• Non ci sono risultati.

Supercomputer "verdi", dominio IBM [file.pdf]

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Supercomputer "verdi", dominio IBM [file.pdf]"

Copied!
2
0
0

Testo completo

(1)

Notizie 15 luglio 2009

Supercomputer 'verdi', dominio IBM

NELLA GREEN500, CHE TIENE CONTO DELL'EFFICIENZA IN TERMINI DI CONSUMI ENERGETICI, 18 DELLE PRIME 19 POSIZIONI SI BASANO SU TECNOLOGIE BIG BLUE. SEI LE INSTALLAZIONI ITALIANE

Il più veloce supercomputer al mondo – l'ormai celebre Roadrunner - è di IBM, ma ora Big Blue può anche vantarsi di avere costruito 18 dei 19 supercomputer più efficienti attualmente esistenti.

La recente classifica Green500 si propone come alternativa alla più nota Top500, nel senso che ordina i principali 500 supercomputer al mondo non in base alla velocità di elaborazione, ma tenendo conto di parametri di efficienza, come il consumo di energia e l'affidabilità.

In base a questi parametri, Roadrunner – che è fisicamente installato al Department of Energy del Los Alamos National Laboratory - deve cedere nella Green500 il primo posto e accontentarsi del quarto. Ma IBM può consolarsi perchè i tre supercomputer che lo precedono sono anch'essi basati sulle sue tecnologie.

Secondo la più recente edizione della Green500, infatti, il supercomputer più efficiente al mondo è il cluster IBM BladeCenter dell'Università di Varsavia, in Polonia, che eroga 536 megaflop per ogni watt di energia consumato. Da notare che come velocità di elaborazione pura, l'installazione di Varsavia si colloca nella Top500 soltanto al 422esimo posto.

Al secondo posto a pari merito la Green 500 colloca altri due supercomputer IBM:

un'altra macchina del Dipartimento dell'Energia degli USA a Los Alamos, e una collocata nel Benchmarking Center di IBM nella città di Poughkeepsie (New York).

La prima macchina non-IBM nella classifica Green500 è il GRAPE-DR (Greatly Reduced Array of Processor Elements with Data Reduction) dell'Osservatorio astronomico nazionale del Giappone, basato su tecnologie proprietarie.

Dal sesto al 19° posto poi la classifica diventa un monopolio di Blue Gene, sempre di IBM, con vari cluster nel mondo basati appunto su questa tecnologia. La Top 20 si chiude con un cluster NEC con processori Xeon installato presso l'Università di Stoccarda in Germania.

In tutto quindi IBM fa la parte del leone con 18 dei primi 20 supercomputer più efficienti, e 57 dei primi 100. Quanto agli altri costruttori, il primo che appare è Atipa Technology al 22° posto, mentre il più alto piazzamento di SGI è il 29° posto; Dell e Cray appaiono

(2)

Notizie 15 luglio 2009

poco dopo (32° e 34° posto). Quanto a HP, in termini numerici ha addirittura più installazioni di IBM, ma appare per la prima volta solo al 37° posto.

La classifica Green500 è pubblicata dall'organizzazione Green500.org, composta per lo più da accademici, ed è sponsorizzata da SuperMicro. Rispetto alla precedente edizione, rilasciata sei mesi fa, la Green500 registra una crescita del 10% dell'efficienza media dei primi 500 supercomputer al mondo: la velocità per unità d'energia consumata è infatti cresciuta da 98 Mflops a 108 Mflops.

Un'altra tendenza sottolineata dai ricercatori di Green500 è la crescita di efficienza dei processori 'commerciali' rispetto a quelli costruiti in casa o sviluppati ad hoc. “I processori commerciali a quattro e sei core continuano a guadagnare efficienza e ormai in molti casi superano i processori custom della generazione precedente: 20 dei 50 supercomputer più efficienti ora utilizzano processori commerciali”.

Per quanto riguarda l'Italia, sei dei 500 supercomputer più efficienti sono installati nel nostro Paese. Il primo che appare in graduatoria, al 69° posto, è un cluster BladeCenter di IBM dell'ENEA, che eroga 198,72 Mflop per watt consumato. Il CINECA piazza tre macchine (221°, 245° e 246° posto), tutte IBM, mentre le restanti due, entrambe basati su Platform 3000 di Hewlett-Packard, sono di Sardegna Ricerche (223° posto) e di una non meglio specificata “compagnia di telecomunicazioni”.

Riferimenti

Documenti correlati

Our analysis shows that compared to other “alternative” forest management and silvicultural approaches which have been recently suggested, systemic forestry can

Finally, in vitro studies have demonstrated that SR promotes the survival, proliferation and differentiation of osteoblasts and inhibits osteoclastic activity and clinical studies

Our recent discoveries revealed that the transition zone, although negligible with respect of cell growth, is the most active zone in the whole root apex with respect of

Increased yield in 2017 was attributable to a more balanced rainfall pattern, compared to that in 2016 which induced increased vegetative growth1. Based on production stability over

La sua flessibilità consiste nella previdente impostazione planimetrica di un sistema di percorsi e moduli funzionali correlati al sistema di percorsi urbani all’esterno e