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M S Prima del decollo:la checklist pre-operatoria 9

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Academic year: 2022

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Prima del decollo: la checklist pre-operatoria

MOSHESCHEIN

“Viste le circostanze al pilota è consentito fare un solo errore grave, mentre il chirurgo ne può commettere tanti senza neanche riconoscerli.”

(John S. Lockwood)

Come nel caso di un pilota militare o commerciale, prima di ogni volo, anche voi dovete esaminare una “checklist”. In realtà, il bisogno ossessivo di con- trollare ogni cosa è più importante per voi che per un pilota. Mentre il pilota è circondato da una squadra esperta di tecnici della manutenzione, voi vi ritrove- rete spesso circondati soltanto da idioti. Non vogliamo essere offensivi o rudi, ma siamo realisti! Alle 2 di mattina il vostro interno o specializzando si preoccupa più del sonno perso che della prospettiva di un intervento chirurgico. E l’aneste- sista? Il vostro caso urgente è soltanto una spina nel (suo) fianco. Prima potrà somministrare il gas al paziente e prima potrà mollarlo nella sua stanza o in tera- pia intensiva e ristrisciare così sotto le coperte – dove desidera di più stare. E gli infermieri? Lasciateli perdere! Non per niente vengono adesso chiamati tecnici di sala (Fig. 9.1).

1 • General Philosophy

Fig. 9.1. “Dottore, mi mostri il suo brevetto di pilota…”

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Perciò siamo sinceri – siete soli; è sempre un volo in solitaria e potete con- tare soltanto su voi stessi.Indipendentemente da quanta gente ronza intorno al paziente, il paziente è il vostro e voi siete responsabili della riuscita, del fallimen- to, della morbilità, della mortalità e di un eventuale processo in tribunale. Il destino del paziente è nelle vostre mani. Perciò svegliatevi e controllate la vostra checklist.

La checklist

Il paziente ha davvero bisogno di essere operato? In questo libro troverete ripetuto che è più difficile decidere quando non operare che quando operare. In tutto il mondo circolano variazioni sul tema in lingue diverse. Ma è ancora più dif- ficile decidere di non operare dopo che l’intervento è stato pianificato. Avete deciso di eseguire una appendicectomia in base a quello che il vostro capo vi ha detto per telefono – ovvero che “i risultati della TC sono compatibili con una appendicite acuta”: arrivate in sala operatoria e trovate il paziente tutto sorridente, seduto sul lettino con un addome trattabile e non dolente. Volete operare le immagini TC o il paziente? Non dovete avere le palle (o le ovaie) per programmare un intervento, ma le dovete avere grosse per annullarlo e far riportare il paziente in corsia. Dovete averle enormi per far rimuovere il paziente dal tavolo operatorio e gigantesche per dire all’anestesista di svegliarlo… ma, se dopo l’induzione dell’anestesia e il rilassa- mento della parete addominale, palpate una grossa massa appendicolare… volete che continui?

Esaminate il paziente prima che venga anestetizzato. Mai – ripetiamo – mai operare un paziente senza che lo abbiate voi stessi esaminato; in caso contrario, sie- te dei macellai. Che l’endoscopista abbia visualizzato una “ulcera sanguinante” e che il paziente continui a vomitare sangue può significare che è necessario intervenire chirurgicamente, ma potete sempre avere l’opportunità di diagnosticare una milza ingrossata e la presenza di ascite che agli altri erano sfuggite. Non vorrete operare un paziente Child C con ipertensione portale? (vedi Cap. 16).

Analizzate le radiografie e gli esami di diagnostica per immagini. Controllate tutte le radiografie e tutti gli esami di diagnostica per immagini. Non fate affida- mento su quello che ha detto o scritto il radiologo. Potreste individuare dei reper- ti che vi potrebbero convincere ad annullare l’intervento o ad utilizzare una inci- sione diversa.

Posizionate il paziente. Prima di iniziare dovete farvi un’idea generale di quello che farete o potreste dover fare. Questo potrebbe influenzare la posizione del paziente. Ad esempio: è richiesta la posizione di Lloyd-Davies per accedere all’ano e al retto? Potrebbe essere necessaria negli interventi colo-rettali: per inse- rire una sonda, per decomprimere il colon o per inserire una suturatrice mecca- nica. Non vorrete interrompere l’intervento per posizionare correttamente il paziente o per chiedere allo specializzando di strisciare sotto i telini fradici alla ricerca dell’ano? Qualunque sia la posizione del paziente, controllate che tutti gli arti siano protetti e ben imbottiti nei punti dove può esercitarsi una pressione.

Una posizione scorretta sul tavolo operatorio può causare dei danni al sistema Moshe Schein

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79 nervoso, ulcerazioni cutanee e una sindrome compartimentale delle estremità – e ... una denuncia.

Tenete caldo il paziente. Controllate che sia ben coperto e riscaldato.

L’ipotermia aumenta il rischio di infezione post-operatoria e favorisce la coagulo- patia intra-operatoria.

Pensate a come prevenire una trombosi venosa profonda (TVP). Il tratta- mento preventivo della TVP deve essere messo in atto prima che il paziente sia ane- stetizzato – non dopo l’intervento. Gli interventi addominali di durata superiore ai 30 minuti sono associati ad un rischio moderato di TVP; aggiungete altri fattori di rischio come il fumo, l’uso di contraccettivi orali, una storia pregressa di TVP, l’età, l’obesità, un tumore e così via. Ma invece di starci a pensare tanto – perché non avviare a profilassi antitrombotica tutti i pazienti che verranno sottoposti a chirur- gia addominale d’urgenza? Che sia con eparina sottocutanea o compressione del polpaccio, questo dipende da quello che offre la sala operatoria. Ricordatevi che gli anticoagulanti non sono indicati per i pazienti anemizzati! Abbiamo assistito al decesso di giovani pazienti per embolia polmonare qualche giorno dopo essere sta- ti sottoposti ad una appendicectomia o all’insorgenza di una sindrome post-flebi- tica intrattabile in giovani donne appendicectomizzate per una infiammazione pel- vica. Tenetelo sempre a mente.

La vescica è vuota? La maggior parte dei pazienti da operare in urgenza arriva in sala operatoria con catetere vescicale già inserito; negli altri casi sarete voi ad inserirlo sul tavolo operatorio. Ma se contemplate la possibilità di effet- tuare un intervento dell’addome inferiore in un paziente non cateterizzato, con- trollate che la vescica sia vuota. Quando la vescica è piena potreste scambiarla per il peritoneo. La distensione vescicale potrebbe anche simulare una patologia addominale chirurgica.

Ricordatevi dell’antibioticoprofilassi (vedi Cap. 7).

Documentate qualsiasi cosa (vedi Cap. 8).

Adesso potete anche lavarvi le mani! Siete voi il capitano della nave – com- portatevi come tale! La scena drammatica in cui il chirurgo entra in sala operato- ria con le mani lavate tenute per aria è penosa.

“La mancanza di giudizio è responsabile di una pessima chirurgia che com- prende la mancata esecuzione di interventi necessari o consigliabili, l’esecuzione di interventi inutili e superflui e di interventi inefficaci, imperfetti e scelti male.” (Charles F.M. Saint,1886-1973)

“Il chirurgo, come il capitano di una nave o il pilota di un aereo, è responsabile di tutto ciò che è successo. La sua parola è l’unica che non può essere contraddetta.”

(Francis D. Moore, 1913-2001)

9 • Prima del decollo: la checklist pre-operatoria

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