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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.19 (1892) n.947, 26 giugno

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L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, .FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XIX - Voi. XXIII

Domenica 26 Giugno 1892

N. 947

MACINATO E TRASFORMAZIONE DEI TRIBUTI

La recente discussione avvenuta in Senato s u l -l'esercizio provvisorio del bilancio Ina dato argo-mento ad alcune dichiarazioni che, stante la cura eolla quale oggi i più cercano di inviluppare o na-scondere il loro pensiero, vanno per la loro fran-chezza alquanto esaminate.

Due senatori, gli on. C a m b r a y Digny e Boecardo, hanno proposto che venga ristabilito il m a c i n a t o , d i -minuendo il dazio sui grani provenienti dall' estero. Neil' ultimo n u m e r o abbiamo cercato di rettificare il calcolo che, a proposito della sostituzione del ma-cinato al dazio di confine sui cereali, aveva fatto nella Nuova Antologia il senatore C a m b r a y Digny. Oggi, portata la proposta al ramo vitalizio del P a r -lamento, ci sentiamo in dovere di esprimere francamente il nostro avviso, non solamente sulla i m -posta di macinato, ma s u qualunque altra tassa od imposta, tra quelle così dette a larga base, che v e -nisse proposta II nostro bilancio ha raggiunti i 1600 milioni d'entrata, di c u i 1 5 0 0 circa sono ef-fettive gravezze, c h e colpiscono il contribuente ita-liano. Ora noi crediamo, c o m e in tante occasioni abbiamo detto, c h e quella cifra sia v e r a m e n t e s u -periore alla potenzialità normale del paese. E di-ciamo a bella posta potenzialità normale, poiché s e nei casi estremi e gravi è giuocoforza adattarsi alle circostanze ed accettare a n c h e i più strani e più gravBsi provvedimenti finanziari, oggi, data la politica estera abbastanza calma e date le condi-zioni economiche del paese, è da respingersi q u a lunque rimaneggiamento di tributi, c h e tenda in qualunque modo a far pagare di più. D a questo lato quindi respingiamo a priori u n p r o g r a m m a tendente a far pagare al contribuente più di quanto è iscritto oggi in bilancio e c h e rasenta nel c o m -plesso il miliardo e mezzo.

Me; o c h e m a i poi consiglieremo il G o v e r n o a t -tuale o qualunque altro ministero a ripresentare la imposta di macinato. Già osterebbe contro essa una grossa questione politica c h e , a nostro avviso, s a -rebbe molto dilficile v i n c e r e , ma se a n c h e è vero che un partito politico deve appunto affrontare la intpopo larità, quando creda trattarsi del supremo vantaggio del paese, non deve però sconoscere c h e la opposizione, la quale nel combattere il macinato ha s a -puto largamente usufruire di alcune buone ragioni che la sorreggevano, a mille doppi saprebbe e p o -trebbe di quelle buone ragioni valersi quando si trattasse di reimporre la tassa.

Chi ricorda tutti i dolorosi episodi della lotta per la abolizione del macinato n o n può aver dimenti-cato c h e la popolazione agricola dell' Alta Italia soffriva di quel balzello in u n a proporzione molto maggiore, straordinariamente maggiore di quello che allo Stato non giovasse. I contadini dell'Alta Italia portando al mulino il loro sacco di grano, e m a n -canti c o m e sono quasi tutto l ' a n n o di moneta, do-vevano pagare la imposta c o n una certa quantità di grano, c h e lasciavano al mugnaio. E r a cioè il m u -gnaio c h e diventava effettivamente I' esattore e , c i ò che è peggio, non potendosi far pagare in moneta, cal-colava la tassa c o n u n a misura di grano variabile secondo il prezzo c h e in quel dato momento attri-buiva al cereale. Quali abusi derivassero da questo sistema, d ' a l t r o n d e inevitabile, è pur noto, e furono specialmente tali abusi ed inconvenienti c h e mos-sero quella agitazione c h e condusse alla abolizione della imposta.

Il domandare oggi il ripristino di quella entrata per i bisogni del bilancio, è dimenticare la gravità degli abusi, c h e vennero denunciati.

Noi quindi dobbiamo opporci alla proposta di r i -mettere il macinato p e r t r e motivi p r i n c i p a l m e n t e :

1.° perchè crediamo c h e il paese paghi già troppo e quindi sia sotto tutti gli aspetti dannoso l'esigere nuove imposte od a u m e n t a r e le esistenti ;

2.° perchè la natura della imposta fa sì c h e essa diventi soverchiamente dannosa ad u n a classe e precisamente a quella agricola, c h e non può p a -garla nella misura fissata dalla legge ;

3 . " perchè al punto in c u i siamo, pa.'e a n o i , che sia tempo di inaugurare una politica finanziaria, la quale tenda a diminuire e non ad a c c r e s c e r e le imposte a larga base.

Quest'ultimo punto ci d à occasione di rilevare .una frase della Perseveranza, della quale non c o m

-prendiamo bene il significato, m a c h e a nostro credere, mostra tutta la tendenza finanziaria di un p a r -tito, e può permettere una distinzione fondamentale nei p r o g r a m m i finanziari.

Parlando del discorso pronunciato in S e n a t o dal-l'ori. Giolitti, la Perseveranza s c r i v e :

« E d è poi stata imprudente l'altra asserzione c h e « il concetto s u o nell' imporre nuove tasse fosse « quello di gravare le classi più ricche per

favo-li. rire le più povere; concetto erroneo e pernicioso,

« s e veramente I' ha espresso, c o m e dicono i g i o r -« nali. » N o n cerchiamo se l'on. Giolitti abbia o m e n o espresso quel concetto e in quella forma che la

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410 L' E O O N O M I S T A 26 giugno 1892 pare a noi c h e nel breve c o m m e n t o del giornale di

Milano, sia espresso tutto il concetto finanziario d e l mondo ormai vecchio contro quello nuovo.

Noi c r e d i a m o che sarebbe desiderabile un G o v e r n o , il quale avesse per obbiettivo finanziario quello di mo-dificare le tasse in modo c h e gravassero le classi ricche, sollevando quelle povere.

La Perseveranza, e non è a meravigliarsene, non si accorge di lutto u n movimento economico che va soverchiando malgrado la resistenza degli uni e le concessioni degli altri. L e classi povere o m e n o a b -bienti vauno a poco a poco, p e r la istruzione c h e ricevono, p e r le discussioni a c u i sono a m m e s s e , per la parte c h e è loro data nel governo dalla s o -cietà, sostituendo agli ideali c h e la religione, la obbedienza, la rassegnazione avevano loro ispirati, quello e c o n o m i c o . Stare economicamente il meglio

possibile, e c c o l'ideale c h e più o meno

inconscia-mente si affaccia alle classi meno abbienti. Poi ven-gono, m a i n seconda linea, gli altri ideali di fami-glia, di ordine, di obbedienza, di libertà, di patria. E d è a questa trasformazione lenta ma costante della tendenza di una parte così numerosa della popolazione c h e si devono, a nostro parere, quei m o v i -menti, talvolta disordinati, politici e sociali, che agi-tano l'epoca attuale. Ora s e noi esaminiamo il nostro sistema tributario, dobbiamo r i co n o s c e r e c h e ha la sua base sopra gravezze c h e o direttamente o p e r ripercussione o p e r traslazione colpiscono le classi meno abbienti.

L a Perseveranza sa benissimo c h e dalle imposte dirette, le quali danno al bilancio 41(5 milioni, u n quinto si possono considerare c o m e direttamente r i -cavate dai m e n o abbienti, e formano circa 8 0 milioni; — prendiamo u n solo decimo delle tasse sugli af-fari c h e in gran parte rappresentano tasse, le quali, per i m e n o abbienti, significano già denegata

giu-stizia, ed abbiamo altri 2 0 milioni circa s u 2 0 0 ; —

prendiamo le tasse sui consumi, che colpiscono a p -prossimativamente per quattro quinti i meno abbienti, ed abbiamo s u 6 8 0 milioni, altri 5 4 0 milioni.

Perciò s u l totale si a v r e b b e :

Imposte dirette 416 di cui 1 [5 80 Tassa sugli affari . . . . 200 di cui ljlO 20 Tasse sui consumi e lotto 680 di cui 4[5 540

Totale . . . 1298 640 L a Perseveranza rettifichi quanto crede queste cifre che hanno soltanto un carattere molto approssi-mativo, m a nella loro generale fisonomia lascieranno sempre concludere che il sistema tributario in Italia grava p e r la metà circa sui meno abbienti. E que-sta proporzione noi crediamo già ingiuque-sta, sarebbe perciò più ingiusto ancora per lenirla imporre nuovi balzelli di quelli detti a larga base.

È tempo crediamo, c h e il sistema tributario si allontani dal vecchio empirismo s u l quale lo m a n tiene la tradizione e la costituzione sociale, e d i -venti esso pure corrispondente alle condizioni della società.

E poiché riteniamo giusta ed utile u n a simile tendenza, non solamente e n c o m i a m o , s e lo ha espresso, il concetto dell'ori. Giolitti, ma ci proponiamo di fare in proposito alcune considerazioni c h e valgano a chiarire il nostro pensiero sulla tendenza di u n m i -gliore assetto tributario.

