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PAT COMUNE DI M ALO

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Academic year: 2022

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PAT COMUNE DI M ALO

RAPPORTO AMBIENTALE – SINTESI NON TECNICA

INDICE

PREMESSA... 3

1.CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA... 4

2.OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ... 5

2.1 Indicatori di Agenda 21 ... 5

2.2 Criteri Fondi strutturali... 6

3.CONSULTAZIONE... 7

4.STATO DELLAMBIENTE... 9

4.1 Aria... 9

4.1.1 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori... 10

4.1.2 Qualità dell’aria del comune di Malo ... 11

4.2 Clima... 12

4.2.1 Precipitazioni ... 13

4.2.2 Temperatura ... 13

4.2.3 Anemologia... 13

4.2.4 Umidità relativa ... 13

4.3 Acqua... 13

4.3.1 Acque superficiali... 13

4.3.2 Acque sotterranee... 15

4.3.3 Rete acquedottistica... 16

4.3.4 Depuratori... 17

4.3.5 Sistema fognario... 17

4.4 Suolo e sottosuolo ... 18

4.4.1 Inquadramento geologico... 18

4.4.2 Aspetti Idrogeologici... 19

4.4.3 Uso del suolo ... 20

4.4.4 Rischio sismico ... 21

4.4.5 Attività estrattiva... 21

4.4.6 Discariche... 22

4.5 Biodiversità, flora e fauna... 22

4.5.1 La flora ... 24

4.5.2 La fauna... 24

4.5.3 Rete ecologica ... 24

4.6 Paesaggio ... 25

4.6.1 Le colture in atto ed il paesaggio agrario e forestale ... 25

4.6.2 La trama storica del territorio... 25

4.6.3 Colline, boschi e masiere ... 26

4.7 Patrimonio culturale, architettonico e archeologico... 26

4.7.1 Presenze rilevanti sul territorio ... 27

4.7.2 Siti archeologici... 28

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4.8 Salute umana / Inquinanti fisici... 29

4.8.1 Radiazioni ionizzanti ... 29

4.8.1.1 Gas Radon ... 29

4.8.2 Radiazioni non ionizzanti... 31

4.8.2.1 Elettrodotti ... 31

4.8.2.2 Impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile ... 32

4.8.3 Rumore... 33

4.8.4 Inquinamento luminoso ... 34

4.8.5 Allevamenti zootecnici... 35

4.9 Economia e società... 36

4.9.1 Popolazione e caratteristiche demografiche e anagrafiche ... 36

4.9.2 Salute e sanità ... 38

4.9.3 Sistema socio – economico e occupazionale... 39

4.9.3.1 Attività economiche... 39

4.9.4 Sistema insediativo ... 40

4.9.5 Sistema infrastrutturale ... 42

4.9.5.1 La rete ciclabile ... 42

4.9.6 Servizi... 42

4.9.7 Rifiuti ... 43

4.9.8 Energia ... 44

4.9.9 Turismo... 45

4.10 Pianificazione e vincoli ... 46

4.10.1 Pianificazione... 46

4.10.1.1 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto46 4.10.1.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza ... 46

4.10.2 Vincoli... 47

5.EFFETTI AMBIENTALI... 49

5.1 Gli ambiti di analisi della VAS... 49

5.2 Gli scenari alternativi ... 50

5.2.1 Scenario A ... 53

5.2.2 Scenario B ... 53

5.2.3 Confronto tra le alternative ... 54

5.2.4 Alternativa a variazione definita: lo Scenario C ... 55

5.3 Gli effetti del Piano ... 57

5.4 Le aree di criticità delle componenti ambientali ... 57

5.4.1 Schede degli effetti per componente ambientale... 57

5.4.2 Gli effetti globali ... 66

6.MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI... 67

6.1 Le misure di mitigazione... 67

6.1.1 Impronta Ambientale per lo scenario mitigato ... 69

6.2 Le misure di compensazione... 70

6.2.1 L’individuazione delle azioni compensative secondo le opportunità territoriali 71 6.2.2 Impronta Ambientale dello Scenario Compensato ... 71

7.MONITORAGGIO... 73

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PREMESSA

Intendere l’ambiente come interesse generale porta ad integrare la sostenibilità in ciascun processo relativo alle dinamiche umane e territoriali. Fare questo in piani e programmi significa riuscire a fornire indicazioni concrete ed attuabili che si concretizzino per vie possibili e prassi che si inneschino virtuosamente nella complessità dei processi in atto. Passare all’attuazione consiste quindi nell’iniziare un percorso reale concreto che consente di programmare la sostenibilità.

L’intera metodologia di stima degli effetti significativi sull’ambiente è strutturata in osservanza dell’Allegato I (art. 5, paragrafo 1) e dell’Allegato II (art. 3, paragrafo 5) della Diretta Comunitaria 42/01 ma si integra con gli ultimi sviluppi dei modelli e delle tecniche elaborate negli ultimi anni nel campo della Valutazione Ambientale. Principale innovazione nella metodologia per la valutazione degli effetti del piano\programma è l’Impronta Ambientale, metodo di misura della sostenibilità basato sull’Impronta Ecologica.

L’Impronta Ecologica classica ragiona in termini procapite, cioè di individui, e le soluzioni\interventi che vengono proposti sono incentrati sul comportamento responsabile dell’individuo che viene esortato a consumare meno e meglio. L’Impronta Ambientale invece prende le mosse dall’impronta ecologica e la sviluppa in modo molto articolato. Sfrutta il metodo di misura unitario (ettaro di terreno) ma esprime l’impronta (cioè il consumo di risorse) non procapite, ma per ogni componente ambientale, assumendo che ogni componente ambientale sia caratterizzata da alcune attività specifiche che consumano risorse le quali appunto sono esprimibili in ettari di terreno . In questo modo è possibile conoscere e valutare l’impronta attuale delle attività che agiscono sull’ambiente e che sono oggetto delle “regole” della pianificazione.

Inoltre la metodologia dell’impronta ambientale può valutare l’impronta oggi e quella futura anche di scenari alternativi con una buona conoscenza del contributo che può dare ogni strategia (azione che coinvolge più attività = effetti cumulativi) al consumo delle risorse. A questo punto l’obiettivo dell’Impronta Ambientale non è quello di confrontarsi con una situazione ideale ma di attuare una politica di sostenibilità contenendo le attività che consumano più risorse, mitigandone e compensandone gli effetti. Inoltre i possibili effetti significativi sull’ambiente sono statati analizzati in ogni Ambito Territoriale Omogeneo, in cui il territorio comunale è stato diviso consentendo oltre alla quantificazione, la localizzazione degli effetti sul territorio considerato.

In questo modo la sostenibilità è programmabile nel senso che può diventare funzione della PA rivolta agli stessi oggetti della pianificazione territoriale: cioè le attività e non gli individui. Ma la sostenibilità, per questa via, è anche monitorabile nel tempo, come appunto la Direttiva prevede, e permette di attuare politiche correttive .

Da queste considerazioni, infatti, deriva la specificità dell’impronta ambientale per la valutazione della sostenibilità di Piani e Programmi, arrivando alle varie elaborazioni che consentono alla valutazione ambientale di interagire a pieno titolo e a vari livelli con la pianificazione e di intendere l’ambiente come insieme di sistemi.

Gli elementi specifici forniti dalla valutazione ambientale che consentono tali passaggi sono:

ƒ la stima degli effetti ambientali valutati per azione specifica e poi raggruppate nei sistemi elaborati fin dal DP;

ƒ il confronto tra scenari alternativi di Piano;

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ƒ l’individuazione delle aree di criticità per ciascuna componente ambientale

ƒ la localizzazione degli effetti globali che consente la localizzazione delle aree di maggiore stress territoriale

ƒ la valutazione socio-economica del Piano tramite la considerazione delle esternalità positive

Questi passaggi aprono poi alla strutturazione coerente di mitigazioni, compensazioni e monitoraggio i cui risultati che, come si vedrà, entrano nelle Norme del Piano, valorizzano ulteriormente l’intera impostazione metodologica.

1. CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA

Il territorio di Malo si colloca geograficamente nell’Alto Vicentino, nella zona pedecollinare e pedemontana della Val Leogra. Si sviluppa verso Ovest, contenuto dalla dorsale collinare che separa la stessa Valle da quella dell’Agno-Chiampo, e scendendo in direzione Est verso l’alta pianura vicentina.

