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31 gennaio Panisello Vassilakis

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Academic year: 2022

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Testo completo

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31 gennaio

Panisello

Vassilakis

(2)

Con il contributo di

Si ringrazia

Comune di Padova

Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto

Sergio Giordani

Sindaco di Padova, Presidente Paolo Giaretta

Vicepresidente Marco Angius

Direttore musicale e artistico

Via Marsilio da Padova 19 35139 Padova

T 049 656848 - 656626 [email protected] www.opvorchestra.it

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Sostenitore e partner tecnico

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53

a

stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 31 gennaio 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Verde Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6735

Direttore

Fabián Panisello

Pianoforte

Dimitri Vassilakis

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Robert Schumann (1810-1856) / Maurice Ravel (1875-1937) Carnaval

Préambule (Quasi Maestoso) Valse allemande (Molto Vivace) Paganini (Intermezzo)

Marche des Davidsbundler contre les Philistins (Non Allegro) György Ligeti (1923-2006)

Concerto per pianoforte e orchestra Vivace molto ritmico e preciso Lento e deserto

Vivace cantabile Allegro risoluto Presto luminoso

{ intervallo }

Joseph Haydn (1732-1809)

Sinfonia n. 101 in re maggiore “L’orologio”

Adagio, Presto Andante

Minuetto (Allegretto) Finale (Vivace)

Programma

PROGR AMMA

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5

FABIÁN PANISELLO Compositore e direttore d’orchestra ispano-argentino, è internazionalmente conosciuto nell’ambito della musica

contemporanea per lo straordinario livello del proprio lavoro. È fondatore e direttore di PluralEnsemble e direttore della Scuola Superiore di Musica “Reina Sofía” e dell’Istituto Internazionale di Musica da camera di Madrid. Come compositore si è formato con Francisco Kröpfl e Julio Viera a Buenos Aires e con Bogusław Schaeffer al Mozarteum di Salisburgo, dove ha conseguito il Diploma d’eccellenza nel 1993. Ha completato la sua formazione, tra gli altri, con Elliott Carter, Franco Donatoni, Brian Ferneyhough, Luis de Pablo e Peter Eötvös, ed è stato premiato con il Mozarts Erben della città di Salisburgo e il Premio Iberoamericano de Composición

“Rodolfo Halffter”. È membro

dell’Accademia Nazionale Argentina di Belle Arti. La prima esecuzione della sua opera da camera Le Malentendu, coprodotta da Teatro Colón di Buenos Aires, Festival d’Autunno di Varsavia, Neue Oper di Vienna, e dal Teatros del Canal e Teatro Real di Madrid, è stata acclamata da critica e pubblico.

Attualmente sta lavorando all’opera di teatro musicale multimediale Les Rois Mages, una coproduzione internazionale commissionata dalla

Ernest von Siemens Music Foundation attraverso il Centro Superior de Investigación y Promoción de la Música e la Fondazione Universidad Autónoma di Madrid. Ha ricevuto inoltre commissioni da Orchestra Nazionale di Spagna, Festival di Donaueschingen, Ensemble Modern, Goethe Institut, Orchestra della Comunità di Madrid, BBVA Foundation, Istituto Italiano di Cultura, Alte Oper di Francoforte, Festival Takefu (Giappone). Il suo lavoro è stato riconosciuto e supportato da personalità quali Pierre Boulez, Luciano Berio e Karlheinz Stockhausen. Con quest’ultimo ha collaborato in due prime esecuzioni mondiali con la Westdeutscher Rundfunk di Colonia e con la Deutsches Symphonie- Orchester di Berlino. Suoi lavori sono stati eseguiti da artisti quali Pierre Boulez, Peter Eötvos, Susanna Mälkki, Leigh Melrose, Allison Bell, Marco Blaauw e Francesco D’Orazio;

da BBC Symphony Orchestra, Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino, Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, Orquesta Nacional de España, Shanghai Symphony Orchestra, Arditti Quartet e Ensemble Modern, tra molti altri. Viene invitato dai principali Festival di musica contemporanea di tutto il mondo, come Wien Modern, Munich Biennale, Présences, Ars Musica, Ultraschall,

