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Con il contributo di. Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto

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Academic year: 2022

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14 marzo

Sciortino

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Con il contributo di

Comune di Padova Fondazione

Orchestra di Padova e del Veneto

Sergio Giordani

Sindaco di Padova, Presidente Paolo Giaretta

Vicepresidente Marco Angius

Direttore musicale e artistico

Via Marsilio da Padova 19 35139 Padova

T 049 656848 - 656626 info@opvorchestra.it www.opvorchestra.it

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Sostenitore e partner tecnico Mecenati Art Bonus 2019

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53

a

stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 14 marzo 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Blu+Verde Auditorium Pollini – ore 20.45

Concerto n° 6751

Pianoforte solista e Direttore

Orazio Sciortino

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Programma

PROGR AMMA

Ludwig van Beethoven (1770-1827) Egmont, Ouverture in fa minore op. 84

Sostenuto ma non troppo, Allegro Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788)

Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore Wq 43 n. 2 Allegro di molto, Andante, Allegro di molto

Andante Allegretto

Concerto per pianoforte e orchestra in mi maggiore Wq 14 Allegro

Poco adagio Allegro assai

{ intervallo }

Franz Joseph Haydn (1732-1809) Sinfonia n. 80 in re minore Hob.I:80

Allegro spirituoso Adagio

Minuetto e Trio Finale (Presto)

Alla Sinfonia n. 80 di Haydn è dedicata la Lezione di sabato di Dino Villatico del 16 marzo 2019.

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ORAZIO SCIORTINO

Pianista e compositore, Orazio Sciortino collabora con importanti istituzioni musicali italiane ed estere:

Teatro alla Scala di Milano, MiTo Settembremusica, Orchestra Verdi di Milano, Orchestra del Teatro La Fenice, Bologna Festival, IUC di Roma, Ravello Festival, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento,Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Accademia Filarmonica di Verona, Maggio Musicale Fiorentino, I Pomeriggi Musicali, Sagra Malatestiana di Rimini, Festival della Valle d’Itria, Amici della musica di Perugia, Società del Quartetto di Milano, Sociedad Filarmonia di Lima, Nuova Harmonìa di Buenos Aires, Festival di Ankara, Konzerthaus di Berlino, Salle Molière di Lyon, Ottawa Chamber Music Festival, Sala Cecilia Meireles di Rio De Janeiro ecc. Ha registrato per Rai Tre, Radio Tre, Radio Classica, Radio Svizzera Italiana e per le case discografiche Dynamic, Bottega Discantica, Limen Music e Sony Classical. Per il teatro musicale ha scritto La Paura, opera sulla Grande Guerra (commissione Teatro Coccia di Novara). La sua favola musicale, La Gattomachia, per narratore, violino concertante e archi, è stata eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala nel corso della Stagione 2016/2017.

È stata successivamente riproposta nell’ambito del Festival della Valle

d’Itria, del Risonanze Festival, del Festival Nuova Consonanza di Roma e, recentemente, eseguita dall’Orchestra di Padova e del Veneto.

Si occupa anche di divulgazione, rapporti tra la musica, le arti visive e le neuroscienze. Nel 2016, in collaborazione con il Cern di Ginevra e la Fondazione Agalma, è stato invitato a tenere un Ted Talk, per il Ted x Cern 2016, sull’esperienza dell’ascolto e l’attività neuronale. Orazio Sciortino è stato nominato Krug Ambassador.

La prestigiosa maison di champagne, per la prima volta nella sua storia, chiede ad un compositore di comporre un brano interamente dedicato a Krug. Nasce così il pezzo pianistico Lives through a glass dedicato a Krug Grande Cuvée ed incluso nell’album Self Portrait, con sue composizioni pianistiche, recentemente pubblicato da Sony Classical. Recente è inoltre il cd di sue musiche cameristiche inciso dall’Ambra Piano Trio e dal Swiss New Wave Ensemble per l’etichetta Claves.

Nutre una passione per la cucina e vive a Milano.

www.oraziosciortino.com

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

Fondata nell’ottobre 1966, in oltre 50 anni di attività l’Orchestra di Padova e del Veneto si è affermata come una delle principali

Interpreti

INTERPRETI

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6 INTERPRETI

orchestre italiane. Unica Istituzione Concertistico-Orchestrale attiva in Veneto, l’OPV realizza circa 120 tra concerti e opere liriche ogni anno, con una propria Stagione a Padova, concerti in Regione e per le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero.

La direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affidata a Claudio Scimone (dalla fondazione al 1983), Peter Maag (direttore principale, 1983-2001), Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello (direttore musicale, 2002-2003), Filippo Juvarra. Nel settembre 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico.