Figura 1-1 Contestualizzazione geografica del comune di Malo

Il comune di Malo si estende su una superficie di circa 30 km2 a ovest del centro urbano di Vicenza e confina a nord con il Comune di San Vito di Leguzzano e Marano Vicentino, a sud con Cornedo Vicentino, Castelgomberto e Isola Vicentina, a est con il comune di Thiene e Villaverla e a ovest con Monte di Malo.

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2. OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ

La definizione di sviluppo sostenibile, che “garantisce i bisogni del presente senza compromettere le possibilità delle generazioni future di fare altrettanto”, è una conquista del pensiero umano di fine millennio che mira alla qualità della vita, alla pace e ad una prosperità crescente e giusta in un ambiente pulito.

La Valutazione Ambientale Strategica è uno strumento messo a punto dalla Commissione europea per la valutazione ecologica dei piani e dei programmi, è la verifica della rispondenza dei piani di sviluppo sostenibile, valutandone il complessivo impatto ambientale, ovvero la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente.

Le liste europee di sostenibilità sono quella di Agenda 21 e quella dei Fondi Strutturali. La prima è stata considerata per ricercare indicatori di carattere generale e presenta dei limiti d’uso per il PAT là dove segnala indicatori più adatti a forme di consultazione in generale e particolarmente dedicate alla individuazione dei processi partecipativi in quanto tali svincolati sia da processi di piano che da considerazioni prettamente ambientali. La seconda lista (Fondi Strutturali) si è mostrata più adatta all’applicazione alla VAS del PAT in quanto scaturisce proprio da un manuale predisposto appositamente per piani e progetti europei e si articola i 10 criteri di sostenibilità a loro volta specificati ognuno da una più dettagliata lista di obiettivi.

2.1 Indicatori di Agenda 21

La Commissione europea ha messo a punto, attraverso un gruppo di lavoro cui hanno partecipato esperti dei paesi membri con il contributo dell’Agenzia europea per l’ambiente, un set di indicatori concepito per monitorare l’orientamento alla sostenibilità delle città.

Si tratta di 5 indicatori obbligatori (n. 1-5) e 5 facoltativi (n. 6-10), cui è stata aggiunta di recente l’Impronta Ecologica. L’iniziativa si chiama “Towards a local sustainability profile – European common indicators” (Verso un profilo di sostenibilità locale, Indicatori comuni europei).

Nella scelta degli indicatori sono stati presi come riferimento i seguenti principi di sostenibilità:

ƒ Uguaglianza ed inclusione sociale (accesso a servizi di base adeguati ed economici per tutti);

ƒ Partecipazione/democrazia (partecipazione di tutti i settori della comunità locale ai processi decisionali);

ƒ Relazione fra la dimensione locale e quella globale (soddisfazione dei bisogni a livello locale, o comunque in maniera più sostenibile);

ƒ Economia locale (promozione dell’occupazione e dell’impresa secondo modalità che minaccino in misura minimale le risorse naturali e l’ambiente);

ƒ Protezione ambientale (approccio ecosistemico; minimizzazione dell’uso delle risorse naturali, del territorio, della produzione di rifiuti e di sostanze inquinanti; accrescimento della biodiversità);

ƒ Patrimonio culturale/qualità dell’ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali ed architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità di spazi ed edifici).

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Indicatore

Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale

Soddisfazione dei cittadini (in generale e con riferimento a specifiche caratteristiche del Comune di appartenenza)

Contributo locale al cambiamento climatico globale

Emissioni di CO2 equivalente (valori assoluti e variazioni nel tempo) Mobilità locale e trasporto passeggeri

N. spostamenti, tempo e modo di trasporto impiegato, distanze percorse Accessibilità delle aree verdi e dei servizi locali

Distanza dei cittadini rispetto ad aree verdi (parchi, giardini, spazi aperti, attrezzature, verde privato fruibile,…) e ai servizi di base (sanitari, trasporto, istruzione, alimentari,…)

Qualità dell’aria locale

Numero di superamenti dei valori limite. Esistenza e attuazione di piani di risanamento Spostamenti casa – scuola dei bambini

Modalità di trasporto utilizzate dai bambini per spostarsi fra casa e scuola e viceversa Gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali

Quota di organizzazioni pubbliche e private che abbiano adottato e facciano uso di procedure per una gestione ambientale e sociale

Inquinamento acustico

Porzione della popolazione esposta, nel lungo periodo, ad elevati livelli di rumore o livelli di rumore in aree definite; Esistenza e attuazione di Piani di Risanamento

Uso sostenibile del territorio

Superfici artificializzate; Terreni abbandonati o contaminati; Intensità d’uso; Nuovo sviluppo;

Ripristino territorio Prodotti sostenibili

Consumi locali di prodotti dotati di ecolabel, o certificati come biologici o energeticamente efficienti o provenienti da gestione forestale sostenibile o dal commercio equo e solidale; Offerta di tali prodotti sul mercato locale.

Figura 2-1 Sintesi dei 10 indicatori

2.2 Criteri Fondi strutturali

Poiché gli indicatori di Agenda 21 sono di carattere generale, si prendono in considerazione criteri che coniughino la sostenibilità nello specifico delle scelte inerenti al governo del territorio. Indagati per settori, rispondono meglio all’esigenza di dare un riferimento concreto alle azioni di piano.

La definizione del core set di indicatori ambientali rilevanti è stata condotta avendo come riferimento i seguenti ambiti di integrazione:

ƒ le tematiche ambientali, che comprendono sia le matrici ambientali, e le problematiche ambientali;

ƒ i settori di intervento.

La scelta delle tematiche e degli indicatori da adottare si è basata sulla analisi critica di diverse fonti primarie, aventi in comune la logica del modello DPSIR:

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ƒ le linee guida per la raccolta di dati del Dobris+3 (Agenzia Europea per l'Ambiente, 1996);

ƒ le linee guida per il Rapporto Ambientale EU 1998 (AEA, 1998);

ƒ il Rapporto intermedio relativo al progetto sugli indici di pressione ambientale (Eurostat, 1998).

I criteri che poi portano a sviluppare gli obiettivi di sostenibilità raggruppabili in grandi temi (Ambiente urbano, Industria, Turismo, Trasporti, Energia, Risorse idriche, Risorse culturali, etc.) sono:

1. Ridurre al minimo l’impiego delle risorse energetiche non rinnovabili 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei

rifiuti pericolosi/ inquinanti

4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi

5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali 7. Conservare e migliorare la qualità dell’ambiente locale

8. Protezione dell’atmosfera (riscaldamento del globo - cfr. glossario).

9. Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l’istruzione e la formazione in campo ambientale

10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile

3. CONSULTAZIONE

Con la LR n.11/04 sono stati formalmente introdotti i principi della concertazione e della partecipazione nell’ambito della legislazione urbanistica regionale, rendendo obbligatorio il confronto e la concertazione da parte di Comune con i soggetti pubblici e privati sulle scelte strategiche dell’assetto del territorio.

Il Comune ha cercato, attraverso un confronto democratico ed ampiamente condiviso, il Processo Condiviso, di accompagnare, nei diversi tempi e nelle differenti modalità, la redazione dell’intero Piano di Assetto del Territorio (PAT) e della Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

La base normativa a cui si è fatto riferimento per la strutturazione del processo di consultazione è la “CONVENZIONE SULL'ACCESSO ALLE INFORMAZIONI, LA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO AI PROCESSI DECISIONALI E L'ACCESSO ALLA GIUSTIZIA IN MATERIA AMBIENTALE”1, Aarhus, Danimarca, 25 giugno 1998.

Attraverso un processo strutturato, basato sulla programmazione e sull’utilizzo di metodologie e strumenti, la consultazione ha lo scopo di:

1 Il primo pilastro della convenzione, che fa riferimento all' accesso del pubblico alle informazioni, è stato recepito, a livello comunitario, nella direttiva 2003/4/CE relativa all'accesso del pubblico alle informazioni in materia ambientale. Il secondo pilastro, che riguarda la partecipazione del pubblico alle procedure ambientali, è stato recepito dalla direttiva 2003/35/CE. L'Italia, con la legge 108 del 16 marzo 2001, è stata uno dei primi paesi a ratificare la Convenzione di Aarhus, il secondo dell'Unione Europea dopo la Danimarca.

