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RELAZIONE-RIFLESSIONE PROGETTO L ORTO DENTRO LA SCUOLA: un esperienza didattico-educativa per coltivare e salvaguardare saperi e sapori.

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1 RELAZIONE-RIFLESSIONE PROGETTO

“L’ORTO DENTRO LA SCUOLA: un’esperienza didattico-educativa per coltivare e salvaguardare saperi e sapori”.

PREMESSA TEORICA

Coltivare un orto a scuola è coltivare prima di tutto dei saperi che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che i bambini non sempre hanno modo di sperimentare. Coltivare a scuola è un modo per imparare a conoscere il proprio territorio, il funzionamento di una comunità, l'importanza dei beni comuni e dei saperi altrui. Coltivare l'orto a scuola è un attività interdisciplinare adattabile ad ogni età, un'occasione di crescita in cui si supera la divisione tra insegnante e allievo e si impara condividendo gesti, scelte e nozioni, oltre che metodo. Infatti nella scuola l’orto permette di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di imparare ad aspettare, di cogliere il concetto di diversità, di lavorare in gruppo e permette agganci reali con l’educazione alimentare e il cibo.

L’orto scolastico rappresenta uno strumento di educazione ecologica in grado di riconnettere bambini con le radici del cibo e della vita.

L’orto scolastico risulta adatto a promuovere e a favorire coerentemente con le Indicazioni Nazionali un percorso di attività nel quale ogni alunno possa assumere un ruolo attivo nel proprio apprendimento e, da protagonista, sviluppar e al meglio le proprie inclinazioni, esprimere curiosità,

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2 realizzare esperienze significative, assumere sempre maggiore consapevolezza del mondo circostante, condividere occasioni per sperimentare e crescere insieme agli altri.

La semina a scuola, offre agli alunni numerosi benefici ed occasioni di apprendimento, infatti, usare il metodo sperimentale significa coinvolgere direttamente ed attivamente gli alunni, sviluppare in loro, mediante l’osservazione dei fatti, lo spirito di ricerca incoraggiandoli a porre domande sui fenomeni e cose, a progettare esperimenti.

Le indicazioni nazionali sul punto evidenziano che “la ricerca sperimentale individuale e di gruppo rafforza nei bambini la fiducia nelle proprie capacità di pensiero, la disponibilità a dare e ricevere aiuto, l’imparare dagli errori propri ed altrui, l’apertura ad opinioni diverse la capacità di argomentare le proprie”.

Le esperienze concrete che entusiasmano e appassionano i bambini, possono realizzarsi in aula, nei laboratori o in spazi naturali, in quest’ultimo caso viene favorita la comprensione dell’ecosistema e l’esperienza del gruppo, che aiuta a trasmettere valori quali la responsabilità, la collaborazione, la cooperazione e la condivisione.

Condividere l’esperienza del fare, comporta, infatti, sul piano sociale ed emotivo- affettivo, l’intenzione di educare al rispetto e al

prendersi cura degli esseri viventi, all'integrazione di ciascun alunno in base alle proprie potenzialità e abilità ed alla collaborazione per ottenere un risultato positivo.

Questo tipo di approccio dà contenuto alle indicazioni che guardano “la scuola come luogo accogliente, dove tutti stanno bene, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini ad un progetto educativo condiviso”.

Oggi, noi insegnanti, dobbiamo guidare i nostri alunni a riscoprire il significato e il valore dei territori, la ricchezza delle biodiversità, il piacere dell’attesa dei cicli della natura. Al fine di insegnare loro che la terra non è un “supporto” da sfruttare, ma una “madre” generosa da rispettare e tutelare.

L’orto scolastico rappresenta per i bambini, ma anche per gli insegnanti, uno strumento per meglio affrontare, il tema di un corretto rapporto con l’ambiente e che possa costituire un modesto contributo all’assunzione di scelte responsabili per il futuro di noi tutti e per la sopravvivenza del pianeta.

L’eterogenea situazione delle classi, caratterizzate da molteplici diversità e bisogni, nei modi e nei livelli di apprendimento, spinge a considerare ogni persona autentica ed unica.

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3 L’orto si presta alle scuole anche come strumento per promuovere la multidisciplinarietà. Durante la preparazione e la lavorazione di un orto bisogna osservare, scrivere, manipolare, rappresentare, calcolare e dividere parti di terreno. Questi sono solo alcuni esempi di attività necessarie per l’orticultura che hanno bisogno di materie come matematica, geometria, italiano, disegno e aspetti trasversali legati alla crescita personale come lo sviluppo di capacità organizzative, relazionali e affettive. “A livello didattico l’orto è uno strumento utile al raggiungimento di diversi obiettivi, conoscenze e competenze di base. Attraverso l’orto è possibile veicolare insegnamenti relativi a differenti discipline.” (Bonura,

2015).

Esperienze legate alla terra hanno un effetto anche sull’educazione intellettuale del bambino che si esercita nell’osservazione, impara a riconoscere gli oggetti e a classificarli (Macchietti, 1999).

