• Non ci sono risultati.

Ricerca qualitativa per esplorare e descrivere la percezione dei docenti di Infermierstica dell' Universita di Pisa rispetto alla propria esperienza d'insegnamento.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Ricerca qualitativa per esplorare e descrivere la percezione dei docenti di Infermierstica dell' Universita di Pisa rispetto alla propria esperienza d'insegnamento."

Copied!
47
0
0

Testo completo

(1)

1

Indice Analitico

Indice Analitico ...1

Introduzione...2

Identificazione del fenomeno ...4

Analisi della letteratura ...6

Definizione e costruzione degli strumenti ...9

Il focus group...9

Problemi etici ...15

Applicabilità del focus group ...17

Costi di ricerca...18

Bracketing ...19

Selezione del campione ...20

Composizione della matrice di domande ...24

Formulazione delle domande ...24

Categorie delle domande ...26

Matrice...27

Raccolta dati ...28

La registrazione della discussione ...28

Tasso di risposta ...29

Analisi dei dati...30

Approccio analitico ...30

Processo di analisi ...31

Metodo d’analisi ...32

Principi che guidano l’analisi dei dati ...33

Resoconto narrativo ...34

Interpretazione dei dati ...37

Conclusioni ...42

Bibliografia e sitografia ...46

Tabella 1 – Risultati dell’analisi della letteratura ...7

Tabella 2 – Selezione del campione ...22

(2)

2

Introduzione

La ricerca qualitativa è una famiglia ampia di tecniche di ricerca che si pone l'obiettivo di analizzare tutto ciò che non è numerico: test, dialoghi, interviste, brani audio, filmati, immagini. Essa si presta ad essere applicata a situazioni micro-relazionali, reali, osservabili ed affrontabili solo da vicino.

In queste situazioni il ricercatore deve immergersi e non rimanere spettatore impassibile, ben conscio anche della sua soggettività.

Per alcuni tipi di analisi conoscitiva, gli obiettivi e le ipotesi di ricerca postulano la necessità di procedere con la tipica metodologia dell'analisi qualitativa ed i suoi tre tratti distintivi:

• assenza della matrice di dati

• non ispezionabilità della base empirica

• carattere relativamente informale delle procedure di analisi dei dati.

Il ricercatore che si avvale di un'analisi qualitativa opera per raccogliere impressioni, rappresentazioni individuali o collettive di specifici fatti o esperienze umane, la loro analisi è una disaggregazione allo scopo di far luce su fatti immediatamente visibili o di portare alla luce i fatti non immediatamente percepibili che stanno nel mondo delle percezioni quotidiane. Non si avvale di grandi numeri né di strumenti matematici. Il ricercatore non è interessato al numero dei casi, ma all'enucleazione del maggior numero di aspetti e informazioni ricavabili dal caso umano singolo o contestuale.

La ricerca qualitativa ha il suo impiego ottimale laddove sia necessario qualcosa di diverso e più ricco rispetto ai numeri per descrivere il fenomeno.

(3)

3

Vengono utilizzate due tecniche specifiche: i focus group, interviste di gruppo gestite da un moderatore, dove si può apprezzare l’interazione fra gruppi o le

interviste in profondità effettuate su singoli individui rappresentativi della

popolazione dell'indagine.

Lo scopo della ricerca qualitativa che si è voluto effettuare in questo lavoro è quello di capire le percezioni dei docenti di Infermieristica (laurea Triennale) dell’Università di Pisa ,attraverso la tecnica del focus group, rispetto al loro modo di sentirsi insegnanti nel contesto dell’ateneo pisano.

Questo lavoro vuole approfondire i sentimenti, le emozioni, le motivazioni, i desideri, i successi, i progressi ma anche le difficoltà, gli ostacoli, le delusioni, le aspettative mancate che i docenti di infermieristica sentono di avere o di aver avuto all’interno del contesto universitario pisano.

L’utilità di questa ricerca trova spazio in due ambiti: come spunto di riflessione, per i docenti infermieri sulla loro percezione di insegnanti nel contesto universitario; come fonte conoscitiva per il contesto universitario affinché, in base alle riflessioni esternate dai docenti si possano apportare miglioramenti per ciò che concerne la qualità dell’insegnamento, in un’ottica di valorizzazione della persona.

(4)

4

Identificazione del fenomeno

“Un problema si qualifica come scientifico quando in vista della sua soluzione si faccia ricorso ad un apparato teorico-concettuale ed ad un corredo di procedure logico-pratiche che ne consentano una investigazione controllata. Tutto ciò deve portare ad un accrescimento estensionale o intensionale rispetto alla stato di conoscenza precedente, quale sia la sua immediata significanza pratica.”

(Agnoli A.- Concetti e pratica nella ricerca sociale, 1994)

Nel momento in cui una generica situazione si fa “problema scientifico”, ossia si intravede una possibile via di superamento del disagio cognitivo originato da quella stessa situazione, il problema è già istituito in vista di un sua possibile soluzione.

Si tratta ora di disporsi a considerare come e a seguito di quali sollecitazioni si giunga a formulare domande adeguate, a ritagliare un problema significativo, a isolarlo.

Max Weber pone l’accento sull’intenzionalità degli interessi del ricercatore, data la circostanza che nel campo delle scienze sociali l’impulso a considerare problemi scientifici è dato di regola da questioni pratiche.

La connessione fra intenzionalità degli interessi e rilevanza dei problemi definisce che: “ la sola urgenza di un problema sociale pratico non è pertanto condizione necessaria e sufficiente a sollecitare la scienza verso la ricerca di una soluzione, ma bensì il problema deve essere anche solo potenzialmente alla nostra portata”.

Riconoscere una situazione come problematica, maturare l’esigenza di risolvere tramite un’attività di ricerca un “disagio cognitivo”, trovare risposte ai tanti “ come “ e “perché” non è che l’avvio dell’indagine.

(5)

5

La precisa formulazione del problema, la definizione dell’oggetto di ricerca è essenziale per il ricercatore nelle successive procedure d’indagine; inoltre è fondamentale assumere come soggetto di ricerca soltanto un gruppo di fenomeni precedentemente definiti mediante caratteri ad essi comuni e comprendere nella stessa ricerca tutti quelli che rispondono a questa definizione.

Con questo lavoro si vuole indagare la percezione dei docenti di Infermieristica sul proprio operato all'interno dell’ Università di Pisa.

Per far questo si chiede, avvalendosi della tecnica del focus group, ad un campione di docenti di Infermieristica che operano all'interno dell’Ateneo pisano di descrivere come "si vedono" come insegnanti, quali emozioni/motivazioni percepiscono nel loro essere docenti, quali difficoltà incontrano, come si sentono all'interno del contesto universitario.

Questa indagine vuole focalizzare l’attenzione sul “vissuto percepito” da tali docenti all’interno dell’istituzione universitaria: conoscere come queste persone riescano a vedersi e a sentirsi nella funzione di docenti, come l’istituzione universitaria li fa’ sentire accolti ed efficaci nel loro mandato, la gratificazione che viene percepita nel far parte del corpo docenti dell’Ateneo pisano rappresentano l’obiettivo di questo lavoro.

(6)

6

Analisi della letteratura

A questo stadio assume un particolare valore l’analisi critica dei precedenti studi o realizzazioni pertinenti nella ricerca in questione.

