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Ripulita l area dell Ostello della Gioventù Erika Noschese

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Academic year: 2022

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Ripulita l’area dell’Ostello della Gioventù

Erika Noschese

Dopo le polemiche ed il sit-in di protesta di questi giorni circa il degrado che circonda l’area dell’ex Ostello della Gioventù a Torrione si sta procedendo alla bonifica dell’area.

In questi giorni, infatti, dopo le diverse sollecitazioni da parte dei cittadini e degli attivisti di Protesta popolare salernitana, la polizia municipale di Salerno ha provveduto allo sgombero della struttura – tra l’altro in condizioni fatiscenti – occupata abusivamente da alcuni rom. Poche ore dopo, però gli stessi abusivi si sarebbero riappropriati della struttura, continuando a trascorrere il loro tempo tra rifiuti di ogni tipo. La situazione sembra essere diventata ormai insostenibile per i residenti della zona che hanno più volte contattato il comune per chiedere di procedere alla bonifica dell’area e alla messa in sicurezza della struttura che, come più volte sottolineato, è in condizioni fatiscenti, contornata da rifiuti di ogni genere e siringhe utilizzate da tossicodipendenti. Non sono poche, infatti, le segnalazioni fatte dai cittadini salernitani in merito ai vari ritrovamenti di siringhe lasciate lì da tossici della zona. Dopo tante battaglie e richieste, sembra che si stia procedendo alla bonifica dell’area, necessaria vista la situazione di degrado generale in cui versa la città di Salerno. Ora, non resta che attendere l’elimazione del cantiere del lungomare come auspicano i residenti.

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Scafati. Inchiesta sul canale Bottaro: “Una vergogna in pieno centro”, tutte le inadempienze.

Di Adriano Falanga

“Finché non finisce questa vergogna, Scafati non sarà mai un paese accettabile”. Una frase e una foto, e sul social network fioccano i consensi, centinaia. Gli scafatesi si chiedono come può essere possibile che in pieno centro il canale Bottaro si sia trasformato in palude nell’indifferenza non solo delle istituzioni, ma anche di partiti e associazioni. Ogni tanto un proclama, la minaccia di un esposto, ma atti veri e soprattutto concreti non sono stati portati avanti. “Al centro della città, vergogna, si fanno solo chiacchiere, basta, vogliamo fatti non parole, poveri figli nostri, l’aria è irrespirabile” così la signora Anna, mentre per Claudio: “la cosa che mi fa più rabbia è che la colpa è sempre di qualcun altro. Tra un po’ si pagherà anche la tassa sul Consorzio di Bonifica”. Già, perché la manutenzione del canale Bottaro e della “Traversa Di Scafati”, le famose “chiuse sul ponte”, è competenza del Consorzio, che ultimamente naviga pure in cattive acque economiche. Un ente in difficoltà, che in molti vogliono chiudere. “Io proporrei delle giornate ecologiche sull’ educazione e il rispetto del fiume e capire la sensibilità del popolo di Scafati per la partecipazione – la proposta di Renato – Invitare Asl e medici di base per le problematiche delle malattie che incalzano sempre più nel nostro territorio devastato dall’inquinamento atmosferico e sottosuolo. Sono pronto a lottare educatamente per il mio territorio”. Parte del canale fu dragato e bonificato sotto il commissariamento del generale Jucci, nei primi anni del 2000.

Lavori che si bloccarono in quanto nacquero difficoltà nel

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trovare depositi idonei ad ospitare i fanghi raccolti, e gli stessi risultarono contenere tracce di amianto.

F u a v v i a t a l a v a g l i a t u r a e nell’ottobre del 2013 l’ex a s s e s s o r e r e g i o n a l e a l l a p r o t e z i o n e c i v i l e E d u a r d o Cosenza (in foto con Pasquale Aliberti) dichiarava: “La mole del materiale da smaltire ha r e s o a n c o r p i ù c o m p l i c a t a l’attuazione del processo che era in capo all’ex commissario Jucci e che oggi è stato ereditato dall’Agenzia regionale per la Difesa del Suolo (Arcadis). La fase di vagliatura durerà sei mesi, subito dopo la ditta appaltatrice provvederà a smaltire il materiale in impianti autorizzati fuori Campania. Lo smaltimento del materiale stoccato terminerà nella primavera del 2014 – aggiungeva ancora Cosenza – quando inizierà il dragaggio del Fiume Sarno da traversa Scafati fino alla foce. Si tratta di un’opera fondamentale per la sicurezza dei cittadini che consentirà, finalmente, lo smaltimento dei fanghi depositati negli anni”. Da poco riconfermato sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti aggiungeva: “L’assessore Cosenza ci ha comunicato che, fino ad oggi, le tracce emerse a seguito di analisi effettuate con procedure nuove sono assolutamente minime. Ora il passo successivo sarà il dragaggio che arriverà al canale Bottaro nel mese di marzo (2014 ndr)”. Da allora si è tutto impantanato, una situazione stagnante come l’acqua putrida che giace sotto allo storico ponte in piazza Vittorio Veneto, su cui affacciano le finestre del Comune”. “A che punto è il grande progetto Sarno? Oltre 200 milioni di euro in buona parte fondi europei che rischiamo di perdere? Chi ci dà una risposta certa? ARCADIS? Il presidente della giunta regionale?