Interpreti

INTERPRETI

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6 INTERPRETI

Aspekte, Manca e Klangspuren Schwaz. Recentemente è stato invitato in qualità di direttore e compositore in residenza al Sound Ways Festival di San Pietroburgo, al New Music Week Festival di Shanghai, al Festival Manca di Nizza, al Centro Nacional de las Artes (CENART) in Messico, alla Fundación Baremboim-Said, al Bridges Festival al Konzerthaus di Vienna e all’International Summer Academy del Mozarteum di Salisburgo. Le sue composizioni sono pubblicate dalle Edizioni Peters di Lipsia, mentre la sua discografia include registrazioni per le etichette NEOS, Col legno, Cypres, Verso e Columna Música.

DIMITRI VASSILAKIS Nato ad Atene nel 1967, ha cominciato gli studi musicali nella sua città, proseguendo al Conservatoire National Supérieur de Musique a Parigi, in particolare sotto la guida di Gérard Frémy, dove ha vinto il Primo premio nelle categorie Pianoforte (all’unanimità), Musica da camera e Accompagnamento pianistico. Si è perfezionato successivamente con Monique Deschaussées e György Sebok. Dal 1992 è solista dell’Ensemble Intercontemporain.

Tra i compositori con i quali ha collaborato Iannis Xenakis, Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen e György Kurtàg. La sua registrazione de Le Scorpion di Martin Matalon con il gruppo Percussions de Strasbourg è stata premiata con il

“Grand Prix du Disque” 2004 della Charles Cros Academy nella categoria Miglior registrazione di musica contemporanea. È stato invitato in alcuni tra i Festival più prestigiosi

del mondo: a Salisburgo, Edimburgo, Lucerna, Firenze (Maggio Musicale), Varsavia (Festival d’Autunno), Ottawa (Chamber Music Festival) e Londra (BBC Proms). Si è esibito in sale quali Filarmonica di Berlino (diretto da Sir Simon Rattle), Carnegie Hall di New York, Royal Festival Hall di Londra, Concertgebouw di Amsterdam, Teatro Colón di Buenos Aires. Il suo repertorio spazia da Bach alla musica d’oggi e include l’opera pianistica completa di Pierre Boulez e Iannis Xenakis. Le sue incisioni comprendono, tra gli altri, le Variazioni Goldberg e una selezione dal Clavicembalo ben temperato di Bach (per l’etichetta Quantum), Studi di György Ligeti e Fabiàn Panisello (Neos) e la prima incisione completa dell’opera pianistica di Boulez (Cybele). La sua registrazione di Incises (che ha eseguito in prima mondiale) è stata inclusa nel cofanetto dedicato all’integrale della musica di Boulez pubblicato da Deutsche Grammophon.

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

Fondata nell’ottobre 1966, in oltre 50 anni di attività l’Orchestra di Padova e del Veneto si è affermata come una delle principali orchestre italiane. Unica Istituzione Concertistico-Orchestrale attiva in Veneto, l’OPV realizza circa 120 tra concerti e opere liriche ogni anno, con una propria Stagione a Padova, concerti in Regione e per le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero.

La direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affidata a

CONTINUA e

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N o te

53a stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 31 gennaio 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Verde Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6735

Direttore Fabián Panisello Pianoforte Dimitri Vassilakis

Robert Schumann (1810-1856) / Maurice Ravel (1875-1937) Carnaval

György Ligeti (1923-2006)

Concerto per pianoforte e orchestra Joseph Haydn (1732-1809)

Sinfonia n. 101 in re maggiore “L’orologio”

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8 NOTE

Nel 1790, dopo la morte del principe Nicolaus Esterhàzy, l’impresario di con- certi Johann Peter Salomon convinse Haydn a fare una tournée in Inghilterra.

