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Academic year: 2022

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(1)

COMUNE DI MALO

Provincia di Vicenza PI

Scala Elaborato

d10

Relazione Agronomica

COMUNE DI MALO Il Sindaco

Settore Assetto del Territorio Servizio Pianificazione

01

Paola Lain

Giuseppe Artuso Daniele Sbalchiero

ARCHISTUDIO, Marisa Fantin Simone Barbieri

Roberta Meneghini

Marisa Fantin Martina Caretta Irene Pangrazi Simone Barbieri Roberta Meneghini

ATP

GRUPPO DI LAVORO Claudio Dalla Riva

Assessore all'Urbanistica

(2)

1

INDICE

1. LA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE ... 2

2. ALLEVAMENTI NEL COMUNE DI MALO ... 6

3. ATTRIBUZIONE CLASSE DI PUNTEGGIO ... 7

4. INDIVIDUAZIONE NESSO FUNZIONALE ... 18

5. ALLEVAMENTI INTENSIVI NEL TERRITORIO COMUNALE ... 21

6. ALLEGATI ... 41

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2 1. LA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE

La L.R. 11/2004 prevede come primo passaggio del processo pianificatorio una elaborazione preliminare che richiede una forma di concertazione e partecipazione collegata come primo passaggio alla stesura del Documento preliminare del PAT di cui qui di seguito si riporta un estratto.

..omississ...

La legge egio ale . del ap ile No e pe il Gove o del Te ito io , oi volge tutte le Amministrazioni comunali, le quali dovranno orientarsi ad abbandonare progressivamente il proprio strumento urbanistico generale, a favore di una strumentazione più snella e flessibile, adatta a regolamentare, con più efficienza ed efficacia, la gestione dell'uso del territorio.

La itata legge u a isti a . / , i t odu e l’o ligo pe l’A i ist azio e o u ale, el o e to i cui inizia la redazione di un nuovo Piano Regolatore, di produrre un Documento Preliminare che fissi gli o iettivi e le s elte st ategi he alla ase della uova pia ifi azio e.

...omissis...

Un altro importante documento è il Piano degli interventi, secondo la L.R. 11/2004 e s.m.i, agli articoli 17 e 18 vengono spiegati i contenuti del PI:

Art. 17- Contenuti del Piano degli Interventi (PI)

1) Il piano degli interventi (PI) si rapporta con il bilancio pluriennale comunale, con il programma triennale delle opere pubbliche e con gli altri strumenti comunali settoriali previsti da leggi statali e regionali e si attua attraverso interventi diretti o per mezzo di piani urbanistici attuativi (PUA).

2) Il PI in coerenza e in attuazione del piano di assetto del territorio (PAT) sulla base del quadro conoscitivo aggiornato provvede a:

a) suddividere il territorio comunale in zone territoriali omogenee secondo le modalità stabilite con provvedimento della Giunta regionale ai sensi dell'articolo 50, comma 1, lettera b);

b) individuare le aree in cui gli interventi sono subordinati alla predisposizione di PUA o di comparti urbanistici e dettare criteri e limiti per la modifica dei perimetri da parte dei PUA;

c) definire i parametri per la individuazione delle varianti ai PUA di cui all'articolo 20, comma 14;

d) individuare le unità minime di intervento, le destinazioni d'uso e gli indici edilizi;

e) definire le modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente da salvaguardare;

f) definire le modalità per l'attuazione degli interventi di trasformazione e di conservazione;

g) individuare le eventuali trasformazioni da assoggettare ad interventi di valorizzazione e sostenibilità ambientale;

h) definire e localizzare le opere e i servizi pubblici e di interesse pubblico nonché quelle relative a reti e servizi di comunicazione, di cui al decreto legislativo n. 259 del 2003 e successive modificazioni, da realizzare o riqualificare;

i) individuare e disciplinare le attività produttive da confermare in zona impropria e gli eventuali ampliamenti, nonché quelle da trasferire a seguito di apposito convenzionamento anche mediante l'eventuale riconoscimento di crediti edilizi di cui all'articolo 36 e l'utilizzo di eventuali compensazioni di cui all'articolo 37;

j) dettare la specifica disciplina con riferimento ai centri storici, alle fasce di rispetto e alle zone agricole ai sensi degli articoli 40, 41 e 43;

k) dettare la normativa di carattere operativo derivante da leggi regionali di altri settori con particolare riferimento alle attività commerciali, al piano urbano del traffico, al piano urbano dei parcheggi, al pia o pe l’i ui a e to lu i oso, al pia o pe la lassifi azio e a usti a e ai pia i pluriennali per la mobilità ciclistica;

3) Il PI può, altresì, definire minori distanze rispetto a quelle previste dall'articolo 9 del decreto del Ministro per i lavori pubblici 20 aprile 1968, n. 1444 "Limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati e rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazione nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'articolo 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765": (29)

(4)

3

a) nei casi di gruppi di edifici che formino oggetto di PUA planivolumetrici;

b) nei casi di interventi disciplinati puntualmente.

4) Per individuare le aree nelle quali realizzare interventi di nuova urbanizzazione o riqualificazione, il comune può attivare procedure ad evidenza pubblica, cui possono partecipare i proprietari degli immobili nonché gli operatori interessati, per valutare le proposte di intervento che risultano più idonee a soddisfare gli obiettivi e gli standard di qualità urbana ed ecologico- ambientale definiti dal PAT. La procedura si conclude o le fo e e ei odi p evisti dall’a ti olo .

5) Il PI è formato da:

a) una relazione programmatica, che indica i tempi, le priorità operative ed il quadro economico;

b) gli elaborati grafici che rappresentano le indicazioni progettuali;

c) le norme tecniche operative;

d) il prontuario per la qualità architettonica e la mitigazione ambientale;

e) il registro dei crediti edilizi;

f) una banca dati alfa-numerica e vettoriale contenente l'aggiornamento del quadro conoscitivo di riferimento nonché le informazioni contenute negli elaborati di cui alle lettere a), b), e c)

Art. 18 - Procedimento di formazione, efficacia e varianti del Piano degli interventi.

1) Il sindaco predispone un documento in cui sono evidenziati, secondo le priorità, le trasformazioni urbanistiche, gli interventi, le opere pubbliche da realizzarsi nonché gli effetti attesi e lo illustra presso la sede del comune nel corso di un apposito consiglio comunale.

2) Il pia o degli i te ve ti adottato e app ovato dal o siglio o u ale. L’adozio e del pia o preceduta da forme di consultazione, di partecipazione e di concertazione con altri enti pubblici e associazioni economiche e sociali eventualmente interessati.

3) E t o otto gio i dall’adozio e, il pia o depositato a disposizio e del pu li o pe t e ta gio i consecutivi presso la sede del comune decorsi i quali chiunque può formulare osservazioni entro i successivi trenta giorni. Dell'avvenuto deposito è data notizia mediante avviso pubblicato nell'albo pretorio del comune e su almeno due quotidiani a diffusione locale; il comune può attuare ogni altra forma di divulgazione ritenuta opportuna.

