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Come pagare il CUT con Pagopa?

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Come pagare il CUT con Pagopa?

Autore: Carlos Arija Garcia | 24/08/2021

Che cos’è il contributo unificato tributario per avviare una causa, a cosa serve e come lo si può versare in modalità cartacea o telematica.

Può risultare un’espressione un po’ forte e va, sicuramente, interpretata nel modo giusto. Ma è la pura realtà: chi vuole giustizia deve pagare. No, non si tratta di

«pagare» in quel senso, cioè di «comprare la verità», perché quella non è – o non dovrebbe essere – in vendita, ma di pagare per averla. Ci guadagna l’avvocato,

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certo, perché fa il suo mestiere, ha studiato per quello, esercita una professione e devono pure mangiare lui e la sua famiglia. Bisogna pagare anche lo Stato per avere giustizia. Come? Nel modo più abituale: attraverso un’imposta di bollo. In questo caso, si chiama contributo unificato tributario, noto anche con la sigla CUT. Per fare il versamento, ai sistemi tradizionali (dell’era «bollo 1.0») si affianca oggi quello telematico messo a disposizione dalla Pubblica Amministrazione. Come pagare il CUT con Pagopa è quello che, tra le altre cose, spieghiamo di seguito.

Cominciamo a dire che il contributo è «unificato» ma non «unico» per tutti:

l’importo varia a seconda del valore della causa che si sta per affrontare in tribunale. Più è alto questo valore, più si paga. Restano esclusi i cittadini che hanno diritto al gratuito patrocinio, cioè alla difesa a spese dello Stato per motivi di reddito.

Vediamo, allora, che cos’è il contributo unificato tributario e come versarlo nelle casse dello Stato, in particolare come pagare il CUT con Pagopa.

CUT: cos’è il contributo unificato tributario?

Il contributo unificato tributario è un’imposta a carico di chi vuole o deve avviare una causa civile, amministrativa o di lavoro, ad eccezione di chi ha i requisiti per beneficiare del gratuito patrocinio (come vedremo successivamente).

L’aggettivo «unificato» significa che comprende quello che una volta veniva versato a titolo di imposte di bollo sugli atti, di tassa di iscrizione a ruolo, di diritti di cancelleria e di chiamata in causa dell’ufficiale giudiziario. Per dirla nel linguaggio del consumatore: paghi uno – in anticipo – e prendi tutto.

C’è da pagare il CUT indipendentemente dal fatto che la parte in causa abbia o meno ragione: chi chiede l’avvio del procedimento civile è quello che deve versare il contributo. Se la controparte intende a sua volta agire in qualche modo contro chi ha messo in moto la causa, dovrà integrare il contributo unificato a seconda della maggiorazione del valore della causa conseguente alla propria domanda. Il CUT andrà rimborsato all’attore (cioè a chi ha avviato la causa) a titolo di spese processuali nel caso in cui quest’ultimo abbia ragione.

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CUT: chi non lo deve pagare?

Abbiamo appena visto che cos’è il CUT e chi lo deve pagare. Ma abbiamo anche detto che ci sono dei cittadini legittimati ad avviare una causa civile, amministrativa o di lavoro senza versare il contributo unificato tributario. Si tratta di chi rientra nel cosiddetto «gratuito patrocinio». Un istituto riservato ai meno abbienti, cioè a quelli che teoricamente non possono permettersi di pagare un avvocato di fiducia e le spese legate ad un processo. Al loro posto, interviene lo Stato.

Purché, però, il cittadino abbia un reddito massimo di 11.746,68 euro all’anno, ovvero 978,89 euro al mese. Tenuto conto che nel calcolo bisogna considerare anche il reddito di cittadinanza, il che rischia di ridurre considerevolmente la platea dei beneficiari, come abbiamo spiegato nell’articolo “Abolito di fatto il gratuito patrocinio“.

CUT: quanto costa il contributo unificato?

Abbiamo già anticipato che il contributo unificato tributario viene calcolato in base al valore della causa avviata.

Ad oggi, gli importi del CUT sono:

valore della causa fino a 2.582,29 euro: contributo di 30 euro;

da 2.582,29 a 5.000 euro: contributo di 60 euro;

da 5.000,01 a 25.000 euro: contributo di 120 euro;

da 25.000,01 a 75.00 euro: contributo di 250 euro;

da 75.000,01 a 200.000 euro: contributo di 500 euro;

da 200.000,01 in su: contributo di 1.500,00

CUT: come si paga?

È possibile pagare il contributo unificato tramite:

contrassegno telematico adesivo (la solita marca da bollo) dell’importo calcolato sul valore della causa, come indicato sopra;

modello F23;

bollettino postale;

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pagamento telematico con carta di credito o di debito.

La ricevuta del pagamento o la marca da bollo va depositata in cancelleria.

Contrassegno telematico o marca da bollo

Il primo modo per pagare il CUT è quello della solita marca da bollo. Si va dal tabaccaio e si chiede il contrassegno adesivo dell’importo relativo al valore della causa. Il cittadino (o di solito il suo avvocato) lo porta nella cancelleria del tribunale ed il cancelliere allega il contrassegno al fascicolo dopo averlo annullato e aver registrato l’avvenuto pagamento.

Modello F23

Nel caso in cui si scelga il pagamento del CUT con il modello F23, occorrerà indicare nel modulo:

i dati anagrafici di chi effettua il pagamento;

il codice identificativo dell’ufficio, cioè del tribunale presso cui verrà iscritta la causa;

il codice identificativo del tributo, che è 941T;

l’importo.

Anche in questo caso, il modello compilato verrà portato in cancelleria.

Bollettino postale

Terza possibilità: pagare il CUT con un bollettino postale. Occorrerà, come nel caso precedente, riportare alcuni dati ma l’Agenzia delle Entrate, in un atto di estrema generosità verso il contribuente, ha messo a disposizione il bollettino precompilato. Servirà, quindi, inserire i dati di chi effettua il pagamento, della parte convenuta in giudizio, dell’ufficio giudiziario di riferimento e l’importo del contributo unificato. E meno male che era precompilato.

Pagamento telematico con Pagopa

Da qualche anno, è possibile pagare il CUT con Pagopa, ovvero con il sistema telematico per i versamenti alla Pubblica Amministrazione.

Occorre avere un conto corrente o una carta di credito, di debito o prepagata. Il

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cittadino, o il suo avvocato, come avviene normalmente, si avvale della piattaforma messa a disposizione dal Portale dei servizi telematici per la giustizia.

Accede con la propria firma digitale e si apre una schermata in cui inserisce i dati relativi al giudizio da intraprendere, le parti del procedimento e l’importo da versare a titolo di contributo unificato.

Il sistema rilascia un documento informatico che attesta l’avvenuto pagamento che verrà allegato all’iscrizione a ruolo online della causa, senza bisogno di doversi recare in cancelleria.

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