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(1)

TECNICA

18

Suinicoltura– n. 4aprile 2012

I bisogni di innovazione dei suinicoltori italiani

Cento allevatori sono stati coinvolti in un progetto di ricerca dell’Unione europea Obiettivi: il miglioramento della qualità e della produttività e la riduzione dei costi

di Paolo Ferrari, Andrea Rossi*

L

a ricerca nelle scienze delle produzioni animali è condotta in Italia e in Europa da una molteplicità d’istituzioni e di aziende pub- bliche e private con finanzia- menti sia pubblici, sia comuni- tari, nazionali e privati. Tutta- via il trasferimento delle conoscenze acquisite non sem- pre si traduce in innovazioni tecniche e tecnologie utilizza- bili per i produttori zootecnici.

Per questo motivo sono in fase di sviluppo, negli Stati membri dell’Ue, nuovi approcci per fa- vorire sia la collaborazione tra mondo della ricerca e aziende agricole, sia la possibilità di uti- lizzare le informazioni messe a disposizione.

La stessa Commissione euro- pea ha individuato la necessità di sfruttare le opportunità esi- stenti per rendere più efficaci i meccanismi collaborativi in ambito nazionale ed europeo finalizzati allo sviluppo delle capacità d’innovazione nel set- tore della produzione animale.

Per questo motivo ha promos- so e cofinanzia, nell’ambito

del settimo programma qua- dro di ricerca e sviluppo tec- nologico, il progetto di ricerca RTD2Farm (Research and Te- chnology Development to Farm - Ricerca e sviluppo tec- nologico per l’azienda) “Con- divisione di migliori pratiche e miglioramento della collabo- razione europea nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nell’innovazione nelle scien- ze della produzione animale”

(http://www.rtd2farm.eu).

Il progetto, coordinato dal- l’Università di Veterinaria di Vienna, coinvolge diretta- mente partner di Austria, Bel- gio e Italia. Questi Paesi rap- presentano altrettanti casi di studio per l’analisi delle mol- teplici differenze esistenti tra i settori suinicoli nei diversi Stati membri dell’Ue e per lo sviluppo di migliori pratiche per la ricerca e il trasferimento tecnologico, diversificate se- condo i diversi fabbisogni del- la base produttiva.

L’indagine in Italia

Per fare emergere i diversi fabbisogni d’innovazione, RTD2Farm ha previsto lo svolgimento di un’indagine a questionario e di un ciclo di tre workshop nei tre Paesi considerati.

In Italia sono stati raccolti 100 questionari rivolti prevalente- mente ad allevatori, ma anche a operatori specializzati della filiera suinicola (veterinari, mangimisti, produttori di at- trezzature, ricercatori) da cui è emersa una forte necessità di differenziare la propria pro-

duzione (81%) puntando pre- valentemente sulla qualità del- la carne (52%), sulla valoriz- zazione delle produzioni tipiche e su una maggiore e più corretta visibilità del pro- dotto nazionale.

Attraverso l’indagine sono sta- te raccolte informazioni utili

*CRPA spa, Reggio Emilia

g Reparto maternità dove maggiori sono le esigenze d’inno- vazione, in genetica, alimentazione e management.

per il progetto rispetto alle mo- dalità più utilizzate dai suini- coltori italiani per l’accesso alle innovazioni, al loro interesse nei confronti di tipologie d’in- novazione specifiche attinenti alla genetica, l’alimentazione e il management e alla loro atti- tudine a un possibile coinvolgi- mento in future attività di for- mazione e di trasferimento tec- nologico.

Il workshop italiano è stato organizzato lo scorso 16 no- vembre 2011 dal Crpa, part- ner del progetto, presso le Fie- re di Reggio Emilia. All’even- to, cui sono state invitate le organizzazioni di prodotto che operano in suinicoltura, hanno partecipato attivamen- te Anas, Unapros, Asser, Opas e Italsuini. Nell’ambito di que- sta giornata sono state orga- nizzate tre sessioni di lavoro sui temi: genetica, alimenta- zione e management.

In generale, la maggior parte dei partecipanti ha evidenziato la forte necessità di investire in

ricerca, divulgazione e consu- lenza tecnica per andare incon- tro ai fabbisogni della suinicol- tura italiana.

Genetica e alimentazione Dalla sessione sulla genetica suina è emerso che è necessa- rio concentrare l’attenzione nella fase di allevamento del suino pesante, per trovare il giusto equilibrio tra velocità di crescita e qualità della car- ne. Tuttavia, alcuni hanno sottolineato che, in termini di costo di produzione, è più

importante ottimizzare la qualità dell’alimento in fun- zione del tipo di suino per favorire al massimo la resa del mangime.