E nel frattempo ci chiediamo: ma cosa respiriamo? È stata valutata l’incidenza sui livelli tumorali nella nostra zona?”

si chiede Giuseppe Sarconio di Scafati in Movimento”. E una

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risposta la offre Daniela Ugliano, consigliere comunale delegato alla Sanità: “Gli uffici del Comune periodicamente sollecitano il Consorzio alla pulizia del canale e non solo, anche se lo stesso dovrebbe operare indipendentemente. Il nuovo contatto con l’ente è già avvenuto circa dieci giorni fa proprio in previsione dell’arrivo della primavera – spiega la Ugliano – Il rischio sanitario del Bottaro è lo stesso di altri tratti del tratti del Fiume”. E qui non si capisce se questa è una buona notizia o meno, perché ufficialmente non sono noti studi recenti su quanto ristagna in quell’acqua. Ma indipendentemente dal fattore sanitario (il sindaco pure è la prima autorità sul territorio) resta il fattore civiltà. E’

degno di un paese civile il permettere un simile scempio in pieno centro? E fin quando la politica, eletta e non, può limitarsi al solo scaribarile sulle competenze, di fatto girando ripetutamente la faccia dall’altra parte?

IL COMUNE CONTRO IL CONSORZIO, CONTESTATE LE BOLLETTE

Il Consorzio di Bonifica, che nessuno vuole ma esiste ancora, viene puntualmente tirato in ballo non solo per lo scempio del Bottaro, ma anche per le esondazioni del Sarno, che grazie ad un inverno stranamente mite, non si registrano da diversi mesi. Cittadini, associazioni, comitati e pure l’amministrazione comunale ufficialmente rivendicano il diritto a ricevere il servizio per cui pagano le bollette consortili. Scafati però le contesta, e di fatto ne ha richiesto l’annullamento.

Nell’aprile 2015 infatti il Comune ha notificato ricorso dinanzi alla Commissione Tributaria di Salerno avverso e per l’annullamento delle richieste di pagamento inviate dal Consorzio di Bonifica. “Riteniamo –spiegava il legale del Comune di Scafati, Germana Pagano – che l’imposizione sia illegittima in quanto, l’obbligo di contribuzione deve gravare

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solo sui proprietari di immobili che traggano un reale ed effettivo beneficio dalla bonifica e un incremento di valore direttamente proporzionale alle opere di bonifica ed alla loro manutenzione”. Rincarava la dose la consigliera comunale Brigida Marra: “Da statuto, sono tante le funzioni che l’ente di bonifica dovrebbe espletare tra cui, anche occuparsi di quei canali che durante la stagione invernale e non solo, sono corresponsabili delle continue esondazioni del fiume Sarno che mettono in ginocchio gli scafatesi. Noi non siamo contro nessuno ma il senso di responsabilità e la fiducia dei cittadini che ci hanno votato, merita assolutamente il nostro intervento anche attraverso azioni forti quando emergono dubbi sull’attività di un qualsiasi ente”.

QUANDO TOFALO (M5S) DISSE: “FAREMO UNA DENUNCIA IN PROCURA”

Sull’inquinamento del fiume Sarno, direttamente responsabile della triste situazione del Bottaro, anche il M5S, come molte altre forze politiche, si è presa la sua parte di “clamore mediatico”, salvo poi cadere nel dimenticatoio. Nel s e t t e m b r e d e l 2 0 1 5 , i n p i e n a c a m p a g n a d i p r o d u z i o n e dell’industria conserviera, e sull’onda del malcontento dei residenti lungo le sponde del fiume Sarno e dei suoi canali, ci fu un sopralluogo del deputato grillino Angelo Tofalo, scortato dagli attivisti di Scafati in Movimento. “Nonostante ci sia stato qualche politicante (Mimmo Casciello, ndr) che ha cercato di cavalcare l’onda di questo malcontento senza risolvere però la annosa problematica e giocando sulla pelle dei cittadini. Noi siamo invece in prima linea insieme ai nostri rappresentanti per cercare di ripristinare la normalità e far pagare realmente chi inquina – facevano sapere gli attivisti – seguiranno oltre ad atti

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politici quali interrogazioni e sollecitazioni sia parlamentari che regionali, incontri con il Prefetto ed altri organi competenti, anche una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica per tutti i reati individuabili e perseguibili secondo legge”. Bello a dirsi, difficile a farsi.