L’intento dello studio di opere specializzate è di scoprire ciò che è stato fatto o scritto a proposito del problema che si tende affrontare e ciò che resta da fare per allargare il campo delle conoscenze. Sarebbe una grave scorrettezza avventurarsi in campo con la presunzione di essere i primi ad occuparsene o che quello che è stato fatto da altri sia privo di valore.

In questa ricerca si vuole indagare il seguente fenomeno: percezione dei docenti di Infermieristica sul proprio operato all'interno dell’ateneo pisano.

Si ricerca nella letteratura internazionale, attraverso motori di ricerca quali Pub-Med inserendo le parole chiave:

“Nurse teacher” and ” Perceptions”

ottendendo, dopo un’opportuna scrematura con metodo PRISMA, i seguenti risultati illustrati in Tabella 1:

(7)

7

Autore Titolo Anno Pubblicazione

Salminem L, Minna S. The competence and the cooperation of nurse educators.

Ottobre2012

Salminem L. The essence of the role of a nurse as a teacher

Ottobre2011

Merighi M.A., Jesus M.C Being a nursing teacher, woman and mother: showing the experience in the light of social phenomenology

Febbraio 2011

Corlett The perceptions of nurse

teachers, student nurses and preceptors of theory gab in nurse education

Agosto 2000

Turner S, Wellard S. Registered nurses' perception of teaching constraint to the teaching moment

Marzo 1999

School of General Nursing, Queen Elizabeth Hospital, Kowloon, Hong Kong.

Perception of effective clinical teaching behaviours in a hospital based nurse training program

Dicembre 1997

(8)

8

Per quel che concerne la letteratura italiana, non si è trovato niente che abbia preso in analisi le percezioni dei docenti di Infermieristica rispetto alla propria esperienza di insegnamento. Si trovano invece, numerosi articoli, sulle percezione dei docenti scolastici delle scuole medie inferiori e superiori, me che vengono esclusi in quanto non rientranti nei criteri di ricerca.

Una triangolazione di tutta la letteratura non ha portato però a far emergere, ad oggi, ricerche simili condotte su docenti universitari infermieri.

(9)

9

Definizione e costruzione degli strumenti

Il focus group

Il focus group è un metodo di intervista di gruppo che utilizza la comunicazione tra ricercatore ed intervistati al fine di ottenere maggiori risultati. A differenza delle interviste di gruppo, che permettono la raccolta di dati da più persone contemporaneamente, il focus group utilizza l’interazione tra i componenti del gruppo come generatore di dati. Il ricercatore, quindi, non si limita a porre domande al gruppo, il quale risponderà a turno, ma incoraggerà la comunicazione fra i vari membri del gruppo stesso.

Questa metodologia è fondamentale per esplorare gli atteggiamenti e le opinioni delle persone e soprattutto per capire perché la pensano in un determinato modo.

In letteratura non è rintracciabile una definizione univoca di focus group, ma alcuni ricercatori (Krueger, Greenbaum, Morgan) concordano nell’affermare che il focus group è : “un metodo di ricerca che coinvolge in una discussione di gruppo da

4 a12 persone le quali si riuniscono in un giorno prestabilito e, con l’aiuto di un moderatore, discutono di un argomento in un ambiente informale permissivo”.

Le informazioni fornite dai partecipanti costituiscono i dati della ricerca.

Il focus group è un metodo particolarmente utile per esplorare in modo approfondito le opinioni, gli atteggiamenti o i comportamenti di un gruppo, per approfondire le motivazioni sottostanti al pensiero e del comportamento umano.

(10)

10

quelle di “mercato” (ambito nel quale si è sviluppato inizialmente), ma soprattutto per ricerche condotte all’interno di organizzazioni di vario tipo: scuola, università, aziende, sanità, come in questo caso.

Il focus group fu proposto per la prima volta dai ricercatori Merton e Lazarsfeld (1946), colleghi della Columbia University. Durante la seconda guerra mondiale, come molti altri scienziati sociali, furono attivi e l’intervista di gruppo (che non è il focus group) fu uno dei principali metodi che usarono per creare campagne di propaganda, manuali di addestramento per le truppe e per studiare problemi legati alla guerra. La creazione del primo focus group avvenne in modo casuale. Lazarsfeld stava conducendo un’intervista di gruppo il cui scopo era di capire le reazioni della popolazione ad un programma radiofonico. Lazarsfeld chiese a Merton di assistere ad una sessione di ricerca e quest’ultimo gli suggerì di lasciar parlare liberamente i partecipanti. Il primo manuale sul focus group fu scritto da Merton et al. dopo la seconda guerra mondiale, con titolo “The Focused Interview”. Il termine “focused interview” è stato in seguito sostituito da focus group, anche se a volte viene ancora utilizzato per riferirsi al metodo.

Il focus group è un metodo di ricerca che si basa su una discussione di gruppo, condotta da un moderatore o “facilitatore” ed è focalizzata su un dato argomento allo scopo di raccogliere informazioni utili alla ricerca.

Gli attori del focus group sono:

il committente: colui/colei che desidera sia condotta la ricerca

il ricercatore: colui/colei o un gruppo di ricerca che di fatto pianifica, realizza la ricerca sulle indicazioni del committente; ricercatore e committente spesso possono coincidere

i partecipanti: le persone che compongono il gruppo che discute o esamina un certo tema oggetto di ricerca

(11)

11 quando necessario delle domande

l’assistente del moderatore: è presente alla sessione del focus group e assiste il moderatore nei suoi compiti

Fondamentale sottolineare che il focus group è una discussione di gruppo: questa è la caratteristica peculiare del metodo, ciò che lo rende diverso, ad esempio, dalle interviste di gruppo, dai “nominal group”, dai “delphi group”, dal brainstorming.

I dati raccolti derivano da una discussione tra i partecipanti su un tema preciso, stabilito precedentemente da colui che realizza la ricerca e dal committente.

Il focus group è infatti pianificato per ottenere informazioni solo sull’argomento stabilito.

Per garantire questo il ricercatore dovrà formulare le domande da porre ai partecipanti, in modo accurato, recluterà quale campione solo le persone che possono fornire le informazioni desiderate e sceglierà il “moderatore” migliore per la conduzione della discussione.

I ricercatori nel corso del tempo hanno introdotto diverse innovazioni nel metodo del focus group, differenziate in base allo scopo che si intende raggiungere con la ricerca.

I diversi tipi di focus group possono differire fra loro per la composizione del gruppo di partecipanti, per la strutturazione della ricerca, per il ruolo che ha il moderatore nella discussione. In tutti però si riconosce: la presenza di un moderatore, la registrazione delle conversazioni (previo consenso dei partecipanti), omogeneità

(12)

12 Tra i principali tipi di focus group riconosciamo:

• full group • mini group • telephone group

• focus group su internet • videoconferenza

• focus group globale

Il full group consiste in una discussione di circa 90-120 minuti, diretta da un moderatore che coinvolge 7-10 persone. Questa è la forma più utilizzata e che verrà usata anche in questa ricerca.

Nel caso in cui la ricerca abbia per oggetto più argomenti (focus complesso), devono essere programmati una serie di focus group con lo stesso gruppo di soggetti partecipanti.

Caratteristica dell’utilizzazione dei metodi qualitativi è l’ipotesi che consentano molto meglio di quelli quantitativi di analizzare i fatti dalla prospettiva di chi li vive, facilitando così la comprensione di atteggiamenti, valori, e comportamenti in determinati contesti.

