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PAT COMUNE DI M ALO

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Academic year: 2022

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PAT COMUNE DI M ALO

R A P P O R T O A M B I E N T A L E - S T A T O D E L L ’ A M B I E N T E

INDICE

1.CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA... 4

2.ARIA... 6

2.1 Quadro di riferimento a livello provinciale... 6

2.2 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori... 10

2.3 Qualità dell’aria del comune di Malo ... 12

3.CLIMA... 14

3.1 Precipitazioni... 14

3.2 Temperatura ... 15

3.3 Anemologia... 16

3.4 Umidità relativa... 17

4.ACQUA... 18

4.1 Acque superficiali... 18

4.1.1 Stima dei carichi inquinanti potenziali ... 21

4.2 Acque sotterranee... 22

4.3 Rete acquedottistica... 22

4.4 Depuratori... 23

4.5 Sistema fognario ... 24

5.SUOLO E SOTTOSUOLO... 26

5.1 Inquadramento geologico ... 26

5.2 Caratteri stratigrafici ... 26

5.3 Aspetti Idrogeologici... 27

5.3.1 Circolazione idrica superficiale ... 27

5.3.2 Circolazione idrica sotterranea e sorgenti ... 28

5.3.3 Morfologia della falda... 28

5.4 Modalità di scolo delle acque meteoriche... 29

5.5 Uso del suolo... 29

5.6 Rischio sismico ... 30

5.7 Attività estrattiva ... 31

5.7.1 Consorzio Gestione Argille... 32

5.7.2 Escavazione ... 33

5.7.3 Attività estrattiva e rete idrografica... 34

5.8 Discariche... 34

6.BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA... 35

6.1 La flora... 37

6.2 La fauna ... 39

6.3 Aree a tutela speciale esterne al territorio comunale ... 39

6.3.1 Aspetti morfoterritoriali, idrologici e/o idraulici ... 40

6.3.2 Aspetto paesaggistico generale... 41

6.3.3 Vegetazione... 41

6.3.4 Aspetti faunistici... 41

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6.3.5 Minacce ed indicatori da considerare riguardo al biotopo... 42

6.4 Rete ecologica... 44

7.PAESAGGIO... 45

7.1 Le colture in atto ed il paesaggio agrario e forestale ... 45

7.2 Le colture agrarie ... 47

7.3 La trama storica del territorio ... 47

7.4 Colline, boschi e masiere... 48

8.PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO... 50

8.1 Breve escursus storico ... 50

8.1.1 Presenze rilevanti sul territorio ... 51

8.1.2 Il Montecio ... 52

8.2 Centro Storico ... 53

8.2.1 Presenze rilevanti nel centro storico... 53

8.2.2 Piano di Recupero del centro storico ... 54

8.2.3 I broli... 54

8.3 Ville Venete... 55

8.4 Siti archeologici... 60

9.SALUTE UMANA /INQUINANTI FISICI... 63

9.1 Radiazioni ionizzanti ... 63

9.1.1 Gas Radon ... 63

9.2 Radiazioni non ionizzanti... 67

9.2.1 Elettrodotti ... 68

9.2.2 Impianti radiotelevisivi e di telefonia mobile ... 69

9.3 Rumore ... 71

9.4 Inquinamento luminoso ... 74

9.5 Allevamenti zootecnici ... 75

10.ECONOMIA E SOCIETÀ... 80

10.1 Popolazione e caratteristiche demografiche e anagrafiche... 80

10.2 Istruzione... 83

10.3 Salute e sanità... 84

10.3.1 Città della Speranza... 84

10.4 Sistema socio – economico e occupazionale... 84

10.4.1 Attività economiche... 84

10.5 Sistema insediativo... 87

10.6 Sistema infrastrutturale ... 88

10.6.1 La rete ciclabile... 90

10.7 Servizi... 91

10.8 Rifiuti ... 93

10.8.1 Raccolta differenziata... 94

10.9 Energia ... 96

10.10 Turismo ... 98

11.PIANIFICAZIONE E VINCOLI... 99

11.1 Pianificazione... 99

11.1.1 Piano Territoriale Regionale di Coordinamento della Regione Veneto ... 99

11.1.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Vicenza ... 108

11.2 Vincoli... 113

12.SINTESI DELLE CRITICITÀ RILEVATE... 115

13.COERENZA ESTERNA ED INTERNA... 119

13.1 Coerenza esterna ... 119

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 3 13.2 Coerenza interna... 119 14.FONTI DEI DATI PER LO STATO DELLAMBIENTE... 122

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La descrizione dello stato dell’ambiente attuale viene articolata in accordo con le matrici previste dal Quadro Conoscitivo della Regione Veneto secondo componenti ambientali che esaminano il territorio così com’è al momento del rilevamento, come fosse una fotografia istantanea per lo stato di salute del territorio. Esse sono:

1. aria 2. clima 3. acqua

4. suolo e sottosuolo 5. biodiversità 6. paesaggio

7. patrimonio culturale, architettonico e archeologico 8. inquinanti fisici/salute umana

9. economia e società 10. pianificazione e vincoli

Si esaminano nel dettaglio le singole componenti dopo aver fornito un inquadramento geografico dell’area in esame.

1. CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA

Il territorio di Malo si colloca geograficamente nell’Alto Vicentino, nella zona pedecollinare e pedemontana della Val Leogra. Si sviluppa verso Ovest, contenuto dalla dorsale collinare che separa la stessa Valle da quella dell’Agno-Chiampo, e scendendo in direzione Est verso l’alta pianura vicentina.

Il comune di Malo si estende su una superficie di circa 30 km2 a ovest del centro urbano di Vicenza e confina a nord con il Comune di San Vito di Leguzzano e Marano Vicentino, a sud con Cornedo Vicentino, Castelgomberto e Isola Vicentina, a est con il comune di Thiene e Villaverla e a ovest con Monte di Malo.

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 5

Il territorio comunale è segnato dalla presenza di due itinerari importanti in ambito locale: la direttrice nord - sud (oggi coincidente con la SS 46 del Pasubio ma su percorso più antico) che pone in relazione Vicenza con Rovereto passando per Schio e Pian delle Fugazze; la direttrice est-ovest che congiunge, tramite Priabona, la valle dell’Agno con la vecchia pedemontana (Bassano, Marostica, Thiene).

Dal punto di vista ambientale sono riconoscibili una serie di elementi strutturali e morfologici individuabili principalmente in due paesaggi agricoli: quello pianeggiante e quello collinare. Dal punto di vista morfologico il territorio è interessato da due torrenti principali uno che corre a est del centro di Malo, il torrente Timonchio, e l’altro a ovest in parte lungo il confine comunale, il torrente Giara-Orolo. Sono presenti inoltre dei corsi d’acqua minori quali il torrente Rostone e lo scolo Trozzo Marano a est, il torrente Leogratta, il torrente Proa e il torrente Vedesai.

Il territorio urbano risulta fortemente permeato da spazi a verde attrezzato che si innervano su assi storici, ma anche su spazi periurbani (Montecio, Proa, antichi broli).

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2. ARIA

Il Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ha suddiviso il territorio regionale in zone A, B, C, secondo un ordine decrescente di criticità legata alla qualità dell’aria. Il Piano approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 57 dell’11 novembre 2004, è stato revisionato ed è stata predisposta una nuova classificazione del territorio del Vicentino. Tale previsione è stata approvata dal Tavolo Tecnico Zonale il 27.09.2006 e dal Comitato di Indirizzo e Sorveglianza il 28.09.2006. Tutti i comuni della provincia di Vicenza sono stati classificati e successivamente unificati in aree omogenee per pressione e stato di qualità dell’aria, affinché siano intraprese azioni comuni necessarie ai fini della gestione dell’aria. Il comune di Malo è stato riclassificato nella fascia “A1 provincia”. Per tale fascia il piano prevedere l’obbligo di predisporre Piani d’Azione con azioni per contrastare i fenomeni di inquinamento.