L’OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano S. Accardo, M. Argerich, V. Ashkenazy, R. Chailly, G. Gavazzeni, R. Goebel, P. Herreweghe, C. Hogwood, S. Isserlis, L. Kavakos, T. Koopman, R. Lupu, M. Maisky, Sir N. Marriner, V. Mullova, O. Mustonen, A. S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, S. Richter, M. Rostropovich, K. Zimerman. Accanto all’esperienza sinfonica l’Orchestra si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e Il flauto magico di Mozart, Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia e La Cenerentola di Rossini, Norma e I Capuleti e i Montecchi di Bellini, L’elisir d’amore, Don Pasquale, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Rigoletto, Il Trovatore e Nabucco di Verdi, La vedova allegra di Lehár. Nella Stagione 2015/2016, su ideazione di Marco Angius, l’OPV ha ospitato Salvatore Sciarrino come

compositore in residenza realizzando il primo ciclo di Lezioni di suono, esperienza che si è poi rinnovata nelle Stagioni successive con Ivan Fedele e Giorgio Battistelli. Sempre nel 2016, l’esecuzione integrale delle Sinfonie di Beethoven dirette da Angius nell’ambito del “Ludwig Van Festival”

è stata accolta da un eccezionale consenso di pubblico e di critica, confermato nel 2017 con l’integrale delle Sinfonie di Schubert. Negli ultimi anni l’Orchestra ha ampliato il proprio impegno in ambito educational, sviluppando programmi specifici per il pubblico delle famiglie e dei bambini e percorsi di formazione dedicati alle scuole dell’infanzia.

L’Orchestra è protagonista di una nutrita serie di trasmissioni televisive per Rai 5 con i tre cicli di Lezioni di suono e con Inori di Stockhausen (concerto di inaugurazione del 61°

Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia), oltre che di una vastissima attività discografica che conta più di 60 incisioni per le più importanti etichette. Tra le pubblicazioni più recenti Quodlibet con musiche di Castiglioni, Abyss con musiche di Donatoni, An Mathilde con musiche di Dallapiccola e Togni e L’Arte della fuga di Bach/Scherchen (Stradivarius), Altri volti e nuovi 1 e 2 dedicati all’opera di Salvatore Sciarrino (Decca Italia), tutti diretti da Marco Angius. L’OPV è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione del Veneto, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta.

continua e

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N o te

53a stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 14 marzo 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Blu+Verde Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6751

Pianoforte solista e Direttore Orazio Sciortino

Ludwig van Beethoven (1770-1827) Egmont, Ouverture in fa minore op. 84 Carl Philipp Emanuel Bach (1714-1788)

Concerto per pianoforte e orchestra in re maggiore Wq 43 n. 2 Concerto per pianoforte e orchestra in mi maggiore Wq 14 Franz Joseph Haydn (1732-1809)

Sinfonia n. 80 in re minore Hob.I:80

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8 NOTE

L’ascolto della musica tedesca che va da Carl Philipp Emanuel Bach, ma in genere dagli anni ‘30 e ‘40 del secolo XVIII, a Beethoven richiede una radicale riconsiderazione di che cosa sia, in musica, un tema. Si suole far coincidere l’idea di tema musicale con il profilo melodico distintamente percepito dall’ascoltatore.

Ora, questa idea è parzialmente vera solo dal romanticismo in poi, ma sarebbe comunque riduttivo considerarla esauriente già per Schubert, e non parliamo di Chopin o di Schumann, compositori che ereditano dal classicismo viennese e, an- cora prima, dalla tradizione che possiamo far risalire a Johann Sebastian Bach (Chopin è guidato nei suoi studi musicali da un allievo di un allievo di Bach) una concezione assai complessa dell’elaborazione musicale: in particolare dal preva- lere del contrappunto sull’invenzione (l’idea dell’originalità di un tema è cosa del tutto estranea ai compositori fino a quasi tutto l’Ottocento). Ma ha un peso anche l’eredità ‘galante’, più legata alle tradizioni italiane e francesi, la quale non è così semplicistica da ridurre la musica a una melodia con accompagnamento armonico.

Robert O. Gjerdingen nel suo La musica nello Stile Galante (Roma 2017, ed. inglese New York 2007) lo ha ben chiarito una volta per tutte.