4) Nei sessanta giorni successivi alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni il consiglio comunale decide sulle stesse ed approva il piano.

5) Copia integrale del piano approvato è trasmessa alla provincia ed è depositata presso la sede del comune per la libera consultazione.

6) Il pia o dive ta effi a e ui di i gio i dopo la sua pu li azio e ell’al o p eto io del o u e.

7) Decorsi cinque anni dall’e t ata in vigore del piano decadono le previsioni relative alle aree di trasformazione o espansione soggette a strumenti attuativi non approvati, a nuove infrastrutture e ad aree per servizi per le quali non siano stati approvati i relativi progetti esecutivi, nonché i vincoli p eo di ati all’esp op io di ui all'a ti olo . I tali ipotesi, fi o ad u a uova dis ipli a u a isti a, si appli a l’a ti olo .

8) Le varianti al piano sono adottate e approvate con le procedure di cui al presente articolo.

9) L’app ovazio e del piano e delle sue varianti comporta la decadenza dei piani urbanistici attuativi (PUA) vigenti limitatamente alle parti con esso incompatibili espressamente indicate, salvo che i relativi lavori siano oggetto di convenzione urbanistica già sottoscritta ed efficace.

Inoltre la Legge Regio ale ap ile , . , ell’attua e la ifo a del gove o del te ito io el Ve eto, oltre a perseguire tra le sue finalità generali la tutela del paesaggio rurale e delle identità storico culturali, detta spe ifi he o e pe la tutela e l’edifi a ilità del te ito io u ale. Il territorio rurale si configura, infatti, come un ambito prevalentemente non urbanizzato, destinato ad usi agro-produttivi e silvo- pastorali, nel quale si rileva la necessità di coniugare lo sviluppo sostenibile delle attività agricole con la tutela degli aspetti storico-culturali delle attività tradizionali. Il titolo V della L.R. / Tutela e l’edifi a ilità del te ito io ag i olo , t a ite gli a tt. e , i dividua el Piano Regolatore Comunale (PRC), nella sua articolazione in disposizioni strutturali (PAT) ed operative (PI), lo strumento di governo del te ito io t a ite il uale, a livello o u ale, pianificare il territorio rurale , pe segue do e la tutela e disciplina do l’attività di edifi azio e ella zo a ag i ola.

(5)

4

Successivamente con DGR n. 816 del 6 giugno 2017 - BUR n. 56 del 09/06/2017 sono stati approvati due nuovi sussidi operativi tesi ad agevolare, considerata la molteplicità degli aspetti afferenti il territorio rurale, sia la predisposizione del Piano di Assetto del Territorio (PAT), in particolare dello studio agronomico, garantendo maggiore uniformità e qualità degli elaborati di piano, sia una più completa e o oge ea valutazio e ist utto ia dei pia i, ell’a ito del lo o ite d’app ovazio e, da pa te degli e ti preposti.

Più in dettaglio, il primo sussidio LR n. 11/2004, Titolo V - Orientamenti operativi per la redazione del PAT.

Il sistema rurale All. A , i te de fo i e, i li ea ge e ale, u o s he a etodologi o pe l’a alisi, la valutazione, la pianificazione del territorio rurale nel suo complesso. Non mancano approfondimenti tematici specifici inerenti la copertura del suolo agricolo, la definizione della superficie agricola utilizzata, i sistemi agro-eco-elazio ali, il paesaggio ag a io, l’a hitettu a u ale, gli alleva e ti zoote i i e l’edifi azio e diffusa ella zo a ag i ola.

Il secondo sussidio LR n. 11/2004, Titolo V - Orientamenti operativi per la redazione del PAT. Gli allevamenti zootecnici All. B , si o figu a o e u ulte io e app ofo di e to te ati o ispetto ad u argomento già affrontato in maniera generale nel primo sussidio operativo; gli allevamenti zootecnici, infatti, hanno richiesto una trattazione più completa, in ragione delle problematiche urbanistiche legate alla loro localizzazione e alla necessità di rendere meno conflittuale il loro esercizio rispetto all'edificazione (residenziale, commerciale, per servizi, ecc.). I due sussidi, avendo meramente scopo ricognitivo e

o os itivo, o odifi a o gli Atti di i di izzo di ui all’a t. , o a , della LR . / .

Più nel dettaglio per quanto concerne gli allevamenti zootecnici, fino al 2004 la loro realizzazione è stata disciplinata dalla DGR n.7949/1989, avente come oggetto la determinazione dei limiti di rispetto di nuovi allevamenti zootecnici intensivi dagli insediamenti civili. Tale deliberazione specificava che le problematiche di natura urbanistica legate alla localizzazione di nuovi allevamenti zootecnico-intensivi in elazio e all’o ga izzazio e del te ito io e a legato alla di e sio e a ie tale di tali i sedia e ti; la normativa introduceva pertanto alcune limitazioni nella realizzazione di nuovi insediamenti zootecnici intensivi - sulla base sia della dimensione degli stessi e di alcune loro caratteristiche tecniche (tipologia ost uttiva dell’a ie te di sta ulazio e, siste a di ve tilazio e, siste a di sto aggio delle deiezioni) - per evitare l'insorgere, sul territorio, ed in particolare nelle vicinanze di centri abitati, di problemi di ordine ambientale.

L’oppo tu ità di i t odu e tali li itazio i e a dettata dall’esige za di idu e l’i ui a e to dei te e i e delle acque, nonché la conflittualità legata alle esalazioni moleste spesso generate dagli allevamenti.

L’attuale dis ipli a in materia di realizzazione degli allevamenti zootecnici di cui al punto 5) della DGR n.

3178/2004, ha confermato il complessivo impianto metodologico della citata DGR n. 7949/1989 procedendo al suo aggiornamento al fine di recepire le modificazioni produttive e tecnologiche intervenute nel settore zootecnico che, in alcuni casi, hanno sensibilmente limitato le ricadute ambientali legate alla presenza degli allevamenti nel territorio e le relative conseguenze urbanistiche in termini di ampiezza delle distanze. Infatti, le problematiche della localizzazione degli allevamenti sono affrontate in considerazione del grado di nocività che i medesimi possono presentare, soprattutto per quanto riguarda le esalazioni moleste, al fine di evitare l'insorgere, soprattutto nel territorio contermine alle zone residenziali, di problemi a seguito della realizzazione di nuovi insediamenti zootecnici (intensivi e non), nonché dell’a plia e to di uelli esiste ti.