F U S I O N E DI I S T I T U T I

I nostri lettori ricordano c h e abbiamo replicatamente propugnato Economista come uno dei r i -medi alla crise, c h e da più anni ormai grava sul mercato il raccoglimento dei nostri Istituti di credilo. Quegli Istituti c h e non avevano in sé la possibilità di m a n t e n e r e una vita attiva nel paese, non rappre-sentavano a nostro avviso c h e un inutile spreco di forze e di s p e s e ; dovevano quindi piegare di fronte alla avversa fortuna e contentarsi di sparire liqui-dando o fondendosi con altri Istituti che avessero ra-gione di vita.

Una tale epurazione del mercato a v r e b b e senza dubbio contribuito g r a n d e m e n t e a rendere più breve la durata della crise, prima perchè il capita'e, sebbene scosso per le perdite prodotte, dalla sparizione delle Società più deboli, perciò stesso si sarebbe sentito più rinfrancato rispetto a l l ' a v v e n i r e ; poi perchè il lavoro si sarebbe mantenuto attorno agli Istituti r i -masti, offrendo risparmio di spese.

Invece si è seguita u n a via d e l tutto diversa, quale non abbiamo esitato di biasimare acerbamente; gli uomini del G o v e r n o e dell'alta finanza assunsero per p r o g r a m m a : nascondere e puntellare. Il pubblico, dapprima credulo p e r le assicurazioni c h e nelle r e -lazioni ufficiali si ripetevano, sperò c h e il disguido fosse m o m e n t a n e o e parziale. Ma quanto più si pro-lungò la incertezza, tanto maggiore fu più tardi la indignazione e lo sgomento quando il capitalista dovè liquidare defiuitivamente le perdite subite.

Ne derivò la seconda fase della crise, quella della contrazione del c a p i t a l e , che, sebbene abbondante sulla piazza, esitò ed esita ancora a ricollocarsi nelle imprese di credito ed industriali e si accontenta di una meschina rimunerazione pur di essere quanto è possibile sicuro.

Ora, tardi, m a s e m p r e in tempo p e r rinnovare la situazione, sembra si tenda ad u n a via diversa che non può trovare c h e tutto il nostro appoggio. La nuova Amministrazione della società del Credito Mobiliare, dopo aver accertata c o n ogni cura la si tuazione dell'Istituto, ed a v e r sistemato le p i ù u r -genti posizioni della s u a clientela, in modo da r e o dere m e n o esposti a nuovi pericoli gli azionisti, si è messa a spiegare la sola attività possibile in questo m o m e n t o , quella di raccogliere intorno all'Istituto le migliori forze finanziarie del paese. S e questo pro-cedimento si fosse seguito alcuni anni or sono, quando il male cominciava a manifestarsi, ed i grandi uo-mini della finanza perdevano il tempo a dilaniarsi tra loro e ad infondere al pubblico quella fiducia, elio essi stessi non dovevano avere, la società di Credito Mobiliare, non soltanto a v r e b b e fino da allora p r e -sentalo un nucleo di resistenza intorno al quale neces-sariamente a v r e b b e r o dovuto raggrupparsi gli altri, ma avrebbe perciò solo impellile o rese m e n o gravi molte rovine.

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26 giugno 1892 L' E C O N O M I S T A 411 stesso Mobiliare e c h e ha un capitale di cinque m i

-lioni in azioni da L . 5 0 0 .

Crediamo di essere bene informati aggiungendo alcune notizie s u queste d u e fusioni. L a Banca Unione entrerebbe in liquidazione e le azioni s a -rebbero rimborsate tutte secondo la stima c h e sarà fatta dell' attivo della Banca, in nessun caso però sopra la pari. C o m e bene si può i m m a g i n a r e le due amministrazioni hanno già fatto uno scrupoloso esame dello stato patrimoniale di q u e i r Istituto ed hanno acquistato il convincimento c h e gli azionisti riceveranno dalla liquidazione la integrale restitu-zione del capitale versato. — L a Banca di Credito italiano è vecchio istituto c h e ha fama di prudenza e regolarità p e r c u i il suo stato patrimoniale, accu-ratamente esaminato ha permesso che il prezzo delle azioni venisse determinato in L . 5 5 0 , prezzo che il Il Mobiliare sborserà quando sarà votata la liquida-li zione della B a n c a .

Infine il Mobiliare assorbirà a n c h e la Casa b a n -caria Casanova, Airoldi e C . c h e ha un capitale di due milioni perfettameute liquidi, ed il s u o capo assumerà la direzione della nuova sede dell'Isti-llilo a Milano, assicurando così subito al Mobiliare l'esperienza, la attività eccezionale e la simpatia che quella Casa si è acquistata in quella città.

Così la nuova Amministrazione del Mobiliare, comprendendo le condizioni del paese e servendo-sene a vantaggio proprio e del paese stesso, batte una via affatto opposta di quella degli Istituti di emissione c h e nel momento in c u i la crise e r a più grave hanno creduto di provvedere ai propri interessi moltiplicando le sedi e le succursali in c o n c o r -renza l'uno dell' altro. Il Mobiliare entra a Milano sostituendo due importanti Istituti ed una nota e sti-mata Casa bancaria e presentando così una forza tanto maggiore quanto più diventa l'unione di forze prima suddivise. E s e c o m e non dubitiamo i p a -trimoni dei due Istituti c h e vengono assorbiti sono liquidabili abbastanza sollecitamente, il Mobiliare renderà più libera e più attiva la propria consi-stenza.

L'operazione così ideata ed ormai condotta si può dire a buon fine, procura p o i , indipendentemente dal ottimo principio seguito, vautaggi immediati al Mobiliare. Esso possiede già 1 6 mila azioni della Banca Unione al prezzo medio di circa 4 1 0 lire e die, come si è detto, saranno rimborsate alla pari; possiede circa 3 0 0 0 azioni della B a n c a di Credito italiano, che figurano in bilancio ai prezzi del 5 1 di-cembre 1 8 9 1 . P u ò quindi realizzare un notevole be-nefizio da questo fusioni ed a c c r e s c e r e così la soli-dna dell'Istituto, che accenna a riacquistare l'antica posizione, tanto che, a quanto sappiamo, senza con-fare il maggior valore dei titoli, ha già conseguito in questo primo semestre 1 8 9 2 oltre d u e milioni ni utili dall' esercizio bancario.

M™ . c i congratuliamo c o l i ' A m m i n i s t r a z i o n e d e l Mobiliare per questa prima vittoria conseguita, e nieiamo vittoria poiché non ci sono ignote le difficoltà, «ne si erano create. P e r ò non dimentichino gli A m m i n i -stratori tutti e quello Delegato specialmente che questo

o n può essere s e non un primo passo verso la meta

cui il Mobiliare deve aspirare. Diventato o r a più [• . e mostrato coi fatti più c h e colle parole l ' i n -uirizzo che intende seguire, il Mobiliare deve met-«rst a capo della finanza in guisa da raccogliere "•orno a se volenti o nolenti le migliori forze del

paese e guidarle, riordinando così il mercato italiano, che negli ultimi anni fu così maltrattato dalla iner-zia degli u n i e dalle misere guerricciuole personali, c h e formavano la principale preoccupazione de<di

altri. °

LA RIFORMA DELLE CASSE DI RISPARMIO IN FRANCIA

Dopo una lunga agitazione in favore della riforma delle Casse di risparmio francesi la questione è stata finalmente discussa dalla C a m e r a con molta ampiezza e il risultato è c h e u n progetto di leeige è già slato approvato in prima lettura. Però, diciamolo subito, i fautori della riforma non n e sono pienamente s o d -disfatti, perchè trovano c h e la legge approvata è u n passo assai timido sulla via della riforma v e r a m e n t e liberale e razionale delle istituzioni private che r a c -colgono i risparmi e domandano per esse una mag-giore libertà d'azione. D'altra parte non mancano gli avversari, i quali temono c h e sia già stalo concesso troppo e v o r r e b b e r o che il sistema odierno non fosse mutato o il m e n o possibile, onde le Casse possano essere s e m p r e al sicuro e i depositanti non corrano alcun rischio. Ma non pare veramente che il sistema attuale raggiunga questi risultati e non è punto detto che la riforma chiesta dai signori E . Rostand, A y -nard e dai loro numerosi seguaci metta in pericolo il risparmio francese. Il vero è piuttosto c h e la F r a n c i a è s e m p r e il paese della centralisation, dove non si può concepire nulla di v e r a m e u t e organico, efficace, capace di esercitare la sua azione pe'r tutto' il paese, senza c h e lo S t a l o non diriga, non a c c e n tri, non sorvegli l'istituzione stessa. P e r ciò si c o m -prende c h e u n a riforma di cotesto genere, avente per iscopo di diminuire l'ingerenza dello Slato, debba incontrare in F r a n c i a u n a opposizione ostinata alla quale riesce facile nella fattispecie di ammantarsi colla tutela dell' interesse pubblico.

È noto c h e lo scopo dichiarato della riforma è di attenuare gli oneri e la responsabilità che il r e g i m e

attuale della Cassa di risparmio fa pesare sullo Stato.

In fatti questa istituzione popolare che era stata fon-data p e r raccogliere nell'interesse delle classi labo-riose le piccole economie e i capitali in via di formazione ha preso in F r a n c i a in seguito all' i n t e r vento e alla garanzia dello Stato delle proporzioni i n -quietanti, che n e falsano lo scopo e compromettono la finanza pubblica.

