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Le giare da conservazione nella Siria occidentale: elementi di continuita' e di innovazione nel Bronzo Antico I-III (3200-2400 a.C.)

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I

NDICE

1- Introduzione:

1.1- Inquadramento storico della Siria nord-occidentale nel corso del III millennio a.C. 2

1.2- Geografia dell’area indagata 15

1.3- Metodologia della ricerca e dell’analisi dei materiali 33

1.4- La sequenza cronologica 37

2- Bronzo Antico I-II: 2.1- La piana dello ‘Amuq (‘Amuq G) 44

2.2- La Siria nord-occidentale dall’Oronte alla piana del Jabbul 47

2.3- L’alto corso dell’Eufrate siriano (Fasi 1-2) 50

2.4- Hama (Hama K7-5) e la Siria centrale interna 61

2.5- La costa siriana da Ras Shamra a Tell Sukas 64

2.6- Confronti e considerazioni 66

2.7- Tavole 82

3- Bronzo Antico III : 3.1- La piana dello ‘Amuq (‘Amuq H) 108

3.2- La Siria nord-occidentale dall’Oronte alla piana del Jabbul 112

3.3- L’alto corso dell’Eufrate siriano (Fase 3) 123

3.4- Hama (Hama K4-1) e la Siria centrale interna 140

3.5- La costa siriana da Ras Shamra a Tell Sukas 144

3.6- Confronti e considerazioni 152

3.7- Tavole 173

4- Appendice A: Problemi cronologici della fase K di Hama 198

5- Conclusioni 202

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1- Introduzione:

1.1- Inquadramento storico della Siria nord-occidentale nel corso del Bronzo Antico:

La storia della Siria nord-occidentale nelle prime fasi del Bronzo Antico (BAI-III, che coprono tutta la prima metà del III millennio a.C. – 3200/3100-2500/2400 a.C.) non è purtroppo ben delineata e ricca di documentazione archeologica come invece può essere quella della regione dell’Alto Khabur, caratterizzata dalla cosiddetta cultura “Ninivita 5”1, o della Bassa Mesopotamia del periodo Jemdet Nasr (ca. 3000-2900 a.C.) e di parte del periodo Proto-Dinastico2.

Durante la seconda metà del IV millennio a.C. (TC 3-5) sono documentati due sistemi culturali con i loro elementi diagnostici: il processo tardo-Uruk, del quale disponiamo di maggiori informazioni, e il sistema culturale locale che possiamo collegare alla ceramica

Chaff Faced Ware, che cominciamo a conoscere solo dagli scavi più recenti (Hamoukar, Tell

Brak, Anatolia – Arslantepe).

Nel processo tardo-Uruk sembra profilarsi un fenomeno di “colonizzazione” da parte del sud Mesopotamico verso la zona medio eufratica e dell’Alta Mesopotamia. Sono stati notati tre gradi di penetrazione culturale: i centri che possono considerarsi delle “colonie” a tutti gli effetti, che partecipano sia della struttura organizzativa che della cultura materiale del periodo Tardo Uruk – ca. 3400-3000 a.C. (come ad esempio Habuba Kabira, Jebel Aruda e Tell Sheikh Hassan) e che sono comunemente dislocati lungo le maggiori vie di comunicazione; i siti considerati degli avamposti commerciali, tipo Hassek Hüyük e Godin Tepe; e i centri indigeni, che però mostrano alcune influenze culturali della bassa Mesopotamia (come Arslantepe VIA)3.

E. Rova, riprendendo una ricostruzione avanzata da M. Lebeau nel 1990, scrive come la diffusione della cultura della Mesopotamia meridionale verso il settentrione non abbia seguito il corso dell’Eufrate, “but initially followed a more easterly route, along the Tigris, up to the region of Mosul (Nineveh). From there it turned towards the west, crossed the Khabur and

1Il periodo Ninivita 5 copre dal 3100 al 2550 a.C. AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 213-214; WEISS1993: 40-43; Idem 2003; ROVA2011.

2Il periodo Proto-Dinastico è suddiviso in tre fasi, l’ultima divisa a sua volta in sue sottofasi: Proto-Dinastico I

(ca. 2900-2700 a.C.); Dinastico II (ca. 2700-2600 a.C.); Dinastico IIIa (ca. 2600-2500 a.C.); Proto-Dinastico IIIb (ca. 2500-2350 a.C.), LEBEAU2011: 10, 12, Tab. 1; AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 253. Per uno studio sulla revisione della tripartizione della sequenza del Proto Dinastico si veda PORADA ET AL. 1992: 103-113; e più recentemente EVANS2007. Inerente alle interazioni tra Bassa Mesopotamia e Alta Mesopotamia all’inizio del III millennio a.C. si veda LEBEAU1990.

3LEBEAU1990: 244-246; ROVA1996: 17; LIVERANI1998: 105; ALGAZE1999: 539-542; FRANGIPANE2009:

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Balikh plains and reached the Euphrates in the region between the Assad lake and Carchemish. Only from this point did it follow the river…”4. M. Lebeau infatti sottolinea che sebbene il corso dell’Eufrate sia navigabile, lo è in modo agevole solo fino ad Emar, dopo di che il corso del fiume presenta vari meandri ed acque non del tutto tranquille, soprattutto quando vi è l’alta marea o un flusso molto basso5.

Il periodo successivo, chiamato Jemdet Nasr (dal nome di un sito iracheno), è comunemente fatto iniziare dopo la crisi e il collasso della cultura tardo-Uruk, con la conseguente interruzione o riduzione dei contatti tra l’area sud mesopotamica e quella della periferia. A seguito del collasso e in base al tipo di relazione tra il centro Uruk e i siti della periferia della cultura tardo-Uruk si assiste a un diversificato modo di reagire dei vari centri. Ad esempio alcune “colonie” vengono abbandonate del tutto, come Habuba Kabira, e in alcuni avamposti commerciali, come ad Hassek Hüyük, si nota la predominanza dell’elemento locale6. Il periodo di Jemdet Nasr e il successivo Proto Dinastico I, corrispondenti grossomodo al Bronzo Antico I-II, vedono l’affermarsi di varie culture regionali7.

L’area geografica qui trattata sembra essere stata toccata in modo marginale dalla cultura tardo-Uruk8. Il fossile guida di questa cultura sono le cosiddette Beveled-Rim Bowls, ciotole fatte a mano dall’orlo smussato e dalle pareti oblique, trovate in grandi quantità nei siti Uruk e riconducibili probabilmente a un sistema di redistribuzione di razioni alimentari9. Tali ciotole ad esempio sono state ritrovate, seppur in maniera sporadica e non sempre in contesti affidabili, nei siti di Tell Judaidah nello ‘Amuq, in alcuni siti sulle terrazze lungo il corso dell’Eufrate (come nella fase 13C di Tell Shiyukh Tahtani, nello Stratum D di Tell Ahmar e nello Stratum 1 di Tell Hadidi), nel sito di Hama e di Ebla10.

L’età Tardo Calcolitica sembra essere caratterizzata da una grande omogeneità di documentazione, come sembra indicare l’ampia diffusione della Chaff Faced Ware11. Benché il quadro d’insieme della Siria nord-occidentale mostri una sostanziale omogeneità, sono comunque evidenti alcune caratteristiche locali.

Per l’area della valle dell’Oronte settentrionale, D. Giannessi ha notato come vi siano delle varianti regionali nella classe dipinta dipendente dalla “Ubaid-like tradition”. Mettendo a confronto gli assemblaggi dei siti di Tell Afis, Hama e Ras Shamra è emerso che le variazioni 4ROVA1996: 17. 5LEBEAU1990: 248. 6LIVERANI1998: 107-108. 7ROVA 1996: 19. 8Cf. ROVA 1999-2000: 190-192; PHILIP2002. 9FRANGIPANE1996: 196; POTTS2009: 1-5.

10Cf. MAZZONI1991: 179-180; Eadem 2000a: 100; PHILIP2002: 223.

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delle caratteristiche di questa classe riguardano sia differenti metodi di rifinitura della superficie esterna, sia la decorazione pittorica, i motivi decorativi, i colori ed anche in alcuni casi la scelta delle forme da rifinire con questo tipo di decorazione. L’autrice conclude scrivendo: “It seems likely that during the first part of the 4th millennium, as earlier with the Ubaid-like tradition, there is a certain degree of cultural homogeneity, apart from the local styles of the sites, in the pottery productions of the Northern Orontes region. From the middle of the 4th millennium, however, there was an increasing trend towards specific repertoires in the different regions. Ware types such as Painted or Chaff Ware are common diagnostic elements of these regions, but simultaneously some local factors suggest the development and formation of different gravitational systems, perhaps reflecting a change in the territorial concept of settlement.”12. Ad esempio il sito di Tell Afis sembra mostrare una notevole rilevanza e sembra avere un ruolo centrale all’interno della regione, come attestano le mura megalitiche messe in luce nell’area E113.

