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3. IL CAMPANILE DEL DUOMO DI SAN MARTINO

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3.

IL CAMPANILE DEL DUOMO DI SAN MARTINO

Nel capitolo seguente vengono riportate tutte le informazioni necessarie per la conoscenza, completa del campanile oggetto di studio di questa tesi.

Inizialmente (par.3.1) viene fatta un indagine storica, volta a individuare le diverse fasi costruttive del campanile, conoscere i materiali che sono stati utilizzati per la realizzazione della struttura e mettere in luce i vari e diversi interventi svolti negli anni. Successivamente (par.3.2) si riportano i rilievi fatti dallo studio “DP ingegneria” ed infine una descrizione delle caratteristiche principali dei materiali costituenti il campanile del Duomo di Lucca.

3.1. Storia del campanile del Duomo di San Martino

Il campanile della cattedrale di Lucca sorge nella zona a sud della città nella piazza omonima. Il campanile ha pianta pressoché quadrata ed è alto 58,60 m. Esso è accostato sul lato est alla facciata della cattedrale mentre sul lato ovest alla casa dell’opera del Duomo, oggi sede della banca del Monte di Lucca.

fig. 3.1: regione Toscana, sita cartoteca: il complesso del Duomo di San Martino, 2010

Di seguito viene riportata un immagine derivante dal video eseguito col drone prima degli ultimi lavori di restauro al campanile, nel 2015

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fig. 3.2: il complesso di San Martino, 2015

Secondo la tradizione, la fondazione della primitiva chiesa di San Martino è stata datata in mancanza di documenti pertinenti nel VI secolo ad opera del vescovo Frediano. Nei dieci anni dal 1060 al 1070 avvenne un importante ricostruzione da parte di Anselmo di Baggio, il vescovo di Lucca divenuto poi Papa col nome di Alessandro I.

La realizzazione della parte inferiore del campanile è databile ad epoca precedente al secolo XII. Non è facile individuare con precisione il periodo dell’edificazione del campanile, l’ipotesi più assodata è che l’inizio dei lavori sia avvenuto in epoca precedente al periodo Anselmiano, facendo uno studio comparativo delle torri medievali, religiose e civili a Lucca non è irragionevole datare tale parte del campanile al secolo IX o X [16, p. 57]. La parte più antica del campanile dovrebbe arrivare all’incirca all’altezza della monofora. In letteratura è possibile trovare numerosi studi che attestano l’esistenza del campanile già in epoca precedente al periodo Anselmiano, ne è un esempio il testo di Tommaso Trenta studioso d’arte:

“La facciata interna, l’atrio, e il campanile assai più antichi, ed a quel che pare, appartenevano ad una chiesa che in questo luogo esisteva fino dal 735, larga probabilmente quanto la presente, le quali parti del vecchio tempio, che del resto minacciava rovina, furono conservate nel nuovo.”

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37 Giorgio Giorgi nel libro “le chiese di Lucca: San Martino” [18] si avvale di notizie desunte da antichi cronisti dei secoli passati, concentrandosi particolarmente sugli scritti di E. Ridolfi e deduce che il campanile è da ritenersi per almeno un terzo della sua altezza derivante dalla costruzione di una chiesa primitiva

A fine del XII secolo iniziarono i lavori che portarono alla costruzione dell’attuale facciata della cattedrale, essa presenta tre archi strombati su robusti pilastri, l’ultimo arco in prossimità del campanile ha dimensioni minori rispetto agli altri. Questa forma della facciata probabilmente è dovuta alla preesistente presenza della torre.