Friederich Froebel (1826), riteneva che la tecnica del giardinaggio permettesse la compenetrazione dell’io nella natura, lo

sviluppo del senso sociale e l’attivazione dell’osservazione.

L’orto didattico inoltre rappresenta un valido strumento per applicare il metodo scientifico, per comprendere il rapporto causa-effetto (lavoro-raccolgo), per studiare ed interpretare meglio il clima ed i suoi effetti e permette di studiare realmente gli ecosistemi.

Per Bertazzoni (2013) la scuola ha il dovere di promuovere un tipo di scuola che esca dalle mura scolastiche, in cui venga dato egual spazio alle “attività didattiche in aula e alle esperienze di apprendimento realizzate sul territorio. In questo senso il progetto orto scolastico fornisce una grande varietà di occasioni per avvicinare i bambini al mondo naturale, offre spunti molto diversi legati a tematiche come la biodiversità, la stagionalità, i metodi di coltivazione biologici, il rispetto della natura e di tutte le creature viventi, così come una sensibilizzazione sulla salute (Pradella e Ghezzi, 2016).

L’orto scolastico è inoltre un luogo che contribuisce a migliorare e consolidare le informazioni acquisite durante le lezioni in aula (Canaris, 1995; Bradley et al., 1997). I bambini quindi devono partecipare attivamente e manualmente alle attività di educazione ambientale perché le informazioni

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4 non sempre riescono a modificare gli atteggiamenti, conoscere non sempre è sinonimo di cambiare, serve il coinvolgimento personale. Alcune ricerche evidenziano come le aree verdi destinate alla fruizione da parte dei bambini migliorino i loro atteggiamenti nei confronti dell’ambiente (Skelly, 1997; Walizcek, 1997) e le relazioni interpersonali tra bambini e docenti (Walizcek, 1997). La divisione del lavoro in gruppi aumenta la capacità di relazionarsi con il prossimo, a rispettarlo creando qualcosa insieme, seguendo quindi un processo di educazione partecipata.

La scelta di questa esperienza progettuale interdisciplinare si fonda sulla convinzione che far sperimentare agli alunni delle attività manuali finalizzate alla costruzione di strutture permanenti, per esempio un orto, richiede un impegno costante e capacità progettuali/esecutive prolungate nel tempo.

Questo progetto servirà anche a sollecitare l'interesse e l'attenzione verso le discipline curricolari da parte dei bambini e a trasmettere come la realtà viene interpretata con strumenti quali l'osservare, il conoscere, il descrivere.

La nostra scuola ha la fortuna di avere a disposizione un giardino veramente ampio e con specie diverse di alberi, arbusti ed erbe che neppure noi insegnanti conosciamo o siamo abituati ad osservare ma che invece, lavorando all'aperto, stiamo gradualmente imparando a conoscere insieme ai nostri alunni. Il progetto ha da subito portato noi docenti ad interrogarci e a metterci in gioco relativamente al nostro modo di fare scuola. Il mettersi in gioco è una condizione a mio parere indispensabile per poter insegnare rispondendo realmente al desiderio di conoscenza dei bambini, alle loro curiosità e ai loro interessi reali, prerequisiti questi indispensabili per creare un ambiente educativo di apprendimento positivo e motivante. Certo, per porsi in ascolto e per proporre le attività finalizzate comunque al raggiungimento delle competenze previste dalle Indicazioni Nazionali e dal curricolo verticale dell'Istituto, non si può pensare ad un insegnamento basato sullo spontaneismo degli insegnanti, ma a percorsi con obiettivi trasversali ben chiari e finalizzati al raggiungimento di competenze sia cognitive che di cittadinanza.

Tutto il corpo docenti, d’intesa con la dirigenza scolastica, intende valorizzare il patrimonio paesaggistico, culturale e colturale che caratterizza la nostra realtà scolastica, implementando l’utilizzo e la fruibilità dello spazio esterno, al fine di migliorare l’offerta formativa ed il benessere psico-fisico dei nostri alunni e della comunità nel suo insieme.

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5 FINALITA’

La scuola, che tra i suoi compiti istituzionali ha quello della formazione del futuro cittadino, non può più eludere il problema di una rigorosa educazione all'uso corretto dell'ambiente e di una sana alimentazione.

La strutturazione di un orto scolastico rappresenta uno strumento di educazione ecologica potente e multiforme capace di riconnettere gli alunni con le origini del cibo e della vita. Attraverso le attività di semina, cura e compostaggio gli alunni potranno apprendere i principi dell’educazione ambientale ed alimentare, in un contesto favorevole al loro benessere fisico e psicologico, imparando a prendersi cura del proprio territorio. I ragazzi impareranno a conoscere ciò che mangiano producendolo da soli e rispettando le risorse del nostro pianeta.

