prof. Francesco Ragusa Università di Milano
Interazioni Elettrodeboli
anno accademico 2020-2021
Lezione n. 19
1.12.2020
Decadimenti con variazione di stranezza Interazioni di neutrini
Difficoltà dell'interazione di Fermi
Particelle di spin 1 e Propagatore del fotone
Il decadimento β del neutrone
y Con lo stesso procedimento nel caso del decadimento β del neutrone si può verificare la relazione fra
y La parte vettoriale dell’elemento di matrice della corrente carica y La parte isovettoriale della corrente elettromagnetica
y Infatti per l’ipotesi CVC y Utilizzando il commutatore y Otteniamo
y Per le proprietà di T+ e T−
y Introduciamo nell’elemento di matrice
y Abbiamo pertanto la relazione fra l’elemento di matrice del decadimento β e quello della corrente isovettoriale elettromagnetica
Decadimenti con variazione di S
y Abbiamo già notato (diapositiva ) che la corrente debole adronica ha una parte che non conserva la stranezza (che ha una parte polare e una assiale) y Bisogna comunque sottolineare che non tutti i decadimenti che coinvolgono
particelle strane sono dovuti alla corrente S†α
y Ad esempio il seguente decadimento è indotto dalla corrente
y La prima regola di selezione relativa alla corrente ΔS ≠ 0 è |ΔS| = 1 y Questa regola empirica è fortemente supportata dalla non esistenza del
decadimento altrimenti favorito per spazio delle fasi
y Questo decadimento avrebbe una variazione |ΔS| = 2: mai osservato y La seconda regola di selezione è ΔS = ΔQ
y Questa regola impone una correlazione fra i segni delle variazioni della carica elettrica e della stranezza del sistema adronico
y La base empirica è ancora una volta la non osservazione di decadimenti altrimenti permessi e favoriti dallo spazio delle fasi
4621798
Decadimenti con variazione di S
y La regola di selezione ΔS = ΔQ spiega anche perché y Esiste il decadimento
y Non esiste il decadimento
y E analogamente per i decadimenti del mesone K0
y La regola di selezione ΔS = ΔQ può essere facilmente compresa nell’ambito del modello a quark
y Un adrone è composto da quark
y Un mesone da una coppia quark-antiquark y Un barione da tre quark
y Ad esempio, il decadimento Λ0 → p π−
y Il quark s (S = −1, q = −1/3) si trasforma in un quark u (S = 0, q = +2/3) y La trasformazione di un quark s in quark u porta a variazioni correlate di
stranezza e carica elettrica
y L’assenza dei decadimenti proibiti è facilmente compresa considerando la composizione degli adroni in termini di quark
la transizione non porta al neutrone la transizione porta solo al mesone π−
Decadimenti con variazione di S
y Il processo più semplice da calcolare è il decadimento del mesone K− y È un decadimento analogo al decadimento del mesone π: π− → μ− νμ
y Poichè c’è variazione di stranezza l’elemento di matrice adronico è
y Come nel caso del decadimento del pione l’elemento di matrice è diverso da zero solo per la parte assiale
y Un calcolo analogo a quanto fatto per il π− porta al risultato
y La costante a è stata inserita perchè le misure sperimentali mostrano che per riprodurre il risultato occorrerebbe utilizzare una costante G più piccola (a ≈ 0.22)
y La differenza fra la costante di accoppiamento fra le transizioni senza e con variazione di stranezza portò Cabibbo a ipotizzare che la corrente adronica fosse così composta
y θ è l’angolo di Cabibbo ( θ ≈ 13o )
L’angolo di Cabibbo
y La presenza di cosθc nella corrente ΔS = 0 spiega la differenza fra y La costante di accoppiamento ricavata dal decadimento del μ
y La costante di accoppiamento ricavata dal decadimento del neutrone y cos 13o = 0.974
