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COMUNE DI SAN GIMIGNANO Provincia di Siena

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COMUNE DI SAN GIMIGNANO Provincia di Siena

VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n. 74 del 10/05/2018

OGGETTO: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO.

APPROVAZIONE.

L’anno duemiladiciotto, il giorno dieci del mese di maggio alle ore 16:45 presso questa sede comunale, a seguito di apposito invito diramato dal Sindaco, si è riunita la Giunta Comunale.

Dall'appello nominale risultano presenti:

BASSI GIACOMO

GUICCIARDINI NICCOLO' GAROSI ILARIA

TADDEI CAROLINA ANTONELLI MARCO

Sindaco Vice Sindaco Assessore Assessore Assessore

Presente Assente Presente Presente Presente

Presiede il Sig. BASSI GIACOMO, Sindaco.

Assiste e cura la redazione del presente verbale il Dott. COPPOLA ELEONORA, in qualità di Segretario.

Essendo legale il numero degli intervenuti, il Sindaco dichiara aperta la seduta per la

trattazione dell'oggetto sopra indicato.

(2)

Oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO.

APPROVAZIONE.

LA GIUNTA COMUNALE Premesso che:

-la Legge n. 67 del 28 aprile 2014 “Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili” all’art. 4 relativo alla "Sospensione del procedimento con messa alla prova" sancisce che il programma di trattamento «in ogni caso prevede: le modalità di coinvolgimento dell’imputato, nonché del suo nucleo familiare e del suo ambiente di vita nel processo di reinserimento sociale, ove ciò risulti necessario e possibile; le prescrizioni comportamentali e gli altri impegni specifici che l’imputato assume anche al fine di elidere o di attenuare le conseguenze del reato, considerando a tal fine il risarcimento del danno, le condotte riparatorie e le restituzioni, nonché le prescrizioni attinenti al lavoro di pubblica utilità ovvero all’attività di volontariato di rilievo sociale e le condotte volte a promuovere, ove possibile, la mediazione con la persona offesa»;

- lo Statuto della Regione Toscana definisce all’art. 3 comma 2 che “La Regione opera al fine di realizzare il pieno sviluppo della persona e dei principi di libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà, rispetto della dignità umana e dei diritti umani”;

- il Piano sanitario e sociale integrato regionale 2012-2015, approvato con DCR n. 91 del 5 novembre 2014, in particolare il par. 2.2.4.2. "Sostegno al reinserimento", prevede -fra le azioni rivolte alle persone in esecuzione di pena la "realizzazione di misure finalizzate a garantire il recupero della cultura della legalità e ad accompagnare i percorsi di inclusione socio-lavorativa, quali il sostegno formativo, culturale, sociale e lavorativo adattato alle loro esigenze, per fascia di età e caratteristiche; inoltre su questo punto si vuole sottolineare l’orientamento fortemente educativo, incentrato sul recupero della legalità, che deve improntare tutte le azioni rivolte ai minori sottoposti a provvedimenti restrittivi, per cui si privilegia lo strumento della mediazione penale minorile con l’obiettivo di individuare soluzioni organizzative funzionali alla diffusione delle esperienze già presenti";

- il 6/02/2017 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per l’ “Attuazione del Progetto MEF”

tra Regione Toscana, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Toscana e l’Umbra, Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna della Toscana e dell’Umbria, Centro di Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria, Associazione APAB, Associazione ALETEIA Studi e Ricerche Giustizia Riparativa e Mediazione, di cui alla Delibera Giunta regionale n° 1128 del 15.11.2016;

Dato atto che:

- in attuazione al sopracitato Protocollo regionale per l’“Attuazione del Progetto Mef” del 6 febbraio 2017 è stato elaborato un protocollo operativo che ha come obiettivo la predisposizione della metodologia del “Sistema MEF – Mediazione e Formazione” per il territorio della Provincia di Siena;

-il progetto “Sistema MEF” intende sperimentare una metodologia integrata di mediazione,

attività riparative e formazione rivolta a soggetti, minori o adulti, imputati o condannati. La

proposta prevede la costituzione di un Centro di Orientamento che indirizzi le parti in base

alle specifiche esigenze, facilitando l’accesso ai percorsi riparativi, di accompagnamento al

lavoro, in un’ottica trattamentale di responsabilizzazione e con l’obiettivo di una

diminuzione della recidiva. La proposta prevede inoltre la realizzazione di alcuni incontri di

conference rivolti ai soggetti detenuti sui temi attinenti la giustizia riparativa e la

mediazione penale, oggetto del presente protocollo;