Analizzando la diffusione e le caratteristiche della Chaff Faced Ware in Anatolia e in Transcaucasia, C. Marro identifica tre regioni geografiche, la prima ricondotta agli assemblaggi di Amuq F/Arslantepe VII, con caratteristiche del tutto simili alla medesima classe nella Siria nord-occidentale, la seconda identificata nella regione del Medio Eufrate e più a est nella regione del Khabur e una terza regione rappresentata dall’assemblaggio ceramico di Hamman et-Turkman V nel Balikh. Benché vi sia una omogeneità delle caratteristiche generali, come era stata notata all’interno della Siria nord-occidentale (vedi sopra), si può comunque notare la presenza di caratteri peculiari14.

Al quadro di sostanziale omogeneità del Tardo Calcolitico, sebbene con alcuni contatti più o meno stretti con la cultura tardo-Uruk, segue un diverso panorama, quello caratterizzato da una maggiore regionalizzazione probabilmente legato al declino di alcuni siti centrali, come nel caso di Tell Afis. E’ opportuno comunque sottolineare che durante le prime fasi del Bronzo Antico sono presenti anche tratti di continuità rispetto al periodo precedente, come ad esempio la classe Late Reserved Slip, la Red-Black Burnished Ware15 e il persistere di alcune tipologie di profili ceramici come ad esempio le “everted collared rim jars” e le “everted rim

cooking pots”, dipendenti da una tradizione più antica16.

12GIANNESSI2012: 272-273.

13GIANNESSI1998: 101-103; MAZZONI2000a: 98; Eadem 2005: 6-7. 14MARRO2010: 36-38.

15Per la datazione e la distribuzione spaziale della Red-Black Burnished Ware si veda: PHILIP, MILLARD2000;

PALUMBI2008a; Idem 2008b.

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Il Bronzo Antico I-II sembra essere caratterizzato dal fiorire di numerosi insediamenti legati ad un estensivo sfruttamento agro-pastorale17. Invece durante il Bronzo Antico III, e soprattutto nel corso del Bronzo Antico IV, probabilmente a causa di un rinnovato incremento demografico, parte della popolazione sembra scegliere di muoversi e risiedere in alcuni insediamenti prescelti, che assumeranno le dimensioni di città18. Questi centri urbani sembrano presentare un’organizzazione sociale complessa e gerarchizzata con una conseguente specializzazione nei vari settori produttivi ed economici19. Tra il 2600 e il 2400 a.C. si assiste alla cosiddetta “seconda urbanizzazione”20, che vede nella Siria nord-occidentale il progressivo imporsi della città di Ebla nel quadro politico dell’epoca. La struttura amministrativa testimoniata dagli Archivi Reali di Mardikh IIB1 sembra essere derivata da quella della regione di Kish, nel sud della Mesopotamia21.

Nel corso del Bronzo Antico III nella Siria nord-occidentale si assiste alla diffusione della

Red-Black Burnished Ware, tratto che in realtà non risulta nuovo, ma, come detto sopra, segna

una continuità con la fine del IV millennio a.C.22e il Bronzo Antico I (come si può vedere ad esempio dalla presenza di questa classe nei livelli dello ‘Amuq G), della Brittle Orange Ware e della Pattern Combed Ware, legate probabilmente ad una incipiente urbanizzazione della costa e della valle dell’Oronte, con un incremento dei commerci su lunghe distanze23. Ad esempio le giare appartenenti alla classe Pattern Combed, utilizzate per la conservazione e il trasporto di prodotti oleari, tipiche della zona costiera, vengono ritrovate in diversi contesti della Siria nord-occidentale. Tali ritrovamenti attesterebbero i contatti e gli scambi tra queste due regioni. Un incremento nella diffusione di questa classe può essere osservato nel corso del Bronzo Antico IV come sembrano documentare i ritrovamenti, seppure talvolta sporadica, nel Palazzo G di Ebla e nella favissa P.9719 scavata nel Tempio della Roccia nel medesimo sito, nei contesti domestici del sito di Hama (Hama J4), oppure nel contesto tombale di Saraqeb24.

17ALGAZE1999: 545; MAZZONI2006b: 325-326; MATTHIAE2010: 44-45. 18MATTHIAE2010: 44.

19MATTHIAE2010: 44.

20Opinioni differenti sul processo della “seconda urbanizzazione” sono presenti in: WEISS1983; SCHWARTZ

1987; per il concetto di “seconda urbanizzazione” applicata al caso eblaita si veda: MAZZONI1991: 164-166.

21MATTHIAE2010: 47.

22PALUMBI2008a; BATIUK2013.

23MATTHIAE1993: 525; MAZZONI2000a: 104.

24Per la documentazione inerente la presenza di giare appartenenti alla Pattern Combed Ware nel Palazzo G di

Ebla si veda: MAZZONI1982; per il materiale della favissa P.9719: SALA2012; per Hama: FUGMANN1958; per i ritrovamenti ceramici della sepoltura di Saraqeb: SULEIMAN, GRITSENKO1986.

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La fase H dello ‘Amuq, corrispondente approssimativamente al Bronzo Antico III, sembra caratterizzarsi per lo sviluppo di una gerarchia insediamentale, che vede il sito di Tell Tayinat divenire il più grande per dimensioni25.

Le testimonianze archeologiche del sito di Tell Madikh mostrano un edificio (Edificio G2) di grandi dimensioni composto per la parte messa in luce da circa quindici vani, che probabilmente appartenevano a un quartiere periferico di un palazzo precedente il ben più noto Palazzo G di fase Mardikh IIB1. Alla stessa quota dei resti nell’Area G corrispondono nell’Area CC altri resti di ambienti rettangolari aperti su una corte ed interpretati come granai. P. Matthiae ha avanzato l’ipotesi che i ritrovamenti nell’Area G e nell’Area CC possano appartenere ad uno stesso complesso architettonico palatino e che possano essere visti come una testimonianza di quello che dovrebbe essere stato un fenomeno molto più generale di crescente complessità sociale26.

L’orizzonte ceramico evidenzia dei paralleli con le sequenze dello ‘Amuq H e di Hama K, come la presenza della Reserved Slip Ware e il ritrovamento sporadico della ceramica

Red-Black Burnished Ware27.

Gli archivi della città di Ebla contribuiscono in modo decisivo all’inquadramento storico-politico del Bronzo Antico IVA. Sia i testi amministrativi eblaiti, compresi i documenti riguardanti le relazioni e lo scambio di “doni” con la città di Mari28, sia i pochi testi provenienti dal Palazzo pre-sargonico di Mari29, che i testi ritrovati a Tell Beydar, l’antica Nabada30, gettano luce sulla componente onomastica e quindi etnico-linguistica delle popolazioni di queste aree geografiche, nonché sulle condizioni socio-economiche.

A Mari i nomi propri e i testi amministrativi sono scritti in lingua semitica, la stessa lingua che compare nei testi degli Archivi di Ebla31, benché non manchino nomi propri sumerici32. La componente semitica sembra essere diffusa in tutta la zona dal Medio Eufrate al Mediterraneo33. Infatti nei testi eblaiti vengono citati nomi semitici riferiti non solo alla

25WELTON2011: 20.

26MATTHIAE2010: 41-43. Cf. MAZZONI 2013: 35.

27MAZZONI1991: 173-174, 179; MATTHIAE2010: 42. S. Mazzoni identifica inoltre un periodo di passaggio tra

il Bronzo Antico III e il Bronzo Antico IVA, sulla base dell’assemblaggio ceramico relato a L.4470, che presenta elementi di attardamento di alcune forme peculiari del Bronzo Antico III e preannuncia alcune caratteristiche che andranno ad affermarsi nel Bronzo Antico IVA. L’autrice nota come tale corpus ceramico possa essere messo in relazione con quello della fase J8 di Hama (MAZZONI1991: 173-174)

28ARCHI, BIGA2003.

29PETTINATO1986: 272-279; CHARPIN2005: 1; SALLABERGER2007: 422. 30SALLABERGER2003: 27-32; LEBEAU2012: 306-307.

31PETTINATO1986: 272-273; LIVERANI2002: 205-206. 32CATAGNOTI2010: 460-461.

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componente locale ma anche alle zone con cui era in contatto, coprendo approssimativamente tutta l’area della Siria centro-settentrionale e a occidente dell’Alta Mesopotamia34.

I testi di Tell Beydar attestano nella regione della Jezirah un’onomastica semitica, sebbene, come nota A. Catagnoti, compaia “qualche raro nome” che “potrebbe però indicare anche una precoce presenza onomastica hurrica in una regione che poco tempo dopo sarà caratterizzata da questo importante elemento etnico”35.

L’onomastica riferita alla regione di Aleppo è totalmente semitica36.

Il quadro che ne emerge è di sostanziale omogeneità linguistica37. Tale condizione non deve essere attribuita all’influsso della città di Ebla, nonostante in letteratura ci si riferisca alla lingua come “eblaita”, poiché tale strato linguistico sembra essere già presente38. Il nome deriva dal fatto che l’unica fonte disponibile nella zona è la testimonianza scritta delle tavolette amministrative di Ebla.