y L’ipotesi di Cabibbo permette di recuperare il concetto di universalità messo in crisi dalla differenza relativamente grande fra l’intensità dei decadimenti con ΔS = 0 e |ΔS| = 1
y Le interazioni deboli di corrente carica possono essere descritte da correnti deboli (cariche) dei quark
y Ad esempio, per il decadimento β del neutrone ( d → u ) y Per il decadimento di una particella strana ( s → u )
y L’ipotesi di Cabibbo si può esprimere dicendo che i quark d e s sono “mescolati”
y I campi d e s sono sostituiti dai campi d' e s'
y Le correnti deboli Jμ e Sμ sono sostituite dalla corrente
y La combinazione ortogonale s' compare in una analoga corrente con il quark c
The Eightfold Way
y La proliferazione di particelle “elementari” stimolò l’elaborazione di teorie per classificare gli stati osservati
y La teoria di maggiore successo fu la “Eightfold Way” di Gell-Mann† y Le ipotesi di Gell-Mann erano:
y Gli 8 Barioni noti (in quegli anni …) formano un super-multipletto che generalizza i multipletti di isospin
y La simmetria alla base di questa associazione è una generalizzazione della simmetria unitaria dell’isospin
y Tutti i membri di un supermultipletto dovrebbero avere la stessa massa y In natura la simmetria è rotta
y I barioni sono classificati secondo una rappresentazione 8-dimensionale del gruppo SU(3)
y Anche i mesoni pseudoscalari vengono inseriti in un ottetto con la predizione di un ulteriore singoletto di isospin
y Per arrivare a questa classificazione studiamo il gruppo SU(3) y Preliminarmente alcune definizioni sui gruppi unitari
y †Murray Gell-Man – “The Eightfold Way: A Theory Of Strong Interaction Simmetry” - Report non pubblicato Caltech CTSL-20, 1961
Gruppi SU(N)
y Per definizione il gruppo U(N) è il gruppo delle matrici unitarie NuN ( = nun) y Una generica matrice nun del gruppo U(N) soddisfa pertanto la relazione
y L’equazione precedente implica nun relazioni fra gli nun elementi di matrice y Inoltre U è una matrice complessa nun e ha pertanto 2unun parametri reali
y Pertanto dei 2unun parametri reali solo 2unun nun nun sono indipendenti y Il gruppo SU(N) è il sottogruppo di U(N) delle matrici con determinante = 1
y La richiesta che il determinante sia 1 riduce di un’altra unità il numero dei parametri indipendenti
y Pertanto i parametri indipendenti dei due gruppi più importanti per la fisica delle particelle sono
y SU(2) 3 parametri reali y SU(3) 8 parametri reali y Veniamo alle rappresentazioni:
y Una rappresentazione è un omomorfismo di un gruppo con un gruppo di matrici definite su uno spazio vettoriale di dimensione n
y I fisici spesso chiamano rappresentazione i vettori dello spazio vettoriale
Gruppi SU(N)
y Tutti i gruppi hanno una rappresentazione banale di dimensione uno che corrisponde all’elemento 1
y La dimensione della rappresentazione di dimensione più piccola successiva dipende dal gruppo
y Si introduce inoltre la rappresentazione coniugata
y Se la rappresentazione è costituita dalle matrici M allora la rappresentazione coniugata è costituita dalle matrici M*
y Ricordiamo che l’operazione di aggiunto e di coniugazione complessa, in teoria di campi quantistici, fa passare dalle particelle alle antiparticelle y Le rappresentazioni non banali di dimensione più piccola
per i gruppi SU(2) e SU(3) sono
y SU(2): è realizzata su uno spazio vettoriale di dimensione 2 y La rappresentazione coniugata delle matrici M* coincide la
rappresentazione normale
y Esiste una trasformazione unitaria che trasforma le matrici M in M*
y Una sola rappresentazione:
y SU(3): è realizzata su uno spazio vettoriale di dimensione 3
y La rappresentazione coniugata delle matrici M* non coincide con la rappresentazione normale