(3)

- rispetto all’iter degli interventi di mediazione penale (modalità di segnalazione, metodologia, criteri di fattibilità, ecc.) saranno organizzati degli incontri in cui condividere le specifiche esigenze dei servizi coinvolti;

Dato atto che è volontà di questa Amministrazione impegnarsi nella realizzazione del suddetto progetto che perseguirà l’obiettivo di aumentare il livello di sicurezza sociale dei propri cittadini, promuovendo la partecipazione attiva dei singoli e dell’ente locale ad azioni di giustizia riparativa, che possano consentire di abbattere la recidiva e prevenire ulteriori reati;

Considerato che i Comuni coinvolti alla realizzazione di tale progetto si impegnano a collaborare attraverso le seguenti azioni:

- individuare presso i propri uffici le posizioni atte allo svolgimento delle attività previste dal presente protocollo;

- aggiornare l’elenco degli uffici ospitanti;

- coordinare gli uffici ospitanti;

- comunicare il nome della persona di riferimento presso l’ufficio ospitante, che terrà il registro (tutor);

- curare l’apertura della posizione INAIL per il soggetto che svolge il LPU e comunicare all’ufficio ospitante le modalità in caso di infortunio;

Visto lo schema di protocollo operativo per l'attuazione del progetto MEF nel territorio di competenza dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Siena di Siena e Grosseto (a seguito denominato UEPE) tra la Società della Salute Senese (Sdss), i Comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Casole d'Elsa e Radicondoli, la Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA), la Società della Salute Altavaldelsa, l'UEPE, la Casa Circondariale di Siena, la Casa di Reclusione di San Gimignano, il Centro per la giustizia minorile per la Toscana e l’Umbria (CGM), lAssociazione “Apab” e l'Associazione “Aleteia”;

Dato atto che il suddetto protocollo d'intesa avrà una durata di cinque anni a partire dal momento della sottoscrizione e potrà essere rinnovato per analoghi periodi con dichiarazione espressa delle parti mediante scambio di corrispondenza;

Acquisito, ai sensi dell'art. 49, comma 1, del D.Lgs. 267/2000, il parere favorevole espresso dal responsabile interessato in ordine alla regolarità tecnica;

Con voti favorevoli unanimi, espressi nelle forme di legge;

DELIBERA

1. di approvare lo schema del protocollo operativo per l'attuazione del progetto MEF nel territorio di competenza dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Siena di Siena e Grosseto (a seguito denominato UEPE) tra la Società della Salute Senese (Sdss), i Comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Casole d'Elsa e Radicondoli , la Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA), la Società della Salute Altavaldelsa, l'UEPE, la Casa Circondariale di Siena, la Casa di Reclusione di San Gimignano, il Centro per la giustizia minorile per la Toscana e l’Umbria (CGM), lAssociazione “Apab” e l'Associazione “Aleteia”, allegato al presente atto a formarne parte integrante e sostanziale;

2. di dare atto che il suddetto protocollo d'intesa avrà una durata di cinque anni a

partire dal momento della sottoscrizione e potrà essere rinnovato per analoghi

periodi con dichiarazione espressa delle parti mediante scambio di corrispondenza;

(4)

3. di autorizzare il sindaco a sottoscrivere il protocollo operativo di cui al precedente punto 1;

4. di trasmettere la presente deliberazione al Dirigente del Settore Servizi alla Cultura e alla Persona affinché provveda agli adempimenti relativi e conseguenti a quanto deliberato col presente atto;

5. di rendere il presente atto, con separata votazione unanime favorevole, immediatamente eseguibile, ai sensi dell'art. 134, comma 4, del D.Lgs. 267/2000, stante l’urgenza di provvedere in merito.

Letto, approvato e sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs n 82/2005 e s.m.i.

