, et plu- sieurs milliers d'employés. La restructu- ration d'une société aussi tentaculaire que GP n'est pas non plus chose aisée. Notam- ment quand les créanciers ne font pas preuve d'une solidarité à toute épreuve.

L'un d'eux, Equatorial Marine Fuel Mana- gement Services, a voulu faire saisir les bureaux de GP APAC à Singapour afin de se faire payer sa créance de 705000 dollars.

Des bureaux pour lesquels le restructura- teur avait trouvé preneur, à 8,5 millions.

«Il arrive que de petits créanciers

cherchent à faire pression sur les plus grands, afin d'obtenir un rembourse- ment. Ici, Equatorial sait que sans ces

bureaux à Singapour, le plan de res-

«Les transactions étaient fictives dès

le départ et les banques ont financé des

cargaisons non

existantes. Donc le gage sur la marchandise

n'a jamais existé, tout comme

l'éventuelle couverture d'assurance»

PATRICK EBERHARDT, AVOCAT SPÉCIALISÉ DANS LES MATIÈRES PREMIÈRES

tructuration deviendrait plus difficile à réaliser», analyse Patrick Eberhardt.

L'obtention d'un moratoire sur la restruc- turation, accordé début mars par un tri- bunal singapourien, a permis de bloquer l'initiative pirate d'Equatorial.

Récupérer 20 à 30%, ou rien Autre priorité: maintenir l'entreprise en vie, afin de tirer un meilleur prix des actifs susceptibles d'être vendus. «GP

Global détient des actifs importants,

notamment une raffinerie, une usine et un terminal portuaire en Inde libres de tout gage. Ces actifs pourront être ven-

dus de manière organisée pour rem-

bourser les créanciers, observe encore Patrick Eberhardt. Autre élément impor- tant, à la différence d'autres dossiers de fraudes révélées au premier semestre 2020 comme Phoenix Commodities, le propriétaire de GP Global, la famille Goel, s'est dite prête à injecter 40 à 6o millions de dollars dans la société.»

Début mars, GP a vendu une partie de son activité dans les bitumes aux Emi- rats arabes unis, pour 10 à 20 millions de dollars, selon l'agence Argus Media, et cherche à vendre son terminal de Fujaï- rah d'ici à avril.

Si la restructuration réussit, les créan-

ciers -à commencer par les banques

suisses - pourraient récupérer 20 à 30%

de leur mise, a déclaré le restructurateur à Reuters. «Mais s'il y a une liquidation, ce sera zéro», a-t-il prévenu.

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L'INTERVISTA / STEFANO FIALA / CEO di Veco Invest (Gruppo Veco)

«Fiduciari, molti ostacoli Bisogna creare alleanze»

Roberto Giannetti

-

Troppe esigenze normative e costi elevati rendono la vita difficile ai fiduciari ticinesi.

Il mondo delle fiduciarie di gestione patrimoniale è diventato sempre più regolamentato. Ne abbiamo parlato con

Stefano Fiala, CE0 della Veco Invest (Gruppo

Veco) di Lugano.

Negli ultimi anni il quadro norma- tivo all'interno del quale operano le fiduciarie di gestione patrimo- niale è stato rafforzato. Quali so- no le conseguenze per le piccole e medie società del settore?

«Il quadro normativo, in con-

L

tinua evoluzione, si è notevol-

mente complicato negli ulti-

mi 10 anni. Si è rafforzata in

maniera importante la tutela

del cliente, come ad esempio la trasparenza dei costi da par- te del gestore. Trasparenza pe- rò anche dal cliente verso il ge- store, con maggiori compiti di

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Datum: 16.03.2021

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Ausschnitt Seite: 2/3

`indagine fiscale' a carico di quest'ultimo. Un ulteriore fronte complicato è l'attività

cross-border, ovvero la selva dileggi e direttive che regola-

no le modalità di vendita dei servizi finanziari verso resi-

denti di Paesi terzi. Questi so- no solo alcuni esempi. I gesto- ri patrimoniali hanno dunque dovuto attrezzarsi, adattando

- con notevoli investimenti -

la propria struttura».

È previsto l'arrivo di altre regola- mentazioni. Quali sono i princi- pali cambiamenti in vista e quali effetti avranno sul settore?

«Il quadro andrà a complicar- si ulteriormente con l'introdu- zione - da poco avvenuta - del- la Legge sui Servizi Finanziari e la Legge sugli Intermediari Fi- nanziari. Di fatto andranno ri- viste tutte le direttive, i proces- si interni, la classificazione dei clienti, le normative cross-bor- der e compliance, e via dicen- do, per adeguarsi ai nuovi stan- dard imposti dalla Finma.