Le limitazioni poste dalla norma sono dettate, anche in questo caso, dalla necessità di idu e l’i patto ambientale sui terreni e sulle acque, nonché la conflittualità legata alle esalazioni moleste spesso generate dagli alleva e ti, dis ipli a do l’ese izio dell’attività di alleva e to i a ie a o pati ile o i li iti e i diritti dei terzi, secondo principi generali di prevenzione e di riduzione dei rischi; scopo della norma è infatti quello di ricercare un equo contemperamento tra le opposte esigenze produttive delle attività di allevamento quali possibili fonti di inquinamento e pregiudizio per la salubrità delle aree residenziali, e lo ius edificandi dei proprietari di immobili posti in prossimità. Infatti, la DGR n. 3178/2004, lettera d, punto 5), ha individuato i criteri per la realizzazione degli allevamenti zootecnico-i te sivi i elazio e alle tipologie costruttive e alla qualità e quantità di i ui a e to pote ziale , definendo le distanze

(6)

5

reciproche dai limiti delle zone non agricole, dai confini di proprietà e dalle abitazioni non aziendali sulla base sia della dimensione degli allevamenti che di alcune caratteristiche tecniche (tipologia costruttiva dell’a ie te di sta ulazio e, siste a di ve tilazio e, siste a di sto aggio delle deiezio i .

La edesi a deli e azio e ha eputato e essa io dispo e l’appli azio e delle dista ze i i e e ip o he - analogamente a quanto precedentemente disposto dalla citata DGR n. 7949/1989 - anche agli allevamenti a ove ati uali st uttu e ag i olo-p oduttive el aso i ui supe i o u dete i ato a i o zoote i o Il nuovo Piano Regolatore Generale Comunale (P.R.G.) del Comune di Malo si articola quindi in due st u e ti: il Pia o di Assetto Te ito iale PAT , o te e te le s elte st ategi he pe lo sviluppo futu o del territorio, già approvato nel 2009 e il Pia o degli I te ve ti PI , o te e te le disposizio i ope ative pe la gestione del territorio approvato con Delibera del consiglio Comunale n. 8 del 15/03/2014.

Si riporta quindi nei capitoli successivi la Relazione agronomica relativa agli allevamenti intensivi che andrà i se ita all’i te o del secondo PI.

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6 2. ALLEVAMENTI NEL COMUNE DI MALO

Pe l’i dividuazio e delle dive se tipologie di alleva e ti p ese ti sul te ito io o u ale possi ile consultare le seguenti fonti informative:

 Dati Se vizio Vete i a io ULSS: fo is e l’ele o di tutti gli alleva e ti zootecnici che insistono sul territorio comunale distinti per specie;

 Dati SISP, Sistema Informativo del Settore Primario della Regione Veneto;

 Dati sulle aziende agricole attive nel territorio regionale Veneto, con la specificazio e dell’i di izzo produttivo;

 Dati CREV, Ce t o Regio ale Epide iologi o Ve eto dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie;

 Dati aziendali a disposizione delle Amministrazioni comunali;

 Analisi diretta sul campo.

Per il comune di Malo sono stati usati:

 Dati Servizio Veterinario ULSS;

 Dati CREV, Ce t o Regio ale Epide iologi o Ve eto dell’Istituto Zoop ofilatti o delle Ve ezie;

 Analisi diretta sul campo

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7 3. ATTRIBUZIONE CLASSE DI PUNTEGGIO

Le distanze tra allevamenti e limiti delle zone agricole, confini di proprietà, abitazioni non aziendali, sono spiegate al punto 5) della DGR n. 856/2012 degli Atti di Indirizzo e vanno rispettate in occasione della realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, ivi comprese le aree di espansione edilizia, qualora si sia già in presenza di un insediamento zootecnico.

Gli allevamenti esistenti generatori di fascia di rispetto dive ta o, pe ta to, degli elementi generatori di vi olo e, in quanto tali, devono essere individuati nel Quadro Conoscitivo del Piano di assetto del territorio; ed esplicati nella tav. 1 - Carta dei vincoli del PAT.

Si considerano quindi sia gli allevamenti intensivi che le strutture agricolo produttive superiori alla classe dimensionale 1 e viene demandata al PI l’i dividuazio e delle fas e di ispetto

Già in fase di redazione di PAT sono stati rappresentati graficamente (nella Carta degli elementi produttivi strutturali) gli allevamenti generatori di vincolo e, a titolo indicativo, le distanze minime reciproche nella loro estensione minima e massima, in relazione alla classe dimensionale degli allevamenti.

In questa fase di redazione del PI sono stati accertati in modo puntuale gli allevamenti zootecnici esistenti, aggiornando il censimento effettuato dal PAT, sulla ase di u ’i dagi e e s hedatu a he ha rilevato la consistenza potenziale degli allevamenti, prendendo in considerazione tutti i parametri di cui alla DGR n.

8 / , lette a d , pu to tipo di alleva e to, lasse di e sio ale, tipologia dell’a ie te di stabulazione e del sistema di pulizia, ventilazione, sistema di stoccaggio delle deiezioni), al fine di individuare le fasce di rispetto generate dai medesimi e determinare le distanze minime reciproche dai limiti delle zone agricole, dai confini di proprietà, dalle abitazioni non aziendali.

Tale dato deve inoltre essere aggiornato, perlomeno su base annua, in relazione alla situazione degli allevamenti, che può modificarsi nel tempo, con conseguente variazione od eliminazione della fascia di rispetto.

Al fine di correlare la determinazione delle distanze reciproche al concetto di inquinamento potenziale, vengono preliminarmente definite tre classi dimensionali (in termini di carico zootecnico) che tengono debito conto sia della specie allevata che del tipo di produzione ottenuta Tabella 1.

(9)

8

Tabella 1 Suddivisione in classi dimensionali degli insediamenti zootecnici in funzione delle dimensioni e dell’i ui a e to pote ziale.

Classe Allevamento Peso vivo medio inferiore a

1

bovini 120 tonnellate

suini 30 tonnellate

ovicaprini 90 tonnellate

equini 90 tonnellate

avicoli 30 tonnellate

conigli 20 tonnellate

altri 20 tonnellate

Classe Allevamento Peso vivo medio

2

bovini da 120 a 360 tonnellate

suini da 30 a 120 tonnellate

ovicaprini da 90 a 360 tonnellate

equini da 90 a 360 tonnellate

avicoli da 30 a 120 tonnellate

conigli da 20 a 80 tonnellate

altri da 20 a 80 tonnellate

Classe Allevamento Peso vivo medio superiore a

3

bovini 360 tonnellate

suini 120 tonnellate

ovicaprini 360 tonnellate

equini 360 tonnellate

avicoli 120 tonnellate

conigli 80 tonnellate

altri 80 tonnellate

Le distanze minime dai confini di proprietà, sono stabilite secondo la classificazione per classi dimensionali previste alla Tabella 1. Le distanze dai confini di proprietà, come riportate nella Tabella 2 devono essere rispettate per le sole strutture per il ricovero degli animali, per le vasche di raccolta liquame scoperte e per le concimaie aperte; pe gli alt i edifi i fu zio ali all’alleva e to si adotta o le dista ze dai o fi i di proprietà definite dai PRG.