IL Sindaco

BASSI GIACOMO IL Segretario

COPPOLA ELEONORA

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Sistema MEF – Mediazione e Formazione

Protocollo operativo per l’attuazione del progetto MEF nel territorio di competenza dell’UEPE di Siena e Grosseto

tra

Società della Salute Senese (SdSS)

Comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Casole d’Elsa e Radicondoli Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa (FTSA)

Sds Altavaldelsa

Ufficio Esecuzione Penale Esterno (Uepe) di Siena e Grosseto Casa Circondariale di Siena

Casa di Reclusione di San Gimignano

Centro per la Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria (CGM) Associazione “APAB”

Associazione “ALETEIA”

Visto

- la Legge n. 67 del 28 aprile 2014 “Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili” all’art. 4 relativo alla "Sospensione del procedimento con messa alla prova" sancisce che il programma di trattamento «in ogni caso prevede: le modalità di coinvolgimento dell’imputato, nonché del suo nucleo familiare e del suo ambiente di vita nel processo di reinserimento sociale, ove ciò risulti necessario e possibile; le prescrizioni comportamentali e gli altri impegni specifici che l’imputato assume anche al fine di elidere o di attenuare le conseguenze del reato, considerando a tal fine il risarcimento del danno, le condotte riparatorie e le restituzioni, nonché le prescrizioni attinenti al lavoro di pubblica utilità ovvero all’attività di volontariato di rilievo sociale e le condotte volte a promuovere, ove possibile, la mediazione con la persona offesa»

- la Legge n. 354 del 26 luglio 1975 “Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà ” all’art. 47 "Affidamento in prova al servizio sociale"

precisa che all'atto dell'affidamento é redatto un verbale in cui sono dettate le prescrizioni che il soggetto dovrà seguire in ordine ai suoi rapporti con il servizio sociale e in particolare al comma 7 sottolinea che "nel verbale deve anche stabilirsi che l'affidato si adoperi in quanto possibile in favore della vittima del suo reato ed adempia puntualmente agli obblighi di assistenza familiare";

- il DPR n. 230 del 30 giugno 2000 “Regolamento recante norme sull’ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà”, all’art. 27 "Osservazione della personalità" prevede che il condannato, durante il percorso di osservazione e trattamento, sia sostenuto dagli operatori

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penitenziari per sviluppare una “riflessione sulle condotte antigiuridiche poste in essere, sulle motivazioni e sulle conseguenze negative delle stesse per l’interessato medesimo e sulle possibili azioni di riparazione delle conseguenze del reato, incluso il risarcimento dovuto alla persona offesa” e all'art. 118 comma 8 stabilisce che gli operatori degli Uepe si adoperino per favorire “una sollecitazione ad una valutazione critica adeguata, da parte della persona (condannata), degli atteggiamenti che sono stati alla base della condotta penalmente sanzionata, nella prospettiva di un reinserimento sociale compiuto e duraturo”;

- il DPR n. 448 del 22 settembre 1988 “Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”, in particolare all’art. 28, relativo all’istituto della messa alla prova, prevede che il giudice, nel provvedimento sospensivo del processo con cui viene disposta la prova, possa impartire prescrizioni "dirette a riparare le conseguenze del reato e a promuovere la conciliazione del reo con la persona offesa dal reato";

- Decreto Legislativo n. 272 del 28 Luglio 1989: “Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del d.p.r. 22 settembre 1988, n. 448, recante disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni”.

- lo Statuto della Regione Toscana il quale definisce all’art. 3 comma 2 che “La Regione opera al fine di realizzare il pieno sviluppo della persona e dei principi di libertà, giustizia, uguaglianza, solidarietà, rispetto della dignità umana e dei diritti umani”;

- il Piano sanitario e sociale integrato regionale 2012-2015, approvato con DCR n. 91 del 5 novembre 2014, in particolare il par. 2.2.4.2. "Sostegno al reinserimento", che prevede -fra le azioni rivolte alle persone in esecuzione di pena- la "realizzazione di misure finalizzate a garantire il recupero della cultura della legalità e ad accompagnare i percorsi di inclusione socio-lavorativa, quali il sostegno formativo, culturale, sociale e lavorativo adattato alle loro esigenze, per fascia di età e caratteristiche; inoltre su questo punto si vuole sottolineare l’orientamento fortemente educativo, incentrato sul recupero della legalità, che deve improntare tutte le azioni rivolte ai minori sottoposti a provvedimenti restrittivi, per cui si privilegia lo strumento della mediazione penale minorile con l’obiettivo di individuare soluzioni organizzative funzionali alla diffusione delle esperienze già presenti";

