Oristano – Pag. 9 18 marzo 2007
Cremone: «Bloccate le discariche dei gessi»
PORTOSCUSO. L’ex presidente della commissione comunale ambiente, Angelo Cremone, ha chiesto al commissario straordinario di chiedere al presidente della giunta regionale, Renato Soru, di bloccare l’iter delle autorizzazioni per la discarica preliminare e sotterranea dei gessi e delle ceneri delle centrali Enel di Portovesme. «La Carbosulcis - ha detto Cremone - in dispregio delle considerazioni del consiglio comunale di Portoscuso sta cercando di ottenere le autorizzazioni per due discariche che a parere di molti costituiscono una seria minaccia per la salute degli abitanti di Nuraxi Figus e di Portoscuso. Proprio in questi giorni Sardegna Ricerche che ha aperto una sede a Monteponi ha “certificato” la pericolosità delle polveri sottili che la società mineraria vorrebbe allocare a poche decine di metri dall’abitato di Nuraxi Figus. Data la gravità dell’iniziativa invito il commissario straordinario ad evitare incoraggiamenti a questo processo. Per correttezza il commissario dovrebbe attenersi alle conclusioni del consiglio comunale che ha bocciato un progetto che vuole mettere sostanze radioattive a meno 400 e in un’area dove le falde acquifere sono già degradata dai veleni delle industrie di Portovesme. Secondo Cremone l’affare discariche è stata la molla che ha fatto cadere la giunta Atzori. «Ci sono fortissimi interessi dietro questa operazione - insiste Angelo Cremone - e i poteri forti in questi casi spingono con determinazione. Carbosulcis ha concluso l’indagine garantendo che le falde acquifere non entreranno in contatto con le ceneri e i gessi delle centrali ma non ci ha mai spiegato dove andranno a finire le acque di falda quando la miniera chiuderà l’attività. Abbiamo chiesto alla Carbosulcis esempi applicativi della tecnica proposta per interrare le ceneri e i gessi ma non ha ancora dato risposta: non esiste infatti in tutto il pianeta un solo esempio di discariche sotterranee per gessi e ceneri. C’è un solo esempio e riguarda le miniera di salgemma dove da milioni di anni non si avverte un filo d’acqua altrimenti il sale si sarebbe sciolto».
(e.a.)