Il compositore fece in realtà due viaggi, nel 1791-92 e nel 1794-95, ottenendo grandi successi nel mondo musicale londinese, soprattutto grazie alle 12 sinfonie (definite “londinesi”) scritte appositamente per quelle trasferte, che rappresenta- no un compendio della sua fantasia creativa, e insieme un modello della sinfonia classica. Nona di questa serie, la Sinfonia n.101 in re maggiore, detta «L’orologio», iniziata a Vienna nel 1793 e completata a Londra nel febbraio del 1794, colpì per libertà dell’invenzione, per la forte caratterizzazione tematica, per il gioco di contrasti, per alcune soluzioni sorprendenti, sempre all’interno di una solida e collaudata struttura formale. Nel primo movimento, un breve, cupo Adagio in re minore introduce un Presto luminoso, dal piglio danzante, con due temi molto simili e un elaborato sviluppo dalla scrittura imitativa. La sinfona fu soprannomi- nata «L’orologio» per il “ticchettio” dell’Andante, un disegno isocrono e staccato dei fagotti (poi ripreso da fagotto e flauto), che genera un effetto di sospensione, interrotto solo dal drammatico episodio centrale in minore. L’ampio Minuetto (il più lungo di tutte le sinfonie londinesi) ha lo slancio paesano di un Ländler, con delicate pennellate timbriche e un originale trio basato su improvvise interruzioni e su uno scarno gioco di echi tra brevi incisi dei legni. La sinfonia si conclude con un movimento ampio e brillante (Vivace), dalla scrittura agilissima, ricca di humour, con materiali diversi, che spaziano dalla canzone popolare allo stile severo della doppia fuga.

Se Haydn è considerato il padre della sinfonia, Maurice Ravel è stato conside- rato un maestro indiscusso dell’orchestrazione nel Novecento. Solo pochi dei suoi lavori orchestrali sono nati però direttamente come partiture per orchestra: nella maggior parte dei casi si tratta infatti di composizioni pianistiche successivamente trascritte. Ma Ravel ha orchestrato anche molte musiche di altri compositori, ap- plicando la sua raffinata tecnica di orchestratore a lavori tra loro molto diversi, dai celebri Quadri d’una esposizione di Musorgskij, a pezzi di Debussy, come la Tarantelle styrienne o la Sarabande dalla suite Pour le Piano, al Menuet pompeux di Chabrier. Nel 2014 Ravel orchestrò anche il Carnaval di Schumann, su richiesta di Vaclav Nižinskij, che dopo la rottura con Diaghilev e con i Ballets Russes, aveva progettato un balletto per la sua nuova compagnia, presentato a Londra lo stesso anno. Probabilmente Ravel orchestrò l’intero ciclo schumanniano, ma del mano- scritto restavano solo quattro pezzi che furono pubblicati da Salabert nel 1975.

Si tratta di un’orchestrazione raffinata, che trasforma gesti tipicamente pianistici

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9 NOTE

in materia orchestrale, rispettando l’atmosfera immaginata da Schumann nelle sue «Scènes mignonnes», popolate da figure e immagini magiche, da maschere, dalle incarnazioni delle anime gemelle di Schumann (Florestan ed Eusebio). In Préambule, pezzo dal passo marziale e maestoso, si ha l’impressione di vedere una folla carnevalesca, con fanfare di ottoni che si alternano con un vortice dan- zante sottolineato dai legni e dall’arpa; il soffice e vivace Valse allemande è invece dominato dagli archi, e solo interrotto dalle figurazioni rapide, staccate, in contro- tempo dei fiati nell’estroso intermezzo intitolato Paganini; la tumultuosa Marche des Davidsbündler contre les Philistins permette a Ravel di sfruttare una più ampia paletta timbrica per differenziare i vari episodi, anche con alcune sortite solistiche, all’interno di un inesorabile accelerato.