- il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 6/02/2017 per l’ “Attuazione del Progetto MeF” tra Regione Toscana, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione penitenziaria per la Toscana e l’Umbra, Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna della Toscana e dell’Umbria, Centro di Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria, Associazione APAB, Associazione ALETEIA Studi e Ricerche Giustizia Riparativa e Mediazione, di cui alla Delibera Giunta regionale n° 1128 del 15.11.2016;

Premesso che

- Il presente protocollo operativo tra SdS Senese, Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa, SdS Altavaldelsa, Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Siena e Grosseto (qui denominato UEPE), C.C. di Siena, C.R. di San Gimignano, Centro per la giustizia minorile per la Toscana e l’Umbria, Associazione Aleteia e Associazione Apab - in attuazione del sopracitato Protocollo regionale per l’ “Attuazione del Progetto Mef” del 6 febbraio 2017 - ha come obiettivo la predisposizione della metodologia operativa del “Sistema MEF –

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Mediazione e Formazione” (qui denominato MEF),1 per il territorio della Provincia di Siena. Il Sistema MEF intende sperimentare una metodologia integrata di mediazione, attività riparative e formazione rivolta a soggetti, minori o adulti, imputati o condannati.

La proposta prevede la costituzione di un Centro di Orientamento che indirizzi le parti in base alle specifiche esigenze, facilitando l’accesso ai percorsi riparativi, di accompagnamento al lavoro, in un’ottica trattamentale di responsabilizzazione e con l’obiettivo di una diminuzione della recidiva. La proposta prevede inoltre la realizzazione di alcuni incontri di conference rivolti ai soggetti detenuti sui temi attinenti la giustizia riparativa e la mediazione penale, oggetto del presente protocollo. Rispetto all’iter degli interventi di mediazione penale (modalità di segnalazione, metodologia, criteri di fattibilità, ecc.) si precisa che saranno organizzati degli incontri ad hoc in cui condividere le specifiche esigenze dei servizi coinvolti.

- I soggetti firmatari del presente Protocollo hanno effettuato incontri di coprogettazione volti a definire le specifiche esigenze del progetto nei singoli territori.

Tutto ciò premesso

Le parti intendono attuare il progetto MeF di cui all’allegato A e per questo

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

Art. 1. Compiti degli Enti ospitanti

I Comuni perseguono l’obiettivo, aderendo a questo progetto, di aumentare il livello di sicurezza sociale dei propri cittadini, promuovendo la partecipazione attiva dei singoli e dell’ente locale ad azioni di giustizia riparativa, che possano consentire di abbattere la recidiva e prevenire ulteriori reati.

Pertanto, i Comuni e la Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa si impegnano a collaborare per la positiva realizzazione del progetto e a:

1. individuare presso i propri uffici le posizioni atte allo svolgimento delle attività previste dal presente protocollo;

2. aggiornare l’elenco degli uffici ospitanti;

3. coordinare gli uffici ospitanti;

4. comunicare il nome della persona di riferimento presso l’ufficio ospitante, che terrà il registro (tutor);

5. curare l’apertura della posizione INAIL per il soggetto che svolge il LPU e comunicare all’ufficio ospitante le modalità in caso di infortunio;

6. comunicare il programma LPU del soggetto con la data di inizio, gli orari indicati e le mansioni all’organo di controllo incaricato dal giudice (UEPE).

Art. 2. Compiti dell’Associazione Aleteia e APAB

Gli operatori del progetto MeF si impegnano a comunicare in tempi adeguati ai Comuni:

Per la MAP:

- L’esito del colloquio con l’imputato e la richiesta della disponibilità all’inserimento in LPU presso l’Amministrazione Comunale.

1 Vedasi delibera Regionale n. 1128 della seduta del 15/11/2016, allegata, qui integralmente richiamata.

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- La proposta rispetto all’ufficio comunale individuato per l’inserimento e le mansioni previste.

