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causate dall’utilizzo dei combustibili fossili.

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Academic year: 2021

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Introduzione

La ratifica delle direttive sulle emissioni di gas serra da parte degli stati aderenti al protocollo di Kyoto ha introdotto negli ultimi anni nuovi obbiettivi per la riduzione delle emissioni di CO

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causate dall’utilizzo dei combustibili fossili.

Tali direttive impongono nuovi limiti alle emissioni di CO

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in atmosfera, i quali possono essere perseguiti attraverso diverse strategie; oltre alla sostituzione dei combustibili fossili con biomassa, lo sviluppo fonti rinnovabili e del nucleare, l’incremento dell’efficienza di conversione energetica e la riduzione dei consumi, una possibilità promettente è quella offerta dalle moderne tecnologie di cattura e sequestro della CO

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ancora in fase di sperimentazione e sviluppo. Mentre le prime tre possibilità riguardano interventi attuabili in molteplici campi, la cattura e il sequestro della CO

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riguardano principalmente gli impianti di produzione di energia elettrica da combustibili fossili. Con “cattura” si intende la separazione della CO

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dai gas reflui d’impianto prima della loro immissione in atmosfera mentre con “sequestro” il successivo stoccaggio della quota catturata in depositi sicuri, come ad esempio pozzi petroliferi ormai esauriti.

Gli impianti di produzione di energia elettrica da combustibili fossili rappresentano uno dei settori maggiormente interessati dalle restrizioni imposte sulle emissioni poiché costituiscono una delle principali cause di immissione di CO

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nell’atmosfera.

Le stime sui giacimenti garantiscono reperibilità di combustibili fossili ancora per diversi anni, è quindi ragionevole ipotizzare che questi continueranno ad essere sfruttati a lungo per la produzione di energia elettrica sia nei paesi sviluppati sia in quelli in via di sviluppo.

In tale contesto emerge l’importanza delle tecnologie di cattura e sequestro della CO

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poiché queste consentono di continuare ad esercire gli impianti termoelettrici attraverso una consistente riduzione delle quantità di CO

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emesse in atmosfera. Quindi con tali soluzioni è possibile realizzare impianti con emissioni praticamente nulle senza rinunciare all’utilizzo combustibili fossili.

La ricerca sulle tecnologie di cattura e sequestro della CO

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dedica particolare

attenzione agli impianti termoelettrici a carbone poiché questo combustibile è ad

oggi quello maggiormente utilizzato per la produzione di energia elettrica, inoltre si

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prevede che continuerà ad esserlo anche nel futuro, dato che le stime sulla produttività dei giacimenti rivelano una maggiore abbondanza di carbone rispetto al gas naturale e al petrolio.

Gran parte degli studi di ricerca e sviluppo delle tecnologie di cattura e sequestro della CO

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hanno come finalità quella di verificare l’adattabilità di queste soluzioni su impianti già esistenti. La maggiore attenzione posta sugli interventi di retrofit è giustificata da motivazioni di carattere economico in quanto per raggiungere gli obbiettivi imposti nel breve termine, è sicuramente più conveniente agire sugli impianti esistenti piuttosto che sostituirli con centrali di nuova generazione.

Questo lavoro di tesi consiste nell’analisi di un retrofit ad ossicombustione della

centrale ENEL di Brindisi, considerata come una possibile opzione per

implementare la cattura della CO

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sull’impianto esistente. L’analisi viene condotta

dapprima ipotizzando una soluzione di retrofit e successivamente osservando,

attraverso strumenti di simulazione adeguati, i principali effetti che le modifiche

comportano sul funzionamento dell’impianto. I risultati delle simulazioni sono

utilizzati per valutare la fattibilità della soluzione proposta ed individuare aspetti da

approfondire con eventuali studi successivi.

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