A. Catagnoti distingue, grazie alle testimonianze dei testi di Ebla, Mari e Tell Beydar, “cinque regioni antroponomastiche: Ebla, Medio Eufrate da Mari a Tuttul, Harran e le zone pedemontane a nord di Aleppo, costa mediterranea (più difficile da riconoscere) e triangolo del Habur”39.

Grazie alle informazioni presenti nei testi amministrativi ritrovati negli Archivi di Ebla si può ricostruire l’assetto geo-politico della Siria, con le varie città autonome e quelle invece soggette a una qualche forma di tributo, sebbene non sempre i toponimi menzionati nei testi siano stati localizzati40.

La valle dell’alto Eufrate siriano41, sebbene in una posizione di semi-autonomia, era forse sotto l’influenza politica di Ebla, che doveva raggiungere la città di Carchemish42. La regione a sud di Carchemish era probabilmente il confine tra Ebla e Abarsal43. La posizione di quest’ultima città non è stata ancora con sicurezza identificata, si ritiene che possa trovarsi a

34KLENGEL1992: 23; LIVERANI2002: 208; CATAGNOTI2010: 460. 35CATAGNOTI2010: 463.

36CATAGNOTI2010: 465.

37CATAGNOTI 2010: 460. L’autrice distingue una lingua semitica arcaica, di cui fanno parte l’eblaita e

l’accadico, una lingua semitica meridionale, cosiddetta proto-amorreo, e le lingue non semitiche dei margini della Siria (CATAGNOTI2010: 464-465).

38LIVERANI2002: 209. 39CATAGNOTI2010: 460, 471. 40KLENGEL1992: 28; BONECHI1993.

41Per i centri lungo le rive dell’Eufrate da Emar a Carchemish e per la loro posizione politica si veda: MILANO,

ROVA2000: 729-732, con le relative note e bibliografia.

42BONECHI1993: 150; OTTO2006: 19; BUNNENS2007: 45; PELTENBURG 2013: 247-248. 43OTTO2006: 19; BUNNENS2007: 48.

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est o a nord-est della regione di Titriş o nella piana di Harran44. Invece il confine tra il potere eblaita e quello mariota potrebbe essere stabilito tra gli insediamenti di Emar e Tuttul, la moderna Tell Bi’a45. La città di Tuttul, fondata sulla confluenza tra l’Eufrate e il Balikh, aveva una posizione strategica dal punto di vista commerciale, poiché era esattamente sulla via che portava a Mari, ed aveva anche un ruolo ideologico di rilievo, essendo un centro di culto importante, per la presenza del santuario dedicato al dio Dagan. Tale centro sembra essere stato sotto l’influenza dell’insediamento medio eufratico di Mari46.

Negli anni di Irkab-Damu (2382/2381-2370 a.C.), il potere di Ebla sembra estendersi nella zona dell’Eufrate da Carchemish a Emar, fino all’area del Balikh, e a sud-est non oltre Tuttul47. Il confine meridionale dei domini diretti della città di Ebla sembra essere Hamat, la moderna città di Hama nella Siria centrale48. Tale ipotesi si basa sul fatto che nei testi non sembrano essere menzionate località più a sud soggette all’amministrazione centrale. La regione costiera, riparata dalla catena montuosa del Jebel Ansariye, non sembra essere stata sotto l’egida eblaita49. Nella parte settentrionale della Siria il dominio della città di Ebla non sembra si estendesse molto oltre la città di Aleppo, dove iniziava il territorio di altri Stati autonomi, come Khashuwa nella zona di Gaziantep50.

Durante la seconda metà del regno del re Irkab-Damu, contemporaneamente al regno del sovrano di Mari Enna-Dagan, il controllo dell’Alta Siria e dell’Alta Mesopotamia sembra essere diviso tra Ebla, nella regione di Aleppo, Nagar (Tell Brak) nella regione del Khabur e Mari sul corso del medio Eufrate51. Dopo la morte di Enna-Dagan di Mari, Ebla , governata da Išar-Damu con il sostegno in un primo periodo del ministro Ibrium e successivamente del ministro Ibbi-Zikir52, sembra acquisire una maggiore influenza sulla Siria nord-occidentale e sull’Alta Mesopotamia, come testimonierebbero i riferimenti a scambi di doni e di alleanze53. Si può infatti menzionare l’alleanza tra Ebla, Nagar (Tell Brak) e Kish contro la città di Mari, il cui scontro, in prossimità della città di Terqa sul Medio Eufrate, vide la vittoria della coalizione54.

44BUNNENS2007: 48-50. Per altre ipotesi di localizzazione si veda anche ARCHI, PIACENTINI, POMPONIO1993:

87-91; BONECHI1993: 8-10. In un recente articolo A. Archi avanza l’ipotesi di identificare Arbarsal con Tell Chuera (ARCHI2011: 5). 45WILKINSON ET AL. 2012: 149. 46ARCHI1993. 47MATTHIAE2010: 52. 48MATTHIAE2010: 52-53. 49LIVERANI2002: 209; MATTHIAE2010: 53. 50LIVERANI2002: 210. 51MATTHIAE2010: 53. 52ARCHI, BIGA2003: 9-10. 53SALLABERGER2011: 328. 54SALLABERGER2007: 422.

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Durante questo periodo vi potrebbero essere state comunque anche altre città di una certa importanza55. W. Sallaberger scrive che durante il corso del XXIV sec. a.C. si affacciano sul panorama storico-politico vari regni regionali in lotta tra loro per la supremazia, come Ebla, Armi, Nagar (Tell Brak), Mari, Kish, ed altri come Abarsal56. In risposta a questo periodo di conflitti molti siti si cingono di mura di fortificazione, come mostrano alcuni siti della valle dell’alto corso dell’Eufrate siriano57.

I testi eblaiti menzionano una certa città di Armi, che secondo una recente interpretazione dovrebbe essere stata obliterata dalla fondazione dei posteriori centri di Tell Banat/Tell Bazi58, contro cui i sovrani eblaiti si erano scontrati più volte molto probabilmente per estendere la loro influenza in quella regione59. Armi è stata interpretata anche come la Armanum dei testi reali accadici dell’epoca di Naram-Sin60.

E’ stata avanzata l’ipotesi che l’insediamento di Tell es-Sweyhat possa essere ricondotto al toponimo di Burman61, citato nei testi eblaiti. R.L. Zettler scrive che forse questo riferimento potrebbe non essere del tutto corretto, poiché Tell es-Sweyhat non corrisponderebbe alla descrizione di piccolo insediamento che sembra venga data nei testi62. Durante l’ultimo quarto del III millennio a.C. questo sito si ingrandisce arrivando ad occupare 10-15 ha, probabilmente in corrispondenza al declino del potere di Ebla63.

L’intera area sembra che abbia partecipato di un incremento del numero degli insediamenti, dovuti forse all’aumento dei campi coltivati e dei pascoli adoperati, probabilmente come riflesso di un’organizzazione centralizzata quale quella gestita da Ebla o da Mari64. Sebbene non ci siano chiari elementi di una sottomissione diretta di questa regione da parte della città di Ebla, si può però ipotizzare che questa area sia parte della periferia agro-pastorale soggetta a tributo della città65.

55BONECHI1990; MATTHIAE2010: 54.

56SALLABERGER2011: 328; si veda anche MATTHIAE2010: 52-53; LEBEAU2012: 309.

57PELTENBURG2013: 236-238. Come fa notare E. Peltenburg vi sono però alcuni siti della regione che già nella

prima metà del III millennio a.C. erigono sistemi di fortificazione (PELTENBURG2013: 238).

58Per la possibile identificazione di Tell Banat/Tell Bazi con la città di Armi, menzionata negli Archivi di Ebla

si veda: OTTO, BIGA2010. Contra ARCHI2011. Secondo A. Archi la città di Armi sarebbe da ricercarsi tra l’Eufrate e la moderna città di Urfa (ARCHI2011: 27).

59MATTHIAE2010: 54.

60ARCHI, PIACENTINI, POMPONIO1993: 168; BONECHI1993: 52-55; OTTO2006; OTTO, BIGA2010: 482. 61Per le varie ipotesi di localizzazione si veda inoltre: BONECHI1993: 82-83.

62ZETTLER 1997: 169.

63WILKINSON ET AL. 2012: 166. 64COOPER2006b: 66.

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Si è cercato di identificare il sito di Umm el-Marra, situato nella piana del Jabbul, nella città di Dub/Tuba, capitale di un piccolo regno durante i periodi di Bronzo Antico e di Bronzo Medio, anche se non vi è la certezza di tale corrispondenza66.

Nell’area della piana dello ‘Amuq recenti studi hanno riattribuito il toponimo A-la-la-hu, citato nei testi eblaiti come una località posta sotto il dominio di Ebla ma con un proprio re (malkum)67, a Tell Tayinat e non più ad Alalakh (Tell Atchana) come invece era stato affermato68. Infatti il sito di Tell Atchana mostra attestazioni di un insediamento databile alla fine del III millennio a.C., o alla transizione tra III e II millennio a.C., lasciando così scoperto proprio il periodo di pertinenza delle tavolette eblaite69.