Nel XIII secolo esistono notizie certe relative a lavori al campanile, molto probabilmente per la sua sopraelevazione. L’operaio maggiore del momento era il

magister lapidum Janni Lombardus o Gianni di Bono da Como che già nel 1256 era a

Lucca e in un documento del 1274, egli veniva confermato alla carica di “operis tecti et

campanilis” [16, p. 25], inoltre, nel documento veniva fatto riferimento ai lavori da

svolgere ovvero sia di costruire “ex novo” sia di restaurare. In questa fase molto probabilmente la struttura è stata sopraelevata fino all’apertura delle trifore; non si hanno notizie ben precise in quanto la torre è stata più volte ritoccata per via dei fulmini da cui era stata colpita e, per questo, non è rimasto niente delle opere scultoree decorative.

Il completamento della parte finale in filaretto di marmo pisano avvenne ai primi del 1300. Questa ipotesi è stata confermata dalle date delle prime campane: 1277 la prima, essa venne firmata dal maestro Ricco, questa campana presenta un’altezza di 80 cm, diametro alla bocca di 62 cm e una manigliera di sei manici, nel 1320 e nel 1324 sotto l’operiato di Bonaventura Rolenzi vennero poste le due campane maggiori. Altre campane datate sono del 1473, 1620 e 1772.

Dal 1300 in poi la realizzazione dell’edificio era in via di ultimazione, infatti non si hanno più riferimenti a lavori di edificazione.

Nel medioevo i materiali utilizzati per la realizzazione di torri campanarie derivano dalle materie prime esistenti nelle vicinanze. Nel campanile del Duomo di San Martino la parte inferiore della struttura, la più antica, di epoca inferiore al XII secolo è in muratura di materiale lapideo costituito da blocchi spianati e squadrati di pietra di Guamo disposti a corsi paralleli e ben connessi [19]. Nella parte superiore è stata invece realizzata una soluzione costruttiva mista, costituita da un paramento interno in mattoni di laterizio pieni collegati ad un rivestimento esterno caratterizzato per la seconda fase

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costruttiva (primi tre ordini di aperture) da conci di pietra di Guamo [19] e per la terza fase costruttiva (ultimi due ordini di aperture), da conci di marmo di San Giuliano [19].

PRIMA FASE COSTRUTTIVA

DATA MATERIALI

IX o X

secolo, Conci di pietra di Guamo

fig. 3.3: prospetto sud da foto piano con informazioni sulle fasi costruttive e i materiali utilizzati TERZA FASE COSTRUTTIVA

DATA MATERIALI

Primi del 1300

Muratura mista - parte interna con mattoni pieni in laterizio, parte esterna con conci di marmo di San Giuliano

SECONDA FASE COSTRUTTIVA

DATA MATERIALI

1274

Muratura mista - parte interna con mattoni pieni in laterizio, parte esterna con conci di pietra di Guamo

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39 Dopo l’edificazione del campanile, sono stati eseguiti sicuramente molti lavori di restauro dovuti a fulmini che, nel 1584, nel 1630 ed infine nel 1645 hanno colpito la struttura. In queste ultime due date venne eseguita una consolidazione, murando alcune aperture e racchiudendo i colonnini entro pilastri di mattoni.

Nel 1819 e nel 1833 il campanile è stato messo in condizione di essere di nuovo utilizzato parzialmente.

L’ingegner Gianni Basilio espone una serie di proposte di lavori alla cattedrale di Lucca, egli indica come parti della cattedrale che hanno il più urgente bisogno di lavori: il campanile, la facciata della chiesa ed i fianchi. L’ingegnere scrive a proposito della torre campanaria:

“Al campanile, per raggiungere la solidità necessaria, senza alterarne le

forme architettoniche, occorrerà cambiare le colonne degradate, con le basi e i capitelli, a quasi tutti i sedici finestroni; rifare gli archetti di decorazione all’esterno, ove se ne riscontra il bisogno; costruire, nell’interno, sopra i finestroni, degli archi a scarico, per sgravare quasi del tutto le colonne, e gli archetti di decorazione soprastanti, del peso che ora sopportano, affinché non si rinnovino le degradazioni lamentate; ed eseguire gli altri lavori di minor conto, che pure sono necessari in diversi punti della torre.”