La coltivazione di ortaggi a scuola è il punto di partenza affinché i bambini sviluppino un rapporto sano con il cibo, nel rispetto della natura, dei suoi ritmi e dei cicli. Proprio per questo il traguardo educativo a cui il nostro Istituto scolastico ambisce è quello di promuovere benessere, cultura e socializzazione, fattori necessari nella formazione di comunità sostenibili. La scelta di questa esperienza progettuale interdisciplinare si fonda sulla convinzione che far sperimentare ai ragazzi delle attività manuali finalizzate alla costruzione di strutture permanenti, quali sono un orto e un giardino, richiede un impegno costante e capacità progettuali/esecutive prolungate nel tempo.

Questo laboratorio servirà anche a sollecitare l'interesse e l'attenzione verso le discipline curricolari da parte dei ragazzi e a trasmettere come la realtà viene interpretata con strumenti quali l'osservare, il conoscere, il descrivere che servono nella comunicazione e nella vita quotidiana.

Si è pensato che l’orto dentro la scuola

possa essere e diventare per gli alunni, ma anche per il corpo docenti, uno strumento per meglio affrontare in modo organico, il tema di un corretto rapporto con l'ambiente e che possa costituire un modesto contributo all'assunzione di scelte responsabili ed informate a tutela del contesto di vita che ci appartiene. Proprio perché l’ambiente in cui viviamo è un bene che appartiene a tutti, imparare a conoscerlo e a rispettarlo significa migliorare la nostra qualità della vita considerando oltre al nostro spazio anche quello di chi ci sta accanto.

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6 Il progetto, si ricollega al curricolo di Educazione civica, in particolare al secondo nucleo tematico relativo allo “Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio,” che ha come obiettivo, fra l’altro, la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali.

La finalità dell’iniziativa è trasmettere ai ragazzi la consapevolezza che l’orto è metafora della formazione personale di ogni essere vivente: “Se nessuno si prende cura di noi, nessuno può crescere né fisicamente, né intellettualmente”.

Si favorirà, quindi, prendendo le mosse dalla massima di Confucio “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”, l’apprendimento “in presenza” mediante il fare e saper fare, strumentale al recupero, anche alla luce della pandemia che stiamo ancora vivendo, di momenti di interazione, di socializzazione, di relazione, creando situazioni dove sapere e fare si fondono e dove la pratica è necessariamente collaborativa.

L’incontro con la natura può essere inoltre, un’occasione per dare spazio a quella che Gardner chiama intelligenza “naturalistica”, e ritrovare la buona abitudine al fare consapevole, a riflettere e a documentare, secondo le regole della pedagogia induttiva che parte dall’esperienza e ritorna ad essa, trasformandola in concetti e apprendimenti duraturi.

Si sta dando priorità a migliorare la qualità della vita e il benessere dei bambini e il recupero della valenza sociale dell’apprendimento (secondo il modello di Bandura) come co-costruzione di abilità e di conoscenze che si trasformano in competenze, rendendo tale iniziativa un’opportunità formativa caratterizzata da una fortissima valenza sociale, terapeutica e ambientale.

Al fine di promuovere quest’approccio, sono state proposte attività che favorissero l’evoluzione delle seguenti competenze scientifiche.

 Identificare i problemi scientifici: porsi delle domande le cui risposte possono essere ricercate attraverso esplorazioni che implichino l’approccio scientifico; riconoscere i tratti distintivi di una ricerca scientifica.

 Spiegare i fenomeni in modo scientifico: predire i cambiamenti; verificare le predizioni tramite osservazioni che generano nuove conoscenze utili a descrivere e interpretare i fenomeni in chiave scientifica.

 Utilizzare le prove scientifiche: interpretare i dati raccolti giungendo a conclusioni che spieghino un fenomeno.

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7 Il docente promuove:

 Situazioni didattiche volte allo sviluppo dell’autonomia d’azione da parte dell’allievo.

 Situazioni di studio che favoriscano lo sviluppo dell’approccio scientifico da parte dell’alunno, favorendone un impiego progressivamente autonomo. In modo particolare propone: la formulazione e la verifica d’ipotesi da parte della classe, l’osservazione dei fenomeni che avvengono nell’orto, l’uso di un diario di bordo su cui registrare osservazioni ed esperienze.

 Interventi volti a costruire il sapere necessario affinché gli allievi si assumano responsabilità e svolgano autonomamente momenti di cura dell’orto, in particolare sapendo: confrontarsi e collaborare con i compagni, suddividersi i compiti, applicare le fasi importanti per realizzare un orto biologico, utilizzare in modo opportuno gli attrezzi;

•situazioni in cui agli alunni è richiesto di svolgere scelte ragionate e argomentate.

 Un approccio interdisciplinare che permetta all’allievo di identificare legami viepiù autonomi tra diversi concetti.