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ƒ informare per mettere a conoscenza dell’avvio, dei modi e dei tempi del nuovo Piano, per esplicitare gli obiettivi con i quali e come si vuole perseguire questi e per creare una rete di attori che parteciperanno al percorso condiviso;

ƒ conoscere per approfondire, attraverso l’interazione, la conoscenza del luogo e determinare i valori che potranno accrescere il valore del Piano.

Sulla base delle indicazioni deliberate dalla Giunta Regionale (n.3262 del 24.10.2006) e coerentemente con la Direttiva 2001/42/CE e con il Testo Unico dell’Ambiente D.Lgs 152/2006 modificato dal D.lgs. 4/2008, sono stati individuati gli enti interessati all’adozione del Piano di Assetto del territorio comunale o intercomunale, le Associazioni ambientaliste individuate secondo quanto stabilito della Legge 349/86 e successive modifiche ed integrazioni, nonché le associazioni di categoria eventualmente interessate all’adozione del Piano e/o Programma”.

I soggetti portatori di interesse individuati sono appartenenti a diverse categorie:

ORGANI ISTITUZIONALI, PROFESSIONISTI, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA , ENTI DI GESTIONE SERVIZI, CENTRO E FRAZIONI.

Il processo di consultazione è stato svolto preliminarmente alla redazione del Piano e del Rapporto Ambientale in modo da poterne assumere i risultati. Tale impostazione del lavoro ha garantito l’integrazione della consultazione nella VAS e nel processo di Piano.

Si riportano di seguito tutti gli incontri che hanno condotto alla redazione del Piano e della VAS, nei quali sono stati messi in evidenza i momenti fondanti il processo condiviso (concertazione e partecipazione).

DATA SOGGETTI COINVOLTI CONTENUTI

01 03.02.2009 Ore 18.00

Commissione Territorio Comune di Malo, ATeS srl

Presentazione del Documento Preliminare e della Relazione Ambientale del PAT del Comune di Malo

02 03.02.2009 Ore 19.30

Istituzioni, enti, associazioni e associazioni di categoria, popolazione, Amministrazione Comunale, ATeS srl

Presentazione del Documento Preliminare e della Relazione Ambientale del PAT del Comune di Malo

03 07.04.2009 Ore 16.00

Istituzioni, enti, associazioni e associazioni di categoria, Amministrazione Comunale, ATeS srl

Presentazione dell’analisi di rango e prima ipotesi di scenari.

04 01.09.2009 10.09.2009 15.09.2009 Ore 19.30

Istituzioni, enti, associazioni e associazioni di categoria, popolazione, Amministrazione Comunale, ATeS srl

Presentazione degli obiettivi e strategie del piano e individuazione dei criteri per la trasformabilità

I contributi, le osservazioni e le proposte pervenute, agli incontri e durante le assemblee pubbliche sono state riportate nei verbali allegati al PAT.

La fase di ascolto della cittadinanza attraverso i suoi attori e l’attivazione degli strumenti di informazione è avvenuta con la pubblicizzazione del processo di formazione del piano e la consegna di un modulo contributi per poter formulare i propri pareri scritti.

La pubblicizzazione degli incontri di consultazione è avvenuta anche attraverso il sito internet dell’amministrazione comunale (www.comune.malo.vi.it) che ha dedicato una

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pagina dove scaricare il documento preliminare, la relazione ambientale e il modulo per gli enti per esprimere i propri contributi al piano.

4. STATO DELL’AMBIENTE

Lo stato dell’ambiente si articola in singole matrici che si rifanno alle matrici del Quadro Conoscitivo regionale, e che esaminano il territorio tramite componenti ambientali così com’è al momento del rilevamento, come fosse una fotografia istantanea per lo stato di salute del territorio.

Per praticità e dettaglio di analisi esso viene suddiviso in: Aria, Clima, Acqua, Suolo e sottosuolo, Biodiversità, Paesaggio, Patrimonio culturale, architettonico e archeologico, Inquinanti fisici, Economia e società, Pianificazione e vincoli. Ognuna delle precedenti componenti ambientali può essere a sua volta suddivisa in ulteriori fattori ambientali necessari all’analisi. Per la descrizione dello stato dell’ambiente ci si appoggia alle informazioni contenute nel Quadro Conoscitivo Regionale e ci si avvale degli studi specialistici redatti per il Comune e che possono assumere particolare significato per la comprensione delle problematiche legate alla sostenibilità del territorio.

4.1 Aria

Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ha suddiviso il territorio regionale in zone A, B, C, secondo un ordine decrescente di criticità legata alla qualità dell’aria. Il comune di Malo è stato classificato nella fascia “A1 provincia”. Per tale fascia il piano prevedere l’obbligo di predisporre Piani d’Azione con azioni per contrastare i fenomeni di inquinamento.

Figura 4-1. Nuova zonizzazione amministrativa della provincia di Vicenza – anno 2006. (fonte:

Rapporto Ambientale della VAS del PTCP di Vicenza)

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4.1.1 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori

Il DM n.261/2002, emanato in attuazione al D.Lgs n.351/99, indica nelle linee guida APAT il riferimento per la realizzazione della stima delle emissioni in atmosfera generate in un ambito spazio temporale definito. Questa stima ha condotto alla realizzazione di un inventario delle emissioni, predisposto secondo la metodologia CORINAIR proposta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nel quale le sorgenti di emissione sono state classificare secondo tre livelli gerarchici: la classe più generale prevede 11 macrosettori:

1. Combustione: Energia e Industria di Trasformazione;

2. Impianti di combustione non industriale;

3. Combustione nell’industria manifatturiera;

4. Processi produttivi (combustione senza contatto);

5. Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica;

6. Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi;

7. Trasporto su strada;

8. Altre sorgenti e macchinari mobili (offroad);

9. Trattamento e smaltimento rifiuti;

10. Agricoltura;

11. Altre emissioni ed assorbimenti

La metodologia prefigura due possibili approcci alla stima delle emissioni in atmosfera: topdown e bottomup. Secondo queste due diverse procedure si realizza un flusso di informazioni che nel caso del topdown (“dall’alto verso il basso”) parte dalla scala spaziale più ampia (es. nazionale) e discende a livelli inferiori (regioni/province/comuni), utilizzando specifiche variabili di disaggregazione, mentre nel caso del bottomup (“dal basso verso l’alto”) ascende direttamente dalla realtà produttiva locale a livelli di aggregazione maggiori.

APAT provvede periodicamente alla compilazione ed aggiornamento dell’inventario nazionale delle emissioni secondo la metodologia CORINAIR, e recentemente, in collaborazione con il CTNACE (Centro Tematico Nazionale – Atmosfera Clima Emissioni) ha prodotto la disaggregazione a livello provinciale delle stime di emissione nazionali relative agli anni 1990, 1995, 2000, secondo l’approccio TopDown.

Un approccio topdown, analogo a quello descritto sopra e finalizzato alla disaggregazione spaziale delle emissioni, è stato seguito dall’Osservatorio Regionale Aria per dettagliare a livello comunale le stime APAT provinciali relative all’anno 2000.

La stima a livello comunale mette a disposizione un quadro completo sulle principali tipologie di fonti emissive (i macrosettori), per un ampio numero di inquinanti. Questa base informativa (Stima delle emissioni in atmosfera nel territorio regionale veneto – banca dati di indicatori del quadro conoscitivo LR n.11/04) può risultare essenziale nell’interpretazione delle dinamiche di produzione dell’inquinamento e di impatto sull’ambiente.

L’analisi dei dati aggregati per macrosettori, permette di identificare a livello comunale le principali problematiche rilevate alla componente aria che possono essere attribuite a:

- l’inquinamento urbano di cui sono responsabili il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici e gli impianti industriali ed energetici. Le città infatti sono i luoghi dove maggiormente si concentrano le fonti di squilibrio per l’ambiente con conseguenze dirette anche sulla salute dei cittadini.

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Sulla base dei dati riportati nella tabella successiva si evidenzia gli impianti di riscaldamento civile (macro settore 2) contribuiscono alla formazione di un elevato tasso di CO, CO2, e di NOx.

Il traffico veicolare rappresentato dal macrosettore 7 incide nel comune di Malo nella produzione di Piombo, Ossidi di Azoto, PM10, CO e CO2 e composti organici volatili, tutti inquinanti che derivano dalla prima fase della combustione.

