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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.19 (1892) n.944, 5 giugno

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L'ECONOMISTA

G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, -FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Anno

XIX - Voi. XXIII Domenica 5 Giugno 1892 N. 941

MINISTERO PARLAMENTO E PAESE

Ancora u n a volta e,i troviamo di fronte ad un conflitto di forma ; ed appunto p e r c h è di forma, oc-cupa e preococ-cupa i! Ministero, il P a r l a m e n t o e la stampa, mentre il paese rimano quasi c u r i o s a m e n t e indifferente e si meraviglia c h e mentre poche setti-mane or sono la questione finanziaria sembrava pre-valere su tutti gli animi e tenerli sospesi p e r le diffi-coltà che presentava, oggi a mille doppi più eccitata sembri la pubblica opinione p e r questione di nomi, di partiti, di vane formalità.

Non cerchiamo, nè vogliamo c e r c a r e se il Ministero abbia diritto di chiedere sei mesi di esercizio prov-visorio ; non cerchiamo n e m m e n o se la Camera ab-bia dovere giuridico e politico di accordarlo nelle attuali circostanze; meno ancora ci importa di investigare se i diritti della Corona sieno o n o a b b a -stanza tutelati dal contegno del Parlamento, p e r noi tali questioni s e m b r a n o affatto incidentali e non ci paiono sufficienti ad o c c u p a r e in questo m o m e n t o la pubblica attenzione.

Noi accertiamo u n fatto, e siamo sicuri c h e c o n noi lo accerta la grande maggioranza del paese: ed è che Deputati, e Ministri, tutti soltanto r a p p r e -sentanti e mandatari della nazione si occupano di cose ben diverse da quelle delle quali il paese sente urgente bisogno, cioè u n a migliore sistemazione della economia pubblica e della linanza dello Stato.

Ed a p p u n t o p e r c h è o risuscitando fittiziamente partiti, od anteponendo ad ogni altra considerazione la simpatia o l'antipatia delle p e r s o n e , si gonfiano le questioni di forma, perdendo così di vista quelle di sostanza, si commettono da tutti errori sopra e r -rori, che affievoliscono s e m p r e più la fiducia della nazione e la fanno disperare sulla capacità delle isti-tuzioni.

Il Ministero di Rudinì, c h e sciupa la p i ù bella posizione p a r l a m e u i a r e c h e m a i in Italia abbia avuto un Gabinetto, c h e dà luogo alla generazione spon-tanea d i una crise che non sa sciogliere, o che. scioglie rimanendo davanti al paese senza idee e senza prog r a m m a ; — la Camera c h e titubante ed incerta r o -vescia il Ministero di Rudinì e non sa c r e a r n e e sostenerne u n altro; — il Ministero Giolitti c h e commette l'imprudenza di non tratteggiare subito al P a r -lamento ed alla nazione le principali linee di u n pro-gramma economico e finanziario che gli uomini di valore che compongono il Gabinetto potevano senza difficoltà c o n c o r d a r e ; — la minaccia di sciogliere la Eamera, esposta prima c h e si conoscessero le idee ì del G o v e r n o ; tutti questi sono errori c h e la politica |

può spiegare e giustificare anche, m a c h e il paese non c o m p r e n d e .

Noi non entriamo a discutere n è la questione c o -stituzionale n è quella politica c h e a proposito della d o m a n d a dell'esercizio provvisorio p e r sei mesi oggi si dibatte, m a sosteniamo c h e il paese, p e r q u a n t o fosse disilluso p e r i fiacchi propositi e p e r i lunghi tentennamenti d e l l ' o n . di Rudinì, n o n c o m p r e n d e r à mai come il P a r l a m e n t o possa concedere al Ministero Giolitti sei mesi di esercizio provvisorio, e come la Corona accordi al Ministero stesso di sciogliere la C a m e r a , prima che abbia esposto i criteri generali, che lo g u i d e r a n n o nella difficile situazione attuale.

Se l'on. Giolitti ed i suoi Colleghi, presentandosi alla C a m e r a avessero esposto, non colle v a g h e frasi della nota dichiarazione, le loro idee, m a con conerete e precise affermazioni avessero tracciata la via c h e intendono seguire, c o m p r e n d e r e m m o benissimo c h e , date le vicende passate, e sopratutto il poco serio periodo nel quale il Ministero Di Rudinì si dispose al suicidio, la Corona, di fronte alla resistenza della C a m e r a , avesse interpellato il paese.Ma, disposti c o m e siamo alla maggiore benevolenza di giudizio p e r il gabinetto dell'on. Giolitti, nel quale riconosciamo c h e si trovano uomini di v e r o valore (però bona mixta

malis), pare a noi c h e abbia soverchiamenle

preci-pitato, e c h e d o m a n d i , dopo tante e ripetute disil-lusioni ohe h a subite il paese, u n o sforzo di fede, che ci sembra temerario.

Tuttavia nella attuale situazione v e d i a m o degli errori di p r o c e d u r a , evitando i quali si sarebbero evitati molti guai, ma siamo d ' altra parte contenti di questi sintomi, dai quali apparirebbe c h e il Mini-stero Giolitti ha effettivamente energia e volontà.

E d a p p u n t o perchè a b b i a m o speranza c h e gli uomini, c h e hanno accettato il potere, vogliano i m -piegare le loro forze a togliere con efficaci provve-dimenti il paese dagli imbarazzi tra i quali da molti anni si dibatte, e richiedono tempo solo p e r con-cretare meglio propositi e idee, e s p r i m i a m o la spe-ranza ed il desiderio c h e il conflitto ozioso sorto i n questi giorni si disperda e sia concesso al n u o v o Ministero il tempo necessario p e r p r o v a r e coi fatti il proprio valore e la propria energia.

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è quali siano le idee del Governo sulle numerose questioni c h e domandano una urgente soluzione. Noi a v r e m m o desiderato che queste idee fossero esposte subito, e pareva a noi c h e il nuovo Gabinetto non dovesse avere difficoltà a tracciarne la tela. La discussione dell'esercizio provvisorio e lo sciogli-mento della Camera avrebbero avuto ben altro si-gnificato e ben altra importanza di fronte ad un programma netto e preciso.

Oggi siamo quasi al buio, e ci auguriamo che sia soltanto per procurarci maggior luce che il Mini-stero ha creduto di venir meno a ciò che era suo dovere e s u o interesse.

Ripeteremo quello c h e abbiamo già detto : noi at-tendiamo, come sempre, il Ministero ai fatti.

Ed ecco appunto la relazione e il progetto di legge sull'esercizio provvisorio dei bilanci :

Signori !

Secondo le dichiarazioni fatte dal governo alla Camera il giorno Ti maggio corrente, ho l'onore di presentare un disegno di legge per l'esercizio prov-visorio del bilancio del 1 8 9 2 - 9 3 .

Le disposizioni del disegno di legge sono conformi a quelle approvate per l'esercizio finanziario 1886-87 con la legge 3 0 giugno 1886, n. 3937, con le sole modificazioni richieste da circostanze speciali all'eser-cizio 1 8 9 2 - 9 3 .

Gol primo articolo si fa riferimento al progetto di bilancio del 2 5 novembre 1891 e alle note di v a -riazioni posteriori, n o n che ad un disegno di legge, che si collega al progetto di bilancio medesimo pro-ducendo una economia già approvata dai d n e rami del Parlamento.

La facoltà c h e si chiede coli'articolo secondo, di eccedere cioè pei fondi di riserva anche la quota proporzionale al tempo stabilito per l'esercizio prov-visorio del bilancio, è reclamata dalla natura stessa di quei fondi, che sono destinati a sopperire a con-tingenze affatto eccezionali, necessità che venne ri-conosciuta anche colla citata l e g g e r e i 1886, relativa

all'esercizio provvisorio del bilancio 1 8 8 6 - 8 7 . La disposizione contenuta nell' articolo terzo ed ultimo, ha per oggetto di lasciare impregiudicate le prerogative del Parlamento per tutto ciò c h e c o n -c e r n e r g l i ordinamenti di vari servizi.

Art. 1 . Fino all'approvazione degli stati di previ-sione dell' entrata e della spesa per 1' esercizio fi-nanziario 1 8 9 2 - 9 3 , e non oltre il mese di dicem-bre 1 8 9 2 , il governo del R e è autorizzato a riscuo-tere le entrate ordinarie e straordinarie, a smaltire i generi di privativa, secondo le tariffe vigenti, ed a pagare le spese ordinarie e straordinarie c h e n o n ammettono dilazione, e quelle dipendenti da leggi e da obbligazioni anteriori, in conformità dei detti stati di previsione presentati alla Camera dei deputati nel dì 2 5 n o v e m b r e 1 8 9 1 , secondo le disposizioni, ì termini e le facoltà contenute nei relativi disegni di legge p e r la loro approvazione, tenuto conto altresì delle posteriori note di variazioni e degli effetti del disegno di legge, n. 1 2 0 , c h e modifica la spesa per le strade comunali obbligatorie.

Art. 2. P e i prelevamenti dai fondi di riserva, il Ministero potrà anche eccedere la quota proporzio-nale al tempo stabilito dall' articolo precedente per

l'esercizio provvisorio del bilancio, giustificandone l'assoluta necessità con apposito decreto da annet-tersi ai mandati o agli ordini di pagamento.

Art. 3. Nulla sarà innovato, fino all'approvazione d e d i stali di previsione predetti, negli ordinamenti

organici dei vari servizi pubblici e dei relativi per-sonali, nonché negli stipendi ed assegnamenti ap-provati, pei diversi Ministeri e amministrazioni di-pendenti, con la legge del bilancio di previsione 1 8 9 1 - 9 2 e con quella di assestamento del bilancio medesimo, salvo le disposizioni derivanti da leggi speciali.