Il focus group è una tecnica intermedia tra l’osservazione e l’intervista in

profondità: come nell’osservazione esso permette di osservare l’interazione tra i

soggetti e come l’intervista permette di porre le domande.

Il focus group viene normalmente effettuato da due persone: il moderatore che conduce la discussione ed un osservatore/aiuto moderatore che esamina le dinamiche di gruppo.

(13)

13 Deve avere le seguenti caratteristiche:

• abilità a gestire leader e follower

• saper coinvolgere chi parla poco o meno degli altri

• essere imparziale davanti alle idee ed ai commenti dei partecipanti • saper non esprimere mai la propria opinione e non dare giudizi

• avere capacità di bloccare le domande del gruppo che mirano a temi personali

• mantenere un clima di serenità generale per evitare le prese di posizione o le discussioni

I partecipanti al focus group (metodo Full Group) devono essere 6/7 al massimo 12, poiché un numero inferiore potrebbe inficiare le dinamiche di gruppo, mentre un numero superiore tende spesso a censurare l’intervento delle opinioni contrarie o deboli, non permettendo a tutti partecipanti di esprimere le proprie idee.

I componenti vengono scelti secondo una serie di caratteristiche specifiche, che sottintendono una certa omogeneità dal punto di vista psicologico, territoriale e caratteriale, oltre a possedere buone capacità di interazione con gli altri.

Il focus group si compone di quattro fasi principali:

1. Riscaldamento:

è la fase più delicata in cui si determina l’esito del focus group, poiché spesso moderatore e osservatore sono visti con diffidenza. E’ bene mitigare il clima con un approccio amichevole. Si inizia poi a strutturare la comunicazione sul contenuto, stimolando i partecipanti con un “giro di tavolo”, invitandoli a riflettere su un tema generico che deve essere sempre più specificato ed indagato nella direzione utile rispetto ai fini preposti, seguendo le parole dei partecipanti stessi e facendone un’analisi semantica e del contenuto per farne

(14)

14 emergere le criticità;

2. Relazione:

in questa fase si indaga il clima del gruppo; è opportuno fare domande su tematiche di interesse comune e condiviso dai partecipanti, in base al fenomeno di ricerca che si sta indagando;

3. Consolidamento:

in questa fase, di norma, emergono le problematiche più sentite. E perciò importante, oltre a lasciare che il gruppo metta in evidenza le proprie criticità, tentare di calmare i partecipanti affinché non si verifichino conflitti e per evitare che il focus group diventi uno “sfogatoio” di problemi di affermazione personale piuttosto che di necessità professionale;

4. Distacco:

è la fase dell’allontanamento. Per evitare di deludere le aspettative dei partecipanti, che a questo punto, sono in piena sintonia con il conduttore è bene attuare un distacco graduale, lasciando che il gruppo si sfaldi da se’ in modo naturale.

(15)

15

Problemi etici

I problemi etici dell’uso del focus group riguardano prettamente la tutela della privacy e lo stress.

La tutela della privacy è uno dei problemi etici più importanti in tutte le ricerche, ma in modo particolare nel focus group poiché si ha un’interazione diretta non solo tra ricercatore e partecipante, ma anche fra partecipanti.

Esistono diversi accorgimenti atti a garantire la riservatezza dei partecipanti: solo il ricercatore accede alle informazioni relative al reclutamento ed alle informazioni registrate; durante la conversazione le persone vengono indentificate con il nome di battesimo, con una lettera o con un numero o con uno pseudonimo; durante la trascrizione, le informazioni che possono identificare le persone vengono cancellate. Ai partecipanti l’anonimato e la confidenzialità dei dati devono essere garantiti esplicitamente, il che può avvenire anche fornendo loro una garanzia scritta.

Un altro aspetto relativo alla privacy sono le informazioni che i partecipanti conoscono l’uno dell’altro. Nel focus group, diversamente da altre metodologie, le informazioni, prima che al ricercatore di fatto vengono fornite agli altri partecipanti. Questo fenomeno fa sì che le persone siano restie ad aprirsi durante la conversazione. Il ricercatore deve tener conto di questo nel reclutamento del campione; se la ricerca impone, come in questo caso, di reclutare un gruppo di conoscenti, dovranno essere limitate le conversazioni relative a fatti estremamente personali.

Il focus group può essere stressante per i partecipanti, può metterli a disagio. Tale fenomeno è particolarmente sentito quando si trattato argomenti molto personali (es. droga, alcool, malattie croniche, sessualità). E’ vero che nel focus group le persone hanno la possibilità di discuterne con altri che vivono la loro stessa

(16)

16

esperienza, ma ciò non necessariamente rende l’argomento meno stressante.

Per limitare il disagio è importante informare i partecipanti che in qualsiasi momento della conversazione possono prendersi una pausa o abbandonare la ricerca senza alcuna giustificazione. Per ridurre lo stress è anche molto utile reclutare un moderatore particolarmente esperto in ambito di ricerca e capace di gestirlo.

(17)

17

Applicabilità del focus group

I focus group sono diventati nel tempo un importante strumento di indagine per finalità diverse ed in numerosi ambiti: nel marketing, nella ricerca sociale, nelle analisi valutative di processi e risultati, nelle politiche aziendali e sociali, in comunicazione ed advertising.

Come ogni tipo di tecnica i focus group vanno inseriti nella strategia giusta per quell’obiettivo, utilizzati nella situazione più adatta e al momento opportuno, gestiti da professionisti. La validità dei risultati ottenuti e delle azioni conseguenti dipenderà dalla presenza della buona combinazione di tutti i fattori.

La caratteristica del focus group è la presenza di un gruppo interattivo di pari che risponde direttamente alle domande del ricercatore. L’obiettivo perseguibile con il focus non è quello di portare il gruppo verso l’assunzione di decisioni, né di ricercane il consenso su un argomento. Il metodo enfatizza l’obiettivo di tirare fuori al massimo da ogni partecipante le “expertise”, le opinioni, le emozioni, i vissuti su un argomento specifico, attraverso un confronto costruttivo.

Il focus group è particolarmente indicato quando si deve ricevere un feedback dai partecipanti, motivo per il quale è stato scelto come metodo in questa ricerca.

(18)

18

Costi di ricerca

Il ricercatore deve considerare i costi della ricerca durante la fase di pianificazione, tenendo conto del budget messo a disposizione dal committente.

Tali risorse potrebbero essere impiegate, ad esempio, per poter pagare agenzie che si occupino del reclutamento del campione e per i costi da sostenere per utilizzo di “facilitatori”: affitto della stanza dove verranno sostenuti i focus group, guide per i moderatori, resoconti cartacei ed audiovisivi.

Altri costi da tenere in considerazione sono quelli per i moderatori ed assistenti che condurranno i focus e per i partecipanti, qualora si preveda un incentivo di partecipazione per questi ultimi.

La complessità dei dati raccolti potrebbe prevedere, poi, un aumento dei costi per ciò che concerne l’analisi finale dei dati e la compilazione del report finale.

In questo lavoro, non è stato previsto alcun incentivo economico per i partecipanti.

I moderatori ed assistenti ai focus sono stati interpretati dal ricercatore e dal committente in maniera alternata, senza alcun incentivo monetario.

I “facilitatori” sono stati gentilmente messi a disposizione, a titolo gratuito e di ricerca, dall’Università degli Studi di Pisa (Polo didattico di Livorno e di Pisa).