- settore produttivo le emissioni generate da fonti produttive (macrosettori 3 e 4), si nota come a Malo sia il comparto legato ai processi produttivi l’altra fonte di inquinamento rilevante nel territorio comunale. Macrosettore che evidenzia un elevato tasso di CO e di CO2 e PM10 un’elevata presenza, peraltro non riscontrabile negli altri macrosettori, di Selenio, Piombo, Zinco, e SOx.

4.1.2 Qualità dell’aria del comune di Malo

I dati riportati per marco settore per il comune di Malo sono confermati anche da una campagna di monitoraggio realizzata mediante una stazione rilocabile eseguita nel 2007 nel comune di Malo in Via Vittorio Veneto (Figura 4-2).

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Figura 4-2. Posizione stazione rilocabile nel sito di MALO (Monitoraggio della qualità dell’aria mediante stazione rilocabile in comune di Malo. ARPAV – Dipartimento Provinciale di Vicenza.

2007)

Durante le campagne di monitoraggio, su 45 giorni complessivi di misure valide sono stati rilevati 15 giorni di superamento del valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana dalle polveri inalabili PM10, limite pari a 50 µg/m3 dal 2006; si tratta di un limite da non superare più di 35 volte nell’arco dell’anno civile, corrispondenti a circa il 10

% dei giorni totali o, detto in altri termini, il 90° percentile dei valori giornalieri di un intero anno dovrebbe essere inferiore a 50 µg/m3. La media complessiva delle concentrazioni giornaliere di PM10 associata al sito di Malo (43 µg/m3) è risultata superiore a quella relativa alla stazione di SCHIO (29 µg/m3) ed inferiore a quelle di VICENZA Via Tommaseo e Via Spalato (rispettivamente 47 e 51 µg/m3).

Relativamente agli altri inquinanti monitorati (monossido di carbonio, anidride solforosa, biossido di azoto, ozono,metano ed idrocarburi non metanici, PM10, benzene, toluene, etilbenzene, oxilene, mxilene, pxilene), fatta eccezione per l’Ozono, non sono stati rilevati superamenti dei valori limite fissati dalla normativa vigente, e relativi al breve periodo. Per quanto riguarda l’Ozono c’è stato un unico superamento da parte della massima media mobile giornaliera della “soglia di protezione della salute”, pari a 120 µg/m3, precisamente il 16 settembre 2007 con un valore di 128 µg/m3. Nessun superamento invece del “livello d’informazione” pari a 180 µg/m3.

4.2 Clima

La definizione delle caratteristiche meteo-climatiche del territorio di Malo deriva dalla rielaborazione dei dati rilevati nella stazione di Malo e dai confronti tra le serie relative al periodo 1961-1990 (rilevate dall’Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque di Venezia e dall’Aeronautica Militare) con i valori rilevati nel periodo 1992-2001 dalle stazioni automatiche di telemisura gestite dal Centro Meteorologico di Teolo (ARPAV).

Il clima di Vicenza, pur rientrando nella tipologia mediterranea, presenta proprie peculiarità, dovute principalmente al fatto di trovarsi in una posizione climatologicamente di transizione, sottoposta per questo a varie influenze: l’azione mitigatrice delle acque mediterranee, l’effetto orografico della catena alpina e la continentalità dell’area centroeuropea.

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4.2.1 Precipitazioni

La precipitazione media annua, nel periodo 1992-2005, presenta a livello provinciale un andamento crescente da Sud a Nord, con valori che variano da poco meno di 850 mm, riscontrabili nell’estremo lembo sud occidentale della provincia, fino ad oltre 2000 mm nelle zone nord. Secondo tale distribuzione, il territorio comunale di Malo risulta caratterizzato da valori di piovosità media annua compresi tra 900 mm, sulle zone più sud, e 1200 mm circa su quelle più nord occidentali. Secondo i dati forniti dal quadro conoscitivo l’anno più piovoso risulta essere il 2002 e mediamente il mese più piovoso è stato il mese di novembre.

4.2.2 Temperatura

La distribuzione sul territorio dei valori medi annuali delle temperature massime e minime, calcolate per il periodo di riferimento 1961-1990 e per il periodo 1992-2001 evidenzia, in linea generale, la diminuzione regolare della temperatura con l'aumentare della quota, seppure con qualche eccezione in cui si osservano scarti, tra località a parità di quota, dovuti a condizioni locali (aree della pedemontana, fondovalli, altopiani,ecc).

Per il Comune di Malo la media delle temperature massime calcolate per il trentennio 1961-1990 è compresa tra 16° e 18°, mentre per le minime si registrano tra i 6° e i 10°.

Secondo i dati specifici della centralina di Malo dall’anno 1996 all’anno 2007 la temperatura minima media corrisponde a 8° – 9° mentre le temperature massime si attestano tra i 17° e i 19°.

4.2.3 Anemologia

La distribuzione delle velocità media del vento su 10 minuti dal 2001 al 2007 secondo gli standard internazionali indica una prevalenza di calma di vento e vento debole, con il 50% dei dati al di sotto dei 6 km/h (corrispondente a ‘bava di vento’, secondo la scala internazionale di Beaufor). I venti prevalenti per il comune di Malo provengono dalla direzione nord – ovest.

4.2.4 Umidità relativa

Analizzando i dati relativi all’umidità relativa (media delle percentuali massime e delle minime) per il decennio 1996-2007 si rileva che c’è stato un picco massimo nel 2002 con una percentuale di umidità pari al 96% ed un picco minimo nel 2003 con una percentuale di umidità pari al 41%. Mediamente l’umidità relativa massima si attesta mediamente all’91% mentre la minima è pari al 50%.

4.3 Acqua

Il comune di Malo rientra all’interno del bacino del Leogra – Bacchiglione. Tale bacino è un sistema idrografico complesso che trae origine sia da torrenti e rii montani sia da rogge di risorgiva che hanno origine a Nord di Vicenza. Il comune di Malo appartiene al sottobacino Leogra – Timonchio.

4.3.1 Acque superficiali

Il sistema idrografico è molto importante per il territorio del comune di Malo, in quanto i torrenti Giara, Leogra-Timonchio e Leogretta hanno condizionato l’insediamento e l’attività degli uomini, e le cui esondazioni hanno modificato nel tempo intere parti del paesaggio. Anche gli scoli Vedesai e Trozo Marano, i cui tracciati, in direzione nord-sud, sembrano riconducibili all’antica centuriazione romana che organizza il territorio.

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Figura 4-3. Corsi d’acqua principali del Comune di Malo (fonte: Quadro Conoscitivo Regione Veneto)

Il regime dei corsi d’acqua del comune di Malo è molto variabile, con rapide transizioni dallo stato di magra a quello di piena. Nei periodi siccitosi il letto dei corsi d’acqua risulta completamente asciutto, a causa sia delle dispersioni negli acquiferi alluvionali che delle numerose utilizzazioni civili e industriali. L’intensa e diffusa escavazione di questi ultimi anni ha intaccato il sistema di drenaggio secondario, modificando i livelli naturali di scolo, deviando e/o ostruendo i fossi di raccordo e collegamento.

Lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) è determinato rapportando i dati riguardanti lo Stato Ecologico (SECA) con i dati relativi alla presenza di sostanze pericolose. Lo Stato Ecologico viene a sua volta definito valutando il Livello d’Inquinamento dato dai Macrodescrittori (LIM) (azoto ammoniacale, azoto nitrico, percentuale di saturazione dell’ossigeno, fosforo totale, BOD5, COD, Escherichia coli) e l’Indice Biotico Esteso (IBE). Le classi di stato ecologico sono cinque, dalla 1 (la migliore) alla 5 (la peggiore). Gli stati di qualità ambientale previsti per i corsi d’acqua sono:

Elevato, Buono, Sufficiente, Scadente e Pessimo.

La rete di monitoraggio regionale della qualità delle acque superficiali ha una stazione di campionamento all’interno del territorio comunale di Malo, identificata con il numero 439, ed attiva dal 01/01/2000.

TORRENTE PROA

TORRENTE OROLO GIARA

TORRENTE LEOGRETTA TORRENTE TIMONCHIO

TORRENTE ROSTONE TORRENTE

VEDESAI

SCOLO TROZZO MARAN

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Figura 4-4. Stato ambientale del torrente Timonchio. (Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

Per definire lo stato di salute biologica dei corsi d’acqua del comune di Malo sono stati utilizzati i dati del “Mappaggio della qualità biologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di Vicenza” presenti all’interno della VAS del PTCP di Vicenza. La qualità biologica è stata rilevata con il metodo IBE che si basa sulla presenza, o sull’assenza, di varie categorie di organismi bentonici.