Tabella 2 Distanze minime dai confini di proprietà degli insediamenti zootecnici suddivisi per le diverse lassi u e i he

Classe numerica distanza (metri)

1 15 m

2 20 m

3 25 m

Ai fini della defi izio e delle dista ze e ip o he dalle ivili a itazio i o fu zio ali all’azie da (sono pe ta to es luse la asa del o dutto e, dei oadiuva ti fa ilia i o del ustode dell’alleva e to vie e attribuito un punteggio sulla base delle seguenti tecniche di allevamento:

a) tipologia dell'ambiente di stabulazione e del sistema pulizia (max punti 50)

b) sistema di ventilazione (max punti 10)

c) sistema stoccaggio e trattamento delle deiezioni (max punti 40)

(10)

9

a) Tipologia dell'ambiente di stabulazione e del sistema di pulizia

Nel caso di allevamenti con presenza di più tipologie di stabulazione contemporanea (es. scrofe gestazio e + sale pa to + svezza e to , l’att i uzio e del pu teggio dell’alleva e to deve esse e individuato ponderatamente tra le diverse tipologie in base ai pesi vivi allevati.

ALLEVAMENTI BOVINI E BUFALINI:

A) Vacche da latte

Le tipologie di stabulazione sono state raggruppate in funzione del sistema (meccanico con raschiatore;

mediante ricircolo di liquame chiarificato; mediante soglia di tracimazione) e della frequenza di allontanamento delle deiezioni (giornaliera o periodica).

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

Stabulazione fissa su lettiera o senza lettiera (materassino sintetico) +

asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore) 0

Stabulazione libera su lettiera inclinata + zona di alimentazione a pavimento pieno e allontanamento giornaliero del letame con mezzi meccanici (raschiatore)

0 Stabulazione libera su cuccette con lettiera o senza lettiera

(materassino sintetico) + corsia di smistamento e zona di alimentazione a pavimento pieno con asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore)

0

Stabulazione libera su lettiera permanente (in aree collettive) con asportazione lettiera ogni 2-6 mesi + zona di alimentazione a

pavimento pieno con asporto meccanico delle deiezioni (raschiatore)

10

Stabulazione libera su cuccette con lettiera o senza lettiera

(materassino sintetico) + corsia di smistamento a pavimento pieno e allontanamento deiezioni con raschiatore e zona di alimentazione a pavimento fessurato e allontanamento del liquame con soglia di tracimazione

10

Stabulazione fissa su lettiera o senza lettiera (materassino in gomma) +

asporto delle deiezioni con ricircolo di liquame chiarificato 30 Stabulazione libera su lettiera permanente (in aree collettive) con

asportazione lettiera ogni 2-6 mesi + zona di alimentazione a pavimento fessurato con allontanamento del liquame con ricircolo sotto fessurato di liquame chiarificato

30

Stabulazione libera su cuccette (con lettiera o materassino sintetico) + corsia di smistamento a pavimento pieno e pulizia con raschiatore + zona di alimentazione a pavimento fessurato e allontanamento del liquame con ricircolo di liquame chiarificato

30

Stabulazione libera su cuccette (con lettiera o con materassino

sintetico) + corsia di smistamento e zona di alimentazione a pavimento pieno o fessurato e allontanamento del liquame con ricircolo di

liquame chiarificato

30

(11)

10

Le tipologie di stabulazione sono state raggruppate in funzione del sistema (meccanico con raschiatore;

mediante ricircolo di liquame chiarificato; mediante soglia di tracimazione) e della frequenza di allontanamento delle deiezioni (giornaliera o periodica).

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

stabulazione libera su lettiera inclinata o piana e asporto frequente

deiezioni con mezzi meccanici. 0

stabulazione libera su grigliato e pulizia frequente della vasca di

raccolta tramite raschiatore meccanico. 0

stabulazione libera su grigliato e pulizia della vasca di raccolta con

scarico continuo con soglia di tracimazione. 10

stabulazione libera su grigliato e pulizia frequente della vasca di

raccolta tramite ricircolo di liquame chiarificato. 30

stabulazione libera su lettiera e con asportazione delle deiezioni a fine

ciclo. 30

stabulazione libera su grigliato e stoccaggio prolungato delle deiezioni

nelle fosse. 40

C) Vitelli a carne bianca

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

stabulazione libera su grigliato con frequente pulizia della vasca di

raccolta. 20

stabulazione libera su grigliato e stoccaggio prolungato delle deiezioni

nelle fosse. 50

B) Bovi i da car e e soggetti da ri o ta per l’alleva e to da latte

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11 ALLEVAMENTI SUINI:

A) Allevamenti di suini in accrescimento/ingrasso - scrofe in attesa calore/gestazione

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

MTD (Migliori Tecniche Disponibili)

pavimento parzialmente fessurato con parte piena centrale convessa e fossa pareti svasate e vacuum

0 pavimento parzialmente fessurato e fossa pareti inclinate e vacuum

pavimento parzialmente fessurato e fossa con raschiatore (1) pavimento con lettiera in area di riposo per scrofe in gruppo con autoalimentatori (qui pavimento fessurato con raschiatore e pulizia giornaliera)(2)

pavimento interno pieno o parzialmente fessurato con rimozione rapida e frequente e lettiera nella corsia esterna di defecazione con raschiatore

10 pavimento parzialmente fessurato e fossa pareti verticali e vacuum

pavimento totalmente fessurato e vacuum con vasca sottogrigliato divisa in settori

pavimento parzialmente fessurato e fossa con raschiatore (1)

pavimento parzialmente fessurato e fossa stoccaggio a pareti verticali (2) pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo una o due volte al giorno con liquame areato in tubi e cunette senza stato liquido permanente

pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo da una a due 30 volte al giorno con liquame areato in canali con strato liquido

permanente

pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo con liquame non areato in tubi e cunette senza stato liquido permanente

pavimento parzialmente o totalmente fessurato e ricircolo con liquame 40 non areato in canali con strato liquido permanente

(1)MTD solo per allevamenti esistenti

(2)MTD solo per le scrofe

NO MTD

pavimento totalmente fessurato e fossa di stoccaggio sottostante 70

B) Scrofe in allattamento (inclusi i lattonzoli)

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

MTD (Migliori Tecniche Disponibili)

gabbie con pavimento totalmente grigliato e bacinella di raccolta sottostante

0 gabbie con pavimento totalmente grigliato e fossa sottostante suddivisa in due parti per raccolta separata feci e urine

gabbie con pavimento totalmente grigliato e piano sottostante in

pendenza per separazione feci e urine 10

(13)

12

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

pavimento totalmente fessurato e vacuum con fossa sottostante divisa in settori

gabbie con pavimento parzialmente grigliato e fossa con raschiatore (1) gabbie con pavimento parzialmente grigliato e fossa sottostante di stoccaggio deiezioni a ridotta superficie emittente

gabbie con pavimento totalmente fessurato e ricircolo con liquame chiarificato in cunette senza strato liquido permanente 30