Al tempo della legge 5 giugno 1 8 3 5 , c h e m a l -grado le n u m e r o s e leggi successive è rimasta la

caria fondamentale delle Casse di risparmio, il n u

-m e r o dei libretti e r a di 1 2 1 , 5 0 0 e la cifra dei de-positi di 6 2 milioni. Dieci anni p i ù tardi i libretti erano 6 8 4 , 0 0 0 e i depositi 4 0 0 milioni. L a rivolu-zione del 1 8 4 8 produsse una crise, in seguito alla quale il governo fu obbligato a sospendere i r i m borsi ; essa produsse a n c h e u n a sosta nel m o v i -mento ascendentale dei depositi. P e r ò b e n presto essi si a c c r e b b e r o ; nel 1 8 6 5 li troviamo a 4 9 3 m i -lioni, nel 1 8 6 9 a 7 1 1 , nel 1 8 7 7 a 8 6 2 , nel 1 8 8 1 raggiungono i 1 2 0 0 milioni.

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412 L' E C O N O M I S T A 26 giugno 1892 volta da 1 0 0 0 a 2 0 0 0 franchi. Da questo m o m e n t o

la progressione dei depositi ha avuto un nuovo im-pulso e il loro a m m o n t a r e totale si è triplicato in dieci anni.

Infatti al 3 1 d i c e m b r e 1 8 9 1 , riunendo le casse private e la cassa postale di risparmio, si arriva a una cifra di 7 , 6 7 1 , 2 1 3 libretti e alla s o m m a di 3 , 5 5 8 , 0 7 1 , 2 8 1 franchi di depositi.

Dal 1 . ° gennaio al 3 0 aprile di q u e s t ' a n n o i de-positi sono aumentati di 3 2 milioni e c i ò solo per le casse private. E poiché questi fondi sono depo-sitali alla Caisse des dépóls et consignations, c h e non è altro c h e una delle Casse delio Stato, quei 3 miliardi e mezzo sono in realtà u n debito flut-tuante dello Stato.

S e si mantenesse la progressione attuale, il totale dei depositi raggiungerebbe certamente 4 miliardi fra due anni, e in dieci o quindici anni 8 o 1 0 miliardi. Il L e r o y Beaulieu in una comunicazione fatta all'Accademia delle scienze morali e politiche ha giustificato questi calcoli p e r il futuro, facendo notare c h e colla facilità di prendere un libretto per ogni m e m b r o d'una famiglia e alle varie Casse di risparmio private quei dieci miliardi potrebbero non corrispondere, c h e a u n milione di famiglie circa.

Si c o m p r e n d e c h e la clientela antica e naturale delle Casse di risparmio, cioè g l i operai, i piccoli impiegati, ecc. si sia singolarmente accresciuta e c h e molti capitalisti, per i quali la istituzione non è stata creata s e n e siano serviti trovandovi pei loro capi-tali disponibili u n interesse superiore a quello c h e qualsiasi banca paga sui deposili a vista e superiore a n c h e a quello ottenibile dalle rendite francesi o dai valori sicuri.

S i n o alla legge del 2 6 d i c e m b r e 1 8 9 0 l ' i n t e r e s s e ricevuto dalle Casse di risparmio ordinarie e r a del 4 •/„ sul quale esse ritenevano una piccola s o m m a per le loro spese di amministrazione di m odo c h e pagavano ai depositanti da 3 , 7 5 a 3 , 5 0 a s e conda delle Casse e dei dipartimenti. Dopo la c i -tata legge l ' i n t e r e s s e accordato alle Casse di risparmio private essendo stato ridotto a 3 , 7 5 i depositanti n o n ricevono più che 3 , 2 5 a Parigi e 3 , 5 0 nei dipartimenti. Quanto alia Cassa di risparmio nazionale essa ha

s e m p r e dato dalla s u a fondazione a oggi il 3 °/0 ai

depositanti.

Ora non occorre dire c o m e questo saggio di i n -teresse non sia strettamente c o n f o r m e a quello c h e sarebbe indicato dalla situazione del mercato dei capitali; senza dire c h e le società di credito non danno c h e il 1|2 p e r cento di interesse s u depositi a vista, bisogna riflettere c h e il dover passare alle Casse di risparmio il 3 3|4 significa p e r lo Stato una perdita n o n trascurabile. Infatti la Cassa dei depositi e delle consegne impiega i fondi versati dalle Casse di risparmio in rendita 3 per cento che essa ha pagato fino ad ora poco al disotto della pari e quindi le procura solo il 3 , 0 5 o il 3 , 1 0 l'anno, cioè un interesse minore di quello c h e deve passare alle Casse di risparmio. L'operazione è d u n q u e in sé stessa e in condizioni normali dannosa allo Stato. Peggio poi sarebbe la cosa s e si manifestasse u n a crisè. Tutti i depositanti si affollerebbero alle Casse di risparmio per ritirare i depositi. E c o m e potrebbero esse procurarsi il danaro necessario? E v i d e n t e -mente non si potrebbe pensare di gettare a u n tratto sul mercato l ' e n o r m e stock di rendite acquistate per reimpiegare i fondi depositati, perchè u n a simile

operazione cagionerebbe il tracollo del credito dello Stato, la rovina del mercato come conseguenza na-turale del deprezzamento dei fondi pubblici. S i im-porrebbe quindi il ricorso alla Banca di Francia, dalla quale la Cassa dei depositi dovrebbe avere una anticipazione sulle rendite c h e possiede e la Banca dovrebbe così emettere u n a forte somma di biglietti e forse chiedere il corso forzato. S e scop-piasse una guerra è chiaro che non si avrebbe una crise m a u n vero disastro finanziario nazionale. È questa situazione ili cose che richiede una pronta e adeguata riforma del sistema in vigore ed è la even-tualità di pericoli, certo tutt'altro che immaginari, che ha indotto il G o v e r n o a sottoporre al Parlamento un progetto di riforma.

Però' la riforma preparata dal Governo non era punto ardita e corrispondente alle indicate necessità. Non si trattava, invero, che di palliativi circa il fun ì zionamento amministrativo delle Casse, le loro

re-lazioni col Tesoro, la sorveglianza amministrativa, la riduzione degli impegni eventuali dello Stalo e la repressione degli abusi relativi alla usurpazione del n o m e di Cassa di risparmio da parte di certi stabilimenti di credito. Ma il Governo era ben lungi dall'ammettere per le Casse di risparmio private una certa libertà nell'impiego dei loro fondi, anzi le ob-bligava ancor più rigorosamente a versare tutti i loro capitali alla Caisse des Dépdts et des

Consigna-tions. All'opposto i contro progetti degli onor.

Hub-bard e L o c k r o y , riconoscendo il pericolo dell' im-piego uniforme dei depositi delle Casse di risparmio in rendite di Stato, allargavano in certa guisa senza limite la facoltà d e l ' l i b e r o impiego. Nel loro con-! cetto le Casse di risparmio dovevano essere quasi - delle B a n c h e popolari dedite ad operazioni d'ogni natura ; prestiti ai c o m u n i , prestiti fondiari, prestiti agricoli, sconto di effetti c o m m e r c i a l i e tutto ciò s e m p r e con la garanzia dello Stalo. E r a un sistema che s e correggeva alcuni difetti del precedente ne i conservava altri aggravandoli.

L a Commissione parlamentare adottò un partito medio, cioè pur accogliendo il progetto della Com-missione vi introdusse alcune modificazioni. Vedremo in u n altro articolo quali proposte hanno incontrato il favore della C a m e r a francese.

LA STORIA E LA STATISTICA DEI METALLI PREZIOSI

x )

v.

Quinta periodo dal 1871 al 1891

Negli ultimi venti anni il valore relativo dell'oro e d e l l ' a r g e n t o ha subito le variazioni più forti che abbia m a i avute. L e cause di queste fluttuazioni, che hanno profondamente colpito il mercato univer-sale, sono state l'ineguaglianza della produzione ino neraria e la legislazione monetaria di alcuni Stati I importanti. A l principio di questo periodo la pro-I duzione dell'oro subì una diminuzione sensibile ri-spetto al decennio precedente, poi rimase a un di-' presso stazionaria, mentre la produzione delldi-'argento

aumentava prodigiosamente agli Stati Uniti, r e r j completare i prospetti precedentemente riportati ecco

(5)

L ' E C O N O M I S T A 4 1 3 le cifre della produzione dell'oro e dell'argento

du-rante gli ultimi anni.

Produzione annuale dell'oro PERIODI

e anni Stati Uniti Australia Russia

Colombi a e Guyan a compresa T O T A L E la produz. degli altri paesi chilogr. chilogr. chilogr. chilogr. chilogr. 1871-1875 59,500 63,123 33,380 — 173,904 1876-1880 63,920 45,294 40,140 — 172,434 1881-1885 48,087 43,522 35,607 11,700 154,959 1886 52 663 39,761 30,872 10,200 160,793 1887 49,654 41,119 30,232 9,200 158,247 1888 49,917 .42,974 32,052 8,100 164,090 1889 49,353 49,784 34,867 8,300 176,272 1890 49,421 45,767 33,810 -

-Era i paesi che non sono indicati a parte nel quadro precedente, l'Africa meridionale ha veduto aumen-tare la sua produzione d'oro considerevolmente du-rante gli ultimi anni.