Figura 2-1. Nuova zonizzazione amministrativa della provincia di Vicenza – anno 2006. (fonte:

Rapporto Ambientale della VAS del PTCP di Vicenza)

2.1 Quadro di riferimento a livello provinciale

In particolare nell’analizzare componenti ambientali che dipendono da dinamiche sovralocali, è opportuno prendere in considerazione dati ed analisi dell’area vasta così da poter collocare le analisi locali del territorio di Malo nel background provinciale in particolare focalizzando l’attenzione sugli anni più recenti (20072008) e su una delle stazioni di rilevamento maggiormente vicine come quella di Schio. In seguito si prenderà in considerazione la specificità del territorio maladense.

In queste considerazioni, riprese dal monitoraggio della qualità dell’aria effettuato da ARPAV nelle stazioni della rete della provincia di Vicenza per gli anni 2008 – 2009, si sintetizzano soprattutto i confronti fra i valori statistici presentati ed i livelli di riferimento normativi fissati da: DPR 322 del 15/04/1971, DPR 203 del 24/05/1988, DM n. 60 del 2/04/2002 e D. Lgs. N. 183 del 21/05/2004. Ove possibile, inoltre, vengono evidenziati eventuali trend.

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 7

Per il Biossido d’Azoto (NO2) i limiti di riferimento normativi sono sostanzialmente tre: 200 µg/m3 come limite annuale del 98° percentile dei valori orari; 220 µg/m3 come valore orario da non superare più di 18 volte nell’arco di un anno; 44 µg/m3, valore limite della media annuale dei valori orari. La stazione di VICENZABorgo Scroffa, posizionata però in maniera difforme da quanto prescrive il citato DM n. 60 relativamente alla distanza dai bordi degli incroci, ha registrato una media annuale di 57 µg/m3, 45 µg/m3 la stazione di VICENZASan Felice. Nessun superamento invece, in tutte le stazioni della provincia, del limite orario del DM n. 60. Le medie annuali dei valori orari sono mediamente simili a quelle del 2007, se non leggermente inferiori, consolidando una tendenza evidenziata già da alcuni anni in provincia di Vicenza.

L’ allegato VIII del DM n. 60 del 02/04/2002 fissa, per gli Ossidi d’Azoto (NOx), un livello di riferimento ai fini della “protezione degli ecosistemi e della vegetazione” di 30 µg/m3. I siti utilizzabili ai fini del controllo per il rispetto di questo limite devono soddisfare certi criteri, definiti sempre dal citato allegato. Attualmente solo la stazione di ASIAGOCima Ekar può considerarsi idonea per questo. La media dei valori orari di NOx per questa stazione è stata 5 µg/m3 , la stessa del 2007.

Il Biossido di Zolfo (SO2) viene monitorato dalle stazioni di Schio, Thiene e Valdagno. Le medie annuali e del semestre invernale (1° ottobre – 31 marzo) sono ormai stabili da alcuni anni con valori ridotti a poche unità di µg/m3. Valori decisamente inferiori anche al limite più restrittivo di 20 µg/m3 specifico di punti di campionamento ubicati “a più di 20 km dagli agglomerati o a più di 5 km da aree edificate diverse dalle precedenti, o da impianti industriali o autostrade”, come stabilisce il DM n. 60 02/04/2002. Trattasi di un inquinante che oramai viene monitorato più per ragioni storiche e soprattutto normative che per interessi sanitari, soprattutto nelle aree urbane.

Anche le concentrazioni di Monossido di Carbonio (CO) sono decisamente inferiori al limite massimo previsto dall’attuale normativa, 10 mg/m3 come massima media mobile 8 ore. Si nota inoltre prevalentemente una leggera tendenza alla diminuzione. Viene monitorato oltre che a Vicenza città anche a Thiene e a Schio. Le tre stazioni di Vicenza, Borgo Scroffa, Ferrovieri e San Felice; hanno registrato una massima media mobile 8 ore rispettivamente di 3.4, 2.1 e 2.6 mg/m3, THIENE 2.2 mg/m3 ed infine SCHIO 1.7 mg/m3.

Il particolato fine o PM10 è stato misurato con campionatori sequenziali (campionamento automatico e successiva analisi gravimetrica in laboratorio) dalle stazioni di Vicenza–Via Tommaseo (Quartiere Italia), VicenzaVia Spalato (sede ARPAV), Schio e Bassano del Grappa. Nella stazione di VicenzaSan Felice è invece in funzione un analizzatore automatico in grado di fornire quotidianamente il valore di concentrazione. I due limiti normativi, previsti dal DM n.60 del 02/04/2002, sono 40 µg/m3 per la media annuale dei valori giornalieri e non più di 35 superamenti giornalieri della soglia di 50 µg/m3. Il primo limite, quello della media annuale, è stato rispettato sia a Bassano del Grappa che a Schio: i valori sono rispettivamente 29 e 32 µg/m3. I valori di Vicenza città sono invece 41 µg/m3 in Via Tommaseo (Quartiere Italia), 45 µg/m3 sia in Via Spalato che a San Felice. Superato, in tutti i siti di monitoraggio, l’altro limite normativo, soprattutto a Vicenza città. Il capoluogo ha registrato 102 giorni oltre il limite giornaliero a San Felice, 101 in Via Spalato e 94 in Via Tommaseo (Quartiere Italia). Più

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contenuti i superamenti a SCHIO e Bassano del Grappa, rispettivamente 47 e 40. Si tratta comunque di risultati migliori di quelli del 2007, che a sua volta era risultato migliore del 2006, una tendenza quindi alla diminuzione confermata anche a livello regionale in questi ultimi tre anni.

L’Ozono troposferico, inquinante di tipo secondario, ossia derivante prevalentemente da reazioni chimiche fra altre sostanze presenti in aria, favorite da radiazione solare intensa e da temperature elevate, è strettamente correlato alle caratteristiche della stagione estiva. L’estate 2008 è stata caratterizzata da una discreta alternanza fra periodi caldiafosi e freschipiovosi. Un dato statistico rappresentativo della tendenza centrale della distribuzione dei valori orari, relativi al periodo “caldo”

maggiosettembre, come il 50° percentile, risulta inferiore all’analogo valore del 2007, per tutte le 8 stazioni dedicate all’Ozono della provincia di Vicenza. I valori sono compresi tra i 58 µg/m3 di VICENZA – Via Tommaseo (Quartiere Italia) e i 105 µg/m3 di ASIAGOCima Ekar. Un altro dato statistico significativo, rappresentativo questo della dispersione dei valori orari, è il 98° percentile. Anche per questo dato si nota un decremento generalizzato rispetto l’anno precedente. L’intervallo dei valori è compreso tra i 150 µg/m3 di SCHIO ed i 181 µg/m3 di ASIAGOCima Ekar1. Anche nel 2008 quest’ultima stazione ha registrato i valori più critici, pur se decisamente inferiori a quelli degli anni precedenti.

L’ultimo decreto legislativo, specifico sull’Ozono, il n. 183 del 21/05/2004, ha introdotto nuovi livelli di riferimento, alcuni efficaci da subito, altri a partire da una certa data. Una valutazione di quest’ultimi è importante però per prevedere se sono compatibili con la situazione odierna ed il relativo andamento o se invece richiedono piani d’azione immediati per poter essere rispettati alla scadenza prevista. Fra i primi rientrano le soglie di ”informazione” e di “allarme”, rispettivamente 180 e 240 µg/m3, come valore orario. I giorni in cui la concentrazione oraria ha superato la prima soglia sono stati, escludendo dal computo, per quanto specificato in nota, la stazione di ASIAGO, mediamente 7.

Anche in questo caso è netto il decremento medio rispetto l’anno precedente (14 giorni).

