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Ddl Zan, la battaglia di civiltà per tutt3 di Erika Noschese

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Academic year: 2022

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Ddl Zan, la battaglia di civiltà per tutt3

di Erika Noschese

Non un passo indietro. Non sul Ddl Zan, non quando parliamo di diritti e libertà. Mercoledì, nell’aula del Senato, è stata scritta l’ennesima triste pagina per un Paese che – in termini di civiltà – non riesce a fare passi in avanti, soprattutto quando ci troviamo a fare i conti con l’omotransfobia. L’iter del Ddl Zan si è fermato al senato, mercoledì, tra cori da stadio, abbracci e grida di felicità. Atteggiamento inqualificabile per chi dovrebbe invece rappresentare l’Italia e gli italiani. L’Aula di Palazzo Madama, con voto segreto, si è espressa a favore della cosiddetta “tagliola” che ha fatto saltare l’esame degli articoli ed emendamenti al testo. A favore della tagliola, chiesta da Lega e Fratelli d’Italia, hanno votato 154 senatori, mentre 131 hanno detto no e due si sono astenuti: ad affossare la legge sono quindi 23 voti. “La vigliaccheria di pochi ha affossato una legge che avrebbe previsto tutele e diritti per molti”. Parla così Francesco Napoli presidente Arcigay Salerno, commentando quanto accaduto in Senato. “L’esultanza a cui abbiamo assistito dovrebbe far rabbrividire chiunque, cittadine e cittadini di questo Paese.

Uno spettacolo da tifoseria indecoroso tanto più perché frutto di scelte esclusivamente egoistichs da parte di alcune forze politiche sulla palle di persone discriminante, fragili e vulnerabili. Oggi hanno vinto gli omofobi, che saranno ancora più legittimati a generare dolore e sofferenze indicibili – ha a g g i u n t o i l p r e s i d e n t e N a p o l i – F i n d a l l a s u a calendarizzazione alla Camera, e proprio questo era il segnale, sapevamo di essere di fronte ad un percorso difficile, tuttavia fino alla fine abbiamo sperato e lavorato affinché il legislatore comprendesse l’urgenza di una buona legge contro i crimini d’odio e che al contempo prevedesse

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azioni positive, educative e di sensibilizzazione, per il contrasto ad ogni forma di discriminazione e violenza nei confronti delle persone lgbti+, delle donne e delle persone con disabilità – prosegue Napoli. Abbiamo ascoltato in questi mesi ogni forma di strumentalizzazione e menzogna intorno a questo tema”. Il presidente di Arcigay Salerno ribadisce dunque che “il ddl zan non era altro che la sistematizzazione ed estensione di aspetti giuridici già presenti nel nostro ordinamento. Di fatto il Parlamento smentisce se stesso, smentisce decenni di giurisprudenza, sentenze della Corte Costituzionale e riforme che sono già in vigore, a partire dalla Buona Scuola. Non andremo a caccia di franchi tiratori, perché chi ha bloccato questa legge non sta solo in Parlamento, ma sta anche nella indolenza di troppi, nelle ortodossie di una certa parte del mondo cattolico, nel mercanteggio della politica di basso profilo. Usciamo sconfitti da questa battaglia, sebbene questa legge già fosse stata oggetto di mediazioni alla Camera e quindi di fatto già in parte snaturatoa. Tuttavia siamo orgogliose ed orgogliosi di non aver ceduto su questioni fondamentali, dalla tutela d e l l e p e r s o n e t r a n s a l l a n e c e s s i t à c h e i l u o g h i dell’educazione e dell’istruzione fossero investiti di una responsabilità diretta nella promozione di uguaglianze e sane relazioni. La battaglia dunque continua – conclude Francesco Napoli – nelle organizzazioni, nelle piazze, nei luoghi della politica, nei luoghi e nei contesti di comunità. Una legge serve per sancire e definire le regole comuni, ma per cambiare la mentalità occorre l’impegno responsabile e coraggioso di tutte e tutti. Una ribellione quotidiana ad ogni insulto, sorrisetto, offesa, violenza e discriminazione ovunque questi atti si compiano”. Parla di “brutta pagina”, il segretario nazionale del Psi Enzo Maraio: E’ stato bloccato un provvedimento di civiltà per il nostro Paese, utilizzando il mezzuccio procedurale della tagliola. Ha prevalso la vigliaccheria di pochi verso una legge di molti e il sentimento di modernità degli italiani – ha detto Maraio – Sui diritti delle persone il Senato ha scritto una pagina molto

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brutta. Poi si ragioni sulle responsabilità”. Nei giorni scorsi ha invece puntato il dito contro “la destra sovranista”

Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo dei deputati del Pd:

“Una brutta pagina, al Senato. Bloccando il Ddl Zan, la destra sovranista ha fatto perdere al Paese l’occasione di diventare più civile e giusto, rispetto al contrasto di discriminazione, odio e violenza per l’orientamento sessuale. Il Partito democratico continuerà questa battaglia”. Nei mesi scorsi, da Salerno la battaglia per l’approvazione della legge. Tra i presenti in piazza anche Paola De Roberto, assessore alle Politiche sociali del Comune di Salerno: “Certamente il Ddl Zan potevamo ritenerlo “perfettibile” al pari di tanti altri disegni di legge, ma indubbio era e rimane il suo altissimo valore di atto legislativo volto a tutelare indiscutibilmente due preziosissimi diritti universali, il diritto alla libertà ed il diritto alla felicità. Ecco perché, a prescindere da valutazioni più strettamente di strategia parlamentare, sento in questa circostanza l’esigenza di dover fortemente stigmatizzare, dissociandomene, la pericolosa testimonianza di quella esultanza fuori luogo ostentata ieri in occasione di un momento, invece, in cui avrebbe dovuto prevalere l’alto senso di responsabilità rispetto al ruolo che ciascuno dei nostri rappresentanti presenti ieri riveste – ha dichiarato – Abbiamo, invece, visto applausi e caroselli come se gli appartenenti ad una tifoseria, che magari esaspera anche un’

ideologia, stessero avendo la meglio. Rispetto a chi, poi, non si è capito. Libertà e felicità appartengono a ciascuno di noi e negarne la loro piena realizzazione rimane un torto verso tutti. La narrazione di quanto accaduto al nostro Senato ritengo, purtroppo, che restituisca al Paese la prova, rispetto al tema, del tradimento delle sue aspettative”.

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Piero De Luca Paola De Roberto Francesco Napoli

Enzo Maraio

L’intervento /—/ Vittorio Cicalese*

I socialisti tutti, giovani e non, si sono da sempre espressi a favore di leggi che andassero ad eliminare i fenomeni

discriminatori su tutto il territorio. In Senato si è palesata una volontà politica ben chiara: rendere una legge anti-

discriminatoria un atto discriminante nei confronti della

politica stessa, della giustizia, del progresso e della tutela sociale. Se è vero, come è vero, che il segretario nazionale del PD Letta si è indignato dinanzi a tale sceneggiata, allora sia cura delle forze riformiste del centrosinistra far sì che questa legge possa tradursi in realtà su base territoriale: i sindaci socialisti, dem e di tutto l’alveo progressista, i consiglieri regionali e i Presidenti di Regione siano

promotori di leggi ad hoc per limitare ogni tipo di

discriminazione. Lo si faccia ascoltando le associazioni del territorio, che da tempo si battono per far sì che la legge Mancino fosse ulteriormente integrata con il DDL Zan, magari migliorandolo ulteriormente e non smembrandolo come avrebbe

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voluto qualche finto sostenitore della democrazia. Lo si

faccia con i cittadini, per i cittadini, per tutelare le tante minoranze che ancora oggi subiscono innumerevoli atti di

discriminazione e ghettizzazione sociale, culturale, lavorativa.

*Presidente regionale Federazione Giovani Socialisti Campania e membro del Consiglio nazionale PSI

Vittorio Cicalese

Una pizzeria nel carcere per valorizzare la detenzione

I gusti da scegliere, al momento, sono otto. Tanti per chi, fino a oggi, non poteva gustare una pizza che arrivasse dall’esterno. Le regole penitenziarie sono rigide e non lo consentono. Ma se la pizza è prodotta all’interno della

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struttura carceraria, ai detenuti basterà pagare 3 euro per addentare una margherita o una marinara fumante. Nella casa circondariale “Antonio Caputo” di Salerno nasce la pizzeria sociale “La pizza buona dentro e fuori”. Perchè l’obiettivo, spiega il direttore del carcere Rita Romano, “è quello di aprire la pizzeria anche al pubblico che arrivi d a l l ‘e s t e r n o ” . Sono venti i detenuti che partecipano al progetto realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Salerno e della fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e con il supporto del Comune di Salerno, delle fondazioni Comunità Salernitana, che ha destinato il 5×1000 di tre anni fa a questa iniziativa, e Casamica. Le due realtà sono state impegnate nelle dieci serate di “fundraising” in altrettanti ristoranti del territorio provinciale. In tutto, sono stati raccolti 25mila euro. Quel deposito al piano terra dell’istituto dove erano accantonati scatoloni impolverati, una volta svuotato e ripulito dai dipendenti comunali, è diventato la sala dove sedersi e mangiare. Le pareti sono ricoperte da disegni colorati. Poco più in là, invece, il bancone in marmo con accanto il forno dove due pizzaioli preparano le specialità. E, poi, c’è il bagno e anche uno spogliatoio per il “personale”. Per il provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania, Antonio Fullone, “la pizzeria sociale valorizza il periodo di detenzione” dice mentre è in visita, per la prima volta, all’istituto di Salerno.Alla fine del mese di ottobre, inoltre, al via un corso di formazione, finanziato dalla Regione Campania, per dieci detenuti che avranno la possibilita’ di conseguire la qualifica professionale di pizzaiolo, un titolo spendibile una volta usciti dal carcere.