Il Concerto per clavicembalo in mi maggiore Wq 14 di Carl Philipp Emanuel Bach è del 1760. L’altro concerto eseguito in questo concerto, quello in re maggiore Wq 43 n. 2, è del 1772. La Sinfonia n. 80 in re minore di Haydn fu composta tra il 1783 e il 1784. Beethoven compose le musiche di scena per l’Egmont, tragedia di Goethe, nel 1810. Le musiche di questo concerto coprono dunque un arco di 50 anni. Nel 1810 Beethoven ha già composto, tra molte altre musiche, l’Eroica, le prime due versioni del Fidelio, la Quinta Sinfonia, la Sinfonia Pastorale, l’Appassionata, i tre Quartetti op. 59. L’ouverture dell’Egmont, che apre le musiche della tragedia, è op. 84. La tonalità, fa minore, è la stessa dell’Appassionata e della prima scena del secondo atto del Fidelio, che si apre sui sotterranei del carcere dov’è rinchiuso Florestano. È la tonalità della costrizione, della segregazione, della passione senza sbocco. Era, già per Haydn, una tonalità tragica. Per Mozart lo è il re minore. Per Beethoven il fa minore, la cui dominante è do, rientra nel più vasto campo tragico, appunto, di do minore. Ma con un che di fatalistico in più. L’ouverture, però, si conclude in fa maggiore, la tonalità della Pastorale, e assume toni trionfalistici, di liberazione dalla costrizione, dal carcere. Sia per Egmont che per Florestano l’esito è la libertà, dal buio (com’è buio qui! grida Florestano) alla luce. Ma se per Florestano la libertà è reale, Leonora gli scioglie le catene, per Egmont la libertà è uscire dalla vita, il trionfo sta allora nella memoria della sua lotta, nella vittoria che proprio la sua morte dona al suo popolo.

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9 NOTE

Ora, tutto questo, tutta questa complessa macchina di pensieri e di passioni è tutta attuata e rappresentata da una musica ugualmente complessa. Non basta una melodia, non basta un ritmo, funebre prima, e poi di marcia trionfale, non basta un colore armonico. Ma devono interagire tutti questi fattori, perché si possa dire individuato un tema. Il tema iniziale della costrizione e il tema finale della liberazione sono, poi, imparentati, nascono entrambi dalla stessa cellula tematica, potremmo perfino ritenerli l’uno una variante dell’altro. Li differenzia il modo della tonalità, minore all’inizio, maggiore alla fine, ma la tonica resta la stessa, fa. E c’è un senso proprio in questo permanere della tonica: costrizione e libertà si rivelano come due facce della stesa condizione, quella umana, ch’è di un dolore che anela al superamento (già in Johann Sebastian Bach l’esperienza umana è dolore: “Et homo factus est” della Messa in si minore). Tutto Beethoven è così: un percorso dal dolore alla gioia (tranne poche pagine, la Patetica, l’op. 31 n. 2, l’Appassionata, il Quartetto op. 131, per esempio, pagine cupe, tragiche). La Nona nasce in un’atmosfera to- nalmente ambigua, di tensione, di angoscia, e si chiude con l’Inno alla Gioia. Ma la gioia non è un dono del Cielo, è una conquista dell’uomo, della Volontà dell’Uomo:

dietro, sotto, vi si sente la Volontà che fonda la Morale, come nella Critica della Ragion Pratica di Kant.

E come si struttura dunque un tema per raccontare tutto questo? Nella musica esistono tre parametri: la melodia, l’armonia, il ritmo. In Beethoven interagiscono.

Il tema non è una melodia, e nemmeno un ritmo e nemmeno un impasto armonico, ma questi tre parametri uniti, e spesso è il ritmo a unirli. I due accordi che aprono l’Egmont contengono già tutto lo sviluppo dell’ouverture: il suo ritmo, l’avvio me- lodico, l’armonia. Tant’è vero che noi sentiamo le due note ribattute e le scale che ne nascono ripetersi fino all’esplosione di una vera e propria melodia compiuta, che però è carica di tutta la tensione ritmica e armonica che l’ha preceduta.

Ebbene, tutto ciò accade già in C.P.E. Bach. Anzi, è proprio da lui che prima Haydn, e poi Beethoven sviluppano le propria concezione tematica. I due concerti sono in questo senso strabilianti. Come per Mozart, anche per C.P.E. Bach i concerti rappresentano la realizzazione più complessa, e compiuta, del proprio pensiero strumentale. Interazione concertante fittissima tra solista e orchestra ed elabora- zione contrappuntistica delle parti contribuiscono a costruire un edificio di estrema complessità architettonica, nel quale ritmo, armonia, elaborazione delle cellule tematiche (anche solo due note, un ritmo di giambo, di trocheo, una cadenza ar- monica) fondano un percorso musicale d’intensità inusitata e talora di violenza quasi selvaggia, sempre comunque di estrema tensione.