Da sottolineare però il valore relativamente elevato registrato dalla nuova stazione dislocata a VICENZA quartiere Ferrovieri, 12 giorni oltre il limite, valore che si avvicina a quello di ASIAGOCima Ekar, 15. Nessun superamento del livello di allarme nel 2008;

l’ultima anno in cui non si erano registrati superamenti del livello di 240 µg/m3 era stato il 2002. Valori di riferimento che entreranno in vigore fra qualche anno sono i “valori bersaglio”. Il primo valore bersaglio, quello per la protezione della salute umana, prevede che il numero massimo di giorni con massima media mobile 8 ore oltre i 120 µg/m3 non può essere superiore a 25, mediando su tre anni consecutivi. Il risultato dovrebbe essere verificato la prima volta nel 2013 utilizzando la media dei giorni di superamento dei tre anni precedenti, quindi a partire dal 2011. Il numero di giorni oltre il citato valore bersaglio, nell’ultimo triennio, è decisamente superiore a 25, mediamente 67 (l’intervallo preso in esame, gennaio-ottobre, può essere considerato rappresentativo dell’intero anno, vista la spiccata stagionalità di questo inquinante). Abbastanza omogeneo questo

1 Si sottolinea che questa criticità viene spiegata proprio con la posizione in quota della stazione, presso l’Osservatorio Astronomico (m. 1363 s.l.m.), peculiarità che riguarda anche altre stazioni di montagna dislocate lungo la catena alpina. L’aumento della radiazione ultravioletta con la quota, abbinato ad una carenza di altri inquinanti che possono interagire con l’Ozono come il Biossido di Azoto, giustificano in parte questi valori elevati. A ciò va aggiunto un maggiore rimescolamento verticale, con cattura di Ozono da strati più elevati di atmosfera, fenomeno che può presentarsi anche nelle ore notturne.

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 9 indicatore fra le varie stazioni per le quali si dispone almeno di tre anni di dati; si va dai 60 giorni a MONTECCHIO MAGGIORE ai 72 di VALDAGNO. Si tratta di un indicatore che comunque mostra un trend alla diminuzione anche se l’obiettivo dei 25 giorni appare decisamente lontano, come risulta evidente dal grafico successivo.

Figura 2-2. Media sulle 4 stazioni (Bassano del Grappa, Montecchio Maggiore, Schio, Valdagno) delle medie triennali dei giorni di superamento della soglia di 120 µg/m3 da parte della massima

media mobile 8 ore

L’altro valore bersaglio, specifico per la protezione della vegetazione, viene chiamato AOT40 e l’algoritmo di calcolo è definito dalla formula:

AOT40 stimato = AOT40 misurato x (Possibile numero totale di ore) / Numero di valori orari validi

dove per AOT40 misurato si intende la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m3 e 80 µg/m3, rilevate in un dato periodo di tempo (nel nostro caso da maggio a luglio), utilizzando solo i valori orari di ogni giorno compresi tra le 8:00 e le 20:00

Per come è stato fissato dal D.Lgs. n. 183 del 21/05/2004 verrà calcolato correttamente per la prima volta nel 2015 ed espresso come media sui 5 anni precedenti.

Il valore bersaglio, a partire da quella data, dovrà essere 18000. Il grafico successivo riporta questo dato, mediato sulle quattro stazioni attive per le quali è attualmente possibile calcolarlo, a partire dal quinquennio 19992003. I valori superano sistematicamente la cifra 40000. Da evidenziare però, si vedano i grafici, come per la prima volta, da quest’anno, questo indicatore abbia invertito la costante tendenza all’aumento. Sicuramente l’uscita dal computo della media mobile quinquennale dell’anno 2003, il più critico in assoluto, e l’inserimento del decisamente più favorevole 2008, giustifica la netta diminuzione di questo numero in tutte le stazioni. Vale però la stessa

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considerazione fatta per l’altro valore bersaglio, la notevole distanza con il limite da raggiungere nel 2015.

Figura 2-3. Media sulle 4 stazioni (Bassano del Grappa, Montecchio Maggiore, Schio e Valdagno)

2.2 La qualità dell’aria suddivisa per macro settori

Il DM n.261/2002, emanato in attuazione al D.Lgs n.351/99, indica nelle linee guida APAT il riferimento per la realizzazione della stima delle emissioni in atmosfera generate in un ambito spazio temporale definito. Questa stima ha condotto alla realizzazione di un inventario delle emissioni, predisposto secondo la metodologia CORINAIR proposta dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), nel quale le sorgenti di emissione sono state classificare secondo tre livelli gerarchici: la classe più generale prevede 11 macrosettori:

1. Combustione: Energia e Industria di Trasformazione;

2. Impianti di combustione non industriale;

3. Combustione nell’industria manifatturiera;

4. Processi produttivi (combustione senza contatto);

5. Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica;

6. Uso di solventi ed altri prodotti contenenti solventi;

7. Trasporto su strada;

8. Altre sorgenti e macchinari mobili (offroad);

9. Trattamento e smaltimento rifiuti;

10. Agricoltura;

11. Altre emissioni ed assorbimenti

La metodologia prefigura due possibili approcci alla stima delle emissioni in atmosfera: topdown e bottomup. Secondo queste due diverse procedure si realizza un flusso di informazioni che nel caso del topdown (“dall’alto verso il basso”) parte dalla scala spaziale più ampia (es. nazionale) e discende a livelli inferiori (regioni/province/comuni), utilizzando specifiche variabili di disaggregazione, mentre nel

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 11 caso del bottomup (“dal basso verso l’alto”) ascende direttamente dalla realtà produttiva locale a livelli di aggregazione maggiori.

APAT provvede periodicamente alla compilazione ed aggiornamento dell’inventario nazionale delle emissioni secondo la metodologia CORINAIR, e recentemente, in collaborazione con il CTNACE (Centro Tematico Nazionale – Atmosfera Clima Emissioni) ha prodotto la disaggregazione a livello provinciale delle stime di emissione nazionali relative agli anni 1990, 1995, 2000, secondo l’approccio TopDown.

Un approccio topdown, analogo a quello descritto sopra e finalizzato alla disaggregazione spaziale delle emissioni, è stato seguito dall’Osservatorio Regionale Aria per dettagliare a livello comunale le stime APAT provinciali relative all’anno 2000.

La stima a livello comunale mette a disposizione un quadro completo sulle principali tipologie di fonti emissive (i macrosettori), per un ampio numero di inquinanti. Questa base informativa (Stima delle emissioni in atmosfera nel territorio regionale veneto – banca dati di indicatori del quadro conoscitivo LR n.11/04) può risultare essenziale nell’interpretazione delle dinamiche di produzione dell’inquinamento e di impatto sull’ambiente.

L’analisi dei dati aggregati per macrosettori, permette di identificare a livello comunale le principali problematiche rilevate alla componente aria che possono essere attribuite a:

- l’inquinamento urbano di cui sono responsabili il traffico veicolare, il riscaldamento degli edifici e gli impianti industriali ed energetici. Le città infatti sono i luoghi dove maggiormente si concentrano le fonti di squilibrio per l’ambiente con conseguenze dirette anche sulla salute dei cittadini.

Sulla base dei dati riportati nella tabella successiva si evidenzia gli impianti di riscaldamento civile (macro settore 2) contribuiscono alla formazione di un elevato tasso di CO, CO2, e di NOx.

Il traffico veicolare rappresentato dal macrosettore 7 incide nel comune di Malo nella produzione di Piombo, Ossidi di Azoto, PM10, CO e CO2 e composti organici volatili, tutti inquinanti che derivano dalla prima fase della combustione.

- settore produttivo le emissioni generate da fonti produttive (macrosettori 3 e 4), si nota come a Malo sia il comparto legato ai processi produttivi l’altra fonte di inquinamento rilevante nel territorio comunale. Macrosettore che evidenzia un

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elevato tasso di CO e di CO2 e PM10 un’elevata presenza, peraltro non riscontrabile negli altri macrosettori, di Selenio, Piombo, Zinco, e SOx.