Il sito di Tell Tayinat, così come sembra sia accaduto al sito di Tell es-Sweyhat, diviene il centro dominante nella regione dello ‘Amuq nella fase ‘Amuq J (corrispondente al Bronzo Antico IVB) solo in seguito alla caduta del potere centrale eblaita70. Si può inoltre notare che durante questa fase vengono meno alcuni centri dislocati sulla direttrice commerciale est-ovest in prossimità della valle dello Afrin, così altamente occupata durante il periodo ‘Amuq H, indicando probabilmente un crollo dei contatti con le regioni a est71.

Cronologicamente la fine del periodo del Bronzo Antico IVA viene comunemente connessa con la distruzione del Palazzo G di Ebla probabilmente ad opera della città di Mari72. Recenti analisi al radiocarbonio hanno permesso di individuare il 2340/2335 a.C. come la data più plausibile per la caduta della città73. La fine della Ville 2 di Mari era stata attribuita all’opera di un altro sovrano accadico, Naram-Sin (MC 2291-2236/2251-2196), nipote di Sargon, datandola tra il 2292 e il 2200 a.C. in accordo con le analisi al C1474. M. Lebeau scrive che combinando le date ricavate dalle analisi al radiocarbonio della Ville 2 sia possibile ricavarne un lasso temporale che va a coprire dal 2350 al 2300 a.C., con una media calibrata che sposta la data al 2335/2325 a.C., assegnando l’impresa al sovrano accadico Sargon (MC 2353-2314/2313-2274)75. I dati hanno comunque portato J.-C. Margueron a preferire una datazione più bassa, attribuendo la distruzione a Naram-Sin76.

66BONECHI1993: 107-109; ARCHI2006: 4, nota 4; SCHWARTZ2010: 376, nota 3; SCHWARTZ ET AL. 2012: 157. 67ARCHI2006: 4.

68BONECHI1993: 32.

69Per maggiori dettagli si veda YENER ET AL. 2005: 3-4; WELTON2011: 19; WELTON ET AL. 2011. 70WELTON2011: 21.

71WELTON2011: 20-21.

72ARCHI, BIGA2003: 34-35; SALLABERGER 2007 : 422 ; Idem 2011: 328; LEBEAU2012: 309. 73LEBEAU2012: 302-303, 308, 310.

74ARCHI, BIGA2003: 30; LEBEAU2012: 303, nota 3.

75LEBEAU2012: 303, 309. Per la distruzione di Mari ad opera di Sargon di Akkad si vedano: ARCHI, BIGA

2003: 33-34; CHARPIN2005: 1-2; SALLABERGER2011: 328-329.

76MARGUERON2004: 310-312; Idem 2007: 290-291, 295-296. Cf. ARCHI, BIGA2003: 30; LEBEAU2012: 303,

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M. Lebeau sottolinea come “The Ebla archive describes a world of regional powers (Mari, Armi, Kish, Nagar, Abarsal, Emar, Ibal, …) and not an integrated imperialistic kingdom under Akkadian domination”77; in effetti il quadro generale del periodo si inserisce meglio in un contesto di un incipiente impero accadico. A. Archi e M.G. Biga evidenziano come la situazione descritta dai testi del periodo di Naram-Sin mal si accosti con il quadro politico che invece emerge dai testi eblaiti. Sottolineano inoltre “the importance given to the capture of the king of Armanum, Rig-Hadda or Rid-Hadda, a name not belonging to the traditional onomasticon of the Ebla archives”, poteva aver rilievo solo dopo l’indebolimento della città di Ebla78.

Il capostipite della dinastia di Akkad79, Sargon (MC 2353-2314/2313-2274), dopo essersi incoronato re di Kish, conduce in un primo momento campagne militari verso il Golfo Persico, per assicurasi in un secondo tempo una posizione di rilievo all’interno della rete commerciale che coinvolgeva il porto di Dilmun (Bahrein), Megan (Oman) e Melukkha (valle dell’Indo)80. Rivolgendo il proprio sguardo verso il Medio Eufrate, Sargon, secondo le iscrizioni reali che ci sono pervenute, grazie alla concessione del dio Dagan di Tuttul, riesce a conquistare Mari, Iarmuti ed Ebla fino alla “Foresta di Cedri” (l’Amano o il Libano) e le “Montagne d’Argento” (il Tauro)81. In effetti il suo controllo diretto sul “paese alto” si ferma alla città di Tuttul, mentre nel “paese basso” può contare sul territorio mesopotamico del Golfo Persico, ed è solo attraverso le vie commerciali che riesce a raggiungere Megan, Melukkha, il Mediterraneo e l’Anatolia82.

I diretti successori di Sargon, Manishtushu e Rimush, lasceranno i primi segni di un governo accadico nella Alta Mesopotamia, rispettivamente ad Assur e Ninive il primo, e a Nagar/Tell Brak il secondo83. Inoltre impiegheranno le loro forze per sedare le rivolte di alcune città sumeriche e gli attacchi dell’Elam84.

Naram-Sin (MC 2291-2236/2251-2196), nipote di Sargon di Akkad, si proclamerà “re delle quattro parti del mondo”. L’impero di Akkad raggiungerà la sua massima espansione sotto questo sovrano, che si spingerà a consolidare i rapporti con l’Elam e a saccheggiare il

77LEBEAU2012: 303. 78ARCHI, BIGA2003: 30.

79La città di Akkad non è stata ancora localizzata, una delle ipotesi è che si trovi in prossimità della confluenza

del Adheim e del Tigri, a nord di Baghdad. Se questa dovesse essere la corretta localizzazione si andrebbe a sottolineare l’importanza dell’Alta Mesopotamia per i sovrani accadici, punto per le spedizioni verso il nord-est, il nord e l’ovest (SALLABERGER2007: 429-430).

80LIVERANI2002: 234.

81LIVERANI2002: 234; AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 278. 82LIVERANI2002: 234; AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 278. 83KLENGEL1992: 34; SALLABERGER2007: 424; Idem 2011: 329. 84LIVERANI2002: 236.

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paese di Megan (Oman)85. Le iscrizioni ci riferiscono che Naram-Sin ha conquistato il paese di Subartu (l’Alta Mesopotamia)86; testimonianza di ciò sono ad esempio il Palazzo di Naram-Sin a Tell Brak (l’antica Nagar/Nawar), nel Khabur87, e l’ “Unfinished Building” a Tell Leilan/Shehna (Tell Leilan IIb2), che sembra vadano a segnare il confine nord-occidentale dell’impero accadico, mentre il centro di Tell Mozan/Urkesh sembra essere un alleato indipendente88.

La dislocazione di una statua (Bassetki Statue) a nord-ovest di Mossul, suggerisce che l’area in prossimità del Tigri fosse parte dell’impero accadico89.

A Mari è attestata un copia paleo-babilonese di un’iscrizione e una coppa in bronzo con incisi i nomi di due figlie di Naram-Sin, in entrambi i casi il nome del sovrano non è ancora caratterizzato dal deificativo90.

Nel corso del suo regno, Naram-Sin si trovò a dover fronteggiare la rivolta (Great Revolt) di due sovrani della Bassa Mesopotamia, in prima battuta il sovrano Iphur-Kish di Kish e successivamente il sovrano Amar-girid di Uruk91. Dopo la sconfitta del sovrano di Kish, Naram-Sin rivolse la sua attenzione alla battaglia contro Amar-girid, che, per attaccare il sovrano accadico su due fronti, aveva cercato precedentemente di ottenere l’alleanza delle “Upper Lands” (molto probabilmente Alta Mesopotamia) e di Subartu, senza nessun risultato, poiché i governatori dell’Alta Mesopotamia e di Subartu rimasero fedeli al sovrano accadico92. Lo scontro finale ebbe luogo in prossimità del Jebel Bishri, alla conclusione del quale il sovrano Amar-girid fu fatto prigioniero, decretando la vittoria di Naram-Sin93.

Il processo di deificazione deve essere seguente la vittoria sulla “Great Revolt”94. Il deificativo compare sia su un mattone proveniente da Tell Brak che su un sigillo iscritto trovato a Tell Mozan/Urkesh, dove viene menzionata la figlia di Naram-Sin, Tar’am-Akkade, come moglie o nuora di un governante di Urkesh, unione che andava a consolidare molto probabilmente l’alleanza tra i due centri 95.

Il sovrano si fregia anche della conquista di Armanum ed Ebla, che gli diede accesso alle risorse della “Foresta di Cedri”, oltre al prestigio di aver sottomesso una città potente e

85LIVERANI2002: 240. 86SALLABERGER2007: 428.

87AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 278; SALLABERGER 2007: 425; Idem 2011: 330. 88SALLABERGER2007: 427; Idem 2011: 330. 89SALLABERGER2007: 428. 90SALLABERGER2007: 429. 91SALLABERGER2007: 426. 92SALLABERGER2007: 426. 93SALLABERGER2007: 426. 94SALLABERGER2007: 427. 95SALLABERGER2007: 427.

