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PROGETTO ESECUTIVO Calcoli esecutivi

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Academic year: 2022

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(1)

ISTITUTO NAZIONALE PER L'ASSICURAZIONE CONTRO GLI INFORTUNI SUL LAVORO

DIREZIONE REGIONALE PIEMONTE

ALLESTIMENTO E COMPLETAMENTO DELLA SALA DI RADIOLOGIA PRESSO LO STABILE INAIL

Corso Galileo Ferraris, 1 – Torino

elaborato:

PROGETTO ESECUTIVO Calcoli esecutivi

codice:

IE02

PROGETTAZIONE ESECUTIVA &DIREZIONE LAVORI Studio Ing. Antonio Maria AMATO

Piazza Matteotti n. 5 – 10072 Caselle Torinese Tel. 0119975920 e-mail studio.amato@alice.it Progettista e Direttore dei lavori:

Ing. Antonio Maria AMATO

Data emissione:

MARZO 2017

REV. 01 del ……….

Oggetto:

REV. 02 del ……….

Oggetto:

REV. 03 del ……….

Oggetto:

antonio maria amato ingegnere

piazza Matteotti, 5 – 10072 Caselle Torinese – tel. e fax 0119975920 – studio.amato@alice.it

(2)

INDICE

INDICE ... 1

1. PREMESSA ... 3

2. DATI GENERALI DI PROGETTO ... 4

2.1.1. Dati elettrici ... 4

2.1.2. Dati ambientali ... 4

3. PRESCRIZIONI PER LA SICUREZZA ... 5

3.1. CONTATTI DIRETTI ... 5

3.2. CONTATTI INDIRETTI ... 5

3.2.1. Sistema TN ... 5

3.2.2. Egualizzazione del potenziale e prescrizioni particolari per ambulatori medici di gruppo 1 ... 6

3.2.3. Mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente ... 6

3.2.4. Protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti, sistema SELV ... 7

3.3. SOVRACORRENTI ... 8

3.3.1. Protezione contro il sovraccarico ... 8

3.3.2. Protezione contro il cortocircuito ... 8

3.4. AMBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO ... 8

4. CRITERI PER IL DIMENSIONAMENTO DELLIMPIANTO ... 13

4.1. CADUTA DI TENSIONE ... 13

4.2. CONNESSIONI ... 13

4.3. DISTRIBUZIONE IN CAVO ... 13

4.3.1. Portata dei cavi ... 13

4.3.2. Dimensionamento dei conduttori di neutro ... 14

4.3.3. Dimensionamento dei conduttori di protezione ... 15

4.3.4. Distribuzione ... 15

4.4. DIMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI ... 17

4.4.1. Posa incassata a parete o a soffitto ... 18

4.4.2. Posa incassata a pavimento ... 18

4.4.3. Posa a vista ... 18

4.5. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA... 18

4.5.1. Premessa ... 18

4.5.2. Livelli di illuminamento ... 18

4.5.3. Uniformità di illuminamento ... 18

4.5.4. Limitazione dell'abbagliamento e comfort visivo ... 19

4.5.5. Corretta distribuzione delle luminanze ... 19

4.5.6. Colore della luce e resa del colore... 19

4.5.7. Visibilità ... 19

4.5.8. Economicità di esercizio e di manutenzione ... 19

4.5.9. Prescrizioni illuminotecniche specifiche ... 20

4.6. IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA ... 20

4.6.1. Norme tecniche relative agli impianti illuminazione di emergenza ... 20

4.6.2. Criteri di scelta delle apparecchiature e di installazione ... 20

4.7. IMPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI ... 21

4.7.1. Criteri di scelta delle apparecchiature e di installazione ... 21

4.7.2. Criteri di installazione dei rivelatori di calore ... 21

4.7.3. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo ... 22

4.7.4. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo entro intercapedini tra soffitto e controsoffitto o tra pavimento e soletta ... 23

4.7.5. Criteri di installazione dei rivelatori puntiformi di fumo e di calore in soffitti con elementi sporgenti ... 23

4.7.6. Ambienti con impianto di condizionamento ... 24

4.7.7. Criteri di scelta dei rivelatori lineari di fumo ... 24

4.7.8. Tipi di cavi ... 25

4.7.9. Centrale di controllo e segnalazione ... 25

4.7.10. Segnalatori acustici e luminosi di allarme ... 26

(3)

4.7.11. Alimentazioni ... 26

4.7.12. Sistema fisso di segnalazione manuale d’incendio ... 27

5. METODOLOGIA DI CALCOLO ... 28

5.1. PROTEZIONE CONTRO I SOVRACCARICHI (CEI64.8/4-433.2) ... 28

5.2. PROTEZIONE CONTRO I CORTO CIRCUITI (CEI64.8/4-434.3) ... 28

5.3. PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI INDIRETTI (CEI64.8/4-413.1.3.3) ... 28

5.4. FORMULE UTILIZZATE PER IL CALCOLO E LA VERIFICA DELLE CONDUTTURE ... 28

5.5. ENERGIA SPECIFICA PASSANTE ... 29

5.6. CADUTA DI TENSIONE ... 29

5.7. TEMPERATURA A REGIME DEL CONDUTTORE ... 30

5.8. LUNGHEZZA MAX PROTETTA ... 30

In calce alla relazione:

1. Calcoli illuminotecnici

2. Schemi elettrici unifilari e tabelle di calcolo dei circuiti elettrici

(4)

1. P

REMESSA

Il presente documento esplicita i dati elettrici iniziali utili alla definizione del progetto, le modalità di calcolo ed i risultati dei calcoli dimensionali e di verifica relativi alle opere impiantistiche elettriche da realizzarsi.

In calce alla relazione:

- Calcoli illuminotecnici

- Schemi elettrici unifilari e tabelle di calcolo dei circuiti elettrici

(5)

2. D

ATI GENERALI DI PROGETTO 2.1.1. DATI ELETTRICI

L’impianto elettrico sarà alimentato in bassa tensione dalla rete Enel:

- Sistema elettrico di distribuzione: TN-S

- Tensione di alimentazione: 230/400V 3F+N

- Frequenza nominale: 50Hz

- Corrente di corto circuito 3F su QGBT: 8.91 kA

- Corrente di corto circuito 3F su QEP1ZRX: 4.93 kA

Nota: I valori di corrente di corto circuito sono stati ricavati dal progetto as-built della palazzina, redatto dall'impresa COTTI Impianti elettrici civili e industriali S.r.l. di Beinasco, sulla base del progetto esecutivo del prof. Ing. Paolo Napoli (Sintecna srl).

2.1.2. DATI AMBIENTALI

- clima: continentale

- temperatura ambiente d’installazione: 0/+40°C

- umidità relativa: 90% a 30°C

- altitudine s.l.m. circa 250m

(6)

3. P

RESCRIZIONI PER LA SICUREZZA

Le note che seguono sono destinate ad assicurare la protezione delle persone contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall'utilizzo degli impianti elettrici.

Tali prescrizioni sono relative alla protezione contro:

- contatti diretti - contatti indiretti - sovracorrenti

3.1. C

ONTATTI DIRETTI

Sarà assicurata mediante isolamento delle parti attive tale da resistere alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, elettriche e termiche alle quali può essere soggetto il componente nel normale esercizio come prescritto dalla norma CEI 64-8/4 art. 412.1

Nelle parti di impianto dove vengano utilizzate barriere od involucri destinati ad impedire il contatto con parti attive, questi devono almeno avere grado di protezione IPXXB come chiaramente espresso nella norma CEI 64-8/4 art. 412.2.

Qualora fosse necessaria la loro rimozione dovrà essere possibile solo : a) con l'uso di una chiave o attrezzo , oppure

b) se, dopo l’interruzione dell’alimentazione alle parti attive protette da barriere, il ripristino delle condizioni di esercizio sia possibile solo dopo la sostituzione o la richiusura delle barriere o degli involucri stessi.

Entrambe le precedenti operazioni devono essere eseguite esclusivamente da personale addestrato.

3.2. C

ONTATTI INDIRETTI 3.2.1. SISTEMA TN

La protezione è assicurata mediante l'interruzione automatica del circuito in modo che in caso di guasto, tra una parte attiva ed una massa o un conduttore di protezione, non possa persistere per una tempo sufficiente a causare rischi di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore alla tensione di contatto limite convenzionale di 50 V c.a. e 120 V c.c.

