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LA STAMPA 1+21

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Academic year: 2022

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10-02-2021

LA STAMPA 1+21

1L CASO

GIUGNO A SCUOLA LA SCET,TA GIUSTA

CHIARA SARACENO

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un buon segno che ilpresiden- teincaricato Draghi abbia mes-

J so tra le questioni urgenti del suo eventuale governo la scuola, o me- glio il diritto delle bambine/i e adole- scenti a ricevere una istruzione ade- guata. Fa parte di questodiritto anche la possibilità di recuperare ciò che è mancato a causa deidisagi dovuti alvi- rus, allaDad,manonsolo. - P.21

GIUGNO A SCUOLA, LA SCELTA GIUSTA

CHIARA SARACENO

un buon segno che il presidente incaricato Draghi

1

abbia messo tra le questioni urgenti del suo even- tuale governo la scuola, o meglio il diritto delle bambine/i e adolescenti a ricevere una istruzione

J

adeguata. Fa parte di questo diritto anche la possi- bilità di recuperare e integrare ciò che è mancato a causa delle interruzioni e dei disagi dovuti alla pandemia, al- la Dad, ma non solo. Riconoscere che il percorso di apprendi- mento in questi ormai due annidi scuola è stato ed è acciden- tato, che una parte di studenti ha accumulato ritardi e perdite di apprendimento e spesso anche di motivazione, e che que- sto ha anche provocato un allargamento delle disuguaglian- ze preesistenti, non significa negare o svalorizzare quanto è stato fatto in questi mesi, la buona volontà, la dedizione, an- che la creatività degli insegnanti e dei dirigenti scolastici, rim- pegno degli studenti, il coinvolgimento dei genitori, il soste- gno esterno dell'associazionismo civico. Significa solo che oc- corre rafforzare e integrare questo lavoro, anche riflettendo su che cosa ha funzionato e che cosa invece è mancato. L'idea di prolungare di qualche settimana il calendario scolastico sembra quasi un'ovvietà. Certo, le situazioni sono diversifica- te e certamente peggiori in Campania e Puglia, dove le scuole di ogni ordine e grado sono rimaste chiuse a lungo e la didatti- ca a distanza più difficoltosa per una fascia più ampia di alun- ni che altrove, stante la maggiore incidenza delle condizioni di disagio. Ma sono sicura che tutte le/gli studenti si giovereb- bero di una opportunità di consolidamento degli apprendi- menti e di rafforzamento nella fiducia in se stessi e nella scuo- la. Invece, l'unico punto fermo tenuto dalla scuola dall'inizio della pandemia è stato il calendario, che sembra poter essere toccato solo in riduzione (per consentire alle scuole di diven- tare seggi elettorali, o per far fronte a problemi organizzativi, oltre agli eventuali scioperi di insegnanti o studenti). Mai in ampliamento, anche a fronte della disorganizzazione delle routine che ha investito la vita quotidiana e messo sotto pres- sione alcune professioni esposte in prima linea, come quelle sanitarie. La reazione negativa immediata dei sindacati (per altro identica a quella che l'estate scorsa ha impedito di fare attività di recupero), era, ahimé, scontata ma francamente

inaccettabile. I sindacati hanno invece tutte le ragioni a porre il problema dell'organico, della massa di supplenti che ogni anno gira per le scuole, producendo insicurezza e discontinui- tà non solo nelle vite dei supplenti stessi, ma degli studenti. E un'altra questione che Draghi ha dichiarato di voler affronta- re, toccando un altro nodo bollente e conflittuale della que- stione scolastica. Troppi governi e ministri si sono scontrati con una apparente impossibilità a risolverlo, anche senza le complicazioni prodotte dalla pandemia. Se anche questa vol- ta ci si girerà intorno, non solo è probabile che a settembre ci si ritroverà con gli stessi problemi di oggi, inclusa la necessità di garantire il distanziamento, che si sia realizzata o meno la vaccinazione di massa. Si presenteranno all'appello studenti con carenze di apprendimento e altri si saranno persi per la strada: per scoraggiamento, perdita di motivazione, mancan- za di risorse materiali e relazionali che aiutino a fronteggiare le difficoltà. Si aggiungeranno all'esercito deiNeetdi cuil'Ita- lia ha in Europa in non invidiabile primato. Il destino della scuola, dei bambini e ragazzi che la abitano, deve diventare una priorità non solo nei prossimi mesi, ma dentro al Piano per utilizzare i fondi Next Generation Eu. Darvi concretezza in termini di individuazione degli obiettivi di medio e lun- go termine, di progetti specifici per i diversi livelli di istru- zione sarà responsabilità del nuovo/a ministro/a dell'i- struzione, in una interlocuzione serrata non solo con i sin- dacati (tanto meno solo con quelli della scuola), ma anche con quei soggetti che in questi anni hanno prodotto rifles- sioni e proposte — da ultimo quelle delle reti di oltre quat- trocento associazioni, professionali e non, unite in EducA- zioni—incluse le associazioni di studenti e quelle di genito- ri. Attorno alla scuola in questi mesi difficili si è sviluppato molto interesse e si sono mobilitate molte energie nella so- cietà civile. E un patrimonio da non disperdere e da non scoraggiare. E' bene e necessario che la scuola, dove si gio- cano in grande parte i destini dei più giovani e dei più pic- coli, sia considerata una questione che riguarda tutti, non solo chi ci lavora. Non ci si può più permettere il gioco del- le reciproche contrapposizioni, delegittimazioni, veti.—

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