OBIETTIVI

La creazione e il mantenimento di un orto ecologico nella scuola viene introdotto come modello didattico per:

• Riconoscere semi, piante, fiori, frutti;

• Usare il calendario per prevedere semine, trapianti, raccolte

• Sperimentare la necessità di elementari strumenti di misura e registrazione della crescita degli ortaggi;

• Riflettere insieme sulle buone pratiche realizzare nell’orto (compostaggio, riciclo, filiera corta, biologico...)

• Promuovere il senso di responsabilità negli alunni attraverso la cura e l’accudimento dell’orto;

• Educare alla cura e al rispetto dell’ambiente per favorire uno sviluppo sostenibile;

• Sviluppare e potenziare: l’area senso-percettiva, le capacità verbali, la capacità di osservazione, le categorie spazio-temporali seguendo ritmi scanditi dalla natura;

• Acquisire competenze pratiche nelle attività agricole per favorire lo spirito di cooperazione;

• Acquisire responsabilità nella cura delle piante da frutta o degli ortaggi, favorendo l’ambientamento, lo scambio, la relaziona e l’acquisizione delle competenze sociali e comunicative utili e adeguate allo svolgimento dei compiti;

• Favorire lo sviluppo psico-sociale attraverso attività nuove e motivanti;

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• Favorire gradualmente la socializzazione, la condivisione di un gruppo;

• Facilitare e promuovere esperienze fortemente inclusive fra i soggetti del progetto.

LE METODOLOGIE

Le metodologie messe in atto durante tutto il percorso didattico-educativo sono:

- Didattica laboratoriale

- Cooperative learning

- Tutoring

- Circle time

- Peer to peer

- Didattica metacognitiva

- Problem solving

- Experiential learning

LE ATTIVITA’

L’orto scolastico costituisce un laboratorio sperimentale all’aperto nel quale i bambini stanno avendo modo di sperimentare, raccogliere le prove, interpretarle, per approfondire e sviluppare il concetto di biodiversità

coltivata. Le attività legate alla coltivazione dell’orto stanno facilitando un approccio didattico basato sull’esplorazione,

l’indagine, la sperimentazione e la

scoperta. In questo modo i bambini hanno potuto

sviluppare in modo coerente competenze specifiche nell’ambito dello studio degli ecosistemi e dello sviluppo sostenibile. I bambini si sono rapportati ai ritmi della natura e sono stati educati al rispetto dei cicli naturali. Il medesimo percorso inserito in una programmazione annuale permette al docente di trattare in modo più trasversale i vari spunti di approfondimento. Alcuni interventi proposti durante

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9 la pratica professionale svolta hanno permesso di avvicinare la classe ai temi dell’orto e della biodiversità coltivata attraverso la progettazione della semina e attività pratiche di cura dell’orto.

Le attività prevedono il coinvolgimento di tutte le dimensioni per sollecitare esperienze di apprendimento, di riuscita di tutti i soggetti coinvolti, anche grazie alla collaborazione, alla valorizzazione di quelle capacità che all’interno della classe fanno fatica a connotarsi come tali.

In particolare la dimensione socio-affettiva prevede il coinvolgimento di gruppi classe che presentano anche alunni diversamente abili, con difficoltà d’apprendimento e/o con problemi comportamentali, in attività pratiche, di movimento, prevalentemente all’aperto, che richiedano impegno e collaborazione e che pongano i bambini sullo stesso livello di abilità.

Inoltre il percorso didattico-educativo mira a promuovere nei bambini una minima assunzione di responsabilità nel prendersi cura dell’orto e del giardino ed a impegnarsi in attività che spesso non danno risultati immediati: saper aspettare, avere pazienza e non dimenticare.

Fasi:

• Conversazioni guidate;

• Giochi senso-percettivi per il riconoscimento tattile e olfattivo delle piante;

• Vangatura, zappatura e preparazione del substrato terroso con eliminazione dei detriti: sassi, legnetti e radici.

• Semina degli ortaggi e delle piante aromatiche con sistemazione delle etichette di riconoscimento;

• Osservazione con tenuta di un diario dei tempi della crescita delle piantine anche con fotografie e disegni realizzati dai bambini;

• Cura con annaffiatura e pulizia

• Festa dell’orto con caccia al tesoro;

• Consegna attestato di partecipazione al progetto.

Nel mese di novembre ho iniziato a trattare questo tema partendo brainstorming sull’orto. Un orto domande stimolo del brainstorming: A cosa ti fa pensare la parola orto? Quali sono le modalità di realizzazione dell’orto? Cosa è possibile seminare e piantare? Quali ortaggi si coltivano da gennaio a maggio?

Successivamente ho mostrato alla LIM un video di Paulo Coelho “La Storia della matita” per permettere ai bambini di riflettere sulle azioni fondamentali della vita di una persona da rimandare alla cura dell’orto. Al termine ho invitato gli alunni a disegnare “L’orto nelle mie mani” invocando la metafora della mano con le qualità che ciascuno ritenesse fondamentali per potere dare vita a un

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10 orto e prendersene cura. Questi due lavori hanno permesso di raccogliere le prime concezioni dei bambini.