Ravel fu sempre attratto e stimolato da culture musicali lontane, “esotiche”, dalla musica orientale al jazz. Allo stesso modo György Ligeti, negli anni ‘80, fece tesoro del suo studio sulle musiche poliritmiche dell’Africa subsahariana e sulle tecniche mensurali delle polifonie antiche, innestando nel suo linguaggio musicale una profonda, continua riflessione sul tempo. Il Concerto per pianoforte, composto tra il 1985 e il 1988, è il primo esempio della sua esplorazione poliritmica, che si traduce in un sofisticato gioco di stratificazioni. L’orchestra di dimensioni ridotte (ma con alcuni strumenti inusuali, come armonica, flauto a coulisse e ocarina) e sbilanciata verso il registro acuto, conferisce al concerto un carattere molto lumi- noso, a tratti acido. Nei cinque movimenti disposti specularmente, Ligeti esplora diverse tecniche pianistiche cercando sempre sottili sfasamenti nel rapporto tra solista e orchestra. Nei movimenti dispari il pianoforte suona senza soluzione di continuità: il primo (Vivace molto ritmico e preciso) si basa su un disegno ritmico costante sul quale si sovrappongono figure con metri differenti; nel terzo (Vivace cantabile) su una pulsazione isocrona si innestano piccole figurazioni ritmiche e melodiche e varie fioriture; nel quinto (Presto luminoso) il gioco ritmico si dipana su tessiture acute, con un carattere minimal e fitte stratificazioni. Nei movimenti pari prevale la frammentazione e il contrasto fra i materiali: il secondo (Lento e deserto) ha un carattere sospeso, come un notturno rarefatto, costituito prevalen- temente da scale discendenti, a partire da un canone tra fagotto, ottavino, flauto a coulisse e pianoforte, che crea un effetto di vuoto; il quarto (Allegro risoluto, molto ritmico) presenta una materia frantumata e caleidoscopica, che diventa sempre più densa e accelerata.

[Gianluigi Mattietti]

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Le note di sala per i concerti della 53a Stagione OPV sono commissionate a illu- stri musicologi e critici musicali dall’Associazione Amici dell’Orchestra di Padova e del Veneto. L’Associazione Amici dell’OPV è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce appassionati di musica, sul modello di analoghi sodalizi creatisi intorno alle più importanti istituzioni concertistico-musicali. Gli Amici dell’OPV condividono più da vicino la realtà dell’Orchestra promuovendo ogni possibile iniziativa destinata a valorizzarne l’attività e lo sviluppo.

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Claudio Scimone (dalla fondazione al 1983), Peter Maag (direttore principale, 1983-2001), Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello (direttore musicale, 2002-2003), Filippo Juvarra. Nel settembre 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico.

L’OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano S. Accardo, M. Argerich, V. Ashkenazy, R. Chailly, G. Gavazzeni, R. Goebel, P. Herreweghe, C. Hogwood, S. Isserlis, L. Kavakos, T. Koopman, R. Lupu, M. Maisky, Sir N. Marriner, V. Mullova, O. Mustonen, A. S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, S. Richter, M. Rostropovich, K. Zimerman. Accanto all’esperienza sinfonica l’Orchestra si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e Il flauto magico di Mozart, Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia e La Cenerentola di Rossini, Norma e I Capuleti e i Montecchi di Bellini, L’elisir d’amore, Don Pasquale, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Rigoletto, Il Trovatore e Nabucco di Verdi, La vedova allegra di Lehár. Nella Stagione 2015/2016, su ideazione di Marco Angius, l’OPV ha ospitato Salvatore Sciarrino come compositore in residenza realizzando il primo ciclo di Lezioni di suono, esperienza che si è poi rinnovata nelle Stagioni successive con Ivan Fedele e Giorgio Battistelli. Sempre nel 2016, l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven dirette da Angius nell’ambito del “Ludwig Van Festival”

è stata accolta da un eccezionale consenso di pubblico e di critica,

confermato nel 2017 con l’integrale delle Sinfonie di Schubert. Negli ultimi anni l’Orchestra ha ampliato il proprio impegno in ambito educational, sviluppando programmi specifici per il pubblico delle famiglie e dei bambini e percorsi di formazione dedicati alle scuole dell’infanzia.