2.3 Qualità dell’aria del comune di Malo

I dati riportati per marco settore per il comune di Malo sono confermati anche da una campagna di monitoraggio realizzata mediante una stazione rilocabile eseguita nel 2007 nel comune di Malo in Via Vittorio Veneto (Figura 2-4).

Figura 2-4. Posizione stazione rilocabile nel sito di MALO (Monitoraggio della qualità dell’aria mediante stazione rilocabile in comune di Malo. ARPAV – Dipartimento Provinciale di Vicenza.

2007)

Durante le campagne di monitoraggio, su 45 giorni complessivi di misure valide sono stati rilevati 15 giorni di superamento del valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana dalle polveri inalabili PM10, limite pari a 50 µg/m3 dal 2006; si tratta di un limite da non superare più di 35 volte nell’arco dell’anno civile, corrispondenti a circa il 10

% dei giorni totali o, detto in altri termini, il 90° percentile dei valori giornalieri di un intero anno dovrebbe essere inferiore a 50 µg/m3. La media complessiva delle concentrazioni giornaliere di PM10 associata al sito di Malo (43 µg/m3) è risultata superiore a quella relativa alla stazione di SCHIO (29 µg/m3) ed inferiore a quelle di VICENZA Via Tommaseo e Via Spalato (rispettivamente 47 e 51 µg/m3).

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 13 Relativamente agli altri inquinanti monitorati (monossido di carbonio, anidride solforosa, biossido di azoto, ozono,metano ed idrocarburi non metanici, PM10, benzene, toluene, etilbenzene, oxilene, mxilene, pxilene), fatta eccezione per l’Ozono, non sono stati rilevati superamenti dei valori limite fissati dalla normativa vigente, e relativi al breve periodo. Per quanto riguarda l’Ozono c’è stato un unico superamento da parte della massima media mobile giornaliera della “soglia di protezione della salute”, pari a 120 µg/m3, precisamente il 16 settembre 2007 con un valore di 128 µg/m3. Nessun superamento invece del “livello d’informazione” pari a 180 µg/m3.

Poiché l’inquinamento maggiore deriva da fonti domestiche, industriali e dal traffico veicolare, l’amministrazione comunale dovrà definire uno specifico piano di azione, come richiesto dal Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, che definisca delle azioni per contrastare questi fenomeni d’inquinamento.

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3. CLIMA

La definizione delle caratteristiche meteoclimatiche del territorio di Malo deriva dalla rielaborazione dei dati rilevati nella stazione di Malo e dai confronti tra le serie relative al periodo 1961-1990 (rilevate dall’Ufficio Idrografico del Magistrato alle Acque e dall’Aeronautica Militare) con i valori rilevati nel periodo 1992-2001 dalle stazioni automatiche di telemisura gestite dal Centro Meteorologico di Teolo (ARPAV).

Il clima di Vicenza, pur rientrando nella tipologia mediterranea, presenta proprie peculiarità, dovute principalmente al fatto di trovarsi in una posizione climatologicamente di transizione, sottoposta per questo a varie influenze: l’azione mitigatrice delle acque mediterranee, l’effetto orografico della catena alpina e la continentalità dell’area centroeuropea.

3.1 Precipitazioni

La precipitazione media annua, nel periodo 1992-2005, presenta a livello provinciale un andamento crescente da Sud a Nord, con valori che variano da poco meno di 850 mm, riscontrabili nell’estremo lembo sud occidentale della provincia, fino ad oltre 2000 mm nelle zone nord. Secondo tale distribuzione, il territorio comunale di Malo risulta caratterizzato da valori di piovosità media annua compresi tra 900 mm, sulle zone più sud, e 1200 mm circa su quelle più nord occidentali.

Figura 3-1. Distribuzione della precipitazione media degli anni compresi fra il 1992 e il 2005 e della precipitazione annuale del 2006 (fonte: Relazione Regionale della Qualità dell’Aria. ARPAV. 2006)

Secondo i dati forniti dal quadro conoscitivo l’anno più piovoso risulta essere il 2002 e mediamente il mese più piovoso è stato il mese di novembre.

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 15

0 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 anno

mm

Grafico 3-1. Precipitazioni piovose annuali nel comune di Malo (fonte: ns elaborazione da dati ARPAV Centro Meteorologico di Teolo su Quadro Conoscitivo Regione Veneto) 3.2 Temperatura

La Figura 3-2 e la Figura 3-3 rappresentano la distribuzione dei valori medi annuali delle temperature massime e minime, calcolate per il periodo di riferimento 1961-1990 e per il periodo 1992-2001 per il territorio della provincia di Vicenza. La distribuzione sul territorio evidenzia, in linea generale, la diminuzione regolare della temperatura con l'aumentare della quota, seppure con qualche eccezione in cui si osservano scarti, tra località a parità di quota, dovuti a condizioni locali (aree della pedemontana, fondovalli, altopiani,ecc).

Figura 3-2. Distribuzioni dei valori medi annui della temperatura massima calcolati per il periodo di riferimento 1961-1990 e per il periodo 1992-2001

(17)

Figura 3-3. Distribuzioni dei valori medi annui della temperatura minima calcolati per il periodo di riferimento 1961-1990 e per il periodo 1992-2001

Per il Comune di Malo la media delle temperature massime calcolate per il trentennio 1961-1990 è compresa tra 16° e 18°, mentre per le minime si registrano tra i 6° e i 10°.

Secondo i dati specifici della centralina di Malo dall’anno 1996 all’anno 2007 la temperatura minima media corrisponde a 8° – 9° mentre le temperature massime si attestano tra i 17° e i 19°.

0 5 10 15 20 25

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Anno

°C

Temperature medie minime Temperature medie massime

Grafico 3-2. Temperature medie massime e minime dal 1996 al 2007 (fonte: ns elaborazione da dati ARPAV Centro Meteorologico di Teolo su Quadro Conoscitivo Regione Veneto) 3.3 Anemologia

La distribuzione delle velocità media del vento su 10 minuti dal 2001 al 2007 secondo gli standard internazionali indica una prevalenza di calma di vento e vento debole, con il 50% dei dati al di sotto dei 6 km/h (corrispondente a ‘bava di vento’, secondo la scala internazionale di Beaufor). I venti prevalenti per il comune di Malo provengono dalla direzione nord – ovest.

(18)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 17

2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007

1,4 1,4 1,2 1,3 1,2 1,2 1,4

Figura 3-4. Velocità vento 10m media delle medie (m/s) (fonte: ns elaborazione da dati ARPAV Centro Meteorologico di Teolo su Quadro Conoscitivo Regione Veneto)

3.4 Umidità relativa

Analizzando i dati relativi all’umidità relativa (media delle percentuali massime e delle minime) per il decennio 1996-2007 si rileva che c’è stato un picco massimo nel 2002 con una percentuale di umidità pari al 96% ed un picco minimo nel 2003 con una percentuale di umidità pari al 41%. Mediamente l’umidità relativa massima si attesta mediamente all’91% mentre la minima è pari al 50%.

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 media

delle minime

55 % 48 % 47 % 48 % 50 % 51 % 54 % 41 % 49 % 50 % 51% 51 % media

delle massime

95 % 92% 91% 92% 94% 95% 96% 86% 89% 87% 88 % 89 %

Figura 3-5. Umidità relativa a 2m (%) media delle massime e delle minime (fonte: ns elaborazione da dati ARPAV Centro Meteorologico di Teolo su Quadro Conoscitivo Regione Veneto).

(19)

4. ACQUA

Il comune di Malo rientra all’interno del bacino del Leogra – Bacchiglione. Tale bacino è un sistema idrografico complesso che trae origine sia da torrenti e rii montani sia da rogge di risorgiva che hanno origine a Nord di Vicenza. Il bacino imbrifero del Bacchiglione confina a Sud-Ovest con l'Agno, ad Ovest con l'Adige e a NordEst con il Brenta. Si possono individuare le seguenti unità idrografiche:

- Sottobacino Leogra-Timonchio;

- Fiume Bacchiglione;

- Sottobacino del Giara-Orolo;

- Risorgive del Bacchiglione;

- Sottobacino dell'Astichello;

- Sottobacino del Retrone;

- Sottobacino del Ceresone;

- Sottobacino del Bisatto.