Dai disegni è emerso che impareremo a conoscere e rispettare il terreno, a prenderci cura con amore e rispetto delle piante, osservandone crescita ed evoluzioni, dal trapianto alla raccolta.

La pedagogia del fare e della riuscita mette in atto un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare.

Sono infinite le possibilità di fare scuola a partire da un orto. Curando l’orto coltiviamo anche

“attività spirituali” tra le quali troviamo: la vita L’orto è pieno di vita perché l’orto vive e come tale diviene. Avere cura di un orto è un modo di amare e curare la Vita. Questo vuol dire che badare alle piante significa nutrirle e annaffiarle, proteggerle quando è necessario, diradarle, rincalzarle, sostenere quelle che ne hanno bisogno, cimarle se occorre, liberare il loro spazio dalle infestanti.

Ascolto la pianta e le sue esigenze. Sento la preziosità dell’acqua e ne faccio buon uso. Guardo le nuvole e le interrogo su ciò che mi porteranno – pioggia leggera, temporali o grandine. Ascolto l’orto nella sua interezza.

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13 Le fasi di preparazione del terreno e gli attrezzi dell’orto

Ho portato in classe gli utensili principali per preparare un orto. Gli alunni hanno avuto modo di osservarli. Gli attrezzi sono stati poi adagiati sul pavimento e gli alunni hanno potuto rappresentarli graficamente. Gli alunni disegnano gli attrezzi da giardinaggio. Gli alunni hanno da subito riconosciuto alcuni utensili e hanno provato a esprimerne le funzionalità in base alle caratteristiche che presentavano.

All’inizio dell’intervento seguente pongo la domanda Che cosa piantiamo? A gruppi i bambini decidono quali impianti e/o quali semi piantare. Ciascun gruppo presenta la propria idea argomentando la scelta. Sorge un problema: quale criterio adottare per scegliere tra le diverse proposte che cosa piantare? I ragazzi elencano autonomamente diversi criteri che si potrebbero adottare per la scelta: scegliamo l’ortaggio che è citato più volte dai gruppi, votiamo e scegliamo tra quelli proposti oppure decidiamo considerando quelli che preferiamo mangiare e altri ancora.

Un’allieva propone un ulteriore spunto di riflessione: “Forse se scegliamo qualcosa che non sta bene al freddo non va bene, forse dobbiamo anche pensare a questo.”

Rilancio l’intuizione dell’alunna distribuendo una scheda sui periodi di semina. Attraverso questo strumento decidiamo cosa piantare, tenendo anche in considerazione la necessità di coltivare una specie che abbia bisogno di poche cure (quando saremo in vacanza, potremo occuparci saltuariamente del nostro orto.

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14 Manipolazione dei materiali

Per favorire la progettazione di esperimenti realizzabili abbiamo fornito a ciascun gruppo materiali diversificati e significativi per la tematica trattata. Chi si occupa di scoprire le condizioni favorevoli alla crescita di un seme ha ricevuto: terricci differenti, vasetti, palette, lenti d’ingrandimento, semi di crescione, di rucola, di basilico, di sedano e prezzemolo; bulbi di tulipani e di fresie di diverso colore.

Per la costruzione del sistema d’irrigazione gli allievi hanno potuto manipolare bottiglie di PET, annaffiatoi, acqua, etc

Il gruppo che si occupa di creare uno spaventapasseri in fase di progettazione riceverà materiali come: stoffa, carta alluminio, paglia, legni.

Preparazione dell’appezzamento

Siamo usciti in giardino per valutare il luogo dove creare l’orto. Abbiamo discusso sul procedimento da intraprendere, definito i ruoli ed iniziato a lavorare. Come prima cosa è stato chiesto ai bambini dove potevamo creare il nostro orto. Le loro risposte facevano riferimento ai bisogni del seme per crescere: “Dobbiamo realizzarlo al sole e al riparo dalle intemperie”, “Dobbiamo farlo vicino perché dobbiamo curarlo. Se non lo curiamo dopo non germinano e non crescono le piantine”.

Un bambino ha fatto notare che nei pressi della sezione vi era un terreno che poteva essere lavorato

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15 ed utilizzato. Dove i bambini non vanno a giocare durante le ricreazioni, L’idea proposta è stata accolta dal gruppo poiché soddisfaceva tutti i requisiti emersi nella discussione. Per un’attività di questo tipo è fondamentale una buona organizzazione del materiale e dei bambini. Ho assegnato pertanto dei ruoli che hanno permesso di svolgere, in seguito, un lavoro ordinato e sicuro.

La semina in vaso

I bambini apprendono che la temperatura gioca un ruolo essenziale nel processo di germinazione e che per le specie coltivate nei climi temperati corrisponde a circa 14/15 °C. Il tempo passa e chiedo agli allievi cosa si potrebbe fare, tra le proposte c’è quella di fare una serra e spiego loro che potrebbe essere utile impiegare dei vasetti di torba che potranno poi essere trapiantati direttamente nell’orto poiché biodegradabili e le radici riescono a bucarli. Organizziamo un mercato dei semi e ogni gruppo di alunni prepara un vasetto.