(19)

19

Bracketing

Il termine deriva dall’inglese “to bracket” che significa “mettere tra parentesi”. Consiste nell’identificazione, da parte del ricercatore, di ogni precedente conoscenza, idea, credenza, pregiudizio, preconcetto relativo al fenomeno in studio e far si che queste idee non influenzino né la progettazione , né la fase di analisi, in quanto il ricercatore è parte attiva della ricerca.

Durante la progettazione è fondamentale un’accurata identificazione delle pre- conoscenze sul tema al fine di prepararsi e non cadere in propri stereotipi o influenzare il campione (confondente nella rilevazione).

Durante l’analisi è necessario tenere conto di come l’identificazione delle preconoscenze influenzino il vissuto, in modo da permettere una quanto più oggettiva analisi dei dati.

Il ricercatore, pur immergendosi totalmente nell’analisi dei vissuti dei partecipanti, deve fare in modo di non interpretare, attraverso le sue conoscenze o esperienze, ciò che i partecipanti hanno voluto significare nelle risposte date.

In questa ricerca, il bracketing è stato eseguito sia dal relatore (committente) che dal candidato (ricercatore), in quanto entrambi docenti di Infermieristica presso l’Ateneo pisano e rivestendo anche, alternativamente, il ruolo di moderatore ed assistente nei focus condotti.

(20)

20

Selezione del campione

Una fondamentale differenza tra la ricerca qualitativa e quantitativa sta proprio nella metodologia del campionamento.

I ricercatori quantitativi hanno l'obiettivo di reperire un consistente - in base alla potenza dello studio- campione casuale che sia sufficientemente rappresentativo della popolazione generale, al fine di eliminare le differenze individuali che ne inficerebbero la generalizzazione e potendo nel contempo effettuare delle inferenze statistiche.

I ricercatori qualitativi si rivolgono ad un piccolo campione specifico al fine di produrre una spiegazione plausibile e coerente del fenomeno in studio. I risultati non saranno statisticamente generalizzabili, ma lo potrà essere il modello e la teoria che da questo tipo di studio vengono prodotti. Pertanto la selezione del campione avviene secondo criteri di rilevanza e di consistenza qualitativa in relazione all’oggetto di studio.

Il successo di una ricerca con il metodo del focus group dipende in grande misura dai partecipanti che vi fanno parte.

La scelta dei partecipanti “giusti” consente di ottenere i dati desiderati; viceversa se il ricercatore reclutasse persone che non conoscono l’oggetto di indagine, o che non hanno molto da dirsi, la discussione di gruppo non consentirebbe di raccogliere le informazioni desiderate. Per tale motivo le decisioni relative alla composizione del gruppo sono un aspetto cruciale nella fase di pianificazione della ricerca.

(21)

21

La pianificazione del reclutamento influenzerà anche la formulazione delle domande e l’analisi dei dati.

Il piano di reclutamento dei partecipanti è caratterizzato da una serie di fasi: • definire le caratteristiche del campione

• definire l’ampiezza del gruppo

• definire il numero di gruppi da impiegare nella ricerca • definire i criteri ed i metodi di reclutamento

• definire in che modo verranno contattati i partecipanti • decidere quando e dove svolgere la discussione

In questa ricerca, seguendo questi criteri, il campione è stato così selezionato (vedi Tabella 2):

(22)

22

Caratteristiche campione Docenti Infermieri che effettuano un corso nella Laurea Triennale Infermieristica dell’Università di Pisa (Polo didattico di Pisa, Livorno, Pontedera, Massa) nell’ anno accademico in corso (2012/2013)

Ampiezza del campione Min 7 e Max 10 persone per Focus Group

Numero gruppi impiegati nella ricerca 2 Gruppi per 2 focus group (full group) distinti: -Polo didattico Livorno

-Polo didattico Pisa

Criteri e metodi di reclutamento Si esegue un reclutamento da liste esistenti: si interpellano i docenti (attraverso la lista di nominativi forniti dall’Università) e si spiega la motivazione della ricerca. Se ne chiamano massimo 10 (+2 riserve) per Polo Didattico. L’adesione deve essere spontanea e volontaria.

Contatto partecipanti Via e-mail o per via telefonica

Svolgimento del focus group Viene stabilita una data e un orario di riferimento presso il Polo Didattico di appartenenza (Focus Livorno: aule Polo didattico Livorno, presso Presidio Ospedaliero di Livorno; Focus Pisa: aule di Medicina presso il presidio Ospedaliero di Cisanello).

Durata del focus group Si stabilisce la durata del focus in un massimo di 120 minuti

(23)

23

Il campione scelto in base a questi criteri è da considerarsi un campione

propositivo ed omogeneo. Difatti le persone interpellate presentano tutte

caratteristiche simili e appartengono alla stessa istituzione universitaria: percependo gli altri come simili a se’ stessi i partecipanti impiegheranno meno tempo a socializzare e si esprimeranno più facilmente, essendo l’argomento a loro molto proprio.

Quando il ricercatore recluta i partecipanti deve tenere presente non solo che il suo scopo è di raccogliere informazioni, ma anche che la ricerca risulti interessante per le persone che vi partecipano: solo se c’è un vero interesse esse produrranno una comunicazione stimolante e di conseguenza sarà possibile raccogliere informazioni più accurate e pertinenti sull’argomento.

In questa ricerca non sono stati offerti incentivi di alcuna natura nella partecipazione al focus.

(24)

24

Composizione della matrice di domande

Formulazione delle domande

La chiarezza delle domande è un aspetto fondamentale; infatti solo se i partecipanti comprendono realmente il significato della domanda possono rispondere correttamente.

Tra i principali modi per garantire la chiarezza di una domanda vi è il fraseggio corretto: esso deve essere identico per tutti i partecipanti. E’ importante che i singoli termini abbiano lo stesso significato per tutto il gruppo, altrimenti interpretazioni diverse della stessa domanda porteranno a risposte differenti e non utili.

Le domande devono essere brevi, poiché le lunghe sono spesso ridondanti e rendono difficoltosa la comprensione.

Anche la formulazione delle domande, all’interno del processo di pianificazione del progetto di ricerca è caratterizzata da una serie di fasi, ricorsive tra loro:

1. Chiarire il problema da esaminare: il ricercatore chiarisce qual è l’obiettivo

che la ricerca intende raggiungere

2. Creazione e stesura delle domande; dopo aver chiaro l’obiettivo, il ricercatore

elabora una serie di idee e temi in base alle quali si formuleranno le domande finali. E’ utile un brainstorming tra ricercatore e committente (nel nostro caso candidato/relatore) per creare idee pertinenti sia sull’argomento oggetto di ricerca, sia sulle caratteristiche dei partecipanti precedentemente designati 3. Scrivere le domande: le idee si trasformano in domande vere e proprie. Il

ricercatore deve porre particolare attenzione al fraseggio e alla loro sequenza, calcolando anche il tempo necessario ai partecipanti per rispondere alla domanda

(25)

25

4. Rivedere le domande: per verificare la bontà delle domande il ricercatore sottopone le proprie domande al committente o ad altri ricercatori; infine, dopo aver apportato delle modifiche in base ai suggerimenti ricevuti, compila la matrice di domande definitiva.