Un’altra questione importante, trasversale ai temi della geneti- ca e dell’alimentazione, è rap- presentata dall’elevata percen- tuale di prosciutti distolti dal circuito tutelato perché non corrispondenti ai requisiti di qualità, cosa che comporta una elevata perdita economica per tutti gli attori della filiera. La produzione di suino leggero può rappresentare un’interes- sante alternativa al suino pe- sante, ma solo in particolari pe- riodi dell’anno, caratterizzati da sovrapproduzione. È vero, però, che l’elevato costo di produzione del suinetto incide in modo rilevante sul costo di produzione complessivo e che, comunque, la filiera non è an- cora organizzata per questo ti- po di produzione.

Tra le maggiori problemati- che dibattute legate alla gene-

tica, indubbiamente di peso appare la scarsa uniformità dei suini destinati ai circuiti dop, oltre che la qualità della carne e della carcassa quale strumento importante di va- lorizzazione delle partite. Inoltre, nella sessione sull’ali- mentazione è emersa l’esigen- za di una più attenta formula- zione e standardizzazione delle diete in base ai disciplinari dop.

Management

La discussione dei partecipan- ti alla sessione sul manage- ment aziendale si è incentrata prevalentemente sulla neces- sità di migliorare e garantire la biosicurezza, perché anche le migliori performance di cre- scita spesso sono compro- messe da una maggiore su- scettibilità alle patologie d’al- levamento. La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (Prrs), per esempio, rap- presenta ancora un grande problema per gli allevatori, che può essere evitato o con-

Il progetto è iniziato nel giugno 2011 ed è coordinato dall’Università di Veteri- naria di Vienna. Ha durata biennale ed è incentrato sulla suinicoltura, essendo questa la principale produzione di carne in Europa. Tuttavia, la metodologia adottata da RTD2Farm per il trasferimento tecnologico e delle conoscenze è concepita per poter essere applicata anche ad altri settori zootecnici.

Obiettivo fondamentale è andare incontro alle principali esigenze dei produttori suinicoli, quali il miglioramento della qualità e della produttivi- tà e la riduzione dei costi di produzione, garantendo, nel contempo, il mantenimento e il rispetto degli standard europei di benessere animale e di sostenibilità ambientale. Sono coinvolti nel progetto:

n i fornitori di ricerca e sviluppo tecnologico (RTD), tra cui i centri di ricerca e le università ma anche le industrie farmaceutica, mangimistica, di produzione di attrezzature e impianti e le ditte di selezione genetica;

n gli organismi di trasferimento tecnologico (centri e reti di trasferi- mento tecnologico, centri di formazione);

n gli allevatori (associazioni, organizzazioni di prodotto, professionali agricole) in tre Paesi: Austria, Belgio e Italia, diversificati strutturalmente e con differenti modalità di sviluppo, accesso e trasferimento delle innovazioni, oltre che caratterizzati da una suinicoltura più debole e meno organizzata rispetto a quelle più forti a livello europeo di Danimar- ca, Olanda, Francia e Spagna.

In pratica RTD2Farm mira al conseguimento dei seguenti risultati: n sviluppo di migliori pratiche per il trasferimento tecnologico e delle conoscenze in suinicoltura;

n sviluppo di moduli formativi rivolti ai suinicoltori e alle loro associazio- ni/organizzazioni per l’utilizzo delle migliori pratiche di trasferimento tecnologico e la divulgazione dei risultati del progetto;

n sviluppo di un “Centro di eccellenza nel campo delle scienze della produzione suinicola – Ceps“ per lo scambio di personale, la condivisione di strutture e l’integrazione di attività nel campo della scienza della produzione suina e del trasferimento delle conoscen- ze agli allevatori.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

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TECNICA

Suinicoltura– n. 4aprile 2012

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I bisogni di innovazione dei suinicoltori italiani

Cento allevatori sono stati coinvolti in un progetto di ricerca dell’Unione europea Obiettivi: il miglioramento della qualità e della produttività e la riduzione dei costi

di Paolo Ferrari, Andrea Rossi*

L

a ricerca nelle scienze delle produzioni animali è condotta in Italia e in Europa da una molteplicità d’istituzioni e di aziende pub- bliche e private con finanzia- menti sia pubblici, sia comuni- tari, nazionali e privati. Tutta- via il trasferimento delle conoscenze acquisite non sem- pre si traduce in innovazioni tecniche e tecnologie utilizza- bili per i produttori zootecnici.