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rinomata quale doveva essere Ebla nel corso del Bronzo Antico IVA96. Purtroppo la distruzione di Ebla non permise ai sovrani accadici di acquisirne la rete e la struttura commerciale, ma solo di evitare un concorrente nei traffici. Tale atteggiamento riuscì a destabilizzare l’intera regione dando spazio alle pressioni nomadiche amorree (i Martu), già presenti nella regione97.

Sharkalisharri (MC 2235-2211/2195-2171) sembra essere l’ultimo sovrano accadico attivo in Siria; dopo di lui la lista reale sumerica porrà la crisi dell’impero e del potere di Akkad98. Ciò accadde ad opera dei Gutei, una popolazione proveniente dal Luristan (monti Zagros). Sembra comunque che quest’ultimo sovrano sia stato impegnato contro gli Amorrei in prossimità del Jebel Bishri (Mt. Basar)99, a un centinaio di chilometri a est della regione di al-Rawda, nella zona dei “marges arides”, come la definisce C. Castel, al limite dell’insediamento dei sedentari nelle steppe100.

In età neo-sumerica, dai testi amministrativi di Ur (III Dinastia di Ur, 2110-2003 a.C.)101si intravedono contatti con partners commerciali in Siria e mercanti presenti all’interno della città, come ad esempio mercanti provenienti da Ebla, che in questo periodo aveva probabilmente riconquistato un certo potere102, oppure messaggeri degli ensi di Tuttul, di Urshu103 nell’Alta Mesopotamia e di Biblo104. Tali città sembrano non dipendere dalla capitale imperiale, ma risulterebbero libere con dinasti locali autonomi, nonostante l’utilizzo del termine ensi. La città di Mari era molto importante nella rete dei commerci della III Dinastia di Ur. Il potere di questo centro era rimasto in mano alla linea di governatori, gli

shakkanakku, insediatisi dopo la caduta della città e che avevano mantenuto una posizione di

indipendenza105.

Nella Jezirah l’unico centro che mantiene contatti con la città di Ur è Tell Mozan/Urkesh106.

Tra la fine del III millennio a.C. e l’inizio del II millennio a.C. si può notare una contrazione nel numero di siti e nelle dimensioni (Tell es-Sweyhat e Selenkahiye)107, benché

96LIVERANI2002: 240; SALLABERGER2007: 429.

97LIVERANI2002: 240-241; AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 278. 98LIVERANI2002: 241.

99KLENGEL1992: 37; SALLEBERGER2011: 330.

100AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 278 ; CASTEL ET AL. 2004 : 28-33. 101SALLABERGER2007: 433.

102MATTHIAE2010: 194; SALLABERGER2011: 331.

103E’ stata proposta l’identificazione con Samsat Höyük, importante centro nel bacino Karababa (SALLABERGER

2007: 437).

104LIVERANI2002: 290. 105LIVERANI2002: 290.

106SALLABERGER2007: 440; Idem 2011: 331.

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quelli nei quali sia visibile una continuità d’occupazione presentino, a livello di cultura ceramica, una continuità anche negli assemblaggi. I vari corpora ceramici mostrano alcuni elementi tipici della tradizione precedente (come ad esempio gli impasti), talvolta con una sorta di evoluzione, ad esempio potrebbe essere considerato tale la morfologia dell’orlo verticale scanalato che andava a distinguere le giare da conservazione ritrovate negli ambienti di stoccaggio del Palazzo G e che in questo periodo sembra caratterizzarsi per un assottigliamento e per una posizione più verticale della parete interna all’orlo108. Altri elementi, come alcuni tipi di coppe leggermente carenate, sembrano invece preannunciare quelle che saranno le caratteristiche degli assemblaggi dell’inizio del Bronzo Medio I. Le attestazioni di tale continuità sono ad esempio fornite dal sito di Tell Afis, nel quartiere artigianale dell’area E3, dall’Edificio 2 di Tell Kabir relativo al periodo Banat I, dal cantiere A di Tell Amarna durante le fasi IV-III, dai contesti tombali sia di Saraqeb che di Ansari/Aleppo109.

Anche l’Alta Mesopotamia sembra partecipare di una diminuzione dei centri urbani110; W. Sallaberger scrive “The general process of the disappearance of urban centres in Upper Mesopotamia in the late Third Millennium suggests an ethnogenesis of Amorite nomads meaning that changing lifestyle of the former urban inhabitants of Upper Mesopotamia towards nomadism also included the adoption of the language of the nomads, Amorite”111.

Per alcuni studiosi, la contrazione, sia numerica che estensiva, dei siti sembra essere imputabile ad un peggioramento delle condizioni climatiche, che sarebbe causa dell’inaridimento delle terre e del consequenziale calo della resa agricola112. T.J. Wilkinson sottolinea come tale fenomeno possa aver almeno in parte contribuito alla destabilizzazione degli insediamenti, ma aggiunge che bisogna anche considerare le variazioni delle condizioni economico-politiche dei vari centri urbani113.

Lo stesso processo di contrazione e spopolamento dei centri avviene anche in alcune sub-regioni dell’Anatolia sud-orientale, sebbene alcuni siti mostrino una chiara continuità sia di occupazione che di cultura materiale114. Esempio di tale continuità è fornita dalla valle di

108FIORELLIin corso di stampa.

109Per il sito di Tell Afis si veda: FELLI, MERLUZZI2005; Eaedem 2008; per Tell Kabir: PORTER2007a; Eadem

2007b; per Tell Amarna: PONS2001; per il contesto tombale di Ansari/Aleppo si veda SULEIMAN1984; per la sepoltura ritrovata a Saraqeb si veda: SULEIMAN, GRITSENKO1986. Cf. MAZZONI2013: 48-50.

110ORSI2012: 80-83; WEISS2012.

111SALLABERGER2007: 450. Cf. SCHWARTZ2012: 259. 112KLENGEL1992: 38; WEISS1993: 47-50. Cf. ORSI2012: 82.

113WILKINSON ET AL. 2012: 181. Cf. AKKERMANS, SCHWARTZ2003: 282-284; SCHWARTZ2012. 114ERARSLAN2009: 272; ABAY2007: 410.

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Birecik-Carchemish115, anche se A. Erarslan nota come “Despite EB-MB occupational continuity, some settlements were abandoned in the Carchemish-Birecik valley and in the Gaziantep area for a while, continuing to be occupied at a later date. Although the exact reasons for the abandonment remain unknown, it is thought that some of them might be related to some probably exceptional flooding events respectively ca. 2300–2100 B.C.”116. Anche per l’area dell’Anatolia sud-orientale la sola motivazione climatica sembra non soddisfare a pieno tutte le domande, facendo volgere lo sguardo a quelle che sono le relazioni socio-politiche ed economiche delle varie regioni117.

1.2- Geografia dell’area indagata:

La documentazione di cui ho disposto in questo lavoro proviene da un’area geografica delimitata. I limiti che ho posto cercano di seguire quelle che sono le affinità dei caratteri culturali e storici oltre che geografici dell’intera area.

Il limite a nord è segnato dalla piana dello ‘Amuq, passaggio naturale tra la Siria nord-occidentale, la Cilicia (Tarso) e l’Anatolia in generale, attraverso la valle del Kara Su e dell’Afrin. I siti che contribuiscono alla documentazione di questa regione geografica sono Tell Judaidah, Tell el-Dhahab, Çatal Hüyük e Tell Tayinat.

L’alto corso dell’Eufrate siriano costituisce il limite orientale della mia indagine. I molti scavi archeologici resisi necessari dalla costruzione di due grandi dighe, la diga di Tabqa e la diga di Tishrin, sul corso dell’Eufrate hanno fornito molte informazioni su tutto il corso del III millennio a.C.118. I siti qui presi in esame sono frutto di una scelta operata sulla base del tipo di documentazione disponibile, cercando di prendere in considerazione sia alcuni siti sulla riva destra sia alcuni sulla riva sinistra. A.S. Jamieson nel 1993 scriveva che è possibile notare una differenza tra gli assemblaggi dei siti posti sulla riva ad est e quelli dei siti sulla riva ad ovest, dicendo che i siti, quali Tell Ahmar, Tell es-Sweyhat, Tell al-‘Abd, Tell Munbaqa, Halawa e Tawi, sembrano avere molti punti in comune con le regioni del Balikh e del Khabur, mentre i siti posti sulla riva occidentale, come Tell Hadidi, Habuba Kabira e Tell Selenkahiye, sembrano partecipare maggiormente delle tradizioni ceramiche della Siria nord-occidentale119.

115ERARSLAN2009: 273-276; MAZZONI 2013: 46. 116ERARSLAN2009: 276.

117ERARSLAN2009: 282-284, 286-287; cf. ABAY2007: 410. 118COOPER2006b: 5-26 ; PELTENBURG2007.

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Aggiunge inoltre che tali differenze non vanno comunque ad inficiare il carattere di sostanziale omogeneità della regione dell’alto Eufrate siriano120.

Il sito di Qatna, lungo il corso del fiume Oronte, nella Siria centrale interna, segna il confine meridionale.