Veniamo all'argento.

Produzione dell' argento PERIODI

e

anni U n i t i Stati Messico America del Sud mania

Ger-T O Ger-T A L E

compresa la produz.

degli altri paesi chilogr. chilogr. chilogr chilogr. chilogr. 1871-1876 564,800 601,800 374,700 143,080 1 , 9 4 9 , 4 0 0 1876-1880 980.700 655,800 350,000 163,800 2 , 4 5 0 , 3 0 0 1881-1885 1,137,600 750,800 365,000 238,920 2 , 8 0 8 , 4 0 0 1886 1,227,000 . 7 2 8 , 6 0 0 400,000 319,600 3 , 0 2 1 , 2 0 0 1887 1,373,000 750,000 415,000 367,600 3 324,600 1888 1,558,100 848,600 415,000 406,000 3 , 6 7 3 , 3 0 0 1889 1,683,000 1,175,000 415,000 403,000 4 , 2 3 7 , 0 0 0 1890 1,800,000 ' — - 402,000

-La parte attribuita a ciascun paese nella produ-zione totale è stata calcolata in base al prodotto delle fonderie, compresovi l'argento estratto dai minerali importati dal di fuori.

Nel prospetto c h e segue il valore dell' argento è fissato ad ogni epoca in base al corso medio del mercato. anni 871-75 876 87 7 878 879

Produzione dell'oro e dell'argento secondo il valore dei due metalli

881 88 7 890 a; .2 2 ® S S 3

p p> Proporzione Prezzo dell'oncia Standard

N O 3 L, '5 • §S d'argento in pence o "v tL o ^

u — Oro Argento minimo J massimo medio milioni milioni

di

marcili marchi di o/o o/o

485 345 5 8 . 5 4 1 - 5 55 1/2 61 1 / 8 59 463 365 5 5 . 9 44 1 46 3 / 4 58 1 / 2 52 314 501 387 5 6 . 4 43-6 53 1 / 4 58 1/4 54 13/16 519 395 5 6 . 8 43-2 49 1/2 55 1 / 4 52 9/16 467 381 55.1 44-9 48 7 / 8 53 3 / 4 51 1 / 4 456 382 5 4 . 4 45.6 51 5 / 8 52 1 / 8 52 1 / 4 449 396 63.1 46.9 50 7 / 8 52 7 / 8 51 11/16 429 415 418 50.7 4 9 , 3 50 52 7 / 1 6 51 5 / 8 429 415 416 4 9 . 9 50.1 50 51 3 / 1 6 50 9116 435 437 49 9 50.1 49 1/2 51 3 / 8 50 5 / 8 435 437 4 9 . 9 60.1 46 7 / 8 42 50 48 8 / 8 449 406 5 2 . 5 4 7 . 5 46 7 / 8 42 47 45 3 / 8 441 439 5 0 . 1 49.9 43 1 / 4 47 1 / 8 44 5 / 8 458 492 477 49 0 51.0 41 15/16 42 44 9 / 1 6 42 7 / 8 458 492 535 4 7 . 9 52-1 41 15/16 42 44 1/16 42 11/16 43 11/16 54 6 / 8 47 11/16

L e coniazioni dei principali Slati, dedotte le pia-stre messicane e le rupie, risultano dal seguente specchietto :

P E R I O D I Oro Argento Proporzione e anni

Oro Argento

milioni

di marchi di marchi milioni per cento per cento 1871-1875 7 5 8 . 4 2 7 7 . 6 7 3 . 2 26.8 1876-1880 777.7 347.7 69.1 30.9 1881-1885 559.4 224.1 7 1 . 4 28.6 1886 397.5 297.1 57.2 42 8 1887 5 2 5 . 0 3 0 3 . 9 6 3 . 3 36.7 1888 566.3 301.4 65.3 34.7 1889 7 0 9 . 4 303.9 7 0 . 0 30.0

Una gran parte delle monete d'oro coniate pro-vengono dalla fusione di antiche monete nazionali o di monete straniere nuove. Nella coniazione dell'ar-gento, la rifusione delle antiche monete ha pure una parte assai rilevante. L'ammontare della coniazione dell'argento è calcolato in base al valore nominale delle monete.

Per P influenza che esercita sulla questione mo-netaria conviene conoscere anche la

Bilancia commerciale delle Indie britanniche dal 1870-71 al 1 8 8 9 - 9 0 BSERGtZI •ovu a a è v Q..1. H » 03 H « S N O a » ' s g — 2 ° h a > i a ti < o £ ' 5 s -> a : 1870-71 1871-72 1872- 73 1873-74 1874-75 1875-76 1876-77 1877-78 1878-79 1879-80 1880-81 1881-82 1882-83 1883-84 1884-85 1885-86 1886-87 1887-88 1888-89 1889-90 208,627 310,940 233,761 211,600 201,371 192,042 235,733 237,581 231.369 260,404 214,638 328.551 313,894 328,967 2 7 5 . 5 2 2 281,700 2 6 6 , 6 0 0 255,400 276,100 342,600 migliaia di rupie 9,419 65,324 7,151 24,938 46.422 15,554 71,989 146,763 39,707 78,697 38,926 53,790 74,802 61,062 72,456 116,067 71,558 92,287 92,467 99,379 22,821 3 5 , 6 5 3 '25,434 13,826 1 8 , 7 3 5 15,451 2 , 0 7 3 4,681 ( - 8 , 9 6 2 ) 17,505 3 6 , 5 5 2 48,440 49,309 54.625 46,720 27,628 21,771 29,925 2 8 , 1 3 9 46,153

lire ster. pence 8 , 4 4 3 , 5 0 9 10,310,339 13,939,093 13,285,678 10 841.614 12,389,613 12,695,799 10,134,455 13,948,565 15,261,810 15,239 677 18,412.429 1 5 , 1 2 0 , 5 2 ! 17,599,805! 13,758,909, |10,292,692:, ,12, 136,279 :15,358,577 14,262,859 15,474,496. 22,495 23,126 22,754 22,351 22,156 21,625 20,508 20,791 19 794 19 961 19,956 19,895 19,525 19,536 19.308 18,254 17,441 16,898 16.379

La coniazione annuale dell' argento nelle zecche indiane di Calcutta e di B o m b a y è stata pel periodo 1 8 7 1 1 8 8 0 in media di 3 0 , 5 9 8 , 0 0 0 rupie, pel p e -riodo 1 8 8 1 - 1 8 8 5 in media di 6 0 , 8 0 3 , 0 0 0 rupie e pel periodo 1 8 8 6 - 1 8 9 0 in inedia di 7 4 - , 3 5 2 , 0 0 0 rupie.

Una grande quantità dell'argento importato n e l -l'India inglese si riversa negli altri paesi d'Oriente; se si tieu conto di questa quantità, come pure delle importazioni che si fanno per l'est dell'Asia si può senza esagerazione calcolare a 1 milione e mezzo di chilogrammi la quantità d'argento assorbita annual-mente dai paesi orientali e sottratta per tal modo alla circolazione dei paesi civili.

(6)

ar-414

gerito e del s u o valore relativo riguardo all'oro nel periodo ohe ci occupa. L a coniazione nelI' Austria Ungheria presenta pure negli ultimi venti anni un certo interesse. E c c o i dati relativi :