Dal punto di vista procedurale l’avvio dell’attività dell’operatore MEF inizierà con la segnalazione da parte del funzionario di servizio sociale dell’UEPE, secondo le modalità e i criteri che saranno determinati da uno specifico accordo procedurale tra le parti.

Le Associazioni APAB e Aleteia, per offrire all’imputato/detenuto un percorso di riflessione critica sul senso del reato, l’elaborazione di un processo di pensiero che gli consenta di acquisire una rappresentazione di sé adeguata e responsabile con una capacità diversa di attribuire significati alle azioni commesse e agli eventi accaduti, si avvarranno dell’Associazione “Il telaio delle idee” che fornirà psicologi con formazione specifica.

In questa prospettiva tale percorso potrà essere integrato, ove ritenuto necessario, con la partecipazione dell’imputato ad un ciclo di incontri sulla legalità.

L’operatore MEF ha quindi il ruolo di raccordo fra UEPE e Terzo Settore: raccoglie i fogli firma mensili e individua eventuali criticità da segnalare tempestivamente al funzionario di servizio sociale incaricato, effettua mensilmente verifiche presso l’Ente o Associazione individuata per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità e svolge attività di monitoraggio attraverso incontri con il referente indicato da quest'ultimi

Per i soggetti detenuti:

Le associazioni APAB e Aleteia, con il supporto dell’Associazione Il Telaio delle Idee, si occuperanno di gestire e coordinare gruppi lavoro sulla tematica della giustizia riparativa e della responsabilità sia all'interno che all'esterno dell'istituto.

Inoltre, si impegnano a fornire il proprio contributo per formare, insieme al Comune, il gruppo di lavoro composto da esponenti della società locale, attori economici e sociali che muovono nel territorio della crescita sostenibile e dell’etica sociale, forze dell’ordine, associazioni delle vittime dei reati, o singole vittime di reato.

Gli operatori MeF si occuperanno di svolgere un matching fra risorse e bisogni del detenuto e le esigenze degli attori economici e sociali che aderiranno al progetto, al fine di tracciare un’ipotesi di progetto individuale costruita sulla base delle specificità di ogni parte coinvolta. Con la partnership di Manager Italia sarà creato un modello sperimentale innovativo di accompagnamento e inserimento al lavoro.

Art.3 Compiti delle Società della Salute Senese e dell’Altavaldelsa

Promuovono e sensibilizzano la comunità locale sui temi oggetto del presente protocollo, diffondendo il progetto fra gli operatori che potrebbero essere coinvolti all’interno della Società della Salute e nel mondo del terzo settore. La SdS Senese e la SdS Altavaldelsa fanno propri nei tavoli della programmazione integrata sanitaria e sociale e nei rispettivi Uffici di Piano (art. 18 e seguenti l.r.t.

40/2005) i contenuti e le linee progettuali del presente protocollo.

Art. 4 Compiti dell’UEPE di Siena e Grosseto

Il funzionario di servizio sociale dell’UEPE elaborerà la proposta di programma trattamentale, condivisa con l’imputato, sulla base delle risultanze dell'indagine socio-familiare.

La proposta prevede gli impegni che l’imputato si assume rispetto ai rapporti con l’UEPE, con i servizi territoriali socio-sanitari, i servizi specialistici per le dipendenze (Ser.D.), dimora, libertà di movimento ed altri impegni rispetto alla specifica situazione di vita e di relazioni, nonché colloqui con il funzionario di s.s.

per la revisione critica del comportamento antigiuridico. Inoltre, potrà essere inserito come ulteriore impegno un percorso psicologico che consenta all’imputato di acquisire una rappresentazione di sé adeguata e responsabile con una capacità diversa di attribuire significati alle azioni commesse e agli eventi accaduti tramite l’Associazione “Il telaio delle idee” che fornirà psicologi con formazione specifica.

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In riferimento agli impegni che l’imputato dovrà assumere in ordine al Lavoro di Pubblica Utilità, Volontariato, Giustizia Riparativa, nonché, ove possibile, la mediazione penale, il funzionario di servizio sociale potrà prevedere la segnalazione del caso agli operatori MEF per la collaborazione all’elaborazione del progetto individuale, con particolare riferimento al raccordo tra UEPE e Terzo Settore.

