I
INTRODUZIONE
Il presente lavoro considera le vicende del Comune di Pisa degli anni 1254-1310. Molti di questi eventi sono presenti sia nella Nuova Cronica di Giovanni Villani,1 sia nel manoscritto L54 di un autore anonimo pisano.2 Questo manoscritto si trova oggi all’Archivio di Stato di Lucca.
Questo mio lavoro è suddiviso in due parti. Nella prima, viene analizzato il manoscritto dell’anonimo pisano in virtù degli studi e delle conclusioni alle quali giunse Ottavio Banti. Egli dimostrò come il manoscritto dell’autore anonimo sia l’archetipo per tutte le cronache pisane successive. Verranno anche riportate indicazioni sulla Nuova Cronica di Giovanni Villani e le notizie biografiche di quest’ultimo, ricavate direttamente da alcuni capitoli della sua opera.
La seconda parte invece, è dedicata ai brani del manoscritto dell’anonimo pisano e della Nuova Cronica. Partendo da questi, farò un confronto sistematico tra i capitoli dell’opera del cronista fiorentino e i brani del manoscritto dell’anonimo pisano, alla luce delle analogie da me riscontrate. Allo stesso tempo quindi, saranno anche presi in esame quegli eventi che caratterizzarono la vita pisana del periodo e mi soffermerò su quelle personalità che, in questa fase, ebbero un ruolo di primo piano non solo a Pisa, ma anche in un più ampio contesto politico e geografico.
Mi concentrerò esclusivamente sulle vicende pisane. Di conseguenza, riporterò solo quei brani che riguardano Pisa e tralascerò invece quelli che trattano argomenti di differente natura (morte e incoronazione di imperatori, Trattato d’Anagni, caduta di San Giovanni d’Acri ecc…).
1
Giovanni Villani Nuova Cronica, a cura di Giuseppe Porta, fondazione Pietro Bembo, ed. Ugo Guanda, Parma 1991.
2 Pietro Silva, Ultima parte della Cronaca Pisana contenuta nel ms. 54 del R. Archivio di Stato di Lucca
(fogli 39-45 t) in Questioni e ricerche di cronistica pisana, 1913; Lidia Orlandini Cronaca pisana di autore anonimo contenuta nel cod. 54 dell’Archivio di Stato di Lucca, Pisa 1967.
II
Gli elementi chiave da me considerati, per il confronto dei brani delle due cronache, sono la datazione, i contenuti, la struttura dei brani (cioè l’ordine in cui sono riportati gli eventi) e gli eventuali dettagli che possono far differire i brani dei due cronisti.
Per facilitare la lettura di questi brani, ho utilizzato un’apposita simbologia e ho sottolineato determinate porzioni di brano per meglio evidenziare le analogie tra le due cronache (il tutto spiegato opportunamente nelle note).
Infine, riporterò i risultati di questi confronti nella parte finale del lavoro e cercherò di darne una spiegazione.
Nelle conclusioni, emergeranno anche alcuni tratti della personalità dell’anonimo pisano, dal momento che lui stesso non esitò a prendere posizione su quegli scontri, tra le varie fazioni o “sette”, che in quel periodo erano tanto frequenti a Pisa.