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16 Adagiamo i vasi su vassoi posti sui davanzali delle finestre e per alcuni giorni i ragazzi li annaffiano, prestano attenzione che siano al riparo da eventuali correnti d’aria e che abbiano sufficiente calore. Aspettiamo che cresca qualcosa. Quando ciò avviene c’è fervore in classe e i bambini svolgono molti disegni spontanei che ritraggono le piantine.

I bambini preparano l'orto

Durante la preparazione dell’appezzamento, i bambini hanno utilizzato gli attrezzi presentati precedentemente e hanno effettuato tutti i passaggi della preparazione dell’orto: eliminato le erbe spontanee, rivoltato la terra, tolto i sassi e livellato il terreno. Il lavoro è stato svolto con grande motivazione e interesse. Terminato questo passaggio, siamo passati a definire con precisione l’aiuola che avrebbe ospitato i nostri semi. Abbiamo optato per una striscia di terra.

L’aiuola è stata definita da una bordura in sassi che i bambini incaricati hanno raccolto. I bambini erano entusiasti di poter utilizzare gli attrezzi che avevano conosciuto, li ho resi attenti che il loro utilizzo può essere pericoloso. Durante questi lavori manuali sono emerse diverse caratteristiche del bambino. Chi usava tutta la sua forza per rivoltare la terra, chi era più timoroso per cui non lavorava in modo deciso.

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17 Ho inoltre osservato che quando un bambino faticava a svolgere il lavoro chiedeva aiuto al compagno vicino. Questo è interessante da un punto di vista collaborativo. Il bambino ha capito che chiedendo aiuto tutto risulta meno faticoso. Questo atteggiamento mi fa pensare al “concetto di interesse” di Dewey. Il bambino è portato a ricercare l’aiuto di qualcuno in quanto la sua volontà è quella di raggiungere uno scopo che appartiene anche al resto del gruppo. La ricerca della collaborazione è quindi, in questo caso, spontanea e nasce da un interesse comune. I bambini hanno dimostrato rispetto sia degli attrezzi che dei compagni, erano attivi, partecipi e molto coinvolti. Si sono messi all’opera e hanno sviluppato sicuramente nuove competenze e un grande spirito di collaborazione e autonomia. Hanno tutti lavorato con consapevolezza.

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18 La semina e il trapianto in giardino

Dopo esserci recati in giardino, ho disposto i bambini accanto all’orto appena creato in modo che tutti potessero assistere al momento della semina. La docente ha preparato i buchi in cui mettere i semi. Un bambino alla volta ha potuto scegliere il suo vasetto.

La docente fa i buchi per la semina. Grazie a questa attività i bambini hanno osservato che ci sono diverse regole essenziali da rispettare tra cui: la distanza fra le

piante, la profondità di semina e l’irrigazione. Durante la semina sono emerse delle osservazioni interessanti. Alcuni bambini affermano: “Dobbiamo bagnarlo ogni tanto così cresce bene”, “I nostri semi hanno bisogno del sole per crescere”, “Io sono sicuro che verranno delle belle piante se le curiamo”. I bambini riprendono ancora una volta i bisogni del seme e sono consapevoli che grazie alle loro cure il semino potrà crescere bene. Prendendo spunto da quanto detto ho chiesto di disegnare gli elementi che permettono a una pianta di crescere. Con questo intervento, si sono resi responsabili i bambini verso la crescita di un piccolo seme, verso la vita.

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19 Osservazione della crescita delle piantine

Come è chiaramente prevedibile, lo sviluppo di questo lavoro di ricerca avviene all’esterno dell’aula quando i bambini si devono occupare della cura e della manutenzione dell’orto di classe. Per mantenere la stessa modalità di lavoro, ogni gruppo diventerà esperto di una delle piantine che sono state seminate e durante le attività all’esterno si occuperà in particolare della cura, e dell’osservazione di una specifica parte dell’orto

Con grande stupore i bambini si recavano nell’orto vivendo, di giorno in giorno, il processo di crescita delle loro piantine “Che bello la mia sta crescendo un pochino”, “Ma non tutte crescono”, “Forse manca acqua”, e se ne prendono cura annaffiandole, osservando che anche le pianticelle, come loro, richiedono spazio per crescere bene.

“Se noi siamo tutti schiacciati non ci muoviamo”. I bambini si sono accorti che le piantine hanno dei ritmi: “Sono piccole come dei bambini e poi crescono”, “Se noi le curiamo crescono bene.

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20 Il diario dell’orto

Approfitto dell’interesse spontaneo degli alunni nel tenere traccia di quanto accade per introdurre il diario. Si svolge una riflessione sul valore di quanto stiamo facendo: sarebbe peccato dimenticarci di tutto ciò negli anni a venire. Che cosa potremmo fare per evitare che ciò avvenga? Potremmo scrivere un diario! Iniziamo a redigere le prime pagine che ricordino a noi e a chi vorrà leggerlo i primi interventi svolti nell’ambito del progetto.