LA FRANCIA E LA QUESTIONE MONETARIA

Alla Camera francese è slata discussa nei giorni scorsi una interpellanza dell' on. Soubeyran sulla questione monetaria, alla quale se ne aggiunse un'al-tra dell'on. Bourgeois sulla necessità di denunciare la convenzione monetaria del 1 8 8 5 con la Svizzera, l'Italia, il Belgio e la Grecia. Il sig. de Soubeyran domandava la riabilitazione dèli' argento, mentre il sig. Bourgeois chiedeva la denuncia dell' Unione la-tina, per instaurare anche in Francia il monometal-lismo aureo. Come si vede le tendenze dei d u e in-terpellanti erano opposte, tuttavia la Camera deli-berò di unire le due interpellanze, le quali avevano per altro un punto di contatto, poiché miravano a i n d u r r e il governo a mettere u n termine alla si-tuazione attuale.

Il sig. de Soubeyran osservò anzitutto che mai le circostanze sono state così delicate e mai è stato tanto necessario di indicare al governo la via nella quale dovrà entrare al momento in cui i delegati francesi si recheranno alla Conferenza, che gli Stati Uniti hanno promossa. Domandò una moneta inter-nazionale, reclamata dal commercio e dal lavoro, insistette sulla funzione considerevole c h e esercita la questione monetaria al giorno d'oggi nel mondo economico e concluse, presentando un ordine del giorno col quale si invitava il governo ad attenersi in principio al programma fissato di comune accordo tra gli Stali Uniti e la Francia, in nome della Con-ferenza internazionale del 1 8 8 1 .

Il sig. Bourgeois ha successivamente svolta la sua tesi c h e può dirsi riassunta n e l l ' o r d i n e del giorno s e g u e n t e : la Camera, considerando c h e in presenza del deprezzamento continuo dell'argento è urgente di tutelare la situazione economica della Francia e dei rischi ai quali la espone l'Unione monetaria latina, invita il governo a denunciare la convenzione m o -netaria del 6 n o v e m b r e 1885, in conformità all'art. 13, nonché l'atto addizionale della detta convenzione concluso il 1 2 dicembre 1 8 8 5 .

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5 giugno 1892 L ' E C O N O M I S T A 363 trova una carta monetata rimborsabile in argento e in

seguito a una lunga consuetudine il pubblico preferisce i biglietti all'argento. È questa una delle ragioni che hanno indotto il governo austro-ungherese a intra-prendere la riforma monetaria. In Russia, dove il cambio varia da un giorno all' altro, dove i corsi subiscono delle vere scosse, è unicamente la specu-lazione, che è la causa delle variazioni del cambio. In u n solo paese, noli' India inglesej la libertà della coniazione appartiene ai privati.

Il sig. Rouvier ritiene che quantunque la Francia soffra il contraccolpo della situazione essa se n e ri-sente molto meno dell' Inghilterra. È soprattutto al-l' Inghilterra che spetta di ricercare la soluzione della questione, essa vi è più interessata della Francia, la chiave della situazione è a Londra, a N e w - Y o r k , ed anche a Berlino in seconda linea. Dichiarò c h e era disposto a dare ai delegati per la prossima Con-ferenza le istruzioni di favorire tutti gli sforzi c h e potranno essere fatti per aumentare l'uso monetario dell'argento, ma vuole che questa attitudine sia s u -bordinata a un'azione dell'Inghilterra nello stesso senso. Osservò che più la ricchezza in argento della Francia è considerevole e tanto più il governo d e -v'essere circospetto e deve evitare di fare affluire in Francia u n metallo, che non avrebbe di fronte alle altre nazioni un effetto liberatorio.

Venendo alla denuncia della convenzione del 6 no-vembre 1 8 8 5 il sig. Rouvier rammentò c h e la com-missione, che ha esaminato la questione, calcolò c h e sopra una cifra di 2 miliardi e mezzo a 3 miliardi di scudi esistenti in Francia il 3 0 0 | 0 è costituito da scudi esteri; 3 0 0 milioni si trovano alla Banca e 5 0 0 milioni sono in circolazione. O r a il sig. Ti-rard in nome di quella commissione ha fatto u n rapporto, c h e mostra quali sarebbero gli inconve-nienti per i paesi formanti l'Unione, qualora venisse sciolta. Il ministro si domandò come si effettuerebbe il rimpatrio degli scudi belgi e italiani. Ritiene c h e il Belgio potrebbe cambiarli in oro, ma l'Italia n o . La rottura della Unione avrebbe adunque dal punto di veduta politico gravi conseguenze. Dal punto di vista economico n o n presenterebbe alcun vantaggio gli scudi italiani e belgi, non rappresentando in realtà che una parte piccolissima della circolazione d'argento in Francia e il loro ritiro potrebbe disturbare nelle loro abitudini monetarie le popolazioni abituate a riceverli. Queste considerazioni hanno condotto la C o m -missione a concludere nell' interesse della Francia in favore del mantenimento dello statu quo. E q u e -sta decisione è accettata dal ministro, senza dis-simularsi tuttavia quanto sia delicato di trattare simili questioni alla tribuna del Parlamento e di svelare così pubblicamente gl' imbarazzi c h e cagio-nerebbe agli Stati della Unione la rottura della con-venzione.

Il ministro concluse dichiarando che la Francia accetterà l'invito degli Stati Uniti e prenderà parte alla Conferenza, riservando la propria libertà di azione nel presente e nell'avvenire. Si oppose poi f o r m a l -mente per le ragioni suespresse alla denuncia della convenzione della Unione latina. L'approvazione del-l'ordine del giorno puro e semplice chiuse il dibattito.

Non è il caso di aggiungere lunghi commenti. Si capisce facilmente c h e gli Stati Uniti facciano u n nuovo tentativo per arrestare il rinvilio dell'argento. Essi hanno miniere d ' a r g e n t o e sono desiderosi di esercitarle col maggiore utile possibile. Si comprende

anche l'interessamento dei paesi bimetallisti a r e n -dere meno acuta la situazione, migliorando il prezzo

dell'argento. Ma l'estensione dell'uso dell'argento che pare ora la meta a g o g n a t a , è assai problematico, perchè i paesi, che adoperano realmente la moneta metallica o hanno già come la Francia una q u a n -tità sufficiente e anche esuberante d'argento, o non intendono di rinunciare al tipo unico, per adottare il doppio tipo. Sicché anche se la Conferenza r i u -scisse ad estendere l ' u s o dell'argento, l'effetto sa-rebbe limitato a pochi paesi secondari. È un argo-mento sul quale torneremo f r a breve a proposito appunto della Conferenza promossa dagli Stati Uniti. Quanto alla denuncia delle convenzione monetaria latina i nostri lettori conoscono da u n pezzo ciò c h e ne pensiamo. Il governo francese è contrario alla denuncia, perchè contro il vantaggio di cambiare gli scudi in oro, vede il pericolo di u n maggior de-prezzamento dell'argento in seguito all'adozione del tipo aureo da parte di alcuno degli Stali dell'Unione latina.

In realtà, scrive il Temps a questo proposilo, la Francia gode oggi un regime monetario c h e senza essere al riparo da ogni critica è dei più r a s -sicuranti ; esso è in realtà il regime del tipo unico d'oro con una moneta d'argento, che pur facilitando gli scambi correnti, non serve alla d e t e r m i n a -zione dei valori. Questi si determinano sali' oro. Fra tutti i paesi la Francia è quello che possiede le riserve d' oro più ingenti. La sospensione della coniazione dell'argento garantisce contro il drainage di monete, oltre quello proveniente dalle variazioni regolari dei cambi ; il mantenimento della Unione latina ci garantisce d' altra parte contro la ripresa della coniazione dell' argento . . . . Sicché in F r a n -cia si desidera conservare la Lega latina unicamente perchè abbondando l'oro, l'argento funziona da mo-neta ausiliaria e n o n vi reca alcuna perturbazione, anzi l ' a v e r e vincolati gli altri Stati a non coniare l'argento è u n vantaggio per la Francia, che n o n ha così da temere u n a inondazione di scudi maggiore dell'attuale. D'altronde e' è il famoso patto della li-quidazione e occorrendo la convenzione si può sem-pre denunciare. Si comsem-prende che questo sistema sia tollerabile e accetto per la Francia, ma quanto agli altri Stati, al Belgio e all' Italia specialmente, non ci pare c h e la cosa sia così liscia. Anzi, r e p u -tiamo oggi come nel 1885, che la lega latina abbia abbia fatto il suo tempo c h e essa costituisca u u p e -ricolo continuo per il nostro paese, oltre alla perdita che u n giorno o l'altro d o v r e m m o sopportare ricevendo alla pari u n a moneta deprezzata per quasi u n terzo del suo valore nominale. P e r ciò la risposta del sig. Rouvier, logica, dal punto di vista francese, non modifica punto la nostra opinione intorno alla convenzione del 1 8 8 5 e lascia tale e quale lo stato precario di cose c h e abbiamo altre volte deplorato.

Il

modus vivendi

franco-spagnolo

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-chè il maggior o minore m o v i m e n t o di scambi tra quei d u e paesi non può n o n avere, specie p e r alcuni prodotti, pel vino sopra tutto, una influenza a n c h e sul c o m m e r c i o di esportazione italiano.

In poche parole il modus vivendi tra la Spagna e la Francia consiste nella concessione reciproca della tariffa minima. 1 giornali dei d u e paesi ripor-tano i nuovi patti: l ' a n t i c o trattato è rimesso in vigore fino al 3 0 g i u g n o p. v. e dal 1° luglio si applicherà ai prodotti francesi la tariffa minima spagnuola del 3 1 d i c e m b r e scorso e ai prodotti s p a -gnuoli la tariffa minima francese, c h e costituisce oggi Il trattamento di favore accordato dalla F r a n c i a ai paesi, coi quali è legata da trattati commerciali. Però, essendo la tariffa m i n i m a spagnuola superiore a quella francese, a v r a n n o luogo quanto prima dei ne-goziali p e r mitigare i dazi spagnuoli. S e , c o m e si crede, si concluderà tra i delegati dei d u e paesi l ' a c c o r d o r i g u a r d o alle modificazioni della tariffa minima spagnuola chieste dal governo francese n o n sarà necessario c h e quelle modificazioni siano rati-ficate dalle Cortes. Infatti il governo della S p a g n a ha già d o m a n d a t o al P a r l a m e n t o la facoltà di m o dificare la legge doganale nella misura c h e g i u d i -cherà necessaria.

