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«Motivazione e apprendimento» L’intervento seminariale in parola si concentra su una disamina generale inerente l’apprendimento, inteso innanzitutto

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Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Chimica

Via Pietro Giuria, 7 - 10125 Torino, Italy

1 Prof. Enrico Prenesti phone: +39 0116705261 fax: +39 0116705242

e-mail: enrico.prenesti@unito.it

Oggetto: seminario per l’Università degli Studi di Palermo, 24 maggio 2021.

«Motivazione e apprendimento»

L’intervento seminariale in parola si concentra su una disamina generale inerente l’apprendimento, inteso innanzitutto bisogno e come risorsa innata dell’essere umano per adattarsi al suo ambiente. Apprendimento, adattamento e cambiamento sono aspetti intercomunicanti ai quali la scienza corrente ricorre per spiegare il comportamento degli esseri umani suddivisi tra il potente istinto di conservazione (che trattiene nella rassicurazione dello status quo, quantunque insoddisfacente) e quello di evoluzione (che spinge ad avventurarsi verso il baratro dell’ignoto). A livello di neuroscienze esistono studi che evidenziano entità neurochimiche depositarie di comportamenti conservatori e, all’opposto, entità neurochimiche che spingono verso l’esplorazione delle novità. Dagli assunti neurofisiologici e psicopedagogici sull’apprendimento possono derivare modelli didattici ma anche conoscenze neurobiologiche e psicobiologiche utili a sviluppare metodologie di studio atte a massimizzare il rendimento. Alla base dell’applicazione su un qualunque compito di apprendimento esplicito si colloca, però, la motivazione.

L’approccio scientifico allo studio della motivazione è piuttosto articolato e

multiforme. In generale, la motivazione può essere definita come l'insieme dei

fattori dinamici aventi una data origine che spingono il comportamento di un

individuo verso una data meta. La motivazione, perciò, attiva e orienta

comportamenti specifici finalizzati a realizzare uno scopo. Motivazione,

prestazione e apprendimento sono istanze interrelate. Le teorie sul bisogno di

autorealizzazione (in altissima posizione nella gerarchia dei bisogni umani secondo

lo psicologo statunitense Abraham Maslow)  ovvero sul bisogno di portare a

termine un’attività con successo  postulano che motivazione e prestazione varino

in base alla forza del bisogno individuale di autorealizzarsi. La voglia di affermarsi

e di realizzare ciò che realmente si desidera porta ad essere molto motivati e, allo

stesso modo, è possibile aumentare il proprio grado di motivazione riflettendo e

focalizzando l’attenzione su obiettivi specifici da raggiungere (inclusi quelli di

studio). La spinta motivazionale è innescata quando l’individuo avverte un bisogno,

ossia uno squilibrio tra una situazione attuale e una situazione-meta desiderata. La

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Università degli Studi di Torino

Dipartimento di Chimica

Via Pietro Giuria, 7 - 10125 Torino, Italy

2 Prof. Enrico Prenesti phone: +39 0116705261 fax: +39 0116705242

e-mail: enrico.prenesti@unito.it

motivazione comincia sempre col sorgere di una tensione, che può derivare da una carenza organica (campo della fisiologia, della carenza e delle pulsioni), da stimoli esterni o anche da uno stato d’animo (campo della psicologia e delle cognizioni e delle incentivazioni). Il bisogno è ormai studiato funzionalmente come un elemento che attiva e dirige il comportamento e i due concetti di bisogno e di motivazione sono visti in modo complementare. Alla base resta il concetto di tensione, che si ricollega alla materia vivente in perenne squilibrio e allo stress che attiva le risorse energetiche, emotive e cognitive per la ricerca di un miglioramento di condizioni.

Il bisogno nasce da uno stato di carenza che spinge l’organismo a rapportarsi con il suo ambiente al fine di colmarlo. Questa spinta non è necessariamente una motivazione sufficiente per agire ma, d’altro canto, esistono spinte ad agire che non trovano la loro origine in uno stato di carenza (come fame, sete, paura, freddo). Il concetto stesso di carenza è difficile da connotare, soprattutto se si considera che l’essere umano è costantemente sollecitato al rinnovamento e al miglioramento da spinte pluridirezionali che tendono a mantenerlo in uno stato psicologicamente e fisiologicamente instabile.

La teoria dell’autodeterminazione (Edward L. Deci e Richard M. Ryan, 1985) identifica alcuni fattori del contesto sociale (come ad esempio, famiglia, scuola, gruppo dei pari), che potrebbero avere un effetto sulla motivazione e propone l’esistenza di differenti tipologie di motivazioni autodeterminate che possono avere delle ripercussioni sullo sviluppo dell’individuo e che si situano su un continuum che va dalla motivazione intrinseca all’amotivazione.

Attraverso il costrutto della motivazione è possibile spiegare la risposta di un individuo a determinati stimoli e l’insorgenza di conflitti intrapersonali i quali  minando l’autoefficacia (teoria dell’apprendimento sociale di Albert Bandura)  interferiscono con l’apprendimento, l’autosviluppo, l’autodeterminazione, l’autoaffermazione e l’autorealizzazione. La teoria di Albert Bandura dimostra che l’apprendimento non è esclusivamente legato ai meccanismi di premio o di punizione (approccio comportamentista), ma che esso passa anche attraverso l’osservazione e l’imitazione di comportamenti assunti a modello (modellamento neuropsichico).

Ogni essere umano può cambiare e migliorare tramite apprendimento: un comportamento appreso può essere estinto (se disfunzionale) e altri possono essere acquisiti e allenati se guidati da uno scopo e sostenuti da una motivazione.

Prof. Enrico Prenesti

Torino, 10/05/2021

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