y Due rappresentazioni: e
The Eightfold Way
y Ritorniamo al modello a quark di Gell-Mann
y Gell-Mann ipotizzò che i tre quark (u, d, s) fossero una base della rappresentazione 3 del gruppo SU(3)
y Si tratta di un gruppo di operatori unitari
y Utilizzando i generatori λn una generica matrice di questo gruppo può essere rappresentata come
y Abbiamo visto che il gruppo dipende da 8 parametri reali: 8 generatori y Le matrici λn soddisfano le seguenti regole di commutazione
y Le grandezze fijk sono le costanti di struttura del gruppo y fijk è totalmente antisimmetrico
y Gli elementi diversi da zero sono
La rappresentazione 3 di SU(3)
y Le 8 matrici della rappresentazione 3 (matrici di Gell-Mann) sono
y Evidentemente gli operatori λ3 e λ8 commutano fra di loro (sono diagonali) y Per motivi che saranno evidenti fra poco si definiscono gli operatori
y Gli operatori T3e Y sono già in forma diagonale
y Analizziamo il loro comportamento sulla base standard
Rappresentiamo sul piano YT i 3 stati
Y
T
La rappresentazione 3 di SU(3)
y Analogamente studiamo la rappresentazione coniugata in cui generatori sono
y Riportiamo per brevità solo gli operatori λ3 e λ8
y Definiamo nuovamente
y Studiamo infine l’effetto dei generatori diagonali sulla base standard
y Rappresentiamo sul piano YT3 i 3 stati
Y
T
Interpretazione: Carica elettrica
y Questi stati rappresentano i tre quark o i tre anti-quark
y Analizziamo i numeri quantici dei vettori base delle due rappresentazioni y Innanzitutto la carica elettrica con la
relazione di Gell-Mann e Nishijima
y Per i tre stati della rappresentazione 3
y E analogamente per la rappresentazione 3
y Gli stati hanno pertanto carica frazionaria
Y
T
Y
T
Interpretazione: Numero Barionico
y Inoltre ricordiamo la definizione della Ipercarica
y Attribuiamo la stranezza e il numero barionico ai vari stati
y Per la rappresentazione 3
y Per lo stato Y=1/3 o B = 1/3, S = 0 y Per lo stato Y=1/3 o B = 1/3, S = 0 y Per lo stato Y=−2/3 o B = 1/3, S = −1 y Per la rappresentazione 3
y Per lo stato Y=−1/3 o B = −1/3, S = 0 y Per lo stato Y=−1/3 o B = −1/3, S = 0 y Per lo stato Y=2/3 o B = −1/3, S = +1
y I famosi Quark e Anti-Quark con carica frazionaria di Gell-Mann
Y
T
Y
T
Le correnti di SU(3)
y Abbiamo già detto che interazioni deboli che abbiamo studiato possono essere interpretate a livello dei quark costituenti
y Queste transizioni possono descritte in modo unitario nell’ambito del modello a quark
y Nel caso di SU(2) abbiamo introdotto correnti di isospin y Possiamo generalizzare quel formalismo a SU(3)
Le correnti di SU(3)
y In modo completamente analogo a quanto visto per SU(2) si può definire l’isospinore
y Si può definire la Lagrangiana libera dei quark come
y Notiamo che questo implica che le masse dei tre quark sono uguali y Richiedere l’invarianza di questa lagrangiana rispetto alle
trasformazioni di SU(3) porta a 8 correnti conservate
y A queste correnti corrispondono 8 cariche conservate
Inoltre è conservata la corrente barionica
Le correnti di SU(3)
y Le cariche soddisfano le regole di commutazione di SU(3)
y Le regole di commutazione dei campi sono
y Come abbiamo visto sono molto importanti le due seguenti cariche y La terza componente dell’isospin
y L’ipercarica
Le correnti di SU(3)
y Una combinazione importante, che porta alla corrente elettromagnetica
y Ricordiamo la definizione fatta per le correnti
y Per capire la definizione di calcoliamo la somma delle due matrici che definiscono le correnti V3 e V8
y Utilizzando questo risultato troviamo la corrente elettromagnetica espressa in funzione dei tre quark ( e delle loro cariche elettriche!)