NO MTD

gabbie con pavimento totalmente grigliato e fossa sottostante di

stoccaggio deiezioni 70

(1)MTD solo per allevamenti esistenti C) Suini in post svezzamento

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

MTD (Migliori Tecniche Disponibili)

box con pavimento parzialmente grigliato e fossa di raccolta a pareti inclinate o verticali con vacuum

0 box con pavimento parzialmente grigliato e raschiatore nella fossa sottostante

box con pavimento parzialmente grigliato e parte piena in pendenza o centrale convessa con fossa di raccolta a pareti verticali e svuotamento a fine ciclo (ogni 8 settimane)

box o gabbie con pavimento parzialmente grigliato e vacuum

10 box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o grigliato con raschiatore (1)

box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o grigliato e vacuum gabbie con pavimento totalmente grigliato e piano sottostante in pendenza per separazione feci e urine

box con pavimento pieno e lettiera integrale (su tutta la superficie) box con pavimento parzialmente fessurato o pavimento parzialmente grigliato e ricircolo liquame chiarificato e areato in cunette senza strato liquido

box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o pavimento 30 totalmente grigliato + ricircolo liquame chiarificato e areato in cunette o tubi senza strato liquido

box con pavimento parzialmente fessurato o pavimento parzialmente grigliato e ricircolo liquame non chiarificato e areato in cunette senza

strato liquido 40

box o gabbie con pavimento totalmente fessurato o pavimento totalmente grigliato + ricircolo liquame tal quale in cunette o tubi senza strato liquido

NO MTD

box o gabbie con pavimento totalmente fessurato + fossa sottostante di

stoccaggio 70

(1)MTD solo per allevamenti esistenti

(14)

13 ALLEVAMENTI AVICOLI:

A) Galline ovaiole /avicoli da riproduzione

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

MTD (Migliori Tecniche Disponibili)

allevamento in batteria con pre-essiccazione della pollina su nastri (mediante insufflazione di aria con tubi forati o ventilazione a mezzo ventagli)

0 allevamento in batteria con pre-essiccazione della pollina in tunnel posto

sopra le gabbie o esterni 0

allevamento a terra su lettiera e con pavimento perforato con

disidratazione della pollina nella fossa sottostante al fessurato mediante apposita ventilazione

0

allevamento a terra su lettiera con ventilazione forzata del ricovero 15 allevamento in gabbie con nastri trasportatori sottostanti per la rimozione

frequente della pollina umida verso uno stoccaggio esterno chiuso 20 allevamento a terra su lettiera e grigliato e fossa di raccolta delle deiezioni

con areazione forzata della pollina 30

allevamento con sistemi ad aviario 40

allevamento in capannone a due piani (piano terra stoccaggio delle

deiezioni, piano primo batterie di gabbie) 50

NO MTD

allevamento in gabbia con sottostante fossa di stoccaggio prolungato 70 allevamento in gabbia con sottostante fossa di stoccaggio con

raschiatore 70

a terra con lettiera e grigliato con fossa raccolta pollina tal quale 70

B) Avicoli da carne allevati a terra

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

MTD (Migliori Tecniche Disponibili) allevamento allo stato semibrado

otti izzazio e dell’isola e to te i o e della ve tilazio e a he artificiale) + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco

10 ventilazione naturale + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi

antispreco 30

NO MTD

ricoveri dove le strutture e la gestione non rispondono

adeguata e te all’esige za di a te e e l’a ie te i te o elle giuste condizioni di umidità, temperatura e ventilazione e, quindi, di contenimento delle emissioni di gas e polveri, e di salvaguardare, al

70

(15)

14

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

contempo, il benessere animale e le performance produttive

ALLEVAMENTI DI CONIGLI:

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

con accumulo esterno ed allontanamento giornaliero delle deiezioni 10

con accumulo interno e rimozione a fine ciclo delle deiezioni 50

ALTRI ALLEVAMENTI:

A) Equini:

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

allo stato semibrado (capannine per il ricovero e recinti esterni) 10

allevamento stallino (su lettiera in box con recinti esterni) 50

B) Ovini/caprini:

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

allo stato semibrado 0

allevamento su lettiera 10

allevamento su grigliato 20

(16)

15 C) Altro

TIPOLOGIA DI STABULAZIONE PUNTI

allevamenti ittici 0

allevamenti di cinghiali, cervi, daini, ecc. 10

altri animali 20

b. Sistema di ventilazione

SISTEMA DI VENTILAZIONE PUNTI

ventilazione forzata positiva (in compressione) o

negativa (in depressione) 0

ve tilazio e atu ale; ovi e tatoli d’a ia i te i;

(con esclusione degli allevamenti dibovini da latte e da carne, il cui punteggio è = 0)

10

c. Sistema di stoccaggio delle deiezioni

STOCCAGGIO DEIEZIONI PUNTI x

materiali palabii:

concimaia coperta 0

concimaia scoperta 10

materiali non palabili:

vasca chiusa 0

vasca coperta senza arieggiatori 10

vasca scoperta 30

vasca coperta con arieggiatore 40

N.B Le coperture possono essere rigide come coperchi o tetti, oppure flessibili tipo tende.

Rientrano nella categoria dei materiali palabili i letami da stabulazione su lettiera, le frazioni solide risultanti dalla separazione meccanica dei liquami, le polline di ovaiole sottoposte a processi di disidratazione nei ricoveri o fuori di essi, le lettiere di avicoli allevati a terra, e il compost.

Le distanze minime reciproche dai limiti della zona agricola sono definite in funzione del punteggio isulta te dall’appli azio e del pu to o e i di ato ella ta ella valo i i et i e della lasse dimensionale come definita dalla tabella 1.

(17)

16

Tabella 3 Distanze minime reciproche degli insediamenti zootecnici dai limiti della zona agricola (valori espressi in metri

Classe dimensionale 1 2 3

Punteggio

0 - 30 100 m 200 m 300 m

31 - 60 150 m 300 m 500 m

> 60 200 m 400 m 700 m

Le distanze minime reciproche da residenze singole e concentrate sono definite rispettivamente dalle tabelle 4 e 5:

Tabella 4 Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili sparse (valori espressi in metri)

Classe dimensionale 1 2 3

Punteggio

0 - 30 50 m 100 m 150m

31 - 60 75 m 150 m 200 m

> 60 100 m 200 m 250m

Tabella 5 Distanze minime reciproche tra insediamenti zootecnici e residenze civili concentrate (valori espressi in metri)

Classe dimensionale 1 2 3

Punteggio

0 - 30 100 m 200 m 300 m

31 - 60 150 m 250 m 400 m

> 60 200 m 300 m 500 m

In conformità a quanto disposto dai previgenti Atti di indirizzo, il primo ampliamento di centri zootecnici già esistenti realizzato facendo ricorso alle MTD (Migliori Tecniche Disponibili), qualora comporti un aumento del u e o di api alleva ili i fe io e al % dell’esiste te, o dete i a l’i se i e to ex ovo i lasse dimensionale 1, ovvero il passaggio alla classe superiore.