Ove l'accordo n o n si raggiungesse, il governo francese c h e ha concesso sine die alla S p a g n a la sua tariffa minima potrebbe i m m e d i a t a m e n t e toglierle il benefizio di questa tariffa. Alla sua volta il go-v e r n o francese n o n farà ratificare dal P a r l a m e n t o il

modus vivendi c h e ha concluso ora col g o v e r n o

spa-gnuolo, p e r c h è la legge del 2 9 d i c e m b r e 1 8 9 1 l'auto-rizza ad accordare mediante decreto il benefizio della tariffa minima i n cambio di concessioni equivalenti, a quei paesi c h e avevano prima del 1 ° febbraio 1 8 9 2 dei trattati di c o m m è r c i o con la F r a n c i a .

Questo accordo f r a n c o s p a g n u o l o è venuto a d i mostrare ancora u n a volta q u a n t o siano forti g l ' i n -teressi economici generali e c o m e anche i protezio-nisti p i ù spinti d e b b a n o rinunciare alle loro p i ù esagerate pretese di fronte ai danni c h e da esse d e r i -vano. Questo accordo offrirebbe anche a r g o m e n t o a varie considerazioni in ordine alla condizione delle relazioni commerciali tra la F r a n c i a e l ' I t a l i a . Il nostro paese intanto viene ad essere messo in u n a condizione inferiore rispetto alla S p a g n a , poiché q u e sta potrà m a n d a r e a condizioni migliori i suoi p r o -dotti a g r a r i e a cagion d ' e s e m p i o continuerà a man-dare il v i n o in F r a n c i a a u n dazio inferiore a quello che grava sui vini italiani, perchè la tariffa m i n i m a riduce sensibilmente il dazio s u quel prodotto. Il governo spagnuolo è stato assai più prudente di quello italiano ; esso ha compreso c h e r o m p e r e q u a l -siasi accordo con la F r a n c i a significava procurarsi u n d a n n o certo, c h e con u n poca di buona volontà poteva essere invece evitato. L a F r a n c i a è infatti il principale cliente della S p a g n a ; le statistiche s p a -g n o l e dicono c h e nel 1 8 9 0 sopra 9 3 7 milioni e mezzo di esportazioni, 4 3 0 milioni hanno preso la via della Francia e sopra 9 4 1 milioni di importa-zione, 2 9 3 milioni provenivano dalla vicina repubblica.

E 'la statistica f r a n c e s e d à queste cifre :

1890 1889 1888 1887 Importaz. dalla Spagna milioni 354 355 378 357

Esportaz. per la Spagna » 153 194 172 149

C o m e vedesi, p r e n d e n d o i dati forniti dalla stati-stica francese si a v r e b b e nel 1 8 9 0 u n a differenza

di 2 0 0 milioni a favore della S p a g n a , e la cosa è naturale, perchè q u e s t ' ultima deve pagare annual-m e n t e alla F r a n c i a una s o annual-m annual-m a certo non piccola per interessi del debito p u b b l i c o , e dei titoli ferro-viari, minerari ecc. collocati all' estero.

La S p a g n a si è a d u n q u e trovata rispetto alla F r a n c i a in u n a condizione ben poco dissimile da quella in cui si è trovata l'Italia, e p e r sua fortuna ha potuto, dopo pochi mesi di disaccordo, stipulare u n modus vivendi, che le assicura intanto il regime m e n o sfavorevole c h e in questo m o m e n t o è possi-bile ottenere dalla Francia.

Non sappiamo quali siano le idee d e l l ' a t t u a l e mi-nistero riguardo alle relazioni commerciali tra il

nostro paese e I' estero e in particolare con la Fran-cia. L e incerte dichiarazioni ministeriali non mutano lo stato delle cose, il quale n o n è certo tale che possa rallegrare. L ' a u m e n t o delle esportazioni, di cui m e n a n o vanto certi giornali ispirati dai fautori della politica doganale del 1 8 8 7 - 8 8 è u n fatto del quale non ci è ancora possibile di t r a r r e pronostici sicuri, perchè l ' a u m e n t o si verifica a paragone del 1 8 9 1 , che è stato u n anno quasi disastroso per il nostro c o m m e r c i o . Intanto il nostro c o m m e r c i o con la Fran-cia si va quasi pareggiando, m e n t r e avanti il 1 8 8 8 la differenza a nostro favore era di centinaia di m i -lioni ; nel p r i m o q u a d r i m e s t r e di q u e s t ' a n n o secondo le statistiche francesi la F r a n c i a ha importato d a l -l'Italia p e r 4 6 , 0 4 0 , 0 0 0 franchi ed ha esportato nella penisola p e r 4 1 , 3 5 9 , 0 0 0 franchi.

N o n è il caso di insistere ora sulle relazioni commerciali tra l'Italia e la Francia e p u r troppo q u a l -siasi considerazione sulla condizione a cui sono stati ridotti gli scambi tra i d u e paesi è ancora inefficace. I d u e paesi sono convìnti c h e dallo stato attuale dì cose hanno u n danno positivo,"ma la politica, che guasta tante cose, ha rovinato anche u n commercio dei più naturali e vantaggiosi, e non è la situazione politica, n o n sono gli uomini c h e hanno voce in questa questione c h e v a r r a n n o a ripristinare la

si-tuazione m i s e r a m e n t e sciupata dagli autori della tariffa del 1 8 8 7 . Quello c h e interessa notare e se-g u i r e sono i preliminari dell'accordo franco-Ispano. La riuscita del modus vivendi tra i due paesi altera, e certo non a nostro vantaggio, quella condizione di cose che si era determinata, dopo il 1° febbraio. L o stesso fatto ci fa pensare n u o v a m e n t e a l l ' e r r o r e gravissimo c o m m e s s o dai protezionisti italiani e dal G o v e r n o che se n e fece il difensore, r o m p e n d o gli accordi proprio con quello Stato, c h e aveva col nostro maggiori r e -lazioni e c o n o m i c h e e finanziarie.

Là POPOLAZIONE ITALIANA

D i s c o r r e n d o del v o l u m e testò pubblicato dalla so-lerte Direzione Generale della statistica s u l movi-m e n t o dello Stato Civile nel 1 8 9 0 , non possiamovi-mo a m e n o di ricordare c h e siamo già al g i u g n o 1892 e che n o n ancora si è p r o v v e d u t o al censimento della popolazione del Regno, censimento c h e secondo la

legge a v r e b b e dovuto farsi al 3 1 d i c e m b r e 1 8 9 1 . L

così il Ministero di R u d i n ì n o n avrà lasciata altra traccia d u r a t u r a , c h e quella di non aver dato il

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5 giugno 1892 L ' E C O N O M I S T A 365 paese, le difficoltà del bilancio; ma è troppo facile

risponder loro c h e i popoli come gli individui s o g -giacciono a certe esigenze, c h e costituiscono appunto la civiltà. C o m e u n individuo deve lavarsi e pulirsi, così un popolo deve periodicamente fare il proprio censimento, c h e gli permetta di v e d e r e e di sapere molte cose di sè stesso che altrimenti ignorerebbe.

Gli Stati Uniti d'America sulla fine del secolo scorso deliberarono di contarsi ogni dieci anni, e per quante vicissitudini abbiano' attraversato, n o n hanno mai abbandonato questo atto di elementare civiltà. La F r a n c i a ha fatto il s u o censimento appena terminata la g u e r r a , per la quale nel 1 8 7 0 - 7 1 era impegnata.

L' Italia, sola doveva dare 1' esempio di questa trascuranza, o h e v e r a m e n t e n o n le fa o n o r e ; e mentre nel 1 8 9 1 ha speso molti milioni p e r le fer-rovie, non ha creduto di s p e n d e r e 8 0 0 , 0 0 0 lire p e r il suo censimento.

Speriamo c h e il Ministero attuale riparerà a l l ' e r rore commesso, ma intanto nella regolarità e n e l -l'ordine, c h e sono tanta parte della utilità degli sludi demografici, r i m a r r à s e m p r e a ricordo questo fatto regalatoci proprio nel tempo in cui siedevano al Go-verno uomini c h e avevano fama di cultori delle cose economiche.

Soltanto dal volume pubblicato dalla Direzione generale della statistica a p p r e n d i a m o c h e l'anno 1 8 9 0 cominciava già a risentirsi della crise ; il n u m e r o dei matrimoni fu notevolmente inferiore a quello del 1889, 2 2 2 mila contro 2 3 0 mila, e bisogna risalire al 1 8 8 0 per trovare u n anno di matrimonialità più scarsa. F u nel 1 8 8 1 c h e abbiamo toccati p e r la prima volta i 2 3 0 mila matrimoni, e tranne l'anno 1882 non si scese mai da quella cifra se non nel 1 8 9 0 ; intanto però la popolazione è a u m e n t a t a da 28.4 milioni a 3 1 . 1 , cosicché la proporzione dei matrimoni sugli abitanti è rappresentata nel decennio dalle seguenti c i f r e : m a t r i m o n i per 1000 a b i t a n t i p e r 1000 a b i t a n t i m a t r i m o n i 1881..-.., 1883 188 3 188 4 188 5 8. 09 7.82 8.04 8. 25 8.01 . . . . 7. 93 188 7 7. 96 188 8 7. 95 188 9 7. 69 189 0 7. 36

Lo stesso m o v i m e n t o di diminuzione si presenta nelle nascite; il 1 8 9 0 dà 1 , 0 8 3 , 1 0 3 nati, cioè 3 5 . 9 1 p e r mille abitanti, l'anno precedente n e aveva dati 6 6 0 9 4 di più, cioè 3 5 . 9 5 p e r mille abitanti. U n a cifra di nati inferiore a quella del 1 8 9 0 n o n si incontra c h e nel 1 8 8 3 e negli anni precedenti. L e oscillazioni c h e presentano questi elementi statistici sono molto i n -teressanti e perciò diamo le cifre assolute dal 1 8 7 2 :

1872 nati 1873 » 1874 » 1875 » 1876 » 1877 » 1878 » 1879 » 1880 » 1881 » 1,020, 682 985, 188 951,658 1,035,377 1,083, 721 1,029,037 1,012, 475 1,064,153 957,901 1,081,125 1882 nati 1,061,094 1883 » 1,071,452 1884 t, 1,130,741 1885 » 1,125,970 1886 » 1,086,960 1887 » 1,152,906 1888 » 1,119,563 1889 » 1,149,197 1890 » 1,083,103

Invece nello stesso anno 1 8 9 0 la cifra dei morti stata superiore a quella del 1 8 8 9 , siamo passati

da 7 6 8 , 0 6 8 morti a 7 9 9 , 9 1 1 , cioè da 2 5 . 6 3 p e r mille abitanti a 2 6 . 3 9 . Anche qui le oscillazioni sono molte e n a t u r a l m e n t e con ordine diverso da quelle delle nascite, perchè le cause, che influiscono sulla mortalità sono in qualche parte diverse da quelle, che d e t e r m i n a n o il m o v i m e n t o della natalità. L e leggere epidem ie, ad esempio, possono accrescere la mortalità, senza turbare la natalità ; le crisi intense, invece, specie se nei prezzi dei generi di prima necessità, influiscono così sulla natalità come sulla mortalità.