Tutte le masse dell’impianto sono collegate al punto di messa a terra del sistema di alimentazione con conduttori di protezione che sono messi a terra in corrispondenza od in prossimità del trasformatore presente in cabina elettrica.

Essendo il sistema di alimentazione del tipo TN le caratteristiche dei dispositivi di protezione e le impedenze dei circuiti sono tali che, se si presenta un guasto di impedenza trascurabile in qualsiasi parte dell’impianto tra un conduttore di fase ed un conduttore di protezione o una massa, l’interruzione automatica dell’alimentazione avviene entro il tempo specificato, soddisfacendo la seguente condizione:

Zs x Ia  U0

dove:

- Zs è l’impedenza dell’anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto ed il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente;

- IAè la corrente che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione, in ampere, entro il tempo definito nella tabella 41A della norma CEI 64/8 in funzione della tensione nominale U0 .

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• Essendo la tensione nominale U0 = 230 V si deve considerare un tempo di intervento di 0.4 secondi del dispositivo di protezione (0.2 sec. nel caso in esame di locale a uso medico).

- U0 è la tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra.

Per il dimensionamento dell’impianto, a fini cautelativi e non conoscendo la precisa esecuzione dell’impianto elettrico a monte dell’impianto oggetto di progettazione, l’impianto sarà progettato tenendo conto di trovarsi in sistema TT, con conseguente installazione di interruttori differenziali ad alta sensibilità.

3.2.2. EGUALIZZAZIONE DEL POTENZIALE E PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER AMBULATORI MEDICI DI GRUPPO 1

Per ambulatorio medico di gruppo 1 si intendono quei locali adibiti ad uso medico nei quali si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate (Norma CEI 62-5 (1980) art. 2.1.5) o esternamente o invasivamente entro qualsiasi parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca (ad esempio gabinetti odontoiatrici ove si praticano cure odontoiatriche senza anestesia generale).

Negli ambulatori medici di gruppo 1 è richiesta la protezione differenziale da 30 mA con interruttori differenziali di tipo A oppure B.

Tutte le masse e le masse estranee che sono, o si possono trovare, nella zona paziente devono essere collegate ad un nodo equipotenziale supplementare.

I conduttori che collegano le masse al nodo equipotenziale sono gli stessi conduttori di protezione (PE), la cui sezione va stabilita in base alla norma generale.

I conduttori ch collegano le masse estranee al nodo equipotenziale prendono il nome di conduttori equipotenziali (supplementari) e devono avere una sezione non inferiore a 6 mmq (se realizzati in rame).

Per masse estranee, nei locali di gruppo 1, si intendono gli elementi metallici, come le tubazioni dell’acqua, del gas e del riscaldamento, entranti nel locale e le finestrature metalliche comuni all’ambulatorio e ad altri locali o che presentano una resistenza verso terra inferiore a 200 Ohm.

Il nodo deve essere a sua volta collegato a terra con un conduttore di sezione almeno uguale a quella del conduttore di sezione più elevata connesso al nodo.

I singoli conduttori che convergono nel nodo equipotenziale del locale devono essere chiaramente contraddistinti per funzione e provenienza.

E’ consentito inserire tra una massa, o massa estranea, e il nodo equipotenziale un sub-nodo (nodo intermedio); tale sub-nodo può unire tra loro: masse, masse estranee, masse e masse estranee; tra queste ed il nodo equipotenziale può essere interposto comunque un solo sub-nodo.

La sezione del conduttore che collega il sub-nodo al nodo equipotenziale deve essere almeno uguale a quella del conduttore di sezione più elevata connesso al sub-nodo.

Il collegamento entra-esci su più di 2 prese non è permesso in quanto corrisponde a più di un sub-nodo.

3.2.3. MEDIANTE COMPONENTI ELETTRICI DI CLASSE II O CON ISOLAMENTO EQUIVALENTE

La protezione deve essere assicurata con l’uso di componenti elettrici aventi un isolamento doppio o rinforzato (componenti elettrici di classe II) e quadri prefabbricati aventi un isolamento completo (Norma CEI 17-13/1).

Sono da considerare in accordo con questa misura di protezione (per sistemi elettrici con tensioni nominali non superiori a 690V, le condutture elettriche costituite da:

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Cavi con guaina non metallica aventi tensione nominale maggiore di un gradino rispetto a quella necessaria per il sistema elettrico servito e che non comprendano un rivestimento metallico;

Cavi unipolari senza guaina installati in tubo protettivo o canale isolante, rispondente alle rispettive Norme;

Cavi con guaina metallica aventi isolamento idoneo per la tensione nominale del sistema elettrico servito, tra la parte attiva e la guaina metallica e tra questa e l’esterno.

3.2.4. PROTEZIONE COMBINATA CONTRO I CONTATTI DIRETTI ED INDIRETTI, SISTEMA SELV

La protezione combinata contro i contatti diretti ed indiretti è assicurata quando:

La tensione nominale non supera 50 V, valore efficace in c.a., e 120 V in c.c. non ondulata;

L’alimentazione proviene da una delle seguenti sorgenti:

- Trasformatore di sicurezza (CEI 96-2)

- Sorgente elettrochimica indipendente (batteria) - Altre sorgenti indipendenti (es. gruppo elettrogeno)

Le parti attive dei circuiti SELV devono essere separate dalle parti attive di altri circuiti (PELV, FELV e circuiti a tensione più elevata) mediante separazione di protezione realizzata ricorrendo ad uno dei seguenti modi:

Mediante conduttori separati materialmente;

Con i conduttori dei circuiti SELV muniti, oltre che del loro isolamento principale, di una guaina isolante;

Con i conduttori dei circuiti a tensione diversa separati da uno schermo o da una guaina metallici messi a terra;

Le prese a spina dei sistemi SELV devono soddisfare i seguenti requisiti:

- Le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi elettrici

- Le prese non devono permettere l’introduzione di spine di altri sistemi elettrici;

- Le prese e le spine dei circuiti SELV non devono avere un contatto per il collegamento del conduttore di protezione;

- Le spine dei circuiti SELV non devono poter entrare nelle prese dei circuiti PELV - Le spine dei circuiti PELV non devono poter entrare nelle prese dei circuiti SELV

Le parti attive dei circuiti SELV non devono essere collegate a terra e neppure a parti attive od a conduttori di protezione che facciano parte di altri circuiti;

Le masse non devono essere intenzionalmente collegate:

- A terra

- A conduttori di protezione od a masse di altri circuiti elettrici - A masse estranee

Se la tensione nominale supera 25V, valore efficace in c.a. , oppure 60 V in c.c non ondulata, la protezione contro i contatti diretti deve essere assicurata da:

- Barriere od involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP2X o IPXXB, oppure

- Un isolamento in grado di sopportare una tensione di prova di 500V, valore efficace in c.a., per 1 minuto.

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Se la tensione nominale non supera 25 V, valore efficace in c.a., oppure 60 V in c.c non ondulata, la protezione contro i contatti diretti è generalmente assicurata (necessaria comunque in ambienti e applicazioni particolari – sezione 7 CEI 64-8).

Nota:

Circuiti a tensione diversa possono essere contenuti in uno stesso cavo multipolare o in uno stesso raggruppamento di cavi, a condizione che i conduttori dei circuiti a bassissima tensione (SELV e PELV) siano isolati, nell’insieme o individualmente, per la massima tensione presente.

3.3.

SOVRACORRENTI

3.3.1. PROTEZIONE CONTRO IL SOVRACCARICO

Devono essere previsti dispositivi di protezione capaci di interrompere le sovracorrenti presenti nei conduttori del circuito prima che esse possano provocare un riscaldamento nocivo a parti del circuito stesso o all'ambiente circostante.

La protezione sarà realizzata mediante dispositivi in grado di interrompere automaticamente l'alimentazione quando si produce un sovraccarico o un cortocircuito.

Tale protezione verrà realizzata con interruttori automatici con sganciatori di sovracorrente, abbinando un interruttore ad un fusibile o con il solo fusibile.