La denuncia attende ancora di essere firmata e non sono note interrogazioni parlamentare sul tema, fatte dopo questa data.

La lunga attesa provocò l’ironia di Casciello: “Se per scrivere una denuncia alla Procura della Repubblica di Nocerà o per presentare una interrogazione parlamentare hanno finito l’inchiostro nella stampante lo dicano chiaramente lo dicano chiaramente. In caso contrario legittimamente siamo tenuti a pensare che la loro sia stata esclusivamente una delle tante passerelle politiche che di certo non risolvono il problema”.

La città aspetta ancora.

Scafati. L’appello della rete: “salviamo lo storico Ponte in piazza”

Di Adriano Falanga

E’ il simbolo della città di Scafati. Non è azzardato dire che la Resistenza italiana contro i tedeschi sia nata su questa struttura, in quanto una delle poche rimaste integre, durente la ritirata dei tedeschi dovuta all’avanzamento delle truppe alleate. Era “Il 28 settembre 1943 quando intrepidi patrioti di Scafati, primi in Italia, impugnarono le armi contro

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l’oppressore nazi-fascista cooperando con le vittoriose armate alleate dopo lo sbarco di Salerno. Questo ponte che col suo crollo doveva ritardare la ritirata del nemico ne affrettò la fuga salvando la città da grave rovina”. E’ il testo della lapide posta sul ponte che collega Piazza Vittorio Veneto con via Roma, ma che, storicamente, simboleggia il confine tra la provincia di Napoli con quella di Salerno. Attorno al ponte è nata la città, con Palazzo Mayer (oggi sede del Comune) e la parrocchia della santa Patrona Maria Delle Vergini. Sotto vi scorrono le acque del fiume Sarno, una volta risorsa economica di vitale importanza per gli scafatesi, in quanto adoperate per alimentare i mulini della fiorente industria tessile. Oggi il vecchio ponte è in pessime condizioni. La sua storia, i suoi valori, la sua tradizione affonda nello schifo che vi scorre sotto. Non solo la struttura non riceve adeguata manutenzione da anni, ma sotto di esso regna il pieno degrado del canale Bottaro. Rifiuti, erbaccia, topi, insetti e puzza di acqua malsana fanno da cornice. Il ponte fu edificato nel 1906 a sostituzione di uno praticamente uguale in ferro, le ringhiere sono quelle che già c’erano prima del 1906. Gli stucchi e i decori ormai sono appena visibili, la ruggine avanza. Sul noto social Facebook le rimostranze dei cittadini.

In casi simili, l’amministrazione comunale è sempre la prima accusata ma una buona dose di responsabilità è anche di chi dovrebbe provvedere alla pulizia e manutenzione dei canali.

“Io pago un bollettino intestato ad un ente chiamato

“Consorzio di Bonifica” perciò credo che la vergogna sia non solo del Comune che dal 1906 ad oggi ha amministrato ma anche dell’ente bonifica” si legge sul gruppo “Sei di Scafati Se…”.

Ancora: “Vergognoso, molto vergognoso guardare questo scempio”. All’amministrazione comunale l’appello per una giusta e dovuta ristrutturazione del “ponte in piazza”, riportandolo agli antichi splendori e restituendogli la dignità che gli è dovuta. E’ lui il simbolo di Scafati, e se lui si presenta male, si presenta male anche la città.