La regione costiera, da Ras Shamra a Tell Sukas, e il Mar Mediterraneo concludono a occidente l’area presa in esame. Purtroppo i siti di Ras Shamra, Ras Ibn Hani, Tell Tweini, Tell Sianu e Tell Sukas forniscono spesso una documentazione scarsa o stratigraficamente poco affidabile, soprattutto per le informazioni riguardanti la prima metà del III millennio a.C. Ras Ibn Hani, ad esempio, mostra una sporadica presenza di frammenti databili al Bronzo Antico, non riconducibili ad un livello ben preciso121.

Le varie regioni geografiche che si vengono così a definire sono: lo ‘Amuq, la Siria nord-occidentale, compresa tra il fiume Oronte (Tell Qarqur), il fiume Quweiq (Tell Rifa’at e Ansari/Aleppo) e la piana del Jabbul (Umm el-Marra), con al centro i siti di Tell Afis, Saraqeb, Tell Tuqan e Tell Mardikh/Ebla, l’alto Eufrate siriano, Hama e Qatna nella Siria centrale interna e Al-Rawda, situato nella medesima regione ma al margine delle steppe, e la zona costiera (da Ras Shamra a Tell Sukas).

120JAMIESON1993: 77-78. La sostanziale omogeneità degli assemblaggi sembra far propendere E. Rova per una

considerazione dell’area come un’autonoma « ceramic province » (ROVA1996 : 24, 27-28), cf. MILANO, ROVA 2000.

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Fig. 1: Cartina della Siria centro nord-occidentale, compresa la regione dello ‘Amuq e l’alto Eufrate siriano.

Piana dello ‘Amuq (o piana di Antiochia)122:

Questa regione è dal 1939 parte del territorio turco. E’ percorsa dall’ultimo tratto del fiume Oronte ed è limitata ad ovest dalla catena montuosa dell’Amano. Questa catena è attraversata dal passo di Beilan, che mette in comunicazione la valle dello ‘Amuq con la Cilicia (via Iskenderun). A nord, la valle del fiume Kara Su, affluente dell’Oronte, apre una via di comunicazione con l’Anatolia sud-orientale. A est il passaggio naturale di Bab al-Hawa tra il Jebel Siman e il Jebel Barisha segna l’ingresso alla piana del Jazr, quindi alla regione di Tell Afis e di conseguenza a tutta la Siria nord-occidentale. Non mancano ovviamente i contatti con la zona costiera di Ras Shamra, raggiungibile attraverso la media valle dell’Oronte e la valle del Nahr al-Kabir, e quelli con Hama, attraverso la piana del Ghab.

122Le descrizioni dei quattro siti che forniscono la documentazione per la piana dello ‘Amuq provengono da

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Proprio per la sua posizione strategica ha giocato un ruolo molto importante come punto di contatto e di trasmissione di diverse culture ceramiche; la piana potrebbe aver agevolato, per la sua posizione di crocevia, la diffusione della cosiddetta Smeared Wash Ware, veicolata attraverso questo passaggio dall’Anatolia sud-orientale alla Siria nord-occidentale123. L’intera area è stata oggetto, oltre che di scavi stratigrafici, anche di prospezioni di superficie124.

Fig. 2: Distribuzione dei siti ricogniti nella piana dello ‘Amuq (da YENER ET AL. 2000: fig. 3)125.

123ROVA1989: 141-149.

124YENER ET AL. 2000; YENER ET AL. 2005.

125Si faccia inoltre riferimento alla “Appendix A: Gazeetter Sites” pubblicata da CASANA, WILKINSON2005:

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Tell Judaidah: il sito si presenta come una collina alta e grande (270x110 m di superficie e 27 m di altezza), i pendii a nord e a est si ergono ripidi sul piano di campagna, mentre quelli a ovest e a sud presentano un declivio più dolce. Ai piedi del versante nord si trova una sorgente e su quello orientale un ruscello, il Nahr al-Judaidah, che sgorga dalla sorgente vicina.

Tell Dhahab: il sito è una piccola collina approssimativamente circolare alta solo 10 m. Ha un’area di circa 40+x60x30+ m. E’ situato a circa 200 m a ovest della sorgente presso la base del sito di Tell Judaidah.

Çatal Hüyük: il sito si mostra come una grande ed alta collina, che copre una superficie di 400x250 m e raggiunge un’altezza di 30 m. E’ posto sulla riva sinistra del fiume ‘Afrin.

Tell Tayinat: il sito, di grandi dimensioni (536x270 m), si caratterizza per un’altezza modesta, infatti è alto 14 m. Sorge a 1,4 km a est dell’ansa del fiume Oronte e a circa 20 km a est-nordest di Antiochia.

Siria nord-occidentale dall’Oronte alla piana del Jabbul126:

Questa regione funge da via di comunicazione tra l’Eufrate e il Mar Mediterraneo; può essere percorsa come direttrice verso sud lungo il Nahr el-Quweiq e la depressione del Matkh fino alle steppe orientali, oppure lungo il corso del fiume Oronte, che nasce in Libano fino a sfociare nella piana dello ’Amuq, vicino ad Antiochia127. Una delle caratteristiche che ha forse permesso l’occupazione di questa regione in modo ininterrotto per millenni potrebbe essere la varietà di risorse e la possibilità, attraverso una posizione di collegamento tra diverse regioni, di scambiare e veicolare sia prodotti finiti che materie prime. L’intera regione è stata oggetto di numerose surveys; l’analisi e lo studio dei dati emersi da tali indagini hanno arricchito il corpus delle informazioni inerenti la frequentazione dell’area su un vasto arco cronologico128.

126Per le descrizioni morfologiche dei vari siti si veda per Tell Qarqur: COURTOIS1973: 88; per il sito di Tell

Mastuma: WAKITA ET AL. 1994; Tell Afis: CIAFARDONI1992: 37; MAZZONI1998: 5; Saraqeb: SULEIMAN, GRITSENKO1986: 57; Tell Tuqan: BAFFI2006: 9; CERAUDO, DI GIACOMO, SCARDOZZI2008: 202-207; per Tell Mardikh/Ebla: MATTHIAE1995: 38-41; per Tell Rifa’at: SETON WILLIAMS1961: 69-70; MATTHERS1981a: 17; Ansari/Aleppo: SULEIMAN1984: 1; per Umm el-Marra: TEFNIN1979: 71-72.

127MAZZONI2002: 70.

128Per la valle del medio Oronte si veda: COURTOIS1973; per i territori circostanti il sito di Tell Mastuma, Jebel

Zawiye: TSUNEKI1994; per l’area del Ruj: IWASAKI, TSUNEKI2003; per l’area della piana del Jazr, circostante il sito di Tell Afis: CIAFARDONI 1992: 37-74; GIANNESSI2000: 49-50; MAZZONI2000b: 47-48; Eadem 2005: 5-14;

Eadem 2006a: 381-392; DELLA LENA GUIDICCIONI, DEVOTO, FIORELLIin corso di stampa; per l’area circostante il Narh el Quweiq: MATTHERS1981b; per la depressione del Matkh: LIVERANI1965; per il sito di Tell Tuqan: CERAUDO, DI GIACOMO, SCARDOZZI2008; per la piana del Jabbul: SCHWARTZ ET AL. 2000: 447-457. Il sito di Ebla e la regione circostante sono al centro del progetto Ebla Chora, che si intitola “The early state and its chora. Towns, villages and landscape at Ebla in Syria during the 3rd Millennium BC. Royal archives, visual and material culture, remote sensing and artificial neural networks”. Tale progetto si propone il fine di indagare, attraverso un ampliamento dello studio dei territori circostanti, come sia sorto e come si sia strutturato lo stato regionale eblaita, utilizzando indagini di superficie, telerilevamento e analisi geo-morfologiche, in aggiunta ai dati di scavo, epigrafici, archeometrici e archeobiologici.

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Fig. 6: Distribuzione dei siti della piana del Jazr indagati da surveys (da DELLA LENA, DEVOTO, FIORELLIin corso di stampa).

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Fig. 8: Distribuzione dei siti della piana del Jabbul dal Tardo Neolitico alla fine del Bronzo Antico (da SCHWARTZ ET AL. 2000: figs. 18, 20).

Tell Qarqur: il sito si presenta composto da due collinette, una più piccola a nord e una più grande a sud, la collina più alta misura 30 m sul livello della piana. Sorge sulla riva orientale

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del fiume Oronte, nella fertile valle del Ghab. Sul lato orientale sono visibili il Jebel Zawiye e la depressione del Ruj (Fig. 3).

Tell Mastuma: ha una forma approssimativamente triangolare. Tale morfologia sembra essere dovuta alla ripidità del pedio meridionale che ne ha limitato lo sviluppo. E’ situato a circa 5 km a sud dalla moderna città di Idlib (Fig. 4).