Per tenere traccia delle attività svolte, è stato presentato ai bambini lo strumento del diario personale dell’orto. In questo quaderno gli alunni potevano liberamente prendere appunti, disegnare, progettare, etc. in base alle esigenze individuali e del proprio gruppo.

Diario su cui i bambini annotano quanto osservato nell’orto Sono tutte preziose informazioni che danno possibilità di avvicinarsi al ciclo della vita e sono state inserite dai bambini in un diario personale accompagnate da didascalie e osservazioni. Con questo strumento tutto il lavoro verrà contestualizzato e potrà servire, in futuro, per ricordare l’esperienza svolta.

La biodiversità

Il concetto di biodiversità è stato co-costruito con la classe attraverso attività pratiche, quali la ricerca d’informazioni attiva, la preparazione dell’orto, la coltura di diverse varietà di erbe aromatiche e ortaggi, la scoperta degli animali dell’orto. Tale approccio ha permesso ai bambini di sviluppare una sensibilità alla biodiversità attraverso un coinvolgimento in prima persona. A fine attività tutti gli alunni erano in grado di dare una definizione coerente della biodiversità e riconoscere l’importanza della sua

salvaguardia.

Gli alunni hanno citato come esempio la coltura di un orto con più varietà. Altri hanno utilizzato l’espressione in via d’estinzione. La maggior parte ha riflettuto

sull’etimologia della

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21 parola biodiversità, spiegando che è composta da bio, che significa vita e diversità, che vuole dire diverso. Ciò dimostra che la costruzione progressiva dei concetti attraverso la co-costruzione pratica favorisce la comprensione di ciò che si sta facendo e dei relativi termini specifici.

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22 Finalmente è arrivata la primavera: possiamo trapiantare le nostre piantine nell’orto. Con mia grande sorpresa i ragazzi si organizzano sin da subito in maniera autonoma. Si dividono i compiti:

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23 strappano erbacce, dissodano, rastrellano, misurano le distanze tra le piantine, piantano, annaffiano in maniera autogestita. Ciò è stato possibile a seguito di una fase minuziosa di progettazione che ha coinvolto direttamente la classe. È un piacere starli a guardare! Osservo le competenze messe in atto attraverso l’uso di una griglia, i bambini riportano in seguito nel loro diario di bordo il lavoro svolto nell’orto.

I bambini continueranno a prendersi cura dell’orto e si prendono a carico la responsabilità di proseguire il progetto e di aggiornare i loro diari, tenendo traccia della crescita delle piantine e del tempo atmosferico sul calendario. Tutto questo lavoro ci permetterà di proseguire il cammino.

Lungo il corso del progetto, si è proposto agli alunni di riordinare nella giusta sequenza alcuni brani che descrivevano quanto svolto sino a quel momento, in seguito si passerà alla riformulazione condivisa a grande gruppo di quanto fatto. Si passerà, in seguito, a una redazione più personale e spontanea. Le rappresentazioni grafiche sono divenute sempre più minuziose e le descrizioni verbali più dettagliate e precise. Sempre grazie all’analisi di alcuni diari, si è osservato che anche gli allievi che all’inizio erano più in difficoltà nella redazione di testi e nell’organizzazione del lavoro hanno sviluppato la competenza di redigere in maniera autonoma e precisa un diario riguardante le osservazioni e le attività svolte nell’orto. L’applicazione dell’approccio scientifico, che ha reso gli allievi sempre più autonomi e responsabili, ha permesso un miglioramento nella redazione del diario.

Materiali

Nel percorso presentato sono stati utilizzati materiali di varia natura per offrire ai bambini un’esperienza significativa, interessante e stimolante. I materiali, qualsiasi sia la loro funzione, sono un elemento fondamentale all’interno di un percorso didattico e, proprio per questo motivo, non si può prescindere da un’attenta progettazione e valutazione della loro efficacia e del loro valore all’interno delle diverse attività.

Si è pensato di proporre i materiali che sono stati presenti nel progetto in funzione principalmente delle modalità attraverso cui sono stati concepiti: materiali proposti ai bambini e quindi utilizzati e materiali direttamente elaborati e realizzati da loro, veri e propri

artefatti che sono diventati oggetto di comunicazione semiotica (Vygotskij, 1972).

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24 Realizzazione di un lapbook

Il lapbook è un prodotto creativo in cui sono stati inseriti tutti gli argomenti affrontati, utilizzando materiali diversi. La versatilità del lavoro ha fatto in modo che il bambino utilizzasse al massimo la sua fantasia e la sua creatività.