[20, p. 4]

Ai primi del 1900 è stata eseguita un operazione di restauro, nel 1964 Giorgio Batini, giornalista fiorentino, evidenziava i problemi del campanile della cattedrale di Lucca definendolo sempre pericolante per gli acciacchi della vecchiaia:

“Diversi anni fa le crepe che si notavano un po’ da per tutto, e la caduta di

alcune pietre, consigliarono la chiusura della torre ai turisti che erano soliti raggiungere la vetta per ammirare il panorama, quasi aereo, dell’intera città. E anche le campane – quelle grandi – divennero mute. Ricordiamo che a quel tempo fu avanzata una curiosa ipotesi: la stabilità del campanile sarebbe stata compromessa – fu detto – da un canale sotterraneo che provocava infiltrazione di umidità, che rendeva instabile il terreno. Comunque, le crepe c’erano ed occorreva provvedere. E’ stato provveduto soltanto a metà. Sono stati, cioè, eseguiti alcuni lavori di consolidamento, è stata cambiata qualche pietra, riparati alcuni archi; poi, probabilmente, sono finiti i fondi, e non è stato fatto altro. Perciò l’accesso

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alla torre è ancora vietato, le campane grandi restano mute. Sarà possibile trovare i fondi necessari per un definitivo restauro?” [21]

Un secondo ma ancora parziale intervento di restauro è stato effettuato nel 1970, esso consistette nel restauro delle scale più antiche della struttura.

Il 16 settembre 2015 attorno al campanile sono stati posizionati i ponteggi e sono iniziati gli interventi per il consolidamento e restauro dell’edificio. I lavori da fare consistevano nel risolvere tutti quei problemi che erano stati evidenziati da Giorgio Batini nel suo articolo del 1964. Il rettore dell’ente della cattedrale Don Mauro Lucchesi espose l’operazione da fare al campanile in questo modo:

“C’è da rifare la pulitura esterna del campanile, per esempio ci sono da

rimuovere gli arbusti che sono spuntati sulle pareti. Non si tratta di un intervento di consolidamento, perché il campanile non presenta problemi strutturali. Contemporaneamente all'intervento sulla parte esterna si provvederà anche a lavorare all’interno. In questo caso si tratta di risistemare un pezzo attualmente non utilizzabile della scala, per poter tornare ad accedere alla cella delle campane. Infine, sempre all'interno, nella parte bassa, verranno realizzati i servizi che adesso non ci sono. Insomma, è un intervento di tipo estetico per quanto riguarda l’esterno, e funzionale per l'interno” [22]

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41 L’intervento, è stato commissionato dall’ente chiesa cattedrale, e finanziato per metà dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e per l’altra parte dalla Onlus della chiesa cattedrale di Lucca.

I lavori sono stati progettati dallo studio DP Ingegneria di Lucca e eseguiti dalla Nannini costruzioni s.r.l. di Lucca, si sono protratti fino all’8 agosto 2016, giorno in cui il campanile del Duomo di San Martino a Lucca è stato riaperto all’accesso dei visitatori.

L’ingegner Matteo Pierami dello studio DP Ingegneria a lavori finiti ha descritto l’intervento effettuato come segue:

“Si trattava di compiere due interventi principali - spiega - il maggiore dei

quali consistente nel rifacimento della facciata, che è stata interamente ripulita e stuccata. Qua c’era il problema dei numerosi piccioni che, una volta insediatisi nelle buche pontaie, tiravano giù pericolosamente pietrame: noi abbiamo riempito le buche ed eseguito tutti i lavori alla facciata con un ponteggio esterno. Si è trattato di uno sforzo notevole, perché il campanile tocca i 59 metri di altezza”[23]

Prosegue Pierami:

“Abbiamo interamente ricostruito la scalinata d’acciaio interna perché quella esistente stava marcendo. Abbiamo inoltre inserito le reti per i piccioni, rifatto il tetto e, secondo lavoro più importante, restaurato il castello delle campane, aggiungendo anche un soppalco che diventerà utilissimo in fase di manutenzione. L’intento è proprio questo: non soltanto riaprire alle visite dei turisti, ma facilitare la manutenzione del campanile”

[23]

Inoltre sono stati realizzati i bagni per i visitatori al piano terreno che prima non esistevano.