y Per quel che riguarda le correnti deboli si hanno le seguenti identificazioni
Le correnti di SU(3)
y È facile verificare le seguenti regole di commutazione
y La corrente J+ cambia la carica elettrica di una unità y La corrente S+ cambia la carica elettrica di una unità y Pertanto la corrente adronica carica h = J+cosθc+ S+sinθc ha la regola di
selezione ΔQ = 1
y La corrente J+ conserva l’ipercarica (quindi la stranezza) y La corrente S+ cambia l’ipercarica di una unità |ΔS| = 1
y Inoltre questa regola insieme alla prima implica che ΔQ = ΔS y Per finire le regole dell’isospin
y La corrente J+ cambia l’isospin (T3) di una unità y La corrente S+ cambia l’isospin di 1/2
Le correnti di SU(3)
y Per finire scriviamo le correnti esplicitando il contenuto dei quark y Per la corrente J+
y Pertanto la corrente J+ trasforma un quark d in un quark u y Per la corrente S+ otteniamo
y Pertanto la corrente S+ trasforma un quark s in un quark u
Le correnti di SU(3)
y Il formalismo sviluppato permette di trovare relazioni fra gli elementi di matrice di moltissimi processi
y Analogo all'ipotesi CVC
y L’invarianza (globale) per SU(3) è una simmetria nello spazio del “sapore”
(flavor) dei quark
y La sua origine è nella quasi uguaglianza delle masse dei quark più leggeri y La simmetria è rotta per i quark più pesanti
y Non ci sono sviluppi sostanziali per gruppi più estesi di SU(3)
y Non ci sono sviluppi interessanti se si richiede una invarianza locale
Interazioni neutrino-fermione
y L’interazione di Fermi può essere utilizzata per calcolare le sezioni d’urto di interazioni neutrino fermione mediate da corrente carica (CC)
y Può essere utilizzata anche per descrivere interazioni di antineutrini y Può essere utilizzata per interazioni di neutrini di tutte le famiglie
y Nel processo di corrente carica il neutrino si trasforma nel leptone carico della famiglia scambiando un bosone W+
y Dall'altro lato possiamo trovare un fermione o un antifermione y Per la conservazione della carica deve essere
y Si possono avere le seguenti transizioni
y Per le interazioni di antineutrini tutte le cariche sono invertite y In questo caso la particella scambiata è il bosone W−
y Per finire osserviamo che le correnti conservano il relativo numero fermionico ki νl l kf
W+
pi pf
W+
ki l kf
W−
Interazioni neutrino-fermione
y Troveremo la stessa formula per tutte le famiglie y In realtà le famiglie differiscono per la massa
y Spesso approssimeremo le masse a zero
y Le formule per le particelle sono diverse da quelle per le antiparticelle y Sia per i neutrini-antineutrini che per i fermioni-antifermioni
y Per fissare le idee studiamo
y La sezione d’urto neutrino elettronico - elettrone y La sezione d’urto antineutrino elettronico – elettrone
y Questi due processi sono mediati da correnti sia cariche che neutre
y Per il momento trascureremo la corrente neutra y La reazione può essere
mediata solo tramite CC
y Osserviamo che può essere mediata solo da corrente neutra
ki νe e kf
pi pf
W+
e νe
ki
kf e νe
pi
pf
Z0
e
νe ki e kf
pi pf
W−
e νe
νe
ki
kf e νe
pi
pf
Z0
e
νe
ki νμ μ kf
p p
W+
ki νμ pf
Z0
νμ
Lo scattering ν e e − → ν e e −
y Iniziamo con il calcolo della sezione d'urto per lo scattering di un neutrino da parte di un elettrone
y Il diagramma di Feynman al primo ordine associato a questa reazione e la corrispondente ampiezza di Fermi sono
y Il quadrato dell’elemento di matrice è
y I due tensori Mμν e Nμν sono facilmente derivabili dal digramma utilizzando le regole per i diagrammi (vedi diapositiva )
y Nel primo tensore non è fatta la media sulle polarizzazioni iniziali (manca il fattore ½ ) perché il neutrino ha solo lo stato left-handed