Figura 4-5. Estratto della carta della qualità biologica delle acque superficiali. (fonte: Mappaggio della qualità biologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di Vicenza)

Per quanto riguarda la qualità biologica dei corsi d’acqua della Provincia di Vicenza è stato rilevato l’Indice Biologico di Qualità del torrente Giara Orolo che ha rilevato nel tratto del comune di Malo un ambiente non inquinato.

In linea generale si può notare che nel territorio comunale, alla generazione di azoto contribuisce principalmente l’attività agrozootecnica e industriale, mentre il fosforo è prodotto quasi esclusivamente dall’attività agrozootecnica.

4.3.2 Acque sotterranee

Lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee che emerge dal campionamento del pozzo della rete regionale appartenente al territorio comunale di Malo è da considerarsi nel complesso buono in quanto appartiene alla classe 1, cioè con “Impatto antropico nullo o trascurabile e presenza di pregiate caratteristiche idrochimiche”.

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Comune Cod

Stazione Profondità

(m) Acquifero anno Cloruri (mg/l)

Conducibilità elettrica specifica a

20 °C (µS/cm)

Ione ammonio

(NH4) (mg/l)

Nitrati (NO3) (mg/l)

Solfati (SO4) (mg/l)

Ferro (Fe) (µg/l)

MALO 460 freatico 2005 3,0 310,0 <0,03 7,0 10,0 <2

Figura 4-6. Stato chimico delle acque sotterranee nel pozzo di Arzignano appartenente alla rete di monitoraggio regionale (Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

Nella tabella sopra riportata, i valori di conducibilità elettrica, dei solfati, dei cloruri, dei nitrati, dello ione ammonio e del ferro hanno consentito l’individuazione della classe di appartenenza relativa allo stato chimico ossia la classe I; anche tutti gli altri valori monitorati sono al di sotto dei valori soglia per la classe 1 prevista dal D.Lgs. 152/99.

4.3.3 Rete acquedottistica

L’approvvigionamento idropotabile del Comune di Malo viene effettuato utilizzando i seguenti schemi acquedottistici locali: rete che fa capo ai pozzi Molinetta 1, 2 e 3, rete che fa capo al pozzo Colleoni.

L’approvvigionamento idrico avviene anche attraverso lo schema acquedottistico intercomunale principale della Valle dell’Astico che fa capo: ai pozzi siti nel Comune di Arsiero.

La rete di adduzione intercomunale si estende per 2 km circa di condotte realizzate prevalentemente in ghisa (100%).

I serbatoi che insistono sul territorio sono:

ƒ Serbatoio interrato di Castello con capacità di 1.200 m3;

ƒ Serbatoio interrato di Monteccio con capacità di 300 m3;

ƒ Serbatoio interrato di Marchiori con capacità di 32 m3.

La capacità complessiva disponibile con funzione di compenso e di riserva è quindi pari a 1.532 m3.

La rete comunale, con uno sviluppo complessivo di circa 23 km di adduzione e di circa 62 km di distribuzione, è stata realizzata principalmente utilizzando condotte in acciaio (68%) e Pead (32%). La rete è servita da numero 6 impianti di sollevamento.

Attualmente la portata media erogata all’utenza è di 35,4 l/s: le perdite della rete sono stimate in circa il 34% della portata immessa in rete (dato medio per lo schema acquedottistico di Malo).

La percentuale della popolazione allacciata alla rete di acquedotto è pari al 100%.

L’utenza è così suddivisa: 4669 utenze domestiche, 72 utenze zootecniche - rurali, 676 utenze per usi diversi per un totale di 5417 utenze.

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Figura 4-7 Rete acquedottistica 4.3.4 Depuratori

Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque prevedeva che l’Ambito VI2 “Leogra”

fosse servito da due soli impianti di depurazione consortili di potenzialità superiore a 5.000 a.e.:

- Impianto di Schio (potenzialità prevista 109.000 a.e.) al quale era previsto di collettare, oltre ai reflui di Schio, anche gli scarichi civili e industriali di Santorso, Valli del Pasubio e Torrebelvicino. Allo stato attuale l’impianto di Schio ha una potenzialità di 69.000 a.e. e riceve i reflui dei 4 comuni previsti dal PRRA;

- Impianto di Isola Vicentina, previsto per una potenzialità totale di 37.000 a.e., a servizio anche degli scarichi civili e industriali di Malo, Monte di Malo e San Vito di Leguzzano. Come previsto dal PRRA l’impianto, che attualmente ha una potenzialità di circa 40.300 a.e., serve le reti fognarie dei 4 Comuni con l’esclusione di una parte del territorio di Monte di Malo che è tuttora servita da vasche Imhoff per una potenzialità totale di 370 a.e.

La rete fognaria è servita sia dall’impianto di depurazione consortile di Isola Vicentina localizzato in Via Vicenza nella località Castelnovo avente potenzialità pari a 40.288 a.e.

con recapito finale dei reflui trattati nel torrente Orolo sia dall’impianto di depurazione consortile di Thiene localizzato in Via Santo nella frazione omonima avente potenzialità pari a 132.000 a.e. con recapito finale dei reflui trattati nella Roggia Verlata.

4.3.5 Sistema fognario

La fognatura comunale è parte sia dello schema intercomunale del Leogra che fa capo all’impianto di depurazione di Isola Vicentina, sia dello schema intercomunale della Valle dell’Astico che fa capo all’impianto di depurazione di Thiene.

Linea distribuzione Linea adduttrice Rete consortile

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La rete di raccolta è di tipo misto, si sviluppa per complessivi 60,9 km circa tra collettori principali e rete secondaria. La rete è stata realizzata utilizzando principalmente condotte in cemento (65%) ed è servita da numero un impianto di sollevamento.

La percentuale della popolazione allacciata alla rete di fognatura è pari al 80%.

Figura 4-8. Rete fognaria del comune di Malo (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Vicenza 2000)

Dalle analisi svolte la qualità delle acque superficiali del comune di Malo, in particolare per il torrente Timonchio risulta essere scarsa. Inoltre potranno pensare ad interventi più specifici quali applicazione nei sistemi di trattamento individuali dei

“trattamenti appropriati” ed in particolar modo per le acque reflue domestiche recapitate direttamente in acque superficiali promuovere l’utilizzo di vasca Imhoff seguita da dispersione sul terreno (eventualmente piantumato) con drenaggio (e fondo impermeabilizzato se non è naturalmente permeabile) e scarico in corpo idrico superficiale. In caso di scarico in corpi idrici di buona o elevata qualità, è auspicabile anche l’inserimento di sistemi di fitodepurazione a valle di vasche Imhoff.

4.4 Suolo e sottosuolo

Nella sua accezione più ampia il suolo comprende tutto ciò che supporta, alimenta e orienta quello che viene definito ecosistema. Gli ecosistemi si formano e si evolvono a seconda delle condizioni che le risorse naturali offrono loro e, come è facilmente intuibile, queste sono fortemente influenzate nel nostro territorio dal forte impatto antropico.

La risorsa suolo, come tutte le risorse naturali, è finita e non è sempre in grado di adattarsi ai cambiamenti repentini dettati dai ritmi umani e tende a mantenere il proprio equilibrio omeostatico con lente modificazioni.

4.4.1 Inquadramento geologico

Il territorio di Malo è composto da una parte collinare e da una zona di pianura su cui si concentrano le principali attività antropiche. La pianura alluvionale è stata originata dagli apporti solidi dei torrenti Astico e Leogra-Timonchio in fasi di alta energia coincidenti con le espansioni glaciali. Dai ghiacciai vallivi le conoidi fluvioglaciali si sono

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espanse nella zona pedemontana strutturando un sottosuolo prevalentemente ghiaioso sabbioso fin quasi all’abitato di Malo.

A valle esso risulta più irregolarmente strutturato con alternanze di sedimenti fini limoso argillosi e ghiaioso sabbiosi. In prossimità delle risorgive prevalgono sedimenti fini limosi e argillosi.

La distribuzione orizzontale e l’alternanza verticale dei sedimenti sono da collegarsi all’evoluzione climatica all’interno di ogni epoca glaciale. Secondo il naturale processo di sedimentazione, la dimensione dei granuli del terreno decresce da monte a valle, tuttavia in ogni ciclo alluvionale, nella fase di diminuzione dell’energia di trasporto delle acque, le terre fini si sovrappongono parzialmente a quelle grosse.