Lei crede che per i piccoli fiducia- ri sarà difficile soddisfare tutti i requisiti per ottenere la licenza Finma?

«La piazza finanziaria ticinese è composta da diversi attori, ed ognuno di loro deve adattarsi in base al proprio business mo- del. Le banche sono ovviamen- te avanti a tutti perché l'iper-

regolamentazione in questo

Le piccole società dovranno affrontare sfide impegnative.

Quella delle alleanze potrebbe riverlarsi una buona soluzione

settore è già presente da tem- po. Tant'è vero che il processo di consolidamento è avanzato.

Il 'para-bancario, un termine

ormai obsoleto che andrebbe rivisto, invece è composto so- stanzialmente dai gruppi fidu- ciari, i Multi Family Office ed i piccoli gestori: una miriade di

piccole società specializzate

unicamente nella gestione pa-

trimoniale ma che spesso si

presentano come `family offi- ce' Oggi in Ticino 'nel paraban- cario' vi sono oltre 200 opera- tori, anche se è difficile map- parli tutti, visto che il 90% ha una dimensione piccola, infe- riore ai 10 dipendenti. Sarebbe

interessante fare un'indagine

strutturata da parte del CSB o della FTAF per capire meglio

questi numeri e i trend dei

prossimi anni».

A suo avviso cosa succederà in futuro?

«Ilsettore è in fermento, ma la dinamica è stata molto diver- sa da quello bancario: negli ul- timi anni questa categoria è no- tevolmente cresciuta. Un dato su tutti: il numero di gestori pa-

trimoniali nel periodo 2013-

2018 è cresciuto del 21%; nello stesso periodo quello degli isti- tuti bancari è sceso del 26%. Sa- rà interessante rivedere questi numeri tra qualche anno, alla luce dei cambiamenti sopra de- scritti. Non prevedo una dimi- nuzione dei volumi gestiti dai gestori patrimoniali, ma riten-

go ragionevole che la miriade di micro-aziende che popola- no questa categoria dovrà tro- vare delle soluzioni e costrui- re alleanze, o tra loro o con so- cietà di maggiori dimensioni».

Che ruolo giocano i clienti in que- sto contesto?

«Anche le esigenze dei clien- ti sono mutate negli ultimi 10

anni. Dal proprio gestore di fiducia vogliono maggiore professionalità nello speci- fico del proprio business (la gestione patrimoniale), ma

anche la capacità di offrire ul-

teriori servizi legati alla per-

sona, alla famiglia o all'azien- da. Penso ad esempio al tema

della successione aziendale, della gestione di multi-rela-

zioni bancarie, della fiscalità svizzera e internazionale, al- la creazione di trust, alla con-

sulenza in ambito assicurati-

vo piuttosto che digitale. Ciò significa maggiore competen-

za e diversificazione delle proprie attività che possano

rispondere alle nuove esigen-

ze dei clienti, ma rappresen-

ta di contro un potenziale im-

portante motore di crescita

organica per la società».

Come affrontare questa sfida?

«Ritengo che trovare delle al-

leanze sia fondamentale.

Quali? Come? La partita è

complessa, ma idealmente sa- rebbe auspicabile trovare una

controparte che 'mi comple-

ti'. Quindi certo: economie di scala. Ma bisogna anche com-

pletare la propria paletta di servizi, che unite ad accre-

sciute competenze sono il ve- ro valore aggiunto per fare il salto di qualità».

Come sono posizionati i piccoli fi- duciari in questo processo?

«Salvo eccezioni, sarà molto

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complicato. L'asticella, che la Finma pone per l'ottenimento

dell'autorizzazione che ogni

gestore dovrà richiedere entro la fine del 2022 è alta. Implica

costi importanti e un'ulterio-

re professionalizzazione della struttura, che i piccoli difficil-

mente riusciranno ad affron-

tare. Per questo motivo è ne- cessario attivarsi ora alla ricer- ca di soluzioni, perché la sca-

denza sopraindicata arriva in fretta, e la ricerca e l'implemen- tazione delle soluzioni prende tempo e risorse».

Quali rischi e quali opportunità implica una alleanza?

«Non adattarsi all'evoluzione appena descritta, temo non sia una via percorribile. Troppi i rischi: di non ottenere la licen- za, di avere un'eccessiva com-

pressione dei margini, in in-

ciampare in errori legati alla compliance, di non saper far

fronte alle esigenze dei clienti.

L'opportunità è invece quella di rilanciarsi, di creare un mo- tore di crescita organica, divo-

ler guardare al futuro prepa-

randosi in modo tattico e stra- tegico, e di contribuire a tener viva e competitiva la preziosa piazza finanziaria ticinese».

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