3.3.2. PROTEZIONE CONTRO IL CORTOCIRCUITO

Sarà realizzata con un dispositivo che rispetti le seguenti caratteristiche:

- potere d'interruzione non inferiore alla corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione od in ogni caso coordinato con il dispositivo di protezione posto a monte;

- interruzione delle correnti provocate dal cortocircuito in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammessa.

3.4. A

MBIENTI A MAGGIOR RISCHIO IN CASO DI INCENDIO

751.04.1 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per i componenti elettrici escluse le condutture Le seguenti misure vanno adottate in tutti i gruppi di ambienti considerati in 751.03, tenendo conto delle indicazioni di cui in 751.04.4 e 751.04.5

751.04.1.1 I componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture, le quali possono anche transitare.

751.04.1.2 Nel sistema di vie d’uscita non devono essere installati componenti elettrici contenenti fluidi infiammabili.

I condensatori ausiliari incorporati in apparecchi non sono soggetti a questa prescrizione.

751.04.1.3 Negli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza del pubblico, i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposizione esclusiva del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo.

751.04.1.4 Tutti i componenti elettrici devono rispettare le prescrizioni contenute nella Sezione 422 sia in funzionamento ordinario dell’impianto sia in situazione di guasto dell’impianto stesso, tenuto conto dei dispositivi di protezione.

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Questo può essere ottenuto mediante un’adeguata costruzione dei componenti dell’impianto o mediante misure di protezione addizionali da prendere durante l’installazione.

Inoltre, ai componenti elettrici applicati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistono le relative norme CEI di prodotto, si applicano i criteri di prova e i limiti di cui alla Sezione 422, Commenti, assumendo per la prova al filo incandescente 650 °C anziché 550 °C.

751.04.1.5 Gli apparecchi d’illuminazione devono essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili. Salvo diversamente indicato dal costruttore, per i faretti e i piccoli proiettori tale distanza deve essere almeno:

  0,5 m: fino a 100 W;

  0,8 m: da 100 a 300 W;

  1 m: da 300 a 500 W

NOTA Gli apparecchi d'illuminazione con lampade che, in caso di rottura, possono proiettare materiale incandescente, quali ad esempio le lampade ad alogeni e ad alogenuri, devono essere del tipo con schermo di sicurezza per la lampada e installati secondo le istruzioni del costruttore.

Le lampade e altre parti componenti degli apparecchi d'illuminazione devono essere protette contro le prevedibili sollecitazioni meccaniche. Tali mezzi di protezione non devono essere fissati sui portalampade a meno che essi non siano parte integrante dell’apparecchio d'illuminazione.

I dispositivi di limitazione della temperatura in accordo con 424.1.1 del Capitolo 42 devono essere provvisti di ripristino solo manuale.

Gli involucri di apparecchi elettrotermici, quali riscaldatori, resistori, ecc., non devono raggiungere temperature più elevate di quelle relative agli apparecchi d'illuminazione. Questi apparecchi devono essere per costruzione o installazione realizzati in modo da impedire qualsiasi accumulo di materiale che possa influenzare negativamente la dissipazione del calore.

751.04.2 Prescrizioni comuni di protezione contro l’incendio per le condutture

Le seguenti misure vanno adottate in tutti i gruppi di ambienti considerati in 751.03, tenendo conto delle indicazioni di cui in 751.04.4 e 751.04.5.

751.04.2.1 Generalmente i fattori che causano incendi nelle condutture elettriche sono: cortocircuiti, riscaldamenti, contatti elettrici e coinvolgimento delle condutture stesse in incendi; pertanto, esse devono essere realizzate in modo da non essere né causa d'innesco né causa di propagazione di incendi indipendentemente dai fattori elettrici e/o fisici che li hanno causati.

Per il raggiungimento degli scopi sopra prefissati, le condutture devono essere realizzate e protette come indicato nei punti seguenti.

751.04.2.2 Le condutture che attraversano questi luoghi, ma che non sono destinate all’alimentazione elettrica al loro interno, non devono avere connessioni lungo il percorso all’interno di questi luoghi a meno che le connessioni siano poste in involucri che soddisfino la prova contro il fuoco (come definita nelle relative norme di prodotto), per esempio soddisfino le prescrizioni per scatole da parete in accordo con la Norma CEI EN 60670 (CEI 23-48).

751.04.2.3 È vietato l’uso dei conduttori PEN (schema TN-C); la prescrizione non è valida per le condutture che transitano soltanto.

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751.04.2.4 Le condutture elettriche che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l’evacuazione, riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto induttivo, particolarmente quando si usano cavi unipolari (vedere 521.5).

751.04.2.6 Tipi di condutture ammessi

Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essere realizzate in uno dei modi indicati qui di seguito in a), b), c):

a)

a1) condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili;

a2) condutture realizzate con cavi in tubi protettivi metallici o involucri metallici, entrambi con grado di protezione almeno IP4X.

a3) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione sprovvisti all’esterno di guaina non metallica.

b)

b1) condutture realizzate con cavi multipolari muniti di conduttore di protezione concentrico, o di una guaina metallica, o di un'armatura, aventi caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione;

b2) condutture realizzate con cavi ad isolamento minerale aventi la guaina tubolare metallica continua senza saldatura con funzione di conduttore di protezione provvisti all’esterno di guaina non metallica;

b3) condutture realizzate con cavi aventi schermi sulle singole anime o sull'insieme delle anime con caratteristiche tali da poter svolgere la funzione di conduttore di protezione.

Per evitare la propagazione dell’incendio vedere 751.04.2.8.

c)

c1) condutture diverse da quelle in a) e b), realizzate con cavi multipolari provvisti di conduttore di protezione;

c2) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi metallici o involucri metallici, senza particolare grado di protezione, incluse le passerelle continue forate o a filo; in questo caso la funzione di conduttore di protezione può essere svolta dai tubi o involucri stessi o da un conduttore (nudo o isolato) contenuto in ciascuno di essi;

c3) condutture realizzate con cavi unipolari o multipolari sprovvisti di conduttore di protezione, contenuti in tubi protettivi o involucri, entrambi:

  costruiti con materiali isolanti;

  installati in vista (non incassati);

  con grado di protezione almeno IP4X.

Per evitare la propagazione dell’incendio vedere 751.04.2.8.

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Qualora i suddetti involucri siano installati in vista e non esistano le relative Norme CEI di prodotto, si devono applicare i criteri di prova indicati nella Tabella riportata nel Commento alla Sezione 422 della presente norma, assumendo per la prova al filo incandescente 850 °Canziché 650 °C.

751.04.2.7 Protezione delle condutture elettriche

I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti devono essere installati all’origine dei circuiti; sia di quelli che attraversano i luoghi in esame, sia quelli che si originano nei luoghi stessi (anche per alimentare apparecchi utilizzatori contenuti nel luogo a maggior rischio in caso di incendio).

Per le condutture di cui in 751.04.2.6.c), i circuiti devono essere protetti, oltre che con le protezioni generali del Capitolo 43 e della Sezione 473 in uno dei modi seguenti:

a) nei sistemi TT e TN con dispositivo a corrente differenziale avente corrente nominale d’intervento non superiore a 300 mA anche ad intervento ritardato; quando i guasti resistivi possano innescare un incendio, per esempio per riscaldamento a soffitto con elementi a pellicola riscaldante, la corrente differenziale nominale deve essere Idn = 30 mA;

quando non sia possibile, per esempio per necessità di continuità di servizio, proteggere i circuiti di distribuzione con dispositivo a corrente differenziale avente corrente differenziale non superiore a 300 mA, anche ad intervento ritardato, si può ricorrere, in alternativa, all’uso di un dispositivo differenziale con corrente differenziale non superiore a 1 A ad intervento ritardato.

b) nei sistemi IT con dispositivo che rileva con continuità le correnti di dispersione verso terra e provoca l’apertura automatica del circuito quando si manifesta un decadimento d’isolamento; tuttavia, quando ciò non sia possibile, per es.

per necessità di continuità di servizio, il dispositivo di cui sopra può azionare un allarme ottico ed acustico invece di provocare l’apertura del circuito; adeguate istruzioni devono essere date affinché, in caso di primo guasto, sia effettuata l’apertura manuale il più presto possibile.