Ad ogni modo in Italia dal 1 8 7 2 al 1 8 9 0 si p u ò notare con lievi oscillazioni u n a diminuzione nelle cifre proporzionali dei m o r t i ; il quadriennio 1 8 7 2 - 7 5 aveva dato più di 3 0 morti p e r mille abitanti, e tranne c h e nel 1 8 8 0 questa cifra n o n si raggiunse più, anzi nel 1 8 8 1 , 1 8 8 2 e 1 8 8 3 si ebbe meno di 2 8 morti p e r mille abitanti, e nel 1 8 8 9 si scese fino a 2 5 . 6 3 p e r mille.

Ecco frattanto le cifre assolute dei morti nel Re-g n o d u r a n t e il periodo 1 8 7 2 - 9 0 : 1872 mor 1873 » 1874 » 1875 » 1876 » 1877 » 1878 » 1879 » 1880 » 1881 > ti 827,498 813,973 827,253 843,161 796, 420 787, 817 813, 550 836, 682 869, 992 784,181 1882 morti 787,326 1883 1884 1885 1886 1887 1888 1889 1890 794,196 780,361 787,217 844,603 828,992 820,431 768,068 795,911 _ C o m e si vede anche dalle cifre assolute, la m o r t a lità è nudata diminuendo in misura sensibile, m a l -grado l'aumento della popolazione.

Dalle cifre della natalità e da quelle della m o r t a -lità si determina u n a delle espressioni d e l l ' a u m e n t o della popolazione, c h e nel 1 8 9 0 è stato di 2 8 7 , 1 9 2 individui, m e n t r e nel 1 8 8 9 era stalo di 3 8 1 , 1 2 9 . Riferendosi a tali elementi, ecco in qual modo la Direzione Generale della Statistica calcola al 3 1 d i -c e m b r e 1 8 9 0 la popolazione del R e g n o :

Popolazione di fatto secondo il

censi-mento al 3 1 dicembre 1 8 8 1 . . . 2 8 , 4 5 9 , 6 2 8 Nati nel R e g n o dal 1° g e n

naio 1 8 8 2 al 1 ° d e c e m

-bre 1 8 9 0 9 , 9 8 0 , 9 8 6 Morti nel R e g n o nello stesso

periodo 7 , 2 0 7 , 1 0 5

Eccedenza dei nati sui morti 2 , 7 7 3 , 8 8 1 Popolazione calcolata al 31 dicemb. 1 8 9 0 5 1 , 2 3 3 , 5 0 9

LA STORIA E LA STATISTICA DEI METALLI PREZIOSI

IV.

Quarto periodo dal 1851 al 1870

Durante il ventennio 1 8 5 1 - 7 0 la produzione dei metalli preziosi si accelera considerevolmente. L e estrazioni di o r o in California e in Australia diventano

(6)

molto importanti. La produzione d e l l ' a r g e n t o , s e b -bene in progresso n o n aumenta nella stessa m i s u r a . Malgrado questa circostanza il valore proporzionale d e i ' d u e metalli resta a u n dipresso stazionaria e il ribassare dell' oro, c h e era stato predetto, n o n si manifesta.

I prospetti c h e seguono fanno conoscere lo q u a n -tità prodotte a n n u a l m e n t e dal 1 8 5 1 al 1 8 7 0 :

P r o d u z i o n e m e d i a a n n u a l e d e l l ' o r o TOTALE P E R I O D I S t a t i U n i t i A u s t r a l i a R u s s i a la p r o d u z . c o m p r e s a degli a l t i p a e s i c h i i o g r . c h i i o g r . c h i i o g r . c h i i o g r . 1851-1855 8 8 , 8 0 0 6 9 , 5 7 3 24,730 199,388 1866-1860 7 7 , 1 0 0 8 2 , 3 9 2 2 6 , 5 7 0 2 0 1 , 7 5 0 1861-1865 6 6 , 7 0 0 7 7 , 6 3 4 24,084 185,057 1866-1870 7 6 . 0 0 0 7 3 , 6 2 6 3 0 , 0 5 0 195,026 P E R I O D I P r o d u z i o n e m e d i a a n n u a l e dell' a r g e n t o P E R I O D I S t a t i U n i t i Messico d e l S u d A m e r i c a T O T A L E c o m p r e s a la p r o d u z . d e g l i a l t r i p a e s i c h i i o g r . e h i l o g r c h i i o g r . ' c h i i o g r . 1851-1855 8 , 3 0 0 466,100 2 1 8 , 6 0 0 8 8 6 , 1 1 5 1856-1860 6 , 2 0 0 4 4 7 , 8 0 0 190, 400 9 0 4 , 9 9 0 1861-1865 174,000 4 7 3 , 0 0 0 191,100 1 , 1 0 1 , 1 5 0 1866-1870 30 1,00 0 5 2 0 , 9 0 0 2 2 9 , 8 0 0 1 , 3 3 9 , 0 8 5 Considerando invece delle quantità il valore della produzione media annuale dei metalli preziosi si ha :

PERIODI « B n .2 2 N O =3 A. a a .2 P 1 S? P r o p o r z i o n e P r e z z o d e l l ' o n c i a S t a n d a r d 8-3 A. O A. £L % V O r o A r g e n t o d ' a r g e n t o m i g l i a i a di m a r c h i m i g l i a i a di m a r c h i p e r c e n t o p e r c e n t o p e n c e 1851-1855 5 5 6 , 3 0 8 1 6 0 , 3 8 7 7 7 . 6 2 2 . 4 61 1 / 4 1856-1860 5 6 2 , 8 9 9 1 6 4 , 7 0 9 7 7 . 4 2 2 . 6 61 5 / 8 1861-1865 5 1 6 , 3 2 6 199,308 7 2 . 1 2 7 . 9 61 1/4 1866-1870 5 4 4 , 1 3 9 2 3 9 , 6 9 6 6 9 . 4 3 0 . 6 60 5 / 8 P E R I O D I Oro A r g e n t o P r o p o r z i o n e ( m e d i a ) Oro A r g e n t o m i g l i a i a di m a r c h i m i g l i a i a d i m a r c h i p e r c e n t o p e r c e n t o 1851-1855 666,221 9 1 , 5 1 6 8 7 . 9 12.1 1856-1860 7 1 6 , 4 7 7 184,458 7 9 . 5 2 0 . 5 1861-1865 6 2 6 , 1 5 3 141,486 8 1 . 6 1 8 . 4 1866-1870 5 1 5 , 6 4 0 2 3 4 , 4 3 6 6 8 . 7 3 1 . 3

I limili estremi del saggio dello sconto nelle prin-cipali B a n c h e d ' E u r o p a si trovano indicati nel pro-spetto c h e segue :

Quanto alle coniazioni dei principali Stati d u r a n t e lo stesso periodo si hanno questi dati :

B a n c h e 1851-1855 1856-1860 1861-1865 1866-1870 p e r c e n t o p e r c e n t ) Banca d'Inghilterra 2 6 2 J...9 | Banca di Francia 3 6 3 9 Banca di Prussia 4 5 4 7 J Borsa di Amburgo 1....10 per c e n t o p e r c e n t o 2 9 2 10 3 8 2J... 6 4 7 4.... 9 lf...7 l i . . Non minore importanza p e r conoscere la influenza del m o v i m e n t o monetario sulla economia generale hanno i prezzi. Il d r . Soelbeer ha calcolato il livello g e n e r a l e dei prezzi nel periodo 1 8 5 1 - 7 0 in base ai dati della statistica c o m m e r c i a l e di A m b u r g o e li ha confrontati colla media dei prezzi degli anni 1 8 4 7 - 1 8 5 0 rappresentata da 1 0 0 . A N N I 1847-60 1861 1852 1858 1854 1855 1856 1867 1858 1859 1860 C o n f r o n t o t r a i p r e z z i "© ih •S'È C5 100 100,21 101,69 113 69 1 2 1 , 2 5 1 2 4 , 2 3 123,27 130,11 1 1 3 , 5 2 116.34 120,98 100 8 5 , 4 9 89,51 1 0 8 , 3 3 100 80,91 8 3 , 9 4 112,12 1 5 5 , 2 5 : 1 2 8 , 1 8 1 6 0 , 4 9 1 1 1 4 , 8 5 1 5 0 , 6 2!1 2 1 , 8 2 1 1 5 , 7 4 : 1 2 1 , 2 1 95. 06 1 0 2 . 4 2 1 0 1 , 2 3 : 1 0 2 , 4 2 1 1 8 , 5 2 9 8 , 4 8 A N N I 1847-50 1861 1862 1868 1864 1865 1866 186 7 1868 1869 1870 3 SU

« 2

•e, 3 100 118,10 1 2 2 , 6 5 1 2 5 , 4 9 129,28 122.63 125.86 124,44 121,99 123,38 1 2 2 . 8 7 100 1 2 6 . 5 4 1 1 8 , 8 3 1 0 2 , 4 7 8 5 , 8 0 8 8 , 8 9 1 0 4 , 6 3 1 4 6 , 3 0 1 4 0 , 4 3 107,41 1 0 3 , 3 9 100 93,03 95,15 98,48 111,82 108,79 106,06 102,12 94,55 9 3 , 6 4 99,39

F i n a l m e n t e indichiamo, secondo i dati forniti dalla casa Pixley e Abell, le esportazioni in Oriente e le coniazioni al netto dell'argento nell' India Inglese.