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Angri. La sfida della qualità del bacino del fiume Sarno, da limite a forza dell’Agro

ANGRI. Appuntamento domani presso l’auditorium del complesso di Santa Maria di Costantinopoli in via dei Goti ad Angri per un incontro seminario: La sfida della qualità nel Bacino del Fiume Sarno promosso da Legambiente Campania con il supporto d e l C i r c o l o l o c a l e L e g a m b i e n t e O i k o s A n g r i e d i n collaborazione con l’istituto ProfAgri di Angri. sotto i riflettori il bacino del Fiume Sarno per vincere la sfida della qualità nel Bacino del Sarno Agricoltura, green economy e sostenibilità. Il bacino copre un territorio di 483 kmq pari al 5% della superficie della Regione Campania, 3 province, 38 comuni nei quali si concentrano la significativa pressione demografica, la mancanza di infrastrutture fognarie-depurative primarie, le contraddizioni del sistema produttivo agricolo e industriale che oscilla tra eccellenze e illegalità, la

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diffusione piccoli e grandi eco reati in tutto il bacino, l’inefficacia della pianificazione urbanistica e la complessità della gestione del rischio idrogeologico. Negli scorsi anni il Fiume Sarno è balzato spesso agli onori della cronaca internazionale a causa del gravissimo inquinamento;

dopo anni di battaglie ambientaliste, nelle quali Legambiente è stata protagonista, si sono succeduti Commissari Straordinari, Commissioni Parlamentari di inchiesta e numerosi atti amministrativi straordinari ed ordinari che hanno portato alla realizzazione di alcune significative opere, ma tanto ancora resta da fare per raggiungere una qualità ambientale accettabile. Il corso d’acqua, aggredito, considerato e trattato per troppi anni solo come un’emergenza, presenta di contro un territorio di straordinario valore paesaggistico e ambientale, storico e culturale ed agroalimentare ed è da qui che vogliamo ripartire. Il bacino del Fiume Sarno oltre alle numerose criticità ambientali presenta numerose eccellenze a g r o a l i m e n t a r i c o n o s c i u t e i n t u t t o i l m o n d o e c h e rappresentano un patrimonio da tutelare. Si comincia dall’Alto Sarno con la Cipolla Ramata di Montoro; nell’agro Nocerino- Sarnese il pomodoro San Marzano e il cipollotto nocerino sono il fiore all’occhiello del territorio; sul versante del bacino a ridosso dei Monti Lattari spiccano il pomodoro Corbarino a Corbara, la Pasta di Gragnano e Provolone del Monaco nel comune di Agerola, il vino nei comuni di Lettere e Gragnano;

infine sul versante vesuviano il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, i vini vesuviani Catalanesca e Lacryma Christi. Le eccellenze agroalimentari del Bacino del Sarno resistono grazie alla passione ed al lavoro quotidiano di imprenditori agricoli che nonostante tante difficoltà continuano ad essere sentinelle di un territorio martoriato. In questo seminario si vuole far conoscere ai futuri operatori agro-industriali che si stanno formando all’Istituto Profagri di Angri le storie di alcune aziende del territorio che si stanno impegnando per promuovere e tutelare il Bacino del Sarno, attraverso produzioni di qualità che rispettano l’ambiente.

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Agro nocerino. Occupato il Consorzio di Bonifica

NOCERA/PAGANI. Consorzio di bonifica al collasso: dipendenti in protesta, da 5 mesi senza stipendio venerdìanno bloccato il traffico e creato momenti di agitazione a Nocera ed anche nella stessa sede della struttura. Da ieri pomeriggio, o meglio dalla fumata nera all’incontro in Regione, è stata decisa l’occupazione della struttura di via Atzori a Nocera ad oltranza. I dipendenti, circa 167, sono in presidio permanente nella sede del Consorzio e attendono risposte o la protesta potrebbe degenerare in un lungo sciopero.

IL FATTO – Non se la passano bene i dipendenti dell’Ente consortile che oramai, da quando è andato via l’ex commissario straordinario Antonio Setaro dicono di sentirsi un po’

abbandonati a se stessi. I dipendenti pubblici infatti erano già da mesi ben consci dei problemi della struttura: i debiti che la Regione ha nei confronti dell’Ente nocerino, i debiti che vantano i comuni, i problemi gestionali e il recupero crediti tuttora in corso. Nessuno sembra più interessarsi a quello che sta accadendo. Il Consorzio con la gestione regionale di Vincenzo De Luca ha cambiato commissario e la new entry è il sarnese Mario Rosario D’Angelo. Il professionista, suo malgrado, non ha avuto ancora il tempo di rendersi conto della situazione ma intanto il tempo passa ed i soldi non arrivano. I dipendenti oramai sono sul lastrico: devono riscuotere ancora metà mensilità del mese di marzo e poi gli stipendi di luglio, agosto, settembre, ottobre e novembre.

Insomma, il “pane quotidiano”. Davanti alle forti proteste di ieri e quelle minacciate per i prossimi giorni, ieri pomeriggio c’è stato l’incontro tra commissario e vertici regionali per decidere il da farsi e soprattutto per capire se

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davvero il nuovo governo regionale vuole salvare oppure no. In bilico c’è il futuro di 170 famiglie, non solo quello di 170 dipendenti.