ki kf
pi
e
− pfe
−ν
eν
e3281410
Lo scattering ν e e − → ν e e −
y Il calcolo delle tracce è lasciato come esercizio y Il risultato per i due tensori è (mν = 0)
y Il prodotto dei due tensori si calcola facilmente (un po’ lungo …) y Occorre la proprietà del tensore di Levi – Civita
y Il risultato è
y Calcoliamo i prodotti
y Dalla conservazione del 4-momento
y Trascuriamo me
y Inserendo nell’elemento di matrice si ottiene
y La sezione d'urto è
y Ricordiamo (diapositiva ) il fattore di flusso F e lo spazio delle fasi dΦ2
y Inoltre
y Otteniamo pertanto
y Per l’elemento di matrice il risultato del calcolo era y Introducendo nella formula per la sezione d’urto
y Pertanto, nel centro di massa, la sezione d’urto è isotropa y La sezione d’urto totale è
La sezione d’urto ν e e − → ν e e −
2722289
Lo scattering ν e e − → ν e e −
y Calcoliamo adesso il quadrato dell’ampiezza della reazione
y Il diagramma di Feynman al primo ordine (solo CC) associato a questa reazione e la corrispondente ampiezza di Fermi sono
y Le correnti sono relative a particelle o tutte nello stato iniziale o tutte nello stato finale
y Nella reazione neutrino-elettrone le correnti univano particelle fra gli stati iniziali e finali
y Confrontiamo con la corrispondente ampiezza della reazione νe e− → νe e− y Gli spinori ukf e upi compaiono allo stesso modo e quindi contribuiranno allo
stesso modo
y Lo spinore uki è diventato vpf - dato che mν = 0 basta sostituire ki con pf y Lo spinore upf è diventato vki - dato che mν = 0 basta sostituire pf con ki y Sostituendo
ki kf
pi
e
− pfe
−ν
eν
eLo scattering ν e e − → ν e e −
y Studiamo adesso la cinematica della reazione y Consideriamo la conservazione del 4-momento y Possiamo ricavare una espressione utile per
la variabile di Mandelstam t
y Trascurando ancora una volta le masse delle particelle y Consideriamo adesso il sistema del centro di massa
y Dato che lo scattering è elastico
y Calcoliamo t (sempre trascurando le masse) y Inseriamo i risultati nell’elemento di matrice
ki kf
pi
e
− pfe
−ν
eν
eki T
kf
pf
pi
Lo scattering ν e e − → ν e e −
y Lo spazio delle fasi e il flusso sono identici al caso precedente y Inserendo nella formula per la sezione d’urto otteniamo
y Per la sezione d'urto totale
integriamo su tutto l’angolo solido y Riepiloghiamo i risultati ottenuti
y Si può comprendere la differenza fra i due risultati facendo riferimento alla conservazione del momento angolare e alla violazione della parità
isotropa
J
z= 0 J
z= 1
∼d ∼(1−cosθ)
e−
ν θ
e−
ν
e−
νe θ
e−
νe
Interazione neutrino quark (CC)
νμ θ d
μ
u
Jz = 0 Isotropa
Jz = 1 o Jz
M ada1+cosθ σ = 0 per θ = π
νμ θ u
μ
d d
νμ θ
μ u
u
νμ θ
μ
d
Jz = 1 o Jz
M ada1+cos θ σ = 0 per θ = π
Jz = 0 Isotropa
k k'
p p'
W
k k'
p p'
W
k k'
p p'
W
k k'
p p'
W
La reazione ν μ e − → μ − ν e
y Includiamo l'effetto della massa del leptone carico y È importante per la reazione
y La struttura dell’elemento di matrice è identica y L’unica differenza è la massa del muone
y Nei casi precedenti, il calcolo del quadrato dell'elemento di matrice era stato fatto senza approssimazioni fino al risultato
y Calcoliamo adesso i due prodotti scalari
y Per il primo, relativo ai momenti nello stato iniziale, non ci sono modifiche (si può trascurare me )
y Per il secondo prodotto abbiamo y Inserendo nell’elemento di matrice
ki νμ μ kf
pi pf
W+
e νe
La reazione ν μ e − → μ − ν e
y Per spazio delle fasi e flusso si può usare il calcolo precedente ma con cura y Se trascuriamo le masse le reazioni sono processi di scattering elastico
y Le masse delle particelle nello stato iniziale sono uguali alle masse nello stato finale