Per questo motivo sono in fase di sviluppo, negli Stati membri dell’Ue, nuovi approcci per fa- vorire sia la collaborazione tra mondo della ricerca e aziende agricole, sia la possibilità di uti- lizzare le informazioni messe a disposizione.

La stessa Commissione euro- pea ha individuato la necessità di sfruttare le opportunità esi- stenti per rendere più efficaci i meccanismi collaborativi in ambito nazionale ed europeo finalizzati allo sviluppo delle capacità d’innovazione nel set- tore della produzione animale.

Per questo motivo ha promos- so e cofinanzia, nell’ambito

del settimo programma qua- dro di ricerca e sviluppo tec- nologico, il progetto di ricerca RTD2Farm (Research and Te- chnology Development to Farm - Ricerca e sviluppo tec- nologico per l’azienda) “Con- divisione di migliori pratiche e miglioramento della collabo- razione europea nella ricerca, nel trasferimento tecnologico e nell’innovazione nelle scien- ze della produzione animale”

(http://www.rtd2farm.eu).

Il progetto, coordinato dal- l’Università di Veterinaria di Vienna, coinvolge diretta- mente partner di Austria, Bel- gio e Italia. Questi Paesi rap- presentano altrettanti casi di studio per l’analisi delle mol- teplici differenze esistenti tra i settori suinicoli nei diversi Stati membri dell’Ue e per lo sviluppo di migliori pratiche per la ricerca e il trasferimento tecnologico, diversificate se- condo i diversi fabbisogni del- la base produttiva.

L’indagine in Italia

Per fare emergere i diversi fabbisogni d’innovazione, RTD2Farm ha previsto lo svolgimento di un’indagine a questionario e di un ciclo di tre workshop nei tre Paesi considerati.

In Italia sono stati raccolti 100 questionari rivolti prevalente- mente ad allevatori, ma anche a operatori specializzati della filiera suinicola (veterinari, mangimisti, produttori di at- trezzature, ricercatori) da cui è emersa una forte necessità di differenziare la propria pro-

duzione (81%) puntando pre- valentemente sulla qualità del- la carne (52%), sulla valoriz- zazione delle produzioni tipiche e su una maggiore e più corretta visibilità del pro- dotto nazionale.

Attraverso l’indagine sono sta- te raccolte informazioni utili

*CRPA spa, Reggio Emilia

g Reparto maternità dove maggiori sono le esigenze d’inno- vazione, in genetica, alimentazione e management.

per il progetto rispetto alle mo- dalità più utilizzate dai suini- coltori italiani per l’accesso alle innovazioni, al loro interesse nei confronti di tipologie d’in- novazione specifiche attinenti alla genetica, l’alimentazione e il management e alla loro atti- tudine a un possibile coinvolgi- mento in future attività di for- mazione e di trasferimento tec- nologico.

Il workshop italiano è stato organizzato lo scorso 16 no- vembre 2011 dal Crpa, part- ner del progetto, presso le Fie- re di Reggio Emilia. All’even- to, cui sono state invitate le organizzazioni di prodotto che operano in suinicoltura, hanno partecipato attivamen- te Anas, Unapros, Asser, Opas e Italsuini. Nell’ambito di que- sta giornata sono state orga- nizzate tre sessioni di lavoro sui temi: genetica, alimenta- zione e management.

In generale, la maggior parte dei partecipanti ha evidenziato la forte necessità di investire in

ricerca, divulgazione e consu- lenza tecnica per andare incon- tro ai fabbisogni della suinicol- tura italiana.

Genetica e alimentazione Dalla sessione sulla genetica suina è emerso che è necessa- rio concentrare l’attenzione nella fase di allevamento del suino pesante, per trovare il giusto equilibrio tra velocità di crescita e qualità della car- ne. Tuttavia, alcuni hanno sottolineato che, in termini di costo di produzione, è più

importante ottimizzare la qualità dell’alimento in fun- zione del tipo di suino per favorire al massimo la resa del mangime.

Un’altra questione importante, trasversale ai temi della geneti- ca e dell’alimentazione, è rap- presentata dall’elevata percen- tuale di prosciutti distolti dal circuito tutelato perché non corrispondenti ai requisiti di qualità, cosa che comporta una elevata perdita economica per tutti gli attori della filiera.