Nocera Inferiore Bonifica amianto troppo costosa per i privati: «Il Comune contribuisca» dice Stile (Pd)

NOCERA INFERIORE. Bonificare dall’amianto costa troppo per i privati, urgono contributi economici da parte del Comune. A chiederli è il medico Vincenzo Stile, componente assemblea nazionale Pd. «Nonostante i tentativi pregevoli di mappatura di alcune associazioni, anche a Nocera Inferiore e nell’Agro, essi non sono bastati a smuovere le acque. Siamo ancora pieni di eternit o amianto scrive Stile-. Smaltimento legale:

qualora un privato avesse eternit in una sua proprietà, la normativa burocratica è difficile da esplicare e la spesa quasi sempre è molto elevata. E per famiglie a reddito medio basso realmente insostenibile. Due conseguenze: l’amianto non viene eliminato, viene ignorato e anche a volte occultato; per risparmiare, esso non viene smaltito a norma, generando un continuo pericolo, sia dovuto alla rimozione non sicura, che genera polveri nocive che possono essere respirate, sia perché viene lasciato in discariche abusive sotto gli occhi di tutti, e dove l’amianto si polverizza e viene trasportato dall’aria fin nei polmoni di tanti cittadini inconsapevoli, e non sono solo di quelli che abitano più vicino, ma anche a distanza.

Per ovviare ai costi elevati per i cittadini… sull’esempio di alcuni comuni italiani, con ordinanze e delibere comunali, (si

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potrebbe) prevedere forme di sovvenzionamento comunale e aiuto burocratico per le attività di rimozione e bonifica a carico dei proprietari, con la possibilità di iscrivere i relativi oneri economici in un capitolo di spesa che vada al di fuori dal Patto di stabilità, magari finanziato anche dalle multe fatte a chi si comporta in modo illegale in questo senso».

Stile, rivolgendosi al sindaco Torquato, gli suggerisce «come Sindaco di una delle città dell’Agro a farti promotore e metterti a capo, insieme a noi, e a tutte le forze politiche interessate, di questa medesima iniziativa proponendola a tutti i Sindaci dell’Agro». E infine un appello rivolto al Governatore Vincenzo De Luca «che già ci starà pensando, portare a termine la redazione del piano regionale per la rimozione dell’amianto, non redatto dalla precedente amministrazione regionale, e di sbloccare o prevedere fondi destinati a finanziare le bonifiche dei siti pubblici e delle discariche dove è presente amianto. Su questo siamo sicuri che De Luca, per la massima attenzione alle problematiche ambientali e alla salute dei cittadini che ha sempre dimostrato di avere, sicuramente provvederà».

Vallo: entro un anno la bonifica dell’ex discarica

VALLO DELLA LUCANIA. Entro un anno l’ex discarica comunale di località Ficarrole sarà bonificata, messa in sicurezza e ripristinata dal punto di vista ambientale. La Giunta Comunale di Vallo della Lucania, convocata dal sindaco Antonio Aloia, ha deciso di approvare il progetto definitivo presentato dall’ing. Aniello Santolo, e che prevede entro 365 giorni l’opera che prevede una spesa complessiva di 1 milione e 727 mila euro. Lo scorso 29 novembre si è conclusa positivamente

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la conferenza dei servizi per ottenere tutti i pareri per l’approvazione definitiva del progetto che ora sarà sottoposto all’attenzione della Regione Campania per il relativo finanziamento, con l’ex discarica comunale vallese inserita già nel 2006 nell’elenco delle discariche da bonificare. Già n e l 2 0 1 2 e r a n o a v v e n u t i a l c u n i p a s s a g g i d a p a r t e dell’amministrazione comunale, con l’affidamento delle opere inerenti la pulizia, la sistemazione e il ripristino della recinzione alla locale ditta Gatto, con l’incarico conferito al geologo Michele De Luca per il supporto alla redazione del progetto di bonifica e messa in sicurezza dell’area che ospitava la discarica, e con l’affidamento alla società Tecno In di Napoli dell’opera relativa ai sondaggi previsti dall’indagine preliminare. Nel gennaio scorso, inoltre, venne approvato il progetto definitivo di riconversione del sito di stoccaggio provvisorio in località Ficarrole in centro di raccolta. Su richiesta del vicesindaco Marcello Ametrano, s’arrivò alla proposta di deliberazione per i lavori che prevedevano una spesa complessiva di 100 mila euro, finanziati con il contributo assegnato all’ente dalla Regione.

Riferimenti

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