In un lavoro futuro si spera di poter far di nuovo suonare le campane che ad oggi sono limitate nel loro funzionamento

3.2. La geometria del campanile

Per poter studiare il comportamento sismico della torre campanaria è necessario avere un rilievo dettagliato della geometria della struttura, in questo modo sarà poi possibile

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realizzare un buon modello matematico di calcolo. Per tale scopo è stato utilizzato il rilevo geometrico realizzato dallo studio ingegneristico “DP INGEGNERIA”.

Il campanile ha una pianta pressoché quadrata, con i lati di circa 9,30 metri alla base e circa 8,75 metri all’altezza di tre metri. La torre ha altezza totale di circa 58,60 metri. La realizzazione dell’opera si divide in tre fasi ben distinte come è già stato spiegato precedentemente.

Nella prima fase costruttiva, è stata realizzata la parte più antica della struttura che termina in prossimità della monofora, ad una quota di circa 23,85 metri. La struttura portante verticale fino a questa quota è in pietra naturale, la pietra di Guamo.

Nella seconda fase costruttiva è stata eseguita la sopraelevazione della torre fino alla trifora, ad una quota pari a circa 43 metri. E’ stata adottata una tecnica costruttiva in muratura mista, la parte interna è in mattoni pieni di laterizio e la parte esterna è in conci di pietra di Guamo.

Nella terza fase costruttiva la torre è stata completata: sono stati realizzati gli ultimi due livelli caratterizzati da aperture con quadrifore. La tecnica costruttiva adottata è sempre di tipo misto, la parte interna è in mattoni pieni di laterizio, la parte esterna è in conci di marmo di San Giuliano.

Di seguito, vengono riportate quattro sezioni del campanile: la sezione A – A’ e la sezione B – B’ perpendicolari alla facciata della chiesa, la sezione C – C’ e la sezione D – D’ parallele alla facciata della chiesa. Sulle sezioni vengono individuati otto livelli particolarmente importanti. Nelle pagine seguenti vengono riportate le piante di ciascun livello, mettendo in luce le caratteristiche geometriche di particolare rilevanza e le foto di alcuni punti di particolare interesse. Sia sulle sezioni che nelle piante dei livelli, i muri sezionati verranno campiti con dei retini di diverso colore in base alla fase costruttiva e ai materiali utilizzati. Di seguito si riporta la legenda con i colori utilizzati:

PRIMA FASE COSTRUTTIVA: muratura in pietra di Guamo

SECONDA FASE COSTRUTTIVA: muratura mista, pietra di Guamo all’esterno e mattoni pieni all’interno

TERZA FASE COSTRUTTIVA: muratura mista, marmo di San Giuliano all’esterno e mattoni pieni all’interno

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43 fig. 3.5: sezione A – A’ fig. 3.6: sezione C – C’

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45 Di seguito si riporta la pianta del livello 1:

fig. 3.9: livello 1 – quota 0,70 m, scala 1/150

Attraversando il chiostro della cattedrale è possibile accedere al campanile.

L’accesso posizionato a sud consiste in un corridoio di larghezza 0,74 m per una lunghezza di 4,35 metri; superato questo tratto, girando a destra, parte la scalinata in mattoni pieni. La scalinata raggiunge la quota del muro realizzato nella prima fase costruttiva (vedi fig. 3.5-3.8). A ovest dell’accesso al campanile ci sono i bagni pubblici, realizzati nei lavori di restauro del 2015.

Questo livello è posto in corrispondenza del basamento del campanile, zona in cui i muri della struttura hanno il maggior spessore, circa 3,00 m.