Coniazioni negli Stati Uniti e nell' Austria Ungheria

ANNI Monete coniate agli Stali Uniti

Monete coniate in Austria-Ungheria

Oro j Argento Oro A r g e n t o

dollari dollari fìoriui fiorini 1871 1872 1873 1874 1875 1878 1877 1878 1879 1880 1881 1882 1883 1884 1885 1888 1887 1888 1889 1890 1891 2 1 . 0 3 2 . 6 8 5 2 1 - 8 1 2 , 6 4 5 5 7 , 0 2 2 , 7 4 7 ' / , 3 5 , 2 5 4 , 6 3 0 3 2 , 9 5 1 , 9 4 0 4 0 , 5 7 9 , 4 5 2 ' / , 4 3 , 9 9 9 , 8 6 4 4 9 , 7 8 8 , 0 5 2 3 9 , 0 8 0 , 0 8 0 6 2 , 3 0 8 , 2 7 9 9 6 , 8 5 0 , 8 9 0 6 5 . 8 8 7 . 6 8 6 2 9 , 2 4 1 , 9 9 0 2 3 , 9 9 1 , 7 5 6 ' / , 2 7 , 7 7 3 , 0 1 2 ' / , 2 8 , 9 4 5 . 5 4 2 2 3 , 9 7 2 , 3 8 3 3 1 , 3 8 0 , 8 0 8 2 1 , 4 1 3 , 9 3 1 2 0 , 1 6 7 , 1 8 2 ' / , 3 , 1 0 4 , 0 3 8 2 , 5 0 4 , 4 8 8 ' / , 4 , 0 2 4 , 7 4 8 6 , 8 5 1 , 7 7 7 1 5 , 3 4 7 , 8 9 3 2 4 , 5 0 3 , 3 0 7 2 8 , 3 9 3 , 0 4 5 ' / , 2 8 , 5 1 8 , 8 5 0 2 7 , 5 6 9 , 7 7 6 2 7 , 4 1 1 , 6 9 4 2 7 , 9 4 0 , 1 6 4 2 7 , 9 7 3 , 1 3 2 2 9 , 2 4 6 , 9 6 8 2 8 , 5 3 4 , 8 6 6 2 8 , 9 6 2 , 1 7 6 3 2 , 0 8 6 , 7 1 0 3 5 , 1 9 1 , 0 8 1 3 3 , 0 2 5 , 6 0 6 3 5 , 4 9 6 , 6 8 3 3 9 , 2 0 2 , 9 0 8 5 , 5 6 8 , 9 4 8 6 , 7 8 1 , 3 7 8 5 , 1 5 9 , 9 0 3 4 , 3 0 5 , 9 4 8 3.96-2,242 5 , 0 8 6 , 6 7 2 7,724,19.1 4 . 3 9 6 , 0 0 0 5 , 1 4 6 , 0 0 0 5 , 1 0 2 , 3 9 7 5 , 0 3 6 , 2 6 8 5 , 8 7 0 , 5 1 9 5 , 4 2 3 , 0 4 2 5 , 1 0 1 , 6 4 4 5 , 7 9 2 , 4 4 5 5 , 5 6 8 , 7 5 4 5, 538,902 5 , 1 0 0 , 4 8 5 6 , 8 3 6 , 0 7 4 5 , 8 4 8 , 0 3 1 5 , 9 8 6 , 6 4 1 8 , 3 9 0 , 3 1 4 8 , 6 2 4 , 2 1 6 11, 155,180 9 , 9 3 6 , 8 3 3 1 4 , 3 1 5 . 6 6 3 1 8 , 9 7 2 , 0 5 3 10, « 5 9 , 8 6 3 2 8 , 8 2 7 , 0 0 0 6 6 . 6 7 7 , 7 9 4 1 7 , 3 1 1 , 4 8 2 22.23S, 107 7 , 7 8 7 580 1 3 , 8 6 4 , 8 7 8 1 0 , 3 4 8 , 0 9 4 8 , 6 0 5 , 1 0 2 9 , 1 0 6 , 3 3 3 1 1 , 5 2 7 , 7 9 1 1 1 , 4 4 4 , 3 7 9 9 , 3 9 4 , 7 2 8 7 , 3 7 8 , 2 0 4 6 , 2 9 8 , 3 3 8

N e i l ' A u s t r i a - U n g h e r i a la coniazione delle monete d'argento p e r conto dei privati, c h e aveva prese proporzioni straordinarie nel 1 8 7 8 e 1 8 7 9 , fu appunto allora sospesa e da quel tempo in poi lo Stato solo ha fatto coniare della moneta d'argento.

Nei negoziali c h e il 2 3 d i c e m b r e 1 8 6 3 fecero capo alla stipulazione della Unione monetaria tra la F r a n c i a , il Belgio, I' Italia e la Svizzera, i delegati dei tre ultimi paesi r e c l a m a v a n o la soppressione del doppio tipo, ohe serve di base al sistema monetario francese e l'adozione del tipo aureo. Questa propo-sta fallì davanti alla resistenza oppopropo-sta dal G o v e r n o francese, il quale subiva l'influenza della B a n c a di F r a n c i a . Il doppio tipo fu conservato col manteni-mento del titolo integrale per gli scudi di 5 frauchi e con u n titolo ridotto per la moneta divisionaria. L e richieste fatte in F r a n c i a dal 1 8 6 7 al 1 8 6 9 furono fa-vorevoli alla istituzione del tipo a u r e o e secondo ogni verosimiglianza la guerra del 1 8 7 0 sola ha impedito questa importante riforma, c h e in quel m o m e n t o avrebbe potuto effettuarsi con relativa facilità. Dopo il 1 8 7 0 lo stock degli seudi da 5 franchi coniati dalla Unione latina è aumentato di 9 6 0 milioni di franchi.

In Germania e all'estero si è rimproverato spesso alla politica monetaria tedesca di avere cagionato forti fluttuazioni nel valore dei metalli preziosi e d i avere col deprezzamento d e l l ' a r g e n t o squilibrato la situazione economica generale.

Il tipo unico d'oro n o n è stato sostituito in Ger-mania al tipo d'argento c h e dopo u n esame appro-fondito della questione e tenuto conto della influenza eventuale, c h e poteva essere così esercitata sui prezzi del metallo bianco.

Una m e m o r i a in favore del tipo aureo pubblicata nel febbraio 11870 si esprime così: Nelle circostanze attuali il valore relativo dei d u e metalli n o n p u ò quasi allontanarsi dal 1 5 1 [ 2 e d è da a u g u r a r e , nel-l'interesse di tutte le nazioni c o m m e r c i a l i , che questo rapporto si mantenga. Questo risultato sarebbe

otte-nuto s e tutti i paesi civili adottassero il sistema fran-cese del doppio tipo ; m a questa unificazione pare difficile a realizzarsi è sarebbe più semplice conser-vare il tipo esistente in ogni paese, vale a dire per la Germania e l'Olanda il tipo unico d'argento. S e la G e r m a n i a c o n la smonetazione del s u o argento venisse a gettare sul mercato 4 0 0 milioni di talleri di questo metallo, per procurarsi una quantità d'oro equivalente, è da supporre c h e gli altri paesi segui-r e b b e segui-r o quell'esemoio. Un tipo d'osegui-ro univesegui-rsale psegui-ro- pro-v o c h e r e b b e forzatamente un deprezzamento conside-revole dell'argento e u n rialzo del valore monetario basato unicamente sull'oro. N e risulterebbe una perturbazione nei prezzi e una perperturbazione e c o n o -mica generale.

S e , malgrado queste esplicite dichiarazioni, la r i -forma monetaria è stata decisa sulla base del tipo aureo è c h e il pericolo di u n deprezzamento pro-gressivo del metallo bianco sarebbe sussistito anche quando la Germania nell' interesse del c o m m e r c i o universale avesse rinunciato a profittare, per adot-tare al regime del tipo aureo, delle circostanze che le facilitavano I' adozione. 1 negoziati d i e a v e -vano avuto luogo tra la F r a n c i a e il Belgio dal 1 8 6 3 al 1 8 7 0 s e m b r a v a n o annunciare c h e questi Stali non tarderebbero a ripudiare il doppio tipo. E r a chiaro c h e la G e r m a n i a , a n c h e con la Olanda e e i paesi scandinavi, non sarebbe stata in grado, man-tenendo provvisoriamente il tipo d ' a r g e n t o , di so-stenere il corso del metallo, se i paesi della Unione latina avessero gettato sul mercato 4 0 0 o 3 0 0 mi-lioni di scudi da 3 franchi e chiesto dell' oro in cambio. P e r questa massa di argento sarebbero stati necessari degli sbocchi e la G e r m a n i a avrebbe avuto il vantaggio di pagare la s u a moneta m e n o cara di p r i m a , m a questo vantaggio n o n sarebbe stato c h e apparente. P i ù la G e r m a n i a avrebbe acquistato ar-gento, p i ù le sue perdile ulteriori sarebbero state considerevoli. Quando tutti i paesi avessero adottato il tipo aureo, la G e r m a n i a s a r e b b e stata forzata a seguire a n c h ' e s s a q u e l l ' e s e m p i o e la riforma sa-r e b b e stata a n c o sa-r p i ù costosa e più difficile che al-l ' e p o c a in c u i i grandi paesi avevano ancora ial-l dop-pio tipo. L a legge c o n c e r n e n t e la coniazione delle monete d ' o r o imperiali fu promulgata il 4 dicem-bre 1 8 7 1 e il ritiro delle antiche m o n e t e cominciò i m m e d i a t a m e n t e . A i termini del progetto di legge una libbra d'oro fino doveva fornire 1 3 9 pezzi 1/2 di 1 0 m a r c h i , cioè 1 , 3 9 3 m a r c h i . N e l l ' a n t i c o siste-ma monetario u n a libbra d' argento forniva 3 0 tal-leri ( 9 0 m a r c h i ) . Il rappòrto di valore si trovava d u n q u e fissato a 1 5 1/2.

Gli Stati scandinavi seguirono tosto l ' e s e m p i o della G e r m a n i a , sostituendo il tipo d ' o r o al tipo d'argento ; la convenzione del 1 3 d i c e m b r e 1 8 7 2 dotò quei paesi di u n sistema monetario uuiforme. L a conversione fu fatta al saggio di 1 5 , 3 7 nella Sve-zia, di 1 5 , 4 3 in D a n i m a r c a è di 1 5 , 4 4 i n Norvegia. I Paesi Bassi alla loro volta instituirono c o n leggi del 6 giugno 1 8 7 5 e d e l 1 0 maggio 1 8 7 6 il tipo a u r e o al posto del tipo d'argento, prendendo per base della conversione u n valore relativo di 1 5 , 6 2 5 .

(7)

26 giugno 1892 L' E C O N O M I S T A 415 d'oro unico venne proclamato, la coniazione

dell'ar-gento interdetta e il maximum per i pagamenti in argento fissato a 5 dollari. A vero dire questo nuovo regime inaugurato il 1 dicembre 1 8 7 3 non produsse alcun effetto sensibile, in ragione della tenue quan-tità di dollari d'argento esistente; il pagamento delle imposte e il servizio degli interessi del debito si erano sempre fatti in moneta d'oro; inoltre e r a s o pratutto la carta monetata c h e aveva corso. L ' a d o -zione da parte degli Stati Uniti del tipo aureo passò dunque quasi inosservata.