E s p o r t a -z i o n e d e l l ' a r g e n t o Conia-z i o n e d e l l ' a r -g e n t o E s p o r t a -zione dell' a r g e n t o C o n i a z i o n e d e l i ' a r g e n t o 1851 1852 1853 1854 1855 1856 1857 1858 1859 1860 m e d i a 3 7 , 9 7 2 , 0 0 0 s t e r l i n e 1 , 7 1 5 , 1 0 0 2 , 4 4 7 , 4 5 0 1 , 1 1 7 , 9 8 0 3 , 0 9 5 , 4 9 0 6,431 733 1 2 , 1 1 3 991 \ 1 6 , 7 3 1 , 9 1 5 / M E D I A U ' s l ' l l (94.998,000 8 , 4 7 8 , 7 3 9 1 1861 1862 1863 1864 186 5 1866 1867 1868 1869 1870 s t e r l i n e 6 , 8 2 4 , 8 0 7 1 0 , 0 9 1 , 4 6 0 8 , 2 6 3 , 0 1 1 6 , 2 5 4 , 0 0 4 3 , 5 9 8 , 0 5 8 2 , 3 6 5 , 6 2 6 6 4 2 , 4 1 2 1 , 6 3 5 , 6 4 2 2 , 3 6 2 , 9 4 3 1 , 5 7 9 , 4 7 3 r u p i e 5 1 , 9 1 7 , 0 0 0 7 0 . 7 0 4 , 0 0 0 92,515.000 114,797,000 104.859.000 145,071,000 61,189,000 43,133,000 42,070,000 74,736,000

Le esportazioni q u i indicate sono soltanto quelle provenienti da S o u t h a m p t o n . L e cifre delle conia-zioni sono quelle dell'esercizio c h e termina coli'anno indicato o n o n c o m p r e n d o n o la riscossione delle anti-che monete del paese.

Il prezzo medio della rupia c h e era di 2 4 pence 1 | 4 dal 1 8 5 1 al 1 8 6 0 ha variato da 2 3 1 / 1 6 a 2 3 15/16 d u r a n t e il periodo decennale seguente corrisponde abbastanza esattamente col prezzo medio dell'argento, che valeva 6 1 pence 1 / 4 l'oncia standard dal 1851 al 1 8 6 0 e 6 0 pence 7 | 8 dal 1 8 6 1 al 1 8 7 0 .

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L ' E C O N O M I S T A 367 Di fronte ai progressi della produzione dell'oro in

California e in Australia senza aumento corrispon-dente della produzione dell'argento, parecchi econo-misti della Francia e dell'Inghilterra (Michele Gheva-lier, Cohden tra gli altri) opinavano che il ribasso dell'oro fosse imminente e consigliavano ai paesi con tipo aureo di adottare immediatamente l'argento, nel-l'interesse stesso dei debitori. Il rialzo dell'argento sembrava tanto più probabile perchè al momento in cui l'oro diveniva più abbondante, l'argento era assai ricercato per I' India, dove s'iniziava la costruzione delle strade ferrate coi capitali inglesi

Non appena il prezzo dell'argento ebbe sorpassato il tasso di 6 0 pence 7 / 8 l'oncia standard, la rifu-sione e la esportazione delle monete d ' a r g e n t o di buona lega divenne inevitabile nei paesi a doppio tipo dove il valore relativo dei d u e metalli era fis-salo a l : l o 1 / 2 : è ciò c h e si verificò in Francia e negli altri paesi che si servivano del franco-si rifusero allora gli scudi da 5 franchi. E il rialzo del metallo bianco essendosi accentuato si potè tro-vare un beneficio anche a fondere e ad esportare le monete lievemente logorate. Ne risultò una specie di carestia e si cercò di rimediarvi abbassando il titolo della moneta divisionaria.

Una convenzione conclusa il 2 3 dicembre 1 8 6 3 tra la Francia, il Belgio, l'Italia e la Svizzera sta-bili un sistema monetario comune e fissò le basi della Unione latina. Qualche anno prima u n ' altra unione, monetaria era stata formata tra gli Stati del Zollverem tedesco e l'Austria e un trattato era stato firmato a Vienna il 2 4 gennaio 1 8 3 7 . Il Governo Austriaco giudicando l'adozione del tipo aureo d e -siderabile e facile e volendo d'altronde abolire il corso forzato dei suoi biglietti, aveva invitato a una c o n -ferenza monetaria gli Stati dello Zollverein tedesco coi quali aveva concluso dei trattati di commercio e delle convenzioni doganali. Il risultato di questa conferenza fu ben differente da quello che lo face-vano supporre i progetti messi innanzi. Il trattato di Vienna consacrò infatti categoricamente il m a n -tenimento del tipo unico d'argento. Il pezzo da 1 0 grammi d'oro fino, che al dire dei teorici doveva essere la moneta ideale, n o n era più ammesso c h e come moneta del commercio dopo essere stato messo in circolazione senza successo. I negoziati di Vienna avevano anche ispirato a un comitato di c o m m e r cianti l'idea di fare adottare dalla Banca di A m -burgo l'argento in luogo dell'oro per fissare il corso del cambio. Il progetto non ebbe alcun seguito.

Ciò che importava alla Germania era la riforma del suo sistema monetario, così complesso ed irrazionale, e di adottare una moneta uniforme, sia col tipo aureo, sia col doppio tipo. Malgrado i progressi realizzati con la convenzione monetaria del 1 8 3 8 e il trattato di Vienna del 1837, la Germania nel 1 8 6 1 a l l ' i n -c o r i dell'Austria e delle Bankv-cduta di Amburgo non possedeva meno di 8 sistemi monetari differenti.

. Il primo congresso commerciale tedesco c h e si " u n i a Heidelberg nel maggio 1 8 6 1 si preoccupò di questa situazione e chiese la creazione di u n si-stema monetario unico, la cui base doveva essere il terzo di tallero, ossia il marco, con suddivisione de-cimale. Il terzo congresso tenuto nel settembre 1 8 6 3 a f r a n c o f o n e confermò le risoluzioni approvate quat-tro anni prima e reclamò inoltre la coniazione di monete d'oro identiche ai pezzi da 2 0 f r a n c h i ; si avrebbe attribuito ad esse u n corso le cui variazioni

dovevano essere legalmente accertate. Al quarto con-gresso tenuto a Berlino nell'ottobre 1 8 6 8 i delegati dei vari rami del commercio, fatta eccezione dei ne-gozianti di Berlino, si pronunciarono in favore del tipo aureo. Il trattato del 1 8 3 7 non era più u n ostacolo a una riforma generale delle monete in Germania. L ' A u s t r i a si èra separata dalla Unione monetaria e la sua uscita dalla Confederazione ger-manica rendeva più facile la riforma. L e proposte del Congresso furono presentate al Governo nel marzo 1 8 6 9 .

La Dieta federale progettava una sistemazione u n i forme dei biglietti di banca la quale avrebbe d o vuto precedere la riforma delle m o n e t e ; essa o r -dinò una inchiesta sulla questione dello stabilimento di u n nuovo sistema monetario. Questa decisione fu presa nel giugno 1870, la guerra ne ritardò la ese-cuzione. Nei questionari distribuiti dalla Cancelleria della Dieta si notava una certa tendenza alla a d o -zione del doppio tipo; questo era il riflesso delle idee sviluppate alla conferenza monetaria tenuta a Parigi in occasione della Esposizione del 1867. Questa con-ferenza organizzata dal governo francese sulla pro-posta di Esquirou de Parieu doveva completare l' opera della Unione latina proclamando la neces-sità di stabilire un sistema monetario uniforme per tutti i paesi civili. Presero parte alla Conferenza l'Austria, il Granducato di Baden, la Baviera, il Belgio, la Danimarca, la Spagna, gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Brettagna, la Grecia, l'Italia, i Paesi Bassi, il Portogallo, la Prussia, la Russia, la Svezia e la Norvegia, la Svizzera, la Turchia e il W u r t e m b e r g ; furono tenute otto sedute dal 17 giugno al 6 luglio 1867. Nelle conclusioni del suo rapporto il de Parieu credette poter riassumere così le discussioni : abolizione del doppio tipo; deter-minazione del titolo delle monete d ' oro a 9 0 0 mil-lesimi di fino; il pezzo d ' o r o da 3 franchi ( 6 2 0 pezzi per chilogrammo) doveva essere preso come denominatore comune nelle future riforme moneta-rie ; i governi esteri erano invitati a comunicare i loro progetti di riforme al governo francese affinchè questo potesse convocare una nuova conferenza.

La conferenza del 1 8 6 7 provocò a Londra la nomina d ' u n a Commissione reale ( 1 8 febbraio 1868) « per considerare e riferire sulle discussioni e d e -cisioni della detta conferenza monetaria internazio-nale. » Essa riconobbe i grandi vantaggi c h e presen-terebbe l'adozione di un sistema unico di monete come pure di pesi e m i s u r e ; ma giudicò cotesta ri-forma quasi impraticabile di fronte agli interessi opposti dei vari Stati.

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dallo Stato, m a da u n istituto di credito centrale e unico. L a fissazione legale di u n maximum p e r il saggio dello sconto n o n era a m m e s s a .

{Continua)

Rivista (Economica

La clausola dei vini nei trattato coli'Austria — La condizione economica e finanziaria degli Stati Uniti d'America — ii Canate di Suez nel 1891.

La clausola dei vini nel trattato coli'Austria.