Sono escluse dalle prescrizioni a) e b) le condutture:

  facenti parte di circuiti di sicurezza;

  racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X, ad eccezione del tratto finale uscente dall’involucro per il necessario collegamento all’apparecchio utilizzatore.

751.04.2.8 Requisiti delle condutture per evitare la propagazione dell'incendio

Per le condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) la propagazione dell’incendio lungo le stesse deve essere evitata in uno dei modi indicati nei punti a), b), c) seguenti:

a) utilizzando cavi “non propaganti la fiamma” in conformità con la Norma CEI EN 50265 (CEI 20-35) quando:

  sono installati individualmente o sono distanziati tra loro non meno di 250 mm nei tratti in cui seguono lo stesso percorso; oppure

  i cavi sono installati individualmente in tubi protettivi o involucri con grado di protezione almeno IP4X;

b) utilizzando cavi “non propaganti l’incendio” installati in fascio in conformità con la Norma CEI EN 60332-3 (CEI 20-22 cat. II e/o cat. III); peraltro, qualora essi siano installati in quantità tale da superare il volume unitario di materiale non metallico stabilito dalla Norma CEI EN 60332-3 per le prove, devono essere adottati provvedimenti integrativi analoghi a quelli indicati in c);

c) adottando sbarramenti, barriere e/o altri provvedimenti come indicato nella Norma CEI 11-17. Inoltre, devono essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti di solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio. Le

(13)

barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o parete in cui sono installate (art. 527.2).

NOTA La possibilità di propagare l’incendio da parte di binari elettrificati e condotti sbarre deve essere valutata in relazione ai materiali utilizzati per la loro costruzione o con prove specifiche (art. 527.2).

751.04.3 Prescrizioni aggiuntive per gli ambienti di cui in 751.03.02 (Tipo A, elevata densità di affollamento)

Per i cavi delle condutture di cui in 751.04.2.6 b) e c) si deve valutare il rischio nei riguardi dei fumi, gas tossici e corrosivi in relazione alla particolarità del tipo di installazione e dell’entità del danno probabile nei confronti di persone e/o cose, al fine di adottare opportuni provvedimenti.

A tal fine sono considerati adatti i cavi senza alogeni (LSOH) rispondenti alle Norme CEI EN 50266 (CEI 20-22), CEI EN 50267 e CEI EN 50268 (CEI 20-37) per quanto riguarda le prove.

Le tipologie di cavo sopra riportate sono conformi alle Norme CEI 20-13, CEI 20-38 e alla Norma CEI 20-20/15. NOTA – Si ricorda che devono essere rispettate le condizioni di cui in 751.04.2.8 b).

(14)

4. C

RITERI PER IL DIMENSIONAMENTO DELL

IMPIANTO

4.1. C

ADUTA DI TENSIONE

La caduta di tensione tra l'origine dell'impianto utilizzatore e qualunque apparecchio utilizzatore, sarà contenuta entro il 4% della tensione nominale dell'impianto come consigliato dall'art. 525 della norma CEI 64-8.

4.2. C

ONNESSIONI

Le connessioni tra conduttori e conduttori e tra conduttori e altri componenti elettrici saranno eseguiti con appositi dispositivi di connessione (morsetti con o senza vite) come indicato nella norma CEI 23-20 e aventi grado di protezione IPXXB che indica che le parti attive non sono accessibili al dito di prova (norma CEI 23-21 e 70-1) ed in modo tale da garantire una adeguata robustezza meccanica e continuità elettrica.

Nell'esecuzione delle connessioni non si deve ridurre la sezione dei conduttori e lasciare parti attive scoperte.

Le connessioni saranno realizzate in cassette tali da garantire una sufficiente protezione meccanica.

4.3. D

ISTRIBUZIONE IN CAVO 4.3.1. PORTATA DEI CAVI

La determinazione delle portate è stata eseguita seguendo le prescrizioni della norma CEI-UNEL 35024/1 relativa ai

“Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000V in corrente alternata . Portate di corrente in regime permanente per posa in aria.”

Si riporta di seguito una breve descrizione dei criteri seguiti nel dimensionamento.

La portata del cavo risulta essere:

Iz = Io x k1 x k2

Dove Io è la portata del cavo, determinata tenendo conto dei seguenti parametri:

Tipologia del cavo Cavo non armato

N° di conduttori caricati 3 (per linee trifase) 2 (per linee fase + neutro) Temperatura ambiente di riferimento

Temperatura per posa retro modulo FV Temperatura per posa in tubo esposto al sole

30° C 70°C 40°C

Tipo di posa Tubi protettivi e canali su parete con distanza dalla parete minore di 0.3 volte il diametro del tubo.

Il fattore di correzione k1 vale, per conduttori in PVC ed EPR:

- 1 per temperatura ambiente pari a 30° C;

- 0.58 per temperatura ambiente pari a 70°C;

- 0.91 per temperatura ambiente pari a 40°C

(15)

Il fattore di correzione k1 vale, per qualunque tipologia di conduttore:

k1 = √((TM-Ta)/(TM-TR)) Con:

- Tm = massima temperatura di funzionamento del cavo (ricavabile da catalogo);

- Ta = Temperatura dell’ambiente nel quale è/sarà posato il cavo;

- Tr = Temperatura di riferimento alla quale è riferita la portata del cavo (ricavabile da catalogo)

Nel calcolo del coefficiente di correzione k2 è necessario tenere in considerazione il numero di circuiti che sono posati all’interno del contenitore, delle condizioni di posa, delle caratteristiche tecniche e di impiego dei cavi che sono installati all’interno del medesimo contenitore.

La determinazione del fattore di correzione k2 tiene conto della tipologia di installazione e della utilizzazione di conduttori simili.

I cavi all’interno di una conduttura sono definiti simili quando presentano la stessa temperatura massima permissibile di esercizio e la variazione della sezione dei conduttori risulta compresa entro 3 sezioni commerciali unificate.

Il numero dei circuiti o di cavi multipolari di cui si è tenuto conto di volta in volta in sede di definizione del coefficiente k2 è stato calcolato considerando il numero massimo di circuiti che possono essere effettivamente utilizzati contemporaneamente.

Coefficiente di correzione (k2) della portata dei cavi per posa di più circuiti in fascio (CEI UNEL 35024/1 Tab. III e Tab.

IV)

Numero circuiti in fascio Coefficiente di correzione k2

2 0.80

3 0.70

4 0.65

5 0.60

6 0.57

7 0.54

8 0.52

9 0.50

12 0.45

16 0.41

20 0.38

4.3.2. DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI DI NEUTRO

La norma CEI 64-8 par. 524.2 e par. 524.3, prevede che la sezione del conduttore di neutro, nel caso di circuiti polifasi, può avere una sezione inferiore a quella dei conduttori di fase se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

- il conduttore di fase abbia una sezione maggiore di 16 mm2;

- la massima corrente che può percorrere il conduttore di neutro non sia superiore alla portata dello stesso;

- la sezione del conduttore di neutro sia almeno uguale a 16mm2 se il conduttore è in rame e a 25 mm2 se il conduttore è in alluminio.

(16)

Nel caso in cui si abbiano circuiti monofasi o polifasi e questi ultimi con sezione del conduttore di fase minore di 16 mm2 se conduttore in rame e 25 mm2 se conduttore in allumino, il conduttore di neutro deve avere la stessa sezione del conduttore di fase. In base a tali criteri si prendono in considerazione tre metodi di dimensionamento del conduttore di neutro, mediante:

- determinazione in relazione alla sezione di fase;

- determinazione tramite rapporto tra le portate dei conduttori;

- determinazione in relazione alla portata del neutro.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore in questione secondo i seguenti vincoli dati dalla norma:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f n f

f n

f n f

 

  

 

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

: : :

Il secondo criterio consiste nell'impostare il rapporto tra le portate del conduttore di fase e il conduttore di neutro, e determinare la sezione in base alla portata.

Il terzo criterio consiste nel dimensionare il conduttore tenendo conto della corrente di impiego circolante nel neutro come per un conduttore di fase.

4.3.3. DIMENSIONAMENTO DEI CONDUTTORI DI PROTEZIONE

Le norme CEI 64.8 par. 543.1 prevedono due metodi di dimensionamento dei conduttori di protezione:

- determinazione in relazione alla sezione di fase;

- determinazione mediante calcolo.