( Continua)

RIVISTA DI COSE FERROVIARIE

La riforma dell'ora — L'ora universale e l'ora del-l'Europa centrale — Che farà l'Italia ?

Da qualche tempo a n c h e la stampa italiana si occupa di questa riforma, all' estero da vari anni discussa, e in alcuni paesi già applicata in più o meno larga misura. E poiché la questione interessa in modo speciale le comunicazioni ferroviarie, ci è parso opportuno occuparcene brevemente in queste nostre riviste.

L o scopo a c u i si tendo è chiarissimo anche ai profani : togliere gli inconvenienti che derivano dalla molteplicità del'e ore usate n e i diversi stati e dalle sensibilissime differenze c h e fra loro intercedono. L'adozione però di una o r a v e r a m e n t e universale, se fu agitata n e l campo teorico, non ottenne il s u f fragio della pubblica opinione, c h e con ragione t r o -vava la innovazione troppo radicale. In ogni paese si usa attualmente un'ora nazionale oppure si adot-tano le o r e locali : sceglierne fra tutte queste u n a destinata a regolare il tempo u n i f o r m e m e n t e s u tutta la terra, e r a cosa ardua, a c u i molte difficoltà si opponevano, non ultima quella delle suscettibilità nazionali, c h e avrebbero trovato modo di manife-starsi a n c h e in questa materia. Bisognava d u n q u e trovare un' altra soluzione.

F u r o n o gli Americani che nella immensità dal loro continente, dove il sole si leva all' est quando a l -l'ovest-è già prossimo il mezzogiorno, trovarono il sistema più pratico (suggerito p e r primo dal c a n a -dese F l e m i n g ) , detto dei fusi orari. Divisero il loro territorio in c i n q u e sezioni (fusi), per ciascuna delle quali si adottò l'ora del rispettivo meridiano c e n trale, con che si veniva ad avere, c o m e e r r o r e m a s simo alle due estremità, un ritardo od una a n t i c i -pazione di trenta minuti in confronto alle o r e locali dei meridiani limiti a oriente e ad occidente. P a s -sando da u n fuso all'altro, si ha il salto di un' ora, ma i minuti primi e secondi n o n variano, sicché potrebbe dirsi che, esteso a tutto il globo, questo sistema darebbe non l'ora, m a il minuto universale. Come meridiano centrale di ciascun fuso v e n n e preso quello c h e dista di un n u m e r o intiero di o r e dal meridiano inglese di G r e e n w i c h , c h e è il p i ù generalmente adottato p e r la navigazione.

Il sistema americano funziona ormai da parecchi anni c o n soddisfazione del pubblico e delle a m m i nistrazioni ferroviarie e telegrafiche. E r a quindi n a -turale che a n c h e in E u r o p a si cercasse qualch e cosa di analogo. L ' esempio fu dato dall' i m p e r o a u s t r o

ungarico, p e r iniziativa del Dott. S c h r a m , capo d e l -l'ufficio geodetico, il quale fece una vera c a m p a g n a per mettere in evidenza gli inconvenienti della mol-teplicità delle ore. Così (togliamo l'esempio appunto da un opuscolo dello S c h r a m ) il viaggiatore c h e , viaggiando in ferrovia da Odessa a Parigi, avesse voluto tener il s u o orologio costantemente regolato cogli orari delle linee che percorreva, avrebbe d o -vuto, ancora pochi anni o r sono, fare nientemeno che le operazioni seguenti : partendo da Odessa, r i -tardare l'orologio di un minuto per trasformare l'ora locale nel tempo medio di Pietroburgo ; alla f r o n -tiera austriaca, ritardare di altri 4 5 minuti p e r prendere l'ora di Pest, e a Cracovia di 1 9 ancora per regolarsi sul meridiano di P r a g a ; a S a l z b u r g nuovo ritardo di 1 1 minuti per avere l'ora di Mo-naco ; a Ulnia 1 0 minuti p e r regolarsi c o l tempo di Stuttgard e alla frontiera hadese 3 minuti p e r portarsi all'ora di Carlsruhe : a Kehl poi nuove sec-cature, poiché in Alsazia e in tutta la G e r m a n i a del nord, essendo gli orari basati sull'ora locale, bisognava ritardare u n minuto ad ogni tratto di venti o trenta chilometri : finalmente ad Avricourt, entrando s u l territorio francese, occorreva ancora un ritardo di 2 3 minuti per avere l'ora di Parigi.

Certo c h e dal punto di vista scientifico, l'ora l o -cale è la sola vera. Di questa bisogna servirsi p e r le osservazioni astronomiche e meteorologiche, e si potrebbe adottarla in ogni congiuntura se tutti r i -manessero fermi alla loro residenza. M a il sistema delle o r e locali n o n è punto c o m o d o p e r c h i si sposta; e c h i non viaggia ai dì n o s t r i ? — L'intro-duzione delle o r e nazionali fu d u n q u e u n progresso notevole per l e relazioni nell' interno di uno stesso paese ; così da noi la adozione dell'ora di R o m a , e in F r a n c i a quella assai più recente dell'ora di P a -rigi. S e n o n c h è le o r e nazionali differiscono fra di

loro di frazioni d' ora e di minuti c h e le rendono incomode e poco pratiche nei rapporti fra i diversi stati. Onde l'idea di sostituire a n c h e in E u r o p a q u e -ste o r e nazionali c o n quelle dei fusi orari. E c o m e gli A m e r i c a n i hanno preso p e r base il meridiano di G r e e n w i c h , lo stesso meridiano dovrebbe servire per la divisione del continente nostro. P e r tal modo il fuso c h e si regolerà col tempo medio di G r e e n -w i c h , estendendosi trenta minuti a oriente e a d oc-cidente di quel meridiano, c o m p r e n d e r à ta G r a n Brettagna, la F r a n c i a , il Belgio, 1* Olanda, la peni-sola iberica e una parte dell'Africa occidentale. Il fuso seguente a v r e b b e per meridiano centrale quello che trovasi a un' ora precisa all'est di G r e e n w i c h , passa dalle isole Lofoten e taglia la S c a n d i n a v i a , la G e r m a n i a , l'Austria e l'Italia, prolungandosi in Africa. L ' o r a di questo meridiano sarebbe l'ora media

dell'Europa centrale e d e d è anzi questa la sola d e

-nominazione c h e le convenga, sebbene in G e r m a n i a la si sia chiamata da taluni ora di Stargard, da una piccola città presso c u i passa il meridiano.

Questa riforma n e l modo di computare il tempo sarà senza dubbio u n progresso. F a c e n d o viaggi a n c h e lunghissimi non occorrerà p i ù modificare a d ogni tratto il proprio o r o l o g i o : si sarà esposti sol-tanto a ritardare o anticipare di un' ora, passando da un fuso all'altro vale a dire non più di due volte attraversando tutta l ' E u r o p a , ma i minuti resteranno invariabili.

(8)

416 L' E C O N O M I S T A 26 giugno 1892 degli altri grandi Stati che la accettarono, della G e r

-mania cioè e dell'Austria-Ungheria.

Nella prima ogni singolo Stato, Baviera, Baden, W u r t e m b e r g , aveva l ' o r a propria ed in Prussia e Sassonia vigeva il sistema dell'ora locale, esteso anche ai rapporti delle ferrovie col pubblico era d u n -que una confusione senza pari, contro la quale surse a parlare il feld-maresciallo Mollko, preoccupato dagli inconvenienti e dai pericoli, che avrebbero po-tuto derivarne in caso di mobilitazione dell'esercito tedesco, propugnando l'adozione di u n ' o r a unica ferroviaria, e proponendo c o m e tale quella del 2 . ° fuso, l'ora cioè dell'Europa centrale. L u i morto, la sua proposta venne in parte attuata, e si spera non tarderà ad esserlo più completamente.

Nell'Austria-Ungheria si avevano d n e o r e ferroviarie diverse, quella di Praga e quella di B u d a -Pesth ; e d i propugnatori del sistema dei fusi orari riescirono a farle sostituire fino dall'anno scorso con quella dell'Europa Centrale e sperano clic fra n o n molto abbia ad essere accettata da tutte le città, le quali finora p e r la maggior parte hanno ancora l'ora propria locale.

Tanto la Germania quanto l'Austria-Ungheria ten-devano dunque, adottando il tempo dell'Europa centrale, a d assicurarsi i vantaggi dell'unificazione i n -terna e n o n altro, i vantaggi cioè dell' ora

nazio-nale, c h e noi possediamo da b e n 2 3 anni, perchè

fino dal 1 8 0 6 l'ora di R o m a vige s u tutto il nostro territorio (Sicilia esclusa) non soltanto nelle A m m i -nistrazioni ferroviarie; ma a n c h e in tutti gli usi della vita civile.

Noi non dobbiamo pertanto c e r c a r e , n è t r o v e r e m -mo, nell'adozione dell'ora della Europa Centrale i benefici, c h e n e ebbero a ritrarre i due Stati suin-dicati ; e d anzi se I' applicassimo soltanto sulle fer-rovie, c o m e essi fanno p e r il momento, v e r r e m m o a c r e a r e una differenza di 1 0 minuti fra l'ora fer-roviaria (dell' Europa Centrale) e quella civile (di R o m a ) , con grave incomodo e scapito nostro.