y La quantità di moto (3d) nel centro di massa dello stato iniziale è uguale al quantità di moto nel centro di massa dello stato finale y Nel caso della reazione
y Le masse delle particelle nello stato iniziale e finale sono diverse y Di conseguenza anche le quantità di moto qi e qf sono differenti y Le quantità di moto nel flusso e nello spazio delle fasi sono differenti y Ricordiamo il risultato per il fattore di flusso
y Questo risultato è ancora valido perché la cinematica dello stato iniziale non è cambiata
y Ricordiamo il risultato per lo spazio delle fasi y Occorre esprimere qf in termini di invarianti y Occorre tenere conto dell’effetto soglia
La quantità di moto nel centro di massa
y Cominciamo dalla variabile invariante s nel c.m. delle particelle 1−2
y Sviluppando
y Semplificando
y per finire otteniamo
y nello stato iniziale 1 = e, 2 = νμ y nello stato finale 1 = μ, 2 = νe
Soglia di produzione
y Nel caso della reazione di produzione occorre anche calcolare l'energia minima necessaria perché la
reazione sia possibile
y Il minimo valore di s necessario è quello che porta alla produzione delle due particelle a riposo nello stato finale: |qf| = 0
y Dalla diapositiva precedente y La reazione è possibile per
y Ponendo m1 = mμ, m2 = 0 e introducendo il valore di s nel laboratorio
La reazione ν μ e − → μ − ν e
y Per finire specializziamo la formula dello spazio delle fasi al nostro caso
y Otteniamo
y Inseriamo questi risultati nella formula per la sezione d’urto
y Otteniamo
Difficoltà dell’Interazione di Fermi
y Le sezioni d'urto fin qui calcolate divergono al crescere dell'energia
y Osserviamo inoltre che i calcoli fin qui fatti sono approssimati al primo ordine della teoria perturbativa
y È possibile fare calcoli di ordine superiore ? y Ad esempio, è possibile calcolare diagrammi
come il seguente ?
y Diagrammi di questo tipo divergono
y Il tipo di divergenza è grave e non si riesce a reinterpretare come invece avviene per l’elettrodinamica con la rinormalizzazione
y La teoria di Fermi non è rinormalizzabile
y Si è tentato di rendere la teoria più simile all’elettrodinamica introducendo il bosone vettoriale intermedio (IVB)
y Le correnti dell'interazione di Fermi sono vettoriali
y La particella scambiata deve essere un 4-vettore, spin 1 y L'interazione debole è a corto range (di contatto)
y La particella scambiata deve avere una massa non nulla
y Dobbiamo trovare il propagatore di una particella vettoriale di massa non nulla y Approfondiamo lo studio dei propagatori
n p
e
Particelle con massa nulla e con spin 1 †
y Una particella di spin 1 è descritta da un campo Aμ y La lagrangiana di un campo vettoriale senza massa
accoppiato a una sorgente jμ è
y L è invariante per trasformazioni di gauge se la corrente è conservata y Il tensore Fμν è invariante per trasformazioni di gauge A'μ = Aμ + ∂μΛ y Esaminiamo come si trasforma il termine di interazione
y La 4-divergenza non contribuisce all'azione e può essere ignorata y Le equazioni di Eulero-Lagrange portano all'equazione per Aμ
y Fissiamo il gauge con la condizione di Lorentz ∂μAμ= 0 e assumiamo jμ = 0 y Si trova la soluzione di onda piana che propaga nel vuoto
y Il 4-vettore εμ(k) descrive la polarizzazione della particella
y † Per la trattazione degli stati di polarizzazione di particelle vettoriali vedi
Greiner W., Reinhardt J. - Field Quantization 2nd ed. – Springer 1996 § 6.4.1 e § 6.4.2
se ∂μjμ = 0 L′ è invariante se
Jμ è conservata
Particelle con massa non nulla e con spin 1
y Il passaggio a particelle con massa non nulla si fa introducendo un termine quadratico nella lagrangiana
y Osserviamo che L non è più gauge invariante a causa del nuovo termine y Le equazioni di Eulero-Lagrange portano all'equazione di Proca