Gli alunni hanno realizzato un lapbook sulle varietà di ortaggi. Gli alunni si sono divertiti nel mettere insieme le idee e nell’assemblare le varie parti. Gli argomenti trattati sono stati:

• Il ciclo vitale delle piante

• La classificazione degli ortaggi (a semi, a bulbo, a radice, a foglia, a fiore e a frutto)

• Gli strumenti dell’ortolano

• Il progetto di un orto ideale

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25 VERIFICA E VALUTAZIONE

Le osservazioni sistematiche riguarderanno soprattutto il benessere a scuola, la motivazione, l’interesse e la partecipazione degli alunni alle attività. In particolare, si valuteranno i progressi negli apprendimenti e nelle abilità, la capacità di collaborare, l’acquisizione di conoscenze specifiche e il saperle trasmettere a livello trasversale, la capacità di cogliere elementi essenziali propri delle attività, l’utilizzo consapevole e rispettoso delle attrezzature, dei materiali e dell’ambiente. Il progetto sarà inserito nella programmazione didattica degli insegnanti coinvolti, ognuno di loro avrà modo di raccogliere informazioni sull’efficacia del progetto e potrà misurarla agli argomenti attesi, nelle modalità di verifica ritenute più opportune.

Si procederà quindi con:

• Osservazioni in itinere e si proporranno verifiche di vario genere sui diversi argomenti trattati.

• Monitoraggio sul rispetto dei tempi, delle azioni programmate e dei prodotti attesi.

• Sondaggio per il gradimento dell’attività proposta attraverso un questionario finale.

• Autovalutazione.

• Transfer delle conoscenze in altri contesti.

RISULTATI ATTESI

Realizzazione di attività attraverso le quali gli alunni vengano stimolati ad utilizzare i propri sensi per mettersi in contatto con la natura e sviluppare o potenziare abilità diverse, quali l'esplorazione, l'osservazione e la manipolazione.

Gli alunni hanno sperimentato la coltura biologica degli ortaggi (concimi naturali, consociazioni, rotazioni...) e hanno rafforzato il senso di appartenenza al territorio della scuola, per viverlo in modo più rispettoso e responsabile in tutti i momenti.

Hanno osservato sistematicamente un habitat naturale, hanno fatto esperienza di allevamento di animali utili al terreno: i lombrichi.

ASPETTI INNOVATIVI E SPERIMENTALI I compiti di realtà che gli alunni saranno chiamati ad affrontare metteranno in gioco volta per volta delle strategie risolutive grazie al contributo di tutti. Questo favorirà l'acquisizione di "abiti mentali e comportamentali" tesi al rispetto della natura e dell’ambiente circostante, ad una "coscienza ecologica" e ad una sana alimentazione; l’impegno dei ragazzi ad affrontare problemi specifici dati (es. piante stagionali); l’uso di molteplici linguaggi (verbale, iconico, fotografico, sensoriale, manipolativo) e di tecniche linguistiche diversificate come la relazione, la scheda, l'inchiesta, il questionario, il grafico, la poesia.

Realizzazione dell’orto sinergico in primavera tramite i seguenti passaggi: a) Recinzione dell’area da adibire a orto b) Preparazione del terreno con l’aiuto degli alunni c) Concimazione d) Semina di

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26 alcune piantine e) Osservazione sistematica della germinazione f) Irrigazione periodica del terreno g) Raccolta dei prodotti.

Alcuni risultati sono già tangibili: avevo già precedentemente accennato al clima positivo e rilassante che si raggiunge all'interno della classe in seguito alle attività condotte all'aperto: un altro aspetto da non sottovalutare è la costruzione di percorsi inclusivi che si concretizzano attraverso la didattica esperienziale e le buone pratiche educative.

Tutti gli alunni hanno, infatti, la possibilità di partecipare alle attività condotte all'aperto, e di riportare alcune esperienze sul quaderno. Nessuno è escluso. Le attività svolte all'aperto, l'osservazione e la conoscenza dell'ambiente naturale rendono più piacevole l'apprendimento e sensibilizzano al rispetto e all'amore verso la natura e l'ambiente.

Nonostante l’entusiasmo e la partecipazione dei bambini fosse sempre alta perché era un modo nuovo e diverso di fare scuola, ci hanno mostrato la loro potenzialità ad osservare con attenzione ciò che li circonda, descrivere e raccontare le scoperte fatte con parole appropriate, porsi domande per fare ricerca, pensare ed esprimere i propri pensieri/emozioni/sentimenti.

L’allenamento fatto giorno dopo giorno ha permesso agli alunni di apprezzare la lettura di testi all’aria aperta. La continuità delle esperienze in natura ci ha regalato quindi una preziosa consapevolezza: mettersi al centro del processo ha permesso al bambino di conoscere in profondità prima di tutto se stesso e poi di conoscere il mondo.

Attraverso il percorso già avviato di progettazione partecipata, gli alunni hanno sperimentato attivamente la cura e la valorizzazione di un bene comune. Il valore formativo è quello di educare alla cittadinanza: compiere scelte partecipate che implicano l’acquisizione di competenze relazionali, imparare a comunicare le proprie idee ed ascoltare quelle degli altri.

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