In una visione sintetica si ha un primo complesso ghiaioso sabbioso indifferenziato nella parte alta della pianura, specie tra Zanè, Marano e Thiene. Già tuttavia a Molina Borgo Lampertico il materasso ghiaioso sabbioso presenta delle intercalazioni argillose e più a valle, tra Villaverla ed Isola Vicentina, sono individuabili due significativi orizzonti argillosi.

In corrispondenza della fascia delle risorgive si ha una netta riduzione del primo banco ghiaioso sabbioso, che risulta frazionato in sottili orizzonti da livelli argillosi. Si tratta comunque di un serbatoio unitario, di cui le risorgive costituiscono lo sfioratore, con un livello idraulico variabile in funzione dei molteplici fattori naturali o antropici che ne influenzano ricarica e svuotamento. Considerando le possibilità di accesso verso la falda delle acque meteoriche e delle dispersioni dei corsi d’acqua, l’infiltrazione diminuisce rapidamente da monte a valle.

4.4.2 Aspetti Idrogeologici

L’area in esame è ubicata in una zona caratterizzata da abbondanti precipitazioni, prevalentemente piovose. Dal punto di vista idrogeologico sono distinguibili, dal basso verso l’alto della serie stratigrafica, i seguenti complessi idrogeologici (insieme di termini litologici simili sia per le caratteristiche strutturali, sia per grado di permeabilità):

- complesso calcareo arenaceo, permeabile per fessurazione, costituito dai Calcari Nummulitici e dalla porzione più arenacea e conglomeratica della Marna di Priabona (verosimilmente la parte bassa della formazione);

- complesso marnoso, impermeabile, costituito dai livelli marnosi e marnosocalcarei della Marna di Priabona;

- complesso calcareo e calcareo marnoso, molto permeabile per fessurazione e carsismo, costituito dalla Calcarenite di Castelgomberto e dai livelli più carbonatici della Marna di Priabona (verosimilmente la parte alta della formazione);

- complesso eruttivo, impermeabile, costituito dalle rocce vulcaniche (brecce di esplosione, ialoclastiti, colate basaltiche, ecc.) che attraversano le formazioni più antiche.

Le elevate precipitazioni e le predisponesti condizioni idrogeologiche hanno reso possibile lo sviluppo di una complessa ed articolata circolazione idrica sotterranea ed un meno sviluppato reticolo idrografico superficiale, a causa dell’elevata piovosità delle formazioni superficiali.

Lo scolo delle acque meteoriche è realizzato settorialmente e non in modo soddisfacente. Va segnalata tuttavia una migliorata situazione idraulica rispetto agli anni

‘90, dovuta all’azione del Consorzio Argille nelle singole aree di cava ripristinate, e soprattutto ai lavori di bonifica eseguiti sui torrenti Leogretta e Trozzo Marano. Problemi

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idraulici rimangono ancora presenti nel territorio di Isola Vicentina e più settorialmente in quelli di Villaverla, Malo e Caldogno; essi possono essere affrontati e risolti a scala sovracomunale, risistemando e ampliando almeno uno degli assi principali del drenaggio (Leogretta o Trozzo Marano). Attualmente infatti, anche ove possibile lo scarico diretto delle acque meteoriche, i corsi d’acqua suddetti non sono sempre in grado di canalizzare le portate idriche.

4.4.3 Uso del suolo

Nell’insieme l’attività agricola a Malo ha subito, almeno in parte, la profonda crisi che ha interessato il settore a partire dagli anni ’60 e che ha comportato una riorganizzazione, spesso traumatica, di questa attività. Per tali ragioni il paesaggio agrario di Malo ha visto progressivamente ridursi l’attività agricola tradizionalmente praticata, fra le tante difficoltà dovute anche alla morfologia del luogo, con il conseguente spopolamento delle contrade e l’abbandono di parte delle campagne.

L’analisi del sistema rurale ed ambientale individua grandi ambiti omogenei, sulla base del grado di antropizzazione, del tipo di utilizzo del suolo e del rilievo degli elementi del paesaggio agrario e sono così definiti:

nella collina:

ƒ ambiti con prevalente presenza di aree boscate ed assenza di edificazione, anche con biotopi, ovvero ambiti omogenei di rilevante/eccezionale valenza paesistico-naturalistica, privi di edificazione e interventi antropici

ƒ paesaggio agrario storico collinare, in cui è stata rilevata la cospicua presenza di masiere non degradate e/o ancora utilizzate dall’uomo, associate spesso alla presenza di colture legnose di pregio (vite, olivo, fruttiferi ecc) con buona esposizione, situate in prossimità di contrade o lungo tratti di strada del sistema viario principale o secondario, dotate di grande “visibilità” e importanti anche dal punto di vista della tutela idrogeologica

nella pianura:

ƒ un ambito pedecollinare e vallivo, corrispondente al tratto di campagna relativamente integro e paesaggisticamente importante, che dal sistema fluviale Giara/Livergon arriva fino al piede della collina, oltre alla importante incisione valliva costituita da Vallugana; l’importanza di tale sistema sta anche nel fatto che la sua presenza si estende ben oltre il territorio di Malo: a nord verso Monte di Malo e oltre; a mezzogiorno al piede dei versanti in comune di Isola Vicentina e più giù verso Costabissara

ƒ una grande zona agricolo-produttiva, in cui si concentrano le principali attività del settore primario (aziende agricole vitali), vi è la maggior presenza di investimenti fondiari e la maglia poderale si presenta abbastanza integra, posizionato nella fascia Est del territorio agrario fino a includere buona parte di Molina

ƒ aree rurali di pianura, pur importanti dal punto di vista agricolo-produttivo, e con elementi di paesaggio agrario storico, costituiti dai residui delle centuriazioni romane: alta pianura a Nord-Ovest e verso Molina

ƒ una fascia di agricoltura “minore” con limitata importanza economico-produttiva e presenza piuttosto estesa di “frammentazione fondiaria”, posta in fascia

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periurbana, che include anche le aree agricole “inglobate, cioè su tre lati

“aggredite” dall’extra agricolo: essa è principalmente sviluppata ad est dell’attuale strada statale

ƒ in ambito collinare più concentrate e di limitata dimensione, più estese in pianura, vi sono le contrade e i borghi rurali

4.4.4 Rischio sismico

Il rischio sismico è riferito alla classificazione approvata dalla Giunta Regionale del Veneto che recepisce la classificazione introdotta con l’ordinanza n°3247 della Presidenza del Consiglio. Con l’adozione di questa classificazione il territorio provinciale di Vicenza, analogamente a quello di tutto il Veneto, viene considerato sismico e suddiviso in quattro zone, con livello decrescente da 1 a 4. Per quanto riguarda l’aspetto sismotettonico il comune di Malo ricade in area considerata a basso rischio sismico: è classificata in classe 3.

4.4.5 Attività estrattiva

La presenza di intensa attività estrattiva principalmente di argilla nei comuni di Isola Vicentina, Caldogno, Malo e Costabissara e lungo l’Astico, rappresenta da sempre una delle cause di degrado ambientale a maggiore impatto in quanto modificano la morfologia dei luoghi in modo spesso irreversibile. Anche nel comune di Malo l’attività è stata presente e lo è tuttora come dimostra l’estratto del PTCP 2006 per il territorio comunale.

Figura 4-9. Cave attive ed estinte nel territorio di Malo [fonte: PTCP]

Essendo l’argilla distribuita in modo irregolare, sia in superficie che in profondità, l’escavazione segue l’andamento del letto del giacimento, con una media intorno ai 4.0 m dal p.c. e punte massime sui 6.0 m 6.5 m.

Le operazioni di escavazione, eseguite in periodi asciutti, iniziano con l’asportazione del terreno vegetale (50 cm 60 cm di spessore), che viene accantonato lungo le fasce di

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rispetto e sulle parti già scavate, per essere utilizzato durante la fase finale di ricomposizione ambientale, al fine di restituire il luogo all’originario uso agricolo.

L’intensa e diffusa escavazione di questi ultimi anni ha intaccato il sistema di drenaggio secondario, modificando i livelli naturali di scolo, deviando e/o ostruendo i fossi di raccordo e collegamento.

4.4.6 Discariche

Nel territorio del comune di Malo è presente una discarica rifiuti speciali inerti non più utilizzata e per la quale è già stato gestito il post mortem. E’ localizzata nella parte nord ovest del comune, in una zona prevalentemente produttiva/artigianale.