Ad est e a nord della pianta si notano in punti in cui la facciata della cattedrale è accostata al campanile. La zona di contatto fra i due edifici si protrae per un’altezza di circa venti metri.

La presenza di strutture accostate ad una torre condiziona notevolmente il suo comportamento sotto l’azione sismica.

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fig. 3.10: vista fotografica 1, il chiostro fig. 3.11: vista fotografica 2, accostamento facciata della Cattedrale lato nord della Cattedrale al campanile lato est

Di seguito si riporta la pianta del livello 2:

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47 Lo spessore dei muri a questo livello è pari a circa 2,55 metri. Ad ovest la struttura confina con la banca del monte.

Al livello 3 si giunge al primo orizzontamento del campanile realizzato con una volta a botte in mattoni pieni, esso è posto a quota 8,91 m.

Il parapetto della scala in pietra è costituito da elementi tubolari in acciaio, realizzati nei lavori del 2015. Lo spessore dei muri è pari a circa 2,15 metri.

fig. 3.13: livello 3 – quota 11,30 m, scala 1/150

Al livello 4, riportato nella pagina seguente, lo spessore dei muri continua a ridursi, è pari a circa 1,65/1,85 metri. La vista fotografica 3, è stata scattata sulle scale in corrispondenza del lato nord guardando verso il basso.

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fig. 3.14: livello 4 – quota 18,80 m, scala 1/100

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49 A quota 23,85 metri si giunge al secondo orizzontamento, anch’esso costituito da una volta a botte in mattoni pieni; siamo in corrispondenza del livello 5 e da qui inizia la parte della struttura relativa alla seconda fase costruttiva (vedi fig. 3.5-3.8) caratterizzata dallo stile “lombardo lucchese”.

Da questo orizzontamento iniziano le nuove scale in acciaio realizzate nel 2015.

Lo spessore dei muri è pari a circa 1,15 metri e verrà mantenuto costante fino in sommità.

Nella pianta del livello 5, riportata di seguito, si notano le lesene sporgenti negli angoli del campanile, tipiche dello stile costruttivo dell’epoca. Su ciascun lato è presente una monofora mentre, nei livelli successi si apriranno su ciascun lato e in progressione: bifore, trifore e due ordini di quadrifore.

fig. 3.16: livello 5 – quota 24,83, scala 1/100

In corrispondenza del marcapiano al di sopra della bifora e cosi per ogni piano successivo, sono presenti le catene metalliche, una per ogni lato. Lo spessore dei muri in corrispondenza dei marcapiani è maggiore, pari a circa 1,35 metri per ciascun livello fino in sommità.

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La scala metallica, accessibile anche ai turisti, si protrae per tutta l’area relativa alla seconda fase costruttiva.

fig. 3.17: vista fotografica 4, vista bifora fig. 3.18: vista fotografica 5, vista facciata dal livello 5 verso l’alto dal livello 5

Di seguito vengono riportate altre foto relative alla seconda fase costruttiva della struttura:

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fig. 3.20: seconda fase costruttiva fig. 3.21: seconda fase costruttiva dal livello 6

dal livello 5

fig. 3.22: trifora lato nord

Nella fig. 3.20, scattata dal basso verso l’alto, si nota il solaio del livello 6, a quota 42,94 m. Esso è costituito da una serie di travetti IPN 220 rivestiti in legno, con sovrastante tavolato e pavimentazione in cotto.

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Da livello 6 inizia la terza ed ultima fase costruttiva (vedi fig. 3.5-3.8), costituita da due livelli successivi caratterizzati da aperture a quadrifore. La copertura è realizzata con un tetto in legno con travi e travicelli. Di seguito si riporta la pianta del livello 6:

fig. 3.23: livello 6 – quota 43,80 m, scala 1/100

Lo spessore dei muri del livello 6 è di circa 1,10 m. A questo piano si trova la cella campanaria, dove sono presenti 7 campane.