L’inaugurazione di segna il punto di arrivo del protocollo di intesa, siglato il 5 novembre dello scorso anno tra le varie istituzioni, che ha come scopo quello di attuare, in maniera pratica, il fine rieducativo della pena e l’inserimento lavorativo dei detenuti. L’idea di mettere su una pizzeria sociale nella casa circondariale di Salerno a Fuorni viene da ancor piu’ lontano nel tempo. E, precisamente, da una

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chiacchierata, di qualche tempo fa, tra Roberto Schiavone, presidente dell’- Humanitas, e Antonello Di Cerbo, da sempre impegnato in progetti solidali.

I clochard restano a via dei Carrari

Erika Noschese

La proroga c’è. Manca solo la formale burocrazia per l’ufficialità: i clochard potrebbero essere ospiti presso la struttura di via Dei Carrari fino a Pasqua. A confermarlo è la consigliera comunale di Salerno per i Giovani, Paola De Roberto, al termine dell’incontro con il presidente dell’associazione Venite Libenter, Rossano Braca. La richiesta era stata avanzata dallo stesso Braca, di comune accordo con il coordinatore della protezione civile di Salerno, Giovanni Zevolino in quanto sul territorio salernitano potrebbe abbattersi presto una nuova ondata di freddo, già ribattezzata Burian 2. La scadenza era inizialmente prevista per il 28 febbraio ma l’amministrazione comunale di Salerno ha concesso una proroga fino al 12 marzo. Con l’avvicinarsi della scadenza, non sono pochi gli appelli lanciati per richiedere una nuova proroga all’amministrazione comunale di Salerno. Il primo appello è stato lanciato proprio dal presidente di Venite Libenter, Rossano Braca e dagli ospiti del centro di accoglienza di via Dei Carrari, preoccupati per la loro sorte ma soprattutto per quella dei giovani, magari meno abituati alla vita di strada. La De Roberto, dal canto suo, ha tenuto a precisare che l’assessorato alle Politiche Sociali ha già dato la sua disponibilità, prorogando anche il servizio per l’utilizzo dei bagni chimici. Il Comune di Salerno ha deciso

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di attivare un’azione di supporto in questo periodo dell’anno, con la disponibilità delle associazioni salernitane. Il Comune, per l’emergenza freddo, ha investito ben 25mila euro.

Dall’incontro è dunque emerso che anche le associazioni di volontariato impegnate nell’emergenza freddo sono d’accordo sul prolungamento del servizio fino a Pasqua. Inoltre, i volontari si sono resi disponibili ad individuare risorse per i pasti che vengono servizi ai senza fissa dimora in quanto il Comune è impossibilitato a stanziare ulteriori somme di denaro. L’amministrazione comunale sta però incidendo sulla gestione dei bagni in quanto a noleggio e sull’utenza.

«Facciamo lavorare la rete», ha dichiarato la De Roberto al termine dell’incontro, aggiungendo altresì che stanno lavorando per trovare una struttura definitiva dai destinare ai senza tetto, grazie al tavolo di concertazione e al mondo del volontariato e su cui il Comune ha già dato disponibilità ad investire risorse. Inoltre, l’amministrazione si occuperà della presa in carico dei clochard, per il reinserimento nel mondo del lavoro o per permettere loro le cure necessarie.

Giordano e Falcone in bilico:

In pole Paola De Roberto

di Andrea Pellegrino

E’ già tempo di rimpasto per la giunta Napoli. Neppure un anno di amministrazione e l’esecutivo già necessita del primo tagliando. Due le poltrone in bilico: quella di Mariarita Giordano e quella di Gaetana Falcone. La prima, indicata dal gruppo Mdp, ex Davvero Verdi, pagherebbe la nuova collocazione

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politica del movimento che fa riferimento al deputato Michele Ragosta. Le recenti contestazioni mosse all’amministrazione comunale farebbero pensare ad eventuale appoggio esterno del gruppo consiliare, composto da Antonio Carbonaro e Peppe Ventura. L’ultimo “avvertimento” è stato messo nero su bianco proprio mercoledì con una nota stampa che smontava le intenzioni della giunta sul nuovo piano urbanistico comunale.

Il posto della Giordano dovrebbe rafforzare la presenza nel governo della città del gruppo “Salerno per i giovani”. In pole c’è il nome di Paola De Roberto che se nominata lascerebbe il posto all’ex consigliere (non rieletto) Gianluca Memoli. Il caso politico interno ai “Moderati”, invece, potrebbe far saltare la poltrona di Gaetana Falcone.

L’assessore alle pari opportunità, è stata più volte sfiduciata dal consigliere comunale Pietro Stasi che è stato promotore anche di un incontro tra i vertici di Alleanza popolare ed il sindaco Enzo Napoli. In questa occasione Nino Marotta e Guido Milanese hanno ribadito la necessità di trovare un nuovo nome che faccia da sintesi tra le diverse anime che compongono il gruppo consiliare “Moderati per Salerno”. Intanto la nuova seduta di Consiglio comunale dovrebbe tenersi il prossimo 15 maggio.

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