Per formulare domande idonee ad un focus group esistono due metodi: la topic

guide e la questioning route. La prima è detta anche “scaletta di punti o di

argomenti”. In questo metodo il moderatore non formula domande articolate, ma prepara solo alcune “parole chiave”, indicative di temi ed argomenti pertinenti proposti dal ricercatore..

Nella questioning route, vale a dire “percorso strutturato di domande”, il moderatore sviluppa domande dettagliate ed articolate, sia con un gruppo di partecipanti, sia con partecipanti differenti, di modo che vi sia una maggiore grado di confrontabilità reale tra le risposte dei partecipanti. Le domande sono studiate e formulate dal ricercatore.

La questioning route è il metodo utilizzato per la formulazione delle domande in questa ricerca.

(26)

26

Categorie delle domande

Ogni domanda formulata dal ricercatore ha uno scopo specifico ed è tendenzialmente proposta in un momento specifico della conversazione.

Il grado di importanza della domanda influenza sia il tempo richiesto ai partecipanti per rispondere, sia la qualità dell’analisi. Deve essere sempre tenuta in considerazione dal ricercatore per la pianificazione delle domande.

Si individuano, per la conduzione di un focus group, le seguenti categorie di domande:

-domanda di apertura: permette di creare un ambiente confortevole, mettendo in evidenza caratteristiche comuni dei partecipanti

- domanda introduttiva: evidenzia l’argomento di ricerca e permette ai partecipanti d riflettere su di esso

- domanda di transizione: anticipa la domanda sostanziale e permette di vedere l’argomento in base allo scopo della ricerca

- domanda sostanziale: domanda/e che ci permettono di raccogliere le informazioni desiderate dai partecipanti

- domanda finale: domanda che chiude la discussione; permette ai partecipanti di riflettere su quanto è stato detto durante la discussione.

La categorizzazione non è rigida, ma risulta molto utile per i moderatori perché li aiuta a formulare le domande in una sequenza logica e chiara.

(27)

27

Matrice

In base quanto sopra esposto e nel cogliere l’essenza del quesito di ricerca si è arrivati alla seguente matrice di domande, secondo il metodo della questioning route:

Domanda Stato percettivo

1)Che cosa l’ha spinta a fare il docente? Percezione della motivazione 2)Come si sente, come docente, all’interno di un

contesto universitario come UNIPI?

Percezione del senso d’appartenenza

3)Sente di incontrare difficoltà durante lo svolgimento del suo lavoro come insegnante?

Percezione di efficacia/autoefficacia

4)Sente di essere gratificato da questa esperienza?

Percezione del senso di riconoscenza

5)Sente di raggiungere/aver raggiunto risultati soddisfacenti?

Percezione dei risultati

In questa selezione di domande si può riconoscere nella numero 1 la domanda

introduttiva, le altre sono tutte di natura sostanziale, poiché vertono ad indagare

proprio le percezioni che i docenti hanno nel loro modo di vivere l’esperienza all’interno del contesto universitario pisano. La numero 5 è da considerarsi domanda

(28)

28

Raccolta dati

La registrazione della discussione

La registrazione di quanto viene detto nel focus group è estremamente importante e può avvenire in diversi modi: attraverso gli appunti del moderatore e del suo assistente e attraverso un’ audio-registrazione.

E’ ovvio che per rendere la conversazione spontanea, la più informale possibile, il fatto che il moderatore scriva durante il focus group non deve essere d’intralcio: sarebbe spiacevole se i partecipanti dovessero aspettare che il moderatore finisca di scrivere prima di poter continuare a parlare.

Per tale motivo il moderatore prenderà solo degli appunti, mentre è compito dell’assistente registrare nei propri quanto viene detto.

Il ricorso all’audio-registrazione è indispensabile per cogliere tutti gli aspetti della conversazione; i dati trascritti dalla registrazione vengono poi confrontati ed eventualmente integrati con gli appunti presi da moderatore ed assistente. E’ buona norma che il moderatore spieghi la presenza di questi strumenti prima dell’inizio della conversazione per tranquillizzare i partecipanti e ricevere il consenso alla registrazione.

Un altro metodo valido per annotare certi tipi di informazioni è quello di utilizzare degli strumenti grafici, come la lavagna a fogli mobili per scrivere le risposte dei soggetti.

(29)

29

L’utilizzo di questo strumento presenta il vantaggio di focalizzare l’attenzione su ciò che si sta discutendo e sull’obiettivo della ricerca .

In questa ricerca, per la raccolta dei dati, sono stati utilizzati: appunti del moderatore e dell’assistente, audio-registrazione.

Tasso di risposta

Designa il numero totale delle persone contattate che hanno partecipato alla discussione e che hanno fornito i dati per la ricerca.

In questa ricerca per il focus group tenutosi al Polo Didattico di Livorno hanno risposto 7 docenti su 10; per quello tenutosi al Polo didattico di Pisa hanno risposto 7 docenti su 10.

(30)

30

Analisi dei dati

Approccio analitico

Nell’analisi dei dati quantitativi si procede in maniera molto differente dalle analisi quantitative. L’analisi quantitativa procede di pari passo con la raccolta dei dati: lo scopo della raccolta dei dati è fornire un accurata rappresentazione del fenomeno di studio usando una “rappresentazione dettagliata”.

Per la ricerca qualitativa invece, secondo la “grounded theory”, le categorie e le interpretazioni sono già presenti al momento della raccolta del dato, in quanto il dato stesso è già un’interpretazione della realtà.

L’analisi dei dati del focus group consiste nell’esaminare, categorizzare, tabulare, ricombinare ed interpretare le informazioni emerse nella discussione, al fine di poter rispondere al quesito di ricerca e riportare i risultati ottenuti in un resoconto.

Il processo di analisi in un focus group è peculiare poiché i dati provengono da diverse fonti: l’osservazione, la conversazione, la registrazione. Tale molteplicità di fonti fa’ si che il focus group non possa essere analizzato come un’intervista individuale. L’analisi risulta più complessa poiché molte delle informazioni raccolte derivano dall’interazione delle persone nel gruppo: i partecipanti si influenzano a vicenda e le loro opinioni cambiano nel corso della conversazione, emergono nuovi elementi, vi sono momenti di silenzio o la non-espressione di certi argomenti, il cui senso non deve essere trascurato.

Esistono due approcci fondamentali per l’analisi dei dati del focus group: l’approccio etnografico, rigorosamente qualitativo, in cui l’analisi si riferisce direttamente a citazioni testuali del gruppo di discussione e l’analisi del contenuto, in

(31)

31

cui ciò che dicono i partecipanti è analizzato in base ad un sistema rigoroso che prevede la formazione di categorie di contenuto, a cui può essere attribuito un valore di tipo numerico (approccio quantitativo).

In questa ricerca, è stato scelto il metodo etnografico in quanto l’analisi dei dati con questo approccio ha lo scopo di fornire la descrizione, più accurata possibile, di ciò che i partecipanti hanno detto, attribuendo poi ai dati raccolti una spiegazione che è necessariamente soggettiva. La soggettività, in questa metodica, è da intendersi come risorsa per la comprensione e l’interpretazione dei dati, piuttosto che un limite.

Processo di analisi

Può essere rappresentato come una linea continua che va dai dati grezzi alle indicazioni presenti nelle conclusioni:

DATI GREZZI → DESCRIZIONE → INTERPRETAZIONE → CONCLUSIONI

I dati grezzi sono tutte le informazioni fornite dai partecipanti. Essi vengono trascritti e categorizzati, come sono stati espressi dalle persone.