Il primo criterio consiste nel determinare la sezione del conduttore di protezione seguendo vincoli analoghi a quelli introdotti per il conduttore di neutro:

S mm S S

S mm S mm

S mm S S

f PE f

f PE

f PE f

 

  

 

16

16 35 16

35 2

2

2 2

2

: : :

Il secondo criterio determina tale valore con l'integrale di Joule.

4.3.4. DISTRIBUZIONE

Per la realizzazione dei circuiti di energia o di segnalazione si possono adottare i seguenti tipi di cavo a seconda del tipo di posa:

Posa all’interno

N07V-K 450/750V Cavo unipolare isolato in PVC (non propagante l’incendio) - Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2

- Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC di qualità R2

- Temperatura di funzionamento: 70 °C - Temperatura di corto circuito: 160 °C

(17)

FROR 450/750V Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC (non propagante l’incendio) - Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2

- Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC speciale di qualità TI2

- Guaina: in PVC speciale rispondente ai requisiti della qualità TM1 e TM2 - Temperatura di funzionamento: 70 °C

- Temperatura di corto circuito: 160 °C Posa all’interno e all’esterno (anche interrata)

N1VV-K Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC (non propagante l’incendio) - Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2

- Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto - Isolante: in PVC speciale di qualità R2

- Guaina: in PVC speciale di qualità RZ - Temperatura di funzionamento: 70 °C - Temperatura di corto circuito: 160 °C

FG7M1 0,6/1kV Cavo unipolare con isolamento in gomma G7 e guaina in PVC (non propagante l’incendio) LSZH FG7OM1 0,6/1kV Cavo multipolare con isolamento in gomma G7 e guaina in PVC (non propagante l’incendio) LSZH - Normativa di riferimento: CEI 20-35, CEI 20-22 II, CEI 20-37/2

- Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto

- Isolante: gomma HEPR ad alto modulo per elevate caratteristiche meccaniche e termiche (CEI 20-11, CEI 20-34) - Guaina: in PVC speciale di qualità RZ

- Temperatura di funzionamento: 90 °C - Temperatura di corto circuito: 250 °C

FTG10OM1 0,6/1kV Cavo multipolare con isolamento in gomma G10 e guaina termoplastica speciale di qualità M1, colore blu

- Normativa di riferimento: CEI 20-45

- Anima: conduttore in corda rotonda flessibile di rame rosso ricotto

- Isolante: gomma HEPR ad alto modulo per elevate caratteristiche elettriche, meccaniche e termiche (CEI 20-11, CEI 20-34)

- Guaina: termoplastica speciale di qualità M1, colore blu - Temperatura di funzionamento: 90 °C

- Cavo resistente al fuoco REI 180

- Bassissima emissione di fumi e gas tossici

Cavi per circuiti di comando, segnalazione ed impianti a correnti deboli H05V-K Cavo unipolare isolato in PVC

N05RN-F Cavo unipolare isolato in PVC

FROR 300/500V Cavo multipolare con isolamento e guaina in PVC H03VV-F Cavo multipolare isolato in PV

H03RN-F Cavo unipolare isolato in PVC

(18)

Colori distintivi dei cavi

Per la realizzazione degli impianti di energia devono essere rispettati i seguenti colori distintivi per i cavi:

giallo-verde: conduttori di protezione od equipotenziale blu chiaro : conduttore di neutro

nero: conduttori di fase grigio: conduttori di fase marrone: conduttori di fase

Per i circuiti di segnalazione a tensione diversa devono essere utillizatti conduttori di colorazione diversa da quella precedentemente elencata.

4.4. D

IMENSIONAMENTO DELLE TUBAZIONI

Il diametro interno dei tubi, mai inferiore a 16 mm, dovrà essere scelto in modo che il coefficiente di riempimento (=

rapporto tra sezione complessiva dei cavi e sezione interna del tubo) non sia mai inferiore a 0.5 .

Il diametro interno comunque dovrà essere sempre maggiore o uguale a 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto dai cavi contenuti.

I tubi se incassati, dovranno seguire un andamento parallelo agli assi delle strutture evitando percorsi diagonali e accavallamenti.

Tutte le curve dovranno essere eseguite a largo raggio; non sono ammesse le curve stampate e le derivazioni a T.

In ogni caso dovrà essere garantita una agevole sfilabilità dei conduttori.

Nei tratti in vista i tubi dovranno essere fissati con appositi sostegni in materiale plastico o metallico tramite tasselli ad espansione o chiodi a sparo con una interdistanza massima di 100 cm.

In corrispondenza dei giunti di dilatazione delle costruzioni dovranno essere usati particolari accorgimenti come tubi flessibili o doppi manicotti.

I tubi metallici dovranno essere fissati mantenendo un distanziamento delle strutture in modo che possano essere effettuate agevolmente le operazioni di riverniciatura per manutenzione e consentire la libera circolazione d’aria.

E’ fatto divieto di transitare con tubazioni in prossimità di condutture di fluidi ad elevata temperatura o di distribuzione di gas e di staffarsi a tubazioni, canali o comunque altre installazioni impiantistiche meccaniche.

I tubi previsti vuoti dovranno comunque essere dotati di opportuni fili pilota in materiale non soggetto a ruggine.

In tutti i casi in cui vengono impiegati tubi metallici dovrà essere garantita la continuità tra le tubazioni e cassette metalliche e qualora queste ultime fossero in materiale plastico, dovrà essere realizzato un collegamento tra le tubazioni e il morsetto interno di terra.

Nei tratti di una certa lunghezza i tubi dovranno essere posati con una lieve pendenza onde consentire l’eventuale scarico di condensa.

(19)

Nel caso di impiego di tubi metallici filettati dovranno essere verniciate al minio tutte le filettature.

4.4.1. POSA INCASSATA A PARETE O A SOFFITTO

Tubazione flessibile o rigida in PVC serie leggero 4.4.2. POSA INCASSATA A PAVIMENTO

Tubazione flessibile o rigida in PVC serie pesante 4.4.3. POSA A VISTA

Tubazione rigida in PVC serie pesante Guaina flessibile in PVC serie Merlet

Tubazione metallica rigida o flessibile tipo cosmec

4.5. I

MPIANTO DI ILLUMINAZIONE ORDINARIA 4.5.1. PREMESSA

Affinché un impianto di illuminazione artificiale di un interno possa assicurare prestazioni visive soddisfacenti secondo le più recenti acquisizioni della tecnica e della normativa europea (norma EN 12464), rispettando anche criteri di razionalità, economicità e sicurezza antinfortunistica è necessario che esso soddisfi ai seguenti requisiti:

a) Livelli di illuminamento adeguati;

b) Uniformità di illuminamento;

c) Limitazione dell'abbagliamento e comfort visivo;

d) Corretta distribuzione delle luminanze;

e) Colore della luce e resa del colore;

f) Visibilità;

g) Economicità di esercizio e di manutenzione;

h) Garanzia di sicurezza antinfortunistica quale materiale elettrico.

4.5.2. LIVELLI DI ILLUMINAMENTO

I livelli sono stabiliti in modo tale da permettere una prestazione visiva adeguata al compito da svolgere e alle sue dimensioni apparenti.

4.5.3. UNIFORMITÀ DI ILLUMINAMENTO

L'illuminamento ottenuto con qualsiasi tipo di illuminazione, in pratica non sarà mai completamente uniforme sull'intera superficie di riferimento.

Il rapporto illuminamento minimo (valore più basso tra quelli misurati in qualsiasi punto della superficie di riferimento) e illuminamento medio (valore mediato sull'intera superficie di riferimento), non dovrà essere inferiore a determinati valori, che in seguito verranno precisati, allo scopo di consentire lo svolgimento di identici compiti visivi nell'intero ambiente interno.

Per raggiungere i risultati richiesti, sarà necessario impiegare apparecchi di illuminazione con adeguata distribuzione luminosa, curando in modo particolare la loro disposizione.

(20)

4.5.4. LIMITAZIONE DELL'ABBAGLIAMENTO E COMFORT VISIVO

Superfici con una luminosità relativamente elevata causano disturbi che determinano un effetto di abbagliamento.