L’Orchestra è protagonista di una nutrita serie di trasmissioni televisive per Rai 5 con i tre cicli di Lezioni di suono e con Inori di Stockhausen (concerto di inaugurazione del 61°

Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia), oltre che di una vastissima attività discografica che conta più di 60 incisioni per le più importanti etichette. Tra le pubblicazioni più recenti Quodlibet con musiche di Castiglioni, Abyss con musiche di Donatoni, An Mathilde con musiche di Dallapiccola e Togni e L’Arte della fuga di Bach/Scherchen (Stradivarius), Altri volti e nuovi 1 e 2 dedicati all’opera di Salvatore Sciarrino (Decca Italia), tutti diretti da Marco Angius. L’OPV è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione del Veneto, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta.

Violino principale Grazia Raimondi Violini I

Enrico Rebellato **

Stefano Bencivenga Giacomo Bianchi Ivan Malaspina Laura Maniscalco

INTERPRETI

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Violini II

Gianluca Baruffa * Pavel Cardas Davide Dal Paos Simone Castiglia Chiara Di Bert Elena Meneghinello Viole

Alberto Salomon * Andrea Maini * Silvina Sapere Federico Furlanetto Violoncelli

Francesco Martignon * Caterina Libero Fernando Sartor Giancarlo Trimboli Contrabbassi

Francesco Di Giovannantonio * Daniele Carnio

Flauti

Mario Folena * Riccardo Pozzato Oboi

Paolo Brunello * Erika Rampin Clarinetti Luca Lucchetta * ° Rocco Carbonara Fagotti

Aligi Voltan * Paolo Furegato Corni

Marco Bertona * Giovanni Catania

Trombe

Simone Lonardi * Roberto Caterini Trombone Alessio Savio Timpani

Sebastiano Girotto Percussioni Saverio Rufo Marica Veronese

* Prima parte

** Concertino

° Anche ocarina

INTERPRETI

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Prossimi concerti

Sabato 2 febbraio Sala dei Giganti al Liviano ore 17.30

Lezioni di sabato

FABIÁN PANISELLO Direttore

ALESSANDRO ZATTARIN Relatore

SCHUMann/ravel Carnaval

Giovedì 14 febbraio Auditorium Pollini ore 20.45

Ciclo completo, ciclo parziale Blu

LAURENT CAMPELLONE Direttore

JODIE DEVOS Soprano

I tempi di Offenbach

Jodie Devos

PROSSIMI CONCERTI

Fabián Panisello

In collaborazione e con il contributo di

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Detraibilità Fiscale delle donazioni Art Bonus D.L. N° 83/2014:

una grande opportunità per destinare le imposte 2018 al sostegno dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

Dal 2018 l’Orchestra di Padova e del Veneto, in quanto Istituzione Concertistica Orchestrale (I.C.O.), può permettere ai suoi sostenitori di usufruire dell’Art Bonus ai sensi dal D.L. n° 83/2014.

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L’Art Bonus è una norma che permette, dal 2018, la detrazione fiscale del 65% di quanto versato a titolo di donazione a sostegno dell’Orchestra di Padova e del Veneto: versando a OPV € 10.000, ad esempio, il donatore avrà scontati

€ 6.500 dalle imposte dovute in tre uguali quote annuali (codice F24: 6842).

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ART BONUS

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ART BONUS

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Stagione concertistica 2018/2019 TEMPI E TEMPESTE

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Joseph Mallord William Turner (1775-1851) Tempesta di neve - Nave a vapore all’ingresso di un porto © Tate, London 2018

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