Il castello delle campane è stato interamente ristrutturato durante i lavori del 2015. Inoltre, durante questi lavori, sono state realizzate due scale alla marinara, una in corrispondenza del livello 6 che consente di accedere ad un soppalco (anch’esso realizzato durante i lavori del 2015) posto in corrispondenza delle quadrifore dell’ordine superiore, l’altra posta più in sommità che permette l’acceso al tetto in legno.

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53 fig. 3.24: vista fotografica 6: quadrifora lato nord

Di seguito si riporta la pianta del livello 7 da cui è possibile vedere la disposizione delle travi che reggono le campane

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Il castello delle campane è costituito da cinque travi atte a sostenere le campane. Le travi erano in legno molto degradato e con i lavori del 2015 sono state sostituite da travi in acciaio rivestite da legno. I profili metallici adottati per queste travi sono: HEB 220 per la trave centrale, HEB 200 per le due travi adiacenti a quella centrale e HEB 160 per le due travi affiancate al muro.

Le cinque travi poggiano su due elementi dormienti laterali costituite da profili HEB 240.

Lo spessore del muro è pari a circa 1,30 metri in quanto la sezione è stata effettuata in corrispondenza del marcapiano.

Di seguito si riportano le foto della cella campanaria prima e dopo i lavori di ristrutturazione del 2015:

fig. 3.26 e fig. 3.27: cella campanaria prima del restauro del 2015

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55 La copertura è costituita da travi e travicelli in legno, con sovrastante rivestimento in cotto. Di seguito viene riportato il livello 8 del campanile con sottostante struttura del tetto:

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3.3. I materiali utilizzati

Come già detto nei paragrafi precedenti, il campanile del Duomo di San Martino è stato realizzato con materiali diversi: la parte più antica della struttura relativa alla prima fase costruttiva e parte della seconda fase costruttiva sono costituite da blocchi spianati e squadrati di pietra di Guamo disposti a corsi paralleli e ben connessi.

La pietra di Guamo che prende nome dall’omonimo paese situato nel versante lucchese dei monti pisani, dove un tempo c’erano le cave, è una pietra quarzifera, molto diffusa fra le costruzioni medioevali a Lucca in particolar modo per la realizzazione di case-torri.

Un imponente esempio di costruzione in pietra di Guamo a Lucca è l’acquedotto del Nottolini.

fig. 3.31: Guamo (LU), l’acquedotto del Nottolini

La pietra di Guamo è un tipo di roccia stratificata, a grana variabile.

Da un esame visivo la pietra utilizzata per la realizzazione de campanile del Duomo di San Martino si presenta in un buon stato di conservazione, non ci sono fenomeni di degrado o di alterazione, i commenti fra i singoli blocchi sono fatti a regola d’arte. La tessitura del paramento murario è costituita da blocchi di pietra squadrati in modo casuale rispetto al verso della stratificazione.

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57 L’altra pietra naturale utilizzata per la realizzazione della struttura sono i conci di marmo di San Giuliano, anche questo materiale deriva dalle cave di marmo posizionate in prossimità dell’omonimo paese.

La resistenza sia della pietra di Guamo che del marmo di San Giuliano è elevata.

Il paramento interno relativo alla seconda e terza fase costruttiva, cosi come le volte della struttura, sono invece realizzate in mattoni pieni.

Prima dei lavori di restauro sul campanile del 2015 era visibile un diffuso quadro fessurativo presente nei mattoni pieni in laterizio, in particolare le fessure avevano origine dalla sezione in chiave degli archetti delle polifore e avevano andamento pressoché verticale, interessando alcuni mattoni [19].

Durante i lavori di restauro del 2015 sono state effettuate delle iniezioni di malta nelle fessure dei mattoni pieni risanando il materiale.

Le foto seguenti mostrano i tre diversi materiali principali utilizzati per la realizzazione del campanile.

fig. 3.32: I materiali utilizzati per la realizzazione del campanile di San Martino, da sinistra:

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