In Italia dunque l'adozione dell'ora del 2 " fuso è possibile soltanto quando si introducesse c o n t e m -poraneamente sulle ferrovie e nella vita pubblica e privata; q u a n d o cioè si sostituisse puramente e s e m -pJieemente all'ora di R o m a . T a l e sostituzione si può fare'senza difficoltà e senza inconvenienti, n o n e s sendo un serio ostacolo il maggior divario di 1 0 m i -nuti che v e r r à a crearsi c o n l'ora vera o delle altre città poste ad occidente di R o m a , alcune delle quali ( T o r i n o ad esempio) hanno già 1 9 minuti di diffe-renza c o n l'ora di R o m a ; ed essendo anzi probabile che la sostituzione passi inosservata alla gran m a g -gioranza del pubblico.

Con l'adesione dell'Italia al sistema dei fusi orari essa v e r r e b b e a possedere la medesima ora della G e r m a n i a , della A u s t r i a - U n g h e r i a e di altri Stati minori, c o n vantaggio dei rapporti ferroviari, tele-grafici e delle osservazioni scientifiche. A v r e b b e un' ora esatta di differenza c o n l'ora di G r e e n w i c h adottata in Inghilterra, ed una differenza espressa in un n u m e r o esatto di o r e c o n gli Stati Uniti di A m e r i c a e tutte le altre nazioni, c h e adottassero il sistema d e i fusi orari.

Però finché la F r a n c i a non vi fa essa pure ade-sione, e p e r il m o m e n t o vi pare poco disposta p e r suscettibilità nazionali, propugnando essa la scelta a base del sistema di u n meridiano neutro, a n z i c h é di quello di G r e e n w i c h ; I' adozione d e l sistema

dei fusi orari, n o n ci r e c h e r à tutti i vantaggi c h e si potrebbe ripromettersene, e perciò ci pare più consigliabile p e r la Italia di non affrettarsi a dare la sua adesione, sibbene di tentare nella s u a qualità di paese disinteressato nella quistione, di t r o vare una transazione, che induca la F r a n c i a ad a c -cettare il sistema, transazione c h e potrebbe consi-stere nell'accettazione da parte dell' Inghilterra del sistema metrico decimale e da parte della F r a n c i a del meridiano ili G r e e n w i c h , come iniziale delle longitudini e base del sistema dei fusi orari.

(Rivista

(

Economica

La legge francese sulla marina mercantile - La ri-forma monetaria nell'Austria Ungheria-Il Congresso delle Società cooperative della Gran Brettagna.

La legge francese sulla marina mercantile. — Il deputato Giulio Siegfried presentò alla Camera francese la Relazione sul disegno di legge c o n c e r nente la marina del c o m m e r c i o . L'importanza g r a n dissima del soggetto, in quanto dalla legge, c o m u n -que venga modificata e approvata, si possono, in Italia, attingere, lumi e insegnamenti vari, ma egual-mente proficui, ci consiglia di occuparcene il più distesamente che possibile. A tale scopo cominciamo dal riferire le principali disposizioni, approvate dalla C o m m i s s i o n e della C a m e r a e contenute nell' accen-nata Relazione. R i a s s u m e r e m o , i n seguito alcuni punti dell' accurata esposizione riassuntiva c h e ne reca il Journal des Débats.

E c c o ora ie disposizioni, proposte dalla C o m m i s -sione :

Ai costruttori di navi vengono concessi gli assegni seguenti p e r ogni tonnellata di stazza lorda : — franchi 1 2 0 per i piroscafi in ferro o in a c c i a i o : — 1 0 0 p e r le navi a vela egualmente in ferro o in a c c i a i o : — 3 0 p e r quelle in legno della portata di 2 0 0 tonnellate e più : 4 0 p e r quelle pure in legno di portata inferiore alle 2 0 0 tonnellate.

P e r le m a c c h i n e motrici e gli apparecchi ausi-liari, c o m e pure p e r le caldaie a vapore nuove, viene concesso un assegno di fr. 1 3 p e r ogni 1 0 0 c h i l o g r a m m i .

Un premio di navigazione è assegnato a tutte le navi francesi a vele di 8 0 tonnellate e più, nonché ai piroscafi di tona. 1 0 0 e più, che si dedicano alla navigazione di lungo corso o di cabotaggio i n t e r n a -zionale : sono escluse dal premio quelle navi, a vela o a vapore, c h e esercitano il cabotaggio francese, la grande e piccola pesca, c h e percorrono linee sov-venzionate o sono adibite a viaggi di piacere.

Il premio è fissato p e r tonnellata di stazza lorda e p e r ogni 1 , 0 0 0 miglia percorse (il miglio marino misura 1 8 3 3 m e t r i ) per le navi di costruzione fran-cese, all'uscita dal cantiere.

A 1 franco per i piroscafi, con decrescenza annua di : franchi 0 , 0 6 per i velieri : 0 , 0 4 p e r le navi in ferro o in acciaio.

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L' E C O N O M I S T A 417 L e navi di costruzione estera non riceveranno che

la metà del premio assegnato a quelle costruite in Francia.

Il premio è aumentato del 2 5 p e r 1 0 0 p e r le navi a vapore costruite (secondo piani approvati dal dipartimento della marina.

S u l l ' a m m o n t a r e dei premi si farà una ritenuta del 4 per 1 0 0 , da destinarsi agli nomini di m a r e francesi, vittime di naufragi ed' altri accidenti m a -rittimi o alle loro famiglie.'

La durata della legge è stabilita in dieci anni, dal giorno della sua promulgazione.

L e considerazioni generali, che diressero i lavori della Commissione, si possono così r i a s s u m e r e :

L ° Quella dei trasporti marittimi è un' indu-stria speciale c h e vuol' essere incoraggiata, *nqnan-toehè costituisce un elemento di ricchezza p e r il paese e forma un personale, che rende i più grandi servigi alla flotta militare e, p e r conseguenza, alla causa della difesa nazionale.

2 . ° L e costruzioni navali interessano le popola-zioni operaie m e r c è il lavoro ch'esse loro procurano nelle officine, o v e la materia è convertita in ferro 0 in acciaio, fino al m o m e n t o in c u i si presenta sotto le forme d'una nave, pronta a pre: dere il m a r e ; interessano parimente lo Stato p e r il concorso c h e gli prestano nella costruzione delle navi da g u e r r a . Quanto all'industria delle costruzioni navali o s -servano i Débats meno ancora di quella dell'arma-mento ebbe a lodarsi degli effetti della letwe del 1881 : presentemente, quella grande industria vegeta e si può perfino affermare che s e , negli ultimi anni non avesse avuto rilevanti commissioni per il rifor-nimento della flotta militare, vale a dire dello Stato, sarebbe quasi scomparsa dal litorale della F r a n c i a . I nostri cantieri privati, insomma, attualmente non costruiscono quasi c h e p e r conto dello Stato, per le marine militari estere e p e r le linee postali sovvenzionate; le navi c h e i cantieri francesi r i e -sci rono a costruire nell'ultimo decennio, si possono facilmente contar sulle dita !

Egli è — osserva ancora il Débats — c h e p e r il cargo-boat, la nave da trasporto p e r eccellenza, 1 nostri cantieri sono costretti a lottare con il mer-cato inglese ; egli è che in Inghilterra i cantieri sono organizzati economicamente, hanno tale una potenzialità di produzione da riescir materialmente i m -possibile di costruire, in F r a n c i a , a prezzi che con-vengono agli armatori, i quali cercano naturalmente di spendere il m e n che possono.

E queste differenze sì considerevoli di prezzi, le quali salgono perfino a circa il 3 0 p e r 1 0 0 , a g e volmente si spiegano infinitamente più cari in F r a n -cia c h e in Inghilterra sono il carbone e il ferro. « In questo m o m e n t o — scrive il signor Siegfried — le lamiere costano, in Inghilterra franchi 1 5 per quintale, contro 2 5 o 2 5 franchi in Francia ; quanto al carbone, ò notorio c h e quello inglese vale assai meno del nostro. »

Da un'altra parte, s e è v e r o c h e in F r a n c i a si paga meno la mano d'opera, vuoisi riflettere che gli operai inglesi riescono ad u n a produzione che, in gran parte, compensa quel maggior costo.

Le spese generali sono enormi n e i cantieri fran-cesi, ni confronto a quelle dei cantieri i n g l e s i : i primi corrono dietro alle commissioni e costruiscono tutto quanto loro capita ; navi da guerra, torpedi-niere, piroscafi grandi e piccoli, cargo-boat, il c h e

rende indispensabile uno sciame d' ingegneri ; il più devono costruirsi essi medesimi gli apparecchi accessorii, gl'inglesi al contrario, si specializzano, c o -struiscono u n tipo conosciuto del quale posseggono una consumata esperienza e s'indirizzano ad altri per la fornitura del macchinario e degli a p p a r e c chi accessori : dal c h e deriva u n a economia di d e -naro ed u n a sicurezza d'esecuzione c o n le quali i costruttori francesi non valgono a gareggiare.

Queste sono le considerazioni c h e colpirono la Commissione parlamentare; esse non erano sfuggite certamente ai funzionari c h e compilarono il disegno governativo, m a si può domandare s e non rimasero paralizzati dalle difficoltà del problema loro affidato e dal desiderio di soddisfar gli opposti interessi che nell'arduo problema medesimo erano del pari i m -pegnati.