Il comune di Malo appartiene al sottobacino Leogra – Timonchio.

4.1 Acque superficiali

Il comune di Malo è interessato da un sistema idrografico costituito da torrenti che attraversano il territorio in direzione nord sud e da una rete minore di canali irrigui di collegamento (il Quadro Conoscitivo della Regione Veneto offre la denominazione delle diverse tipologie di corpo idrico come cartografati nella scheda DPSIR relativa alla C.A.

acqua).

Il sistema idrografico è molto importante per il territorio del comune di Malo, in quanto i torrenti Giara, Leogra-Timonchio e Leogretta hanno condizionato l’insediamento e l’attività degli uomini, e le cui esondazioni hanno modificato nel tempo intere parti del paesaggio. Anche gli scoli Vedesai e Trozo Marano, i cui tracciati, in direzione nord-sud, sembrano riconducibili all’antica centuriazione romana che organizza il territorio.

TORRENTE PROA

TORRENTE OROLO GIARA

TORRENTE LEOGRETTA TORRENTE TIMONCHIO

TORRENTE ROSTONE TORRENTE

VEDESAI

SCOLO TROZZO MARAN

(20)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 19 Figura 4-1. Corsi d’acqua principali del Comune di Malo (fonte: Quadro Conoscitivo Regione

Veneto)

Il torrente principale del territorio comunale di Malo è il Leogra – Timonchio un corso d’acqua di una certa importanza, con un bacino tributario di ben 105 Km2 ed una portata media defluente di circa 4 m3/sec. alla sezione di chiusura, in corrispondenza della linea delle risorgive.

Il torrente Timonchio nasce dal M. Novegno ed è alimentato anche dai contributi della Valle dell'Orco e del torrente Boldoro. In località Marano Vicentino riceve l’apporto del Fiume Leogra e continua il suo corso mantenendo il nome di Torrente Timonchio. Riceve gli apporti del torrente Rostone, del torrente Igna, della roggia Verlata (che riceve i reflui dell’impianto di depurazione di Villaverla) e del Bacchiglioncello, acque che presentano condizioni ambientali già compromesse. Il Timonchio è praticamente sempre asciutto a causa sia delle captazioni per scopi idroelettrici ed industriali sia dei fenomeni di dispersione in subalveo dovuti alla natura del substrato.

Oltre che da questo torrente, il sistema idrografico principale è costituito da:

- torrente Orolo (bacino idrografico di circa 45 Km2);

- torrente Rostone (corso d’acqua artificiale);

- Scolo Trozzo Marano (corso d’acqua artificiale);

- Torrente Leogretta (corso d’acqua artificiale).

Il regime dei corsi d’acqua del comune di Malo è molto variabile, con rapide transizioni dallo stato di magra a quello di piena.

Nei periodi siccitosi il letto dei corsi d’acqua risulta completamente asciutto, a causa sia delle dispersioni negli acquiferi alluvionali che delle numerose utilizzazioni civili e industriali.

In massima parte questi corsi d’acqua risultano pensili rispetto alla piana circostante, con argini sopraelevati delimitati da filari alberati.

L’intensa e diffusa escavazione di questi ultimi anni ha intaccato il sistema di drenaggio secondario, modificando i livelli naturali di scolo, deviando e/o ostruendo i fossi di raccordo e collegamento.

Lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) è determinato rapportando i dati riguardanti lo Stato Ecologico (SECA) con i dati relativi alla presenza di sostanze pericolose. Lo Stato Ecologico viene a sua volta definito valutando il Livello d’Inquinamento dato dai Macrodescrittori (LIM) (azoto ammoniacale, azoto nitrico, percentuale di saturazione dell’ossigeno, fosforo totale, BOD5, COD, Escherichia coli) e l’Indice Biotico Esteso (IBE). Le classi di stato ecologico sono cinque, dalla 1 (la migliore) alla 5 (la peggiore). Gli stati di qualità ambientale previsti per i corsi d’acqua sono:

Elevato, Buono, Sufficiente, Scadente e Pessimo.

Il Decreto Legislativo 152/06 stabilisce i seguenti obiettivi di qualità entro il 31.12.2008, nei corpi idrici significativi superficiali classificati, almeno lo stato di qualità ambientale deve essere “sufficiente”. Tale classificazione costituisce la base per la programmazione degli interventi di tutela dei corpi idrici dall’inquinamento.

Con Deliberazione della Giunta Regionale del 6 giugno 2003, n. 1731, il Veneto ha adempiuto a tale obbligo, individuando la classe di qualità ambientale dei corpi idrici regionali significativi.

La rete di monitoraggio regionale della qualità delle acque superficiali ha una stazione di campionamento all’interno del territorio comunale di Malo, identificata con il numero 439, ed attiva dal 01/01/2000.

(21)

STAZ CORPO

IDRICO COMUNE 2000 2001 2002 2003 2004 2005 438 T. TIMONCHIO Santorso BUO BUO BUO BUO BUO BUO 439 T. TIMONCHIO Malo/Caldogno SCA \ \ \ SUF SUF

Legenda:

ELE = Stato ambientale elevato;

BUO = Stato ambientale buono;

SUF = Stato ambientale sufficiente;

SCA = Stato ambientale scadente;

PES = Stato ambientale pessimo.

Figura 4-2. Stato ambientale dei corpi idrici superficiali. (Rapporto Ambientale della VAS del PTCP della Provincia di Vicenza anno 2006)

Figura 4-3. Stato ambientale del torrente Timonchio. (Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

Come riportato nella

Figura 4-2 e nella Figura 4-3 il tratto di torrente che va dall’origine allo scarico del depuratore di Schio, rappresentato dalla stazione 438, negli anni dal 2000 al 2005 ha fatto rilevare uno stato ambientale buono, con i punteggi attribuiti ai macrodescrittori che non fanno rilevare particolari criticità. Nel tratto tra lo scarico del depuratore di Schio e la confluenza del torrente Leogra non sono presenti stazioni di monitoraggio. Il tratto terminale è rappresentato dalla stazione 439 in comune di Malo per la quale nel 2000 lo stato ambientale era scadente a causa dell’IBE, fino al 2003 poi non ci sono dati in quanto il tratto d’acqua in questione era senza acqua nei mesi estivi e a volte anche nel periodo primaverile e autunnale. Dal 2003 in poi la stazione è stata spostata e la valutazione per il torrente Timonchio risulta essere sufficiente e di conseguenza rappresenta una criticità per il comune di Malo e Caldogno. I punteggi molto bassi attribuiti ai parametri dell’azoto ammoniacale, del fosforo e del escherichia coli indicano un inquinamento da reflui di origine civile.

Per definire lo stato di salute biologica dei corsi d’acqua del comune di Malo sono stati utilizzati i dati del “Mappaggio della qualità biologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di Vicenza” presenti all’interno della VAS del PTCP di Vicenza. La qualità biologica è stata rilevata con il metodo IBE che si basa sulla presenza, o sull’assenza, di varie categorie di organismi bentonici.

(22)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 21

Figura 4-4. Estratto della carta della qualità biologica delle acque superficiali. (fonte: Mappaggio della qualità biologica dei corsi d’acqua superficiali della Provincia di Vicenza)

Per quanto riguarda la qualità biologica dei corsi d’acqua della Provincia di Vicenza è stato rilevato l’Indice Biologico di Qualità del torrente Giara Orolo che ha rilevato nel tratto del comune di Malo un ambiente non inquinato.