y Calcoliamo la 4-divergenza dell'equazione
y I primi due termini si elidono e pertanto
y Se la corrente è nulla oppure è conservata deve essere
y Pertanto nel caso di massa non nulla la condizione di Lorentz su Αμ è conseguenza dell'autoconsistenza della teoria
y Nel caso Jμ = 0 l'equazione di Proca si semplifica in y La soluzione di onde piane
y Il 4-vettore εμ(k) descrive la polarizzazione della particella
y Una particella di spin 1 dotata di massa ha, ovviamente, un sistema di riposo y Per rappresentare la polarizzazione della particella si può utilizzare il
formalismo generale introdotto nella diapositiva e seguenti y Nel sistema di riposo K' la particella ha polarizzazione ξ
y Si definisce il 4-vettore
y s' è ortogonale al 4-vettore energia impulso
y Nel sistema K in cui la particella ha 4-momento k = (k0, k)
y Consideriamo tre vettori polarizzazione ξ nel sistema K' y Due polarizzazioni ξ1 e ξ2 perpendicolari a
k
y Una polarizzazione longitudinale ξ3 y Ovviamente ξi⋅ξj = 0 i,j=1,3
y I 4-vettori corrispondenti nel sistema K sono
y Osserviamo che anche i prodotti 4-dimensionali sono nulli: ε
Particelle con massa non nulla e con spin 1
115778
Particelle con massa non nulla e con spin 1
y Si può introdurre un quarto vettore ε0, di tipo time-like, per avere un sistema di vettori base completo
y È possibile perché k2 = m2 ≠ 0 y Non si può fare per il fotone
y Si verifica facilmente che ελ⋅ελ' = gλλ'
y In seguito avremo bisogno delle "somme di polarizzazione"
y La somma in λ non è in forma covariante y gλλ serve solo per definire i segni
y Si può verificare la relazione nel sistema di riposo della particella
y Se μ = 0 oppure ν = 0 tutti i contributi sono nulli escluso il caso μ = ν = 0 y Per μ = i e ν = j con i,j = 1,2,3
Si tratta della normale relazione di completezza per una terna ortogonale in R3
Particelle con massa non nulla e con spin 1 †
y Abbiamo visto che la condizione di Lorentz implica un vincolo sulle componenti del campo Aμ
y ∂μAμ= 0 implica che solo tre componenti di Aμ sono indipendenti y Analogamente, dei quattro vettori di polarizzazione solo tre sono
indipendenti e hanno un senso fisico
y La completezza della somma di polarizzazione ha senso matematicamente
y Fisicamente siamo interessati alla somma estesa solamente ai tre stati fisici y Analizziamo il contributo di ε0(k) alla somma
y Otteniamo pertanto
y † Per la trattazione degli stati di polarizzazione di particelle vettoriali vedi
Greiner W., Reinhardt J. - Field Quantization 2nd ed. – Springer 1996 § 6.4.1 e § 6.4.2
Particelle con massa nulla e con spin 1
y I vettori di polarizzazione di un campo vettoriale con massa nulla non possono essere ottenuti da quelli introdotti nelle diapositive precedenti ponendo m = 0 y Nel caso di massa nulla gli stati di polarizzazione indipendente sono solo due y Inoltre non possiamo utilizzare il 4-vettore k per definire ε0 perché k2 = 0 y E naturalmente non possiamo utilizzare il sistema di riposo
y Utilizziamo il gauge di Lorentz: ∂μAμ= 0 → kμεμ(k) = 0
y Utilizziamo l'ulteriore invarianza che permette di trasformare i vettori di polarizzazione come εμ → εμ +β kμ
y Possiamo pertanto assumere che εi(k) = (0,ξi) i = 1,2,3
y Infine scegliamo, in questo sistema, il quarto stato come ε0(k) = n = (1,0) y Utilizzando il 4-vettore n possiamo scrivere ε3(k) in forma covariante
y È facile verificare che nel sistema in cui n = (1,0) si ha
y Per fotoni reali (k2 = 0) i quattro 4-vettori soddisfano le seguenti relazioni
Particelle con massa nulla e con spin 1
y Si può dimostrare che i quattro stati definiti precedentemente soddisfano la stessa relazione di completezza del caso con massa diversa da zero