Tell Afis: il sito ha una forma piuttosto circolare (570x500 m) e va a coprire una superficie di circa 23 ha. L’acropoli è visibile nella parte occidentale della collina, mentre la città bassa si estende a sud di questa. Tell Afis si colloca su una terrazza alta 20 m a sud della piana alluvionale del Jazr (Fig. 6). Quest’ultima è delimitata a nord dal passaggio naturale di Bab el Hawa, che si apre tra il Jebel Siman a nord-est e il Jebel Barisha a nord-ovest, e che funge da “porta” verso la piana dello ‘Amuq. A occidente il limite è marcato dal Jebel Barisha e a sud-ovest dalle ultime propaggini del Jebel Zawiye, separati tra di loro dalla depressione del Ruj. A est e a sud-est vi è la depressione del Matkh. Il sito dista 11 km dall’antica città di Ebla.

Saraqeb: è una città moderna nella regione di Idlib, edificata sulla direttrice per Aleppo. Si trova subito a sud del sito di Tell Afis e a pochi chilometri a nord di Tell Mardikh. In questa città è stata scoperta, durante dei lavori di canalizzazione, una tomba databile alla fine del III millennio-inizio II millennio a.C.

Tell Tuqan: il sito, dalla forma ovoidale, ha una superficie di 27 ha e misura 650x500 m (con un asse sud-sudovest e nord-nordest). La sua altezza massima è di circa 30 m. Tell Tuqan presenta un’acropoli decentrata a sud-ovest dalla quale si apre la città bassa. E’ situato nella depressione del Matkh, dove si impaludano le acque del Nahr el-Quweiq. Il sito dista 14 km da Tell Mardikh in direzione ovest-sudovest, e verso nord-ovest 16 km da Tell Afis.

Tell Mardikh/Ebla: il sito copre una superficie di circa 56 ha. Si presenta come una collinetta circolare posizionata all’incirca al centro di una vasta città bassa, circondata a sua volta da un anello con pareti piuttosto ripide (quella che è stata riconosciuta come la cinta muraria). Il tell ha un diametro di circa 170 m ed un’altezza massima di 431 metri sul livello del mare. La città bassa ha una maggiore estensione verso nord e nord-ovest e verso sud e sud-est. Il sito si trova a circa 60 km a sud della città di Aleppo.

Tell Rifa’at: il sito ha una forma ovale di 250x233 m ed un’altezza massima di 30 m. I pendii del tell sono molto ripidi. L’acropoli è posta approssimativamente al centro del sito e ha una superficie di 142x142 m, la cinta muraria racchiude una superficie di circa 89 ha. Tell Rifa’at sorge sull’altopiano tra il Jebel Siman e il Nahr el-Quweiq, a 35 km a nord dalla città (Fig. 7) di Aleppo.

(27)

Ansari/Aleppo: Ansari, situato sul lato sud-ovest della città di Aleppo, è composto da un insediamento e un ossario129, distante circa 120 m.

Umm el-Marra: il tell, alto 10 m e con un diametro di poco più di 100 m, è posizionato nella parte sud-est di una grande ellisse, orientata nordovest-sudest. Il limite dell’ellisse è costituito da un rampart alto al massimo 10 m e lungo 2 km. La città bassa, che si estende tra l’acropoli e il rampart, è molto vasta, soprattutto verso nord-ovest ed ha un’altezza media di 3 m sul livello della piana. Il sito si colloca a nord-est del lago del Jabbul, nella cosiddetta piana del Jabbul (Fig. 8), a metà strada tra Aleppo e l’Eufrate.

L’alto corso dell’Eufrate siriano130:

La regione dove l’Eufrate scorre dalla stretta di Birecik a sud sino all’antico sito di Emar costituisce un’unità, oggi divisa dal confine tra Siria e Turchia. L’ambiente favorevole, sia per l’agricoltura, la pastorizia, che per la caccia, e la possibilità di un traffico fluviale hanno posto le condizioni per il fiorire di numerosi insediamenti sia sulle rive che sulle alte terrazze131. Bisogna però notare come la maggior parte dei siti siano stati costruiti sulle terrazze fluviali così da essere protetti dalle inondazioni stagionali132. La navigabilità dell’Eufrate ha permesso di mettere in comunicazione il sud della Mesopotamia con la parte settentrionale della Siria e con l’Anatolia. Durante il periodo Tardo Uruk (seconda metà del IV millennio a.C.) veniva usato per i commerci su lunga distanza, alla ricerca del legname e del rame del Tauro orientale, con la creazione di avamposti commerciali (come Hassek Hüyük) o di vere e proprie “colonie” (ad esempio Habuba Kabira), diventando veicolo di diffusione della “cultura di Uruk” (i cui indicatori sono le cosiddette Beveled-Rim Bowls)133. Invece nel corso della seconda metà del III millennio a.C. un ruolo importante verrà giocato dal centro di Tuttul, posto sulla confluenza tra il Balikh e l’Eufrate134. Tale centro era oggetto di contesa tra le città di Ebla e Mari, al fine di potersi garantire il controllo del passaggio a sud verso Kish e a nord verso l’alto Eufrate.

129A. Suleiman lo definisce come una tomba collettiva utilizzata durante il periodo sia del Bronzo Antico

(IVA-B) che del Bronzo Medio (SULEIMAN1984: 1)

130Le descrizioni dei siti presi in esame lungo il corso dell’Eufrate nord-siriano provengono da: COOPER2006b:

47-58; per l’area dell’odierno Lago Assad da WILKINSON2004: 199; REICHEL 2004: 223-224, 231, 233, 236-238, 244-246, 248-249; per Jerablus Tahtani: PELTENBURG1999: 97; per Tell Shiyukh Tahtani: FALSONE1999: 137; per Tell Amarna: TUNCA1999: 129; per Tell Ahmar: ROOBAERT, BUNNENS1999: 163; per Qara Quzaq: VALDÉS PEREIRO1999: 117; per Tell Banat, Tell Banat North e Tell Kabir: PORTER1995a: 125; MCCLELLAN, PORTER1999: 107; per Tell Bazi: EINWAG, OTTO1999: 179-180; per Tell es-Sweyhat: DANTI, ZETTLER1998: 213; HOLLAND 2006a: 1; per Emar: FINKBEINER1999-2000: 6. Alcuni dati inerenti alla superficie occupata dai siti dell’alto Eufrate siriano provengono da WILKINSON ET AL. 2012: 144.

131COOPER2006b: 2-3, 27-29. 132COOPER2006b: 52-53.

133LIVERANI 1998: 97-106; Idem 2002: 141-156. 134ARCHI1993; MATTHIAE2010: 48-63.

(28)

Gli insediamenti lungo il corso del Medio Eufrate mostrano dimensioni contenute, i più grandi siti durante il periodo del Bronzo Antico misuravano tra i 40 e i 56 ha. E’ stato osservato come la massima espansione sembra sia stata raggiunta durante il terzo quarto del III millennio a.C.135

Jerablus Tahtani: si presenta come una ripida collina a forma ovoidale di circa 180x220 m e ha un’altezza massima di 16 m. La parte meridionale del sito tende ad abbassarsi verso la valle. Tale forma sembra essere caratteristica di molti siti in prossimità della diga di Tishrin. Durante il periodo del Bronzo Antico la sua superficie è stata stimata in 1,5 ha. Jerablus Tahtani è posizionato sulla riva occidentale dell’Eufrate a 5 km a sud da Carchemish, sulla riva opposta rispetto a Tell Shiyukh Tahtani.

Tell Shiyukh Tahtani: il sito ha una forma conica che copre un’area di circa 6 ha ed ha un’altezza di 17 m. La Città Bassa, posta a sud-est, misura circa 240 m. L’occupazione del sito durante il Bronzo Antico dovrebbe essere limitata alla sola collina (100x120 m) con una superficie totale di 1,2 ha. Tell Shiyukh Tahtani sorge nella piana alluvionale sulla riva orientale dell’Eufrate, a nord di Tell Ahmar.

Tell Amarna: il sito ha una forma ovoidale ed un’altezza di circa 20 m; sia a est che a nord è limitato dallo Wadi Amarna. La sua superficie durante il Bronzo Antico sembra essere stata di 3 ha, corrispondente anche alla sua massima espansione. Tell Amarna è situato a 8 km a sud di Carchemish.

Tell Ahmar: dall’aspetto semicircolare, copre una superficie di circa 50 ha (durante il Bronzo Antico sembra aver coperto un’area di soli 2 ha) e ha un diametro di circa 1200 m. Il sito si compone del vero e proprio tell, di una terrazza naturale a ovest di quest’ultimo (“middle city”) e a nord di una larga e semicircolare città bassa. Tell Ahmar è situato sul margine di una terrazza sulla riva orientale dell’Eufrate.

Qara Quzaq: appare come una piccola collina dalla forma conica ovoidale, con un’altezza di circa 20 m e un diametro massimo di 150 m. La superficie del sito durante il III millennio a.C. è stata stimata in 0,8 ha, inoltre durante questo periodo il sito sembra non aver avuto una forma ovale, ma bensì fosse composto da due terrazze, una in alto sulla sommità del tell ed una in basso, più piccola, sul pendio meridionale. Qara Quzaq sorge sulla riva orientale dell’Eufrate.