4.1.1 Stima dei carichi inquinanti potenziali

La stima dei carichi inquinanti potenziali permette di valutare la pressione esercitata sulla qualità della risorsa idrica dalle sostanze inquinanti che teoricamente giungono ad essa e di individuare, tra le fonti di generazione, quelle che più incidono sulla qualità delle acque che attraversano il territorio comunale. Non avendo a disposizione dati sulle concentrazioni di inquinanti presenti nei corpi idrici ricettori, viene applicato il metodo indiretto, analizzando due tipologie di carico:

- Il carico organico potenziale, che indica la stima dei carichi organici totali prodotti nel territorio comunale espressi come abitanti equivalenti: il carico organico è immesso nelle matrici ambientali sia attraverso sorgenti puntuali sia attraverso sorgenti diffuse ed ha l’effetto di ridurre l’ossigeno disciolto;

- Il carico trofico potenziale, che indica la stima dei carichi totali di sostanze eutrofizzanti (Azoto e Fosforo), potenzialmente immesse nell’ambiente idrico di riferimento

Per definire l’indice dell’apporto di carico organico potenziale che deriva dalle attività economiche presenti nel territorio comunale di Malo sono stati utilizzati gli abitanti equivalenti di origine civile e industriale.

Prov Anno NOME

Popolazione Residente ISTAT 2001

(abitanti)

Popolazione Fluttuante media annua (presenze/365)

Carico potenziale

organico Civile AE

Carico organico Industriale

AE

VI 2001 Malo 12307 38 12.345 39.910

Figura 4-5. Carichi potenziali organici del comune di Malo (fonte: Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

Per il comune di Malo la maggior parte del carico inquinante è di origine industriale infatti incide circa il 76% sul carico organico totale.

(23)

Prov Anno Nome

Carico potenzial

e trofico Civile AZOTO

t/a

Carico potenziale

trofico Civile FOSFORO

t/a

Carico Potenziale

Agro Zootecnico

AZOTO t/a

Carico Potenziale

Agro Zootecnico

FOSFORO t/a

Carico potenziale

trofico Industriale AZOTO t/a

Carico potenziale

trofico Industriale FOSFORO

t/a

VI 2001 Malo 55,6 7,4 533,4 212,4 215,8 21,8

Figura 4-6. Carichi potenziali trofici del comune di Malo (fonte: Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

In linea generale si può notare che nel territorio comunale, alla generazione di azoto contribuisce principalmente l’attività agrozootecnica e industriale, mentre il fosforo è prodotto quasi esclusivamente dall’attività agrozootecnica.

4.2 Acque sotterranee

Lo Stato Chimico delle Acque Sotterranee che emerge dal campionamento del pozzo della rete regionale appartenente al territorio comunale di Malo è da considerarsi nel complesso buono in quanto appartiene alla classe 1, cioè con “Impatto antropico nullo o trascurabile e presenza di pregiate caratteristiche idrochimiche”.

Comune Cod

Stazione Profondità

(m) Acquifero anno Cloruri (mg/l)

Conducibilità elettrica specifica a

20 °C (µS/cm)

Ione ammonio

(NH4) (mg/l)

Nitrati (NO3) (mg/l)

Solfati (SO4) (mg/l)

Ferro (Fe) (µg/l) MALO 460 freatico 2005 3,0 310,0 <0,03 7,0 10,0 <2 Figura 4-7. Stato chimico delle acque sotterranee nel pozzo di Arzignano appartenente alla rete di

monitoraggio regionale (Quadro conoscitivo. Regione Veneto)

Nella tabella sopra riportata, i valori di conducibilità elettrica, dei solfati, dei cloruri, dei nitrati, dello ione ammonio e del ferro hanno consentito l’individuazione della classe di appartenenza relativa allo stato chimico ossia la classe I; anche tutti gli altri valori monitorati sono al di sotto dei valori soglia per la classe 1 prevista dal D.Lgs. 152/99.

4.3 Rete acquedottistica

Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque ha suddiviso il territorio della regione veneto in zone omogenee caratterizzate da diversi indici di protezione dall'inquinamento in funzione della vulnerabilità dei corpi idrici, dell'uso degli stessi e delle caratteristiche idrografiche, geomorfologiche ed insediative del territorio.

Il comune di Malo rientra all’interno dell’Ambito Territoriale Ottimale del Bacchiglione Ambito VI2 “Leogra”.

L’Ambito VI2 “Leogra” coincide con il sistema idrografico del Leogra-Timonchio e comprende i territori dei comuni di Isola Vicentina, Malo, Monte di Malo, San Vito di Leguzzano, Santorso, Schio, Torrebelvicino e Valli del Pasubio.

L’approvvigionamento idropotabile del Comune di Malo viene effettuato utilizzando i seguenti schemi acquedottistici locali: rete che fa capo ai pozzi Molinetta 1, 2 e 3, rete che fa capo al pozzo Colleoni.

L’approvvigionamento idrico avviene anche attraverso lo schema acquedottistico intercomunale principale della Valle dell’Astico che fa capo: ai pozzi siti nel Comune di Arsiero.

(24)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 23 La rete di adduzione intercomunale si estende per 2 km circa di condotte realizzate prevalentemente in ghisa (100%).

I serbatoi che insistono sul territorio sono:

- Serbatoio interrato di Castello con capacità di 1.200 m3; - Serbatoio interrato di Monteccio con capacità di 300 m3; - Serbatoio interrato di Marchiori con capacità di 32 m3.

La capacità complessiva disponibile con funzione di compenso e di riserva è quindi pari a 1.532 m3.

La rete comunale, con uno sviluppo complessivo di circa 23 km di adduzione e di circa 62 km di distribuzione, è stata realizzata principalmente utilizzando condotte in acciaio (68%) e Pead (32%).

La rete è servita da numero 6 impianti di sollevamento.

Attualmente la portata media erogata all’utenza è di 35,4 l/s: le perdite della rete sono stimate in circa il 34% della portata immessa in rete (dato medio per lo schema acquedottistico di Malo).

La percentuale della popolazione allacciata alla rete di acquedotto è pari al 100%.

L’utenza è così suddivisa: 4669 utenze domestiche, 72 utenze zootecniche - rurali, 676 utenze per usi diversi per un totale di 5417 utenze.

Figura 4-8 Rete acquedottistica 4.4 Depuratori

Il Piano Regionale di Risanamento delle Acque prevedeva che l’Ambito VI2 “Leogra”

fosse servito da due soli impianti di depurazione consortili di potenzialità superiore a 5.000 a.e.:

- Impianto di Schio (potenzialità prevista 109.000 a.e.) al quale era previsto di collettare, oltre ai reflui di Schio, anche gli scarichi civili e industriali di Santorso, Valli

Linea distribuzione Linea adduttrice Rete consortile

(25)

del Pasubio e Torrebelvicino. Allo stato attuale l’impianto di Schio ha una potenzialità di 69.000 a.e. e riceve i reflui dei 4 comuni previsti dal PRRA;

- Impianto di Isola Vicentina, previsto per una potenzialità totale di 37.000 a.e., a servizio anche degli scarichi civili e industriali di Malo, Monte di Malo e San Vito di Leguzzano. Come previsto dal PRRA l’impianto, che attualmente ha una potenzialità di circa 40.300 a.e., serve le reti fognarie dei 4 Comuni con l’esclusione di una parte del territorio di Monte di Malo che è tuttora servita da vasche Imhoff per una potenzialità totale di 370 a.e.

La rete fognaria è servita sia dall’impianto di depurazione consortile di Isola Vicentina localizzato in Via Vicenza nella località Castelnovo avente potenzialità pari a 40.288 a.e.

con recapito finale dei reflui trattati nel torrente Orolo sia dall’impianto di depurazione consortile di Thiene localizzato in Via Santo nella frazione omonima avente potenzialità pari a 132.000 a.e. con recapito finale dei reflui trattati nella Roggia Verlata.

4.5 Sistema fognario

La fognatura comunale è parte sia dello schema intercomunale del Leogra che fa capo all’impianto di depurazione di Isola Vicentina, sia dello schema intercomunale della Valle dell’Astico che fa capo all’impianto di depurazione di Thiene.