Una volta terminata l'indagine del funzionario di servizio sociale è previsto un incontro tecnico fra l’operatore MEF e il funzionario dell'UEPE per la necessaria sintesi.

Dopo che il programma è stato approvato dal Giudice l’imputato viene convocato presso l'UEPE per la firma del verbale che sancisce l’inizio della fase esecutiva della MAP.

L’UEPE si occupa di avvisare tempestivamente l’operatore MEF per l’attivazione della collaborazione concordata con l’UEPE.

In ordine alla Mediazione penale si prevede l’individuazione, in accordo con i mediatori ed i Funzionari di S.S. dell'UEPE, delle caratteristiche e della modulistica per la segnalazione e/o per l'esclusione dei casi, per la comunicazione delle risultanze del percorso di mediazione effettuato e quant'altro utile per la gestione del caso e per la relazione finale al Giudice del Tribunale Ordinario.

Art. 5 Compiti della Direzione della Casa Circondariale di Siena e Casa di Reclusione di San Gimignano

La partecipazione al progetto dell’istituto penitenziario ha il fine di agevolare i detenuti nel processo di acquisizione di consapevolezza e di assunzione di responsabilità rispetto al danno procurato sia alla parte offesa che alla comunità territoriale, obiettivi trasversali ai diversi strumenti di trattamento previsti dalla legge ai fini del loro reinserimento sociale.

La Direzione valuterà – con il contributo di tutta l’equipe di lavoro - sulla base dei requisiti giuridici e personali richiesti, i detenuti per i quali sarà possibile attuare percorsi individualizzati di mediazione, riparazione e/o formazione e percorsi di accompagnamento al lavoro. Sarà inoltre prevista la formazione sulle pratiche riparative al personale dell’area trattamentale e al corpo di polizia penitenziaria.

Art. 6 Compiti Centro Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria

La partecipazione al progetto del CGM ha il fine di agevolare i minori nel processo di acquisizione di consapevolezza e di assunzione di responsabilità rispetto al danno procurato sia alla parte offesa che alla comunità territoriale, obiettivi trasversali ai diversi strumenti di trattamento previsti ai fini del loro reinserimento sociale.

CGM valuterà – con il contributo di tutta l’equipe di lavoro - sulla base dei requisiti giuridici e personali richiesti, i minori per i quali sarà possibile attuare percorsi individualizzati di mediazione, riparazione e/o formazione e percorsi di accompagnamento al lavoro.

Art. 7 Verifiche periodiche sull’attuazione del protocollo operativo

Per coordinare le azioni e gli interventi e allo scopo di conseguire gli obiettivi previsti dal presente protocollo, assicurare un confronto continuo fra i vari operatori coinvolti e valutare eventuali criticità emergenti, le parti s’impegnano a istituire un gruppo di lavoro permanente composto da rappresentanti di ciascuno dei firmatari che svolga i seguenti compiti:

a) coordinare gli interventi previsti dal presente protocollo e monitorare il suo stato d’attuazione;

b) promuovere l’ampliamento della rete ai soggetti che, a diverso titolo, sono coinvolti nel campo oggetto del presente protocollo;

c) proporre modifiche al procedimento operativo di collaborazione, in modo da renderlo sempre più fluido ed efficace;

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d) individuare le modalità per assicurare il migliore inserimento degli imputati;

e) approvare le proposte di modifica del presente protocollo. Le modifiche saranno efficaci previa approvazione dei competenti organi dei soggetti firmatari del presente protocollo.

Il Gruppo di lavoro permanente è convocato dalle Associazioni Aleteia ed Apab e potrà far partecipare ai propri lavori altri soggetti pubblici e del privato sociale a diverso titolo coinvolti nel progetto.

Art. 8 – Durata e Norme Finali

Il presente Protocollo ha una durata di cinque anni dalla sottoscrizione e può essere rinnovato per analoghi periodi con dichiarazione espressa delle parti mediante scambio di corrispondenza ai sensi dell’art. 1341 del CC.