7 bis. I Comuni potranno concorrere nella spesa sostenuta dagli allevamenti esistenti per la realizzazione di interventi di riqualificazione i pia tisti a, attuati o l’adozio e delle iglio i te i he dispo i ili , al fi e di iglio a e l’i se i e to el te ito io degli alleva e ti zoote i i e idu e l’i patto a ie tale, o riferimento anche agli abbattitori di odori, anche tramite gli accordi di cui all'articolo 6 Legge Regionale n.

11/2004.

Le distanze sopra definite sono reciproche, pertanto vanno rispettate in occasione della realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, ivi comprese le aree di espansione edilizia, qualora si sia già in presenza di un insediamento zootecnico.

So o a essi sola e te gli i te ve ti di a plia e to sugli edifi i esiste ti, uelli su lotti posti all’i te o di un insediamento esistente, nonché quelli ricadenti in ambiti destinati dallo strumento urbanistico vige te PI o PRG a uovi i sedia e ti eside ziali pu h t a detti a iti e l’alleva e to sia i te posto, anche parzialmente, un insediamento residenziale esistente.

(18)

17

Ai sensi del DM 10 settembre 2010, i manufatti costituenti gli impianti per la produzione di energia alimentati da biogas e da biomasse (digestore, vasca di caricamento delle biomasse, vasca di stoccaggio dell’efflue te/ o i aia , devo o esse e ollo ati ad u a dista za i i a dai o fi i di p op ietà e dalle abitazioni, pari a quella individuata nella tabella 2, nonché nelle tabelle 4 e 5 in corrispondenza della classe di punteggio 0-30:

■ per la classe dimensionale 1 per gli impianti fino a 249 kW;

■ per la classe dimensionale 2 per gli impianti di potenza compresa tra i 250 e i999 kW,

■ per la classe dimensionale 3 per gli impianti sopra i 1000 kW di potenza.

Il vincolo del rispetto delle distanze dalle abitazioni non riguarda la casa dei custodi/allevatori e/o eve tuali alt i fa i ati oggetto di o ve zio e ai fi i dell’i piego dell’e e gia te i a p odotta.

(19)

18 4. INDIVIDUAZIONE NESSO FUNZIONALE

Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione nella definizione degli allevamenti di tipo intensivo è il esso fu zio ale t a l’alleva e to edesi o e l’azie da ag i ola. Qualora tale nesso non sussista, l’alleva e to da o side a si zoote i o-i te sivo e pe ta to assoggettato alla dis ipli a o te uta el p ovvedi e to di ui al pu to , lett. d , o a dell’a t. ;

Pe ua to igua da la defi izio e del esso fu zio ale t a l’alleva e to e l’azie da ag i ola, deve esse e innanzitutto precisato che la previgente normativa urbanistica regionale considerava agricole le attività di allevamento per le quali almeno il 25 % dei foraggi potesse derivare dal fondo rustico.

Tale criterio, correlato a quanto stabilito dal Ministero delle Finanze al fine di stabilire se la redditività azie dale fosse i o du i ile ai soli edditi ag a i od a he ai edditi d’alleva e to, trovava sostanziale analogia con quanto disposto dalla regolamentazione comunitaria in materia strutturale. Peraltro, la p ofo da evoluzio e i te ve uta i uesti ulti i a i i ate ia di te ologie pe l’alleva e to, legata alla maggiore sensibilità ambientale ed alla progressiva specializzazione e segmentazione della filiera,

o po ta o la e essità di u a idefi izio e del o etto di esso fu zio ale , al fi e di ollegarlo:

1) all’utilizzo, i te i i di appo to di ope tu a dei fa i ati ad uso alleva e to zoote i o, della superficie del relativo corpo aziendale;

2) alla capacità teorica del fondo agricolo di coprire quota parte delle necessità foraggiere degli animali, tenuto anche conto pe talu e tipologie d’alleva e to - del quasi completo ricorso all’app ovvigio a e to este o;

3) all’esigenza di ottimizzare lo stoccaggio, il trattamento e la distribuzione delle deiezioni, anche su suoli o di etta e te i o duzio e dell’azie da, al fi e di evita e i patti egativi sull’a biente.

10 art. 50 lettera d) Edificabilità zone agricole

Conseguentemente, solo il soddisfacimento contestuale dei tre requisiti sopra riportati, nel rispetto degli indici parametrici riportati nella Tabella 6 che riguarda le principali categorie di animali in allevamento, o se te il i o os i e to della sussiste za del esso fu zio ale t a l’alleva e to edesi o e l’azie da agricola.

Pe alt o, al fi e di o se ti e a he i futu o l’i t oduzio e di eve tuali nuove categorie di animali alleva ili, o h l’eve tuale adegua e to degli i di i pa a et i i all’evoluzio e del p og esso te i o el settore della zootecnia, si reputa opportuno prevedere, con decreto del dirigente regionale della competente Direzione politi he agroa ie tali e servizi per l’agri oltura, la possibilità di apportare alla tabella medesima i necessari aggiornamenti.

Per quanto riguarda invece il rapporto di connessione relativo ai manufatti ed agli impianti per la sosta, la prima lavorazione, la trasformazione, la conservazione, la valorizzazione dei prodotti o la fornitura di servizi, il esso fu zio ale sussiste, o e defi ito dall’a t. del . ., ualo a le attività edesi e abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente ( > 50 %) dalla coltivazione del fondo o del bosco o dall’alleva e to di a i ali o sia o attuate edia te l’utilizzazio e p evale te di att ezzatu e o iso se dell’azie da o al e te i piegate ell’attività ag i ola ese itata. Quanto sopra, anche in armonia con quanto previsto dalla vigente normativa fiscale in materia di redditi derivanti dalle attività agricole.

(20)

19

Tabella 6- Requisiti per il riconoscimento del nesso funzionale tra allevamento e azienda agricola.