y Nel caso di un campo vettoriale senza massa siamo interessati alla somma di polarizzazione limitata agli stati fisici ε1(k) e ε2(k)
y Si hanno due risultati per particelle reali (on-shell, k2 = 0 ) oppure virtuali (off-shell, k2 ≠ 0 )
y Per particelle reali ( k2 = 0 ) y Ad esempio per fotoni esterni
y Per particelle virtuali ( k2 ≠ 0 ) y Ad esempio in un propagatore
y Abbiamo definito il propagatore fotonico (vedi diapositiva )
y Definiamo la funzione θ(τ) y Otteniamo l'espressione
y Consideriamo uno dei due termini e utilizziamo lo sviluppo dei campi Aμ
Il propagatore fotonico
2582196
Il propagatore fotonico
y Per analogia
y Utilizziamo la rappresentazione integrale della funzione θ(τ)
y Otteniamo la seguente espressione per il propagatore
y Consideriamo il primo termine (q0 = |q| )
y Per il momento omettiamo la somma sulle polarizzazioni
y Poniamo
Il propagatore fotonico
y Otteniamo
y Analogamente il secondo termine
y Abbiamo cambiato kα → −kα
y In particolare ω → −ω nel denominatore y Sommiamo i due termini
Il propagatore fotonico
y Inseriamo nell'integrale (reintroduciamo +iε nel denominatore)
y Reintroduciamo le somme di polarizzazione y Ricordiamo che
k = (ω,q)
y Il secondo membro è una trasformata di Fourier
y Il propagatore fotonico nello spazio dei momenti è pertanto
y Utilizziamo l'espressione che abbiamo trovato per le somme di polarizzazione nella diapositiva
y Otteniamo†
y In elettrodinamica il propagatore è accoppiato a correnti conservate
y I primi tre termini della frazione danno pertanto contributo nullo y Ignoriamo anche i termini in nμ e nν
y Rappresentano il contributo dell'interazione Coulombiana†
y Si utilizza pertanto la forma covariante del propagatore fotonico
y †vedi W. Grenier, J. Reinhardt – Field Quantization – Springer 1996 p.185
Il propagatore fotonico
5362440
pf pi
γ
μIl propagatore del bosone W ±
y La stessa derivazione può essere fatta per il propagatore di bosoni vettoriali con massa diversa da zero
y Una prima differenza sta nella relazione fra energia e quantità di moto y Una seconda differenza risiede nel valore delle somme di polarizzazione
y Tenendo conto di queste differenze il propagatore per una particella vettoriale di massa MW è
y Calcoliamo l'ampiezza di transizione per un processo che abbiamo descritto con l'interazione corrente-corrente utilizzando il propagatore (slide )5201641
Il propagatore del bosone W ±
y Utilizziamo la forma esplicita del propagatore
y Consideriamo prima il pezzo del propagatore che contiene i termini qμqν y Ricordiamo che
q = k
i+ p
i= k
f+ p
fy Calcoliamo il contributo della prima corrente
y Un risultato analogo per la seconda corrente
y In definitiva i contributi sono proporzionali a termini (a,b = e,ν) y Sono contributi trascurabili
y Osservazioni
y La corrente debole non è conservata
y Sarebbe conservata per masse nulle (la componente γμ per masse uguali) y Dipende dal fatto che la corrente contiene solo la componente chirale LH
Il modello Bosone Vettoriale Intermedio (IVB)
y Consideriamo il termine proporzionale a gμν
y La costante g introdotta gioca il ruolo della carica e y Consideriamo il limite di momento trasferito trascurabile y In questo limite l'ampiezza diventa
y Si arriva pertanto alla identificazione
y Concludiamo che al primo ordine dello sviluppo perturbativo i risultati trovati con l'interazione corrente-corrente posso essere generalizzati al modello IVB semplicemente sostituendo G con l'espressione contenente il propagatore
y In particolare la sezione d'urto
da confrontare con
• Non è più divergente nel limite di alta energia
• La divergenza per è apparente
• Abbiamo trascurato Γ