La produzione di suino leggero può rappresentare un’interes- sante alternativa al suino pe- sante, ma solo in particolari pe- riodi dell’anno, caratterizzati da sovrapproduzione. È vero, però, che l’elevato costo di produzione del suinetto incide in modo rilevante sul costo di produzione complessivo e che, comunque, la filiera non è an- cora organizzata per questo ti- po di produzione.

Tra le maggiori problemati- che dibattute legate alla gene-

tica, indubbiamente di peso appare la scarsa uniformità dei suini destinati ai circuiti dop, oltre che la qualità della carne e della carcassa quale strumento importante di va- lorizzazione delle partite.

Inoltre, nella sessione sull’ali- mentazione è emersa l’esigen- za di una più attenta formula- zione e standardizzazione delle diete in base ai disciplinari dop.

Management

La discussione dei partecipan- ti alla sessione sul manage- ment aziendale si è incentrata prevalentemente sulla neces- sità di migliorare e garantire la biosicurezza, perché anche le migliori performance di cre- scita spesso sono compro- messe da una maggiore su- scettibilità alle patologie d’al- levamento. La sindrome respiratoria e riproduttiva dei suini (Prrs), per esempio, rap- presenta ancora un grande problema per gli allevatori, che può essere evitato o con-

Il progetto è iniziato nel giugno 2011 ed è coordinato dall’Università di Veteri- naria di Vienna. Ha durata biennale ed è incentrato sulla suinicoltura, essendo questa la principale produzione di carne in Europa. Tuttavia, la metodologia adottata da RTD2Farm per il trasferimento tecnologico e delle conoscenze è concepita per poter essere applicata anche ad altri settori zootecnici.

Obiettivo fondamentale è andare incontro alle principali esigenze dei produttori suinicoli, quali il miglioramento della qualità e della produttivi- tà e la riduzione dei costi di produzione, garantendo, nel contempo, il mantenimento e il rispetto degli standard europei di benessere animale e di sostenibilità ambientale. Sono coinvolti nel progetto:

n i fornitori di ricerca e sviluppo tecnologico (RTD), tra cui i centri di ricerca e le università ma anche le industrie farmaceutica, mangimistica, di produzione di attrezzature e impianti e le ditte di selezione genetica;

n gli organismi di trasferimento tecnologico (centri e reti di trasferi- mento tecnologico, centri di formazione);

n gli allevatori (associazioni, organizzazioni di prodotto, professionali agricole) in tre Paesi: Austria, Belgio e Italia, diversificati strutturalmente e con differenti modalità di sviluppo, accesso e trasferimento delle innovazioni, oltre che caratterizzati da una suinicoltura più debole e meno organizzata rispetto a quelle più forti a livello europeo di Danimar- ca, Olanda, Francia e Spagna.

In pratica RTD2Farm mira al conseguimento dei seguenti risultati:

n sviluppo di migliori pratiche per il trasferimento tecnologico e delle conoscenze in suinicoltura;

n sviluppo di moduli formativi rivolti ai suinicoltori e alle loro associazio- ni/organizzazioni per l’utilizzo delle migliori pratiche di trasferimento tecnologico e la divulgazione dei risultati del progetto;

n sviluppo di un “Centro di eccellenza nel campo delle scienze della produzione suinicola – Ceps“ per lo scambio di personale, la condivisione di strutture e l’integrazione di attività nel campo della scienza della produzione suina e del trasferimento delle conoscen- ze agli allevatori.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO

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TECNICA

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Suinicoltura– n. 4aprile 2012

trollato solo attraverso l’ado- zione di adeguate misure di biosicurezza.

Emerge anche un forte inte- resse da parte dei suinicol- tori riguardo alla possibilità

di essere costantemente ag- giornati in merito alla nor- mativa in continua evolu-

zione. Un esempio che vale per tutti è quello sul benes- sere degli animali e sulla so- stenibilità ambientale che negli ultimi anni ha subito un forte impulso.

La discussione ha fatto emer- gere anche la carenza di dati forniti dagli allevatori italiani per l’elaborazione di statisti- che sui parametri produttivi e sui costi della suinicoltura ita- liana. In questo senso, i parte- cipanti hanno ritenuto im- portante stimolare una mag- giore collaborazione tra produttori e organismi di ri- cerca nella raccolta e analisi dei dati di allevamento e di macellazione, anche per la va- lutazione delle carcasse e del- la qualità della carne.

g Workshop italiano alle Fiere di Reggio Emilia.

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