CATEGORIE DI ANIMALI Durata Media del ciclo di produzione(1) Uniforaggere consumo annuale Rapporto massimo di copertura fabbricato uso allevamento (2) (%) Quota minima approvvigionamento Uniforaggere(3) (%) Peso vivo medio annuo massimo per ettaro (tonnellate)*(4)

Bovini e bufalini da riproduzione

3.500 50 20 4

Vitelloni 2.100 50 20 4

Manze 1.200 50 20 4

Vitelli 6 mesi 1.000 80 10 4

Suini da riproduzione 1.400 60 25 3

Suinetti 3 mesi 160 60 25 3

Suini leggeri da macello 6 mesi 800 60 25 3

Suini pesanti da

macello 9 mesi 800 60 25 3

Polli e fagiani da riproduzione

59 85 15 2,1

Galline ovaiole 37 85 15 2,1

Polli da allevamento e

fagiani 6 mesi 14 80 15 2,1

Polli da carne 3 mesi 19 85 15 2,1

Galletto 2 mesi 12 80 15 2,1

Tacchini da riproduzione

96 70 15 2,1

Tacchini da carne

leggeri 4 mesi 51 70 15 2,1

Tacchini da carne

pesanti 6 mesi 80 70 15 2,1

Anatre e oche da riproduzione

64 70 15 2,1

Anatre, oche e capponi

6 mesi 40 70 15 2,1

Faraona da riproduzione

29 70 15 2,1

Faraona 4 mesi 18 70 15 2,1

Starne, pernici e coturnici da riproduzione

19 60 15 2,1

Starne, pernici e

coturnici 6 mesi 12 60 15 2,1

Piccioni e quaglie da

riproduzione

19 60 15 2,1

Piccioni, quaglie e altri

volatili 2 mesi 12 60 15 2,1

Conigli e porcellini

d'india 43 90

20

2,4

Conigli e porcellini d'india da riproduzione

3 mesi 27 90

20

2,4

Lepri, visoni, nutrie e cincillà

50 90 10 2,4

Volpi 230 40 15 2,4

Ovini e caprini da

riproduzione

460 30 30 3,4

Agnelloni e caprini da carne

6 mesi 146 40 30 3,4

Pesci, crostacei e

molluschi da

riproduzione q.li([1])

640 90 25 -5

Pesci, crostacei e molluschi da consumo q.li(*)

400 90 25 -5

(21)

20

CATEGORIE DI ANIMALI Durata Media del ciclo di produzione(1) Uniforaggere consumo annuale Rapporto massimo di copertura fabbricato uso allevamento (2) (%) Quota minima approvvigionamento Uniforaggere(3) (%) Peso vivo medio annuo massimo per ettaro (tonnellate)*(4)

Cinghiali e cervi 500 10 30 3

Daini, caprioli e mufloni 250 10 30 3,4

Equini da riproduzione 2.600 50 25 4

Puledri 1.000 50 25 4

Alveari 400 90 0 -6

Lumache da consumo 400 25 20 -6

Struzzi da riproduzione 350 30 25 3,1

Struzzi da carne 250 30 25 3,1

Cani 250 60 15 2,4

Bachi da Seta (per oncia

di seme) 1 mese 35 80 20 -6

(*) Allevati in mare e in invasi naturali quali laghi, stagni, valli da pesca e canali che insistono su superfici rappresentate in catasto nonché in invasi artificiali esistenti su terreni censiti in catasto

(1) Quando non è indicata deve ritenersi non inferiore all’a o

(2) Riferito al corpo aziendale ricadente in zona agricola (anche non contiguo a rimanenti ulteriori terreni e/o corpi costituenti l'azienda agricola) sul quale vengono realizzati i fabbricati e manufatti destinati all'allevamento

(3) Quale rapporto tra le Unità foraggere teoriche producibili per ettaro (come risultanti dall'attribuzione dei terreni in conduzione dell'azienda, alle rispettive fasce di qualità catastale) e le Unità foraggere di consumo annuale dei capi in allevamento

(4) Il computo degli ettari tiene necessariamente conto oltre che dei terreni dell'azienda direttamente in conduzione anche delle eventuali altre superfici asservite

(5) Provenienti da impianti di acquacoltura e di pescicoltura che si caratterizzano per una densità di allevamento pari o inferiore a 1 Kg per m2 di specchio d'acqua o in cui venga utilizzata una portata d'acqua pari o inferiore a 50 l/sec

(6) Non significativo

(22)

21 5. ALLEVAMENTI INTENSIVI NEL TERRITORIO COMUNALE

N. DENOMINAZIONE VIA COD. CREV IND.

PRODUTTIVO

N. DI CAPI (CAP.

POT.)

P.V.M./CAPO A FINE CICLO

(kg)

PESO TOTALE A FINE CICLO

(t)

TIPO CL. DIM.

1

La Maladense Az.

Agricola (Tiziano Dall'Igna)

Via Vergan 42 bis e 44,

Malo

055VI115 Avicoli da

carne (polli) 25.000 2,7 67,5 Intensivo 2

2

Azienda agr.Alma s.n.c di Schiesaro Giorgio &

C.

Via Poletti 2,

Malo 055VI117 Avicoli da uova 53.000 2 106 Intensivo 2

3

Maule Paolo Via Vittorio

Veneto 133 055VI125

Avicoli da carne (Capponi)

9.000 4 36 Intensivo 1

4

Azienda agr. Marchioro Gianfranco

Via Martinè

34, Malo 055VI128 Avicoli da

carne (Quaglie) 40.000 0,23 9,2 Intensivo 1

5

Maule Paolo Via Losca 30,

Malo 055VI129 Avicoli da uova 15.000 2 30 Intensivo 2

6

Società Agricola Giulia (Balasso Valentino e

Marchesini Silvia)

Via Marchiori

20, Malo 055VI137 Avicoli da

carne (Quaglie) 120.000 0,25 30 Intensivo 2

7 Fancon Stefano Via Martinè

24, Malo 055VI138 Avicoli da

carne (Quaglie) 13.000 0,25 3,25 Intensivo 1

8 Pizzolato Adalberto Via Pisa 45,

Malo 055VI168 Avicoli da

carne (Polli) 15.000 3,4 51 Intensivo 2

9 Agricola del Borgo S.S. Via Busati 4,

Malo 055VI190 Avicoli da

carne (Quaglie) 50.000 0,25 12,5 Intensivo 1

10 Dall'Igna Gianluca Via Vergan

22, Malo 055VI064 Bovini da carne 800 700 560 Intensivo 3

11 Dalla Via Domenico Via Schio 59,

Malo 055VI083 Bovini da carne 130 530 68,9 Intensivo 1

(23)

22 12

Cracco Luigini e Romano S.S.

Via Pisa 22,

Malo 055VI009 Bovini da

riproduzione 180 500 90 Intensivo 1

13

Maule Paolo Via Livergon

13, Malo 055VI124

Avicoli da carne (Capponi)

12.000 4 30 Intensivo 2

14 Bag's beef s.r.l.

Via Chiocchette

23 055VI056

Bovini da carne 210 600 126 Intensivo 2

15

Dall'Igna Giovanni Antonio e Dall'Igna

Claudio

Via Vergan

32, Malo 055VI188

Bovini da carne 700 700 490 Intensivo 3

16

Cooperativa Agr- S.