Questo effetto pregiudica il benessere visivo delle persone ed è per questo che esso deve essere eliminato, o quanto meno limitato in misura diversa a seconda del tipo di ambiente e delle attività che in esso si devono svolgere.

Per eliminare, o quanto meno convenientemente limitare l'effetto di abbagliamento ed aumentare corrispondentemente il comfort visivo, si ricorrerà all'impiego di apparecchi illuminanti opportunamente schermati, con una disposizione idonea ad evitare che i raggi luminosi che incidono sull'oggetto osservato si riflettano con un angolo pari a quello di osservazione, in presenza di superfici che non presentino elevati coefficienti di riflessione.

4.5.5. CORRETTA DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE

Le condizioni visive più favorevoli si ottengono quando vengono minimizzate le differenze di luminanza per l'oggetto visibile e le superfici circostanti più grandi indirettamente interessate.

Tuttavia, le differenze di luminanza non devono essere maggiori di circa 10:1, oppure non inferiori a 1:10, per non disturbare l'effetto di adattamento dell'occhio.

Una distribuzione delle luminanze che rispetti le prescrizioni appena esposte, riduce i sintomi di affaticamento e aumenta la potenzialità, nonché il benessere dell'uomo.

4.5.6. COLORE DELLA LUCE E RESA DEL COLORE

Dal punto di vista psicologico e fisiologico è importante effettuare una scelta oculata della sorgente artificiale la cui luce, come qualità, deve avvicinarsi il più possibile a quella della luce diurna.

La temperatura di colore delle sorgenti luminose prescelte (tubi fluorescenti) e il corrispondente indice di resa dei colori Ra, saranno stabiliti secondo le prescrizioni delle norme UNI 12464.

4.5.7. VISIBILITÀ

La visibilità, intesa come efficacia della prestazione visiva, indica la facilità, la velocità ed il grado di accuratezza con cui gli oggetti e l'ambiente circostante in cui si opera, sono percepiti e riconosciuti.

Affinché l'impianto di illuminazione venga utilizzato in modo proficuo, è necessario che la visibilità dei compiti visivi da svolgere per ciascun ambiente, risulti prossima a quella massima ottenibile con i valori di illuminamento prescritti e nelle condizioni di benessere visivo raccomandate.

Per il livello di illuminamento e di benessere visivo prescritti, tale condizione di visibilità massima del compito visivo si intende realizzata quando il contrasto tra i dettagli ed il fondo del compito visivo risulta il massimo fra tutti quelli possibili.

4.5.8. ECONOMICITÀ DI ESERCIZIO E DI MANUTENZIONE

Decadimento dell'impianto e manutenzione

I valori di illuminamento medio che verranno in seguito prefissati per ciascun ambiente, si riferiscono a condizioni medie di invecchiamento dell'impianto e delle superfici del locale, anche in presenza di adeguati interventi periodici manutentivi.

Gli illuminamenti sui “piani di lavoro” decadono nel tempo per effetto della diminuzione del flusso luminoso emesso dalle lampade, del loro sporcamento e relativo sporcamento degli apparecchi illuminanti e delle superfici del locale.

(21)

È pertanto opportuno aumentare il valore medio di illuminamento prescritto (valore nominale) nella misura del 25%.

Economicità dell'impianto

L'economicità dell'impianto dipende essenzialmente dal tipo di apparecchio illuminante prescelto.

Esso per risultare economico durante l'esercizio e la manutenzione deve rispondere ai seguenti requisiti:

Illuminazione confortevole con elevato rendimento mantenuto nel tempo

È da ottenersi impiegando materiali resistenti agli sbalzi di temperatura, agli urti e soprattutto all'aggressività degli agenti atmosferici.

I materiali usati e le soluzioni costruttive adottate devono essere tali da assicurare elevata affidabilità di funzionamento e mantenimento nel tempo delle caratteristiche iniziali.

Condizioni termiche d'uso

Devono essere tali da consentire lo smaltimento del calore prodotto dalla lampada, allo scopo di assicurare condizioni di funzionamento ottimale per le lampade fluorescenti (la cui efficienza decresce rapidamente per temperature del vano nel quale sono installate superiori a 25° C) e di garantire una lunga durata degli accessori e degli altri componenti dell'apparecchio).

4.5.9. PRESCRIZIONI ILLUMINOTECNICHE SPECIFICHE

Le prescrizioni illuminotecniche specifiche per ciascun ambiente lavorativo, devono soddisfare le Norme UNI 12464 -

“Illuminazione di Interni con luce artificiale” e la Pubblicazione CIE 29.2 (1986) “Guida per l’illuminazione di interni”.

4.6. I

MPIANTO DI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA

L’impianto di illuminazione di emergenza comprende le seguenti apparecchiature:

- Plafoniera autoalimentata per illuminazione di emergenza;

- Eventuale centralina di gestione e controllo dell’impianto

- Eventuale soccorritore per alimentazione in emergenza delle plafoniere 4.6.1. NORME TECNICHE RELATIVE AGLI IMPIANTI ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA UNI en 1838 : Applicazione dell’illuminotecnica – Illuminazione di emergenza.

4.6.2. CRITERI DI SCELTA DELLE APPARECCHIATURE E DI INSTALLAZIONE

Dovrà essere realizzato un impianto per illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello di illuminazione tale da permettere l’evacuazione in corrispondenza delle seguenti aree:

- vie di fuga - uscite di sicurezza - estintori

- idranti

- quadri elettrici di distribuzione

(22)

4.7. I

MPIANTO DI RIVELAZIONE E SEGNALAZIONE INCENDI L’impianto di rivelazione incendi comprende le seguenti apparecchiature:

- centralina di rivelazione incendi di tipo analogico a microprocessore o a indirizzamento;

- rivelatori ottici di fumo di tipo convenzionale in ambiente;

- pulsanti di segnalazione e allarme;

- Segnalazioni ottico acustiche di allarme.

Per la realizzazione dell’impianto saranno seguite le prescrizioni della norma UNI 9795 “Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme d’incendio – Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore e punti di segnalazione manuali.

4.7.1. CRITERI DI SCELTA DELLE APPARECCHIATURE E DI INSTALLAZIONE Estensione della sorveglianza

Le aree sorvegliate saranno interamente tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione.

Saranno sorvegliati i seguenti locali e aree:

- i locali tecnici;

- le aree espositive;

- depositi e magazzini;

Criteri di scelta dei rivelatori

Nella scelta dei rivelatori devono essere presi in considerazione i seguenti elementi basilari:

- le condizioni ambientali;

- la configurazione geometrica dell’ambiente nel quale il/i rivelatore/i operano

- le funzioni particolari richieste al sistema (es. azionamento di installazioni antincendio) 4.7.2. CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI DI CALORE

Il raggio di copertura per i rivelatori di calore è di 4,5 m.

Non devono essere installati ad altezza dal pavimento maggiore di 8 m.

I rivelatori devono essere, per numero e disposizione, tali da coprire in pianta tutta l’area da sorvegliare.

Per i locali a soffitto (o copertura) inclinati valgono le seguenti prescrizioni:

- nei locali con soffitto (o copertura) inclinato (a spiovente, a doppio spiovente e assimilabili) formante un angolo con l’orizzontale maggiore di 20° si deve installare,in ogni campata, una fila di rivelatori nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale;

- nei locali con copertura a shed o con falda trasparente si deve installare, in ogni campata, una fila di rivelatori dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore,ovvero non è trasparente, ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo.

La distanza tra i rivelatori e le pareti del locale sorvegliato non deve essere minore di 0,5 m, a meno che siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici o simili di larghezza minore di 1 m.

(23)

Parimenti devono esserci almeno 0,5 m tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi, posti al disotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 15 cm.

I rivelatori devono essere sempre installati e fissati direttamente sotto il soffitto (o copertura) del locale sorvegliato.

Nessuna parte di macchinario e/o impianto e l’eventuale materiale in deposito deve trovarsi a meno di 0,5 m a fianco e al disotto di ogni rivelatore.

4.7.3. CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO

I rivelatori saranno installati in modo che possano individuare ogni tipo di incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale, ed in modo da evitare falsi allarmi. La determinazione del numero di rivelatori necessari e della loro posizione è stata effettuata in funzione di:

- tipo di rivelatore;

- superficie ed altezza del locale;

- forma del soffitto;

- condizioni di aerazione e di ventilazione del locale.