— La C a m e r a ha discusso a lungo nelle ultime se-dute la ormai famosa clausola inserita nel trattato austro-italiano intorno ai vini. È noto c h e in virtù di quella clausola i d u e governi si sono riservati di r i d u r r e il dazio sui vini, I' Italia lo dovrebbe r i -d u r r e -da L . 2 0 a L . 5 , 7 7 l'ettolitro e l'Austria -da 5 0 a 8 lire al quintale. A noi pare che la q u e -stione a v r e b b e dovuto essere risoluta nello stesso trattato, nel senso favorevole allo sviluppo del t r a f -fico italo-austriaco, ossia r i d u c e n d o i d u e dazi di L . 2 0 e di L . 5 0 a u n a m i s u r a comportabile. Si sarebbe evitata u n a lunga discussione, c h e ha sol-tanto m e s s o in luce l ' a n t a g o n i s m o degli interessi tra i produttori di vino, p e r c h è alcuni temono la concorrenza dei vini spagnuoli e altri sperano di poter esportare in Austria u n poco del vino oggi e s u b e r a n t e rispetto al consumo.

Ad ogni modo è indubitato c h e la questione è stata e n o r m e m e n t e gonfiata e I' on. Ellena nel s u o discorso ha lasciato intendere abbastanza c h i a r a mente c h e n o n è il caso di farsi illusione sulle c o n -seguenze probabili della riduzione del dazio sul vino. Noi senza indugiarci p i ù a lungo s u questo tema, ripeteremo quello c h e abbiamo scritto altra volta, che cioè questa come ogni altra riduzione di dazi non può trovare alcuna opposizione da parte nostra. È interesse della produzione e del c o n s u m o c h e le b a r r i e r e doganali siano abbassate e noi faremo s e m -pre b u o n viso alle r i f o r m e , c h e si propongono questo scopo.

La condizione economica e finanziaria degli Stati Uniti d'America. — Il censimento compiuto

nel 1 8 9 0 e di c u i si v a n n o quasi giornalmente p u b -blicando i resultati n e i Census Bulletins darà presto il modo di presentare u n q u a d r o completo della si-tuazione economica della g r a n d e Confederazione ame-ricana e del suo sviluppo nel decennio 1 8 8 0 - 1 8 9 0 . Ma intanto si possono dare varie notizie i n t e r e s santi, c h e servono a presentare alcuni lati della m u l -tiforme vita economica di quel paese, c h e pare ed è p e r tanti aspetti u n i c o al m o n d o .

La nota p i ù marcata della prosperità degli Stati Uniti è data dal m o v i m e n t o c o m m e r c i a l e . M e n t r e i n E u r o p a il m o v i m e n t o degli scambi nell' ultimo q u i n -quennio ha subito lievi variazioni, tenendo conto degli a u m e n t i avvenuti i n taluni Stati e delle d e -pressioni di taluni altri, specie in Italia, negli Stati Uniti il m o v i m e n t o è in continuo progresso. E c c o le cifre : 188 6 dollari 1,314,960,966 188 7 » 1,408,502,979 188 8 » 1,419,311,621 188 9 » 1,487,533,027 189 0 » 1,647,139,093 189 1 » 1,729,397,006 In soli c i n q u e a n n i vi è stato u n a u m e n t o di più di 4 0 0 milioni di dollari, ossia più di 2 mi-liardi dì nostre lire.

E ciò m a l g r a d o I' e n o r m e riduzione nei prezzi av-venuta nel q u i n q u e n n i o p e r quasi tutti i generi che f o r m a n o oggetto degli scambi internazionali. S e si fossero m a n t e n u t i i prezzi di dieci anni fa la bilan-cia c o m m e r c i a l e degli Stati Uniti si avvicinerebbe ai 1 0 miliardi di lire. E quello c h e più monta è che all' a u m e n t o delle importazioni fa riscontro quasi s e m p r e u n maggiore a u m e n t o delle esportazioni ; tant' è c h e a n c h e nell' anno scorso, le ultime ebbero una eccedenza sulle prime di dollari 3 9 , 5 6 4 , 6 1 4 , pari a 2 0 0 milioni di lire.

Un altro punto. Malgrado il bill M a c - K i n l e y , il quale p e r a u m e n t a r e là protezione ha n a t u r a l m e n t e ridotto di molto le entrate doganali, il bilancio pre-senta s e m p r e u n notevole avanzo :

Entrate 1891 dollari 458,544,233 Spese 1891 » 421,204,470

Avanzo dollari 37,239, 763 Alle entrate hanno contribuito le dogane con 2 1 9 m i l i o n i ; le tasse interne c o n 4 4 6 milioni, cifra assai mite, se si distribuisce sulla e n o r m e produzione e sul c o n s u m o p e r 7 0 milioni d'abitanti e c o n 4 m i -lioni di vendite di terreni.

F r a le s p e s e : l ' i n t e r e s s e del Debito pubblico è ridotto a 3 7 milioni di dollari — poco più di un q u a r t o degli interessi c h e paga l'Italia — il costo dell'amministrazione politica, civile e finanziaria dello Stato, c h e supera di poco i 1 0 0 milioni di dollari, per u n a popolazione che supera il doppio dello nostra. N o n si p u ò fare u n confronto colf Italia perchè in America prevale il sistema dei pochi impiegali, l a r g a m e n t e pagati. U n usciere ha circa 4 0 0 0 lire all' a n n o .

Si dice Che la vita è molto più costosa della no-stra, m a anche questo non è del tutto esatto.

Per ehi vive in casa propria, le spese sono le stesse c h e in Italia, anzi p e r certi articoli indispen-sabili come pane, carne, caffè, zucchero e petrolio la spesa è assai minore. Soltanto l'alloggio e il v e -stiario costano di p i ù , m a n o n nelle grandi città e specialmente a R o m a , dove la vita di famiglia eosta c o m e a Chicago, Boston e N e w - Y o r k .

Altra prova della prosperità degli Stati Uniti Pah b i a m o nella circolazione monetaria.

Al 3 1 d i c e m b r e scorso e r a n o in circolazione 1 , 5 7 7 , 2 6 2 dollari, ossia dollari 2 4 , 3 8 in media per a b i t a n t e .

A g g i u n g e n d o alla circolazione le s o m m e esistenti nelle^Casse del Tesoro, risulta u n totale di 1 1 mi-liardi e mezzo di lire.

L ' oro e 1' a r g e n t o in m o n e t e e v e r g h e ascende a 6 miliardi e 1 8 0 milioni di lire. Dopo la Francia l'America del N o r d è lo Stato del m o n d o , c h e possiede maggior quantità di moneta in o r o e in a r -gento.

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L' E C O N O M I S T A 369 che i possessori del consolidato americano, nonostante

un forte premio sul capitale nominale si disfanno a malincuore del più solido dei titoli pubblici, ha avvertito c h e o si presentano i titoli di rimborso o l'interesse sarà ridotto al 2 p e r cento.

Ebbene p e r oltre 1 3 0 milioni i portatori hanno preferito il 2 p e r cento al rimborso del capitale con premio.

Data questa situazione n o n p u ò m e r a v i g l i a r e s e l ' i m m i g r a z i o n e dei paesi dell'Europa, travagliati da crisi o ristagno di lavori, a u m e n t a in guisa' da s e -gnare, specie p e r I' Italia, il più grande esodo di braccia c h e la storia ricordi in questi ultimi anni. Infatti nel 1 8 9 1 la statistica degli emigrati d a l -l' Europa p e r gli Slati Uniti d'America segna le se-guenti c i f r e : Inghilterra Germania Italia Russia Svezia 63, 973 79, 250 65,431 49,624 32,494 Austria Ungheria Polonia Svizzera 27,701 25,201 27,907 6, 308 Notiamo di passaggio c h e altri 6 0 mila italiani, se non più, emigrarono p e r l'America del S u d .

Grazie a questo continuo innesto di n u o v e e gio-vani forze produttive in u n suolo già così ricco di risorse economiche, alla nessuna spesa pei bilanci militari, la g r a n d e federazione ha ridotto ormai il suo debito pubblico da 1 4 miliardi a m e n o di I m i -liardo chiude ogni anno i bilanci in avanzo, r i d u c e le tasse interne, tantoché si trova di f r o n t e ad u n problema c h e si può definire « l ' i m b a r a z z o delle ricchezza. »

Infatti pel bilancio in corso si prevede u n ' eccedenza di 1 2 1 milioni, c h e sarà superata p e r l ' a b bondanza dell' ultimo raccolto, tantoché le e s p o r t a -zioni del 1 ° trimestre di quest' anno s u p e r a n o di già le importazioni di 7 5 0 milioni di lire !

Ecco q u a ! è la condizione d e l l ' A m e r i c a del N o r d , mentre quella del S u d è dilaniata dalle crisi e dalle lotte intestine.

Il Canale di Suez nel 1891. — Il delegato c o m

-merciale della Compagnia di navigazione generale italiana in Zuez, sig. G . B. Beccar'i, ha compilato un'analisi statistica allo scopo di d e t e r m i n a r e la entità effettiva del movimento di navigazione c o m -merciale p e r la via del Canale di Suez.

Tralasciando il dettaglio delle cifre e p r e n d e n d o ad esame i soli totali si ha nel n u m e r o complessivo delle navi che attraversarono il Canale nel 1 8 9 1 una eccedenza sul 1 8 9 0 di 8 1 2 navi con 1 , 5 3 4 , 5 3 9 tonn. di stazza.

Di questa eccedenza 5 9 3 navi p e r tonn. 1 , 1 1 2 , 9 2 8 erano battelli c o m m e r c i a l i ; 9 3 p e r tonn. 1 9 1 , 7 9 7 battelli postali, e 1 2 1 p e r tonn. 2 2 0 , 3 3 6 id. in z a -vorra.

L'aumento c h e presentano i postali è dovuto a l 1 esercizio di q u a t t r o nuove linee, e eioè A m b u r g o -Batavia del « Deutsche Rhederei ; » L o n d r a - Z a n z i b a r del « Deutsche O s t - A f r i k a ; » L i s b o n a - M o z a m b i c o de a « Mala R e a l ; » e Napoli-Massaua (duplicata) della « N. G. I. »

-. Rimarchevole fu il contingente delle navi passate in zavorra nel 1 8 9 1 ; talché se si considera q u a n t o oneroso riesca il passaggio in Canale, sebbene ri-dotto a L, 7 la* tonn. p e r questa categoria, la cosa non può a m e n o di s e m b r a r e strana e si p u ò spiegare soltanto con la cresciuta produzione dei c e

-reali delle fertili colonie indiane, e dall' altra con la necessità d ' i m p o r t a r e c o n sollecitudine questi u l -timi in E u r o p a , dove, specialmente in Russia, si ebbe u n a inquietante crisi granaria.