Figura 4-10. Localizzazione della discarica non più utilizzata nel territorio comunale di Malo [fonte:

PTCP]

4.5 Biodiversità, flora e fauna

Le analisi disponibili consentono di mettere in evidenza nel territorio comunale i tipi di habitat e le unità ecosistemiche del territorio (Figura 4-11) e le categorie forestali presenti (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.) in particolare nell’area collinare che poco al di fuori del territorio comunale è catalogata come SIC IT3220039 Biotopo "Le Poscole" che si estende per 149 ettari nei comuni di Cornedo Vicentino, Monte di Malo e Castelgomberto.

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Figura 4-11 Tipi di habitat e unità ecosistemiche presenti nel territorio

A parte le aree urbanizzate (città-centri abitati) ed il sito industriale localizzato verso Molina connesso con Marano Vicentino, si evidenziano le cave presenti, come già visto, in particolare in ATO 4 e il territorio di pianura che viene classificato come colture di tipo estensivo e sistemi agricoli complessi. L’ATO 5 è quella che contiene la maggior varietà di habitat trovando collocazione a:

ƒ robineti;

ƒ castagneti;

ƒ foreste mediterranee ripariali a pioppo;

ƒ formazioni postcolturali a frassino maggiore e nocciolo;

ƒ carpiteti e quercecarpineti;

ƒ boscaglie di Ostrya carpinifolia;

ƒ prati concimati e pascolati.

Si nota infine la presenza di un corridoio ecologico primario della rete ecologica regionale lungo il torrente Timonchio (ATO 4) e della stepping stone “Fossi di Vallugana”, assimilata ad un nucleo di connessione, che dall’ATO 5 si espande anche fuori dal territorio maladense verso i comuni di Isola Vicentina.

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4.5.1 La flora

La vegetazione è costituita da molteplici entità botaniche ed è rappresentata a Malo, soprattutto nella zona collinare, da un’estrema varietà di generi e specie d’alberi, arbusti e piante erbacee: dalla flora tipicamente xerofila e mediterranea, fino a quella più propriamente termofila e planiziale.

In particolare si riscontrano:

ƒ diversi boschi nella zona collinare, secondo l’esposizione, delle cure colturali, della fertilità stazionale, dello spessore di suolo, dell’altitudine ecc.

ƒ le alberate, tipicamente presenti nelle fasce pedecollinari, anche con specie di particolare interesse (“le dudole” = Dyospiros lotus, “cugino” del Kaki) e la vegetazione ripariale (salici, platani, pioppi, ma soprattutto formazioni monospecifiche di Alnus glutinosa = Ontano nero)

ƒ esemplari arborei di castagno, di faggio, ecc.

Le specie arboree presenti nelle campagne della pianura di Malo sono poche: di quella che un tempo era una fitta rete di alberate e siepi, oggi troviamo tratti discontinui e frammentati. Tra le specie maggiormente presenti si notano: la robinia (Robinia pseudoacacia), l’acero campestre (Acer campestre), il pioppo nero (Populus nigra), il salice bianco (Salix alba), il noce (Juglans regia), il gelso (Morus nigra), oltre a piantate e pochissimi arboreti da legno.

Nella pianura i boschi sono assenti, ve ne è un’unica piccola macchia all’incrocio del confine comunale sud ed Torrente Timonchio, ma si tratta di un ceduo di robinia il cui sottobosco è povero di specie indicatrici. Dal patrimonio arboreo della pianura di Malo sono di fatto assenti specie importanti e caratteristiche della pianura padano veneta, quali querce, carpini, frassini.

4.5.2 La fauna

Durante le fasi di rilievo del sistema rurale ed ecologico-ambientale sono state viste:

lepri (numerose), fagiani, garzette (numerose), un airone cinerino, un gheppio, una poiana, un capriolo (in Vallugana). Tutti questi avvistamenti sono avvenuti su prati stabili o in prossimità dei ristagni in ex cave. La relativa abbondanza di fauna, malgrado la pressione venatoria (i capanni da caccia sono numerosi sia in pianura che in collina), potrebbe essere dovuta anche a ‘ricariche’ provenienti dal vicino e propizio ambito collinare, malgrado le cesure date dall’insediamento urbano di Malo e dalla viabilità.

4.5.3 Rete ecologica

Per Rete Ecologica si intende oggi un’infrastruttura naturale e ambientale che persegue il fine di interrelazionare e di connettere ambiti territoriali dotati di una maggiore presenza di naturalità. Si ritiene opportuno fare riferimento a quanto elaborato di recente dal PTCP che l’area vasta su cui è necessario si connetta il territorio del comune di Malo.

Si traggono dal PTCP alcune possibili attenzioni virtuose tramite cui il comune può contribuire:

ƒ la previsione di specifici interventi di deframmentazione attraverso opere di mitigazione e compensazione ambientale;

ƒ la previsione di realizzare neoecosistemi sia con finalità di miglioramento dell’inserimento paesaggistico di infrastrutture ed aree insediate;

ƒ la gestione e la conservazione dell’agricoltura in quanto soggetto di salvaguardia dei territori, anche favorendo le colture specializzate ed

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incentivando forme di agricoltura compatibile o con finalità “a perdere” in favore del mantenimento di particolari specie animali (anche di interesse venatorio);

ƒ la riqualificazione di aree degradate quali cave, discariche, aree industriali dismesse, etc. con finalità di valorizzare i siti naturalistici esistenti, S.I.C. (Siti d’Importanza Comunitaria) e Z.P.S. (Zone Speciali di Protezione);

ƒ recuperando e valorizzando i beni d’interesse storico-architettonico e ambientale, i percorsi ciclopedonali esistenti ed in progetto, nell’ambito di una valorizzazione turistica complessiva dell’area.

4.6 Paesaggio

Assieme agli interventi ed alle peculiarità di origine antropica, gli elementi di interesse ambientale definiscono il concetto di paesaggio naturale e di paesaggio agrario, inteso come "forma che l'uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemente e sistematicamente imprime al paesaggio naturale".

Gli elementi detrattori del paesaggio sono rappresentati da:

ƒ le aree destinate a scopi extra agricoli;

ƒ la presenza di strutture viarie (Strada statale n. 46 da sud e per Schio;

svincoli legati alle nuove intersezioni viarie ecc);

ƒ gli elettrodotti;

ƒ edificazioni ed attività diverse;

ƒ attività di cava in atto e dimesse.

4.6.1 Le colture in atto ed il paesaggio agrario e forestale

Non si può parlare di paesaggio agrario senza tenere conto delle colture che "abitano"

il territorio, cioè dei diversi usi del suolo e delle connotazioni morfologiche dello stesso.

Dai rilievi, dalle osservazioni di campagna e dai riscontri cartografici, quello di Malo risulta un paesaggio agrario tipico della fascia pedemontana della pianura veneta, con un’area pianeggiante coltivata eminentemente a seminativo, solcata da corsi d’acqua e con presenza di elementi vegetali lineari e storico-pasaggistici (residui delle centuriazioni); mentre l’area collinare, vede la presenza di boschi, pascoli, prati-pascoli, seminativo non particolarmente diffuso, vigneti e altre colture legnose di pregio, cospicua presenza di alberate e piantate. Gli elementi qualificatori del paesaggio sono l'insieme di quei fattori fisici, ambientali ed architettonici che hanno una positiva valenza ambientale, caratterizzanti il territorio. La maggior parte dei corsi d’acqua rappresentano barriere spaziali che separano “fette orizzontali” di territorio: in realtà la loro caratteristica di torrenti, ne permette per lunghi periodi l’attraversamento.

In collina prevalgono i prati, le colture arboree sia in coltura specializzata – magari con la paleria in legno quali vigneti, frutteti, oliveti ecc, sia sottoforma di piantate (la vite maritata all’oppio, all’orniello): elementi tipici del paesaggio agrario veneto. Nella pianura il panorama delle colture agrarie cambia, facendo spazio ai seminativi (“la steppa granaria”), riducendo la presenza del prato e delle colture arboree lineari.

4.6.2 La trama storica del territorio

Le centuriazioni romane sono ancora visibili su parte del territorio, sia nella porzione nord-orientale con il “cardo quintario” del Vedesai, con i decumani (“decumano della

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pontara”), sia sul territorio di Molina, con il “cardo maximo”, probabilmente rappresentato dal Trozzo Marano.