Letto, confermato e sottoscritto

Per SdS Senese,______________________________________________________

Per il Comune di _______________________________________________________

Per il Comune di _______________________________________________________

Per Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa,_______________________________

Comune di Poggibonsi _________________________________________________

Comune di San Gimignano______________________________________________

Per Sds Altavaldelsa,__________________________________________________

Per Uepe di Siena e Grosseto,___________________________________________

Per Casa Circondariale di Siena,_________________________________________

Per Casa di Reclusione di San Gimignano,_________________________________

Per Centro per la Giustizia Minorile della Toscana e dell’Umbria,_______________

Per Associazione “ALETEIA”_____________________________________________

Per Associazione “APAB”_______________________________________________

(11)

C O M U N E D I SAN GIMIGNANO

PROVINCIA DI SIENA

SERVIZIO SEGRETERIA, AFFARI GENERALI, CONTRATTI E UFFICIO CASA

PARERE DI REGOLARITA' TECNICA

Sulla proposta n. 538/2018 del SERVIZIO SEGRETERIA, AFFARI GENERALI, CONTRATTI E UFFICIO CASA ad oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO. APPROVAZIONE si esprime ai sensi dell’art.49, 1°

comma del Decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, parere FAVOREVOLE in ordine alla regolarità tecnica.

09/05/2018

Sottoscritto dal Responsabile (BARTOLONI VALERIO)

con firma digitale

(12)

C O M U N E D I SAN GIMIGNANO

PROVINCIA DI SIENA

SETTORE SETTORE SERVIZI FINANZIARI, MOBILITA' E FARMACIA PARERE DI REGOLARITA' CONTABILE

Sulla proposta n. 538/2018 ad oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO. APPROVAZIONE si esprime ai sensi dell’art. 49, 1° comma del Decreto legislativo n. 267 del 18 agosto 2000, parere NON APPOSTO in ordine alla regolarita' contabile.

Note:

10/05/2018

Sottoscritto dal Responsabile (GAMBERUCCI MARIO)

con firma digitale

(13)

COMUNE DI SAN GIMIGNANO Provincia di Siena

Relazione di Pubblicazione

Delibera di Giunta N. 74 del 10/05/2018

SEGRETERIA, AFFARI GENERALI, CONTRATTI E UFFICIO CASA

Oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO.

APPROVAZIONE.

La su estesa delibera viene oggi pubblicata all’Albo Pretorio per quindici giorni consecutivi.

li, 16/05/2018

Il Responsabile della Pubblicazione

(COPPOLA ELEONORA)

(Sottoscritto digitalmente ai sensi dell'art. 21 D.L.gs n 82/2005 e s.m.i.)

(14)

COMUNE DI SAN GIMIGNANO Provincia di Siena

Certificato di Esecutività

Deliberazione di Giunta Comunale N. 74 del 10/05/2018

SEGRETERIA, AFFARI GENERALI, CONTRATTI E UFFICIO CASA

Oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO.

APPROVAZIONE.

Si dichiara che la presente deliberazione è divenuta esecutiva decorsi 10 giorni dall'inizio della pubblicazione all’Albo Pretorio on-line di questo Comune.

Li, 05/06/2018 L’INCARICATO DELLA PUBBLICAZIONE

COPPOLA ELEONORA

(Sottoscritto digitalmente

ai sensi dell'art. 21 D.L.gs. n. 82/2005 e s.m.i.)

(15)

COMUNE DI SAN GIMIGNANO Provincia di Siena

Certificato di Avvenuta Pubblicazione

Deliberazione di Giunta Comunale N. 74 del 10/05/2018

Oggetto: PROTOCOLLO OPERATIVO PER L'ATTUAZIONE DEL PROGETTO MEF NEL TERRITORIO DI COMPETENZA DELL'UEPE DI SIENA E GROSSETO.

APPROVAZIONE.

Si dichiara l’avvenuta regolare pubblicazione della presente deliberazione all’Albo Pretorio on-line di questo Comune a partire dal 16/05/2018 per 15 giorni consecutivi, ai sensi dell’art 124 del D.lgs 18.08.2000, n. 267 e la contestuale comunicazione ai capigruppo consiliari ai sensi dell’art. 125 del D.lgs 18.08.2000, n. 267.

Li, 05/06/2018 L’INCARICATO DELLA PUBBLICAZIONE

COPPOLA ELEONORA

(Sottoscritto digitalmente

ai sensi dell'art. 21 D.L.gs. n. 82/2005 e s.m.i.)

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