Con la descrizione il ricercatore rielabora i dati grezzi e li riassume, citando quelli più importanti o più esemplicativi allo scopo della ricerca.

Nella fase di interpretazione il ricercatore attribuisce ai dati un significato, basandosi sulle informazioni ottenute nel corso della discussione .

Infine, nelle conclusioni, il ricercatore offre indicazioni riguardanti le implicazioni, anche concrete, dei dati raccolti in rapporto al problema esaminato (es. utilizzo dei dati emersi).

(32)

32

Metodo d’analisi

Nella scelta del metodo d’analisi si deve tenere conto di due variabili: il rigore desiderato ed il tempo a disposizione. In base alla combinazione delle due variabili si hanno quattro metodi di analisi:

• Analisi basata sulla trascrizione dei dati • Analisi basata sulle informazioni registrate • Analisi basata sugli appunti del moderatore

• Analisi basata sulle informazioni memorizzate dal moderatore

L’analisi basata sulla trascrizione dei dati è il metodo più lungo e rigoroso. Le informazioni a disposizione del ricercatore sono quelle audio e/o video registrate e accuratamente trascritte; a queste si aggiungono le informazioni derivanti dagli appunti presi dal moderatore e dal riassunto fatto dal moderatore e dall’assistente subito dopo il focus group.

La metodica di analisi sopracitata è stata adottata in questo lavoro di ricerca.

Gli altri metodi, sono tutti un sottoinsieme del precedente, comunque validi qualora risultassero scarse alternativamente le risorse economiche e di tempo o qualora non venisse richiesto un alto rigore scientifico.

(33)

33

Principi che guidano l’analisi dei dati

Indipendentemente dall’utilizzo del metodo di analisi dei dati, esistono dei principi a cui il ricercatore deve attenersi per garantire la qualità del risultato.

L’analisi deve essere:

-sistematica: il processo di analisi deve essere pianificato; sono fondamentali i criteri di selezione del campione e la formulazione delle domande;

-verificabile: altri ricercatori che attingano ai dati grezzi devono raggiungere gli stessi risultati;

-focalizzata: la concentrazione sulle risposte alle domande di natura sostanziale, nella prima fase d’analisi, è fondamentale per far emergere i contenuti che si stanno cercando.

Inoltre:

-deve cercare un feedback: ricercatore, committente, moderatore, partecipanti, altri ricercatori presenti al focus group possono avere una visione diversa della ricerca e fornire feedback utili per l’analisi dei dati ottenuti;

-il metodo di analisi è context-sensitive: il ricercatore pianifica tutto, però durante lo

svolgimento del focus group possono emergere alcune tematiche “impreviste” e non trascurabili se pertinenti allo scopo di ricerca. Il processo di analisi dovrà essere modificato tenendo conto anche di questi nuovi elementi emersi.

(34)

34

Resoconto narrativo

In questo elaborato è stato scelto di rappresentare il resoconto in forma scritta, attraverso il formato narrativo. I risultati vengono presentati in una tabella (Tabella 3) sotto forma di riassunto con alcune esemplificazioni per ogni stato percettivo indagato.

Stato percettivo Vissuti

Percezione della motivazione • Mettersi alla prova, crescita personale • Voglia di rimanere aggiornati, non smettere

mai di imparare

• Confrontarsi con le nuove generazioni di professionisti

• Trasmettere agli studenti le proprie cono-scenze, esperienze e competenze

• Volontà di trasmettere valori professionali • Desiderio che ci sia continuità tra quello che

si insegna e la pratica

• Aumento dell’autostima e crescita come professionista

• Auto-motivazione da feedback positivo de-gli studenti

• Volontà di concorrere a creare le nuove ge-nerazioni di infermieri

• Poter sperimentare nuove metodologie di insegnamento

• Nuovo sbocco lavorativo Percezione del senso di appartenenza

• Alto senso di appartenenza al Polo Didattico in cui si svolge la docenza

• Alto senso di responsabilità nell’essere do-cente universitario di UNIPI

• Scarso o assente senso di appartenenza ad UNIPI come Istituzione, vissuta come ente che spesso “impone e poco propone” • Nessuna volontà di creare integrazione tra

Poli Didattici, pur dello stesso ateneo • Riconosciuta troppa formalità a livello di

istituzione che viene abbattuta a livello di Poli Didattici

• Mancanza, da parte dell’Istituzione, della messa a disposizione di risorse ottimali che organizzino al meglio l’insegnamento (aule capienti, staff organizzativo) e di comunica-zione efficace

(35)

35

• Il confronto con l’organizzazione di altri percorsi didattici fa perdere il senso di ap-partenenza ( ci si sente “figli e figliastri”), pur avendo l’Infermieristica tanti iscritti

• Si ha la percezione che UNIPI, come istitu-zione, non valorizzi il lavoro svolto dai centi e renda poco credibile il ruolo dei do-centi infermieri

• Le direttive che l’istituzione emana, seppur giuste, risultano a volte sterili e calate dall’alto

• Non esistenza all’interno di UNIPI di un pro-fessore ordinario, associato o ricercatore di Infermieristica come mancata possibilità di rappresentazione della professione e di ri-conoscimento formale in Ateneo; difficoltà nel riconoscersi in altri professionisti che guidano il percorso di laurea in Infermieri-stica

• Non si sviluppa senso di appartenenza per-ché UNIPI non struttura l’organizzazione della didattica, fornendo ai docenti linee guida, ma lasciandoli in quella che sembra una ” falsa autonomia”

Percezione dell’efficacia/autoefficacia • Poche o nessuna difficoltà in aula; buon feedback con gli studenti e con i colleghi • Difficoltà nel conciliare attività lavorativa ed

attività didattica

• Gestione difficoltosa di aule numerose e nella preparazione del materiale per troppi studenti(“dimostrata scientificamente l’efficacia di un docente su un piccolo grup-po”)

• Difficoltà nel non avere una programmazio-ne condivisa sia tra Poli Didattici, sia con gli altri docenti: spesso vi è ripetizione di con-cetti ed assenza totale di altri

• Difficoltà nel mantenere alti certi standard di qualità e coerenza con quello che è il programma formativo universitario • Difficoltà nel gestire studenti a volte poco

coscienziosi

Percezione della gratificazione • Massima e piena gratificazione che arriva dagli studenti data dal riconoscimento degli obiettivi raggiunti e dal feedback positivo degli stessi ( “si sente di dar loro qualcosa”) • Poca o nessuna gratificazione da parte

dell’Istituzione

• Poca attenzione verso il docente come per-sona a livello centrale, l’opposto a livello lo-cale

(36)

36

• Non riconoscenza dell’impegno attraverso gesti concreti da parte di UNIPI (es. crediti ECM, ore) per far sentire valore quello che viene fatto (“ ti riconosco come docente, ti tengo di conto, ti valorizzo”)

• Percezione di valorizzazione della docenza nel percorso magistrale con il riconoscimen-to del modulo di ” didattica

dell’insegnamento” per chi è docente UNIPI

• Il mancato riconoscimento in alcun modo in qualità di docente dall’istituzione UNIPI po-trebbe indurre all’abbandono

dell’insegnamento

Percezione dei risultati • Raggiungimento di risultati soddisfacenti con gli studenti; riscontro di ciò anche nel tirocinio paratico

• Raggiungimento di risultati soddisfacenti, seppur con errori ed alcune manchevolezze, come insegnanti

• Senso di fallimento nella non riconferma del mandato a causa di mancanza titolo magi-strale e/o di riforme universitarie che han-no previsto tagli nelle docenze infermieri-stiche

• Senso di vissuto fallimentare sul fatto che altri professionisti non infermieri guidino il corso di Laurea Infermieristica

• Soddisfazione nell’essere riusciti a superare difficoltà che sembravano all’inizio

dell’esperienza insormontabili (gestione au-le numerose, valore dei contenuti)

• Nessuna percezione di risultato da parte dell’istituzione ( “nessuno mi dice se ho fat-to un buon lavoro se non lo studente”); l’istituzione da’ il mandato ma non controlla

(37)

37

Interpretazione dei dati

In base alla descrizione dei dati raccolti, si effettua l’interpretazione degli stessi.