Si tratta di porzioni ampie del territorio, da tutelare e valorizzare per il loro valore storico e paesaggistico. In altri tratti la centuriazione si è perduta nell’epoca medioevale (la campagna “medioevale”) dando luogo a perdite nella percezione degli assi per far posto all’individuazione di piccoli appezzamenti non legati da un disegno complessivo.

Le aree verdi di interesse paesaggistico individuano:

ƒ l’insieme degli spazi verdi naturali del paesaggio perturbano;

ƒ la fascia agraria di raccordo e di cuscinetto tra questi e la campagna;

ƒ gli spazi verdi di particolare rilievo all’interno dell’edificato e quelli di accesso.

Si sono valutati gli elementi costitutivi quali i giardini e parchi storico monumentali; i grandi alberi; gli spazi verdi di pertinenza degli edifici pubblici; parchi-gioco e spazi di incontro/relazione; il verde di quartiere; i parcheggi alberati e le alberature stradali.

La viabilità rurale è ben mantenuta e copre tutto il territorio in modo omogeneo e completo. Non vi sono segnalazioni particolari se non per i percorsi arginali del Torrente Timonchio: con pochi interventi sulla vegetazione e adeguamenti minimi di sagomatura dell’argine potrebbero essere completati e diventare percorsi pedonali, magari anche equestri e ciclabili, godibili.

4.6.3 Colline, boschi e masiere

La collina di Malo è un piacevole susseguirsi di piccoli vigneti e seminativi, prati stabili e boschi cedui. Il manto forestale occupa i versanti ripidi di matrice calcarea. Sul Montecio, colle isolato rispetto al resto del corpo collinare di Malo, apparentemente le tipologie forestali si differenziano con le diverse esposizioni (a nord predomina la rovere, a ovest il carpino e la rovere, a est e in zona sommitale il castagno), ma ci troviamo comunque nell’ambito della stessa tipologia forestale, che prevede la partecipazione di tutte queste specie.

I boschi di “neoformazione”, in via di ampliamento sul territorio collinare, si originano dalla naturale evoluzione di suoli agrari di fascia collinare e pedemontana, in cui prevaleva la presenza di coltivazioni promiscue con filari di specie arboree alternate a coltivi prati pascoli. Spesso anzi, oltre a denotare un’incuria e un degrado ambientale, fornisce un’alterazione del quadro paesaggistico che si riflette, oltre che sull’aspetto di percezione visiva, anche su quello della stabilità dei suoli e della riduzione delle superfici utilizzabili.

Le masiere, sistemazioni dei versanti tramite terrazzamenti, sono diffuse e frequenti. Il loro grado di manutenzione nelle zone coltivate e perfino lungo i sentieri ancora in uso nei boschi (es. da Contrada Marchiori verso Tirondolo) è molto buono, soprattutto se paragonato ad altri ambiti collinari della provincia.

Comprensibilmente in abbandono sono i muri a secco nelle sole zone ormai definitivamente ricoperte dal manto forestale, dei quali si rinvengono tracce e tratti cadenti sostenuti eventualmente dagli apparati radicali degli alberi stessi.

4.7 Patrimonio culturale, architettonico e archeologico

Il patrimonio culturale artistico ed architettonico costituisce un elemento di grande importanza per il territorio perché custodisce, da un lato le testimonianze del passato che rappresentano l’evoluzione storica dei luoghi e i simboli consolidati di un paesaggio

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comunque in grande cambiamento, dall’altro le testimonianze più recenti meritevoli di attenzione.

La vita culturale di Malo, nelle diverse modalità in cui si esprime, e particolarmente ricca e attiva. Ciò e provato dalla presenza di una quarantina sia di associazioni culturali o sociali, che sportive e una decine di associazioni politiche ed istituzionali (partiti, comitati scolastici, scuole private, parrocchie).

Inoltre si contano importanti presenze come il museo comunale (Serica e Laterizia è sulle attività economiche tradizionali del territorio), due musei privati (Casabianca è per l’arte moderna, e Civiltà Rurale è per le tradizioni contadine), il Centro Servizi della Rete Museale Alto Vicentino e la Biblioteca Comunale.

Da rilevare anche la presenza di broli: aree aperte, pertinenti a palazzi storici, destinati, nel passato, a giardini, orti “arborato e vitato”. La distruzione del brolo all’interno di complessi storici è indice di scarsa conoscenza della storia locale perché connesso con la perdita di un paesaggio caro alla memoria, pregiato sotto l’aspetto ambientale ed importantissimo dal punto di vista storico ed artistico.

Nel territorio di Malo, oggi rimane poco delle fitte cortine di broli che caratterizzavano dalla metà del Cinquecento la fascia del territorio a ridosso dell’impianto urbanistico. Tali strutture erano si sono conservate intatte fino alla prima guerra mondiale ed alcune sono sopravvissute fino agli anni Sessanta costituendo una delle peculiarità urbanistiche di Malo.

4.7.1 Presenze rilevanti sul territorio

A Malo ci sono opere architettoniche, di scultura, di pittura ed espressioni delle altre arti, rappresentative di ciascun periodo dal Trecento ai nostri giorni: Chiesa di Santa Libera, Chiesa di San Bernardino (ora Sala Consigliare), Chiesa di San Francesco in via Mezzana, Chiesa di Santa Maria (Molina), Castello gotico di Giovanni Da Porto (Molina), Incompiuta Villa di Giuseppe Da Porto (Molina), Barco Ghellini (San Tomio), Corte dei Loschi e Villa Checcozzi Dalle Rive (San Tomio).

Malo è ricco di presenze storico-architettoniche rilevanti nel centro storico: le contrade, la residenza dei Morandi Bonacossi, la Casabianca, già ottocentesca fattoria del Montecio, Palazzo Galdioli Gualtiero, Palazzo Di Velo Cera, Palazzo Muzan ai Pini, tra i più antichi edifici la Vicarìa, ora Palazzo De Zen Grendene, Palazzo Corielli, sede del Museo della serica e della laterizia, Villa Castellani Fancon e Villa Zerbato Clementi.

L’Istituto Regionale Ville Venete ha individuato le seguenti edifici nel territorio del comune di Malo:

Denominazione Autore Vincolo

Villa Muzani, Castellani, Fancon Barrera Carlo (?) Barco di villa Ghellini, Ghellini Ferrante Lioy

Villa Manni, Marchesini

Villa Checcozzi, Vecchia, Reghellini, Dalle Rive, Carli

Frigimelica Girolamo (?)

Villa Poli, Clementi Sbalchiero

Villa Checcozzi, Biotto Grendene L.1089/1939

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Adiacenze di villa Da Porto, Colleoni, Di Thiene Palladio Andrea (?) L.364/1909 Villa Santac Scorsato

Chiesa di San Francesco L.1089/1939

Figura 4-12 Edifici individuati dall’IRVV

Per facilitarne la localizzazione sul territorio si riporta la georeferenziazione tramite una elaborazione del dato presente nel Quadro Conoscitivo regionale.

Figura 4-13 Localizzazione delle Ville Venete nel territorio di Malo [QC Regione Veneto]

La decadenza delle Ville, iniziata all'indomani della fine della Serenissima (1797) e via via accentuatasi col progressivo ridursi della rendita agraria, assunse dimensioni drammatiche che verso la metà di questo secolo, dopo le due guerre mondiali, durante le quali molti di questi complessi erano stati destinati a sale di comandi e di ospedali militari o peggio, usati per depositi militari. La politica di sostegno all'azione di restauro e conservazione è oggi attuata tramite accordi strategici che ne garantiscono la tutela e valorizzazione.

4.7.2 Siti archeologici

Dal PTCP si rilevano tre siti a rischio archeologico brevemente individuati dalle specifiche seguenti:

ƒ Vasto complesso abitativo rustico di epoca romana, forse una villa in località Visan – Villa Fabris;

ƒ Antico insediamento dell’età del bronzo e frequentazione perdurante nell’età del ferro in località San Tomio – Monte Sisila;

ƒ Rinvenimento di tombe legate ad insediamento rustico di età romana in località Molina di Malo.

E’ inoltre da sottolineare la presenza già accennata di centuriazioni romane ancora visibili su parte del territorio, sia nella porzione nordorientale con il “cardo quintario” del Vedesai, con i decumani (“decumano della pontara”), sia sul territorio di Molina, con il

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