La rete di raccolta è di tipo misto, si sviluppa per complessivi 60,9 km circa tra collettori principali e rete secondaria. La rete è stata realizzata utilizzando principalmente condotte in cemento (65%) ed è servita da numero un impianto di sollevamento.

La percentuale della popolazione allacciata alla rete di fognatura è pari al 80%.

Popolaz.

servita da rete mista

Popolaz.

servita da rete nera

Popolaz.

non servita

Stato di conservaz.

buono

Stato di conservaz.

medio

Stato di conservaz.

Insufficiente Lungh

ezza rete (km)

Stazioni di sollevame

nto

72% 8% 20% 50% 40% 10% 60,9 1

Figura 4-9. Dati rete fognaria comune di Malo. (fonte: Piano d'Ambito. Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale A.A.T.O. BACCHIGLIONE. 2003)

Figura 4-10. Rete fognaria del comune di Malo (fonte: Rapporto sullo stato dell’ambiente della Provincia di Vicenza 2000)

(26)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 25 Dalle analisi svolte la qualità delle acque superficiali del comune di Malo, in particolare per il torrente Timonchio risulta essere scarsa. Inoltre potranno pensare ad interventi più specifici quali applicazione nei sistemi di trattamento individuali dei

“trattamenti appropriati” ed in particolar modo per le acque reflue domestiche recapitate direttamente in acque superficiali promuovere l’utilizzo di vasca Imhoff seguita da dispersione sul terreno (eventualmente piantumato) con drenaggio (e fondo impermeabilizzato se non è naturalmente permeabile) e scarico in corpo idrico superficiale. In caso di scarico in corpi idrici di buona o elevata qualità, è auspicabile anche l’inserimento di sistemi di fitodepurazione a valle di vasche Imhoff.

(27)

5. SUOLO E SOTTOSUOLO

Nella sua accezione più ampia il suolo comprende tutto ciò che supporta, alimenta e orienta quello che viene definito ecosistema. Gli ecosistemi si formano e si evolvono a seconda delle condizioni che le risorse naturali offrono loro e, come è facilmente intuibile, queste sono fortemente influenzate nel nostro territorio dal forte impatto antropico.

La risorsa suolo, come tutte le risorse naturali, è finita e non è sempre in grado di adattarsi ai cambiamenti repentini dettati dai ritmi umani e tende a mantenere il proprio equilibrio omeostatico con lente modificazioni.

5.1 Inquadramento geologico

Il territorio di Malo è composto da una parte collinare e da una zona di pianura su cui si concentrano le principali attività antropiche. La pianura alluvionale è stata originata dagli apporti solidi dei torrenti Astico e Leogra-Timonchio in fasi di alta energia coincidenti con le espansioni glaciali. Dai ghiacciai vallivi le conoidi fluvioglaciali si sono espanse nella zona pedemontana strutturando un sottosuolo prevalentemente ghiaioso sabbioso fin quasi all’abitato di Malo.

A valle esso risulta più irregolarmente strutturato con alternanze di sedimenti fini limoso argillosi e ghiaioso sabbiosi. In prossimità delle risorgive prevalgono sedimenti fini limosi e argillosi.

La distribuzione orizzontale e l’alternanza verticale dei sedimenti sono da collegarsi all’evoluzione climatica all’interno di ogni epoca glaciale. Secondo il naturale processo di sedimentazione, la dimensione dei granuli del terreno decresce da monte a valle, tuttavia in ogni ciclo alluvionale, nella fase di diminuzione dell’energia di trasporto delle acque, le terre fini si sovrappongono parzialmente a quelle grosse.

In una visione sintetica si ha un primo complesso ghiaioso sabbioso indifferenziato nella parte alta della pianura, specie tra Zanè, Marano e Thiene. Già tuttavia a Molina Borgo Lampertico il materasso ghiaioso sabbioso presenta delle intercalazioni argillose e più a valle, tra Villaverla ed Isola Vicentina, sono individuabili due significativi orizzonti argillosi.

In corrispondenza della fascia delle risorgive si ha una netta riduzione del primo banco ghiaioso sabbioso, che risulta frazionato in sottili orizzonti da livelli argillosi. Si tratta comunque di un serbatoio unitario, di cui le risorgive costituiscono lo sfioratore, con un livello idraulico variabile in funzione dei molteplici fattori naturali o antropici che ne influenzano ricarica e svuotamento. Considerando le possibilità di accesso verso la falda delle acque meteoriche e delle dispersioni dei corsi d’acqua, l’infiltrazione diminuisce rapidamente da monte a valle.

5.2 Caratteri stratigrafici

Dall’analisi di numerose stratigrafie di pozzi si può attribuire al territorio di Malo la seguente successione stratigrafica.

LITOTIPO A: dal p.c. per spessori variabili fino ad un massimo di 5.0 m, si ha un banco di terre fini argilloso limose, di colore bruno, talora intercalate da livelli sabbiosi e ghiaiosi;

LITOTIPO B: da 5.0 m fino a 50.0 m da p.c. si hanno strati a granulometria decisamente più grossolana, caratterizzati da ghiaia, ciottoli e sabbia, con presenza, talora sensibile, di frazione limoso argillosa. Detti strati sono intercalati da livelli discontinui di argilla compatta;

(28)

PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 27 LITOTIPO C: da 51.0 m si hanno strati di materiali grossolani, talora frammisti con argilla e limo con vari strati acquiferi fino alla profondità di oltre 100.0 m.

5.3 Aspetti Idrogeologici

L’area in esame è ubicata in una zona caratterizzata da abbondanti precipitazioni, prevalentemente piovose. Dal punto di vista idrogeologico sono distinguibili, dal basso verso l’alto della serie stratigrafica, i seguenti complessi idrogeologici (insieme di termini litologici simili sia per le caratteristiche strutturali, sia per grado di permeabilità):

- complesso calcareo arenaceo, permeabile per fessurazione, costituito dai Calcari Nummulitici e dalla porzione più arenacea e conglomeratica della Marna di Priabona (verosimilmente la parte bassa della formazione);

- complesso marnoso, impermeabile, costituito dai livelli marnosi e marnosocalcarei della Marna di Priabona;

- complesso calcareo e calcareo marnoso, molto permeabile per fessurazione e carsismo, costituito dalla Calcarenite di Castelgomberto e dai livelli più carbonatici della Marna di Priabona (verosimilmente la parte alta della formazione);

- complesso eruttivo, impermeabile, costituito dalle rocce vulcaniche (brecce di esplosione, ialoclastiti, colate basaltiche, ecc.) che attraversano le formazioni più antiche.

Le elevate precipitazioni e le predisponesti condizioni idrogeologiche hanno reso possibile lo sviluppo di una complessa ed articolata circolazione idrica sotterranea ed un meno sviluppato reticolo idrografico superficiale, a causa dell’elevata piovosità delle formazioni superficiali.

5.3.1 Circolazione idrica superficiale

Data l’elevata permeabilità del complesso carbonatico costituente la gran parte della dorsale in esame, la circolazione idrica superficiale non è particolarmente sviluppata ed articolata.

E’ comunque possibile distinguere una circolazione idrica superficiale del versante est della dorsale in esame, con una direzione di deflusso mediamente verso est e sudest ad una circolazione idrica superficiale del versante ovest con una direzione di deflusso media verso ovest e sud.

Per quanto riguarda il versante est della dorsale, si può osservare che il collettore principale è rappresentato dal torrente Giara, corso d’acqua perenne a regime torrentizio, dotato di portate molto variabili, con grandi piene nei periodi di maggiori precipitazioni e forti magre nei periodi secchi. Esso scorre in direzione NNW - SSE.

Il reticolo idrografico formato dagli affluenti del torrente Giara è abbastanza articolato.