Circa le provenienze del traffico compiuto dalla navigazione postale e commerciale, come negli anni precedenti, primeggiano dal lato di Oriente, i d u e empori indiani di B o m b a y e Calcutta i quali, uniti insieme assorbono il 1 0 . 2 1 p e r cento sul tonnellag-gio totale.

Dal lato di Europa si distinguono, sopra di ogni a l t r o ; Londra, Liverpool e CardifI che rappresen-tano il 5 6 . 9 2 per cento dal totale. È però a notarsi che, mentre questi t r e porti a v e v a n o toccato nel 1 8 9 0 il 5 9 . 1 5 , hanno subito nel 1 8 9 2 un regresso del 2 . 2 5 , m e n t r e i d u e porti indiani soprannominati hanno progredito dell' 1.88 p e r cento.

Passando alla destinazione del traffico, il p i ù rilevante si manifesta in f a v o r e di Londra e di L i -verpool, nella misura proporzionale e collettiva del 3 9 . 2 3 p e r cento, d i m i n u e n d o però, in rapporto a l -l'anno precedente, del 4 . 8 9 , avendo toccato nel 1 8 9 0 il 4 4 . 1 2 ; verso l'Oriente è ognora a B o m b a y e Cal-cutta c h e è riservata la palma, segnando nell' in-sieme il 5 7 . 0 8 p e r cento.

Il m o v i m e n t o del traffico classificato p e r le diverse regioni dà p e r riguardo all'Europa c h e l ' I n g h i l t e r r a assorbe la e n o r m e proporzionale del 7 1 . 8 9 p e r cento delle provenienze e del 4 9 . 3 8 p e r cento delle de-stinazioni. Quanto all' Oriente, è l'India c h e ha la preponderanza in ragione del 6 4 . 1 0 p e r cento sulle provenienze e del 5 8 . 4 7 sulle destinazioni.

Cosicché p u ò dirsi c h e pei tre q u a r t i il m o v i -mento dei traffici del Canale è a totale ed esclusivo beneficio della Gran Bretagna.

Quanto alle provenienze dei principali articoli scambiati fra l ' O c c i d e n t e e 1' Oriente e viceversa, i carboni al pari degli anni decorsi, d e r i v a n o nella massima parte da Cardili ed in minore quantità da S n n d e r l a n d , Blyth ; Shields, B a r r y , T y n e , P e n a r t h , N e w p o r t e Newcastle ; il petrolio da Batoum e qualche poco da N e w Y o r k e F i l a d e l f i a ; il ferro e m a -teriali ferroviari da Middlesborough e da B a r r o w ; il riso da Rangoon, A k y a b , Moulmein, Bassein, Bangkok, Hiogo e S a i g o n ; la lana dai porti d ' A u stralia ; il g r a n o da K u r r a c h e e , B o m b a y ed in q u a n tità m i n o r e da Calcutta.; il cotone da B o m b a y , K u r -r a c h e e , Cochin e M a d -r a s ; l ' i n d a c o , i semi oleosi e la j u t a da Calcutta, Madras e P o n d i c h e r y ; lo z u c -c h e r o da Batavia, Soerabaia, S a m a r a n g , Manilla e M a u r i c e ; la canapa da Manilla e C e b ù .

Circa alle destinazioni, i carboni restano disseminati p e r tutti gli scali di Oriente : il g r a n o è s p e -cialmente attratto dal porto di Hull e d a quelli di A n v e r s a , D u n k e r q u e , Marsiglia ; il riso, da B r e m a ed in quantità minori, m a s e m p r e molto considere-voli, da Liverpool, A m b u r g o , Marsiglia, Z a a d a m e F i u m e ; la lana da Lond'ra e L i v e r p o o l ; i semi oleosi da Marsiglia ed Anversa ; la juta presso c h e tutta da D u n d e e ; il cotone da L o n d r a , Anversa, Liverpool e q u a l c h e poco da G e n o v a , F i u m e e T r i e -ste ; lo zucchero da L o n d r a , Anversa, Liverpool e Marsiglia ; la canapa da L o n d r a .

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il canale f u di 1 8 9 , 7 5 1 , di cui 1 0 5 , 8 2 3 borghesi, 7 1 , 0 0 2 militari e 1 2 , 9 2 6 pellegrini m u s s u l m a n i . Quanto alle rispettive nazionalità si ripartivano cosi : 3 8 , 0 1 3 inglesi, 1 7 , 0 5 8 francesi, 6 0 9 3 italiani, 9 7 6 2 tnrehi, 4 0 olandesi e 3 6 portoghesi.

IL MONTE DEI PASCHI DI SIENA NEL 1891

È stata pubblicata la relazione del Consiglio di amministrazione del Monte dei Paschi sulla gestione del 1 8 9 1 , e da essa togliamo alcuni ragguagli c h e valgono a mostrare l'andamento degli affari dell'Isti-tuto d u r a n t e l'anno scorso.

I capitali c h e il pubblico aveva affidati al Monte dei Paschi alla line del 1 8 9 1 , p r e n d e n d o b e n inteso i titoli più rilevanti, erano i seguenti :

Depositi fruttiferi L. 57, 149, 744. 71 Detti infruttiferi » 1,504,540.43

Conti correnti a vista 735,076.08 Cartelle fondiarie in circolazione. . » 22,461,500.00

Buoni agrarii in circolazione » 1,299,840.00 Sono complessivamente oltre ad 8 3 milioni, senza tener conto di altre s o m m e , c h e h a n n o p u r e la loro entità.

V e d i a m o ora, s e m p r e tenendo conto dei titoli più importanti, in qual modo erano impiegati i capitali affidati all'Istituto :

Imprestiti ipot. a privati L. 63, 372, 591. 27 Imprestiti a corpi morali » 4, 780, 895. 76 Effetti pubblici » 9,959,417. 98 Buoni del Tesoro » 3,100,000 00 Effetti in portafogli » 4, 646, 307. 72 Beni immobili » 1,190,428.14 Cassa contanti » 2,757,351.09 Sono quasi 9 0 milioni, senza contare varii altri titoli di m i n o r e entità investiti in modo cauto e si-c u r o e p e r posi-co m e n o di u n a quarta parte di sol-lecita e facile realizzazione.

A p r o v a r e poi c o m e il vecchio Istituto di credito goda la fiducia del pubblico, giova notare c o m e a b -bia in deposito di custodia valori p e r poco m e n o di 1 0 milioni.

E e c o adesso quali utili f u r o n o consegniti nel pas-sato esercizio : Sezione Centrale. L. 478,757. 62 Credito Fondiario » 49,441.07 Credito Agricolo » 29,792.70 Cassa di Risparmio » 26,623. 94 L. 584,615.33 Detraendo il disavanzo del

Monte Pio » 14,819. 38 Restano L. 569, 795. 95 11 fondo di riserva, o patrimonio dell'Istituto, alla fine del 1 8 9 1 ascendeva a L . 6 , 9 6 3 , 3 0 3 . 9 0 alla qual s o m m a , a g g i u n g e n d o gli utili della gestione si ha u n complesso ' d i L . 7 , 5 3 3 , 0 9 9 . 8 5 , m e n o la s o m m a c h e sarà destinata a d o p e r e di beneficenza e d utilità

pubblica.

Il fondo di riserva e r a così diviso tra le v a r i e sezioni :

Monte dei Paschi L. 5,942,478.17 Credito Fondiario » 159,632. 90 Credito Agricolo » 310,689. 40 Cassa di Risparmio » 495, 797. 02 Monte Pio » 54,706.41

L. 6,963,303. 90

Dall'insieme delle cifre riportate si rileva c o m e il Monte dei Paschi senza slanci compromettenti, s a p -pia fare lenti m a costanti progressi, e abbia saputo conservarsi quella fiducia c h e è il fondamento n e -cessario all'incremento di simili istituzioni.

LA « POPOLARE »

Associazione di mutua assicurazione salta vita Idi'Uomo in Milano

C o m e si sa, questa Società è stata fondata sotto il patronato degli Istituti di credito popolare e di risparmio, e si 'trova nel s u o terz'anno di vita, ma l'esercizio di cui ci o c c u p i a m o è il secondo, quello cioè del 1 8 9 1 .

Prima di passare in rassegna le cifre più impor-tanti della gestione, p r e m e t t e r e m o c h e m e n t r e il 1 8 8 9 - 9 0 aveva lasciato u n a perdita di L. 6 , 8 6 6 . 4 0 , il secondo esercizio presenta u n miglioramento di L. 9 , 0 7 8 . 4 1 avendo lasciato u n avanzo di L . 2 , 2 1 2 . 0 1 col quale la perdita precedente v e n n e ridotta a L . 4 , 6 5 4 . 3 9 .

E c c o adesso il m o v i m e n t o del 1 8 9 1 .

Al 3 1 d i c e m b r e 1 8 9 0 e r a n o rimaste in sospeso 6 7 proposte p e r l'importo di L . 2 4 5 , 9 3 8 . 9 9 : nel corso del 1 8 9 1 ne furono presentate 6 2 4 p e r L i -re 2 , 6 8 7 , 1 1 8 . 5 1 di capitale, e L. 2 , 6 0 3 . 3 2 di - reu-dita, c h e d a r e b b e r o in tutto N. 6 9 1 proposte per L . 2 , 9 3 3 , 0 5 7 . 5 0 di capitale e L. 2 , 6 0 5 . 3 2 di ren-dita ; m a , dedotte quelle abbandonate o modificate dal proponente, e 2 6 per L. 1 8 9 , 6 0 0 modificate dalia

Popolare, si riducono a N. 6 1 0 p e r L. 2 , 4 6 1 , 0 4 5 . 3 8

di capitale e L . 2 , 6 0 5 . 3 2 di rendite. Di queste fu-rono rifiutate 5 4 p e r L . 2 7 1 , 4 3 6 . 4 0 e accettate o l i per L . 2 , 0 2 4 , 3 2 5 . 3 2 di capitale e L. 2 , 6 0 5 . 3 2 di rendita.