In ciascun locale facente parte dell'area sorvegliata, con le sole eccezioni delle parti specificate in "Estensione della sorveglianza", deve essere installato almeno un rivelatore.

Il numero di rivelatori di fumo puntiformi da installare è stato determinato in modo che non siano superati i valori riportati di seguito:

Il raggio di copertura per i rivelatori di fumo è:

- 6,5 m nei locali con il soffitto piano o con inclinazione (sul piano orizzontale) fino a 20°;

- 7 m se l’inclinazione del soffitto è compresa tra 20° e 45°;

- 7,5 m se l’inclinazione del soffitto supera 45°.

I rivelatori di fumo non devono essere installati ad una altezza dal piano di calpestio maggiore di 12 m.

I rivelatori devono essere, per numero e disposizione, tali da coprire in pianta tutta l’area da sorvegliare NOTA: Nel caso di copertura a shed o con falde a diversa pendenza si considera come inclinazione la minore.

Le copertura a forma curva (cupole, volte, ecc.) il cui colmo è più di 6 m dal pavimento sono assimilate a superficie piana avente pendenza determinata dall'inclinazione della corda sottesa tra il colmo e l'imposta.

Per la completa sorveglianza degli ambienti, la distanza tra ciascun rivelatore ed ogni punto del soffitto, proiettato sul piano orizzontale, non deve essere maggiore dei valori specificati di seguito. La distanza è misurata in orizzontale. Tale distanza corrisponde al raggio di copertura di ciascun rivelatore.

NOTA per i locali con soffitto inclinato ( > 20°) e a shed:

- nei locali con soffitto inclinato (a spiovente semplice o doppio e simili) di inclinazione  maggiore di 20° i rivelatori devono essere installati in ogni campata e disposti in una fila nel piano verticale passante per la linea di colmo nella parte più alta del locale;

- nei locali con copertura a shed o con una falda trasparente i rivelatori devono essere installati in ogni campata e disposti in una fila dalla parte in cui la copertura ha pendenza minore oppure non è trasparente e ad una distanza orizzontale di almeno 1 m dal piano verticale passante per la linea di colmo.

(24)

1 m 1 m

La distanza tra i rivelatori e le pareti dei locali sorvegliati non deve essere minore di 0,5 m, a meno che essi siano installati in corridoi, cunicoli, condotti tecnici e simili di larghezza inferiore a 1 m.

La distanza minima di 0,5 m deve essere rispettata tra i rivelatori e la superficie laterale di correnti o travi posti al di sotto del soffitto, oppure di elementi sospesi (per esempio: condotti di ventilazione, cortine, macchinari, impianti, ecc.), se lo spazio compreso tra il soffitto e tali strutture o elementi è minore di 0,15 m.

Le distanze massime e minime verticali ammissibili tra l'elemento sensibile dei rivelatori ed il soffitto dipendono dall'altezza h del locale e dell’inclinazione del soffitto del locale sorvegliato, secondo i valori riportati di seguito:

ALTEZZA DEL LOCALE: H

DISTANZA DELL'ELEMENTO SENSIBILE AL FUMO DAL SOFFITTO IN FUNZIONE DELL' INCLINAZIONE  RISPETTO ALL'ORIZZONTALE

 15° 15° <   30°  > 30°

min max min max min max

h  6 m 3 cm 20 cm 20 cm 30 cm 30 cm 50 cm

6 m < h  8 7 cm 25 cm 25 cm 40 cm 40 cm 60 cm

8 m < h  10 m 10 cm 30 cm 30 cm 50 cm 50 cm 70 cm

10 m < h  12 m 15 cm 35 cm 35 cm 60 cm 60 cm 80 cm

I rivelatori saranno installati in modo che possano individuare ogni tipo di incendio prevedibile nell'area sorvegliata, fin dal suo stadio iniziale, ed in modo da evitare falsi allarmi.

4.7.4. CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO ENTRO INTERCAPEDINI TRA SOFFITTO E CONTROSOFFITTO O TRA PAVIMENTO E SOLETTA

Sono presenti intercapedini sopra i controsoffitti e ne è richiesta la loro sorveglianza.

Il numero di rivelatori da installare non viene maggiorato rispetto a quanto calcolato secondo le indicazioni del capitolo precedente.

I rivelatori non direttamente visibili (per esempio: rivelatori sopra la controsoffittatura o sotto pavimento) devono essere dotati, per ciascuno di essi, di segnalazione luminosa in posizione visibile in modo che possa immediatamente essere individuato il punto da cui proviene l'allarme.

4.7.5. CRITERI DI INSTALLAZIONE DEI RIVELATORI PUNTIFORMI DI FUMO E DI CALORE IN SOFFITTI CON ELEMENTI SPORGENTI

Se gli elementi (ad es. travi) sporgono dal soffitto non più del 5% dell’altezza massima del locale è come se non ci fossero;

(si applica la regola generale).

Se gli elementi sporgono per più del 30% dell’altezza massima del locale, si deve considerare ogni riquadro come un singolo locale e il numero di rivelatori da installare in ogni riquadro va stabilito secondo la regola generale.

(25)

Negli altri casi i rivelatori vanno ubicati all’interno dei riquadri nel numero di seguito indicato, secondo che gli elementi sporgenti siano disposti soltanto in un senso oppure nei 2 sensi per formare piccoli riquadri (soffitti a cassettoni o a nido d’ape).

Caso di elementi sporgenti solo in un senso (sia per rivelatori di fumo che di calore)

D ≤ 0,13 (H - h) Un rivelatore ogni 3 riquadri 0,25 (H - h) ≤ D ≤ 0,13 (H - h) Un rivelatore ogni 2 riquadri D ≥ 0,25 (H - h) Un rivelatore ogni riquadro

Con:

- D (m) = distanza tra 2 travi o correnti successivi (esterno – esterno) - H (m) = altezza massima del locale

- h (m) = altezza della trave o corrente

Se il soffitto è a cassettoni o a nido d’ape, un rivelatore può coprire un gruppo di celle, nell’ambito del raggio di copertura del rivelatore stesso, ma il volume di tutte le celle coperte da un singolo rivelatore non deve superare:

Per i rivelatori di fumo 8 (H - h)

Per i rivelatori di calore 4 (H - h)

Con 8 e 4 coefficienti con le dimensioni di un’area (mq).

4.7.6. AMBIENTI CON IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO

I rivelatori di fumo sono più sensibili ai movimenti dell’aria; la normativa impone la condizione che la velocità dell’aria in prossimità del rivelatore non superi 1 m/s (dato di progetto o misurato).

Nel caso di condizionamento o ventilazione per il benessere delle persone non occorre maggiorare (causa ridotto ricambio d’aria/ora) il numero di rivelatori.

In caso di impianto di condizionamento o di ventilazione con scopi diversi dal benessere delle persone, occorre raddoppiare il numero di rivelatori di fumo quando la circolazione dell’aria supera:

- 6,15 ricambi/h se il soffitto è piano o con inclinazione sul piano orizzontale fino a 20°;

- 5,71 ricambi/h se l’inclinazione del soffitto è compresa tra 20° e 45°;

- 5,33 ricambi/h s e l’inclinazione del soffitto supera i 45°;

Sempre nel caso di impianti di condizionamento o di ventilazione con scopi diversi dal benessere delle persone, occorre maggiorare il numero di rivelatori, rispetto alle normali condizioni di installazione, anche negli spazi nascosti di altezza uguale o minore di un metro, come segue:

- triplicare il numero di rivelatori nei suddetti spazi nascosti, se con ripresa dell’aria;

- raddoppiare il numero di rivelatori nei suddetti spazi nascosti, se senza ripresa dell’aria;

4.7.7. CRITERI DI SCELTA DEI RIVELATORI LINEARI DI FUMO

Sono dispositivi che utilizzano l’attenuazione e/o i cambiamenti di uno o più raggi ottici.

(26)

Appartengono a questa categoria tutti i dispositivi che consistono di:

- ƒ un trasmettitore ed un ricevitore

- ƒ un complesso trasmettitore e ricevitore con uno o più riflettori ottici.

L’area di copertura non può superare i 1600 mq.