La Commissione della C a m e r a abbandonò u n tal m e t o d o ; essa non volle tenersi allo statu quo del Governo e preferì elaborare un sistema assai diverso, quel sistema c h e costituisce l'oggetto delle proposte che si sta p e r discutore.

La riforma monetaria nell'Austria-Ungheria. — Il ministro delle finanze d ' U n g h e r i a W e c k e r l e , s ' è abboccato nei giorni scorsi a Vienna col ministro delle finanze dell'Austria, S t e i n b a c h , p e r intendersi con lui s u l modo di procedere nella quistione della riforma monetaria. I einque progetti relativi a c o -desta riforma vengono ora esaminati dalle rispettive Commissioni parlamentari di Cis e Transleithania. In Ungheria I' e s a m e è , si p u ò dire, terminato e la Commissione della C a m e r a dei deputati propone emendamenti di pura forma. Non così in Austria, dove i progetti sono oggetto di lunga e minuziosa critica nella Commissione. Q u i la Sinistra propone modificazioni di sostanza, una delle quali è già stata adottata dalla Commissione e stabilisce c h e il prodotto del prestito in oro serva esclusivamente al r i -scatto dei biglietti di Stato. U n ' altra si riferisce al riscatto successivo, senza limitazione di tempo, dei biglietti, a misura c h e l'oro entra nelle casse dello Stato e prima della ripresa dei pagamenti in metallo. S i vuol a n c h e introdurre nella legge u n a disposizione precisa sul divieto d* ulteriori acquisti d' a r -gento per la coniazione. I giornali di V i e n n a dicono che lo Steinbach e il W e c k e r l e siano d'accordo n e i -l'accettare queste proposte, cosicché si può presumere, ohe i cinque progetti di legge saranno a p p r o -vati dai rispettivi Parlamenti.

Nella Commissione della C a m e r a dei deputati au-striaci lo Steinbach ha fatto giorni sono una dichia-razione — non nuova, invero — che merita d'essere notata, poiché si riferisce alla Conferenza internazio-nale promossa dagli Stati-Uniti. U n oppositore d e i progetti, avendo chiesto la soppressione del termine

tipo d'oro, il ministro delle finanze gli rispose c h e ,

(10)

-418 L' E C O N O M I S T A 26 giugno 1892 zioni dello Steinbach corre una vena di scetticismo

e d'ironia circa l'esito della Conferenza d'iniziativa americana. Nessuno, infatti, crede seriamente c h e possa dare risultati positivi. Ora, il s u o insuccesso sarebbe il miglior argomento c h e lo Steinbach e il W e c k e r l e potessero addurre in difesa della riforma monetaria a base aurea, c h e vogliono attuare nella monarchia.

Il Congresso delle Società cooperative della Gran Brettagna. — I cooperatori inglesi si sono riuniti quest' anno a Rochdale. Il Congresso ha par-ticolarmente affrontato la questione del lavoro. F u espresso l ' a v v i s o c h e la cooperazione lavoratrice, che assicura il benessere crescente dei lavoratori, deve essere preferita allo sciopero, che impone loro enormi sacrifìci p e r dei vantaggi, passeggieri.

Il Congresso esaminò pure la questione dello

Stceating-System, organizzazione c h e consiste nella

ripartizione del lavoro, p e r certe grandi industrie, fra una quantità di piccoli padroni c h e impiegano degli operai, e p e r la quale i capi d ' i n d u s t r i a sfug-gono alla responsabilità creata dalle leggi e regola-menti relativi all' età, alle o r e di lavoro degli ope-rai, alla salubrità dei locali o v e lavorano, e c c .

F u volata alla unanimità una mozione c h e provoca dalla Commissione parlamentare u n e m e n d a -mento al Factory act, p e r giungere a sostituire al sistema di lavoro nelle mille piccole fabbriche degli

Sweaters il lavoro delle grandi e salubri manifatture.

Il Maxwell, presidente della Seottish Wholesale

Society, sostenne questa mozione, mostrando i

risul-tati ottenuti da tale società, i c u i operai fabbricano delle c a m i c i e in confortevoli laboratori, guadagnando

il 2 0 ° /0 di più dei salari pagati d a i

manifatturie-ri, indipendentemente da u n a parte dei benefizi c h e realizza la Società, la quale può, inoltre, vendere a miglior mercato degli Sweaters di qualunque punto della Gran Brettagna.

LA SITUAZIONE DEL TESORO

al 31 maggio 1892

Il conto del T e s o r o al 3 1 maggio 1 8 9 2 cioè a dire alla fine dei primi 1 1 mesi dell'esercizio finanziario

1 8 9 1 - 9 2 , dà i seguenti resultati: Attivo : Fondi di C a s s a alla chiusura

del-l'esercizio 1890-91 L . 2 8 8 , 6 2 0 , 9 8 3 . 4 2 Incassi dal 1° luglio 1891 a t u t t o

maggio 1 8 9 2 (entrata o r d . ) . . . » 1 , 4 2 2 , 3 9 7 , 4 9 2 . 87 Idem ( e n t r a t a straordinaria) . . » 1 1 4 , 0 0 6 , 8 1 4 . 5 8 P e r debiti e crediti d i T e s o r e r i a . 1 , 8 1 3 , 9 3 6 , 2 0 7 . 6 3 T o t a l e a t t i v o . L . 3 , 6 3 8 , 9 6 1 , 4 9 8 . 5 0 P a s s i v o : P a g a m e n t i d a l 1° luglio 1891 a t u t t o m a g g i o 1892 L . 1 , 4 7 9 , 0 2 9 , 5 2 3 . 4 6 P e r debiti e crediti di T e s o r e r i a » 1 , 8 9 5 , 5 7 5 , 1 6 2 . 1 9 F o n d i di C a s s a al 3 1 m a g g . 1892 » 2 6 4 , 3 5 6 , 8 1 2 . 2 5 T o t a l e passivo. L. 3 , 6 3 8 , 6 9 1 , 4 9 8 . 5 0

Il seguente specchietto riassume l ' a m m o n t a r e dei debiti e crediti di Tesoreria.

30 giugno 1891 31 magg. 1892 Differenza Conto di c a s s a L. 288, 626, 983. 42 264,356,812. 85 — 2 4 , 2 6 4 , 1 7 0 . 5 7 . Situaz.dui. crediti di T e s o r e r i a , . . . 4 8 , 2 8 8 , 1 3 5 . 9 5 92, 210, 043. 73 + 4 3 , 9 2 4 , 9 0 7 . 7 8 Tot. dell'attivo L. 8 3 6 . 9 0 9 , 1 1 9 . 3 7 3 5 6 , 5 6 9 , 8 5 6 . 58 + 1 9 , 6 6 0 , 7 3 7 . 2 1 S i t u a z . dei debiti di T e s o r e r i a . . 475,310, 2 2 7 . 3 0 4 3 7 , 5 9 6 , 1 8 0 . 5 2 + 3 7 , 7 1 4 , 0 4 6 . 7 8 Situas. \ attiva I. di cassa f passiva > 1 3 8 , 4 0 1 , 1 0 7 . 9 3 8 1 , 0 2 6 , 3 2 3 . 9 4 — 5 7 , 3 7 4 788.99

Dal 1°luglio 1 8 9 1 a tutto maggio 1 8 9 2 gli incassi en-trata ordinaria e straordinaria r i u n i t e , a m m o n t a r o n o a L. 1 , 5 3 6 , 4 0 4 , 3 0 7 . 4 5 contro L . l , 4 4 8 , 4 0 0 , 5 9 1 . 8 8 nei primi undici riusi dell'esercizio 1 8 9 0 - 9 1 . Vi è dunque nei primi undici mesi dell'esercizio in corso, u n a u -mento sul precedente per l'importo di L . 8 8 , 0 0 3 , 7 1 5 . 5 7 , del quale L . 1 7 , 2 5 3 , 5 1 3 . 3 8 spettano all'entrata or-dinaria e L . 7 0 , 7 5 0 , 2 0 2 . 1 9 a quella straoror-dinaria.

Il seguente prospetto contiene l ' a m m o n t a r e degli incassi p e r ciascun contributo nei primi 1 1 mesi dell'esercizio in corso, confrontati con quelli dell'eser-cizio precedente pari epoca :

Entrata ordinaria

Rendite patrimon. dello Stato L . Imposta sui fondi rustici e sui

fabbricati

Imposta s u i r e d d . di r i c c i , mobile T a s s e in amministrazione del

Ministero delle F i n a n z e T a s s a ani prodotto del movimento

a grande e piccola velocità sulle ferrovie

Diritti delle L e g a z . e dei C o n -solati a l l ' e s t e r o

T a s s a sulla fabbricazione degli spiriti, birra, ecc

Dogane e diritti marittimi . . . Dazi interni di consumo, esclusi quelli delle città di Napoli e di R o m a

Dazio consumo di Napoli Dazio consumo di R o m a T a b a c c h i

Sali

Multe e pene pecuniarie relative alla riscossione delle imposte. Lotto

Poste Telegrafi Servizi diversi

Rimborsi e concorsi nelle spese E n t r a t e diverse P a r t i t e di giro Totale E n t r a t a o r d i n a r i a . . L . Entrata straordinaria E n t r a t e effettive Movimento di capitali Costruzione di strade f e r r a t e . . . Capitoli aggiunti per resti attivi

Totale E n t r a t a straordinaria. L .

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