L e proposte accettate (polizze e m e s s e ) si distin-g u o n o in 4 5 0 p e r L . 1 , 8 9 9 , 3 8 1 . 4 2 di capitale e L. 1 2 0 0 di rendita in caso di morte, e 6 1 p e r L i -re 1 2 4 , 9 4 3 . 9 0 di capitale e L . 1 4 0 5 . 3 2 di -rendita in caso di vita.

Il n u m e r o delle polizze in caso di vita f u I' 11 per cento del n u m e r o totale delle polizze emesse m e n t r e nel 1 8 8 9 - 9 0 era stato il 3 4 p e r cento, e di questa differenza la relazione h e trova la giustifica-zione nel fatto c h e nell'inizio delle operazioni si con-clusero molte polizze di Sicurtà di capitalizzazione per incominciare a raccogliere soci senza rischio, m e n t r e passato questo bisogno, furono soppresse le provvigioni di acquisto p e r questa tariffa, conser-v a n d o ' s o l o u n a proconser-vconser-visione d'incasso.

Le proposte rifiutate di fronte a quelle accettate in caso di morie stanno c o m e 1 2 a 1 0 0 p e r n u -m e r o e co-me 1 4 a 1 0 0 p e r capitale.

L e ptlizze annullate f u r o n o 1 1 7 p e r L . 4 9 0 , 5 8 8 . 5 6 e quelle abbandonate 4 4 p e r L . 2 4 9 , 2 2 0 . 6 6 .

P e r sinistri cessarono 4 polizze in caso di morie per L . 1 3 , 8 0 0 e 6 in caso di vita p e r L . 4,729.02 di capitale e L . 6 9 6 . 7 6 di rendita.

Gli indennizzi fiquida-ti nel corso deli' esercizio ascesero a E- 1 4 , 3 1 8 . 8 0 Al 3 1 die. e r a n o in corso di liquidazione » 1 , 0 6 8 . 9 8

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5 giugno 1892 L ' E C O N O M I S T A 371 Al 3 1 d i c e m b r e 1 8 9 1 avevasi pertanto in vigore

1 1 9 6 polizze p e r L . 4 , 1 2 5 , 6 3 2 . 4 5 di capitale e Li-re 4 , 7 7 6 di Li-rendite con u n a media di L . 3 , 4 9 6 . 2 9 di capitale, e L. 2 9 8 . 5 6 di rendita p e r polizze, men-tre al 3 1 d i c e m b r e 1 8 9 0 si avevano respettivamente le medie di L. 3 , 2 7 6 , 7 3 , e di L . 3 1 5 . 3 1 .

L ' a u m e n t o netto delle polizze in corso dal 3 1 di-cembre 1891 fu di 3 9 4 polizze e L . 1 , 5 3 3 , 7 3 6 . 7 6 di capitale.

La relazione confronta lo sviluppo della Popolare con quello dell'inglese Cooperative Insurance

Com-panij di Manchester, la quale ha p e r azionisti 2 9 3

Società cooperative ed avendo incominciato nell'ago-sto 1 8 8 6 le assicurazioni sulla vita, nel 1 8 9 0 sti-pulò 7 2 nuove polizze p e r Lire ster. 6 , 8 2 5 e al 51 dicembre 1 8 9 0 aveva in corso 3 2 7 polizze p e r st. 29,400.

La situazione patrimoniale della Società al 3 1 di-cembre 1 8 9 1 e r a la s e g u e n t e :

Rendita italiana L . 1 0 2 , 1 5 3 . 3 0 Altri titoli secondo la distinta allegala » 4 7 , 7 9 0 . 9 5 In deposito presso la Banca popolare

di Milano » 8 , 9 8 6 . 1 8 In Cassa » 1 7 7 1 9 Rate e interessi » 1 , 7 2 8 . 2 8

Totale . . . L. 1 6 0 , 8 5 5 . 9 0

IL COMMERCIO DELL'ITALIA CON LA GRAN BRETTAGNA

Il Console generale italiano a Liverpool ha inviato al nostro G o v e r n o un rapporto sulla relazione c o m -merciale fra l'Italia e la Gran Brettagna, del quale attesa la sua importanza, ne r i a s s u m i a m o i punti p i ù importanti.

La relazione c o m p r e n d e il q u i n q u e n n i o 1 8 8 6 - 9 0 , non essendosi potuta estendere al 1891, giacché n o n erano state ancora pubblicate le statistiche sulla de siinazione e provenienza dei vari Stati.

Il c o m m e r c i o fra l'Italia e la Gran Brettagna nel-l'ultimo q u i n q u e n n i o fu il seguente : Importazioni E s p o r t a z i o n i dalla G r a n B r e t a g n a d a l l ' I t a l i a in I t a l i a nella G r a n B r e t a g n a 1886 .. . L. ster. 6,980,637 L. ital. '2,773,573 188 7 a » 8,614,284 » a 3,072,704 188 8 » » 6,616,248 a a 3,418,371 188 9 a a 8,063,854 a a 3,230,131 189 0 a a 8,523,209 a , 3,093,918

La somma delle merci inglesi in Italia nel 1 8 9 0 si compone di prodotti propri della G r a n Brettagna in L . steri. 7 , 7 5 7 , 8 6 2 e di prodotti coloniali o altri di

riesportazione in » » 7 6 5 , 3 4 7 che fa il totale suddetto di . L. steri. 8 , 5 2 3 , 2 0 9

Dando u n o sguardo al q u a d r o dei nostri scambi col Regno Unito si scorge, c h e il massimo delle i m -portazioni italiane in Inghilterra nel 1 8 8 8 corrisponde al minimo di quelle inglesi in Italia. L a relazione non ha potuto p e r mancanza di documenti v e d e r n e il motivo, c h e sarebbe interessante investigare, tanto più che secondo le statistiche del G o v e r n o italiano, l'importazione estera generale in Italia f u inferiore di 2 4 9 milioni circa al precedente anno 1 8 8 7 e di

1 9 9 al 1 8 8 9 ; e l ' e s p o r t a z i o n e italiana fu m i n o r e di 1 4 2 milioni al 1 8 8 7 e di 3 8 al 1 8 8 9 . N o n si può aire a d u n q u e c h e il 1 8 8 8 sia stata u n ' annata più prospera nel c o m p r a r e e vendere, o in altri t e r -mini c h e il lavoro nazionale sia staio più attivo.

Un altro fatto da osservarsi è che l'Italia d u r a n t e il q u i n q u e n n i o fu in continuo debito per s o m m e considerevoli negli scambi colla Gran Brettagna, il quale debito convertendo le steri, in lire italiane f u il s e g u e n t e : Nel 1886 L. ital 1 0 5 , 1 7 7 , 6 1 0 » 1887 a a 1 2 3 , 5 3 9 , 5 0 0 a 1888 a a 7 9 , 9 4 6 , 9 1 5 » 1889 » a 1 2 0 , 8 7 3 , 0 7 5 » 1890 a a 1 3 5 , 7 3 2 , 3 7 5 E s a m i n a n d o le importazioni e le esportazioni g e -nerali dell' Italia d u r a n t e il medesimo q u i n q u e n n i o con la scorta delle statistiche italiane si trova, c h e l'eccedenza delle prime sulle seconde risulta essere in lire italiane in cifra tonda :

N e l 1886 d i L . 4 0 0 , 0 0 0 , 0 0 0 a 1887 a » 5 0 0 , 0 0 0 . 0 0 0

» 1888 a a 2 0 . ) , 0 iO, 0 0 0 a 1889 a » 3 9 0 , 0 0 0 , 0 0 0 a 1890 a a 4 0 0 , 0 0 0 , 0 0 0

E s a m i n a n d o le stesse in relazione al nostro c o m mercio con la Gran Brettagna si trova, che l ' e c c e -denza delle importazioni inglesi in Italia è in media oltre il q u a r t o dello sbilancio effettivo, giacché l'Italia a differenza di altri Stati n o n può consolarsi di al-tre sorgenti attive solide n o n registrate nelle stati-stiche doganali, quali sono i grossi crediti p e r prestiti ed intraprese all'estero, il m o v i m e n t o d'una g r a n d e marineria, le colonie e il iavoro nazionale esuberante.

La relazione nota in proposito c h e occorre pron-tamente rimediare a questa sfavorevole situazione, appigliandoci principalmente a quel mezzo spic-cio c h e il nostro paese ci somministra. Essendo l'Inghilterra, esso dice, il g r a n d e e libero m e r c a t o di materie prime c h e T Italia produce, e potrebbe m a g g i o r m e n t e produrre, è a quel mercato c h e si deve tendere a preferenza, tanto più c h e là n o n vi sono ostacoli ili d o g a n e , non abbisognano trattati, nè tariffe massime o minime, n è compensazioni o sacrifizi p e r favori di tasse. A u m e n t a n d o le nostre esportazioni dei prodotti agricoli non solamente si r a g g i u n g e lo scopo di eguagliare almeno le nostre partite, ma si acquista anche credilo in u n paese, ove i capitali abbondano a dismisura ; credito, c h e , come dicono gli inglesi, non si dà a chi compra di più, di quanto vende. In questo mercato o v e c o n -corrono tutte le nazioni del mondo, l'Italia viene f r a le ultime ; ed è dovere, p e r quanto sia increscioso, di avvertire c h e il suo concorso è m i n i m o .

Infatti stando alle cifre p e r l'anno 1 8 9 0 , e con-vertendo le lire sterline nelle corrispondenti italiane per risparmio di calcolo a chi legge, si ha c h e l ' i m -portazione totale nel Regno Unito f u di lire italiane 1 0 , 5 3 2 , 2 9 8 , 9 2 5 e l'esportazione di 8 , 1 0 6 , 3 0 2 , 9 5 0 .

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