La larghezza dell’area coperta non può superare i 15 metri.

Nel caso di copertura piana i rivelatori devono essere collocati entro il 10% dell’altezza del locale.

Tali indicazioni possono variare in base alle caratteristiche tecniche indicate dai fabbricanti ed in base a:

- Tipologia di incendio generato dai materiali contenuti - Temperature medie sotto copertura

- Condizione ambientali che influenzino la dinamica dell’incendio - Polverosità dell’ambiente

Nel caso di copertura inclinate o a shed i rivelatori deve essere collocato preferibilmente in senso parallelo alla copertura o shed.

Occorre privilegiare installazioni in prossimità alla linea di falda.

Nel caso di posizionamento trasversale bisognerà considerare che se l’altezza dello shed è maggiore o uguale al 15%, si dovrà aumentare la protezione con un rivelatore addizionale ogni 2.

Nel caso di elementi sporgenti ci si comporta come per gli shed.

Se i rivelatori lineari vengono installati in ambienti con un’altezza massima superiore o uguale a 12 metri vanno installati anche a quote intermedie.

Tali rivelatori possono essere installati anche verticalmente in cavedi, cunicoli, ecc.

4.7.8. TIPI DI CAVI

Le condutture devono essere resistenti al fuoco per 30 min per costruzione o per installazione, oltre che i cavi essere a bassa emissione di fumi, gas tossici e corrosivi (LSOH) (in caso di cavo ordinario in tubazione incassata non è necessario che il cavo sia LSOH).

4.7.9. CENTRALE DI CONTROLLO E SEGNALAZIONE

L’ubicazione della centrale di controllo e segnalazione del sistema deve essere scelta in modo da garantire la massima sicurezza del sistema stesso.

La centrale deve essere ubicata in un luogo permanentemente e facilmente accessibile, protetto, per quanto possibile, dal pericolo di incendio diretto, da danneggiamenti meccanici e manomissioni, esente da atmosfera corrosiva, tale da consentire il continuo controllo in loco della centrale da parte del personale di sorveglianza.

Il locale scelto come ubicazione deve avere le seguenti caratteristiche:

- deve essere sorvegliato da rivelatori automatici di incendio / deve essere presidiato in modo permanente ; - deve essere situato in vicinanza dell'ingresso principale del complesso sorvegliato;

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- deve essere dotato di illuminazione di emergenza ad intervento immediato ed automatico in caso di assenza di energia elettrica di rete;

- le condizioni ambientali devono essere compatibili con le caratteristiche costruttive della centrale.

Si deve valutare se il sistema è destinato anche ad azionare le seguenti installazioni fisse antincendio: chiusura serrande tagliafuoco, chiusura porte con elettromagnete, fermata ventilatori, apertura evacuatori di fumo e calore, ...

Al fine di ridurre la probabilità di interventi indesiderati causati da falsi allarmi, saranno adottati accorgimenti adeguati al caso, tenendo comunque presente la necessità di non ritardare in modo inaccettabile l'emissione dell'allarme antincendio.

La centrale deve essere compatibile con il tipo di rivelatori installati e deve essere in grado di espletare le funzioni supplementari ad essa richieste, come il comando delle installazioni antincendio e la trasmissione di allarmi a distanza.

La centrale riceve i segnali provenienti sia dai rivelatori che dai punti manuali di segnalazione e consente di individuare separatamente i segnali provenienti dai rivelatori e dai punti manuali di segnalazione.

La centrale deve essere installata in modo tale che tutte le apparecchiature componenti siano facilmente accessibili per le operazioni di manutenzione e sostituzione.

Tutte le operazioni di manutenzione e sostituzione devono poter essere eseguite in loco.

4.7.10. SEGNALATORI ACUSTICI E LUMINOSI DI ALLARME

I dispositivi di allarme si distinguono in:

- dispositivo di allarme interno, posto nella centrale di controllo ed in grado di dare un allarme percepibile nelle immediate vicinanze della centrale stessa (obbligatorio; dispositivo C di figura 1 della noma UNI EN 54-1);

- dispositivi di allarme ausiliari posti all'esterno (facoltativi; dispositivi F e K di figura 1 della norma UNI EN 54-1).

Gli avvisatori di allarme esterni devono essere costruiti con componenti di caratteristiche adeguate all'ambiente in cui si trovano ad operare.

Le segnalazioni acustiche e/o luminose dei dispositivi di allarme ausiliari di incendio devono essere chiaramente riconoscibili come tali e non confuse con altre.

Il sistema di segnalazione di allarme esterno deve essere concepito in modo da evitare rischi indebiti di panico.

La pressione acustica percepita dagli occupanti i locali deve essere compresa tra 65 dB(A) e 120 dB(A); in ogni caso il livello di pressione sonora deve essere di almeno 5 dB(A) al di sopra del rumore ambientale.

4.7.11. ALIMENTAZIONI

Il sistema di rivelazione deve essere dotato di una apparecchiatura di alimentazione costituita da 2 sorgenti di alimentazione secondo la norma UNI EN 54-4 (alimentazione primaria e alimentazione di riserva).

L’alimentazione primaria del sistema deve essere derivata dalla rete di distribuzione pubblica ed eventualmente collegata all’alimentazione privilegiata e di sicurezza.

L'alimentazione di riserva è costituita da una batteria di accumulatori elettrici.

Quando l'alimentazione primaria va fuori servizio, l'alimentazione di riserva deve essere in grado di sostituirla automaticamente entro 15 s.

(28)

Al ripristino dell'alimentazione primaria, questa si sostituisce nell'alimentazione del sistema a quella di riserva.

L'alimentazione primaria deve essere effettuata tramite una linea esclusivamente riservata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, di manovra e di protezione.

L’alimentazione di riserva deve essere in grado di assicurare il corretto funzionamento dell’intero sistema ininterrottamente per almeno 72 ore nel caso di interruzione dell'alimentazione primaria o di anomalie assimilabili.

L'autonomia può essere ridotta ad un tempo pari alla somma dei tempi necessari per la segnalazione, l'intervento ed il ripristino del sistema, ma in ogni caso a non meno di 24 ore, a condizione che gli allarmi siano trasmessi ad una o più stazioni ricevitrici e sia in atto un contratto di assistenza e manutenzione oppure esista una organizzazione interna adeguata.

L’alimentazione di riserva deve essere in grado di assicurare in ogni caso anche il contemporaneo funzionamento dei segnalatori di allarme interno ed ausiliari per almeno 30 minuti a partire dalla emissione degli allarmi.

4.7.12. SISTEMA FISSO DI SEGNALAZIONE MANUALE DINCENDIO

Il sistema di rivelazione d'incendio è completato con un sistema di segnalazione manuale d'incendio costituito da punti manuali di segnalazione.

Eventuali guasti o l'esclusione del sistema di rivelazione automatica non devono mettere fuori servizio il sistema di segnalazione manuale e viceversa.

Il sistema fisso di segnalazione manuale d'incendio deve essere suddiviso in zone secondo i criteri indicati nel capitolo

"Suddivisione dell'area in zone".

In ciascuna zona saranno installati almeno 2 punti di segnalazione allarme manuali.

Il numero di punti di segnalazione manuale è tale che almeno uno possa essere raggiunto da ogni punto della zona sorvegliata con un percorso non maggiore di:

- 15 m nelle attività con rischio di incendio elevato;

- 40 m nelle attività con rischio di incendio basso o medio (DM 10/3/98).

In corrispondenza di ogni uscita di sicurezza dovrà essere installato un pulsante di segnalazione manuale d’incendio.

Per ogni pulsante di segnalazione manuale d’incendio deve essere previsto un cartello UNI 7546-16.

Tutti i punti di segnalazione manuale saranno installati in posizione chiaramente visibile e facilmente accessibile, ad una altezza compresa tra 1,0 e 1,6 m. Essi saranno alloggiati entro apposite custodie dotate di protezione contro l'azionamento accidentale, i danni meccanici e la corrosione.

In caso di azionamento sarà possibile individuare sul posto il punto manuale di segnalazione azionato, per mezzo della rottura della protezione frangibile o di un sigillo.

Presso tutti i punti manuali di segnalazione saranno riportate, su un apposito avviso chiaro e intellegibile, le istruzioni per l'uso.

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