Percezione della motivazione

Si diventa docenti per diversi ordini di motivi, che possono essere ricondotti ai seguenti fattori:

-orientamento all’innovazione -orientamento alla cultura -orientamento alla relazione.

Tali fattori non sono da considerarsi a compartimenti stagni, ma tessere di un puzzle, che indipendentemente dalle singole dimensioni, compongono il profilo del docente.

L’orientamento all’innovazione è il desiderio di sperimentare, esplorare i processi formativi attraverso la condivisione delle nuove metodologie. E’ emerso, in questa analisi, sia in coloro che hanno una formazione più recente, sia in chi ha frequentato le scuole professionali e sia in chi ha sostenuto percorsi formativi misti.

Il comune denominatore risulta essere la forte identificazione professionale dell’ essere infermiere, il credere nel proprio lavoro, nel volerlo valorizzare e nel volerlo trasmettere.

L’orientamento alla cultura è quell’atteggiamento di apertura alle varie forme di sapere, agli avvenimenti, all’attualità. I docenti intervistati dedicano molto tempo alla propria crescita culturale e scientifica e vorrebbero farlo meglio, mostrando

(38)

38

curiosità per esperienze nuove ed originali. Si pongono come “knowledge workers” e si percepiscono essi stessi come mezzi di trasmissione del sapere.

Il focus sulla propria formazione continua e sulla sua trasmissione alle nuove generazioni di professionisti è un “catalizzatore” alla motivazione al lavoro clinico.

L’orientamento alla relazione è inteso come disponibilità, apertura agli altri, al prendersi cura degli altri. Le persone orientate alla relazione sono spinte a collaborare ed ad essere solidali, piuttosto che a competere. Questi sono atteggiamenti insiti in chi sceglie di intraprendere le “helping professions” e a maggior ragione nei docenti infermieri che enfatizzano questo lato della loro personalità, lavorando anche nella formazione. Dai resoconti verbali degli intervistati emerge il loro sentirsi “mentore” e non solo persone che tramettono contenuti/informazioni/nozioni, ma che hanno come obiettivo anche la crescita della persona nella professione.

Percezione del senso di appartenenza

Si riscontra nelle risposte date dai docenti un grande senso di appartenenza all’istituzione universitaria in senso locale (polo didattico); quasi assente o nullo il senso di appartenenza a livello istituzionale perché essi stessi percepiscono formalità e scarsa valorizzazione da parte dell’ateneo del lavoro svolto.

Notevole importanza, per l’appartenenza, viene data al fatto che all’interno del contesto universitario non via sia una figura di riconoscimento a livello formale (professore ordinario e/o associato) che rappresenti la professione infermieristica ed in cui i docenti possano identificarsi.

Inoltre il confronto con l’organizzazione di altri percorsi didattici rende i docenti molto sensibili alla percezione che l’istituzione universitaria non abbia trattamenti equi o metta a disposizione risorse equanimi, nonostante l’alto numero di iscritti.

(39)

39 Percezione dell’efficacia/autoefficacia

Le risposte fornite dai docenti infermieri dei poli di Livorno e Pisa presentano alcune analogie ma anche forti differenze, in ragione soprattutto della diversa numerosità delle classi.

Quanto raccontano gli intervistati è riconducibile a dimensioni organizzative e di relazione con gli studenti.

Dal punto di vista organizzativo entrambe le sedi lamentano la carente condivisione dei programmi, cioè l'assenza di una sovrastruttura che consenta di conoscere “quale docente affronta quali contenuti”. La conseguenza di questo è rappresentata dalla trattazione di stessi argomenti da parte di più insegnanti, col rischio però che altre tematiche non vengano affatto affrontate. Alcuni docenti concordano che l'Università potrebbe richiedere loro, a inizio anno accademico, una traccia del programma da trattare, a scopo autorizzativo, valutativo e, non per ultimo, di coordinamento didattico. L'organizzazione della didattica, già difficoltosa per la conciliazione tra lavoro clinico e insegnamento, è ulteriormente aggravata dalla numerosità delle aule. Con grandi gruppi di studenti risulta veramente difficile sia instaurare un rapporto con essi ma soprattutto tenere alta l'attenzione e coinvolgerli per più ore consecutive.

Rispetto alla dimensione del rapporto con gli studenti il modus operandi presentato da alcuni docenti di effettuare un “contratto con l'aula” appare produttivo, efficace e in linea con quanto sostengono le scienze della formazione. Il contratto è un strumento fondamentale nell'educazione degli adulti perché aiuta il docente ad adottare uno stile di relazione. Il docente che entra in aula e si presenta, presenta il proprio corso, definisce gli obiettivi, la metodologia e si impegna in qualcosa di preciso, a orientare la sua azione a un obiettivo dichiarato. Gli studenti, dal canto loro, possono esplicitare aspettative e vengono così invitati a orientare il loro

(40)

40

interesse verso il raggiungimento di obiettivi. Entrambe le parti sono coinvolte.

Percezione del senso di riconoscenza

In entrambi i Poli Didattici i docenti presentano situazioni identiche: una forte riconoscenza da parte degli studenti, un ugualmente forte senso di appartenenza al corpo docenti infermieri ma, all'estremo opposto, una assoluta mancanza di riconoscenza da parte dell'ateneo. A mano a mano quindi che si sale la piramide dell'organizzazione gerarchica, quindi, il distacco dalla realtà emotiva è crescente.

È forte il riconoscimento del ruolo da parte degli studenti, che restituiscono feedback di obiettivi formativi raggiunti, chiedono approfondimenti e denotano impegno nello studio. Questi successi vengono considerati da alcuni intervistati come misurazioni del successo dell'insegnamento.

All'estremo opposto c'è la mancanza, pressoché assoluta, di riconoscimenti da parte dell'Università sia a livello formale che emotivo. I docenti sono ovviamente consapevoli dell'impossibilità di ottenere un ritorno a livello economico, in virtù del contratto di prestazione gratuita firmato. Propongono però riconoscimenti simbolici, al pari di quanto avviene in altri atenei dove la ricompensa per l'impegno profuso nell'insegnamento è il riconoscimento di crediti ECM o altri benefit di valore realmente modesto.

Se da un lato la formalizzazione di un contratto a titolo gratuito non lascia dubbi sull'impossibilità di avere un ritorno economico, dall'altro – a fronte dei successi portati dagli studenti e misurabili con gli obiettivi formativi raggiunti dagli stessi – fa nascere in alcuni il desiderio di ottenere riconoscimenti di natura simbolica, che passino il messaggio di “ti riconosco come docente, ti valorizzo perché premio l'impegno”.

