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Di Parkinson

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Academic year: 2021

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Introduzione

Il Parkinson è una malattia neurodegenerativa, ad evoluzione lenta ma progressiva, che coinvolge, principalmente, alcune funzioni quali il controllo dei movimenti e dell'equilibrio.

I sintomi del Parkinson sono forse noti da migliaia di anni: una prima descrizione sarebbe stata trovata in uno scritto di medicina indiana risalente al 5000 A.C. ed un'altra in un documento cinese risalente a 2500 anni fa. Il nome è legato però a James Parkinson, un farmacista chirurgo londinese del XIX secolo, che per primo descrisse gran parte dei sintomi della malattia in un famoso libretto, il "Trattato sulla paralisi agitante" Di Parkinson.

La malattia è presente in tutto il mondo ed in tutti i gruppi etnici. Si riscontra in entrambi i sessi, con una lieve prevalenza, forse, in quello maschile. L'età media di esordio è intorno ai 58-60 anni, ma circa il 5 % dei pazienti può presentare un esordio giovanile tra i 21 ed i 40 anni. Prima dei 20 anni è estremamente rara. Sopra i 60 anni colpisce 1-2% della popolazione, mentre la percentuale sale al 3-5% quando l'età è superiore agli 85.

Le strutture coinvolte nella malattia di Parkinson si trovano in aree profonde del cervello, note come gangli della base, che partecipano alla corretta esecuzione dei movimenti. La malattia di Parkinson si manifesta quando la produzione di dopamina nel cervello cala consistentemente. I livelli ridotti di dopamina sono dovuti alla degenerazione di neuroni, in un'area chiamata Sostanza Nera (la perdita cellulare è di oltre il 60% all'esordio dei sintomi).

La durata della fase preclinica (periodo di tempo che intercorre tra l'inizio della degenerazione neuronale e l'esordio dei sintomi motori) non è nota, ma alcuni studi la datano intorno a 5 anni.

Le cause della malattia non sono ancora conosciute. Sembra che vi siano molteplici elementi che concorrono al suo sviluppo (genetici e ambientali).

I principali sintomi motori della malattia di Parkinson sono il tremore a riposo, la rigidità, la bradicinesia (lentezza dei movimenti automatici) e, in una fase più avanzata, l'instabilità posturale (perdita di equilibrio); questi sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell'altro).

Nella malattia di Parkinson si possono presentare anche fenomeni non motori, che possono esordire molti anni prima della comparsa dei sintomi motori. Si evidenziano più spesso nelle fasi iniziali della malattia e con frequenza massima in quelle più avanzate. I sintomi non motori più frequentemente osservati sono: i disturbi vegetativi (stipsi, disturbi urinari), dell'olfatto, del sonno, dell'umore e della cognitività, la fatica e i dolori.

La diagnosi di malattia di Parkinson è, nella maggioranza dei casi clinica.

Le indagini di imaging convenzionali hanno più valore di esclusione di altre patologie piuttosto che di diagnosi positiva di malattia di Parkinson.

Si può tuttavia, dicono gli esperti, avere una diagnosi premotoria osservando fenomeni come la perdita dell’odorato, depressione, stipsi, disturbi del comportamento del sonno Rem, inespressività del volto.

Attualmente non esiste una procedura standard per la diagnosi precoce del Parkinson, ma l'opportunità di diagnosticare la malattia in una fase pre-clinica potrebbe permetterne uno studio

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veramente dagli esordi e l'applicazione precoce di trattamenti neuroprotettivi con maggior efficacia nel contrastare il disequilibrio biochimico che determina la malattia ed il suo avanzamento.

In questa direzione, il presente lavoro di tesi si propone di analizzare il riflesso di blinking e la mimica facciale, che risultano alterati nei malati di Parkinson. Lo studio delle alterazioni del riflesso di ammiccamento e della riduzione dei movimenti del volto può rappresentare per il medico un supporto alla diagnosi della malattia in nuovi pazienti e un aiuto nel monitoraggio della stessa nel corso del tempo in maniera quantitativa e oggettiva.

Il riflesso di ammiccamento (blink reflex) mostra una relazione diretta con i livelli di dopamina nel sistema nervoso centrale, per questo può essere considerato un indicatore affidabile dell’attività dopaminergica centrale.

Nel presente lavoro di tesi le alterazioni dell’ammiccamento spontaneo e della mimica facciale, dovute alla malattia di Parkinson, sono state analizzate attraverso elettromiografia di superficie, registrando (su controlli e pazienti) l’attività elettrica dei muscoli frontali e peribuccali durante l’esecuzione di compiti diversi (osservazione statica, visione di un video, lettura).

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