Martino , in gestione a Maule Paolo

Via San

Benedetto 055VI144

Avicoli da uova 39.900 2 78,9 Intensivo 1

17 Sbalchieri Luigi Via Ceola 30 055VI159 Avicoli da uova

(Tacchini) 6.000 24,5 147 Intensivo 3

18 Cocco Giulio Via S. Maria

Celeste 055vi121 Avicoli da

carne (Polli) 12.800 2,2 28,2 Intensivo 1

(24)

Allevamento n: 1

Identificativo azienda Caratteristiche azienda

Cod. CREV: Superfici aziendali: Sup. Unità

superficie coltivata (affitto + proprietà)

21.000 m

2

superficie utile allo spandimento

superficie coperta stalle 4.000 m

2

Via:

prorpietario affittuario soccida

Documentazione fotografica

diretta con salariati altro

mais frumento soia prato vigneto altro (Oliveto) nessuna

n.capi peso tot a fine ciclo (t)

25.000 67,5

Sistema di ventilazione:

FORZATA NATURALE

Stoccaggio deiezioni:

23

CONCIMAIA COPERTA

PI zoning

da residenze concentrate (centro abitato)

Distanza minime previste: m

200 100 200

055VI115

Denominazione azienda:

La Maladense Az. Agricola Via Vergan 42 bis e 44, Malo

da limiti di zto agricole

Colture:

X

otti izzazio e dell’isola e to ter i o e della ventilazione (anche artificiale) +

pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco

ventilazione naturale + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi

antispreco

Allevamenti zootecnici Art. 44 L.R. 11/2004

Titolo di proprietà:

da residenze sparse

Tipologia di animali presenti

Indirizzo produttivo

Classe dimensionale:

Tipologia: Intensivo

2

Tipologia di stabulazione e sistema di pulizia:

Tipo di conduzione:

X

X

X

AVICOLI DA CARNE (Polli)

(25)

Allevamento n: 2

Identificativo azienda Caratteristiche azienda

Cod. CREV: Superfici aziendali: Sup. Unità

superficie coltivata (affitto + proprietà)

superficie utile allo spandimento

superficie coperta stalle 5.000 m

2

Via:

prorpietario affittuario soccida

Documentazione fotografica

diretta con salariati altro

mais frumento soia prato vigneto altro (Oliveto) nessuna

n.capi peso tot a fine ciclo (t)

53.000 103

Sistema di ventilazione:

Stoccaggio deiezioni:

24

Allevamenti zootecnici Art. 44 L.R. 11/2004

Tipo di conduzione:

X

Azienda agricola Alma s.n.c di Schiesaro Giorgio & C.

Titolo di proprietà:

Distanza minime previste: m

055VI117

Denominazione azienda:

da residenze concentrate (centro abitato)

200

da limiti di zto agricole 200

da residenze sparse 100 X

Avicoli da uova

Classe dimensionale: 2 FORZATA

Tipologia: Intensivo NO

X

Indirizzo produttivo Tipologia di stabulazione e sistema di pulizia:

Tipologia di animali presenti

PI zoning

X

Colture:

Via Poletti 2, Malo

allevamento in batteria con pre-essiccazione della pollina su nastri (mediante insufflazione di aria con tubi forati o

ventilazione a mezzo ventagli)

allevamento a terra su lettiera con ventilazione forzata del ricovero

(26)

Allevamento n: 3

Identificativo azienda Caratteristiche azienda

Cod. CREV: Superfici aziendali: Sup. Unità

superficie coltivata (affitto + proprietà)

80.000 m

2

superficie utile allo spandimento

superficie coperta stalle 750 m

2

Via:

prorpietario affittuario soccida

Documentazione fotografica

diretta con salariati altro

mais frumento soia prato vigneto altro (Oliveto) nessuna

n.capi peso tot a fine ciclo (t)

9.000 36

Sistema di ventilazione:

Stoccaggio deiezioni:

25

Allevamenti zootecnici Art. 44 L.R. 11/2004

Tipo di conduzione:

X

PI zoning

Colture:

X

Indirizzo produttivo Tipologia di stabulazione e sistema di pulizia:

Tipologia di animali presenti

ventilazione naturale + pavimenti ricoperti da lettiera + abbeveratoi antispreco

Avicoli da carne (Capponi)

055VI125

Denominazione azienda:

Maule Paolo

Via Vittorio Veneto 133

Titolo di proprietà:

Distanza minime previste: m

da residenze concentrate (centro abitato)

250

da limiti di zto agricole 300 X

da residenze sparse 150

Classe dimensionale: 2 NATURALE

Tipologia: Intensivo NO

(27)

Allevamento n: 4

Identificativo azienda Caratteristiche azienda

Cod. CREV: Superfici aziendali: Sup. Unità

superficie coltivata (affitto + proprietà)

30.000 m

2

superficie utile allo spandimento

superficie coperta stalle 4.500 m

2

Via:

prorpietario affittuario soccida

Documentazione fotografica

diretta con salariati altro

mais frumento soia prato vigneto altro (Oliveto) nessuna

n.capi peso tot a fine ciclo (t)

40.000 9,2

Sistema di ventilazione:

Stoccaggio deiezioni:

26

Tipo di conduzione:

m

055VI128

Denominazione azienda:

da residenze concentrate (centro abitato)

200

PI zoning

X

Colture:

X

Classe dimensionale: 1 FORZATA

X

da limiti di zto agricole 200 X

da residenze sparse 100

Azienda agricola Marchioro Gianfranco

Via Martinè 34, Malo

Titolo di proprietà:

Distanza minime previste:

Tipologia: Intensivo VASCA CHIUSA

Indirizzo produttivo Tipologia di stabulazione e sistema di pulizia:

Tipologia di animali presenti ricoveri dove le strutture e la gestione non rispondono adeguatamenteall’esige za di

mantenere l’a ie te interno nelle giuste condizioni di umidità, temperatura e ventilazione e, quindi, di contenimento delle emissioni di gas e polveri, e di salvaguardare, al contempo, il benessere animale e le performance produttive

Avicoli da carne (Quaglie)

Allevamenti zootecnici

Art. 44 L.R. 11/2004

(28)

Allevamento n: 5

Identificativo azienda Caratteristiche azienda

Cod. CREV: Superfici aziendali: Sup. Unità

superficie coltivata (affitto + proprietà)

250.000 m

2

superficie utile allo spandimento

superficie coperta stalle 2.000 m

2

Via:

prorpietario affittuario soccida

Documentazione fotografica

diretta con salariati altro

mais frumento soia prato vigneto altro nessuna

n.capi peso tot a fine ciclo (t)

15.000 30

Sistema di ventilazione:

Stoccaggio deiezioni:

27

Allevamenti zootecnici Art. 44 L.R. 11/2004

Maule Paolo

Via Losca 30, Malo

Titolo di proprietà:

Distanza minime previste: m

055VI129

Denominazione azienda:

da residenze concentrate (centro abitato)

200

Tipo di conduzione:

X

da limiti di zto agricole 200

da residenze sparse 100 X

X

PI zoning

Colture:

X

Classe dimensionale: 2 FORZATA

Tipologia: Intensivo NO

Indirizzo produttivo Tipologia di stabulazione e sistema di pulizia:

Tipologia di animali presenti Avicoli da carne (Polli)

allevamento a terra su lettiera con ventilazione forzata del

ricovero

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