In Haydn si ravvisa già una prima e quasi definitiva sintesi di questo sistema, che resterà poi valido per almeno due secoli (se ne possono riscontrare gli influssi fino a Mahler, a Šostakovič, a Schnittke). La Sinfonia n. 80 chiude il periodo del cosiddetto Sturm und Drang, che occupa quasi tutti gli anni ‘70. Basterebbe il tema leggero di valzer che chiude l’esposizione e poi apre lo sviluppo, nel primo tempo, a ridimensionare l’afflato tragico dell’attacco, nel quale si possono già intravedere

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Le note di sala per i concerti della 53a Stagione OPV sono commissionate a illu- stri musicologi e critici musicali dall’Associazione Amici dell’Orchestra di Padova e del Veneto. L’Associazione Amici dell’OPV è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce appassionati di musica, sul modello di analoghi sodalizi creatisi intorno alle più importanti istituzioni concertistico-musicali. Gli Amici dell’OPV condividono più da vicino la realtà dell’Orchestra promuovendo ogni possibile iniziativa destinata a valorizzarne l’attività e lo sviluppo.

gli esiti che aprono il primo atto della Valchiria o l’attacco febbrile della Seconda di Mahler. Ma poi ci sono le due battute di pausa. Che sospendono l’avvio dello sviluppo dopo la conclusione dell’esposizione, nel primo tempo. O, nel finale, il tema ridotto al ritmo sincopato di un solo suono. O il respiro lirico dell’Adagio, in cui però ritorna l’ossessivo ritmo del suono ribattuto, dell’acciaccatura del valzer qui distesosi in un più tranquillo ritmo binario. Il Minuetto ripropone il disegno melodico di seconde, ma ribadisce anche una scansione ritmica quasi da danza tedesca, popolare, insultante, ritmo che si beffa di ogni eleganza aristocratica.

La cantilena di seconde conferisce al trio un tono più disteso, ma l’irrequietezza delle terzine lo smentisce. Tutta la sinfonia è percorsa da antitesi che non sem- brano trovare conciliazione, salvo che nel frenetico e ansimante finale. Come se il compositore muovesse il gioco musicale da una distanza rassicurante d’ironia e di distacco. Senza però sopprimere l’irrequietezza e, soprattutto, l’inquietudine delle antinomie gettate nella mischia dell’avventura musicale.

[Dino Villatico]

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11 INTERPRETI

Violino principale Črtomir Šiškovič Violini I

Stefano Bencivenga **

Enrico Rebellato Giacomo Bianchi Ivan Malaspina Laura Maniscalco Violini II

Gianluca Baruffa * Pavel Cardas Davide Dal Paos Simone Castiglia Chiara Di Bert Elena Meneghinello Viole

Alberto Salomon * Floriano Bolzonella Silvina Sapere Giada Broz Violoncelli

Francesco Martignon * Caterina Libero Giancarlo Trimboli Fernando Sartor Contrabbassi

Francesco Di Giovannantonio * Daniele Carnio

Flauti

Mario Folena * Riccardo Pozzato Oboi

Paolo Brunello * Nicolò Dotti Clarinetti Luca Lucchetta * Rocco Carbonara

Fagotti Aligi Voltan * Paolo Furegato Corni

Marco Bertona * Alberto Prandina Maurizio Cavallini * Giovanni Catania Trombe

Andrea Bonaldo * Roberto Caterini Timpani

Alberto Macchini

* Prima parte

** Concertino

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Prossimi concerti

Giovedì 4 aprile Auditorium Pollini ore 20.45 Ciclo completo

VLADIMIR OVODOK Direttore

IAN BOSTRIDGE Tenore

mozart

Maurerische Trauermusik K 477 mozart

Sinfonia n. 31 “di Parigi”

britten

Les illuminations op. 18 per tenore e archi tchaikovsky

Suite n. 4 per orchestra “Mozartiana”

Mercoledì 27 marzo Sala dei Giganti al Liviano ore 17.30

Lezioni di Suono

NICOLA SANI MARCO ANGIUS Direttore

SANI

Seascapes IX “Münster”

(2016, prima esecuzione italiana) SCHUBERT

Drei Stücke (orch. R. Dünser) da D946 I/II e D625 IV

Biglietti €3 – €8

Ian Bostridge © Sim Canetty-Clarke

Nicola Sani© Hugues Rousse

PROSSIMI CONCERTI

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ART BONUS

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ART BONUS ART BONUS

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Stagione concertistica 2018/2019 TEMPI E TEMPESTE

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Joseph Mallord William Turner (1775-1851) Tempesta di neve - Nave a vapore all’ingresso di un porto © Tate, London 2018

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