(29)

Fig. 9: Complesso insediamentale del sito di Tell Banat (da PORTER, MCCLELLAN1998: fig. 1).

Tell Kabir: si presenta come una collinetta regolare e bassa con una superficie di 2,3 ha ed una altezza di 12 m. Tell Kabir sorge sulla riva orientale dell’Eufrate e si trova a 800 m subito ad ovest di Tell Banat.

Tell Bazi: è costituito da una cittadella e da una città bassa. La cittadella misura approssimativamente 200 m di diametro e 60 m in altezza. La città bassa si estende a nord e a ovest dell’acropoli. La parte settentrionale della città bassa è coperta dalle abitazioni moderne di Tell Banat, mentre la parte occidentale, “Weststadt”, è occupata dai resti di un insediamento databile alla fine del Bronzo Tardo. Tell Bazi è la parte alta di un sito molto più grande che comprende sia Tell Banat che Tell Banat North136. Il sito è situato sulla sponda orientale dell’Eufrate ed è circondato da un territorio fertile.

Tell Banat137: ha una superficie di 25 ha. Il sito, posto sulla rive orientale dell’Eufrate, dista solo 800 m ad est da Tell Kabir.

Tell Banat North: è una collina artificiale conica chiamata “White Monument”; nella sua fase finale si presenta con un diametro di 100 m e un’altezza di 20 m.

136OTTO, BIGA2010: 487.

(30)

Fig. 10: Distribuzione dei siti nel territorio circostante Tell es-Sweyhat e ricogniti negli anni 1974 e 1991 (da WILKINSON2004: fig. 7.1)138.

Tell es-Sweyhat: il sito, sulla riva est dell’Eufrate, si compone di una collina con un altezza massima di 15 m, che copre una superficie di 5-6 ha e di una città bassa con una ampiezza di 700x600 m (circa 31 ha). Il sito infatti sembra avere durante le prime fasi del Bronzo Antico una superficie di 5-6 ha, espandendosi a 10-15 ha durante la seconda metà del III millennio a.C., fino a raggiungere alla fine del millennio i 40 ha totali, includendo anche l’area a sud oltre le fortificazioni. Tale espansione sembra essere la maggiore mai raggiunta dal sito. L’intera area circostante è stata indagata attraverso prospezioni di superfice139(Fig. 10). Il sito sorge a 95 km a nord-est da Aleppo e a 62 km a sud di Carchemish.

138Per la lista dei siti indagati attraverso prospezioni di superficie si veda anche la “Appendix A: Sweyhat

Survey Site Catalog” (WILKINSON2004: 199-222) e la “Appendix B: Site Gazetteer” (REICHEL2004: 223-262).

(31)

Tell Hadidi: è composto da due tell, uno alto a ovest ed uno più basso a est. Il sito durante il Bronzo Antico copre una superficie di circa 56 ha. Tell Hadidi si eleva sulla riva occidentale dell’Eufrate, sopra il margine della terrazza a circa 27 m di altezza dalla piana alluvionale.

Halawa Tell B: le dimensioni del sito sono approssimativamente 140x100 m e copre una superficie di 1,4 ha. Halawa Tell B si trova sulla riva orientale dell’Eufrate ed è limitato sul versante settentrionale e meridionale da gole. Il sito dista circa 400 m nord-nordovest da Halawa Tell A.

Halawa Tell A: misura circa 450x350 m ed ha una superficie di 15,75 ha. Il sito si colloca sulla riva est dell’Eufrate su una collina che è parte di una terrazza fluviale. Il lato orientale scende in modo ripido verso il margine del fiume, mentre un profondo wadi protegge il sito sul lato settentrionale. Halawa Tell A si trova a circa 400 m sud-sudest dal sito di Halawa Tell B.

Selenkahiye: il sito ha una forma pressoché rettangolare, basso e lungo, con un’altezza di circa 5 m. L’area fortificata misura 520x200 m con una superficie di 10,40 ha. All’esterno delle fortificazioni, a circa 220 m in direzione ovest, vi sono resti di abitazioni databili alla fine del III millennio a.C. Il sito nel suo complesso andrebbe così ad avere una superficie totale di 12-15 ha. Selenkahiye appare sulla riva occidentale del fiume, a circa 8,5 km a nord-est di Tell Meskene/Emar e a 4 km ovnord-est-sudovnord-est di Halawa Tell A, sul margine di una bassa terrazza fluviale.

Tell Meskene/Emar: sembra raggiungere nel corso del III millennio le dimensioni di 37 ha. Tale superficie è solo ipotetica poiché il sito del III millennio a.C. è stato fortemente disturbato dai resti degli abitati delle fasi storiche successive. I pendii ad ovest e a sud discendono in modo ripido, mentre i versanti orientale e settentrionale digradano dolcemente. A nord, dietro la parte bassa del tell, scorre con andamento ovest-est uno wadi, che gira a settentrione e sfocia in una bassa baia. L’angolo nord-ovest del sito si presenta come un’isola. Emar è posto su una collina naturale sulla riva occidentale dell’Eufrate.

Hama e la Siria centrale interna140:

Hama: il tell è alto 46 m e copre una superficie di 400x300 m. Il sito sorge in una posizione molto favorevole, sia perché sulla direttrice nord-sud della Siria sia per la fertilità della sua regione, dovuta al fiume Oronte, su un’ansa del quale il sito si erge.

140Per le descrizioni dei siti nella regione della Siria centrale interna si veda per Hama: FUGMANN1958: 1-4; per

le informazioni inerenti il sito di Mishrifeh: AL-MAQDISSI, BONACOSSI2005: 10-13; per il sito di Al-Rawda: CASTEL ET AL. 2008: 6, 34.

(32)

Mishrifeh/Qatna: ha una forma sostanzialmente circolare che riconduce alla forma di siti quali al-Rawda a nord-est e Ebla a nord. Il sito sorge su un plateau calcareo sul margine orientale della valle dell’Oronte, ai bordi della steppa semiarida della Shamiyah. E’ al centro di una piana segnata da tre wadi, a est del sito vi è il Wadi Mydan, a ovest il Wadi Slik e al centro si trova il Wadi Zorat. Questi wadi dovevano essere affluenti dell’Oronte e scorrevano verso nord. Attorno alla metà del III millennio a.C. il sito di Mishrifeh occupava quasi tutto il plateau calcareo arrivando a una superficie di circa 25 ha.

Al-Rawda: il sito ha una forma circolare con un doppio rampart e un doppio fossato. Occupa una superficie totale di 18-20 ha. La regolarità dell’impianto della città fa pensare a una costruzione pianificata. Al-Rawda è situato nella zone delle steppe a nord del Jebel Bal’as e a circa 70 km a nord-est dal sito di Qatna.

La costa siriana da Ras Shamra a Tell Sukas:

La zona presa in considerazione si estende dal sito di Ras Shamra al sito di Tell Sukas. La costa è sostanzialmente separata dalla valle dell’Oronte dal Jebel Ansariye, anche se raggiungibile attraverso la valle del Nahr al-Kabir.

Ras Shamra: il tell ha una forma grosso modo quadrangolare e misura 550x510 m. Il sito è sicuramente meglio noto per la documentazione che fornisce per il periodo del Bronzo Tardo, sebbene siano state ritrovate anche attestazioni di un’occupazione nel corso del III millennio a.C. Ras Shamra sorge a 10 km dalla moderna città di Latakia.

Ras Ibn Hani: il sito si trova su una lingua di terra protesa verso il mare, a 5 km a sud-ovest da Ras Shamra.

Tell Tweini141: si caratterizza per una forma approssimativamente a pera (350 m lungo l’asse est-ovest e 290 m lungo quello nord-sud) e ha un’altezza di 15-20 m sul piano di campagna. Tell Tweini è a 1,5 km dal Mar Mediterraneo, alla congiunzione di due fiumi, di cui uno navigabile. Ricerche geomorfologiche hanno suggerito che un tempo il sito si affacciasse direttamente sul mare, avendone così diretto accesso.

Tell Sianu142: il tell ha una forma ovale e si erge a 145 metri sul livello del mare. Tale elevazione gli garantisce una posizione molto favorevole per il controllo della piana di Qal’at er-Rus (a nord) fino a Arab el-Mulk (a sud). Tell Sianu si trova nella fertile piana del Jebleh a 7,5 km verso l’interno dalla città di Jebleh.

141BRETSCHNEIDER, VAN LERBERGHE2008: 11. 142AL-MAQDISSI2006: 229.

Figura

Fig. 1: Cartina della Siria centro nord-occidentale, compresa la regione dello ‘Amuq e l’alto Eufrate  siriano.
Fig. 2: Distribuzione dei siti ricogniti nella piana dello ‘Amuq (da Y ENER ET AL . 2000: fig
Fig. 4: Distribuzione dei siti nel territorio circostante Tell Mastuma (da W AKITA ET AL
Fig. 5: Distribuzione dei siti del bacino del Ruj (da I WASAKI , T SUNEKI 2003: fig. 2).
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