Si possono distinguere infatti alcuni corsi d’acqua secondari, perenni, a regime torrentizio, come: il torrente Rana che nasce da Monte di Malo, scende in direzione SSE verso l’abitato di Battistini e poi devia bruscamente in direzione NE verso l’abitato di Malo; Rio Valdissera che nasce a nord dell’abitato di Torreselle e scende in direzione nord, per poi deviare bruscamente alla confluenza con il Roggia Molina, e scorrere in direzione est; il Roggia Molina che nasce a monte di Vallugana Alta, ad est di Monte Pulgo e scorre verso est, confluendo poi nel Rio Valdissera.

Oltre ai sopra citati corsi d’acqua perenni, ne esistono altri di entità inferiore, con sviluppo essenzialmente da SW a NE, spesso impostati su faglie o fratture.

(29)

A seguito di interventi di bonifica eseguiti sui torrenti Leogretta, Trozzo Marano e Proa, la situazione idraulica è migliorata, anche se non completamente risolta, a scala sovracomunale, in quanto i corsi d’acqua non sono sempre in grado di canalizzare le portate idriche.

5.3.2 Circolazione idrica sotterranea e sorgenti

La circolazione idrica sotterranea è verosimilmente assai articolata e complessa. Il drenaggio sotterraneo è indirizzato prevalentemente verso SE, in conformità con la giacitura media degli strati e lo sviluppo dei versanti. La circolazione idrica sotterranea viene però complicata dal carsismo, fenomeno particolarmente sviluppato in tutte le formazioni carbonatiche.

Nella dorsale in esame, pur non essendo note cavità carsiche di particolare importanza, sono comunque osservabili frequenti fenomeni doliniformi superficiali, come nella zona a sud di Monte Piano e altri casi isolati.

Casi eclatanti di fenomeni carsici sono noti nelle zone più a nord e ad ovest, come ad esempio il Buso della Rana nel settore centro-settentrionale dell’Altopiano Faedo- Casaron che ha uno sviluppo di ~ 20 Km (è la grotta più lunga del Veneto).

In molti settori la circolazione sotterranea avviene prevalentemente per fessurazione, data la frequente presenza di diaclasi e fasce cataclastiche. Ciò comporta un drenaggio sotterraneo complesso, non ben inquadrabile in modelli semplici come può essere fatto per i materiali sciolti, permeabili per porosità.

Le anisotropie di circolazione sotterranea sono però del tutto imprevedibili. Pertanto per semplicità si propone un modello di acquifero sotterraneo tipico di ammassi rocciosi uniformemente fessurati, definibile come “acqua di fondo”. Ne consegue che l’andamento approssimativo della falda rispecchia probabilmente l’andamento topografico della dorsale, attenuandone il rilievo.

Nell’area in esame si hanno prevalentemente sorgenti per limite di permeabilità, tra la Calcarenite di Castelgomberto e la Marna di Priabona. La loro portata è spesso molto abbondante, denotante un’alimentazione proveniente da una falda piuttosto ampia e quindi captata a scopo potabile, come nel caso della sorgente Grijo (q. 150 m) in località Grendene. Nei dintorni esiste anche la sorgente Parigi (q. 146 m). Talvolta, per fenomeni carsici, l’acqua emerge al margine tra pianura e versante sotto forma di risorgive, come nel caso della sorgente Olmo in località Canton (q. 165 m). L’individuazione delle sorgenti è molto importante per conoscere l’andamento approssimativo della falda.

5.3.3 Morfologia della falda

La falda freatica presente nell’alta pianura a nord di Vicenza è stata oggetto di numerosi studi, che portano ad una sostanziale convergenza riguardo alla morfologia della sua superficie ed alla direzione generale del deflusso sotterraneo.

La morfologia si mantiene infatti piuttosto costante nel tempo, indipendentemente dalle oscillazioni del livello freatico, come è chiaramente rilevabile dai dati riferibili alle campagne freatimetriche eseguite nel periodo 1975-2000. Esso dunque non è stabile ma oscilla nel tempo, in relazione ai processi di ricarica e di drenaggio. La profondità della falda è soggetta a continue variazioni durante l’anno, anche di alcuni metri da una stagione all’altra, tuttavia nell’area indagata si mantiene tra 35.0 m e 45.0 m dal p.ca. Nel suo insieme essa si muove dai limiti settentrionali del territorio verso i limiti meridionali, affiorando in superficie più a sud, lungo la fascia dei fontanili.

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PAT MALO – VAS STATO AMBIENTE 07P19_W01R01_stato ambiente.doc 29 5.4 Modalità di scolo delle acque meteoriche

Lo scolo delle acque meteoriche è realizzato settorialmente e non in modo soddisfacente. Va segnalata tuttavia una migliorata situazione idraulica rispetto agli anni

‘90, dovuta all’azione del Consorzio Argille nelle singole aree di cava ripristinate, e soprattutto ai lavori di bonifica eseguiti sui torrenti Leogretta e Trozzo Marano. Problemi idraulici rimangono ancora presenti nel territorio di Isola Vicentina e più settorialmente in quelli di Villaverla, Malo e Caldogno; essi possono essere affrontati e risolti a scala sovracomunale, risistemando e ampliando almeno uno degli assi principali del drenaggio (Leogretta o Trozzo Marano). Attualmente infatti, anche ove possibile lo scarico diretto delle acque meteoriche, i corsi d’acqua suddetti non sono sempre in grado di canalizzare le portate idriche.

Si deve pertanto ovviare in sito con l’infiltrazione diretta nel sottosuolo tramite trincee drenanti e pozzi assorbenti. Tale pratica, tra l’altro, è spesso presente nelle zone di espansione urbanistica. A scala locale quindi, ove lo scarico diretto non è possibile per la pensilità dei corsi d’acqua, devono essere attuate bonifiche idrauliche da considerarsi parte integrante del progetto di coltivazione della cava o del comparto.

5.5 Uso del suolo

Nell’insieme l’attività agricola a Malo ha subito, almeno in parte, la profonda crisi che ha interessato il settore a partire dagli anni ’60 e che ha comportato una riorganizzazione, spesso traumatica, di questa attività.

Una delle conseguenze più note, oltre la meccanizzazione dell’agricoltura, è stata quella dell’abbandono delle terre meno produttive o difficilmente lavorabili a favore dei più redditizi appezzamenti di pianura. L’allargamento dei mercati e la separazione della fase di lavorazione del prodotto da quella di produzione poi, fecero sorgere problemi localizzativi e di marginalità, divenuti importanti al fine di ridurre i costi di trasporto di prodotti spesso a basso valore aggiunto.

Per tali ragioni il paesaggio agrario di Malo ha visto progressivamente ridursi l’attività agricola tradizionalmente praticata, fra le tante difficoltà dovute anche alla morfologia del luogo, con il conseguente spopolamento delle contrade e l’abbandono di parte delle campagne.

L’insenilimento del settore né è una testimonianza, come è possibile ricavare dall’analisi dell’età media dei conduttori. Le sole aziende agricole ancora in crescita sono quelle specializzate nella zootecnia sia volta alla produzione di latte sia a quella di carne, sia infine nel settore degli allevamenti avicunicoli.

La lettura incrociata di questi fatti indica chiaramente come esistano all'interno del territorio comunale di Malo vaste aree di elevato interesse ambientale. Sono in particolare le aree pedecollinari e collinari, con la maggior presenza di boschi, prati, corsi d’acqua, formazioni arboree lineari e minore presenza dell'extra agricolo, a costituire gli ambiti di più elevata qualità.

L’area di pianura comprende invece aree a diverso grado di utilizzazione agricola: a vasti ambiti agricolo-produttivi si alternano aree dove il ruolo dell’agricoltura è connesso alla presenza di importanti segni del paesaggio agrario storico.

Si tratta di individuare le aree ove minore è la pressione antropica, sia in termini di presenza di manufatti, che a livello di interventi colturali, secondo il principio per cui al minor livello di interventi esterni corrisponde il massimo livello di variabilità ecosistemica e quindi di stabilità.

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