(41)

41 Percezione dei risultati:

In entrambi i poli didattici le risposte fornite dai docenti sono riconducibili a aspetti didattici e valutativi, accomunati dalla mancanza di politiche dell’Università tese a valutare le prestazioni dei docenti. Sul fronte della didattica i docenti, generalmente, presentano il successo degli studenti come esito del loro stesso impegno nell’insegnamento, nel fornire supporto e affiancamento in tirocinio. Altri si percepiscono migliorati nel tempo grazie all’attenzione e alla motivazione all’aggiornamento continuo. Queste stesse persone, però, sottolineano anche che il bisogno di crescere è del singolo e non è quindi un messaggio universale, un obiettivo che tutto il corpo docente ha e fa proprio. Altri docenti, invece, valutano i propri risultati attraverso i feedback dai tutor clinici.

(42)

42

Conclusioni

L’importanza ed il valore attribuito alla ricerca sono proporzionali alla sua capacità di offrire risultati tali da esercitare un effetto diretto di cambiamento.

La stessa finalità ultima della ricerca si rapporta alla sua capacità di far progredire le conoscenze, fondamento di ogni disciplina. Per ciò le constatazioni derivanti da lavori di ricerca possono confermare, modificare o allargare il campo delle conoscenze su un determinato problema e favorirne l’apporto di nuove, che devono essere verificate nella pratica.

In particolare, la ricerca qualitativa (o ricercazione) si sviluppa in un’ottica volta ad una conoscenza ”interessata” ossia ad un’impresa diretta ad uno scopo pratico ed impegnata in un progetto il cui oggetto è determinato dall’interesse dei singoli individui o di un certo gruppo.

L’efficacia di una ricercazione è valutata nella soluzione o cambiamento di un dato problema e/o comportamento. Il sapere vale come fonte dell’azione e, a sua volta, l’azione vale come fonte di conoscenza pratica.

In questo lavoro abbiamo voluto evidenziare come attraverso la ricercazione ed i suoi strumenti, si possa capire ed operare nel contesto della percezione che hanno di se’ i docenti Infermieri dell’Ateneo pisano.

Da questa indagine sono emersi numerosi “vissuti” che hanno permesso di far prendere coscienza ai docenti delle proprie motivazioni, emozioni, difficoltà, gratificazioni all’interno del contesto universitario. Tutto questo attraverso uno scambio fra pari che ha dato la possibilità di vedere l’esperienza di docente

(43)

43

universitario da varie sfaccettature. L’ascolto attento delle percezioni di tutti, dei diversi punti di vista, la condivisione delle problematiche possono essere di stimolo per cambiare in senso attivo il modo di fare docenza, migliorando sensibilmente la qualità dell’insegnamento erogato agli studenti di Infermieristica dell’Ateneo pisano.

Sebbene la didattica si scontri con i limiti dell'organizzazione i docenti ottengono dagli studenti feedback positivi, sia relativamente all'interesse suscitato che alla qualità dei contenuti proposti. I docenti infermieri, quindi, sono docenti di qualità che possono presentare aree di miglioramento rispetto alla gestione dell'aula, delle tecniche di formazione piuttosto che di competenze comunicative a cui è possibile dare risposta con percorsi ad hoc nell'area della “formazione formatori”.

I focus group condotti hanno costituito per gli intervistati un'occasione di parlare di loro stessi, dei loro vissuti e dei desiderata rispetto alla loro veste di docenti. Essi hanno rappresentato un vero e proprio riconoscimento del lavoro svolto, una fonte di gratificazione perché unica o rara occasione di incontro e condivisione di esperienze e problemi, fornendo in questo contesto, anche possibili soluzioni ad essi.

Inoltre, la raccolta sistematica dei vissuti esperienziali dei docenti infermieri può diventare momento di riflessione e di spunto per l’istituzione universitaria affinché possano essere modificate delle situazioni “critiche”, nell’ottica di valorizzazione dei docenti e degli studenti.

Il vero progresso nell’utilizzo della ricerca qualitativa consiste nella comprensione del processo di ricerca stesso , a cui si possono fornire soltanto risposte provvisorie o che potranno essere di stimolo per intraprendere ulteriori ricerche. Con esso si produce la comprensione di una realtà specifica, che non consente generalizzazioni, che è socialmente costruita dagli attori, interpretabile solo attraverso l’interazione tra ricercatore e soggetti dello studio, ma che permette comunque il trasferimento delle conoscenze.

(44)

44

L’iniziale “pedaggio”, costituito dal lungo impegno richiesto, tirocinio ed esperienza, è ampiamente retribuito dai risultati ottenibili.

D’altronde, per citare Benjamin Franklin, scienziato e politico statunitense, : “Un investimento nel campo della conoscenza paga i migliori interessi".

(45)
(46)

46

Bibliografia e sitografia

- Bovina L.(Associazione Italiana di Valutazione): “I focus group: storia

applicabilità, tecnica”, www.valutazioneitaliana.it, (ultima consultazione Agosto 2013);

- Cantarelli M. : “Gli infermieri nella ricerca: metodologia della ricerca

sociale applicata all’infermieristica”- Edizioni Mc Graw-Hill – 2006

- Castagna M : “L'Analisi Transazionale nella formazione degli adulti”, Edizioni Franco Angeli-2003

- Hubert M.Blalock Jr : “Introduzione alla ricerca sociale”, Edizioni Franco Angeli - 1993

- Krueger R.A: “ Focus group: a practical guide for applied research”, Edizioni London Sage-1994

- Merton R.K., Fiske M. e Kendall P.L : “The focused interview: a manual of

problems and procedures”, New York Free Press, 1990

- Porro N., Sagoni D.: “Il metodo dei focus group nella ricerca sociale

applicata”, www.laboratori.unicas.it, (ultima consultazione Luglio 2013)

- Ricolfi L.: “ La ricerca qualitativa ” , Edizioni Carocci -2006

(47)

Figura

Tabella 1 – Risultati dell’analisi della letteratura
Tabella 2 – Selezione del campione
Tabella 3 – Descrizione dei dati raccolti

Riferimenti

Documenti correlati

Nel questionario ZTPI questo soggetto può aver dichiarato di essere com- pletamente d’accordo con affermazioni come: «Immagini, suoni e odori ca- ratteristici della mia infanzia

Individuazione degli elementi principali di un ecosistema e delle relazioni tra viventi e non viventi al suo interno: le

Per i motivi elencati prima e nel rispetto della giusta decisione di fissare come prioritaria la scelta di proteggere tutto il personale sanitario per aumentare la resilienza

specializzazione che siano ammessi a frequentare un corso di dottorato di ricerca si applica la sospensione del corso degli studi sino alla cessazione della frequenza del corso

- Descrivere e interpretare il funzionamento del corpo come sistema complesso situato in un ambiente; costruire modelli plausibili sul funzionamento dei diversi apparati,

COMPETENZE ● Individuare collegamenti e relazioni: l’alunno ha consapevolezza della struttura e dello sviluppo del proprio corpo, nei suoi diversi organi e apparati, ne riconosce

Sono gli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano (stima 1 gennaio 2018) In relazione all’emergenza sanitaria possono diventare un problema in quanto:. - non

a) Esperienza nella gestione di progetti internazionali max punti 5/20 Esperienza di Project Manager di progetti di ricerca internazionali punti 2 per progetto Esperienza